Nel palinsesto di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 nell’ambito “La città che inventa” va in scena «Un altro lunedì. Storie di acrobatica quotidianità per signore», lo spettacolo che racconta il percorso imprenditoriale di donne bergamasche ideato da Chiara Magri con la regia di Laura Curino.

Il progetto è stato sviluppato da Tartaruga Aps ed è uno dei novantadue progetti sostenuti con 3,5 milioni di euro dal bando: “CAPITALE DELLA CULTURA 2023 Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio”. Al centro dello spettacolo, che viaggerà per tutto l’anno nelle provincie di Bergamo e Brescia (qui Il calendario delle rappresentazioni) l’esperienza di 12 imprenditrici del territorio che hanno prestato il loro racconto alle ideatrici del progetto. Le attrici Chiara Magri e Giulia Manzini danno voce e corpo alla vita lavorativa e privata di queste 12 donne. La sceneggiatura è nata a partire proprio dalle loro interviste e lo spettacolo è costituito da monologhi, uno per ogni imprenditrice.

Spiega Chiara Magri: «Il nome del progetto “Un altro lunedì” nasce da una sorta di mio corto circuito mentale su una canzone di Jovanotti che parla di disoccupazione (Sabato, sabato. È sempre sabato. Anche di lunedì sera. È sempre sabato sera. Quando non si lavora. È sempre sabato Vorrei che ritornasse presto un altro lunedì). Noi non parliamo di disoccupazione, ma del contrario. Però dopo la pandemia sentivo di voler raccontare una nuova visione e approccio al mondo del lavoro. Trovare un lunedì per andare a lavorare in una maniera diversa. E appunto femminile: e il lunedì fa pensare anche alla luna, un astro femminile».

«Le donne hanno una visione che contiene in maniera integra la persona, che non separa in maniera netta la vita privata e quella lavorativa, la loro capacità di fare e gestire attraversa lavoro e famiglia. E noi abbiamo disegnato una mappa da esplorare per restituire uno spettacolo dove la capacità di evolvere, la resilienza, l’invenzione del mondo femminile possano essere esempi illuminati per favorire una riflessione sulla produttività e l’innovazione nel mondo del lavoro». Le dodici imprenditrici del territorio che hanno prestato la loro storia al progetto (Maria Teresa Azzola – Interior And Industrial Design; Silvia Baldis – studio Baldis Restauri; Tiziana Barbiero – Teatro Tascabile di Bergamo; Federica Bisutti – Policrom Screens S.p.A.; Barbara Bona – Unipel – Bamafashion S.N.C. ; Nicoletta Ghirardi – Camiceria Agatex; Elena Lussana – Il Castelletto Azienda agricola; Maria Rauzi – Teatro Telaio Brescia; Manuela Ravasio – Business coach; Ida Rocca – Donna Impresa Confagianato; Norma Scandella – Sinergia Spa; Maria Balduzzi – Sinergia Spa) sono donne che hanno storie e carriere diverse ma, sottolinea Magri: «in questo momento sono in ufficio, sopra un ponteggio, in laboratorio, tra la polvere. Molte di loro lavorano in ambiti tradizionalmente maschili. Sinergia è un’azienda manifatturiera che si occupa di progettare e vendere macchinari di compressione dell’aria. Silvia Baldis dirige uno studio di restauro ma si arrampica ogni giorno sui ponteggi. Sono anche donne di età differenti, le loro storie attraversano più generazioni e questo ci sembrava bello, ma sono tutte in attività, non volevamo raccogliere testimonianze di quello che è stato fatto, ma di quello che si sta facendo». Selezionarle è stato un grande lavoro di ricerca condotto insieme al comitato di imprenditoria femminile della Camera di commercio e il CNA di Bergamo. «Quando le abbiamo contattate abbiamo trovato subito disponibilità ed entusiasmo e nessuna titubanza. Le abbiamo intervistate per ore insieme all’attrice Giulia Manzini e alla regista Laura Curino, che aveva già portato in teatro il mondo del lavoro con lo spettacolo Camillo Olivetti, alle radici di un sogno. Ci hanno raccontato storie molto diverse ma la parola che è venuta fuori più spesso e comune a tutte è stata relazione. La relazione che avevano con i loro dipendenti, persone che possono bussare senza timore alla loro porta se ne hanno bisogno. E relazione fra i lavoratori, a tutti i livelli. L’impegno costante per creare una sinergia che non separi l’azienda in compartimenti stagni. Alcune di loro hanno organizzato una mensa interna senza orari diversificati, come succede invece in alcune grandi aziende: chi costruisce i tubi si siede a tavola con gli ingegneri che li progettano. “Se non c’è relazione le cose non funzionano”, ce lo hanno detto tutte. E ce lo ha spiegato molto bene Nicoletta Ghirardi di Agatex “se in una catena di lavorazione di una camicia due persone hanno un sospeso fra di loro, la camicia non esce cucita bene”. Questo è il patrimonio prezioso di una visione femminile».

Alle dodici voci nello spettacolo sono affiancate altrettante opere di ritrattistica femminile (dieci delle quali presenti in Accademia Carrara): «Il valore aggiunto dei quadri sono le radici delle storie che raccontiamo. Sono tutti ritratti di donne del territorio o pittrici del territorio. Abbiamo scelto opere che potevamo legare alla storia delle nostre imprenditrici in modo simbolico. Le opere entrano in scena perché la situazione scenografica assomiglia allo studio da pittore, c’è uno spazio neutro che si riempie di opere e cavalletti». Ma nonostante l’iconografia così raffinata «il nostro è uno spettacolo pop. Va in scena anche in teatri dove può partecipare la signora del paese, noi speriamo di riuscire a comunicare con tutti». Una delle azioni del progetto, prevede infatti per l’inizio per l’inizio del prossimo anno scolastico, spettacoli dedicati alle scuole superiori. «In particolare, ci rivolgiamo agli istituti di formazione professionale, scuole spesso dimenticate, vogliamo incontrare ragazzi che il teatro non lo vedono. Un altro lunedì non è Il giardino dei ciliegi, non ci sono personaggi ma personalità, non parliamo di cose difficili ma di esperienze di vita e speriamo che possano aiutare i ragazzi possano a comprendere ruoli e responsabilità e sviluppare una coscienza del lavoro come un’espressione di sè».
 

Osvaldo Ranica, Presidente Fondazione della Comunità Bergamasca: «Ogni progetto scelto, 42 per Bergamo e la sua provincia, è espressione innovativa e creativa del territorio di riferimento e della capacità dei soggetti proponenti di leggere in chiaroscuro risorse, talenti, bisogni delle comunità. Sappiamo che la cultura è un traino importante non solo per lo sviluppo dell’economia e del turismo dei nostri territori ma anche per quello sociale delle nostre comunità. Per questo, credo sia importante dire ancora una volta che ciò che ci sta a cuore come fondazione di comunità, più di quello che si realizzerà durante quest'anno straordinario, è ciò che resterà sui nostri territori quando i riflettori si saranno spenti. Se, come eredità della Capitale, resteranno legami più solidi e maggiore coesione sociale avremo centrato l'obiettivo. Tutti i progetti che abbiamo sostenuto vanno in questa direzione: promuovere crescita, benessere e sviluppo sostenibile per il territorio, di cui siamo un solido riferimento. Dalla città alla pianura, dalle valli alle montagne; per i più giovani, gli anziani e per quanti, spesso, restano ai margini: la 'cultura che cura' è quella che emancipa, che rende tutti protagonisti. È questa la cultura che ci interessa promuovere. È per noi un privilegio poter partecipare ad una così significativa occasione di rinascita delle nostre città con Fondazione Cariplo, che da sempre ha attenzione per i territori e le persone, e con Fondazione della Comunità Bresciana».

Per info: il calendario degli spettacoli.

Giovedì 15 giugno è stato presentato Innovacultura, il nuovo progetto di Regione Lombardia, Fondazione Cariplo e Unioncamere Lombardia per sostenere l’innovazione del settore culturale, con il supporto di Cariplo Factory e la collaborazione di Fondazione Social Venture Giordano dell’Amore.

InnovaCultura ha l’obiettivo di sostenere istituti e luoghi della cultura per favorire nuove competenze e un ripensamento delle proprie attività, da sviluppare in chiave innovativa grazie all’avvio di partenariati con imprese attive nel settore culturale e creativo.

Cos’è Innovacultura

Frutto di un accordo tra le parti, reso possibile dalle comuni intenzioni programmatiche di supporto alle istituzioni culturali locali e alle imprese culturali e creative (ICC) attive sul territorio lombardo, InnovaCultura estende la positiva esperienza di InnovaMusei ad una più ampia platea di soggetti e operatori culturali: biblioteche, sistemi bibliotecari e archivi, siti UNESCO, aree e parchi archeologici e complessi monumentali non statali, oltre che ecomusei, musei, raccolte e sistemi museali riconosciuti.

In questa edizione, Regione Lombardia metterà a disposizione € 6.000.000,00 a valere sul PR FESR 2021-2027 per finanziare le imprese culturali e creative che svilupperanno progetti culturali innovativi, in partenariato con istituti e luoghi della cultura lombardi. Il bando, predisposto e approvato da Regione Lombardia, sarà gestito da Unioncamere Lombardia in qualità di Organismo intermedio.

Fondazione Cariplo impegnerà € 800.000, dei quali € 500.000 per la costruzione di un percorso di rafforzamento delle migliori ICC del territorio lombardo – realizzato con il supporto di Cariplo Factory – e € 300.000 per investimenti “impact” – realizzati con il coinvolgimento della Fondazione Social Venture Giordano dell’Amore – a beneficio delle ICC che parteciperanno al percorso e che saranno ritenute più inclini a generare impatto sociale e culturale.

Il percorso progettuale è articolato e si sostanzia attraverso fasi successive, ciascuna coordinata in via prevalente da uno o più partner di progetto.

Una prima fase del progetto ha già visto il coinvolgimento degli Istituti e dei luoghi della cultura lombardi tramite una manifestazione di interesse promossa da Regione Lombardia per identificare e raccogliere le necessità di soggetti intenzionati ad innovare la propria offerta culturale, in modo da favorire possibili collaborazioni con Imprese culturali e creative (ICC).

Dal 15 giugno al 4 settembre 2023 sarà pubblicata una Call volta a selezionare le ICC di dimensioni micro-piccola e media – attive da almeno un anno sul territorio lombardo -specializzate nello sviluppo di prodotti e servizi a carattere innovativo in grado di fornire a Istituti e luoghi della cultura soluzioni nuove per arricchire la propria offerta e per migliorare e diversificare l’esperienza dei pubblici; seguirà un percorso di accelerazione e rafforzamento delle ICC selezionate, un Match-Making Day e azioni di Impact Investing, fino al bando che finanzierà i progetti più innovativi.

Per partecipare: www.cariplofactory.it/progetti/icc-per-innovacultura

La tutela dell’ambiente e delle risorse naturali sono elementi importanti per la strategia di Fondazione Cariplo. Nel solo periodo 2017 – 2019, attraverso il bando Capitale Naturale, la Fondazione ha sostenuto, con un contributo di oltre 10 milioni di euro, 14 progetti finalizzati alla conservazione della biodiversità e al potenziamento delle connessioni ecologiche su 840.000 metri quadrati di aree naturali in Lombardia e nel VCO, coinvolgendo più di 100 enti tra comuni, parchi, associazioni ed enti di ricerca.

Con la medesima finalità, il nuovo progetto Join Nature vuole stimolare le imprese aderenti all’UN Global Compact Network Italia a co-finanziare insieme a Fondazione Cariplo la realizzazione di interventi a tutela della biodiversità in aree gestite da parchi ed enti pubblici nel territorio di riferimento della Fondazione.

Il 5 giugno, Giornata mondiale dell’Ambiente, sarà inoltre l’occasione per condividere quanto effettivamente realizzato a tutela del capitale naturale in questi anni: il nuovo Quaderno “IL DISEGNO DEL CAPITALE NATURALE – Esperienze e risultati della terza comunità di pratica” intende raccontare le esperienze della Comunità di Pratica del bando Capitale Naturale 2019, raccogliendo riflessioni, casi studio, inquadramenti teorici, analisi dei contesti di intervento, con un approccio basato sulla condivisione dei saperi e il rafforzamento dei legami tra partner, in un clima di collaborazione e partecipazione.

 

Per partecipare all’evento on line, registrati QUI. Consulta il programma in allegato.

Sono tre i progetti di ricerca selezionati dai revisori a cui Ager-Agroalimentare e ricerca destinerà i 2,5 milioni di euro messi a disposizione dalle Fondazioni per il bando “Dal suolo al campo – Approcci multidisciplinari per migliorare l’adattamento delle colture al cambiamento climatico”, nato con l’intento di migliorare le produzioni agroalimentari e salvaguardare la salute e la fertilità dei suoli italiani. Il bando, che si è chiuso lo scorso ottobre, ha stimolato la candidatura di proposte fortemente interdisciplinari in linea con le aspettative di fabbisogni di ricerca e di innovazioni rilevati da Ager, a dimostrazione che lo studio dei consorzi microbici e della loro interazione con le piante è un tema di grande attualità e che si presta a numerose applicazioni pratiche.

Siamo molto soddisfatti dell’eccellente qualità scientifica dei progetti che ci sono pervenuti e dello sforzo profuso dagli enti di ricerca italiani. I ricercatori hanno colto appieno gli obiettivi e le finalità del bando, presentando progetti innovativi e in grado di generare risultati scientifici di qualità e con ricadute operative in campo – dichiara la professoressa Claudia Sorlini, presidente del Comitato di Gestione di Ager e aggiunge: “Proprio per garantire una concreta applicabilità delle innovazioni e favorire la crescita dell’agroalimentare come motore di sviluppo dei territori, nella terza edizione di Ager abbiamo affiancato ai valutatori scientifici esperti nel campo dell’innovazione e delle tecnologie. L’esito delle valutazioni ha messo in evidenza la stretta aderenza dei progetti agli obiettivi del bando e l’alta qualità scientifica delle proposte, in gran parte giudicate come eccellenti o buone e quindi degne di finanziamento. Infine, da donna e da ricercatrice, desidero sottolineare il contributo di Ager alla parità di genere nell’ambito della ricerca, visto che i tre progetti selezionati saranno guidati da altrettante donne”.

Questi progetti sono accomunati da approcci originali e da un forte carattere innovativo. Le ricerche, condotte da team multidisciplinari dislocati su tutto il territorio nazionale, toccheranno colture tipiche italiane, quali la vite, il riso, l’actinidia, il cece e il pisello.

I risultati offriranno soluzioni e modelli di studio adattabili e trasferibili ad altre colture, ampliando ulteriormente la ricaduta delle innovazioni prodotte dalla ricerca.

Entrando nello specifico, un primo progetto studierà come contrastare una pericolosa malattia dell’actinidia, la Kiwifruit Vine Decline Syndrome (KVDS), di cui al momento non sono ancora stati identificati gli agenti causali. Il progetto analizzerà i meccanismi alla base di questa sindrome, identificherà i biomarcatori utili per la diagnosi e studierà strategie di controllo e prevenzione che facciano anche uso di comunità microbiche sintetiche.    

Un secondo progetto si pone l’obiettivo di migliorare la fertilità del suolo e facilitare la gestione delle coltivazioni di vite, cece e pisello. L’approccio prevede la realizzazione di tè di compost (estratto acquoso fermentato ottenuto da compost vegetale) potenziati con consorzi microbici composti da microrganismi benefici con capacità di biocontrollo e biostimolante. Oltre alla fertilità, il nuovo prodotto sarà testato in campo per valutare la capacità di difesa della vite e delle leguminose da malattie fungine, come ad esempio oidio e peronospora.

Infine, il terzo progetto valuterà direttamente in campo le potenzialità di un consorzio di microrganismi sulle colture della vite e del riso. In particolare, il progetto vuole favorire l’attitudine delle piante a reclutare una comunità microbica selezionata e testata in laboratorio e inoculata nel suolo. Il tutto con gli obiettivi di aumentare la tolleranza delle due colture agli stress conseguenti alle mutate condizioni ambientali, migliorare la fertilità del suolo e la qualità dei prodotti.

L’avvio dei progetti è previsto nella seconda metà del 2023. La scheda di dettaglio dei tre progetti sostenuti è pubblicata qui.    

Ager è sostenuto da Fondazione Cariplo, con ruolo di capofila, Fondazione CRC, Fondazione Cariparma, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Perugia, Fondazione di Sardegna, Fondazione Tercas, Fondazione Friuli, Fondazione Monte dei Paschi di Siena e Fondazione CON IL SUD. 
Per informazioni: www.progettoager.it

Il Comitato esecutivo di Acri ha deliberato un contributo straordinario di 1,5 milioni di euro, in favore delle popolazioni colpite dall’alluvione che sta investendo il territorio dell’Emilia-Romagna in queste settimane.
Come già avvenuto in passato in simili circostanze, anche oggi le risorse stanziate sono a valere sul Fondo Nazionale Iniziative Comuni, il fondo costituito dalle Fondazioni in seno ad Acri per rispondere alle emergenze. Acri ha affidato all’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna il compito di coordinare l’impiego delle risorse, predisponendo un apposito piano di intervento, per offrire una prima risposta alle esigenze della popolazione.

Un ulteriore stanziamento

Fondazione Cariplo, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT si sono impegnate rispettivamente con uno stanziamento di 300 mila euro per un totale di ulteriori  900 mila euro per i territori colpiti dalla recente alluvione, oltre quindi al contributo deliberato nella riunione del 16 maggio del Comitato esecutivo di Acri di 1,5 milioni di euro, in favore delle popolazioni colpite. 

“In situazioni come queste la solidarietà è importante, fondamentale. Vogliamo essere vicini alle popolazioni alluvionate nella condivisione di questo drammatico evento e dare il nostro sostegno concreto. È bene agire sempre coordinati. Abbiamo aderito, attraverso l’Acri, alcuni giorni fa, alla proposta con cui si è deciso di stanziare 1,5 milioni di euro per gli aiuti; e ora abbiamo pensato, insieme alle fondazioni di Torino, di integrare questa azione. I fatti stanno dimostrando che, purtroppo, le conseguenze dell’alluvione stanno andando oltre i primi, iniziali, bilanci della scorsa settimana. La popolazione dell’Emilia-Romagna sta dimostrando un’encomiabile capacità di reazione, ma sappiamo quanto sia importante, in questi momenti, per trovare la forza di reagire, non sentirsi lasciati soli” ha detto il Presidente di Fondazione Cariplo, Giovanni Azzone.

“Siamo molto vicini alle persone colpite dall’alluvione degli scorsi giorni. Abbiamo aderito, attraverso l’Acri, alla proposta di stanziare 1,5 milioni di euro per rispondere alla sfida dell’immediato: l’emergenza.  All’intervento emergenziale per sua natura essenziale, rapido, occorre associare già oggi azioni impostate su un orizzonte di medio-lungo termine. Abbiamo dunque deliberato un ulteriore importante contributo per le azioni di sistema e per ripensare e costruire il futuro già da oggi lavorando per il bene comune con le persone al centro del nostro pensiero e delle nostre progettualità” ha dichiarato Francesco Profumo, Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo.

“È importante che la vita delle comunità segnate dalla tragedia dell’alluvione possa tornare presto alla normalità, attraverso la rapida ricostruzione dei luoghi e la ricucitura di un tessuto sociale che sta dando grande prova di forza, coraggio e voglia di rinascere afferma il Presidente della Fondazione CRT Fabrizio Palenzona –. Il nostro contributo vuole essere un segnale concreto di solidarietà e vicinanza alle popolazioni dell’Emilia-Romagna, nella consapevolezza di quanto sia urgente intervenire per salvaguardare l’ambiente e prevenire rischi simili”.

Il Premio “Miglioriamo Milano” promosso dall’Associazione Quartieri Tranquilli e da Fondazione Cariplo, in onore di Giuseppe Guzzetti, è giunto alla quinta edizione

In questa nuova veste vuole valorizzare le associazioni, i personaggi e le iniziative di volontariato che si sono rese protagoniste a Milano tra il 2022 e il 2023. Attraverso il lavoro di selezione, valutazione e divulgazione delle attività svolte intende essere anche uno strumento di indirizzo e conoscenza delle attività e del mondo del Terzo settore, identificando i soggetti del volontariato milanese che meglio interpretano valori, missione e obiettivi di responsabilità sociale. Particolare importanza viene data alla prima categoria: migliore associazione dal punto di vista della gestione del Bilancio.

Il premio è diviso in TRE categorie e sarà assegnato a giudizio insindacabile della Giuria presieduta da Giangiacomo Schiavi

  • Prima categoria Verrà premiata la migliore associazione dal punto di vista della gestione di Bilancio 2022 o 2023 con particolare attenzione al rapporto tra patrimonio, entrate e fondi destinati alle attività associative.
  • Seconda categoria. Un premio andrà al Volontario dell’anno, il personaggio che più si è distinto per l’attività svolta tra il 2022 e il 2023 nell’ambito della città di Milano o il personaggio milanese che più si è distinto per l’attività svolta sul territorio nazionale. Condizione necessaria per la partecipazione è aver compiuto i 18 anni di età.
  • Terza categoria. TRE premi sono previsti per la migliore iniziativa di volontariato realizzata e conclusa oppure lanciata e ancora in corso, tra il 1° gennaio 2022 e il 31 dicembre 2023. Possono partecipare tutte le iniziative che NON abbiano già ricevuto un finanziamento da parte della Fondazione Cariplo o che abbiano in corso una procedura di richiesta di finanziamento da parte della Fondazione Cariplo.

I premi

Per ogni singola categoria è previsto un premio di 3000 euro.

Ovvero: 3000 euro al premio per la prima categoria; 3000 euro al premio di seconda categoria; 1000 euro ciascuno a tre premi di terza categoria. L’erogazione del premio avverrà attraverso la consegna di un assegno di parte del presidente dell’Associazione Quartieri Tranquilli.

Le modalità di partecipazione al concorso sono illustrate nel Bando e sul sito Quartieri Tranquilli.

A Brescia, nel palinsesto di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, dal 19 al 28 maggio, 10 giorni di eventi per incontrare il Progetto Verziano realizzato da Compagnia Lyria in collaborazione con il Ministero della Giustizia Casa di reclusione Verziano Brescia.

Performance di danza con detenuti e liberi cittadini, un convegno nazionale, una mostra fotografica, spettacoli e spazi di dialogo per conoscere la storia del progetto e i suoi protagonisti.

Il progetto sviluppa il tema della “Cultura come cura”, in quanto strumento di prevenzione e socializzazione che influenza il benessere delle persone, attraverso processi di inclusione e accoglienza per la costruzione di relazioni di comunità. 

In Straordinarie Visioni #12 anni di carcere, il carcere non è luogo relegato ai margini, ma trova uno spazio anche al centro, nei cuori delle città che quest’anno sono il simbolo della cultura italiana.

Il progetto ha ricevuto un sostegno di 35.000 euro nell’ambito del bando CAPITALE DELLA CULTURA 2023 Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio

Il programma completo

Il progetto

«Iniziare partendo da esercizi fisici per sciogliere i muscoli. Iniziare dal proprio corpo: collo, schiena, gambe, ginocchia, piedi, gomiti. Iniziare: mento che va su, occhi che vanno giù, mente che va giù, occhi che vanno su. Iniziare a mettersi in gioco».

«La rivincita sulla vita è che, essendo in carcere, ti senti invalidato sotto tutti gli aspetti. Perché, è naturale, stai pagando uno sbaglio commesso. Il fatto di partecipare a uno spettacolo, sentirti importante, è la rivincita che tu provi dopo che hai vissuto una detenzione».

Il Progetto Verziano nasce nel 2011 con l'intento di realizzare un'azione di sensibilizzazione sul tema dell'integrazione tra realtà carceraria e società civile e per scalfire gli stereotipi e i pregiudizi delle diversità.

Nel panorama delle iniziative che vengono realizzate nelle realtà carcerarie in Italia, il progetto Verziano, giunto quest’anno alla sua dodicesima edizione, ha caratteristiche che lo rendono unico.

Lo racconta Giulia Gussago, la direttrice artistica della compagnia Lyria: «Ci sono molti progetti di teatro che vengono portati avanti nelle carceri italiane, è molto raro invece incontrare iniziative focalizzate sulla pratica della danza contemporanea, perché è una disciplina che prevede il contatto fisico. Inoltre, il progetto Verziano prevede laboratori in cui detenute e detenuti danzano insieme e anche questo di solito non accade, perché la vita in carcere è sempre molto divisa e le sezioni maschili e femminili non si incontrano mai. Un’altra peculiarità del nostro progetto è che non è riservato ad operatori e detenuti, ma partecipano anche liberi cittadini, i miei allievi della compagnia. E in questa edizione, per la prima volta, abbiamo portato nel carcere anche gli studenti».

Nelle “straordinarie visioni” di quest’anno c’è anche quella degli studenti di due classi di due Istituti superiori di Brescia, lo “Sraffa” e il “Lunardi”, che hanno danzato insieme ai detenuti, alle detenute e ai liberi cittadini.

Francesca Paola Lucrezi è la direttrice della Casa di reclusione Verziano di Brescia e da subito ha creduto in questo progetto: «Un istituto di pena è in gran parte “fatto” dal suo direttore. È la figura centrale di ogni istituto, la persona che imprime la direzione alla vita che si svolge in carcere e alla creazione di opportunità di reintegrazione. Francesca Paola Lucrezi è una direttrice illuminata e, nella sua visione la cultura e la pratica artistica sono strumenti ideali per la rieducazione della persona. Negli anni ha accolto tutte le nostre proposte, anzi a volte ha rilanciato su progetti più arditi. Un anno abbiamo messo in scena uno spettacolo nel campo sportivo del carcere, c’erano 300 cittadini. Da quest’anno è diventata direttrice anche dell’altro istituto penitenziario di Brescia, la Casa Circondariale Nerio Fischione, che è un carcere in una situazione molto più critica rispetto al Verziano, è una struttura vecchia e sovraffollata. Ma abbiamo iniziato a lavorare anche lì con lei, dove c’è un’intenzione forte si possono fare cose stupende»

La danza

«La danza ha un valore liberatorio che in un contesto come il carcere è essenziale. Liberare il corpo nel movimento scioglie le emozioni compresse, anche la rabbia. Oltre a mantenere le persone in una condizione di maggior benessere, e quindi a favorire una convivenza quotidiana più serena, aiuta i detenuti a percepirsi in un modo diverso e a interagire con il mondo in un modo diverso. E questo deve accadere dentro il carcere, perché se non accade significa che i detenuti saranno uguali a prima nel momento in cui torneranno liberi».

Uomini e donne

«Nel carcere uomini e donne non possono mai stare insieme, nei nostri laboratori lo possono fare una volta alla settimana e un sabato ogni mese, insieme ai liberi cittadini. E nella danza c’è anche l’incontro fisico, l’aprirsi al sentire dell’altro e al proprio. Facendo entrare il corpo nell’attività in carcere si scatenano reazioni ed emozioni, una bomba di emozioni, e questo è ovviamente anche un rischio e va gestito, ma prima di tutto è un valore, che cambia il comportamento delle persone. È molto più rischioso per la comunità quello che accade di solito cioè che una persona sconta una pena di 10, 15 anni senza aver mai potuto toccare la mano di una donna o di un uomo. Come uscirà dal carcere?

Gli studenti entrano nel carcere Verziano

«Nella comunità ci sono sempre due posizioni verso i detenuti, che in genere sono contrastanti tra di loro: quella più di apertura e quella “Chiudiamoli dentro e buttiamo la chiave”.

Negli incontri di preparazione all’ingresso in carcere che abbiamo tenuto nelle scuole, c’erano ragazzi che inizialmente avevano delle riserve e confrontandoci con noi, ci hanno detto: “Non è giusto che spendiamo le nostre risorse per aiutarli, devono scontare la loro pena perché hanno sbagliato”. È un atteggiamento molto comprensibile, ma che poi è mutato dopo l’esperienza.

Danzare, fare fatica insieme, sbagliare: è stato un incontro trasformativo per tutti per i ragazzi ma anche per i detenuti. Io ho fatto in modo che, al momento dell’ingresso in carcere dei ragazzi, i detenuti fossero confusi insieme ai liberi cittadini, gli allievi della scuola, già intenti a ballare. Nessuno poteva sapere chi era l’altro, nei costumi di scena sono tutti uguali, questo era spiazzante, ma simbolicamente molto importante. Ho negli occhi i sorrisi delicati ed emozionati dei ragazzi durante il lavoro, il loro imbarazzo iniziale e poi il clima bellissimo che è nato danzando insieme, la fiducia e l’abbandono.

Una delle detenute più giovani alla fine della performance piangeva e ha detto: “È stato bellissimo ma io mi sono anche intristita pensando alla fortuna che hanno questi ragazzi di essere liberi di studiare e imparare: io non l’ho potuto fare”: però anche questo è il seme di una possibile trasformazione: rivedo il mio passato alla luce di un presente che è diverso da quello che ho vissuto io, capisco l’errore e intravedo che un’altra possibilità però esiste.

I ragazzi, prima di andarsene, hanno lasciato delle testimonianze scritte per i detenuti, una più bella dell’altra.

La testimonianza di una studentessa del Liceo Linguistico Lunardi

Laura Milesi, 18 anni: «È stato importante fare un percorso di preparazione prima dell’incontro in carcere. Gli operatori e i volontari ci hanno raccontato le loro esperienze e ci hanno riflettere sul fatto che anche nella realtà che viviamo tutti i giorni, anche quando andiamo al supermercato, non sappiamo davvero chi è l’altro. Però un conto è provare a non avere pregiudizi, paure e imbarazzi in astratto, ma quando varchi le porte del carcere all’inizio ti sembra di entrare in un altro mondo: devi lasciare la borsa, il cellulare, tutto. Le guardie ti raccomandano di non accettare nessuna richiesta da parte dei detenuti, come portare qualcosa all’esterno. Quindi all’inizio un po’ di timori e imbarazzi c’erano. Io personalmente avevo paura di non comportarmi nel modo corretto, che i detenuti si sentissero giudicati o di apparire distante. Ma quando siamo entrati loro stavano già ballando insieme agli altri cittadini, c’era un’atmosfera serena e calorosa e ci siamo rilassati, nessuno di noi ha pensato “questo è un carcerato, questo è un cittadino libero”, non si sono create differenze, abbiamo ballato e ci siamo riconosciuti uguali. Alla fine ci sentivamo tutti più vicini, anche fra di noi compagni di classe. Ci siamo messi in cerchio e ognuno ha raccontato le proprie sensazioni, anche i detenuti ci sono sembrati molto felici.  È stata un’esperienza che è valsa mille ore di educazione civica, mi piacerebbe moltissimo poterla fare ancora».

 

I numeri di 12 anni di progetto

  • 232 detenute e detenuti
  • 4 detenuti autorizzati all'art. 21 O.P.
  • 7 ex detenuti
  • 260 liberi cittadini con accesso al carcere
  • 127 artisti, collaboratori e rappresentanti istituzionali
  • 1740 cittadini spettatori agli eventi in carcere
  • 780 detenuti spettatori agli eventi in carcere
  • 2815 spettatori agli eventi in città
  • 640 docenti e studenti di diversi Istituti Superiori e Università

 

Fondazione Cariplo e la tutela della biodiversità, un legame che prosegue ormai da tempo e che si arricchisce oggi di strumenti e modalità per rispondere in maniera più efficace e ampia alla crisi climatica e alla necessità di moltiplicare azioni, risorse e alleanze e di accelerare la transizione ecologica dei territori. Per la prima volta, infatti, la Fondazione promuove una Call to action rivolta alle imprese italiane aderenti al Global Compact delle Nazioni Unite, la più importante iniziativa sulla sostenibilità di impresa, che in Italia è coordinata dal Network Italiano del Global Compact.

Il progetto Join Nature di Fondazione Cariplo, in collaborazione con UN Global Compact Network Italia , ha l’obiettivo di coinvolgere le imprese per finanziare congiuntamente la realizzazione di interventi concreti a tutela della biodiversità in aree gestite da Parchi o altri enti pubblici. Tramite Join Nature si intende sviluppare una collaborazione win-win tra i diversi soggetti coinvolti, producendo impatti ambientali e sociali nel territorio di intervento.

Fondazione Cariplo, nell’ambito delle proprie attività di promozione di uno sviluppo economico più sostenibile, intende incrementare le attività svolte in partenariato, sensibilizzando e coinvolgendo il mondo profit sui temi della sostenibilità ambientale. Un appello quindi alle aziende per collaborare e sostenere nuove iniziative ambientali.  

Per affrontare le sfide legate al cambiamento climatico e alla transizione ecologica, è indispensabile – sostiene Claudia Sorlini Vice Presidente di Fondazione Cariplo– costruire alleanze territoriali e, pertanto, si intende promuovere la collaborazione con imprese private profit per realizzare insieme interventi a tutela della biodiversità. Fondazione Cariplo da anni è attiva in campo ambientale con bandi e iniziative dedicate alla tutela delle risorse naturali che hanno consentito di finanziare più di 300 progetti per un totale di oltre 60 milioni di contributi e intende mettere a disposizione delle imprese la propria esperienza nella selezione dei progetti e i proficui contatti con gli enti gestori delle aree di intervento. E la collaborazione con il UN Global Compact Network Italia  ci consentirà di veicolare la nostra proposta di ingaggio a quelle imprese che intendono intraprendere o hanno già intrapreso un serio percorso verso la sostenibilità”

“Per UN Global Compact e per ciascuna delle sue reti locali – tra le quali vi è quella italiana, l’impegno del settore privato per la conoscenza e tutela della biodiversità nelle aree dove le attività aziendali si svolgono o impattano, è sempre più cruciale e prioritaria. Gli ultimi dati diffusi dal WWF registrano come, in Italia, il 68% degli ecosistemi sia in pericolo, con il 30% dei vertebrati terrestri e il 25% degli animali marini a rischio di estinzione. Una situazione preoccupante che richiede un impegno delle aziende sempre più ambizioso e orientato a nature-based solutions, al fianco di Istituzioni, enti specializzati e programmi dedicati, come appunto è lo UN Global Compact, attivo da oltre 20 anni per sostenere e valorizzare l’attenzione per l’ambiente da parte delle imprese” dichiara Marco Frey, Presidente, UN Global Compact Network Italia

Otto le aree coinvolte su cui la Fondazione invita le aziende al cofinanziamento di interventi: Parco Agricolo Nord Est, Comunità Montana di Valle Camonica, Comunità Montana di Valle Trompia, Comunità Montana Laghi Bergamaschi, Parco Alto Garda Bresciano, Riserva Naturale Pian di Spagna, PLIS del Brembiolo e Comuni del Cremonese.

Le risorse stanziate da Fondazione Cariplo ammontano a 1 milione di euro che si sommeranno a quelle che verranno messe a disposizione delle aziende. Gli interventi, la cui realizzazione sarà in capo agli enti gestori delle aree menzionate, spaziano dalla forestazione​ al ripristino di habitat (es. aree umide, prati fioriti per insetti impollinatori)​ o alla riqualificazione fluviale​.

Torna Open Day dell’Innovazione, l’evento – organizzato da Innovazione per lo Sviluppo – che unisce Italia e Africa attraverso storie di innovazione e buone pratiche dal mondo della cooperazione internazionale allo sviluppo. 

Dopo le prime due edizioni nel 2017 e 2019, Innovazione per lo Sviluppo torna martedì 27 giugno per una terza edizione in presenza presso il Centro Internazionale di Cultura Digitale MEET di Milano. Un’occasione di incontri, esperienze immersive e networking dedicata al programma Innovazione per lo Sviluppo e alla community delle organizzazioni che hanno condiviso questo percorso di collaborazione tra Italia e Africa.

Questa nuova edizione si concentra su due temi fondamentali: la moltiplicazione dell'impatto e la valorizzazione della diversità. La moltiplicazione dell'impatto si riferisce all'idea che le soluzioni innovative possono avere un effetto positivo maggiore se vengono realizzate in modo collaborativo, non solo con l’obiettivo di essere scalate e replicate in nuovi contesti, ma anche per coinvolgere nuovi attori. Inoltre, la diversità non riguarda solo le differenze culturali e di genere, ma anche quelle relative al background, alle competenze e alle esperienze di ciascuna persona coinvolta.

Questo evento è stato progettato per essere un'esperienza unica e innovativa per chi parteciperà in presenza a Milano: ci sono attività e contenuti immersivi che sono stati pensati appositamente per la location dell'evento e che non saranno disponibili per chi partecipa online. Tuttavia, in caso di esaurimento posti e per chi non potrà partecipare fisicamente all'evento, sarà comunque possibile seguire online parte della conferenza e dedicarsi a sessioni di networking digitale.

La giornata si apre nella sala Theater di MEET, con keynote speaker internazionali e testimonianze di innovatrici e innovatori che interverranno in presenza o in collegamento dai quattro centri di innovazione di altrettante capitali africane: Nairobi (Kenya), Kampala (Uganda), Dakar (Senegal) e Ouagadougou (Burkina Faso). 

Singoli interventi, panel di discussione e interviste sono i formati principali in cui si svolgerà la conferenza della mattina, mentre il pomeriggio sarà dedicato ad alcune sessioni progettate per facilitare l’interazione e la partecipazione attiva del pubblico.

Non solo conferenza: la cooperazione internazionale allo sviluppo si racconta in una nuova veste grazie alle esperienze immersive e digitali progettate in sinergia con la tecnologia del Centro. 

Nella Immersive Room di MEET sarà presentata un’installazione immersiva sul percorso del programma Innovazione per lo Sviluppo. L’ installazione è il frutto di una commistione inedita di videopillole, reportage fotografici, ritratti dei protagonisti e contenuti animati realizzati ad hoc. Il risultato è una data visualization sui generis, capace di rappresentare dati, volti e risultati del programma. 

Oltre all’installazione digitale, è prevista una performance artistica a supporto dello storytelling del percorso immersivo al fine di offrire un’esperienza in grado di unire l’aspetto sensoriale a quello digitale.

Nelle Gallery del Centro sarà organizzato un Corner VR dove sarà possibile vivere esperienze in realtà virtuale che affrontano temi legati alla cooperazione allo sviluppo, migrazioni e cittadinanza globale. 

La Scala Abitata del Centro farà da cornice ai Networking Corner, spazi di confronto informale dedicati a temi come alimentazione e agricoltura sostenibile, salute e benessere, economia circolare, energia e sviluppo economico.

In chiusura, si tornerà nella Sala Theater dove sarà proiettato un documentario prodotto da Innovazione per lo Sviluppo che racconterà tre storie di trasformazione in Kenya legate a doppio filo ad alcuni dei progetti sostenuti dal programma.

La giornata si concluderà con un’opportunità di networking nella Lounge, dove verrà servito un aperitivo. 

L’ evento è rivolto a Organizzazioni della Società Civile (OSC) che operano nella cooperazione internazionale allo sviluppo, con particolare attenzione ai Paesi prioritari della cooperazione italiana in Africa, Reti di OSC della cooperazione internazionale allo sviluppo, organizzazioni della diaspora, soggetti innovatori in Italia e in Africa (startup, imprese sociali, spinoff e laboratori di ricerca, innovatrici e innovatori, designer e creativi), istituzioni della cooperazione internazionale. È incoraggiata anche la partecipazione di studentesse e studenti di percorsi di alta formazione in cooperazione internazionale, economia e impatto sociale, tecnologie per lo sviluppo.

Registrazione

I posti in presenza sono limitati e saranno assegnati all’ordine di arrivo, fino a esaurimento.
La partecipazione all’evento è gratuita, previa registrazione a questo link: bit.ly/odi2023

Anche quest'anno l’area Ambiente di Fondazione Cariplo prosegue la sua attività di sostegno – attraverso sia un servizio di tutoring che con propri cofinanziamenti – di progettualità da candidare sulle call europee. Mercoledì 24 maggio 2023, 10.00 – 12.30 si terrà quindi un incontro formativo che ha l'obiettivo di rendere più conosciuta questa opportunità e stimolare la presentazione di proposte progettuali nel territorio in cui opera la Fondazione.

Programma

  • Ore 09.45 Accoglienza
  • Ore 10.00 Paolo Siccardi – Area Ambiente Fondazione Cariplo Introduzione e presentazione dello strumento “Cofinanziamento di Progetti europei”
  • Ore 10.20 Angelo Salsi – ex Capo Dipartimento Commissione Europea Il programma LIFE della Commissione Europea. Una lunga storia
  • Ore 10.45 Federico Benvenuti – LIFE NCP Italia – MASE  Il programma LIFE 2021-2027 e gli Inviti a presentare proposte di azioni per l’annualità 2023
  • Ore 11.00 Paolo PiovaniIl processo di valutazione dei progetti LIFE: consigli su come scrivere un buon progetto ed errori più comuni da evitare
  • Ore 11.40 Massimo Soldarini – Responsabile Ufficio Volontariato, Bilancio sociale, Progetti della Lipu – BirdLife Italia;
    Sara Barbieri – Ufficio Sostenibilità Ambientale della Provincia di Varese Condivisione di esperienze per una buona partenza: il partenariato
  • Ore 12.15 Q&A

Maggiori informazioni sullo strumento “cofinanziamento di progetti europei

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