Dieci giorni di show, performance, incontri e focus sul ruolo e sull'importanza delle arti performative, di visite ai musei e alle eccellenze del territorio per oltre tremila studenti coinvolti e 80 istituti scolastici: è pronta a partire con numeri da capogiro la nuova edizione di LAIVin ACTION, festival realizzato dall’Associazione Culturale ILINX (capofila della manifestazione per l’edizione 2023) in collaborazione con Associazione Etre e Cooperativa Alchemilla. A essere presentati saranno gli esiti del Progetto LAIVin, laboratori delle arti interpretative dal vivo, di Fondazione Cariplo che negli anni ha coinvolto quasi 40mila studenti, 2000 docenti e oltre 300 scuole.

Dopo una fortunata edizione 2022 nella suggestiva cornice del Parco dell'Idroscalo di Milano (Segrate) – seguita all’annullamento nel 2020 per pandemia e all’edizione digitale del 2021 – torna da lunedì 22 a mercoledì 31 maggio nella sua dimensione dal vivo nella storica e attivissima Treviglio, proprio nell’anno di celebrazione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, coinvolgendo oltre tremila studenti e studentesse delle ottantacinque scuole secondarie di secondo grado della Lombardia e delle province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola beneficiarie del contributo di Fondazione Cariplo sui Bandi LAIVin 2021 e 2022. I palcoscenici che ospiteranno LAIVin saranno TNT Teatro Nuovo Treviglio e il Teatro Filodrammatici, entrambi situati nel centro storico della città. Non mancheranno gli spazi laboratoriali (Spazio Hub e Auditorium della Biblioteca Civica) animati da Atelier Musamatta e MensCorpore, realtà attive sul territorio trevigliese, e dal rapper Diamante.

Questa edizione si pregia di un rapporto virtuoso con l'Amministrazione Comunale di Treviglio e con il territorio, in particolar modo con gli enti culturali e con quelli commerciali con cui sono state attivate convenzioni per arricchire l’offerta festivaliera.

Il programma 

Dal 22 maggio (a partire dalle 9.30 e fino alle 18.30 circa, tutti i giorni tranne la domenica) negli spazi del Teatro Nuovo e del Teatro Filodrammatici di Treviglio si susseguiranno gli estratti dei laboratori (della durata massima di venti minuti) delle 83 scuole secondarie di secondo grado della Lombardia e delle province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola che hanno partecipato al progetto LAIVin di Fondazione Cariplo nell’anno scolastico 2022/2023.

Venerdì 26 maggio presso lo Spazio Hub (alle ore 15) si terrà un incontro pubblico alla presenza delle istituzioni (accesso gratuito con prenotazione obbligatoria scrivendo a info@progettolaivin.it, posti limitati) e dei ragazzi e delle ragazze partecipanti ai laboratori, una tavola rotonda per riflettere sul valore dei giovani nella società e sulle possibilità che sono loro offerte o che loro stessi fanno accadere per creare cultura. Gli ospiti presenti e gli studenti invitati racconteranno le proprie esperienze, guidati da Stefano Laffi, economista e sociologo di formazione (già docente di sociologia urbana presso l’Università Bicocca, di metodologia della ricerca sociale presso l’Università Cattolica e al Politecnico di Milano).

Tante le performance di professionisti a cui i partecipanti al festival e il pubblico cittadino potranno assistere. Ad alternarsi (tutti i giorni, a metà e in conclusione di giornata del Festival LAIVin) saranno Marta Zoboli (stand up comedian), i Bonora Brothers + Tia Airoldi e Marco Gilioli (musica e live painting), il poetry slam di Alessandra Racca e del suo gruppo e la Compagnia dei Minimi, composta da ex studenti del Liceo Galilei di Caravaggio.

I Bonora Brothers, gruppo di artisti calligrafi, illustratori e musicisti, tornano dopo il successo del 2022 con una performance musicale–visiva dove la vena originale folk-blues del cantautore Tia Airoldi si fonde con la maestria dei tratti di illustrazione e la calligrafia dei fratelli Stefano e Mattia Bonora. Un concerto in divenire che segue l'ispirazione del momento per variare da caldi e polverosi brani di matrice new blues a dolci ballate folk, senza tralasciare momenti psichedelici e sperimentali in cui parole, canzoni e arti visive si incontrano per farsi atmosfera.

Per la prima volta a LAIVin si esibirà Marta Zoboli, attrice comica divenuta nota grazie al programma Zelig Off a cui ha partecipato nel 2010 in coppia con Gianluca De Angelis, con cui ha condiviso un interessante percorso artistico nel palinsesto di Comedy Central. Dal 2014 al 2018 Marta ha lavorato come inviata per il programma Caterpillar di Radio 2. Al cinema ha fatto parte del cast di Tutte lo vogliono, commedia con Enrico Brignano. Con Gianluca De Angelis ha lavorato come attrice comica in spettacoli di cabaret di cui è co-autrice; il loro ultimo spettacolo comico, Strapazzami di coccole, è stato trasmesso da Comedy Central.

E ancora, spazio al poetry slam con Alessandra Racca, torinese, conosciuta sul palco e sul web come la “Signora dei calzini”, nel direttivo della Lega Italiana Poetry Slam, selezionata nel 2017 per il progetto europeo “La poesìa anda por las calles” per la costruzione di uno “spettacolo in quattro lingue” sulla poesia. Tiene corsi di scrittura creativa utilizzando il linguaggio poetico e la voglia di giocare con le parole. Ha pubblicato con Neo Edizioni le raccolte Poesie antirughe (2011), L’amore non si cura con la Citrosodina (2013), Consigli di volo per bipedi pesanti (2016). Il suo libro d’esordio è Nostra Signora dei Calzini.

Parteciperà ai momenti di apertura al pubblico anche la Compagnia dei Minimi, composta da ex studenti del Liceo Statale Galileo Galilei di Caravaggio, in provincia di Bergamo.

Il programma completo è disponibile su https://progettolaivin.it/laivin-action-2023/

La Commissione Centrale di Beneficenza si è riunita oggi ed ha nominato gli organi che guideranno Fondazione Cariplo nei prossimi quattro anni.

Giovanni Azzone è stato eletto, all’unanimità, nuovo presidente di Fondazione Cariplo; Claudia Sorlini e Valeria Negrini sono state nominate vicepresidenti, carica che ricoprivano anche nel precedente mandato.

Nella stessa seduta i membri della Commissione Centrale di Beneficenza, costituita dai 28 componenti indicati il 28 aprile, hanno completato anche la formazione del Consiglio di Amministrazione; oltre al presidente ed alle due vicepresidenti, sono stati indicati consiglieri Enrico Lironi, Davide Maggi (questi due confermati rispetto al mandato precedente), Renata Codello ed Emanuele Carluccio. Del Collegio Sindacale faranno parte Massimo Parrinello, Laura Acquadro ed Andrea Bignami. Avviata anche la fase di costituzione delle sottocommissioni consultive (ambiente, arte cultura, ricerca, servizi alla persona e gestione del patrimonio) che si completerà nelle successive settimane, per iniziare i lavori di impostazione strategica delle attività dei prossimi anni.

Alla Commissione Centrale di Beneficenza, da oggi pienamente insediata, spetterà il compito di dettare le linee programmatiche e strategiche dell'attività filantropica, presidiare i criteri per la gestione del patrimonio, scegliere i focus delle tematiche a cui dedicare attenzione nei quattro settori rilevanti di intervento: ambiente, arte e cultura, ricerca scientifica e servizi alla persona.

Il Consiglio di Amministrazione avrà invece il compito della gestione e dell'operatività; delibera i contributi che vengono assegnati ai progetti degli enti no profit al termine della procedura di valutazione a partire dai bandi o da altre modalità con cui le organizzazioni del terzo settore possono presentare le loro proposte chiedendo il sostegno alla Fondazione.

La Commissione Centrale di Beneficienza ed il Consiglio di Amministrazione saranno supportati dalla struttura organizzativa dalla Fondazione, alla cui direzione è stato recentemente confermato come Direttore Generale Sergio Urbani, affiancato da Francesco Pierotti Vicedirettore Generale.

Giovanni Azzone è il quinto presidente della storia di Fondazione Cariplo. Prima di lui si sono succeduti: Roberto Mazzotta dal dicembre 1991 al febbraio 1996; Ottorino Beltrami, dal marzo 1996 al febbraio 1997; Giuseppe Guzzetti, dal 5 febbraio 1997 a maggio 2019; Giovanni Fosti da maggio 2019 ad oggi.

Chi è Giovanni Azzone

Originario di Milano, 61 anni, il professor Azzone ha insegnato Impresa e decisioni strategiche al Politecnico di Milano, di cui è stato rettore dal 2010 al 2016. Ha ricoperto, e ricopre, numerosi incarichi, per istituzioni, aziende ed enti non profit.

È Presidente di IFOM, l’istituto di ricerca sull’oncologia molecolare di Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro. E’ consigliere di amministrazione del Conservatorio di Milano. E' membro del Comitato Etico di AssoCunsult-Confindustria. Tra le altre cose, è stato consigliere di amministrazione alla Triennale di Milano e per Airc, l'Associazione per la Ricerca sul Cancro; ha ricoperto diversi incarichi per la Presidenza del Consiglio dei ministri, per il Ministero dell'economia e delle finanze, per l'ISTAT e per la Regione Lombardia. È stato anche Presidente della Fondazione Comunitaria di Milano, presidio filantropico sulla città promosso da Fondazione Cariplo nel 2018. Ha fatto parte del Comitato di Indirizzo della Fondazione B.E.I.C., in rappresentanza del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

Giovanni Azzone ha svolto e svolge attività di ricerca nel campo dell’analisi organizzativa, del controllo di gestione e del reporting in imprese industriali e Pubbliche Amministrazioni, con particolare riferimento agli aspetti connessi alla sostenibilità, con numerose monografie e decine di articoli su riviste, anche internazionali. Nelle sue analisi, legate all’utilizzo e approfondimento dei dati,  rientrano anche quelle legate agli ambiti di intervento della fondazione: tra questi il welfare di precisione, i servizi pubblici di fronte ai nuovi bisogni emergenti, dovuti anche agli andamenti demografici (ad esempio per l’innalzamento dell’età media delle persone, con aumento significativo degli anziani e una riduzione del numero dei giovani); oggetto di suoi approfondimenti anche le potenzialità delle infrastrutture per lo sviluppo delle città, alla luce delle opportunità offerte dalla digitalizzazione e dei cosiddetti "big data”; attento osservatore dei territori si è concentrato sulle vulnerabilità di quelli italiani con un’analisi dei fattori che ne determinano la resilienza: la coesione sociale, la sostenibilità ambientale, la sicurezza territoriale, la solidità economica.

“È davvero un grande onore, e una grande responsabilità, per me essere qui oggi. Non è una frase di circostanza. Ringrazio i componenti della nuova Commissione Centrale di Beneficenza per la fiducia che hanno riposto in me e il presidente Giovanni Fosti, che ha guidato la Fondazione con grande competenza in uno dei periodi più difficili della nostra storia recente;ha commentato il neo presidente Giovanni AzzoneFondazione Cariplo è un’istituzione che in questi più di 30 anni, con la sua azione e il suo metodo rigoroso ha realizzato una filantropia moderna, al passo coi tempi, con uno sguardo doveroso ai nostri territori e, al tempo stesso, un confronto a livello internazionale. Continueremo nel solco di questa azione, lavorando per rafforzare le nostre comunità, sostenendo lo sviluppo dei territori e la riduzione delle disuguaglianze, insieme alle istituzioni e grazie alle competenze dei membri dei board e del management. Siamo di fronte a sfide nuove e complesse, che richiedono di operare in modo tempestivo e coordinato, come già Fondazione Cariplo ha saputo fare durante l’emergenza pandemica. In questa sfida possiamo contare sulla formidabile passione e competenza che le persone che lavorano per gli enti del Terzo Settore mettono in campo ogni giorno; gli operatori delle organizzazioni non profit, i volontari, sono fondamentali per la realizzazione dei progetti e la tenuta delle nostre comunità”.

"Desidero esprimere grande soddisfazione per le scelte compiute oggi dai nuovi Organi della Fondazione che hanno nominato il professor Giovanni Azzone nuovo Presidente di Fondazione Cariplo. A lui e ai membri della Commissione Centrale di Beneficenza, al Consiglio di Amministrazione, al Collegio Sindacale e alla Direzione Generale vanno le mie più sincere congratulazioni e il mio augurio di buon lavoro. Sono certo che nei prossimi anni la nuova governance saprà consolidare la Fondazione nella sua capacità di generare occasioni di crescita per le persone e i territori, continuando a investire su quell’infrastruttura sociale che rafforza le comunità e porta più opportunità dove ce ne sono meno.” ha dichiarato il presidente uscente, Giovanni Fosti

Sono 17 i progetti selezionati nell’ambito del Bando welfare in ageing, un nuovo attualissimo Bando di Fondazione Cariplo destinato a far fronte ai bisogni degli anziani e delle loro famiglie. La risposta del territorio ha superato le aspettative, sia in termini di quantità che di qualità dei progetti proposti tanto che Fondazione ha deciso di aumentare il budget a disposizione portandolo da 5,5 a 8,5 milioni di euro.

Fondazione Cariplo, in linea con un impegno decennale nei confronti di questo target e con gli obiettivi strategici che guidano l’attività filantropica, ha selezionato  progetti per innovare, rafforzare e connettere i servizi a supporto delle persone anziane e delle famiglie attraverso la co-progettazione degli attori del territorio e il coinvolgimento della comunità. Grande eterogeneità delle iniziative proposte, sia in termini di tipologia di intervento, sia nella scelta del target di riferimento (che, da bando, poteva focalizzarsi sia sulla presa in carico di situazioni di fragilità, sia sul  bisogno conclamato e la non autosufficienza).

Trasversale, nei progetti finanziati, è stato lo sforzo di coinvolgere e attivare la comunità, non in modo estemporaneo bensì con interventi strutturati in affiancamento alle risposte dei servizi: volontari, medici di base, commercianti, farmacisti, istituti scolastici, amministratori di condominio… coinvolti nel ruolo di “antenne” e di intercettazione di bisogni inespressi, nel trasporto sociale, nel supporto domestico, nelle piccole manutenzioni delle abitazioni degli anziani, e, in particolare, nel contrasto all’isolamento e alla solitudine degli anziani, operando anche in chiave intergenerazionale.

I progetti selezionati

14 progetti si rivolgono agli anziani fragili e famiglie, con particolare attenzione alle situazioni emergenziali, dove maggiore è il senso di smarrimento e l’assenza di risposte tempestive (es Pronto Intervento Sociale). Gli interventi si focalizzano sull’intercettazione delle diverse forme di disagio e sull’orientamento delle famiglie, sulla presa in carico del bisogno in chiave evolutiva (intervenendo anche sul fronte del decadimento cognitivo) e sulla ricomposizione dell’offerta (più spesso accompagnata dall’utilizzo di piattaforme tecnologiche). Il potenziamento di servizi rivolti alla domiciliarità ha visto un diffuso ricorso alle nuove tecnologie (domotica, monitoraggio a distanza, telemedicina) e alla creazione di centri di coordinamento per l’offerta di servizi modulabili sulle esigenze dell’anziano. Alcuni progetti si sono sviluppati attorno alla creazione o al ripensamento di spazi dedicati ad anziani e/o caregiver (centri anziani «rivisitati», hub territoriali, sportelli di orientamento e presa in carico,..), in  connessione con il PNRR, nell’ottica di favorire una reale integrazione tra i nuovi dispositivi previsti (case di comunità, PUA, COT..) e il territorio circostante.

3 progetti specificamente dedicati al tema demenze e Alzheimer rivolti all’ integrazione dei livelli socio-sanitario e sociale di presa in carico, grazie alla messa in campo di équipe multidisciplinari o case manager e alla creazione di database condivisi tra i diversi attori coinvolti. Gli interventi di supporto previsti sono dedicati non solo agli anziani ma anche ai caregiver (gruppi di mutuo aiuto e supporto psicologico, Alzheimer Cafè, interventi di sollievo, formazione).

“Attraverso questi progetti vogliamo sostenere una risposta di comunità a un problema che riguarda un numero sempre più ampio di persone e di famiglie che si trovano a fronteggiare carichi di cura nuovi e complessi. Le proposte arrivate dal territorio hanno portato alla luce iniziative diverse ma tutte capaci di connettere in modo trasversale i soggetti del territorio e del sistema locale. Abbiamo quindi deciso di aumentare la dotazione di risorse, fino a 8,5 milioni di euro, e di investire nel rafforzamento di quella che è un’infrastruttura di legame dentro la comunità.” Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo

 

Personale d'arte contemporanea di Paolo Baretta

 

Tra le numerose sue creazioni ci sono le opere realizzate con le barchette di carta che posizionate con cura e sapienza armonizzano forme e colori in modo unico. Ogni barchetta è una piccola opera d’arte, e più barchette – minute e precise – ne compongono una più grande dal significato simbolico. L’attenzione agli oggetti, alla semplicità, ai materiali che da semplici trovano (o ritrovano) vita, fanno delle opere di Baretta qualcosa di davvero speciale.

E Cartacanta è la perfetta sintesi di quello che è: artista che sa “cesellare” un foglio di giornale tanto da renderlo oggetto ineguagliabile; dietro alle opere c’è una colonna sonora immaginaria per chi le guarda, ma frutto delle canzoni che Baretta ascolta, in sottofondo, quando crea. La musica per lui è stata, fin da giovane, un elemento fondamentale per la sua crescita.

La mostra sarà aperta al pubblico sabato 13 e domenica 14 maggio dalle 10 alle 19 e visitabile nel cortile di Palazzo Melzi d’Eril, sede della Fondazione Cariplo – che ha dato il proprio patrocinio all’iniziativa – in via Manin, 23 a Milano.

Paolo Baretta, 62 anni, è stato dipendente di Fondazione Cariplo per molti anni, coltivando quella passione artistica che ora giunge a questa esposizione personale nel luogo in cui ha passato gran parte della sua vita.

La sua tensione nei confronti delle espressioni artistiche lo impegna da giovane nell’ambiente musicale, che abbandona all’età di trent’anni per dedicarsi esclusivamente alla pittura. Frequenta dal 1992 lo studio del maestro Egidio Fusi e sempre negli anni 90 inizia un sodalizio con William Congdon, ultimo grande autore del gruppo newyorkese Action Painting, rapporto di amicizia e lavoro interrotto con la morte del maestro nel 1998. Dal 2009 le sue opere entrano a far parte di collezioni private in Europa e oltreoceano grazie alla stabile collaborazione con una galleria d’arte di Venezia.

Dagli inizi ad oggi il percorso compiuto ha condotto Paolo a riconoscere dignità alle cose più semplici, nella costruzione dell’immagine, nel divenire dell’uomo e della sua arte, nella sua eterna ricerca del vero. Nelle sue opere emerge l’urgenza di scoprire “chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo.”

In mostra 84 opere, realizzate tra il 2006 e il 2023. Tra le opere in esposizione, oltre a quella che dà il titolo alla mostra, Cartacanta, troviamo anche la serie di opere Silos, dove l’immagine semplice di un contenitore pieno di barche allineate, come parcheggiate, porta a pensare alla vita come un silos all’interno del quale tutti sono in realtà accomunati dalla condizione di nascita e morte e dalla necessità di amare ed essere amati, o ancora Sogno di Sant’Erasmo, opera nata dalla scoperta bella e casuale dell’isola di Sant’Erasmo a Venezia, dove camminare tra gli orti con gli occhi immersi nell’orizzonte verde della laguna veneziana, ritornando alla dimensione essenziale del silenzio. O, ancora, un’altra serie di opere dal titolo Squero, idealmente ispirate all’omonimo tipico cantiere per la costruzione, manutenzione e ricovero delle imbarcazioni a remi della città di Venezia, caratterizzato da un piano inclinato verso il canale per il varo delle barche.

Scrive Baretta nell’introduzione alla mostra: “sono interessato ad un gesto non troppo creativo, che richieda uno sforzo sostenibile, caratterizzato dalla fatica che contraddistingue l’uomo vivo e non l’uomo eccezionale”

Da qui la scelta – che contraddistingue il suo tratto artistico da molti anni – di utilizzare come “oggetti d’arte” le barche di carta che confeziona spesso con materiali di recupero; questa infinita varietà di materiali, unita alla disposizione sequenziale consente di creare opere d’arte che, seppur nella loro “serialità”, risultano uniche, dove ciascuno può scorgere infinite sfumature che l’artista può solo suggerire.

“L’Artista non crea bellezza, – scrive ancora Paolo – riceve solo il dono di poterla riconoscere, delicatamente manipolare, riproporre… A diciassette anni saldavo automobili messe una in fila all’altra nella catena di montaggio, oggi metto barche di carta una in fila all’altra per ribadire che nella mancanza, nell’appiattimento forzato, mi riscopro (oggi come allora) vivo. Parliamo tutti della stessa cosa, della navigazione dell’uomo nel mare dell’esistenza, del giusto desiderio di felicità, chiedendoci se la felicità sia il senso della vita o non lo sia invece l’esistenza stessa… così com’è… come un grande regalo che poteva non esserci. Il mio operare propone la vita, la più grande tra tutte le opere d’arte. Ogni barchetta è un pezzo della mia vita, metto le barche una dietro l’altra e seguo la rotta senza spaventarmi.”

 
 

Dal 2013 il convegno Metropoli Agricole ha alimentato la riflessione e il confronto su un’agricoltura basata sul presidio del territorio, la sostenibilità e l’equità dei processi produttivi, la riduzione degli sprechi e la riqualificazione del paesaggio. Con il contributo di esperti e professionisti, quest’anno l'incontro che si che si è svolto giovedì 15 giugno, approfondisce le relazioni tra cambiamento climatico e agricoltura, il ruolo delle politiche europee nell’accompagnare la transizione ecologica dei sistemi alimentari e la partecipazione giovanile in agricoltura.

Nella sessione pomeridiana, tre tavoli di lavoro, si sono confrontate diverse esperienze e sensibilità su tematiche quali l'efficacia delle misure della PAC in risposta alla crisi climatica, le potenzialità dei distretti del cibo e il ruolo della formazione in agricoltura.

L'evento partecipa al programma di formazione professionale continua dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali per 0,781 CFP con riferimento al Regolamento CONAF n. 162/2022.

CLICCA QUI PER RIVEDERE L'EVENTO e consulta i materiali allegati.

 

Si è concluso il processo che ha portato all’individuazione dei 28 nuovi membri della Commissione Centrale di Beneficenza, l’organo di indirizzo della Fondazione.
I componenti della nuova CCB rimarranno in carica per i prossimi quattro anni, e sono stati nominati oggi, formalmente, dai membri uscenti; nel corso dell’incontro è stato anche approvato il bilancio 2022: con questo atto di fatto si è chiuso il mandato degli organi avviato nel 2019. Sempre nella seduta odierna è stato approvato il documento di fine mandato che sintetizza l’importante attività svolta nel periodo 2019-2023.

Oggi si conclude il mandato degli Organi che si sono insediati nel maggio 2019. Gli anni che abbiamo vissuto sono stati decisamente fuori dall’ordinario e hanno sollecitato le nostre persone e le nostre comunità con sfide difficili perfino da immaginare. In questi quattro anni abbiamo cercato di rispondere in modo concreto alle esigenze del presente tenendo sempre lo sguardo rivolto al futuro, investendo per rafforzare l’infrastruttura di legame nella comunità e per generare opportunità di crescita per tutte le persone e i territori. Alle persone con cui abbiamo condiviso questi anni in Fondazione Cariplo, in particolare ai componenti degli Organi della Fondazione e a tutti i collaboratori, va la mia gratitudine. Ai nuovi membri della Commissione Centrale di Beneficenza, che guideranno la Fondazione nei prossimi anni, va il mio più caloroso benvenuto e i miei più sinceri auguri di buon lavoro.” Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo

I membri della Commissione Centrale di Beneficenza per il mandato 2023-2027

La nuova CCB risulta esser composta da nominativi selezionati all’interno di terne proposte da enti ed organizzazioni aventi diritto da Statuto e nel dettaglio, di seguito, i nomi.

In rappresentanza di:

  1. Provincia di Bergamo: Gianpiero Benigni
  2. Provincia di Brescia: Martino Troncatti
  3. Provincia di Como: Enrico Lironi
  4. Provincia di Lodi: Pierluigi Carabelli
  5. Provincia di Mantova: Marzia Monelli
  6. Provincia di Monza: Giovanni Caimi
  7. Provincia di Sondrio: Marco Antonio Dell’Acqua
  8. Provincia del Verbano Cusio Ossola: Giulia Margaroli   
  9. Provincia di Varese: Carlo Massironi
  10. Città Metropolitana Milano 1: Maura Satta Flores
  11. Città Metropolitana Milano 2: Paolo Colonna
  12. Città Metropolitana Milano 3: Mario Vanni   
  13. Regione Lombardia 1: Maurizio Salerno   
  14. Regione Lombardia 2: Laura Bajardelli
  15. Arcidiocesi di Milano: Franco Dalla Sega
  16. Com. Reg. coord. Università Lombardia: Giovanni Iudica
  17. Istituzioni culturali: Susanna Mantovani
  18. Associazioni ambientaliste: Claudia Sorlini
  19. Bando “Terzo settore”: Valeria Negrini
  20. Bando “Terzo settore”: Nicola Stilla
  21. Bando “Terzo settore” : Marco Rasconi
  22. Bando “Terzo settore”: Suor Franca Corti
  23. Bando “Terzo settore”: Emanuele Maria Polizzi
  24. Cooptazione: Giovanni Azzone
  25. Cooptazione: Giuseppe Banfi
  26. Cooptazione: Andrea Biondi
  27. Cooptazione: Cesare Emanuel
  28. Cooptazione: Sarah Maestri

13 componenti sono nuovi, 15 sono confermati tra coloro che hanno fatto parte della Commissione Centrale di Beneficenza nel precedente mandato.

La nuova Commissione Centrale di Beneficenza si riunirà nei prossimi giorni per nominare il Presidente, i due Vice Presidenti, i restanti membri del Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale. La CCB sarà poi articolata in sottocommissioni consultive, cioè gruppi di lavoro sui temi legati all’attività filantropica, alla gestione del patrimonio e ad altre attività necessarie al suo funzionamento; nelle successive settimane, le commissioni avvieranno l’impostazione strategica delle attività dei prossimi anni che verrà poi definita come di consueto in autunno, con l’approvazione dei documenti di programmazione.

Approvati il documento di fine mandato e il bilancio 2022

Nella seduta di oggi è stato anche approvato il Documento di Fine Mandato che riassume l’attività svolta dagli organi di Fondazione Cariplo negli ultimi quattro anni.

Dal 2019 al 2023 Fondazione Cariplo ha donato 556,4 milioni di euro per la realizzazione di 4.502 progetti di utilità sociale; un impegno filantropico che ogni anno ha visto coinvolta la Fondazione, mediamente, in 1.125 iniziative.

Più nel dettaglio, negli ultimi 4 anni, Fondazione Cariplo ha contribuito a sostenere 416 progetti in campo ambientale, con un impegno economico di 39,3 milioni di euro; 1.995 progetti nel settore culturale, con un mecenatismo che ha un valore di 142,3 milioni di euro; 436 progetti a favore della ricerca scientifica, con risorse per 81,7 milioni di euro; 1.506 progetti in ambito sociale, con donazioni per 207,7 milioni di euro.

A queste iniziative si aggiungono 149 progetti realizzati insieme alle Fondazioni di Comunità che operano in Lombardia e nelle province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola, con erogazioni pari a 85,4 milioni di euro.

Nel corso della stessa seduta è stato approvato il bilancio 2022. Lo scorso anno la Fondazione ha sostenuto 1.176 progetti a fronte di un’attività filantropica complessiva per 141,5 milioni di euro.

Sul fronte della gestione del patrimonio l’esercizio 2022 si è chiuso con un avanzo contabile pari a 144,9 milioni di euro.

Il Fondo di stabilizzazione delle erogazioni ora ha una consistenza di circa 320 milioni di euro.

Mercoledì 10 maggio dalle 10 alle 12 avrà luogo una mattinata di incontro e confronto con gli Uffici della Fondazione in merito al bando "Luoghi da rigenerare", nuovo strumento erogativo, con scadenza il prossimo 13 luglio, dedicato alla rigenerazione di edifici ed aree sottoutilizzati, o in stato di abbandono, al fine di riattivare tali luoghi e restituirli alle comunità attraverso nuovi usi e funzioni culturali.

Nel corso della mattinata sarà possibile – nell’ambito di una sessione plenaria organizzata online, attraverso la piattaforma Microsoft Teams – porre quesiti, riflettere e confrontarsi sui temi della rigenerazione urbana e territoriale a base culturale promossi dal bando.

Non è necessaria alcuna registrazione; sarà sufficiente collegarsi a QUESTO LINK il prossimo 10 maggio a partire dalle ore 10.

A seguito delle procedure di valutazione previste dal BandoEvoluzioni – Transizione digitale nell’economia sociale” vengono resi noti oggi i progetti vincitori della seconda fase dell’iniziativa realizzata e promossa dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione Cariplo.

Ciascuno degli 11 enti selezionati riceverà un contributo per la realizzazione del proprio progetto esecutivo e potrà accedere a opportunità di formazione e consolidamento delle proprie competenze.

Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione Cariplo ringraziano tutte e tutti per la partecipazione e l’interesse dimostrato. Proprio la considerevole attenzione per l’intervento e l’elevata qualità delle candidature pervenute in questa seconda fase dell’iniziativa hanno spinto le due fondazioni a integrare il plafond complessivo originariamente previsto, aumentando così il numero di progetti selezionabili per l’erogazione del sostegno.

Per consultare l’elenco di progetti selezionati da Fondazione Cariplo visita questo link.

Parallelamente, è possibile consultare l’elenco dei progetti selezionati da Fondazione Compagnia di San Paolo.

L’Atlante socio economico dell’Appennino 2022 e il focus dedicato all’Oltrepò pavese è stato presentato , presso la Fondazione Cariplo, da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola; Claudia Sorlini, vicepresidente Fondazione Cariplo; Giampiero Lupatelli, vicepresidente Caire; Tito Bianchi, esperto di valutazione e sviluppo locale e membro del comitato tecnico-scientifico del programma AttivAree; Valentina Bergero, responsabile del progetto ViNO 2.0 – Fondazione Lombardia per l’Ambiente; Tiziano Maffezzini, presidente Uncem Lombardia; Luca Santini Presidente Federparchi. Ha moderato la presentazione Elena Jachia, direttrice Area Ambiente Fondazione Cariplo.

L’evoluzione del profilo socio-economico dell’Appennino è il tratto generale che è stato portato in evidenza con questa nuova edizione «tematica» dell’Atlante. Una evoluzione che propone una forte caratterizzazione – in qualche misura inattesa – rappresentata innanzitutto da una fragilità demografica (e sociale) maggiore della fragilità economica. Questo tratto di maggiore fragilità demografica è presente in diversa misura in tutte le quattro grandi partizioni geografiche «longitudinali» (Appennino Settentrionale, Appennino Centrale, Appennino Meridionale, Appennino Calabro-Siculo) nelle quali la catena appenninica è stata considerata dall’Atlante, ma connota in misura particolarmente evidente e marcata la porzione settentrionale dell’Appenino.

Nel grande mosaico di un’economia a misura d’uomo, come recita il Manifesto di Assisi, necessaria per contrastare le sfide che abbiamo davanti come la pandemia, la crisi climatica e la drammatica crisi prodotta dall’invasione dell’Ucraina – dichiara Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbolale realtà dell’Appennino e in particolare dell’Oltrepò pavese presentate in questo rapporto confermano il contributo decisivo che può venire dai territori e dalle comunità. C’è un’Italia che sfida le crisi, compete e si afferma senza perdere la propria anima. I piccoli comuni sono parte importante della nostra identità. Mi sono battuto per avere una legge sui piccoli comuni e ora c’è ma è ancora largamente inapplicata. Un comune è il suo campanile, la sua comunità, i suoi servizi. Servono scuole, un nuovo modello di sanità, uffici postali, piccoli esercizi commerciali, banda larga anche per attrarre i giovani e creare nuove imprese: un’economia più forte proprio perché più a misura d’uomo. Un’Italia che fa l’Italia e si muove entro le chiavi proposte dal Next Generation EU per affrontare la crisi e rilanciare l’economia: coesione, transizione verde e digitale”.

Partire dalla conoscenza per poter affrontare i problemi è fondamentale. L’Atlante – dichiara Claudia Sorlini, Vice presidente Fondazione Cariplo – realizzato dalla Fondazione Symbola ha anche questo scopo. E per un’istituzione come Fondazione Cariplo, che guarda con forte attenzione al tema delle aree interne, all’importanza che queste hanno per il nostro Paese e alle loro potenzialità di sviluppo, l’Atlante rappresenta uno strumento molto utile. Così come interessante è il focus realizzato sull’Oltrepò, territorio su cui la nostra fondazione agisce; già in passato in tale area, infatti, con il programma Attivaree sono stati realizzati progetti che mettevano al centro la valorizzazione della biodiversità e del patrimonio naturale: l’obiettivo che ci si era posti era di riattivare il capitale naturale rendendolo accessibile e in grado di generare opportunità di reddito, disseminare conoscenza e promuovere attività imprenditoriali attorno alla valorizzazione della biodiversità ambientale e agricola, coinvolgendo gli enti del terzo settore nella proposta di nuovi servizi per gli abitanti”.

Nel corso degli ultimi 30 anni il numero degli stranieri presenti nell’Appennino è passato da 42.980 del 1991 a 685.498 del 2021: un incremento del 1.443% che ha portato il peso percentuale dei cittadini stranieri sul complesso della popolazione appenninica dallo 0,4% del 1991 al 7,0% del 2021.

L’Oltrepò lombardo è sicuramente parte integrante e significativa seppur non molto conosciuta del contesto appenninico «settentrionale» interessando il territorio di 11 Comuni: Bagnaria; Brallo di Pregola; Cecima; Fortunago; Menconico; Ponte Nizza; Romagnese; Santa Margherita di Staffora; Val di Nizza; Varzi; Zavattarello. Gli 11 comuni si estendono su una superficie di 325,8 kmq (1,47% della estensione dell’Appennino settentrionale) ed ospitano al 31.12.2022 8931 abitanti (0,23% della popolazione dell’Appennino settentrionale). Se tutto l’Appennino perde popolazione negli ultimi 20 anni, l’Oltrepò lombardo ne ha perduto più della media (-41,6%). Anche nelle dinamiche più recenti il declino dell’Oltrepò è più marcato: nel 2021 è il doppio della media dell’Appenino settentrionale. La causa principale del declino è la ormai netta prevalenza delle morti sulle nascite (le prime sono 8 volte le seconde nell’Oltrepò).

La fragilità demografica di tutto l’Appenino ha radici strutturali nella rarefazione e nell’invecchiamento della popolazione. In Oltrepò questa fragilità si presenta in forma molto più acuta. Se la densità dell’Appenino è in media poco più della metà di quella nazionale, quella dell’Appennino lombardo in Oltrepò scende addirittura a 1/8. La presenza degli anziani in Oltrepò è doppia della media appenninica. Le dinamiche naturali aprono vuoti che non possono essere compensati dal saldo positivo del movimento migratorio degli stranieri, che si è ridotto nell’ultimo decennio, o da quello degli italiani che è tornato positivo nell’ultimo anno ed è particolarmente forte nell’Oltrepò. Meno che altrove qui ha inciso la mortalità differenziale determinata dalla pandemia che in Appennino è del 30% inferiore alla media nazionale. Nella montagna dell’Oltrepò lombardo essa è del 30% inferiore alla media dell’Appennino Settentrionale. La struttura della popolazione è fortemente condizionata da queste dinamiche: gli anziani sono 5 volte più numerosi dei giovani (2,5 volte nell’Appennino) costituendo ormai il 40% della popolazione totale. L’invecchiamento è di norma legato alla prevalenza di genere femminile ma stranamente non è così per l’Oltrepò dove le donne sono poco meno della metà. Il livello di istruzione è relativamente buono e per l’Appennino settentrionale è allineato alla media nazionale, mentre registra in Oltrepò una sotto rappresentazione dei laureati, più forte per gli italiani che per gli stranieri (a differenza che nel resto del Paese), in buona parte determinata dal basso livello di scolarizzazione terziaria delle femmine “native” compensata però tendenzialmente da una maggiore prevalenza delle donne nei flussi attuali di iscrizione). L’elevato invecchiamento – cioè la bassa presenza di minori – determina una maggiore presenza di percipienti redditi (89% contro l’84% dell’Appennino e una media nazionale del 78%) che hanno però redditi pro-capite più bassi dell’appenino settentrionale che li ha invece un poco più alti della media italiana. L’importanza delle rendite pensionistiche spiega una maggiore stabilità nel tempo del reddito disponibile.

L’Appennino lombardo è dunque un poco più povero ma sicuramente meno diseguale: l’indice di Gini che misura la disuguaglianza (che è tanto più elevata spostandosi i valori da 0 a 1) vale 0,379 in Oltrepò, 0,411 in Appenino settentrionale contro un valore medio di 0,434 in Italia. La spesa sociale per abitante è elevata ed è concentrata quasi esclusivamente per gli anziani. Vale infatti l’85% del totale contro valori inferiori al 30% in Appennino e al 25% in Italia. Specularmente, la partecipazione alle forze di lavoro che per l’Appennino settentrionale è allineata alla media nazionale, è più bassa: nonostante tassi di disoccupazione più contenuti il peso degli occupati sulla popolazione è modesto; molto modesto per le donne.

Nonostante le fragilità, l’Appennino rappresenta una parte importante del tessuto produttivo nazionale: da sempre è terra di produzione e di saperi. Dalle imprese appenniniche viene prodotto il 13% del valore aggiunto nazionale: 193,4 miliardi di euro. Una fitta presenza di localizzazioni con 17 Unità locali per 100 abitanti contro le 12 dell’Appennino e le 11 della media nazionale, genera però una occupazione più modesta e che si presenta ancora in diminuzione nel 2021 quando cresce invece in Appennino e in Italia in pari misura. Le imprese sono piccole e soprattutto piccolissime (i 2/3 di un solo addetto in appennino e in Italia solo il 56%) il 70% degli occupati lo è in imprese con meno di 10 addetti (il 50% per l’Appennino e il 40% in Italia. Piccolissime imprese sono dominanti in agricoltura, nelle costruzioni e nel commercio. Le società di capitale rappresentano una presenza modesta ma capace di prestazioni significative nei settori di specializzazione: agricoltura e costruzioni. Basso è però in Oltrepò il grado di innovazione e il livello di internazionalizzazione che per l’Appennino settentrionale è invece maggiore della media nazionale. Anche tra gli imprenditori (come tra gli occupati) le donne rappresentano una percentuale superiore ai benchmark di riferimento mentre gli imprenditori anziani rappresentano una quota sensibilmente più contenuta. Il valore aggiunto per abitante, che nell’Appenino settentrionale è addirittura maggiore della media nazionale presenta valori più contenuti nell’Oltrepò dove è inferiore di 1/5.

Il territorio appenninico lombardo ha affrontato meglio la crisi rispetto all’Appenino nel suo complesso. Una flessione più ridotta nel 2020 e una ripresa più sostenuta nel 2021 (tendenza che non sembra però sarà confermata nel 2022). L’attività turistica, pur con un’offerta di posti letto per 100 abitanti decisamente maggiore dell’Appenino settentrionale (dove è addirittura di poco inferiore alla media nazionale) e con una incidenza sull’economia complessiva importante (10,4% degli occupati contro il 7,1% dell’Appenino settentrionale e il 6,1% dell’Italia), è tuttavia particolarmente fragile. Lo è per composizione strutturale (prevalgono gli agriturismi), ma soprattutto lo è per il contenuto movimento dei fruitori: nonostante un’offerta di tre volte superiore alla media di Appennino e Italia, intensità di fruizione è infatti decisamente inferiore e l’occupazione raggiunge appena il 13% (Appennino 50%; Italia 55%).

Continua la collaborazione tra Fondazione Cariplo e Fondazione Telethon: selezionati a livello nazionale 21 nuovi progetti di ricerca di base per un totale di circa 5 milioni di euro. In Lombardia, sono stati assegnati oltre 2.700.000 euro, con 12 progetti e 19 ricercatori coinvolti. Obiettivo dell’iniziativa congiunta, giunta ormai alla sua 2° edizione, è la comprensione di aspetti genetici e meccanismi molecolari oggi ancora in gran parte sconosciuti o scarsamente compresi, ma potenzialmente utili per favorire lo sviluppo di nuove terapie per le malattie rare.

Sebbene il genoma umano sia stato sequenziato completamente, circa un terzo delle proteine umane non sono ancora state descritte. Questa porzione di genoma ancora inesplorata potrebbe contribuire a chiarire nuovi meccanismi fisiologici e patologici e potrebbe rappresentare una miniera per scoprire nuovi percorsi terapeutici. ll bando di Fondazione Cariplo e Fondazione Telethon si è proposto quindi di sostenere la ricerca di base in questo ambito, ispirandosi a un’iniziativa del National Institutes of Health (NIH) focalizzata sullo studio di quelle parti del nostro patrimonio genetico che, ad oggi, restano oscure ma dovrebbero essere “illuminate”. In particolare, i progetti dovevano focalizzarsi sullo studio dei cosiddetti bersagli Tdark, definiti secondo i criteri stabiliti dall'Illuminating the Druggable Genome Knowledge Management Center (IDG-KMC), per i quali non sono note informazioni sulla struttura, sulla funzione e sulla interazione con molecole e farmaci.

I ricercatori premiati appartengono ad alcuni dei più importanti centri di ricerca della Regione:

  • Antonella Forlino, Università degli Studi di Pavia,Sviluppo scheletrico e stress fisiologico del reticolo endoplasmatico: definire il ruolo della proteina SUCO nell'osteoblastogenesi
  • Patrizia D'Adamo, Università Vita-Salute San Raffaele e Fabrizia Claudia Guarnieri, CNR – istituto di neuroscienze (Monza), “Capire la funzione del gene WASHC4 nel cervello per scoprire le sue implicazioni nella disabilità intellettiva”
  • Emanuele Azzoni, Università di Milano Bicocca, “Analisi di nuovi bersagli terapeutici coinvolti nella risposta infiammatoria nella leucemia mielomonocitica giovanile”
  • Chiara Verpelli, CNR – Istituto di Neuroscienze (Monza), “Ruolo del gene Kctd20 nella patogenesi della sindrome di Phelan McDermid”
  • Jens Geginat, Università degli Studi di Milano e Chiara Vasco, Fondazione Istituto Nazionale di Genetica Molecolare (INGM), “La ballata di LI(L)RA1: mettere in luce il suo ruolo nel lupus eritematoso cutaneo”
  • Ivan de Curtis, Università Vita-Salute San Raffaele, “Caratterizzazione della struttura-funzione della proteina TANC2, un nuovo candidato postsinaptico associato a disturbi neuropsichiatrici”
  • Elisa Di Pasquale, CNR e IRCCS Istituto Clinico Humanitas, e Marco Rasponi, Politecnico di Milano, “Studio del ruolo del gene MLIP nella cardiomiopatia lamina-dipendente in modelli cardiaci umani 3D derivati da iPSC”
  • Valentina Massa e Alessandro Fantin, Università degli Studi di Milano, “MAU2: il la(T)o oscuro della sindrome di Cornelia de Lange”
  • Luca Ferrari, Università degli Studi di Milano e Chiara Bellocchi Fondazione IRCCS Ca' Granda – Ospedale Maggiore Policlinico, “Valutazione dei retrovirus endogeni umani come possibili mediatori degli effetti dell'esposizione ambientale nella sclerosi sistemica”
  • Matteo Fossati, IRCCS Istituto Clinico Humanitas, e Michela Matteoli, Humanitas University “Studio della funzione molecolare del gene KLHL17 nella patogenesi della sindrome di West”
  • Raffaele Badolato, Università degli Studi di Brescia, “Identificazione del ruolo patogenetico di ZNF341 in immunodeficienze primitive correlate a mutazioni in STAT1 e STAT3”
  • Pietro Roversi, CNR – Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria (IBBA), “Recupero ad ampio spettro della secrezione di glicoproteine T-dark mutanti”
  • Luca Colnaghi, Università Vita-Salute San Raffaele, “Meccanismi e bersagli terapeutici della sindrome del neurosviluppo con regressione NEDAMSS”

Complessivamente sono state ricevute 92 proposte di progetto, presentate da enti di ricerca italiani non profit, pubblici o privati. Di queste, 78 sono state ritenute idonee e sottoposte al processo di valutazione, affidato a una commissione medico-scientifica di 13 scienziati di caratura internazionale provenienti da tutto il mondo e presieduta dal dr. Massimo Pandolfo della Mc Gill University di Montreal (Canada). A garanzia della trasparenza e della correttezza della valutazione, è stato usato il metodo di peer-review, o revisione tra pari, che indica la valutazione critica che un lavoro o una pubblicazione riceve da parte di specialisti aventi competenze analoghe a quelle di chi li presenta.

 

La quantità e la qualità dei progetti di ricerca che si sono proposti per questa seconda edizione del bando ci dimostrano la vivacità della comunità scientifica e l’interesse verso il tema. Lo studio del patrimonio genetico umano e la comprensione dei meccanismi all’interno di esso rappresentano infatti un campo di ricerca ad altissimo potenziale, capace di aprire a nuovi scenari diagnostici e terapeutici. Il Bando congiunto Fondazione Cariplo – Fondazione Telethon è un’esperienza di collaborazione estremamente positiva, basata sulla comune convinzione che investire in ricerca e conoscenza sia fondamentale per migliorare la vita delle persone, delle loro famiglie e di tutta la comunità” ha commentato Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo.

“Anche nella seconda edizione di questo bando abbiamo ricevuto molte proposte dalla comunità scientifica – ha dichiarato Francesca Pasinelli, Direttore Generale di Fondazione TelethonCiò rafforza ulteriormente l’ipotesi che la chiave per svelare i meccanismi alla base di diverse patologie rare ancora senza risposta potrebbe proprio essere "nascosta” in questo ambito d'indagine praticamente inesplorato. Siamo contenti di portare avanti il sodalizio con Fondazione Cariplo e di indirizzare la ricerca in questa direzione con l’auspicio di poter, così, gettare le basi per lo sviluppo di nuove strategie di cura”.

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