Sviluppo organizzativo degli enti non profit.

TIPO

Con scadenza.

SOSTEGNO FORNITO

€ 3.000.000

OBIETTIVO

Promuovere e facilitare il cambiamento interno alle organizzazioni (change management); favorire la transizione generazionale e il protagonismo giovanile all’interno delle organizzazioni; promuovere la sostenibilità ambientale delle organizzazioni.

PRINCIPALI LIMITI DI FINANZIAMENTO

Contributo minimo € 15.000 e massimo € 80.000, non superiore a 80% dei costi.

Premessa

Il bando è emesso dalle Aree Ambiente, Arte e Cultura e Servizi alla Persona nell’ambito della Linea di Mandato 4 “Creare le condizioni abilitanti al rafforzamento delle comunità”.

Contesto

Oltre 360 mila enti non profit a livello nazionale, diversi per natura giuridica, missione e dimensioni, un bacino di quasi 920 mila dipendenti e di circa 4,6 milioni di volontari. Il “Terzo Settore” nonostante le difficoltà di contesto degli ultimi anni, si conferma un pilastro essenziale del welfare, della coesione sociale, della partecipazione culturale, della sensibilizzazione e protezione dell’ambiente e della cittadinanza attiva.

Le organizzazioni non profit attive sul territorio di riferimento di Fondazione Cariplo sono oltre 61.000, danno lavoro a quasi 211.000 persone, mobilitano 1 milione di volontari.

Le organizzazioni non profit hanno nel tempo consolidato la propria capacità di intervento di fronte ai bisogni sociali e promosso una fondamentale offerta di animazione artistica, culturale, ricreativa e ambientale che sta contribuendo alla tenuta e alla valorizzazione del protagonismo delle nostre comunità.

In questo momento storico di grande incertezza e di sfide complesse, questi enti si trovano però di fronte a un doppio livello di difficoltà: da un lato devono affrontare i cambiamenti imposti dalla rapida evoluzione dei bisogni e del contesto di riferimento, dall’altro devono ripensare i propri modelli operativi per renderli più sostenibili e in grado di offrire servizi capaci di durare e di adattarsi nel tempo.

È quindi sempre più sentita da parte degli enti la necessità di rafforzare la propria visione strategica, di consolidare il proprio posizionamento nel contesto di riferimento, anche in termini di consapevolezza del valore generato e di rinnovamento delle modalità di relazione e condivisione, anche con le Istituzioni. Parallelamente, in un settore dove la principale risorsa è rappresentata dal capitale umano, stiamo assistendo a un momento cruciale di riflessione sulle professioni nel Terzo Settore, sia in termini di attrattività, reperimento e trattenimento di figure qualificate (in particolare per profili socio- educativi) sia, più in generale, in ottica di transizione generazionale.
L’indagine “Mille Voci per comprendere” mostra alcune difficoltà diffuse: a) la mancanza di candidati, in special modo se riferita alle professioni di cura; b) la mancanza di esperienza e/o competenze; c) le politiche retributive poco attrattive, similmente per professioni di cura (17%) e altre professioni in ambito culturale e ambientale (20%).

Le organizzazioni non profit devono ora rilanciare il proprio ruolo innovativo e diventare una leva fondamentale di cambiamento, dimostrando la capacità di attirare e coinvolgere i giovani, favorendo e governando il passaggio intergenerazionale. Alcune opportunità potrebbero scaturire dal nuovo quadro legislativo di riferimento, dalla transizione digitale e climatica e dal ripensamento dei modelli operativi per offrire servizi più sostenibili e resilienti. Diventano dunque fondamentali i temi del rafforzamento organizzativo e del capacity building.

Fondazione Cariplo, negli anni, ha dato centralità a questa riflessione attraverso diversi strumenti, settoriali e intersettoriali, riconducibili alla volontà di accompagnare i processi di rafforzamento e trasformazione delle organizzazioni e, più in generale, di migliorare la capacità degli enti che si interfacciano con la Fondazione stessa di perseguire la propria mission in maniera più efficace ed efficiente e di rispondere ai bisogni delle comunità.

Nel 2022 la Fondazione ha lanciato il Programma intersettoriale “Riprogettiamo il futuro”, con la finalità di accompagnare i processi di rafforzamento organizzativo e trasformazione degli enti che operano nei settori dell’Ambiente, dell’Arte e della Cultura e dei Servizi alla persona, rispondendo a due obiettivi specifici:

  1. migliorare il funzionamento e la sostenibilità economico-finanziaria delle organizzazioni;
  2. potenziare le competenze del personale delle organizzazioni.

Il programma prevede tre linee di lavoro:

  • la formazione a distanza fruibile attraverso la piattaforma Cariplo Social Innovation Lab, che mette a disposizione delle organizzazioni non profit un ambiente digitale con un catalogo di risorse formative e approfondimenti su tematiche rilevanti per il comparto di riferimento4 e propedeutici alla partecipazione al bando;
  • percorsi laboratoriali di mentorship, gratuiti, fruibili online (nel periodo marzo – maggio 2025) previa iscrizione, per rafforzare le capacità di gestione del cambiamento e per immaginare azioni di transizione generazionale e di sostenibilità ambientale, anche ai fini della candidatura al presente Bando;
  • il presente Bando “Riprogettiamo il Futuro”, giunto alla terza edizione.

Programma AttivAree: uno sguardo nuovo per il futuro delle aree interne

Il 60% del territorio italiano è rappresentato da centri minori, spesso piccolissimi. Le ragioni sono principalmente dovute alla peculiare conformazione orografica territoriale ma anche alla storia, che ha determinato – nel corso del tempo – complesse dinamiche di insediamento.
Si tratta, per la maggior parte dei casi, di centri lontani dalle aree urbane, incastonati tra i rilievi montani o spalmati al largo delle pianure: luoghi che un tempo, quando si viveva quasi esclusivamente di agricoltura, erano floridi e popolati, ma che con l’inversione della congiuntura economica, hanno cominciato a subire un progressivo spopolamento. Le persone hanno iniziato a migrare, orientandosi verso le città ricercando opportunità di lavoro e di vita più praticabili e comode.

L’abbandono è stato lento e inesorabile e ha investito prima i borghi più isolati, poi i paesi ed infine intere aree: le aree marginali. Terre lontane, sia a livello geografico (perché distanti dai centri urbani più antropizzati e organizzati in termini di servizi e opportunità) sia dal punto di vista culturale, perché “allontanate” da un’evoluzione sociale che ha cambiato radicalmente le esigenze delle persone.

Sono stati tempi  di transizione condizionati da una ripresa economica che sembrava inarrestabile e che ha convogliato le persone verso le città, dove si prospettava una vita migliore, lontano dai ritmi comandati dalla natura, dai “calli sulle mani” e dalle “fasi lunari”.

Tutto questo, però, oggi è cambiato ed è iniziata una nuova fase. Nell’arco di un paio di generazioni è maturata una nuova consapevolezza rispetto al rapporto con la terra, e qualcuno, forte di una tecnologica e di un sapere che fa la differenza, ritorna (in un percorso a ritroso) a calcare le orme di chi, da questi luoghi era partito…

Nelle aree rurali e nei borghi sparsi per l’Italia, oggi si sono riaccesi i riflettori e le speranze. Si è ricominciato a guardare a questi luoghi come a ideali bastioni che hanno custodito la nostra storia, rappresentando di fatto – con gli attrattori ambientali, culturali e sociali unici di cui dispongono – una parte importante del nostro Patrimonio.
Oggi esiste anche un mercato, promettente e preparato  a valorizzare questo Patrimonio, che deve però essere messo a sistema e guardato in modo nuovo, trasformando ciò che un tempo è stato motivo di abbandono in risorsa e ciò che è stato tramandato ed è rimasto in esperienza.

Ed è con questo nuovo sguardo rivolto alle potenzialità inespresse di queste aree, che Fondazione Cariplo, si accorsta alle Aree Interne: con AttivAree, il Programma intersettoriale che mira a riattivare le aree marginali del territorio di riferimento della Fondazione ed ad aumentare la forza attrattiva del territorio nei confronti dei residenti, di potenziali investitori e dei poli urbani di riferimento, facendo leva sulle risorse delle comunità.

 Gli Obiettivi

La parola d’ordine è rigenerazione del territorio attraverso un processo di cambiamento che favorisca crescita sociale, culturale ed economica che si realizzerà:

  • Promuovendo i processi partecipativi
  • Valorizzando il  ruolo e le competenze del terzo settore
  • Adottando approcci intersettoriali che integrino aspetti ambientali, sociali, culturali, economici e opportunità di ricerca;
  • Sviluppando interazioni proficue tra aree interne e aree urbane;
  • Riutilizzando manufatti esistenti che non comportino ulteriore consumo di suolo

Perché le aree interne?

Due le motivazioni principali, le spiega Elena Jachia, direttore Area Ambiente Fondazione Cariplo, Responsabile Programma AttivAree:

“Perché sono territori ricchi di risorse culturali, naturali, sociali, di capitale umano di idee e di esperienze la cui centralità produttiva degli anni del primo dopoguerra ha lasciato il posto alla subalternità verso i centri urbani . Hanno subito un progressivo abbandono per l’imporsi di modelli culturali alternativi e più recentemente per una difficoltà crescente di accesso ai servizi. Intervenire a supporto delle aree interne significa alzare il volume rispetto ai bisogni di questi territori e accendere i riflettori su quanto avviene – anche in modo spontaneo – in queste aree. Significa puntare su uno sviluppo locale sostenibile come motore di rilancio per tutto il paese. In questo senso le aree più “marginali” diventano un luogo di sperimentazione innovativa ”.
“Inoltre abbiamo rilevato un’interessante convergenza tra le politiche nazionali (in primis la Strategia Nazionale per Ie Aree Interne) e i fenomeni individuali e spontanei di ritorno alle aree rurali e all’agricoltura e abbiamo ritenuto di poter dare un contributo di idee che facesse leva sulle esperienze acquisite sul campo dalla Fondazione Cariplo, tramite alcuni progetti particolarmente significativi per il territorio (dai Distretti culturali al progetto Welfare di comunità, dai corridoi ecologici e i contratti di rete al progetto AGER di ricerca in campo agricolo)”

 I Territori 

Il Programma AttivAree finanzia due progetti di “rinascita” delle aree interne che sono stati selezionati tra le idee progettuali,  presentate da 11 territori della Lombardia e del Verbano-Cusio-Ossola, durante la fase di Call che si è chiusa il 30 giugno 2016. I progetti, che riguardano le aree interne dell’Oltrepò Pavese e delle valli bresciane Trompia e  Sabbia, hanno colto l’idea dello sviluppo e del consolidamento strutturato di un immaginario ponte verso la città e i centri urbani di maggiori dimensioni, non in chiave di subalternità o di perdita della propria identità ma di complementarietà e di scambio di know how e servizi. Così come hanno condiviso una reinterpretazione del ruolo dell’agricoltura in una chiave ambientale, sociale e scientifica più moderna.

I Progetti

Oltrepò(BIO)diverso

Nel  progetto Oltrepò(BIO)diverso, promosso dalla Fondazione Sviluppo Oltrepò Pavese, si punta  sulla biodiversità come fattore di competitività, connessione, sviluppo e ripopolamento, un  progetto che si può definire di “rigenerazione rurale e comunitaria”. La biodiversità è intesa anche in senso sociale, culturale e interculturale, attribuendo un rinnovato ruolo all’agricoltura e al paesaggio anche come ambiti di applicazione di ricerca scientifica. L’accesso alla terra è un elemento fondamentale per promuovere l’attività agricola multifunzionale e per questo si intende lavorare per il superamento della frammentazione fondiaria e per la valorizzazione del patrimonio di biodiversità (ad esempio, la ricchezza di specie di farfalle presenti in Oltrepò è  pari a quella dell’intera Gran Bretagna). Collegata a questa visione, è l’idea di aprire la comunità locale a giovani e migranti e di sviluppare nuovi servizi che favoriscano il ripopolamento rurale e la conciliazione lavoro-famiglie e quindi una maggiore occupazione femminile, nonché la riattivazione di luoghi che rafforzi il processo di identità culturale collettiva.

Valli Resilienti

Nel progetto “Valli Resilienti”, proposto dalle Comunità Montane di Valle Trompia e Valle Sabbia, l’idea di rilancio è basata su una strategia articolata su diversi ambiti tematici, che punta a valorizzare le esperienze e competenze del territorio, insieme alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Vi è inoltre un buon equilibrio tra il “dentro” e il “fuori”: da un lato servizi di prossimità agli abitanti gestiti in rete attraverso cooperative sociali e azioni di valorizzazione di prodotti locali, dall’altro efficienza amministrativa per attrarre nuovi investitori o accoglienza specializzata per target sociali fragili provenienti anche da altri territori. La leva che si intende utilizzare si basa sulla volontà di collaborazione e reciproca contaminazione tra i partner, scambiandosi buone pratiche e replicando quelle che funzionano.

 Il Budget:

Con 10 milioni di euro a disposizione, in questi territori Fondazione Cariplo punta al:

  • Potenziamento e innovazione delle economie locali e dell’imprenditorialità giovanile;
  • Valorizzazione del patrimonio e dell’identità culturale;
  • Prevenzione e riduzione del rischio idrogeologico;
  • Promozione di attività di educazione/formazione e di contenuti innovativi di carattere scientifico e tecnologico;
  • Accoglienza e inserimento sociale/lavorativo dei migranti e dei nuovi residenti;
  • Comunicazione e promozione delle risorse e delle potenzialità del territorio;
  • Advocacy legislativa legata alle specificità delle aree interne.

CLICCA QUI PER RIVEDERE LA PRESENTAZIONE DI ATTIV-AREE IN STREAMING 

Per info: www.attivaree.fondazionecariplo.it
attivaree@fondazionecariplo.it

Noemi Canevarolo 02 6239452
Lorenza Gazzerro 02 6239323 (ore 9.00 – 13.00)
Viviana Bassan 02 6239226

TIPO

Con scadenza a due fasi.

SOSTEGNO FORNITO

€ 1.600.000

OBIETTIVO

Applicare il potenziale della tecnologia e/o del digitale per innovare i servizi di welfare in risposta all’evoluzione dei bisogni.

PRINCIPALI LIMITI DI FINANZIAMENTO

Contributo massimo € 220.000 (Linea 1) o € 90.000 (Linea 2) e non superiore all’80% dei costi.

Premessa

Il bando è emesso dall’area Servizi alla Persona e dall’area Ricerca scientifica e Trasferimento tecnologico di Fondazione Cariplo nell’ambito della linea di mandato 4 “Creare le condizioni abilitanti al rafforzamento delle comunità” con il supporto di Cariplo Factory S.r.l. Società Benefit e Fondazione Social Venture Giordano dell’Amore (FSVGDA).

Contesto

Il welfare italiano si sta confrontando con diverse sfide: oltre alle criticità storiche che il sistema si trascina da tempo (ad esempio un impianto di servizi sottodimensionato con bassi tassi di copertura, il peso eccessivo dei trasferimenti monetari, la frammentazione delle risorse e delle responsabilità istituzionali, ecc..) ve ne sono di nuove legate ai cambiamenti socio-demografici e alle conseguenze delle crisi internazionali in atto.

Per capire la portata di queste sfide, basti pensare ai due principali fenomeni che, dal punto di vista demografico, stanno interessando il nostro Paese: la decrescita della natalità e l’invecchiamento della popolazione.

I nati nel 2023 sono stati 379 mila, l’undicesimo minimo storico di nascite di fila dal 2013. Il numero medio di figli per donna è pari a 1,20 contro 1,68 della Francia (uno dei paesi europei con il tasso di fecondità più alto). I ridotti tassi di natalità oltre a causare un assottigliamento delle famiglie e una minore capacità di cura, nel lungo periodo comporteranno anche una riduzione del gettito fiscale e il rischio di una compressione di risorse destinate ai sistemi di welfare. A questo fenomeno si affianca un processo diinvecchiamento con un’età media della popolazione di 46,6 anni. Gli ultrasessantacinquenni nel 2023 ammontavano a oltre 14 milioni individui, il 24,3% della popolazione totale contro il 24,1% dell’anno precedente.

Questi cambiamenti stanno innescando tensioni importanti sulla tenuta del sistema di welfare, che sono destinate ad aggravarsi alla luce delle previsioni demografiche per i prossimi anni. Diventa quindi ancora più urgente innovare i servizi per potenziarne la capacità di risposta e per fronteggiare il rischio di riduzione delle risorse disponibili.

Le nuove tecnologie e il digitale possono rappresentare, come già si sta verificando in altri settori, lo strumento abilitante delle innovazioni e dei cambiamenti che il settore del welfare dovrà provare ad implementare. Sono numerose le applicazioni a disposizione in tal senso, come ad esempio la sensoristica per il monitoraggio delle persone fragili, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito educativo e le piattaforme digitali che facilitano la conoscenza e l’accesso ai servizi. Innovazioni tecnologiche di questo tipo, già diffuse in altri ambiti, sono ancora marginali nell’ambito dei servizi di welfare ma potrebbero diventare un importante “driver” di cambiamento se capaci di integrarsi con la dimensione relazionale/comunitaria.

Dalla sperimentazione al consolidamento di reti e dispositivi d’intervento a favore del benessere delle giovani generazioni.

TIPO

Con scadenza.

SOSTEGNO FORNITO

€ 3.500.000

OBIETTIVO

Consolidamento di reti e dispositivi d’intervento a favore del benessere delle giovani generazioni.

PRINCIPALI LIMITI DI FINANZIAMENTO

Contributo minimo: € 100.000.
Contributo massimo: € 200.000 (solo in caso di candidature congiunte tra due o più progetti della prima e/o seconda edizione, € 350.000).
Cofinanziamento minimo: 20% del costo totale.

Premessa

Il bando è emesso dall’Area Servizi alla Persona di Fondazione Cariplo nell’ambito della linea di mandato 2 “Ridurre le disuguaglianze, intervenendo sulle diverse forme di povertà e fragilità”.

Contesto

Negli ultimi anni si è assistito a un crescente malessere tra bambini, bambine, ragazzi e ragazze, che si manifesta in età sempre più precoce e che è difficile da intercettare e accompagnare. Il fenomeno, per sua natura multidimensionale, richiede risposte capaci di integrare competenze e prospettive diverse, attivando collaborazioni stabili tra attori educativi, sociali e sanitari.

Consapevole delle complessità in campo, Fondazione Cariplo ha promosso, a partire dal 2022, tre edizioni del Bando Attenta-mente, sostenendo interventi volti a prendersi cura del benessere emotivo, psicologico e relazionale delle giovani generazioni. I progetti avviati hanno contribuito a costruire reti territoriali e sperimentare dispositivi di intervento, per supportare minori e famiglie. Sono state realizzate anche azioni di monitoraggio e di ricerca per promuovere apprendimento e conoscenza.

Potenziare la capacità delle comunità di rispondere ai bisogni degli anziani e delle loro famiglie

TIPO

Con scadenza.

SOSTEGNO FORNITO

€ 3.500.000

OBIETTIVO

Connettere, rafforzare e/o innovare, i servizi a supporto delle persone anziane e delle loro famiglie attraverso la ricomposizione delle risorse disponibili e il coinvolgimento della comunità.

PRINCIPALI LIMITI DI FINANZIAMENTO

Richiesta di contributo compresa tra
€ 100.000 e € 400.000 e comunque non superiori al 60% dei costi totali preventivati; investimenti ammortizzabili non superiori al 30% dei costi totali del progetto.

Premessa

Il bando è emesso dall’Area Servizi alla Persona di Fondazione Cariplo nell’ambito della linea di mandato “Ridurre le disuguaglianze, intervenendo sulle diverse forme di povertà e fragilità”.

Contesto

L’Italia si conferma uno dei Paesi più anziani al mondo, con un quarto della popolazione che ha un’età uguale o superiore ai 65 anni. Secondo il Rapporto Istat 2025, l’età media della popolazione è salita da 45,7 anni all’inizio del 2020 a 46,8 all’inizio del 2025, contro una media europea di 44,7 anni. Al 1° gennaio 2025, le persone con più di 65 anni in Italia erano pari a 14 milioni 573 mila, il 24,7% della popolazione totale. L’Italia è anche uno dei paesi con la più bassa mortalità al mondo, fattore che ha contribuito ad un significativo aumento della speranza di vita alla nascita che, nel 2024, ha raggiunto il nuovo record di 83,4 anni, segnando quasi 5 mesi di vita in più rispetto al 2023. Per gli uomini la speranza di vita è stimata in 81,4 anni, mentre per le donne a 85,5.

L’incremento della longevità non procede però di pari passo con la speranza di vita in buona salute: nel 2024 la stima relativa agli uomini è di 59,8 anni, mentre per le donne la stima si attesta a 56,6 anni, raggiungendo il minimo dell’ultimo decennio. Gli italiani vivono quindi a lungo, ma per molti anni percepiscono il proprio stato di salute come non positivo.

A livello lombardo, su 10,1 milioni di abitanti, il 23,8% sono anziani over 65. Il numero di anziani non autosufficienti residenti in Lombardia per il 2023 (stimato sui dati ISTAT 2021) è di 567.673 (circa il 24,4% della popolazione over 65).

Quanto ai servizi rivolti all’invecchiamento, nonostante il sistema lombardo si posizioni tra quelli con una maggiore capacità di risposta al bisogno degli anziani rispetto alle altre regioni italiane, il modello attuale fa perno sulla componente socio-sanitaria, con pochi investimenti su quella sociale; inoltre, questo modello è basato sui servizi residenziali (RSA), che si stanno ponendo in misura sempre maggiore come una soluzione per anziani altamente compromessi e nella fase terminale della loro vita. In Lombardia (dati 2023), risultano in carico al servizio di RSA 85.636 ospiti (il 18,7% della popolazione non autosufficiente over 75) e 176.055 utenti tramite l’ADI, che corrispondono al 31% degli anziani non autosufficienti over 653. L’offerta di servizi appare dunque orientata a erogare prestazioni sanitarie individuali, non favorendo approcci multidimensionali che potrebbero essere garantiti solo da reti territoriali ben radicate e in grado di intercettare i moltissimi anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti attualmente fuori dai circuiti specialistici.

Le famiglie, quando presenti, faticano a trovare risposte all’interno della rete di offerta esistente e spesso si devono fare carico della quota maggiore della spesa e del coordinamento tra cure domiciliari e servizi specialistici. La spesa privata sostiene prioritariamente l’auto-organizzazione basata sul “badantato”. Per il 2023 la stima del numero di badanti regolari e irregolari in Italia è di oltre 1 milione di individui4, implicando la presenza di una badante ogni 34 anziani over 75 non autosufficienti. In Lombardia, la stima più recente (2023) del numero di badanti (regolari e non) presenti sul territorio è di circa 180.000, ovvero oltre 40 badanti ogni 100 cittadini over 75 non autosufficienti. Di queste badanti, si stima che solo il 40% siano assunte con un regolare contratto (dati INPS).

Nel territorio lombardo si stimano inoltre 360.000 caregiver famigliari (circa il doppio delle badanti): di questi, uno su due è a sua volta anziano e uno su dieci condivide direttamente il carico di cura con una badante.

Il ruolo delle famiglie come “istituzione curante” appare dunque oggi più che mai centrale nella gestione degli anziani (autosufficienti e non); tuttavia questa impostazione non può essere risolutiva e richiede maggiori attenzioni perché le trasformazioni culturali, socio-economiche e demografiche degli ultimi anni stanno indebolendo la capacità di cura del nucleo familiare e aumentano le situazioni in cui la persona anziana non può ricorrere ad alcun sostegno parentale.

In questi anni sono stati sicuramente fatti passi in avanti a livello nazionale e regionale, in particolare in merito all’attuazione del PNRR, con una ormai definita allocazione delle risorse rivolte agli anziani “non autosufficienti” e all’avvio concreto del percorso di infrastrutturazione e potenziamento di alcuni servizi territoriali (Case di Comunità, Hub & Spoke, Punti Unici di Accesso…). Importante sottolineare, inoltre, l’approvazione della Legge Delega per la riforma della non autosufficienza (legge 33/2023) e del primo Decreto legislativo attuativo (D. Lgs. 29/2024), anche se molte novità previste non sono ancora state attivate operativamente.

TIPO

Con scadenza.

SOSTEGNO FORNITO

€ 2.300.000 €

OBIETTIVO

Rispondere ai bisogni educativi, animativi e di socialità di preadolescenti, adolescenti e giovani.

Premessa

Il presente bando è emesso dall’area Servizi alla Persona della Fondazione Cariplo nell’ambito della Linea di mandato “Ridurre le disuguaglianze, intervenendo sulle diverse forme di povertà e fragilità”, in collaborazione con la Fondazione Peppino Vismara e le 16 Fondazioni di Comunità del sistema promosso da Fondazione Cariplo.

Contesto

Crescere è una sfida: l’adolescenza, più di altre fasi della vita, è un momento di transizione che oltre ad essere caratterizzato da profondi cambiamenti individuali risente particolarmente di fattori ambientali, sociali e culturali e, in questo senso, presenta complessità diverse a seconda del momento storico.

I cambiamenti avvenuti negli ultimi anni, legati in particolare alla presenza sempre più pervasiva del digitale e dei social network, uniti allo scenario di “policrisi” che stiamo vivendo – caratterizzato dagli effetti della pandemia, dalle guerre e conflitti più prossimi che in passato, dalle trasformazioni demografiche, dall’aumento delle disuguaglianze – stanno avendo forti ripercussioni sia sui percorsi di vita di ragazze e ragazzi, che sul ruolo educativo degli adulti di riferimento.

Le difficoltà dei ragazzi sembrano in crescita e fenomeni quali la dispersione scolastica, l’isolamento e il ritiro sociale, gli attacchi al sé, il bullismo, sebbene siano sempre esistiti, sono percepiti come più diffusi.

Allo stesso tempo, il ruolo educativo degli adulti della comunità è più fragile e frammentato. Alla difficoltà dei genitori, degli insegnanti e delle altre agenzie educative, si aggiunge la fatica delle istituzioni a investire in politiche giovanili adeguate al nuovo scenario e una diversa propensione delle persone a mettere a disposizione tempo e competenze per la propria comunità, per animare spazi e luoghi e per favorire occasioni di incontro in cui bambini e ragazzi possano trovare opportunità di confronto, di crescita e stabilire relazioni positive. Le occasioni e gli spazi di aggregazione, in particolare a seguito della pandemia (progressiva digitalizzazione delle relazioni, disabitudine a condividere luoghi di socialità, ripiegamento in una dimensione individuale), rischiano di ridursi ulteriormente lasciando vuoti e creando distanze sempre più difficili da colmare.

Nella logica di anticipare lo scivolamento in forme di disagio e di soddisfare bisogni educativi, di socializzazione e protagonismo dei giovani, diventa importante tornare a porre attenzione alla dimensione di prossimità, favorire alleanze educative territoriali tra le realtà formali, informali e le istituzioni e sostenere i presidi educativi, a partire da quelli presenti e riconoscibili.

Alla luce di tali considerazioni e dell’importanza che rivestono i luoghi di socialità per gli adolescenti, si ritiene che la rete degli oratori rappresenti una risorsa strategica da preservare e promuovere sia per la presenza diffusa e capillare, sia per l’aver storicamente esercitato una funzione educativa e aggregativa importante per le comunità. Gratuità, accesso a bassa soglia, dimensione relazionale, offerta animativa aperta a tutta la comunità di riferimento sono aspetti che da sempre caratterizzano gli oratori.

Per contro, gli oratori oggi rischiano di disperdere il loro potenziale aggregativo e la capacità di essere collante delle comunità a causa, da un lato, del diminuire delle persone adulte di riferimento – sacerdoti, altre figure religiose, volontari che partecipano alla vita comunitaria – e, dall’altro, della sempre più elevata complessità delle sfide educative. Nell’ultimo decennio sono diminuite le giornate e gli orari di apertura degli spazi e l’offerta garantita dagli oratori si è concentrata principalmente sull’attività estiva.

Nel corso del 2024 è stata promossa una prima edizione del bando Porte Aperte, che ha raccolto un’ampia risposta. Con questo bando si intende quindi rinnovare l’impegno nel potenziamento e rafforzamento dell’offerta dedicata a preadolescenti e adolescenti, valorizzando gli oratori quali spazi di attivazione della comunità e promuovendo alleanze educative finalizzate a sostenere i percorsi di crescita dei giovani e il loro benessere.

TIPO

Senza scadenza.

SOSTEGNO FORNITO

€ 4.000.000

OBIETTIVO

Sostenere l’avvio di nuovi interventi di abitare sociale, promossi da soggetti pubblici o privati non-profit, capaci di rivolgersi in modo mirato alle categorie sociali più bisognose e di mobilitare e catalizzare risorse locali altrimenti non disponibili.

Premessa

Il bando è emesso dall’Area Servizi alla Persona nell’ambito della linea programmatica: Ridurre le disuguaglianze, intervenendo sulle diverse forme di povertà e fragilità. Il bando è senza scadenza.

Contesto

La casa e l’abitare sono dimensioni fondamentali per la qualità della vita di ognuno di noi e, in particolare, per le persone in condizioni di fragilità, come chi sta cercando di riconquistare una piena autonomia (per esempio dopo percorsi di accoglienza protetti o partendo da condizioni di forte marginalità), chi vuole sperimentare le proprie possibilità di vita indipendente (come le persone con disabilità), o chi invece sta perdendo progressivamente la propria autosufficienza (una quota crescente di persone anziane) o ancora chi ha un’esigenza alloggiativa temporanea e vincoli di reddito (si pensi al fenomeno della migrazione sanitaria, ai lavoratori temporanei…). La dimensione abitativa rappresenta uno spazio cruciale sia per recuperare, mettere alla prova, mantenere la capacità di vita autonoma di chi è fragile, sia per affrontare fasi, anche transitorie, di difficoltà, e può influire significativamente sul benessere delle persone.

La complessità dei bisogni dei beneficiari richiede attenzioni particolari che vanno al di là della semplice risposta residenziale e rinviano a soluzioni caratterizzate da uno o più dei seguenti elementi:

  • l’offerta di alloggi adeguati ma anche di servizi flessibili di accompagnamento a intensità variabile;
  • la temporaneità della risposta, che implica accoglienze con tempi definiti in partenza (brevi o medi) e forme di ospitalità regolate da appositi contratti di servizio;
  • l’adattabilità della risposta che mette al centro la persona, perché l’obiettivo di potenziare, sperimentare o mantenere le abilità – in evoluzione nel tempo – passa anche dalla versatilità adattiva del servizio residenziale stesso;
  • la capacità di collocarsi in modo intermedio nella gamma di soluzioni esistenti tipicamente polarizzate tra il proprio domicilio / il libero mercato (privo di presidi) e le risposte ad alta protezione (spesso eccessiva in partenza o che lo diventa a un certo punto del percorso individuale).Fondazione Cariplo ha sostenuto negli anni numerosi interventi in tal senso, ma le risposte di “abitare sociale” attivate non sono sufficienti a far fronte alla crescita e alla complessità dei bisogni. Si registrano difficoltà nel disporre stabilmente di alloggi, nel reperirli a condizioni agevolate e nel trovare le risorse necessarie agli eventuali adeguamenti. Gli enti affrontano problematiche anche nella fase di avvio gestionale e di strutturazione del servizio.Allo stesso tempo, esistono opportunità di valorizzazione a scopi sociali di patrimonio immobiliare inutilizzato o sottoutilizzato insieme alla possibilità di riqualificazione energetica dello stesso, che permetterebbe un contenimento dei costi a regime e un minor impatto ambientale.

Fondazione Cariplo è ben consapevole che negli ultimi anni il disagio abitativo si è acuito in generale, estendendosi a fasce sempre più ampie dipopolazione a causa dell’evoluzione di alcune dinamiche sociali ed economiche (carriere lavorative discontinue, percorsi migratori, indebolimento delle reti primarie, crescita del costo degli immobili, degli affitti e dell’energia…) che l’emergenza pandemica e le problematiche connesse ai conflitti in corso hanno contribuito ad aggravare ulteriormente. Il sempre più elevato bisogno di alloggi in locazione a costi calmierati, per quelle persone che non riescono ad accedere né al libero mercato né all’edilizia sovvenzionata, sarà in parte soddisfatto attraverso i programmi varati mediante il Piano Casa nazionale). Fondazione Cariplo sostiene tali interventi attraverso il Fondo Immobiliare di Lombardia – Comparto Uno (già Fondo Immobiliare Etico Abitare Sociale 1) gestito da REDO SGR e tramite la collaborazione con Fondazione Housing Sociale.

Nel 2023 Fondazione ha lanciato il progetto InnovaWelfare con l’obiettivo di potenziare la capacità di innovazione degli attori non profit attivi nel sistema del welfare per migliorare le risposte ai bisogni nel breve e medio-lungo periodo. Il Progetto è promosso congiuntamente dall’Area Servizi alla Persona e dall’Area Ricerca Scientifica, insieme a Cariplo Factory srl società benefit e Fondazione Social Venture Giordano dell’Amore, e si sviluppa su tre assi di lavoro: 

i) un Osservatorio Tecnologico;

ii) il Bando InnovaWelfare per accompagnare gli enti non profit nella sperimentazione di soluzioni innovative abilitate dalla tecnologia e/o dal digitale;

iii) attività di Impact Investing per fornire un ulteriore accompagnamento delle migliori soluzioni sperimentate sul Bando.

Nell’ambito dell’Osservatorio l’Università degli studi di Bergamo ha realizzato una ricerca che ha delineato le opportunità offerte dalla tecnologia e dal digitale nell’innovare i servizi di welfare alla luce delle trasformazioni sociali in atto. Tramite le prime due edizioni del Bando sono stati sostenuti 17 progetti che implementano pilota e sperimentazioni di soluzioni tecnologiche per il miglioramento dei servizi di welfare. Sono in fase di valutazione eventuali investimenti delle migliori soluzioni sostenute dal bando.

Sulla base degli esiti delle azioni realizzate, Fondazione sta lavorando a un’evoluzione del Bando per continuare a sostenere le organizzazioni non profit che intendono migliorare i propri servizi di welfare tramite le nuove tecnologie.

Il cammino per trasformare il welfare in chiave comunitaria continua. Le quattro edizioni del Bando (anni 2014-2018) confermano la volontà dei territori di riferimento di Fondazione di ingaggiarsi in questo percorso di cambiamento: 175 idee proposte, 64 studi di fattibilità realizzati col supporto di facilitatori progettuali e fundraiser, centinaia di organizzazioni coinvolte in uno sforzo di ripensamento degli attuali assetti e servizi di welfare.

Sono 37 i progetti ad oggi sostenuti nelle quattro edizioni del bando, per un totale di 352 partner pubblici e di privato sociale coinvolti (oltre a centinaia di altri soggetti nelle reti collegate), 36,5 milioni di euro di contributi deliberati a fronte di un costo complessivo pari a 82,7 milioni di euro. I temi affrontati in chiave trasformativa e innovativa sono molti: dalla vulnerabilità ai servizi di cura e conciliazione, dalle politiche territoriali per i giovani alle modalità di risposta ai bisogni delle persone con disabilità, dalla salute mentale al welfare aziendale connesso al welfare locale, all’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo. Sui territori della prima e seconda edizione iniziano a delinearsi importanti segnali di cambiamento e a sedimentarsi le prime lezioni apprese, grazie anche ai percorsi di monitoraggio che accompagnano i progetti nei tre anni di realizzazione. Le comunità di pratica, attivate per ciascuna edizione, con momenti di incontro trasversali alle diverse edizioni su tematiche di comune interesse, rappresentano importanti occasioni di confronto per condividere esperienze e mettere a “patrimonio comune” le lezioni apprese.

Per capire cosa si sta muovendo nei territori fino ad oggi finanziati dal bando, vi invitiamo a visitare il sito Welfare in Azione dove i progetti delle varie  edizioni raccontano attraverso le storie dei beneficiari, degli operatori e degli abitanti come stanno lavorando per innovare il welfare locale e renderlo più vicino ai bisogni delle persone.   

A partire dal 1999 Fondazione Cariplo ha affrontato con determinazione il tema dell’abitare sociale, lanciando diversi bandi finalizzati ad aumentare l’offerta, da parte di gestori non profit, di alloggi e servizi di accompagnamento rivolti a persone con diverse fragilità e che dal 2011 sono confluiti in un unico bando “Housing sociale per persone fragili” che stimola i territori ad aumentare la capacità di risposta ad alcuni bisogni abitativi (legati alla situazione socioeconomica, alla disabilità e all’invecchiamento). L’obiettivo è potenziare l’offerta e rafforzare l’autonomia delle persone, massimizzando l’accessibilità economica delle soluzioni abitative. Fino a oggi (dati a giugno 2025) la Fondazione ha sostenuto 413 progetti deliberando contributi per circa 80 mln €, attivando oltre 6.000 posti letto a beneficio di soggetti con fragilità.

Inoltre, a partire dal 2004, Fondazione Cariplo ha deciso di affrontare in maniera sistematica il tema dell’edilizia privata sociale costituendo, con la partecipazione e il sostegno di Regione Lombardia e di ANCI Lombardia, una fondazione di scopo: la Fondazione Housing Sociale. Ad oggi è attiva come ente promotore del modello di housing sociale in Italia, in qualità di advisor dei fondi che investono nel settore: fornisce assistenza nella progettazione degli interventi, offrendo consulenza nella pianificazione urbanistica e architettonica, nel design dei servizi e del welfare abitativo e nel community development.

L’impegno di FHS ha portato nel 2006 alla nascita del primo fondo italiano dedicato all’housing sociale – il Fondo Abitare Sociale 1, sull’esempio del quale è stato successivamente costituito il Fondo Nazionale Investimenti per l’Abitare, gestito da CDP Real Asset SGR, motore di un Sistema Integrato di Fondi di Housing Sociale (SIF) che realizza progetti di housing sociale in tutta Italia. Il SIF, con una dimensione complessiva di circa 3 miliardi di euro, investiti dal Gruppo CDP, da banche, assicurazioni, enti previdenziali, fondazioni di origine bancaria e altri investitori interessati alle prospettive di sviluppo del territorio, è oggi uno dei programmi di investimento di impatto più grandi realizzati a livello mondiale.  

L’esperienza dell’housing sociale ha conosciuto in Regione Lombardia il massimo sviluppo. Nel 2019 ha iniziato la propria attività REDO Sgr S.p.A. Società Benefit, gestore del Fondo Abitare Sociale 1 (oggi chiamato Fondo Immobiliare di Lombardia – FIL). REDO esprime attenzione e competenze anche rispetto allo student housing e alla rigenerazione urbana.

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