Potenziare la capacità delle comunità di rispondere ai bisogni degli anziani e delle loro famiglie

TIPO

Con scadenza.

SOSTEGNO FORNITO

€ 3.500.000

OBIETTIVO

Connettere, rafforzare e/o innovare, i servizi a supporto delle persone anziane e delle loro famiglie attraverso la ricomposizione delle risorse disponibili e il coinvolgimento della comunità.

PRINCIPALI LIMITI DI FINANZIAMENTO

Richiesta di contributo compresa tra
€ 100.000 e € 400.000 e comunque non superiori al 60% dei costi totali preventivati; investimenti ammortizzabili non superiori al 30% dei costi totali del progetto.

Premessa

Il bando è emesso dall’Area Servizi alla Persona di Fondazione Cariplo nell’ambito della linea di mandato “Ridurre le disuguaglianze, intervenendo sulle diverse forme di povertà e fragilità”.

Contesto

L’Italia si conferma uno dei Paesi più anziani al mondo, con un quarto della popolazione che ha un’età uguale o superiore ai 65 anni. Secondo il Rapporto Istat 2025, l’età media della popolazione è salita da 45,7 anni all’inizio del 2020 a 46,8 all’inizio del 2025, contro una media europea di 44,7 anni. Al 1° gennaio 2025, le persone con più di 65 anni in Italia erano pari a 14 milioni 573 mila, il 24,7% della popolazione totale. L’Italia è anche uno dei paesi con la più bassa mortalità al mondo, fattore che ha contribuito ad un significativo aumento della speranza di vita alla nascita che, nel 2024, ha raggiunto il nuovo record di 83,4 anni, segnando quasi 5 mesi di vita in più rispetto al 2023. Per gli uomini la speranza di vita è stimata in 81,4 anni, mentre per le donne a 85,5.

L’incremento della longevità non procede però di pari passo con la speranza di vita in buona salute: nel 2024 la stima relativa agli uomini è di 59,8 anni, mentre per le donne la stima si attesta a 56,6 anni, raggiungendo il minimo dell’ultimo decennio. Gli italiani vivono quindi a lungo, ma per molti anni percepiscono il proprio stato di salute come non positivo.

A livello lombardo, su 10,1 milioni di abitanti, il 23,8% sono anziani over 65. Il numero di anziani non autosufficienti residenti in Lombardia per il 2023 (stimato sui dati ISTAT 2021) è di 567.673 (circa il 24,4% della popolazione over 65).

Quanto ai servizi rivolti all’invecchiamento, nonostante il sistema lombardo si posizioni tra quelli con una maggiore capacità di risposta al bisogno degli anziani rispetto alle altre regioni italiane, il modello attuale fa perno sulla componente socio-sanitaria, con pochi investimenti su quella sociale; inoltre, questo modello è basato sui servizi residenziali (RSA), che si stanno ponendo in misura sempre maggiore come una soluzione per anziani altamente compromessi e nella fase terminale della loro vita. In Lombardia (dati 2023), risultano in carico al servizio di RSA 85.636 ospiti (il 18,7% della popolazione non autosufficiente over 75) e 176.055 utenti tramite l’ADI, che corrispondono al 31% degli anziani non autosufficienti over 653. L’offerta di servizi appare dunque orientata a erogare prestazioni sanitarie individuali, non favorendo approcci multidimensionali che potrebbero essere garantiti solo da reti territoriali ben radicate e in grado di intercettare i moltissimi anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti attualmente fuori dai circuiti specialistici.

Le famiglie, quando presenti, faticano a trovare risposte all’interno della rete di offerta esistente e spesso si devono fare carico della quota maggiore della spesa e del coordinamento tra cure domiciliari e servizi specialistici. La spesa privata sostiene prioritariamente l’auto-organizzazione basata sul “badantato”. Per il 2023 la stima del numero di badanti regolari e irregolari in Italia è di oltre 1 milione di individui4, implicando la presenza di una badante ogni 34 anziani over 75 non autosufficienti. In Lombardia, la stima più recente (2023) del numero di badanti (regolari e non) presenti sul territorio è di circa 180.000, ovvero oltre 40 badanti ogni 100 cittadini over 75 non autosufficienti. Di queste badanti, si stima che solo il 40% siano assunte con un regolare contratto (dati INPS).

Nel territorio lombardo si stimano inoltre 360.000 caregiver famigliari (circa il doppio delle badanti): di questi, uno su due è a sua volta anziano e uno su dieci condivide direttamente il carico di cura con una badante.

Il ruolo delle famiglie come “istituzione curante” appare dunque oggi più che mai centrale nella gestione degli anziani (autosufficienti e non); tuttavia questa impostazione non può essere risolutiva e richiede maggiori attenzioni perché le trasformazioni culturali, socio-economiche e demografiche degli ultimi anni stanno indebolendo la capacità di cura del nucleo familiare e aumentano le situazioni in cui la persona anziana non può ricorrere ad alcun sostegno parentale.

In questi anni sono stati sicuramente fatti passi in avanti a livello nazionale e regionale, in particolare in merito all’attuazione del PNRR, con una ormai definita allocazione delle risorse rivolte agli anziani “non autosufficienti” e all’avvio concreto del percorso di infrastrutturazione e potenziamento di alcuni servizi territoriali (Case di Comunità, Hub & Spoke, Punti Unici di Accesso…). Importante sottolineare, inoltre, l’approvazione della Legge Delega per la riforma della non autosufficienza (legge 33/2023) e del primo Decreto legislativo attuativo (D. Lgs. 29/2024), anche se molte novità previste non sono ancora state attivate operativamente.

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