In un contesto medico scientifico in rapida evoluzione, la pratica medica ha sempre più bisogno di professionisti capaci di coniugare competenze cliniche e di ricerca. Per colmare un ritardo strutturale rispetto ad altri Paesi, Fondazione AIRC per la ricerca sul Cancro e Fondazione Cariplo hanno unito le forze per sostenere un programma congiunto  di  formazione  di Physician  Scientists e  promuoverne  il riconoscimento nel sistema italiano.

Noti anche come MD-PhD o Medici ricercatori, i Physician Scientists sono figure importanti nell’economia dell’innovazione. Grazie alla formazione in clinica ed in ricerca svolgono un ruolo centrale nella medicina traslazionale, contribuendo al trasferimento dei risultati della ricerca in approcci terapeutici. Allo stesso tempo portano all’attenzione di ricercatori  di  base  aspetti  clinici  da  considerare  nello  sviluppo  degli  studi  basati sull’esperienza  diretta  con  i  pazienti.   
Questi  professionisti   sono  oggi   figure fondamentali per aumentare l'impatto della ricerca: negli Stati Uniti rappresentano solo l’1,5% della forza lavoro nella ricerca biomedica (contro il 4,5% degli anni ‘80). In Italia, la figura non è formalmente riconosciuta e mancano percorsi di carriera definiti. 

Fondazione AIRC e Fondazione Cariplo hanno l’ambizioso obiettivo di dare rilevanza all’opportunità e gettare le fondamenta di percorsi strutturati attraverso un programma di dottorato dedicato agli specializzandi in area medica e inserito nell’ambito del Dottorato di interesse nazionale in Medicina dei Sistemi.

Il sostegno al percorso di dottorato e ai programmi di ricerca che i dottorandi svolgeranno vede un investimento complessivo che supera i 7 milioni di euro e rappresenta il primo tassello di un percorso che mira a contribuire all’ecosistema esistente. 

Il progetto prevede il finanziamento di 30 borse di dottorato in tre cicli consecutivi, all’interno del Dottorato di Ricerca di Interesse Nazionale in Medicina dei Sistemi
Specializzandi che nell’a.a. 2025/2026 frequentino l’ultimo anno di scuole di specialità mediche (a.a. di iscrizione 2024/2025) avranno la possibilità di applicare e, se considerati meritevoli,  potranno  svolgere  per  quattro  anni  attività  di  ricerca  presso  laboratori finanziati da AIRC e selezionati tramite peer review internazionale nell’ambito del programma Investigator Grant. Nello stesso periodo svolgeranno anche attività clinica per il 20% del loro tempo.  
Fondamentale il contributo dell’Università degli Studi di Milano, tra i principali atenei italiani nel campo della medicina e delle scienze della vita, che è sede amministrativa del dottorato ed emette il titolo di Dottore di Ricerca e Fondazione SEMM – Scuola Europea di Medicina Molecolare, ente specializzato nell’alta formazione e nella ricerca biomedica, che coordina e gestisce il Dottorato. Importante anche il supporto dei direttori di specialità cliniche che dovranno dare il nullaosta alla partecipazione al dottorato di ricerca.

Con questo nuovo programma intendiamo promuovere la cultura del Medico Ricercatore e favorire la formazione medico-scientifica del nostro Paese all’interno di progetti di ricerca approvati dal peer review e finanziati da AIRC. – dichiara Anna Mondino, Direttrice Scientifica di Fondazione AIRC – Consentire ai medici specializzandi di sperimentare la ricerca di laboratorio e il metodo scientifico significa formare una nuova generazione di professionisti capaci di affrontare la malattia da più punti di vista, e l’approccio terapeutico con più consapevolezza. Inoltre, coinvolgere medici ricercatori in progettualità di ricerca traslazionale contribuirà a favorire il trasferimento di nuove terapie in clinica. Questo bando si inserisce in un percorso già avviato da AIRC con i bandi Next Gen Clinician Scientists e mira ad integrare molteplici competenze nella figura del medico-ricercatore. Siamo orgogliosi di poter sviluppare questo approccio con un partner di eccellenza come Fondazione Cariplo e con il supporto dell’Università degli Studi di Milano e della Scuola Europea di Medicina Molecolare. 

Con questo programma, Fondazione Cariplo rinnova il suo impegno nella formazione dei Physician Scientist, i medici-ricercatori che sapranno bilanciare il loro impegno clinico con percorsi orientati agli avanzamenti della ricerca scientifica verso la medicina di precisione – afferma Andrea Biondi, Coordinatore Commissione Consultiva area Ricerca, Fondazione Cariplo – La partnership con AIRC permetterà di concentrare i nostri sforzi nella lotta contro il cancro, una delle principali cause di morte a livello mondiale,  la  cui  incidenza  è  in  costante  aumento,  come  dimostrano  i  dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Con questo programma di dottorato, la Statale di Milano è orgogliosa di contribuire a formare in maniera strutturata una figura professionale essenziale per il futuro della medicina. Il Physician  Scientist rappresenta  infatti un ponte tra  ricerca e clinica: lavorare sulla sua formazione significa investire in una sanità più innovativa, efficace e vicina ai bisogni reali delle persone. È un impegno che condividiamo con Fondazione AIRC e Fondazione Cariplo con convinzione, nella consapevolezza che solo attraverso la sinergia tra formazione, ricerca e applicazione pratica possiamo affrontare le grandi sfide della salute pubblica. – commenta la Rettrice della Statale di Milano Marina Brambilla.

Oggi più che mai abbiamo bisogno di medici che siano anche scienziati – dichiara Pier Giuseppe Pelicci, Presidente SEMM e Direttore della Ricerca IEO, Milano – Non è solo un'opzione  per  il  futuro,  è  una  necessità  per  il  presente  dell'oncologia  clinica. L’oncologia sta cambiando radicalmente: ogni paziente è un progetto di ricerca, ogni cura una scelta guidata dal profilo molecolare del singolo tumore, spesso all'interno di studi clinici in corso. La clinica si nutre di scienza, e la scienza trasforma la clinica. Formare  medici  capaci  di  abitare  entrambi  questi  mondi  è  indispensabile  per interpretare l’oncologia di oggi e guidare la trasformazione in corso.

Come applicare?  
I  candidati  possono inviare  la  propria  candidatura attraverso  questi  link: 
•    https://www.semm.it/education/physician-scientist-project
•    https://www.unimi.it/it/corsi/corsi-post-laurea-e-formazione-continua/corsi-di-dottorato-phd/aa-2025/2026-dottorato-nazionale-medicina-dei-sistemi

Le selezioni terranno conto delle competenze del/lla candidato/a e del suo ruolo nel progetto selezionato. Il primo ciclo partirà il 1° novembre 2025 e si concluderà il 31 ottobre 2029, seguito da due ulteriori cicli fino al 2031

>> Guarda i video contributi

 

Oltre 2,4 milioni di euro a sostegno di 38 progetti: questo il risultato del processo di valutazione della seconda edizione del bando Porte Aperte, lo strumento promosso da Fondazione Cariplo, in collaborazione con Fondazione Peppino Vismara e le 16 Fondazioni di Comunità, per rispondere ai bisogni educativi, di socializzazione e protagonismo di preadolescenti, adolescenti e giovani attraverso la valorizzazione degli oratori, l’ingaggio della comunità educante e la creazione di alleanze educative territoriali mirate a favorire la crescita delle giovani generazioni.

Il bando ha ottenuto un riscontro molto positivo anche nel 2025: 133 progetti pervenuti, per una richiesta complessiva di contributo di quasi 10 milioni di euro e uno stanziamento finale di risorse pari a 2.403.500 euro, di cui 1.205.100 euro da Fondazione Cariplo, 520.000 euro da Fondazione Peppino Vismara e 678.400 euro dalle Fondazioni di Comunità.

Le iniziative finanziate (QUI l’elenco completo) verranno realizzate in Lombardia seguendo la seguente ripartizione provinciale: 6 progetti a Bergamo, 5 a Milano, 4 a Como e Brescia, 3 a Cremona e Varese, 2 a Sondrio, Lodi, Mantova, Monza e Brianza, Nord Milano, 1 a Lecco, Pavia e Ticino Olona.

I progetti selezionati coinvolgono 175 organizzazioni (38 in qualità di capofila e 137 come partner) e avranno un impatto diretto su 177 oratori, con una media di 4,6 oratori coinvolti per ogni progetto. Significativa la presenza delle parrocchie – ben 184 – che parteciperanno ai progetti sostenuti come capofila, partner o soggetti di rete. Hanno aderito alle reti anche numerosi altri attori territoriali (associazioni sportive, culturali e ambientali, organizzazioni di volontariato, istituti scolastici, etc.), a sottolineare la volontà di mettere in relazione gli spazi oratoriani con il territorio. Inoltre, 5 proposte finanziate si configurano come “progetti di sistema”, in quanto prevedono azioni da realizzare in almeno 10 oratori – con una ricaduta su 71 oratori (in media 14 a progetto). Al termine delle attività (la cui durata è prevista tra i 24 e i 36 mesi), i progetti selezionati stimano di raggiungere oltre 32.400 minori e giovani e circa 5.000 adulti tra educatori, animatori e volontari.

I progetti selezionati si sono distinti per la capacità di costruire alleanze educative territoriali, affrontando in modo condiviso i bisogni dei ragazzi e sostenendo il ruolo educativo degli adulti di riferimento. Tra le azioni messe in campo si segnalano:

  • attività di doposcuola per contrastare la povertà educativa;
  • laboratori creativi, culturali, esperienziali, sportivi per incrementare le opportunità educative e aggregative dei giovani;
  • percorsi per favorire l’inclusione sociale dei ragazzi con background migratorio o in condizione di fragilità;
  • iniziative di promozione del volontariato e della cittadinanza attiva, anche in chiave di scambio intergenerazionale.

Grazie alla loro presenza capillare sul territorio e al ruolo tradizionalmente svolto a supporto della crescita dei giovani, gli oratori sono stati riconosciuti come presìdi educativi di prossimità. Accesso gratuito, relazionalità, inclusività e appartenenza alla comunità sono i valori che hanno guidato la costruzione dei percorsi progettuali che il bando ha sostenuto.

I 38 progetti finanziati quest’anno si vanno ad aggiungere alle 50 iniziative che la prima edizione del bando aveva finanziato nel 2024.

 

Un patto concreto per i giovani. Regione Lombardia e Fondazione Cariplo hanno firmato oggi un accordo da 40 milioni di euro, finanziato al 50% da parte di ciascun ente, per contrastare il fenomeno dei Neet (acronimo di ‘Not in Education, Employment or Training’).
L’iniziativa è sostenuta con ulteriori 10 milioni da parte di Intesa Sanpaolo, come già annunciato dal CEO Carlo Messina lo scorso febbraio.
Per la prima volta in Italia un ente pubblico e uno privato uniscono le forze, le energie e le risorse per intercettare, accompagnare e rilanciare il percorso di vita e di crescita professionale di migliaia di giovani lombardi, oggi a rischio di esclusione sociale e economica. 
Sono ragazzi e ragazze che non studiano, non lavorano e non sono coinvolti in percorsi formativi. In Italia sono oltre un milione, in Lombardia circa 150.000.
L’intesa è stata siglata da Simona Tironi, assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia e Giovanni Azzone, presidente Fondazione Cariplo. Obiettivo della collaborazione non è solo prevenire l’esclusione sociale, ma anche riattivare chi si trova già nella condizione di Neet, attraverso la realizzazione di interventi congiunti: nelle scuole, per intercettare precocemente i segnali di abbandono; nei territori, per costruire percorsi personalizzati di reinserimento nel mercato del lavoro, con azioni concrete volte ad aumentare le opportunità occupazionali.
L’iniziativa prevede l’attivazione di percorsi personalizzati di orientamento, formazione e inserimento lavorativo, con particolare attenzione ai territori più fragili; la creazione di reti territoriali di presa in carico, che coinvolgeranno scuole, enti di formazione, imprese e servizi sociali; e l’introduzione di metodologie educative e formative innovative, attraverso laboratori esperienziali, attività pratiche e percorsi di mentoring individuale, per rafforzare le competenze, la motivazione e l’autonomia dei giovani coinvolti.
Non solo: Regione e Fondazione, per contrastare il fenomeno dei Neet e favorirne l’inclusione e la riattivazione, intendono inoltre promuovere nuove reti multi-attore e rafforzare quelle che già operano a fianco dei giovani, sostenendole nel tempo e aiutandole a lavorare meglio insieme.
Al centro c’è l’idea che nessuno possa risolvere il problema da solo, ma che sia necessario fare sistema, mettere in comune conoscenze, competenze, strumenti e visioni. Per coordinare tutto questo nascerà un tavolo permanente: una cabina di regia condivisa, che avrà il compito di guidare, monitorare e aggiornare le azioni, valutandone l’impatto reale.

Il bando

Il bando “ZeroNeet – Reti di opportunità per l’inserimento occupazionale e le competenze” che verrà pubblicatoha come obbiettivo il finanziamento di progettualità rivolte al contrasto del fenomeno NEET e si rivolge ai giovani tra i 15 e i 29 anni compiuti, in particolare a quelli più distanti dal mercato del lavoro, come gli inattivi e persone con fragilità multidimensionali. 
Un aspetto fondamentale dell’iniziativa consiste nella promozione di reti territoriali stabili, che coinvolgono diversi stakeholder attivi a livello locale, con l’obiettivo di una presa in carico personalizzata rispetto alle esigenze dei giovani NEET tramite interventi integrati e coordinati. 
Il contributo massimo previsto per ciascun progetto può variare da 400.000,00 euro a 600.000,00 euro, in funzione dell’estensione del territorio interessato. Oltre ad azioni di intercettazione i progetti dovranno prevedere interventi di riattivazione e inserimento lavorativo, tra cui attività laboratoriali, percorsi formativo e tirocini extracurriculari.
Prima dell’avvio della progettualità alle reti territoriali sarà garantito da Fondazione Cariplo un servizio di accompagnamento e sostegno metodologico finalizzato alla definizione delle progettazioni definitive.

L’accordo con Regione Lombardia – chiarisce Giovanni Azzone, presidente della Fondazione Cariplo – mette al centro un tema importante di cui forse ancora non abbiamo piena consapevolezza: ci sono 1,3 milioni di giovani che non studiano e non lavorano in Italia, 150.000 nella nostra regione. La collaborazione amplia quella avviata a febbraio con Intesa Sanpaolo. Abbiamo di fronte un grave problema già oggi, immaginiamolo in prospettiva”. 
“Questi ragazzi – continua – hanno un enorme potenziale, necessario per il nostro Paese. Hanno l’energia che serve alle nostre comunità, alle nostre aziende. Hanno desideri e voglia di dare il loro contributo, ma per diversi motivi oggi si trovano in una condizione inerme. Sono i nostri figli, il nostro futuro. Dobbiamo siglare alleanze tra istituzioni e aziende per costruire il futuro di questi giovani, delle loro famiglie e del nostro Paese. E dobbiamo fare un patto coi ragazzi, prendere la responsabilità nei loro confronti e ingaggiarli
”.

Questo piano straordinario – spiega l’assessore Tironi nasce da una convinzione profonda e una mission che dal primo giorno del mio insediamento come assessore ho ben chiara: ogni giovane che oggi non studia, non lavora e non si forma, è una risorsa che rischiamo di perdere. E questo non possiamo permettercelo. L’accordo tra Regione Lombardia e Fondazione Cariplo rappresenta una risposta concreta, coraggiosa e strutturale”.
Non è solo un investimento – chiarisce – ma un impegno condiviso per stare accanto ai giovani che rischiano di restare ai margini. Vogliamo prevenire l’abbandono scolastico, riattivare chi è in difficoltà, rafforzare le reti territoriali e costruire insieme percorsi di crescita reali, sostenibili e su misura. L’obiettivo è restituire ai giovani lombardi non solo formazione e lavoro, ma una prospettiva di vita dignitosa, in cui possano riconoscersi e costruire il proprio futuro”.
Per questo – aggiunge – faccio un grande appello agli enti del terzo settore e ai nostri enti accreditati affinché ci sia una vera e larga condivisione per accogliere più ragazzi possibili. Il nostro obiettivo è accompagnare ogni giovane verso una strada che senta davvero sua e verso una piena realizzazione personale e professionale, facendo in modo che nessuno si senta abbandonato. Perché il futuro della Lombardia si gioca su quanto sapremo valorizzare il talento, le energie e i sogni delle nuove generazioni”.
Non possiamo permettere – conclude – che un’intera generazione resti ai margini: dobbiamo costruire ponti e non lasciare indietro nessuno”.

"Sosteniamo con convinzione questo progetto di Fondazione Cariplo, a cui si aggiunge oggi Regione Lombardia. Serve restituire fiducia a chi è uscito dal mondo della formazione e del lavoro in modo che possa costruirsi un futuro e che sappia di essere una risorsa preziosa per la crescita del Paese", aggiunge Paolo Bonassi, Chief Social Impact Officer Intesa Sanpaolo.

È stata inaugurata la nuova sede dell’Hub di Aiuto Alimentare Foody Zero Sprechi all’interno del Mercato Agroalimentare di SOGEMI (Milano) che ha trovato posto nel padiglione A del Mercato. Un nuovo spazio, più accogliente ed efficiente per volontari e associazioni, che permetterà di potenziare le azioni di recupero delle eccedenze alimentari e della loro distribuzione a chi ne ha più bisogno.

Attivato nel 2021 sulla scorta dell’esperienza del Dispositivo di Aiuto Alimentare promosso dal Comune di Milano e a cui SOGEMI aveva aderito durante il primo lockdown, l’Hub Foody Zero Sprechi nasce grazie alla collaborazione con Fondazione Cariplo, che tutt’oggi sostiene il progetto, insieme a Recup, Banco Alimentare, Croce Rossa Italiana, Eco dalle città, IBVA che si occupano di raccolta e redistribuzione delle eccedenze alimentari che sono recuperate da oltre 134 i grossisti del mercato coinvolti e ridistribuite grazie a una rete di 92 organizzazioni no profit, oltre agli altri Hub di Aiuto Alimentare presenti in città.

Fondazione Cariplo ha creduto sin dall’inizio nella Food Policy del Comune di Milano, riconoscendone la capacità trasformativa – ha sottolineato la Vice Presidente di Fondazione Cariplo, Claudia Sorlini -. L’Hub Foody Zero Sprechi ne è una concreta espressione: un modello di innovazione sociale e ambientale. Questo progetto attraverso la collaborazione tra pubblico, privato e terzo settore genera soluzioni strutturali partendo da risposte emergenziali. È anche un luogo di sperimentazione e di cultura, dove si rigenera valore a partire da ciò che altrimenti sarebbe scarto. Un progetto che unisce solidarietà, sostenibilità e comunità”.

Quello che abbiamo inaugurato oggi non è solo un nuovo spazio fisico all’interno dell’Ortomercato: è un passaggio importante nella storia di un progetto che, con intelligenza, coraggio e visione, ha saputo trasformare un’emergenza in una risorsa strutturale – ha sottolineato la Vicesindaco con delega alla Food Policy Anna Scavuzzo -. Questo Hub, nato durante il periodo del Covid e quindi per rispondere a una emergenza contingente, ha negli anni strutturato la propria attività grazie ai partner che lo hanno fatto crescere e supportato, coinvolgendo sempre più volontari, grossisti e associazioni, incrementando considerevolmente i volumi di cibo recuperato e sviluppando soluzioni di recupero e ridistribuzione innovative nel Mercato Agroalimentare di Milano che oggi trovano un nuovo e più efficiente spazio che potrà accompagnare ancora la sua crescita. Come Comune di Milano abbiamo creduto fin dall’inizio in questo progetto, e continuiamo a farlo sostenendo, insieme a Fondazione Cariplo, i costi di gestione dello spazio, grazie alla disponibilità di SOGEMI, che ha messo a disposizione non solo i metri quadri ma anche l’infrastruttura e il supporto operativo”.

Tra il 2021 e il 2023 l’Hub Foody ha consentito di recuperare oltre 744 tonnellate di prodotti ortofrutticoli invenduti. Nel solo 2024 le tonnellate recuperate, presso 99 grossisti coinvolti nel recupero sistematico, sono state 449, equivalenti a circa 898.286 pasti, che hanno raggiunto 9.242 nuclei familiari, per un totale stimato di oltre 105mila beneficiari. Per proseguire in questo percorso, grazie a un nuovo accordo con il Comune di Milano, l’Hub ha quindi trovato una nuova collocazione all’interno degli spazi del padiglione A, dove l’Hub avrà a disposizione una cella frigorifera per mantenere le derrate recuperate al fresco e uno spazio a uso ufficio per gli Enti del terzo settore che partecipano al progetto.

"Il progetto di recupero delle eccedenze, al quale abbiamo partecipato sin dalla sua nascita, ha dimostrato negli anni la sua efficacia: nel 2020 in poche settimane abbiamo recuperato quasi 140 tonnellate di prodotti, un risultato che nel 2024 è cresciuto fino a raggiungere le 400 tonnellate grazie alla proficua collaborazione tra le organizzazioni partner – ha detto il Presidente di SOGEMI Cesare Ferrero -. Per SOGEMI, ridurre gli sprechi non è solo una questione etica, ma anche un'opportunità per promuovere una cultura della responsabilità e della sostenibilità, creando un modello di business sostenibile ed efficiente a vantaggio della Città e del territorio”.

L’inaugurazione del nuovo spazio, alla presenza della Presidente del Consiglio Comunale Elena Buscemi, è stata anche occasione per il rinnovo dell’accordo tra Comune, Fondazione Cariplo e SOGEMI, che prevede, oltre che alla gestione fisica dello spazio, anche molte attività di potenziamento delle attività che coinvolgeranno gli enti del terzo settore e gli operatori del mercato, così da aumentare le adesioni al progetto e uniformare le modalità di donazione.

L'Hub Zero Sprechi fa pare della rete degli Hub di Aiuto Alimentare presenti in città. Nel 2024 la rete dei cinque Hub Aiuto Alimentare già attiva (Isola, Lambrate, Gallaratese, Foody zero sprechi e Centro) si è ampliata e ha visto l’apertura di tre nuovi Hub: Selinunte, Loreto e Cuccagna. Anche grazie a questa implementazione, nel 2024 sono state recuperate 795,3 tonnellate di cibo.

La sfida ZeroNeet, lanciata da Fondazione Cariplo in collaborazione con Intesa Sanpaolo lo scorso 12 febbraio, entra nel vivo delle attività.

Il prossimo giovedì 17 luglio alle 11.30 sarà presentato infatti il bando ZeroNeet – Reti di opportunità, promosso da Regione Lombardia, in collaborazione con Fondazione Cariplo, nell’ambito proprio della sfida ZeroNeet.

Il bando prevede il sostegno ad interventi di contrasto al fenomeno dei Neet mediante il potenziamento e promozione di reti multi-attore di prossimità volte a intercettare anche i giovani più “invisibili”, accompagnarli e (ri)attivarli, facendo leva sulle opportunità e competenze presenti sul territorio.

Il bando si inserisce nella linea di azione dedicata al contrasto al fenomeno dei neet, che, insieme a quella della prevenzione – per supportare studenti e insegnanti nelle scuole a rischio, offrendo orientamento, aiuto nello studio e percorsi di formazione per i docenti – e a quella della conoscenza – per studiare meglio il fenomeno attraverso ricerche, analisi e monitoraggi – costituiscono i tre assi portanti della sfida ZeroNeet. Obiettivo di ZeroNeet è quello di attivare almeno 20.000 giovani e portare il tasso di neet sotto il 9%, traguardo indicato dalla UE entro il 2030.

Durante l’incontro, organizzato presso Palazzo Lombardia, sarà presentato l’accordo tra Fondazione Cariplo e Regione e verranno illustrati i dettagli del bando. All’incontro, moderato da Maria Vittoria Zaglio di ClassCNBC, saranno presenti il presidente Giovanni Azzone, l’assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro di Regione Lombardia, Simona Tironi e Paolo Bonassi, Chief Social Impact Officer di Intesa Sanpaolo.

La presentazione del bando Reti di opportunità nell’ambito del programma ZeroNeet sarà a cura di Monica Mussetti, Dirigente Istruzione, Formazione e voro di Regione Lombardia e Benedetta Angiari, Coordinatrice ZeroNeet, Fondazione Cariplo.

 

E’ possibile seguire l’evento in streaming a QUESTO LINK: CMS Lombardia 07

Avviato ufficialmente il cantiere del progetto di rigenerazione urbana promosso da Comune di Bergamo, CDP Real Asset Sgr e Università di Bergamo, con il sostegno di Regione Lombardia e la partecipazione di Fondazione Cariplo, in qualità di investitore e Intesa Sanpaolo, attraverso la Divisione Banca dei Territori, in qualità di finanziatore.

Lo spazio delle ex caserme Montelungo e Colleoni, nel cuore di Bergamo, è destinato a diventare un moderno campus universitario integrato con residenze studentesche, spazi abitativi, commerciali e servizi pubblici.

Il progetto, annunciato ufficialmente il 10 Luglio 2025 durante una conferenza stampa con tutti i partner coinvolti, sarà realizzato da Redo Sgr Società benefit, interesserà un’area di 25.000 mq e ha un valore complessivo di circa 80 milioni di euro.

L’intervento si pone l’obiettivo di restituire alla città di Bergamo uno spazio strategico, sostenibile e moderno, dedicato principalmente a funzioni universitarie, educative e pubbliche.

Il nuovo quartiere, infatti, ospiterà:

  • uno studentato pubblico da 282 posti letto (Studentato Montelungo);
  • una residenza universitaria convenzionata da circa 170 posti letto (Studentato Colleoni);
  • nuove aule didattiche con oltre 900 posti a sedere;
  • una piazza pubblica, parcheggi interrati, spazi commerciali e circa 80 appartamenti

“Abbiamo fortemente voluto contribuire, con il nostro investimento, al progetto Montelungo-Colleoni perché convinti che possa essere da esempio per molte altre iniziative di alto livello di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico. L’iniziativa è importante e molto complessa: Bergamo è una città vivace, e questo progetto contribuirà ad un’ulteriore crescita della comunità che ci vive. Di fronte ai rischi di gentrificazione, occorre dare risposte puntando sul potenziale che emerge da luoghi strategici, come queste due caserme.  Oltre ad un investimento di 5 milioni di euro, abbiamo voluto portare in dote l’esperienza maturata in questo campo in oltre 20 anni di attività.  Le risorse sono importanti, ma lo sono altrettanto la capacità delle comunità locali – in questo caso Comune e Università – di fare sistema con Regione Lombardia, CDP e Banca Intesa Sanpaolo, a cui Fondazione Cariplo è lieta di concorrere attivamente.” – Sergio Urbani, Ceo e DG di Fondazione Cariplo

L’intera operazione sarà realizzata in un arco temporale di cinque anni dal fondo immobiliare chiuso denominato “Ex Caserme Montelungo – Colleoni”, gestito da Redo.

I lavori relativi allo studentato pubblico, alle aule universitarie e alle aree connesse saranno completati entro l’inizio del 2028. Tali spazi verranno acquisiti dall’Università degli Studi di Bergamo, anche grazie a un significativo contributo di Regione Lombardia.

Il bando vEIColo – Accompagnamento per la valorizzazione della ricerca, grazie alla collaborazione tra Fondazione Cariplo, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CDP, intende valorizzare la partecipazione alle call europee promosse dallo European Innovation Council (EIC) nell’ambito dei programmi EIC Pathfinder ed EIC Transition e incrementare la capacità di attrazione di fondi da parte degli Atenei e degli Enti di ricerca pubblici e privati italiani.

Il bando vEIColo consiste in due Linee, con obiettivi diversi:

La Linea 1 – Potenziamento prevede il riconoscimento di un finanziamento a progetti di ricerca che abbiano ottenuto una valutazione positiva in seguito alla candidatura a uno dei programmi di finanziamento EIC Pathfinder o EIC Transition nel 2023 o 2024, ma che non siano stati finanziati a causa dell’insufficienza dei fondi disponibili.

I fondi assegnati potranno essere utilizzati dagli Enti proponenti per azioni di consolidamento dell’attività di ricerca e di rafforzamento delle partnership e delle competenze dello staff di ricerca, tra cui è previsto anche un percorso di coaching e di accompagnamento, tutte azioni finalizzate a una successiva candidatura ai programmi di finanziamento dello European Innovation Council.

La prima scadenza della Linea 2 – Nuove opportunità vuole stimolare invece la candidatura a una call EIC di progetti di ricerca ad alto potenziale di trasferimento tecnologico, in cui l’Ente di ricerca che partecipa al bando vEIColo si proponga come Coordinator del partenariato del progetto europeo.

I team di ricercatori degli Atenei ed Enti di ricerca vincitori della Linea 2 beneficeranno pertanto di un’attività formativa e di un percorso di accompagnamento per la preparazione di una candidatura a una call EIC.

Qui sotto è possibile scaricare i due elenchi dei vincitori della Linea 1 e della Linea 2 del Bando, entrambe chiuse il 26 marzo 2025.

L’accesso alla casa e il raggiungimento dell’autonomia personale rappresentano sfide cruciali per molte persone che vivono in condizioni di vulnerabilità sociale ed economica. In assenza di strumenti adeguati e di reti di supporto, queste fragilità rischiano di trasformarsi in esclusione, rendendo necessario un intervento strutturale e coordinato.

Per affrontare questa emergenza Fondazione Cariplo ha promosso 10 nuovi progetti sul territorio lombardo, di cui uno in provincia di Brescia, uno di Varese, due di Monza, due di Bergamo, due di Milano, due di Como per un importo complessivo di 2,544 milioni di euro.

  1. 4 Exodus Società cooperativa Sociale – CIVICO 16, a Gallarate (VA)
  2. Associazione Gruppo Ge.Di. – Casa di Gioia, a Cene (BG)
  3. Consorzio Oasi Arzaga – Oasi Arzaga, a Milano
  4. Diocesi di Bergamo Progetto La Casa – Housing Sociale a San Paolo D'Argon, a Bergamo
  5. Fondazione Stefania – Casa San Carlo, a Lissone (MB)
  6. Il Carro S.R.L. – IMPRESA SOCIALE – Passo Carrabile – accesso a spazi di accoglienza temporanea (su misura) a Monza 
  7. Impresa Sociale Cascina Monluè – La corte del bene comune, a Milano
  8. Le Mani di Marco – Da Marco a Turate, a Turate (CO) 
  9. S-LUCE Società cooperativa Sociale Onlus – Abitare per essere liberi. Povertà abitativa uomini adulti ex carcere o ex comunità terapeutica, a Biennio (BS) 
  10. Società Cooperativa Sociale SocioLario Onlus La Casa in Testa, a Como

La dimensione abitativa svolge un ruolo fondamentale nel supporto alle persone fragili, offrendo loro un ambiente in cui recuperare, sviluppare e mantenere la propria autonomia. Allo stesso tempo, rappresenta un elemento essenziale per affrontare momenti di difficoltà temporanea. Se progettato con attenzione alle specifiche esigenze, l’housing sociale può contribuire in modo significativo al benessere delle persone.

Negli ultimi anni, il disagio abitativo è aumentato, coinvolgendo fasce sempre più ampie della popolazione a causa di cambiamenti sociali ed economici, come la precarietà lavorativa, i percorsi migratori, la frammentazione delle reti familiari e l’aumento dei costi di case e affitti. 

I dieci progetti finanziati permetteranno di attivare nuove soluzioni di housing sociale destinate a chi si trova in maggiore difficoltà, ampliando l’offerta di alloggi accessibili e garantendo percorsi di accompagnamento per favorire l’autonomia delle persone accolte. Inoltre, prevedono interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica, con un impatto positivo sia sul risparmio energetico sia sull’ambiente.

Dal 2000 ad oggi (dati a giugno 2025) la Fondazione ha sostenuto 413 progetti deliberando contributi per circa 80 mln€, attivando quasi 7.000 posti letto a beneficio di soggetti svantaggiati. 

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