Sostenere le nuove sfide per le terre alte nello scenario della crisi climatica.
TIPO
Con scadenza.
SOSTEGNO FORNITO
€ 700.000
OBIETTIVO
Sostenere l’elaborazione di nuove strategie per una transizione ecologica nei territori di montagna nello scenario del cambiamento climatico
Premessa
Il bando è emesso dall’Area Ambiente di Fondazione Cariplo nell’ambito della Linea di mandato 1 “Creare valore condiviso, attraverso il sostegno alla creazione e allo sviluppo sostenibile di ecosistemi territoriali”.
Contesto
L’aumento delle temperature sulle Alpi procede a una velocità quasi doppia rispetto alla media globale1, causando2 la fusione dei ghiacciai e la riduzione della copertura nevosa in molte aree. Questo fenomeno ha un impatto sulla disponibilità generale di risorse idriche, influenzando gli ecosistemi dei corsi d’acqua, i bacini idrografici e le attività umane connesse. Tra queste, l’assenza di neve3 sta mettendo in discussione anche la tradizionale stagione sciistica, con impatti evidenti sull’economia del turismo da neve4.
Secondo una relazione speciale a cura dell’IPCC, tra il 2081 e il 2100 la linea di affidabilità della neve sarà troppo alta per la maggior parte delle stazioni sciistiche nel mondo, con l’eccezione di quelle poste sopra i 2250 metri di quota o sopra i 60° di latitudine5.
In Italia, alle quote più basse, infatti, quelle della cosiddetta montagna di mezzo e dei piccoli comprensori, lo scenario è critico: si contano già 249 impianti dismessi (di cui 54 in Lombardia), con un tasso di chiusura del 6% all’anno6 e a cui si aggiungono altri 138 impianti “temporaneamente chiusi”: strutture fantasma e obsolete, dismesse non solo per ragioni climatiche, ma anche economiche. Un recente report della Banca d’Italia7evidenzia, inoltre, come l’innevamento artificiale non sia più in grado di sostenere la domanda del turismo da neve8: i costi per garantire questa pratica aumenteranno in modo non lineare con le temperature, rendendola impraticabile al di sotto di certe quote. In altre parole, anche se l’innevamento artificiale può ridurre le perdite finanziarie dovute a occasionali carenze di neve, non può proteggere dalle tendenze sistemiche a lungo termine verso inverni sempre più caldi. Secondo gli analisti dello studio della Banca d’Italia, a un secolo dalla sua nascita, l’industria dello sci è considerata di fatto “matura”, con una scarsa propensione agli investimenti in ricerca e sviluppo.
Al contempo, negli ultimi anni si sta registrando un rinnovato interesse verso le terre alte9, espressione di una complessità e di un potenziale fatto non solo di attrattività turistica, ma anche di qualità della vita, ambientale e relazionale come elementi che ne fanno crescere il richiamo. Questi aspetti fanno da contraltare a fenomeni di marginalizzazione, isolamento culturale, declino demografico e carenza di servizi: sono questioni tipiche dei territori fragili, cui stanno cercando di dare risposta, tra le altre, le politiche di coesione territoriale elaborate a partire dalla Strategia Nazionale delle Aree Interne (SNAI). In questo scenario composito di criticità e opportunità, le aree montane si trovano così ad affrontare una sfida duplice: da un lato, dover ripensare la stagionalità di una certa offerta turistica e innovarla in chiave sostenibile; dall’altro,rafforzare una gestione attiva e multifunzionale delle risorse del territorio che rimettano al centro le comunità locali, verso un rinnovamento dei territori montani come spazio di vita accessibile, attrattivo e in una relazione virtuosa con i centri urbani di pianura10. Alcuni esempi di rilancio di piccoli comuni delle aree interne – anche attraverso lo sviluppo di reti con le città – si riscontrano nella storia recente del nostro paese, così come nei territori coinvolti nel programma AttivAree, sostenuto da Fondazione Cariplo nel periodo 2016-2021 e oggetto del libro “AttivAree. Un disegno di rinascita delle aree interne”