QuBì – La ricetta contro la povertà infantile, modello di welfare innovativo promosso dal 2017 da Fondazione Cariplo insieme a Fondazione Peppino Vismara, Intesa Sanpaolo, Fondazione Fiera Milano, Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi e Fondazione Snam e realizzato in collaborazione con il Comune di Milano e oltre 500 organizzazioni del terzo settore cittadino, oggi diventa una politica della città.  

Quasi 27 mln di euro di risorse complessive sono state messe in campo per la realizzazione di azioni di contrasto della povertà minorile. Grazie alla collaborazione con il Comune di Milano, è stato possibile passare dalle stime ai dati e fotografare, per la prima volta, la povertà minorile e la sua incidenza nei diversi municipi e quartieri. L’analisi realizzata consegnava l’immagine di una città in cui i contributi pubblici di sostegno al reddito avevano raggiunto 19.181 nuclei famigliari, corrispondenti a 54.493 individui. Le famiglie con minori raggiunte erano 9.433, per un totale di 19.703 bambine e bambini, ragazze e ragazzi. Ma il dato non teneva conto di quelle famiglie che non richiedevano le misure di sostegno al reddito per via della mancanza dei requisiti di accesso o perché, più semplicemente, non ne erano a conoscenza o non erano in grado di presentare domanda. Con l’obiettivo di poter raggiungere le famiglie non intercettate, era necessario lavorare a stretto contatto con la parte di città che quelle famiglie le conosceva, con operatrici e operatori, volontari e assistenti sociali che ogni giorno le incontravano nei quartieri, nei cortili, nelle sedi delle proprie organizzazioni e negli spazi di distribuzione delle derrate alimentari.

I racconti 

"Non facevo mai i compiti"

Ho 8 anni e vado a scuola. Vivo con i miei genitori in una casa dove, quando piove, piove veramente, anche sul letto, in cucina… ma quando non piove è carina. Quest’anno a scuola è andata bene e mi sono divertito con i miei amici. Ma prima di Natale che ad un certo punto la mia maestra è andata a parlare con i miei genitori perché io il pomeriggio non facevo mai i compiti e stavo sempre con loro alla bancarella, nella piazza davanti alla metropolitana dove loro lavorano. Non andavo bene a scuola e la maestra si arrabbiava, mamma e papà pure, ognuno nella sua lingua e io non riuscivo mai a dire che i compiti avrei voluto farli ma.. un po’ erano difficili perché non capisco proprio tutto e poi con mamma e papà non trovavo mai spazi e momenti dove farli. Invece, dopo che la maestra ha parlato con loro, è arrivata una ragazza che lavora nell’associazione e io vado lì a fare i compiti, tutti i pomeriggi.

Ora son contento, perché non si arrabbiano più. E mica è finita qui! Da quando l’educatrice ha parlato con mamma e papà, anche la mamma va ad un corso di italiano e capisce molto di più di prima; io d’estate vado a fare un campus estivo nel parco più bello della città e la cosa più bella che mi è capitata è stata festeggiare il mio compleanno, con una festa vera e non solo a casa con mamma e papà e gli zii come ho sempre fatto. Quest’anno c’era una vera e propria festa, con palloncini, torta e anche il mago! Era quello che sognavo da sempre: invitare i miei amici di scuola, quelli del doposcuola e soffiare le candeline mentre tutti cantavano.

"L'armadio è il mio rifugio"

Mi chiamo Kevin e vivo a Milano, in un quartiere bellissimo: in casa siamo mio papà, mia mamma, mia sorella più grande che si chiama Miriam e la mia sorellina più piccola che ha tre anni. La nostra casa è piccola e molto bella, dove c’è un armadio che quando voglio stare solo, mi metto lì. Dentro c’è una valigia, un sacchetto con dei vestiti, dei cassetti. Sopra c’è una mensolina dove ho messo un drago, dei personaggi di Dragonball, dei libri. Io apro l’armadio e mi nascondo dentro: accendo la lucina leggo libri, gioco e faccio altre cose.

Quando è arrivato il Covid, mio papà non è più andato a lavorare e stavamo tutti a casa. La mamma era incinta ed è l’unica che è uscita perché un giorno è stata male ed è andata in ospedale: quando è tornata, il dottore le ha detto che doveva mangiare di più e allora il mio papà ha chiamato l’assistente sociale che conosceva, che già l’aveva aiutato a fare i documenti e l’abbiamo incontrata qui nella piazza vicino, tutti con le mascherine. Da lì è iniziato un periodo bello perché intanto, ad un certo punto, si poteva uscire e allora andavamo in parrocchia a prendere le cose da mangiare e c’era tutto! C’erano le merendine, il riso, le uova.. anche il latte, che mi piace tanto. Poi è nata Veronica, mia sorella, che ha il nome della signora che ci ha aiutati. Da quando abbiamo incontrato Veronica (quella grande, non mia sorella) il mio papà va a lavorare e io vado a giocare a calcio e ci hanno dato anche un computer e le cose per la scuola, così adesso anche i miei compagni di scuola non mi prendono più in giro che non ho le penne e i libri.

"Una festa proprio come la sognavo!"

Mi chiamo Giulio e vivo a Milano con la mia mamma e mia sorella che ha 5 anni: papà non vive più con noi e io me lo ricordo poco perché è andato via quando ero piccolo. La nostra casa è bella anche se con un po’ di problemi, tipo l’ascensore non funziona da tanto tempo e poi non abbiamo il forno o la televisione grande come ce l’hanno i miei amici, ma a me piace vivere lì. Prima non avevamo tante cose da mangiare e allora la mamma del mio amico di scuola ci ha accompagnato in un centro: lì ci davano le cose da mangiare, che io così tante non le avevo mai viste, forse solo quando ero piccolo piccolo, e ogni tanto ci sono i succhi, le cose dolci e la pasta. Nel centro abbiamo incontrato delle persone simpatiche: lì vai e ogni tanto fanno lo spettacolo per i bambini – come a Natale – e d’estate, quando fa caldo, fanno il cinema la sera in piazza. Facciamo i compiti, giochiamo e incontro tutti i miei amici. Adesso non andiamo più a prendere tante cose da mangiare, solo ogni tanto se ci serve qualcosa perché la mia mamma la mattina ora lavora e va ad aiutare una signora.

Prima la mamma c’era sempre a casa e invece adesso c’è poco ma è mooolto più felice e sorride: poi io sono più grande e vado a fare i compiti al centro e aiuto anche la mamma con la mia sorellina e a fare le cose in casa. La cosa più bella che è successa al centro quest’anno è che quando ho fatto 9 anni abbiamo fatto una festa, bellissima! Con la torta, i regali e il mago… che una festa così era proprio come la sognavo, ma ancora non era mai capitato.


Il magazine Vita ha pubblicato un volume in cui racconta i 6 anni di sviluppo di QuBì – La ricetta contro la povertà infantile. Oltre che restituire i numeri dell’impatto positivo prodotto dalle diverse azioni realizzate, lavpubblicazione – anche attraverso le voci e le esperienze dirette di tanti dei protagonisti che hanno partecipato al Programma – vuole trasferire gli “ingredienti fondamentali” che hanno reso possibile ed efficace un modello di intervento innovativo. 
Uno schema di rete e di attivazione territoriale che nel corso del tempo è stato in grado di porre le basi per la costituzione di una inedita infrastruttura di welfare di prossimità che costituisce il lascito più interessante di questa esperienza. 

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QuBì – La ricetta contro la povertà infantile è stato raccontato la mattina del 6 giugno presso MEET | Digital Culture Center attraverso le esperienze, le storie e le voci delle tante persone che hanno reso possibile questa iniziativa: dai Presidenti degli enti finanziatori alle operatrici e agli operatori delle realtà coinvolte, dalle assistenti sociali del Comune ai beneficiari delle azioni messe in campo dal programma. QuBì è stato promosso nel 2017 da Fondazione Cariplo insieme a Fondazione Peppino Vismara, Intesa Sanpaolo, Fondazione Fiera Milano, Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi e Fondazione Snam e realizzato in collaborazione con il Comune di Milano e oltre 500 organizzazioni del terzo settore cittadino.

QuBì in questi anni, in particolare attraverso il lavoro delle reti di quartiere, ha sperimentato un modello di welfare innovativo: oggi, questo lavoro di prossimità, grazie al percorso di co-programmazione e co-progettazione che è stato realizzato dal Comune di Milano con le organizzazioni non profit del territorio, diventa una politica della città.

QuBì: l’avvio nel 2017 e la fotografia della povertà minorile

Il programma – fortemente voluto nel 2017 dall’allora presidente di Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti – ha messo in campo quasi 27 mln di euro di risorse complessive per la realizzazione di azioni di contrasto della povertà minorile. Nel 2017, grazie alla collaborazione con il Comune di Milano, è stato possibile passare dalle stime ai dati e fotografare, per la prima volta, la povertà minorile e la sua incidenza nei diversi municipi e quartieri. L’analisi realizzata consegnava l’immagine di una città in cui i contributi pubblici di sostegno al reddito avevano raggiunto 19.181 nuclei famigliari, corrispondenti a 54.493 individui. Le famiglie con minori raggiunte erano 9.433, per un totale di 19.703 bambine e bambini, ragazze e ragazzi. Ma il dato non teneva conto di quelle famiglie che non richiedevano le misure di sostegno al reddito per via della mancanza dei requisiti di accesso o perché, più semplicemente, non ne erano a conoscenza o non erano in grado di presentare domanda. Con l’obiettivo di poter raggiungere le famiglie non intercettate, era necessario lavorare a stretto contatto con la parte di città che quelle famiglie le conosceva, con operatrici e operatori, volontari e assistenti sociali che ogni giorno le incontravano nei quartieri, nei cortili, nelle sedi delle proprie organizzazioni e negli spazi di distribuzione delle derrate alimentari.

QuBì e il contrasto della povertà alimentare

Nella piena consapevolezza di un bisogno quanto mai urgente da soddisfare, QuBì dal 2017 ha iniziato a sostenere una molteplicità di interventi mirati per il contrasto alla povertà alimentare, a partire dall’attivazione, grazie all’Associazione Banco Alimentare della Lombardia, dei primi due Hub di recupero delle derrate alimentari dalla Grande Distribuzione Organizzata: hub che saranno poi presi a riferimento come modello di lavoro dalla direzione Food Policy del Comune e che hanno innovato la modalità di contrasto allo spreco alimentare in città e che, al contempo, hanno permesso di inserire sempre più frutta, verdura e prodotti freschi all’interno dei pacchi alimentari, migliorando la dieta delle tante persone in fragilità economica. Il solo hub di via Borsieri recupera e distribuisce 80 tonnellate di derrate alimentari all’anno.

Inoltre, in collaborazione con Caritas Ambrosiana, sono stati attivati i primi tre Empori della Solidarietà milanesi nei quartieri di Barona, Lambrate e Niguarda e sostenute sei Botteghe della Solidarietà già presenti: presidi che hanno contribuito a soddisfare i bisogni alimentari di circa 7.000 persone ogni anno con spese mensili o quindicinali.

Il modello di intervento messo a punto da QuBì, nel corso degli ultimi sei anni, ha incentivato molte altre realtà milanesi ad attivarsi o ad ampliare il proprio lavoro di contrasto alla povertà alimentare, favorendo le sinergie tra le organizzazioni non profit e le reti di quartiere. La contaminazione e la collaborazione tra realtà è oggi una delle eredità più significative di QuBì, che ha permesso, ad esempio, l’avvio di interventi come “Milano Salvacibo” nel municipio 6 con oltre 300 volontari coinvolti nel sostegno di circa 1.000 famiglie o la creazione del lavoro di rete sulla filiera alimentare attivo oggi nel Municipio 9 in cui sono coinvolti 15 centri d’ascolto delle parrocchie.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

QuBì: modello e linee di intervento

Uno degli interventi che ha maggiormente contraddistinto il Programma è stata l’attivazione di 23 reti di prossimità nei quartieri in cui era presente la maggior incidenza di povertà minorile: 500 organizzazioni coinvolte che, con la stretta collaborazione delle assistenti sociali del Comune, hanno realizzato 23 progettazioni che, da gennaio 2019 a marzo 2024, hanno intercettato migliaia di famiglie fragili, rispondendo ai loro bisogni specifici e primari e attivando percorsi di miglioramento delle loro condizioni.

Le reti di quartiere hanno lavorato sia sulla povertà materiale dei minori che sull’intercettazione, l’ascolto e l’orientamento delle famiglie e sulla creazione di opportunità educative e relazionali per bambini e ragazzi: progetti che hanno accompagnato circa 53mila persone di cui 29.500 minori e che hanno visto il coinvolgimento di migliaia di operatori e volontari.

Al di là delle cifre, il valore di QuBì risiede nel lascito di un modello consolidato di welfare di prossimità per il contrasto alle povertà, possibile grazie al lavoro di rete sul territorio, alla capacità di ricomposizione delle risorse presenti (pubbliche e private) e alla creazione di risposte nuove, laddove necessario.

La rete cittadina dei doposcuola a contrasto della povertà educativa

A fronte dei 26,8 milioni di euro complessivi messi a disposizione, sono stati impegnati ad oggi poco più di 24 milioni di euro: i restanti 2,8 milioni euro saranno destinati alle linee di intervento che, avviate in questi anni di lavoro, necessitano di ulteriore sostegno. Tra queste, QuBì continuerà a sostenere per l’anno scolastico 2024/2025 il sistema dei doposcuola cittadini, in continuità con il biennio precedente: la modalità di lavoro in rete, sperimentata nei quartieri, era stata replicata sui doposcuola già per l’anno scolastico 2022/2023 per rispondere a un bisogno specifico, quello del sostegno allo studio, diventato ancora più necessario dopo i mesi di lockdown. Oggi sono attive 9 reti municipali che coinvolgono 215 doposcuola anche grazie alla condivisione di operatori, prassi e modalità di intervento e che raccolgono circa 8.000 minori, di cui l’80% si trova in condizioni di fragilità sociale ed economica.

QuBì dopo QuBì

Oltre alla presentazione dei risultati e dei cambiamenti generati, è stato possibile ascoltare le storie di alcuni bambini e ragazzi beneficiari delle misure di sostegno attivate dal programma e comprendere quanto QuBì abbia fatto la differenza anche per gli operatori che hanno contribuito a realizzarlo.

Ma la forza di questo intervento, che ha mosso i primi passi nel 2017, è nel suo presente e in ciò che sarà nei prossimi mesi e anni: dal maggio 2024, infatti, le reti territoriali sono diventate patrimonio della città. L’assessorato Welfare e Salute del Comune di Milano, in collaborazione con altri assessorati dell’amministrazione, ha avviato nel 2023 un percorso di co-programmazione e co-progettazione sul tema del contrasto della povertà minorile con gli enti della città, da cui è emersa la volontà di mantenere molte delle modalità di lavoro sperimentate in questi anni (reti e lavoro di prossimità, collaborazione tra non profit e assistenti sociali di comunità, etc.).
QuBì è quindi oggi un intervento realmente cittadino, che coinvolge non più solo i 23 quartieri individuati anni fa, ma tutti e 9 i municipi, con un rinnovato ingaggio dell’amministrazione e delle organizzazioni di terzo settore.

Gli enti operanti nell'economia sociale che intendono avviare o consolidare il proprio percorso di transizione digitale possono cogliere l'opportunità offerta dalla seconda edizione del Bando "Evoluzioni – Transizione digitale nell'economia sociale" fino al 7 giugno 2024 ore 17.00.

L'iniziativa è rivolta agli enti aventi almeno una sede operativa in Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle D'Aosta, ed è promossa congiuntamente da Fondazione Cariplo e Fondazione Compagnia di San Paolo con l’intento di favorire la progettazione e la realizzazione di strategie e processi di transizione digitale, consolidando la cultura e le competenze dell'innovazione digitale negli enti operanti nell’economia sociale.

Il bando Evoluzioni rappresenta un'opportunità unica per le organizzazioni che desiderano avviare o consolidare il proprio percorso di transizione digitale. Il bando si inserisce nel contesto della transizione verde e digitale promosse dalla Commissione Europea, puntando a soluzioni economicamente sostenibili e a basso impatto ambientale.

Le organizzazioni selezionate nella Fase 1 riceveranno il supporto di un innovation advisor e un primo contributo per elaborare il proprio percorso di progettazione e potranno accedere alla Fase 2, che prevede un secondo contributo per la realizzazione del progetto esecutivo.

La Fondazione Cariplo e la Fondazione Compagnia di San Paolo perseguono l’obiettivo strategico di intervenire sul capacity building e sullo sviluppo organizzativo degli enti del terzo settore. In particolare, potenziare le competenze digitali degli enti operanti nell’economia sociale è un elemento chiave per promuovere una crescita sostenibile, soprattutto in anni decisivi per l’azione sui cambiamenti climatici.

A seguito della conclusione delle procedure di valutazione, sono online gli esiti della Linea 1 – Potenziamento e della prima scadenza della Linea 2 – Nuove opportunità nell’ambito del bando vEIColo –accompagnamento per la valorizzazione della ricerca.

L’iniziativa congiunta di Fondazione Cariplo, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CDP mira a potenziare la partecipazione degli Atenei e degli Enti di ricerca italiani – ai bandi europei indetti dallo European Innovation Council (EIC) relativi ai programmi EIC Pathfinder ed EIC Transition.

Nello specifico, i team di ricercatori vincitori della Linea 1 – Potenziamento, che si è chiusa lo scorso 08 febbraio 2024, oltre a beneficiare di un supporto economico per la realizzazione dei propri progetti avranno accesso a un percorso di coaching e di accompagnamento, fino a un massimo di 50 ore, da parte di consulenti internazionali esperti di innovazione e di trasferimento tecnologico selezionati dalle Fondazioni,finalizzato alla preparazione del proposal da presentare a una call dello European Innovation Council. Le tre Fondazioni promotrici del bando hanno deliberato a supporto dei progetti vincitori della Linea 1 un contributo economico complessivo pari a 706.390 €.

I team di ricerca di Atenei ed Enti vincitori della prima scadenza della Linea 2 – Nuove opportunità, che si è chiusa lo scorso 28 marzo 2024, beneficeranno invece di un’attività formativa per la preparazione di una candidatura a una call EIC e di un percorso di accompagnamento, fino a un massimo di 75 ore, per la definizione del proposal da presentare a una prossima call dello EIC con i consulenti internazionali esperti di innovazione e di trasferimento tecnologico selezionati dalle Fondazioni.

Si ricorda che la scadenza della Linea 2 – Nuove opportunità dedicata a coloro che intendono presentare un progetto alla call EIC Pathfinder Open 2025, è fissata per il prossimo 30 maggio alle ore 13:00.

I documenti con gli esiti della Linea 1 – Potenziamento e i primi esiti della Linea 2 – Nuove opportunità sono allegati a questa pagina.

Si è conclusa con successo la quinta edizione del Programma Top Tutoring Online di Fondazione Cariplo, un'iniziativa realizzata in collaborazione con CIAI, Università Bocconi e Università di Milano Bicocca e i partner tecnici WeSchool e TechSoup. L'evento di chiusura, svoltosi all’Università Bocconi di Milano, ha visto la partecipazione di illustri personalità come Francesco Billari, Rettore dell’Università Bocconi, Giovanni Azzone, Presidente di Fondazione Cariplo, e Giuseppe Bertoni, Presidente della Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi. Al centro della giornata, i temi delle disuguaglianze, innovazione e istruzione, con un focus particolare sul programma di tutoraggio nato nel 2020 per contrastare la povertà educativa aggravata dalla pandemia da Covid-19.

Nell’ottica di fornire una risposta che soddisfi bisogni più ampi afferenti all’intera sfera della povertà educativa, Fondazione Cariplo ha guardato con estremo interesse al programma TOP – Tutoring Online Program che era già stato sviluppato dalle Università Bocconi e Harvard in collaborazione con l’Università Bicocca. La Fondazione ha deciso di investire per rilanciare TOP sul proprio territorio di intervento dal 2021 per tre anni scolastici. Tramite il programma, è stato possibile aiutare gli studenti della scuola secondaria di I grado del territorio di riferimento di Fondazione Cariplo, ovvero la Lombardia e le province di Novara e Verbania. In particolare sono stati sostenuti coloro che vivono in condizioni di fragilità socioeconomica, affiancando loro un tutor individuato tra studenti delle università lombarde. Il meccanismo è semplice: gli insegnanti segnalano gli alunni bisognosi di supporto scolastico e in condizioni di fragilità che possono così accedere al programma e contare su un tutor personale.

Numeri e risultati

I dati presentati sono soddisfacenti: nelle ultime tre edizioni, che hanno visto la partecipazione di Fondazione Cariplo, si è arrivati al coinvolgimento di oltre 150 scuole secondarie di primo grado e 5.000 potenziali beneficiari. Più di 4.950 volontari universitari hanno contribuito al progetto, di cui circa 1.600 hanno completato il percorso accompagnando oltre 1.900 studenti nel loro percorso di studio.

Le valutazioni d'impatto condotte dall'Università Bocconi hanno evidenziato risultati straordinari: 3 mesi di tutoraggio hanno un impatto positivo sul rendimento scolastico degli studenti pari fino a 9 mesi di apprendimento. Oltre a produrre un impatto tangibile in termini di riduzione del learning loss, misurabile grazie alle competenze del centro di ricerca LEAP dell’Università Bocconi, TOP favorisce il protagonismo giovanile, in collaborazione con il Comitato Regionale di coordinamento delle Università Lombarde (CRUL), offrendo ai giovani universitari l’opportunità di attivarsi per contribuire allo sviluppo e al sostegno delle fasce più fragili della comunità. Inoltre, grazie alla filiera sociale di ricondizionamento device e una donazione di Intesa Sanpaolo di oltre 4.500 device, tramite il progetto TOP Fondazione ha potuto continuare a dare il suo contributo nel contrasto al digital divide distribuendo circa 1.000 pacchetti digitali ai beneficiari di TOP che ne avessero necessità.

Il successo del programma è attribuibile al suo approccio innovativo e altamente strutturato, reso possibile grazie alla collaborazione delle università lombarde e dei partner tecnici. Il Programma Top Tutoring Online continua a crescere, offrendo un prezioso supporto educativo ai giovani studenti, contribuendo a ridurre le disuguaglianze e promuovere un apprendimento inclusivo e di qualità.

Fondazione G. Feltrinelli pubblica i risultati della ricerca Abitare Fluido con il rapporto Collaborare e abitare. Il diritto alla casa nelle metropoli per le nuove generazioni”, realizzato con il supporto di Fondazione Cariplo a cura di Silvia Cafora (Politecnico di Torino). Il rapporto è stato presentato il 23 maggio presso la sede dell'Ordine degli Architetti PPC a Milano ed è in programma un altro evento previsto il 30 maggio presso Urban Lab a Torino.

Il rapporto: target e dati di sintesi

La ricerca ha coinvolto per la prima volta in tutt’Italia circa circa 500 giovani – il 62% donne e il 38% uomini, per l’86% nati in Italia da famiglie italiane – in affitto e di età compresa tra i 23 e i 40 anni. È stata realizzata con l’obiettivo di esplorarne l’attuale situazione abitativa e le eventuali cause di disagio e insoddisfazione da essa derivanti. L’indagine ha consentito, infatti, di valutare il ruolo giocato dal lavoro nella scelta del luogo in cui vivere, di indagare l’immaginario dei giovani relativamente alla casa e l’importanza attribuita alla presenza e alla qualità di specifiche caratteristiche, misurando il loro grado di interesse verso modelli abitativi alternativi, basati su coabitazione, condivisione degli spazi e collaborazione tra le persone.

Il rapporto, in primis, evidenzia come il trend di mobilità giovanile in Italia sia crescente: aumenta la maggioranza di soggetti che preferiscono vivere in affitto anziché possedere la casa, soprattutto a causa della precarietà economica e lavorativa che incide nella scelta di affitto per il 42%. Fino a pochi decenni fa le persone abitavano una o due case in tutta la vita, quella della famiglia di origine e quella della famiglia di “destinazione”; oggi pensare che si possa cambiare modo di abitare in relazione alle diverse fasi della vita non è più così eccezionale. Il curriculum abitativo di ognuno di noi si sta infatti ampliando e dirigendo verso modelli di “abitare fluido”: la ricerca evidenzia come il 50% degli intervistati abbia cambiato la città di residenza negli ultimi dieci anni, il 70% almeno una volta nella vita. Il 41%, dei giovani, oggi, guarda con interesse modalità abitative collaborative; il 32% valuterebbe la possibilità di vivere in una casa in affitto con un progetto collaborativo mentre il 38% in una casa di proprietà con un progetto collaborativo.

La ricerca consente a tutti gli addetti del settore di indagare quali siano i nuovi modi di abitare e le aspettative delle giovani generazioni, per individuare nuove prospettive attraverso le quali riconsiderare il tema “casa” anche alla luce dei bisogni insoddisfatti: il 40% dei giovani non sono soddisfatti gli impianti, il 37% dell’arredamento e dalla luminosità, mentre il 30% trova inadeguata la suddivisione degli spazi.
In generale, il 62% degli intervistati ritiene che l’abitazione in cui vive non sia adatta allo studio e al lavoro da casa.

L’indagine è stata rivolta direttamente ai giovani attraverso un questionario, somministrato nelle principali città italiane, e due workshop progettuali, svolti uno a Torino e uno a Milano. La survey ha tracciato la condizione attuale nonché evidenziato un mutamento nelle esigenze abitative giovanili. I workshop hanno, invece, consentito di delineare le caratteristiche di una “casa ideale” che per molti giovani non è più un'entità statica, ma un progetto flessibile capace di adattarsi alle diverse fasi ed esigenze della vita.

La pubblicazione ha fatto emergere in particolare l’opportunità di un abitare esteso, fluido, che prevede la possibilità di vivere in maniera flessibile in un sistema composto da più abitazioni, in contesti urbani e non. Un modello che risponde alle esigenze di una società sempre più complessa e variegata, che mette al centro la socialità e il senso di comunità.

L’indagine è stata promossa e sostenuta da Fondazione Cariplo, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, Fondazione Housing Sociale, Confindustria Assoimmobiliare, Fondazione dell'Ordine degli Architetti Milano, Spazio Aperto Servizi Cooperativa Sociale ONLUS e in collaborazione con Ordine Architetti Torino, Ordine Architetti Milano, Future Urban Legacy Lab – Politecnico di Torino, Fondazione Impact Housing, Torino Urban Lab, e coordinata da Silvia Cafora.

Il comitato scientifico è composto da Tommaso Vitale (Dean Urban School Science Po, Comitato Scientifico Fondazione G. Feltrinelli), Silvia Cafora (Politecnico di Torino), Giordana Ferri (Direttrice Esecutiva Fondazione Housing Sociale), Loris Servillo (Politecnico di Torino).

L’evento in programma il 24 Maggio 2024 (dalle 8.30 alle 16 ) nell’aula magna dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, è organizzato da Italian Global Health Action con la collaborazione di molte organizzazioni che operano in questo ambito, tra cui Università degli Studi di Milano, il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università Bicocca.

Operatori, esperti, volontari, donatori ed organizzazioni filantropiche si danno appuntamento per confrontarsi, portare dati, storie e buone pratiche che vanno nella direzione di un aiuto verso chi soffre nel mondo.

Tra le numerose esperienze, quelle di persone impegnate nel portare aiuti a chi, non ha mezzi e risorse per curarsi. Tra questi anche Luca Pavesi, dentista, 50 anni, con grande esperienza in progetti di salute orale globale, impegnato in missioni all’estero fin dai tempi dell’università. Pavesi ha l’Africa nel cuore, ma riconosce come “l’impegno deve arrivare ovunque; occorre l’aiuto di tutti, dobbiamo avere competenze e capacità organizzative. Non ci rendiamo conto di come, spesso, anche con quello che a noi sembra poco, possiamo fare la differenza” .

Pavesi è, insieme a Momcilo Jankovic, il Dottor Sorriso (fino al 2016 il responsabile dell’unità operativa day hospital di Ematologia Pediatrica dell’ospedale San Gerardo di Monza) tra i promotori del congresso che punta a promuovere la salute globale per tutti. Confronto, esperienze e dati.

Tra questi anche quelli relativi alle organizzazioni filantropiche, spesso impegnate oltre che sul proprio territorio, anche in attività di cooperazione internazionale, progetti di ricerca o sostegno a missioni sanitarie che puntano a portare un contributo all’obiettivo promosso dalla Italian Global Health Action.

I dati oggi dicono che in Europa ci sono 186mila Public Benefit Foundation, organizzazioni filantropiche che erogano ogni anno 54miliardi di euro per progetti per la collettività, e possono contare su patrimoni che complessivamente ammontano a 647miliardi di euro. Fondazioni spesso impegnate assieme al Terzo settore in progetti concreti. È il caso della Fondazione Piero e Lucille Corti, creata nel 1993 per volontà dei medici Piero Corti e Lucille Teasdale, per garantire il futuro del Lacor, uno dei maggiori ospedali non profit dell’Africa equatoriale; nato come piccolo ospedale missionario, è diventato una importante realtà di cura per una vastissima regione nel cuore dell’Africa, sfidando guerre, gravi epidemie, carenze strutturali, economiche e di personale.

E ancora: l’esperienza di CUAMM Medici con l’Africa  con cui, dal 1950, più di mille persone collaborato prestando servizio in Italia, in Africa e in Europa. Tra le priorità del CUAMM, la salute materna, neonatale, infantile e adolescenziale rimane un bisogno sanitario urgente nei Paesi dell’Africa sub-Sahariana e figura tra gli obiettivi di salute primari indicati nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

L’evento ha anche il patrocinio di Regione Lombardia, Comune di Monza, Fondazione San Gerardo dell’Ordine dei medici chirurghici e odontoiatrici della provincia di Milano, di Monza e Brianza e di Como e Lecco, oltre che del Rotary Club di Monza, Fondazione Cariplo e Fondazione della Comunità di Monza e Brianza.

In allegato il programma completo della giornata

Al Teatro Grande di Brescia va in scena “Passato remoto e prossimo futuro. Grammatica comunitaria” uno spettacolo interamente ideato e realizzato nell’ambito di DAD Differenti Approcci Didattici[1], progetto selezionato e finanziato da Impresa Sociale Con i Bambini e cofinanziato da Fondazione Cariplo e di cui la Fondazione della Comunità Bresciana è ente capofila.

Lo spettacolo, la cui trama si ispira a fatti realmente accaduti sul territorio bresciano, narra di due giovani studenti, Rebecca e Dario, che si impegnano per riappropriarsi di spazi, fisici e allegorici, che la pandemia ha loro sottratto. Il ritorno a scuola, dopo mesi di didattica a distanza, non risulta facile per i ragazzi, così come relazionarsi con gli amici e la famiglia: tante sono le insicurezze, le ansie e le paure. Eppure, tanta è la voglia di rimettersi in gioco. Inizia quindi la scoperta di un mondo diverso, da ricreare. In questa avventura Rebecca e Dario si confrontano con i genitori, con educatori e insegnanti, con sindaci e assessori: ogni membro della comunità è chiamato a fare la propria parte nel rispondere alle sfide della contemporaneità e preparare i giovani ad essere cittadini attivi e consapevoli. Regia di Manuel Renga.

Il progetto DAD

DAD Differenti Approcci Didattici si è sviluppato nel triennio 2021/2024 e ha lavorato per ridurre e combattere il divario digitale e la disuguaglianza di opportunità educative all’interno di sei Ambiti territoriali della provincia di Brescia (Brescia Città, Bassa Bresciana Centrale, Valle Trompia, Valle Sabbia, Valle Camonica e Montorfano). Ha coinvolto complessivamente 51 scuole, 20 enti del terzo settore, 9 enti pubblici e un ente valutatore. Ente capofila Fondazione della Comunità Bresciana. Il progetto ha saputo intercettare, nelle varie aree di progetto, 200 famiglie, 400 tra docenti ed educatori e 8.000 minori tra gli 11 e i 17 anni. Le prime azioni progettuali hanno visto dal potenziamento delle infrastrutture digitali all’interno degli istituti scolastici e la fornitura di dispositivi (pc e tablet). Sono stati realizzati percorsi di formazione rivolti a studenti, docenti, genitori ed educatori. Il progetto ha messo a disposizione consulenti tecnici in grado di indicare fonti di finanziamento sul tema del contrasto della povertà educativa, educatori professionisti per supportare i minori ed infine alcuni “animatori digitali”, persone formate per garantire il mantenimento della digitalizzazione. Ha supportato infine la creazione di nuovi hub territoriali. Ha inteso promuovere una cultura aperta e inclusiva attraverso il coinvolgimento di un comitato scientifico appositamente costituito. Il progetto è stato accompagnato, per valutazione e monitoraggio, da uno specifico ente valutatore. Centrale è infine stato l’accompagnamento da parte della cabina di regia progettuale, impegnata nel rafforzamento delle reti di partenariato già consolidate e nella creazione di nuove.

Alcuni dati circa le principali azioni realizzate:

  • 1.550 i dispositivi donati alle scuole partner e quindi messi a disposizione degli studenti;
  • 16 hub territoriali aperti e dotati di attrezzature;
  • 48 sopralluoghi tecnici per mappare lo stato delle infrastrutture di connessione e 31 interventi strutturali di connessione realizzati all’interno degli istituti scolastici e degli hub;
  • 90 percorsi di formazione attivati per circa 400 tra insegnanti, genitori e operatori;
  • 500 accompagnamenti individualizzati dedicati ad altrettanti minori;
  • 70 consulenze dedicate alle famiglie a tema scuola, salute, energia, accesso ad agevolazioni;
  • 15 consulenze e formazioni per partecipare a bandi in contrasto alla povertà educativa;
  • 25 newsletter mensili inviate con approfondimenti e opportunità di finanziamento per scuole ed enti del terzo settore;
  • 6 puntate televisive “DAD per una scuola condivise” dedicate alle tematiche universalistiche trattate dal progetto;
  • 6 “I quaderni di DAD” che racchiudono indicazioni operative e contenuti teorici di riferimento su web, hub, podcast, accompagnamenti individualizzati;
  • 43 podcast DAB – Di Aiuto ai Boomer dedicati al mondo adulto per l’approfondimento delle tematiche legate al digitale.

Tenere insieme, far dialogare e collaborare le diverse componenti che si trovano ad affrontare il tema del contrasto alla povertà educativa, con particolare attenzione alla povertà digitale, è tra i valori riconosciuti del progetto DAD, sviluppato sul territorio di Brescia. Oggi chi non ha competenze in questo ambito e non ha opportunità educative e culturali è destinato a rimanere indietro. E le disuguaglianze aumentano. Famiglie, insegnanti, educatori, terzo settore, e ovviamente i bambini e i ragazzi sono chiamati ad affrontare la problematica in uno sforzo comune. Lo spettacolo è un modo per raccontare questo percorso alimentato in questi tre anni dal progetto DAD che è entrato nelle case, nelle aule, persino nelle camerette dei ragazzi, spesso luogo di isolamento sociale dei più giovani. E’ da lì che dobbiamo ripartire: ricostruire le relazioni, rilanciare attività nei luoghi per stare insieme. Gli oratori possono essere uno di questi, ma anche una biblioteca, un parchetto. Fondamentale che siano luoghi inclusivi, non esclusivi”. ha commentato il presidente di Fondazione Cariplo, Giovanni Azzone.


[1] Il progetto è stato selezionato e finanziato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e cofinanziato da Fondazione Cariplo. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. www.conibambini.org

QuBì – La ricetta contro la povertà infantile” ripercorre le azioni messe in atto lungo 6 anni di attività all’interno di un evento che si terrà giovedì 6 Giugno 2024 dalle ore 10.00 alle 12.30 in diretta streaming sul sito di Fondazione Cariplo.

L’iniziativa darà voce alle reti di promotori, referenti e beneficiari che hanno reso, ad oggi, il programma un modello di welfare territoriale per il contrasto alle povertà.

RIVEDI L'EVENTO IN STREAMING ON DEMAND

Interverranno fra gli altri:

  • Giovanni Azzone – Presidente di Fondazione Cariplo 
  • Paolo Morerio – Presidente di Fondazione Peppino Vismara 
  • Carlo Messina – CEO di Intesa Sanpaolo 
  • Valeria Negrini – Vicepresidente di Fondazione Cariplo 
  • Lamberto Bertolè – Assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano
  • Giuseppe Guzzetti – ex Presidente di Fondazione Cariplo 

QuBì – attivo dal 2017 nella città di Milano – è stato promosso da Fondazione Cariplo con il sostegno di Fondazione Peppino Vismara, Intesa Sanpaolo, Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi, Fondazione Fiera Milano e Fondazione Snam, con l’obiettivo di contrastare il fenomeno della povertà infantile promuovendo la collaborazione tra le istituzioni pubbliche e il terzo settore e realizzando interventi mirati a bisogni specifici in 25 quartieri della città attraverso 4 principali linee di intervento:

  • Realizzare un’analisi in costante aggiornamento della povertà assoluta a Milano
  • Aumentare l’accesso alla spesa per le famiglie in disagio economico
  • Promuovere sistemi integrati di presa in carico dei beneficiari
  • Realizzare azioni specifiche e innovative di contrasto alla povertà alimentare
  • Le azioni vedono il coinvolgimento diretto ed indiretto di diversi Partner operativi, oltre al Comune di Milano, in particolare: Caritas Ambrosiana, Banco Alimentare della Lombardia, IBVA Solidando, Fondazione di Comunità Milano.

 

Da giovedì 23 a lunedì 27 maggio tornano gli appuntamenti de La Lettura Intorno – BookCity tutto l’anno, il progetto di inclusione culturale ideato da BookCity Milano insieme a Fondazione Cariplo, volto a diffondere la lettura in tutti i quartieri milanesi, soprattutto tra bambini e ragazzi.

Per la sua quinta edizione il progetto propone un programma ampio e variopinto: la prima presentazione milanese del nuovo libro di Zerocalcare, dedicato al suo rapporto con il padre, Quando muori resta a me, sabato 25 maggio alle 11.00 al Piccolo Teatro Strehler; un incontro sul potere della gentilezza, con Lorenza Gentile, giovedì 23 maggio alle 11.00 alla Biblioteca Oglio; un evento per bambini dedicato alle avventure di Topè con Roberto Piumini, giovedì 23 maggio alle 10.30 alla Biblioteca Sormani; mentre Daniele Zovi insegnerà ad ascoltare la voce delle piante, giovedì 23 maggio alle 10.30 alla Centrale dell’Acqua

Sarà anche l’occasione per festeggiare i 40 anni della rivista Gardenia: si inizia venerdì 24 maggio alle 11.30 alla Libreria In cerca di guai con la presentazione del libro Il bosco dove tutto cominciò di Tommaso Sacchi; si prosegue sabato 25 maggio, alla Biblioteca Sicilia, alla Biblioteca Oglio, alla Biblioteca Crescenzago, alla Biblioteca Valvassori Peroni e alla Biblioteca Villapizzone; in ogni tappa un incontro, con Tiziano Fratus, Alberto Fusari, Francesco Mati, Rosa Teruzzi e la direttrice di Gardenia Emanuela Rosa-Clot, accompagnati dalle letture ad alta voce a cura dei lettori volontari del Patto di Milano per la lettura – Area Biblioteche del Comune di Milano.

In occasione della Settimana dei diritti dell’infanzia, La Lettura Intorno – BookCity tutto l’anno partecipa anche alla seconda edizione del Festival delle Bambine e dei Bambini, con tante attività dedicate ai più piccoli, al Castello Sforzesco e in tutta la città, dal 24 al 27 maggio. Tante anche le attività partecipate, tra laboratori e passeggiate, come la visita guidata al Museo dei Quaderni di Scuola, dedicato alle memorie d’infanzia di bambine e bambini vissuti tra il 1700 e i primi anni 2000.

Molto spazio anche per l’incontro tra culture: al CIQ – Centro Internazionale di Quartiere un evento sulla musica afro-americana, con Roberto Caselli; alla Biblioteca Accursio un incontro Per imparare a crescere in una società multiculturale; da mosso un dialogo tra Jonathan Bazzi e Saif ur Rehman Raja, un ragazzo in bilico tra due culture; da Radio Popolare – Auditorium Demetrio Stratos, una serata reggae con Claudio Agostoni e Federico Traversa; da Pacta Salone l’incontro India meravigliosa, per scoprire danze e narrazioni di una terra lontana e affascinante; e ancora, alla Libreria Alaska, un appuntamento alla scoperta del mondo artico e degli Inuit, con Massimo Maggiari e Pier Franco Brandimarte.

Il programma completo è disponibile sul sito del progetto: laletturaintorno.bookcitymilano.it

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