Domenica 9 luglio, al Parco delle Incisioni Rupestri di Naquane (primo sito Unesco italiano dal 1979), si terrà la cerimonia di inaugurazione dell’emblema internazionale Scudo Blu, riconosciuto dalla Convenzione dell’Aja del 1954 come il simbolo di protezione dei beni culturali nei conflitti armati. L’iniziativa rientra nel progetto “Uno Scudo per la cultura”, promosso da Croce Rossa Italiana Comitato di Brescia nell’anno di Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura, che ha ricevuto il contributo del Bando Capitale della Cultura 2023, emanato congiuntamente da Fondazione Cariplo, Fondazione della Comunità Bresciana e Fondazione della Comunità Bergamasca. L’iniziativa ha inoltre il supporto di CNA Brescia, di BCC dell’Agrobresciano e Canon.

Obiettivo del progetto è quello di valorizzare il ruolo dei beni culturali in quanto custodi dell’identità della collettività e testimoni della storia dell’umanità attraverso l’apposizione dello Scudo Blu, emblema riconosciuto a livello internazionale per segnalare beni il cui depauperamento o la cui distruzione nei conflitti armati rappresenterebbe una perdita per tutta l’umanità.

La Convenzione dell’Aja del 1954 aveva previsto che, in tempo di pace, gli Stati si occupassero dell’individuazione e dell’apposizione del contrassegno. Per riprendere questo percorso, Croce Rossa Italiana, in qualità di ente promotore del Diritto Internazionale Umanitario, nel 2022 ha lanciato la campagna nazionale “Il futuro ha una lunga storia. Proteggiamola”, nel cui solco rientra “Uno Scudo per la cultura”. Dopo i primi due Scudi Blu a Brescia, presso il Sito UNESCO “Brixia. Parco Archeologico e complesso monumentale di Santa Giulia e San Salvatore” e a Bergamo al Teatro Donizetti, il 9 luglio lo scudo verrà collocato nel primo Sito UNESCO d’Italia, il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane.

«Il Parco di Naquane – spiega Carolina David, presidente Croce Rossa Italiana Comitato di Brescia – è fortemente rappresentativo per la comunità locale, che lo percepisce come identitario per il proprio territorio, ma anche per l’intera umanità, in quanto custode della storia dell’uomo. Il suo valore è stato riconosciuto anche dall’UNESCO, che nel 1979 ha inserito l’arte rupestre della Valle Camonica, quale primo sito italiano, nella Lista del Patrimonio Mondiale per l’importanza del contributo scientifico che lo studio delle incisioni ha apportato alla conoscenza della preistoria. Lo Scudo Blu, di fatto, riconosce che il suo danneggiamento sarebbe una perdita per l’intera umanità». Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 vede il coinvolgimento attivo di Fondazione Cariplo insieme a Fondazione della Comunità Bergamasca e Fondazione della Comunità Bresciana. Le tre Fondazioni, partner istituzionali dell’iniziativa, hanno individuato, attraverso un bando dedicato e un Comitato di valutazione congiunto, 92 progetti provenienti dalle comunità di Bergamo e Brescia, sostenuti con un contributo complessivo di 3,5 milioni di euro. Si tratta di un ricco palinsesto di iniziative in grado di favorire la partecipazione dei cittadini, con una particolare attenzione alle fasce di popolazione con minori opportunità di fruizione culturale e agli abitanti delle aree del territorio più marginali e geograficamente più distanti dai due comuni capoluogo. Di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 interessa, più di quello che accade, ciò che resta.

Per questo le Fondazioni di comunità non sono “sponsor” di eventi o progetti, ma agiscono in alleanza con le istituzioni locali e del Terzo settore per promuovere – attraverso il metodo della coprogettazione – crescita culturale e sociale, benessere, sviluppo sostenibile e duraturo per le comunità. Ed è proprio con questo intento che Brescia e Bergamo sono ora, come dice Carolina David: «Il laboratorio di un progetto che non è destinato a finire qui. Lo Scudo Blu ha una valenza molto rilevante: un eventuale attacco ad un bene scudato è, infatti, codificato come crimine di guerra. In Italia però non è mai stata data piena attuazione, tanto che non esiste ancora un elenco nazionale dei beni scudati. Sono per ora pochi anche gli scudi apposti in tutto il Paese e il contenuto stesso della convenzione non è stato adeguatamente diffuso nemmeno tra gli addetti ai lavori, nonostante i conflitti recenti anche in Europa abbiano dimostrato che i beni culturali sono un obiettivo strategico delle forze in campo.

Continua Carolina David: «All’estero, in ex Jugoslavia, in Polonia, in Austria, ma anche fuori Europa gli scudi blu sono molto più diffusi. Il problema in Italia è stato una difficoltà anche amministrativa nella gestione della convenzione: i beni che hanno un patrimonio storico e umano per la comunità sono moltissimi, in un certo senso andrebbe messo uno scudo blu su tutto il Paese. Operare una scelta tra i beni non era un’impresa facile, ma soprattutto creare una struttura operativa. Fino a questo momento i pochi scudi che esistevano erano nati da iniziative locali ma senza un progetto organico. Ci siamo resi conto che, anche tra chi si occupava di cultura, come i direttori dei musei, non c’era una conoscenza diffusa sulla protezione dei beni culturali nei conflitti armati. Per noi invece rappresentava un tema centrale perché Croce Rossa è parte attiva nella promozione del diritto internazionale umanitario».

Nell’aprile del 2022, Croce Rossa firma un accordo nazionale con Anci per favorire l’applicazione della convenzione e promuovere all'interno dei territori l'individuazione di beni destinatari dello Scudo Blu, attraverso un lavoro di collaborazione tra i comitati di Croce Rossa (enti proponenti), Comuni, gestori, Soprintendenza. Prosegue David: «Da questo accordo è nato il progetto bresciano. Nel corso del 2023 apporremo 20 scudi nel territorio tra Bergamo e Brescia, ma siamo già in contatto con molti comitati locali della Croce Rossa per portare avanti la campagna in tutta Italia, a partire da Pesaro che sarà la prossima capitale della cultura. In questo percorso, la formazione rappresenta un punto nodale: dobbiamo far conoscere e trasmettere il significato dello scudo blu, perché al momento è ancora poco noto. Il progetto “Uno scudo per la cultura” prevede infatti una parte di formazione, per gli addetti ai lavori, come le forze dell’ordine, ma anche nelle scuole, che verrà portato avanti a partire da ottobre dai nostri volontari specializzati in diritto internazionale. Vogliamo arrivare anche alle persone comuni che possono agire da megafoni. Le esperienze di Bergamo e Brescia, l’apposizione di 20 scudi nelle capitali della cultura, sono centrali perché fanno in modo che si parli sempre di più di questa tematica e che venga portata su tavoli importanti. I conflitti sono dietro alla nostra porta, non è così remota la possibilità di un danneggiamento di un bene culturale, c’erano molti beni italiani anche in Ucraina. Abbiamo visto quello che è accaduto in Siria a Palmira, ai Buddha di Bamiyan in Afghanistan. Quello che accade in tanti conflitti è che un bene viene distrutto perché ha un significato importante per la comunità, dal punto di vista simbolico, religioso, ma anche economico. Perché poi le opere vengono rivendute e servono per alimentare a loro volta il conflitto. Un bene culturale appartiene alla comunità e all’umanità e abbiamo il dovere di proteggerlo. I siti scudati devono essere rispettati da tutte le parti in conflitto. Significa che anche l’esercito italiano nel parco di Naquane non potrà mai mettere un deposito di armi, una caserma, un accampamento militare e ovviamente un eventuale nemico non lo può attaccare, danneggiarlo o trafugarne le opere» Conclude David: «In questa prima fase la scelta dei siti dove apporre lo scudo è stata fatta insieme ai Comuni e alla Direzione regionale Musei Lombardia, quindi alle istituzioni, perché avevamo tempi molto stretti. Più avanti abbiamo in progetto di chiamare anche la comunità a scegliere. Abbiamo voluto alternare siti molto noti, come il Capitolium a Brescia ad altri meno conosciuti come l’Archivio Diocesano che possiede un patrimonio inestimabile per la comunità ma non noto ai più. Però può accendere una luce nella comunità sul bene stesso: se vedi uno scudo davanti a quello che ti può sembrare un anonimo portone ti incuriosisci e cerchi di capire che cosa c’è dietro. Ci auguriamo che questi scudi non servano mai a proteggere i nostri beni in un conflitto armato, ma che anche in tempo di pace, possano ricordarci che un bene è importante per la comunità, perché racconta la nostra storia. Siamo molto felici perché la nostra azione a Bergamo e Brescia, grazie al contributo di Fondazione Cariplo-che ci ha permesso di creare un progetto così importante e di sperimentare, di creare competenze che possiamo trasmettere-non è fine a se stessa, ma destinata ad allargarsi nel resto d’Italia. In questo momento siamo il “laboratorio nazionale”: la Capitale della Cultura deve lanciare un seme e noi stiamo lanciando questo seme»

La Scala in città arriva alla terza edizione proponendo in quattro giorni, dal 9 al 12 luglio, 14 spettacoli in luoghi dislocati in tutti i nove municipi di Milano. Importanti novità di questa edizione sono l’apertura con una giornata a porte aperte alla Scala in cui giovani, adulti e famiglie potranno fare l’esperienza di arti e mestieri che rendono possibile la magia della musica e del teatro, due serate di danza e di musica al Castello Sforzesco, ma anche nuove sedi in diversi Municipi.

L’ingresso è gratuito per tutti gli spettacoli e le iniziative, ma è necessario prenotarsi su www.lascalaincitta.it a partire dalle ore 12 di martedì 4 luglio.

Protagonisti degli spettacoli sono i musicisti della Filarmonica della Scala, gli artisti del Coro scaligero diretto da Alberto Malazzi e del Corpo di Ballo diretto da Manuel Legris e i cantanti solisti, il Coro di Voci bianche e la Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala.

La Scala in città è realizzata dal Teatro in collaborazione con Filarmonica della Scala e Accademia Teatro alla Scala nell’ambito dell’iniziativa “Milano è viva” promossa dal Comune di Milano, ma è anche un importante terreno di dialogo e confronto con le associazioni presenti sul territorio. Inoltre, le serate di danza e di musica del 10 e 11 luglio si inseriscono nel calendario dell’Estate al Castello. Fondazione Cariplo, sempre vicina al Teatro alla Scala, sostiene anche questo progetto di divulgazione e inclusione.

I luoghi

I luoghi comprendono spazi già attesi e sperimentati come il Mare Culturale Urbano (zona 7), la Certosa di Garegnano (8), lo Spirit de Milan (9), lo spazio Mosso al Trotter (2), l’Arena Est dei Martinitt (3), il Barrio’s (6) e il PIME (7) o più in centro il Chiostro del Conservatorio (1) e i Bagni Misteriosi (5), ma anche importanti novità come il Teatro romano di Villa Clerici (9), il Giardino delle Culture (4), Villa Scheibler (8) e per due serate il Castello Sforzesco (1): un autentico viaggio nei diversi volti di Milano attraverso la musica e la danza. Per tutte le manifestazioni è stata prevista la possibilità di un rapido spostamento al coperto in caso di maltempo.

 

I programmi

Composizioni dal 1600 a oggi, repertori che spaziano dalla musica religiosa al jazz e al musical, formazioni diverse e varietà di stili anche nella danza, come si vede dal programma della serata al Castello: La Scala in città conferma la sua vocazione per la musica di qualità senza barriere, animata da volontà di scoperta nella convinzione della forza emotiva e comunicativa di una tradizione ricchissima. Al centro, più che mai, l’opera: grazie alle voci di Federica Lombardi e Erwin Schrott nella serata mozartiana al Castello con la Filarmonica, ma anche al Coro impegnato nei passaggi più celebri del repertorio a Villa Clerici, Villa Scheibler e nel Chiostro del Conservatorio, alle trascrizioni per ottoni di ouverture d’opera allo Spirit, al virtuosismo dei cantanti solisti dell’Accademia nello spettacolo per piccoli “Lalla e Skali e il mistero della Scala” ai Martinitt e del Coro di Voci bianche al PIME, fino alle sagaci trascrizioni jazz di Emanuele Pedrani per il Trio scaligero ai Bagni Misteriosi.  

 

Porte aperte alla Scala

Nella prima giornata, il 9 luglio, la Scala apre le sue porte al pubblico permettendo a tutti, ma soprattutto a bambini, famiglie e a chi si accosta per la prima volta al mondo del teatro e della musica, di scoprire gli aspetti di preparazione di uno spettacolo dal vivo. I foyer del Teatro alla Scala saranno allestiti con mostre sui costumi, interventi di trucco e parrucco e creazione di elementi di attrezzeria. L’attore e regista Mario Acampa insieme a Lalla e Skali, i personaggi protagonisti degli spettacoli scaligeri per l’infanzia, guideranno gli spettatori alla scoperta del Teatro e di tutti i dettagli della tecnica del palcoscenico, con esibizioni di Opera, Balletto e Musica con gli Allievi della Scuola di Ballo, i Solisti dell’Accademia di perfezionamento per Cantanti lirici, gli Ottoni della Filarmonica e il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala.

 

Il Castello Sforzesco

Per la prima volta la programmazione della Scala in città include due serate al Castello Sforzesco. Il 10 luglio alle 21:30 il Corpo di Ballo è impegnato in una serata fra tradizione e contemporaneità che mette in luce compagnia e solisti in un’ampia varietà di stili in brani ed estratti da titoli creati o rimodulati per i suoi talenti di punta: Anima Animus di David Dawson, Cantata di Mauro Bigonzetti, Blake Works di William Forsythe sono alcuni dei momenti più alti dell’impegno scaligero nel contemporaneo, mentre le eleganti coreografie di Manuel Legris per i ballabili di Verdi in Verdi Suite e per il Corsaro sono l’occasione di dispiegare il virtuosismo degli scaligeri nel balletto classico. L’11 luglio alla stessa ora è la Filarmonica della Scala diretta da Emmanuel Tjeknavorian a occupare il palcoscenico del Castello in una serata mozartiana tra opera e sinfonia. Nella prima parte due grandi voci, il soprano Federica Lombardi e il basso Erwin Schrott, interpreteranno arie e duetti da Le nozze di Figaro e Don Giovanni; nella seconda l’orchestra eseguirà la Sinfonia n°41 Jupiter di Mozart.

 

Le visite guidate

Completano il programma il 10, 11 e 12 luglio alle ore 10, 11, 12, 14 e 15 le visite guidate ai Laboratori Ansaldo, il grande spazio dove nascono scenografie e costumi di opere e balletti della Scala. Le visite permettono di scoprire i laboratori di scenografia, scultura, termoformatura, falegnameria, meccanica, assemblaggio e sartoria.

“Tutti noi siamo ormai consapevoli che non basta una buona, ottima offerta culturale: occorre renderla accessibile anche a chi fa più fatica a usufruirne. Ci sono tantissimi bambini e ragazzi in Italia che non hanno mai messo piede in un teatro: è un esempio concreto di quella che chiamiamo povertà educativa e che è destinata a creare un divario difficilmente colmabile. Ci sono persone e famiglie che vivono in luoghi in cui le occasioni culturali sono minori. Teatri, cinema, musei non arrivano ovunque. Per questo l’iniziativa La Scala in città è un progetto a cui teniamo molto: con la Scala condividiamo la visione e la volontà di portare occasioni culturali di qualità laddove di solito non arrivano. Ci congratuliamo col Teatro alla Scala per aver dato vita a questo programma” – ha detto il Presidente di Fondazione Cariplo, Giovanni Azzone.

Per completare la costruzione della cittadinanza europea serve anzitutto costruire vicinanza, condivisione di esperienze, appartenenza. Ma quali sono gli strumenti per consolidare questi percorsi?

 

A questa ed altre domande risponde Europea, serie podcast della Guida all’Europrogettazione, la piattaforma digitale gratuita sui programmi e fondi europei promossa e ideata da Fondazione CRT in partenariato con Acri e altre 7 fondazioni italiane (Fondazione CRC, Fondazione Cariplo, Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, Fondazione Perugia, Fondazione Cariverona, Fondazione CR Firenze, Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano) con Filiera Futura.

 

Prodotta da Chora Media e condotta da Vitalba Azzollini, giurista ed editorialista esperta di temi comunitari, Europea racconta le comunità d’Europa, e come queste cooperano nel costruire la propria identità e cittadinanza grazie ai progetti e ai fondi dell’Unione Europea.

 

Quattro puntate da circa 20 minuti ciascuna per 4 buone pratiche che raccontano come cittadini e cittadine d’Europa possano contribuire attivamente alla costruzione dell’identità comunitaria, grazie anche all’accesso ai fondi europei e agli strumenti forniti dalla Guida all’Europrogettazione.

 

Ogni puntata è dedicata a un luogo, a una dimensione cittadina, locale, di quartiere, e al suo percorso per inserirsi nel più ampio contesto europeo partendo da bisogni comuni e metodi innovativi per farvi fronte.

 

Si inizia con il viaggio a Porta Palazzo, nel cuore multietnico di Torino. Qui, Vitalba incontra Antonio Damasco, antropologo, attore e direttore della Rete Italiana di Cultura Popolare, un ente di promozione sociale che punta a reinventare forme di socialità a partire dalle esigenze dei quartieri e dei suoi abitanti. Tra queste le Portinerie di Comunità, presidi urbani di ascolto e cura del territorio che portano avanti l’eredità del progetto europeo Specially Unknown.

 

Nella seconda puntata Vitalba incontra Marta, insegnante in un piccolo comune della Comunità Valenciana, in Spagna. Un contesto difficile, dove esclusione sociale, isolamento e abbandono scolastico fanno parte della quotidianità. Marta racconta come una grossa mano le sia arrivata da un piccolo paese della provincia di Cuneo, Ceva, e dal suo innovativo progetto di orientamento precoce.

 

Il terzo episodio si sposta a Palermo, una città bellissima, che però è anche la città più trafficata d’Italia. Protagonista è Domenico Schillaci, ingegnere, che ha fondato MUV, una piccola ma rivoluzionaria realtà dedicata alla mobilità sostenibile, che ha diffuso il suo metodo in tutta Europa… giocando.

 

E infine si possono unire scienza e teatro? Sicuramente sì, secondo Andrea Brunello, fisico, attore e fondatore di Arditodesìo. Una piccola impresa culturale con base a Trento, che cerca connessioni tra il teatro e la scienza, tra la divulgazione e l’arte. La quarta puntata esplora come arte e scienza spesso possano andare a braccetto in quanto entrambe pilastri che tengono insieme la nostra società.

 

Europea è disponibile a partire dal 28 giugno sulle principali piattaforme audio free (Spotify, Apple Podcast, Spreaker, Google Podcast).

 

Ascolta Europea: https://bit.ly/3JzBsuv

 

La Guida all’Europrogettazione è un prodotto editoriale digitale e gratuito per orientarsi, formarsi e rimanere aggiornati rispetto al complesso mondo dei fondi e dei programmi europei.

Promossa e ideata dalla Fondazione CRT, è diventata negli anni un progetto nazionale con l’adesione di Acri, di altre sette Fondazioni italiane: Fondazione Cariplo e le Fondazioni CR Bolzano, Cuneo, Firenze, Perugia, Verona, Trento e Rovereto e di Filiera Futura. Nel corso degli anni la Guida ha infatti registrato un crescente successo ed è diventata un punto di riferimento in Italia su questa materia.

 

Fondazione Cariplo e Fondazione Telethon, dopo il successo delle due precedenti iniziative di finanziamento hanno rinnovato l’Alleanza per investire in una ulteriore iniziativa congiunta volta a promuovere la ricerca di base per sostenere progetti incentrati su aspetti di malattie rare che sono in gran parte sconosciute o scarsamente comprese. Grazie a questa Alleanza, Fondazione Cariplo e Fondazione Telethon sono lieti di annunciare la terza "Joint Call for Applications" volta a finanziare lo studio di geni/famiglie geniche, proteine e molecole di mRNA la cui funzione è sconosciuta nel campo delle malattie rare, di origine genetica e non.

La ricerca di base, in particolare nell’ambito delle malattie rare, è ancora oggi un ambito orfano di investimento ma rappresenta un apripista per lo sviluppo di conoscenza chiave anche per la ricerca applicata nel campo di patologie più frequenti: sono quindi considerate un banco di prova fondamentale da cui partire per aumentarne la conoscenza e favorire lo sviluppo di nuove terapie.

Inoltre, l’analisi della letteratura scientifica ha evidenziato la tendenza di ricercatori e agenzie di finanziamento a focalizzarsi su una porzione limitata del genoma. I geni più studiati non necessariamente sono anche i più significativi: talvolta la scelta di studiare un gene invece che un altro è semplicemente legata alla tempistica della sua scoperta. Esistono quindi numerose regioni non codificanti del DNA e set di geni con relativi mRNA e proteine la cui funzione è ancora sconosciuta, che potrebbero avere un ruolo potenzialmente importante all’interno di pathway molecolari, meccanismi fisiologici e patologici.

La Call intende sostenere progetti di ricerca di base incentrati sullo studio di geni/famiglie geniche, proteine e molecole di mRNA la cui funzione è conosciuta nell’ambito delle malattie rare[1], di origine genetica (sia monogenica che poligenica) e non genetica. Il termine sconosciuto si riferisce a bersagli per i quali non sono note informazioni sulla struttura, sulla funzione e sulla interazione con molecole e farmaci. Sulla base della classificazione sviluppata dall'Illuminating the Druggable Genome Knowledge Management Center (IDG-KMC), questi bersagli sono definiti come Tdark. I ricercatori devono verificare la classificazione del bersaglio che intendono studiare al link https://pharos.nih.gov/: il target proposto dovrà essere classificato come Tdark alla scadenza del Bando.

Sebbene l’associazione del Tdark con la malattia non deve necessariamente essere già stata dimostrata o pubblicata, gli Applicant devono giustificare con precisione il razionale per cui il Tdark è stato scelto in relazione ad una specifica malattia.

I progetti ammissibili alla Call dovranno focalizzarsi sui seguenti aspetti genetici:

  • geni associati a malattie rare la cui funzione è completamente o in gran parte sconosciuta
  • un genotipo, fenotipi clinici multipli
  • modificatori genetici.

La Call NON supporterà le applicazioni focalizzate su:

· Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), in quanto opportunità di finanziamento per la SLA sono disponibili attraverso AriSLA (http://www.arisla.org/), una Fondazione dedicata e supportata da FC and FT.

· Non-coding RNA (miRNA, lncRNA etc.)

I dati preliminari non sono obbligatori.

Alla Call possono partecipare sia progetti presentati da una singola organizzazione sia progetti in partenariato con un budget massimo di 250.000 Euro. Le organizzazioni, capofila e partner, devono essere enti di ricerca italiani non profit, pubblici o privati.
Possono applicare alla Call anche ricercatori che hanno in corso finanziamenti da parte delle due Fondazioni ma non i finanziati delle due precedenticall congiunte. Qualora l’Application sia già stata presentata nelle due call precedenti non è possibile applicare nuovamente.

I ricercatori affiliati agli istituti di ricerca di Telethon (TIGET, TIGEM e DTI) non sono ammissibili.

Deadline

Il testo della Call e le rispettive linee guida sono disponibili sui siti delle Fondazioni.
Termine per la presentazione della domanda: 27 Settembre 2023

Per ulteriori info: telethonjointcall@fondazionecariplo.it


[1] Una malattia è definita "rara" quando la sua prevalenza, come numero di casi presenti su una data popolazione, non supera una soglia stabilita. Nell'UE la soglia è fissata allo 0,05% della popolazione, ovvero 5 casi su 10.000 persone. Le malattie ammesse a questo bando devono essere presenti nel database Orphanet (https://www.orpha.net).


 

Dal 26 giugno al 30 giugno sarà esposta a Milano, nell’atrio dell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano, in via Festa del Perdono, la mostra La via dell’Esychia, una raccolta di scatti realizzati da Eliana Gagliardoni che racconta la vita di chi ha scelto la solitudine e il silenzio. La mostra sarà inaugurata il 26 giugno alle 11 alla presenza dell’Autrice, con interventi della prof.ssa Marina Benedetti (Docente di Storia del Cristianesimo dell’Università degli Studi di Milano), di Gianni Borsa (Presidente Azione Cattolica Ambrosiana), di Paolo Danuvola (Cooperativa IN DIALOGO – Cultura e Comunicazione) e con la partecipazione di alcuni degli eremiti protagonisti della mostra.

Il senso della mostra è quello di far conoscere una realtà di nicchia ma carica di messaggi per l’attualità, e allo stesso tempo proporre qualche interrogativo e provocazione rispetto al ritmo della città, a partire da quella milanese e ambrosiana, che per antonomasia è realtà di vita accelerata immersa fra i rumori. La scelta della location non è casuale: l’Università frequentata da tanti giovani nel centro del capoluogo lombardo. Dimentichiamo però l’immagine stereotipata dell’eremita. Oggi queste persone rappresentano un punto di riferimento per i tanti visitatori che li raggiungono nei loro eremi. Qui nascono relazioni e scaturiscono momenti di confronto e crescita, occasioni di dialogo e di meditazione: un tesoro per chi torna a casa dopo aver fatto questa esperienza e aver conosciuto queste persone che hanno scelto l’esichia, che in greco significa “immobilità, riposo, quiete, silenzio”, “mantenere la calma”.

Dopo il primo incontro avuto con Don Raffaele Busnelli dell’Eremo della Breccia ho realizzato che tutti coloro che avrei successivamente conosciuto sarebbero stati individui ben lontani dall’ordinarietà, uomini e donne veri, autentici, cristallini; con uno spazio interiore accogliente ancor più vasto e sorprendente di quei bellissimi panorami ammirabili dai loro eremi,” ha raccontato l’autrice Eliana Gagliardoni.

L’iniziativa ha avuto il patrocinio e il sostegno di Fondazione Cariplo, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Fondazione Con il Sud, Azione Cattolica di Milano. Si tratta di un progetto realizzato grazie alla Cooperativa IN DIALOGO – Cultura e Comunicazione, che ha coordinato le attività, che oltre alla mostra prevedono anche una pubblicazione e una repository sul sito internet dedicato. Alla pubblicazione hanno contribuito anche Arnoldo Mosca Mondadori, scrittore e presidente della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti.

In una città sempre di corsa, dove la dimensione religiosa diventa minoritaria, proporre un incontro con l’eremita può sembrare una provocazione” commenta Paolo Danuvola (Cooperativa IN DIALOGO – Cultura e Comunicazione): “E in parte lo è, perché vorrebbe risvegliare la ricerca di spiritualità che talvolta si affaccia nel cuore e nella mente di molti e proporre una riflessione sul senso della vita. Riflessione tanto più richiesta in un cambio d’epoca, fra ambiente da tutelare e intelligenza artificiale da governare. Una provocazione dove anche il silenzio ha un suono, che ti costringe a indagare nel profondo.”

La mostra

La mostra si compone di 36 immagini che ritraggono 12 eremiti in un simbolico viaggio itinerante in Italia:  

  • Don Raffaele Busnelli Eremo della Breccia – Val Varrone – Alpe Gallino (LC)
  • Suor Mirella Muià Eremo dell’Unità – Santa Maria in Monserrato (RC)
  • Don Cristian Leonardelli Eremo della Valle Benedetta (LI)
  • Don Fulvio Calloni Eremo di Capraia – Sillico di Garfagnana (LU)
  • Viviana Maria Rispoli Eremo di Savigno (BO)
  • Fratel Benedetto Eremo di Santa Maria ad Martires – Calomini (LU)
  • Suor Concetta Giordano Eremo di San Martino in Vignale (LU)
  • Suor Federica Cornacchia Eremo di Varano – Fabriano (AN)
  • Suor Maria Laura Guariento Eremo Myriam – Niardo (BS)
  • Frédéric Vermorel Eremo di Sant’Ilarione – Cauolonia (RC)
  • Antonella Lumini Eremita di città (FI)
  • Suor Paola Biacino Eremo Pra’d Mill – Bagnolo (CN)

La mostra si propone di rispondere ad alcuni interrogativi: qual è il motivo che spinge alla scelta dell’eremo? Perché persone che conducono vite ordinarie, talvolta in carriera, scelgono di guardare il mondo da una prospettiva insolita? Nella nostra società il silenzio resta un’utopia per pochi o può diventare uno spazio personale del quotidiano per molti? In un tempo di apparenze e di interferenze costanti, come riscoprire il valore di quella interiorità spesso invocata? Nella secolarizzazione con crisi delle religioni c’è ancora spazio per la spiritualità? Oltre che parlarne, quanto risulta utile conoscere e vedere esperienze? Cosa può dire l’esperienza di eremo all’individuo ancora oggi, in un momento in cui dal web ci si sta dirigendo verso l’intelligenza artificiale?

La mostra sarà visitabile dal 26 al 30 giugno dalle ore 8.30 alle ore 19.30.

L’autrice

Eliana Gagliardoni nasce a Milano nel 1964. Conclusi gli studi, a 19 anni si trasferisce a Londra. Rientrata in Italia, fonda un’agenzia che fornisce video troupe per riprese in esterno, collaborando con diverse e importanti emittenti televisive. Sarà un’importante e formativa esperienza nel volontariato con i malati di Alzheimer a ispirarle, nel 2015, il desiderio di dedicarsi a un primo progetto fotografico sul volontariato che chiamerà ‘Cuori in Volo’, che darà vita a una mostra itinerante patrocinata dal Comune di Milano. Grazie a questo progetto fotografico, nel 2017 verrà premiata a Palazzo Marino dall’Associazione FIDAPA con una targa Award al merito. Nel 2019 si dedica a un nuovo progetto dal titolo ‘Un mondo dentro’, un inedito racconto, svelato attraverso le immagini, di un insospettabile parallelismo tra clausura e carcere femminile. La mostra verrà esposta nella sala dell’antico Oratorio della Passione, adiacente alla Basilica di Sant’Ambrogio, dove riscuoterà un notevole interesse da parte di un vasto pubblico.

Nuove risorse per 1,8 milioni di euro da destinare a 12 giovani talenti di università ed enti di ricerca italiani. Fondazione Cariplo e Fondazione CDP rinnovano la collaborazione avviata lo scorso anno e lanciano un nuovo bando dedicato all’eccellenza scientifica per contribuire allo sviluppo del sistema nazionale della ricerca attraverso progetti innovativi sui temi di più stringente attualità che spaziano dalle scienze della vita alle scienze fisiche ed ingegneristiche, fino alle scienze umane e sociali.

L’iniziativa è rivolta ai ricercatori ammessi alla seconda fase di valutazione delle competizioni Starting Grant e Consolidator Grant 2022 promosse dall’European Research Council (ERC), l’organismo istituito dalla Commissione europea che sostiene la ‘ricerca di frontiera’, e prevede la selezione di 12 progetti, che riceveranno ciascuno un contributo massimo di 150mila euro.

Grazie alle risorse messe a disposizione dalle due Fondazioni, i ricercatori vincitori del bando avranno la possibilità di consolidare le proprie competenze e la propria ricerca con attività finalizzate a rafforzarne i profili in vista delle successive iniziative promosse dall’ERC, come ad esempio esperienze all’estero e missioni, ampliamento dei gruppi di ricerca e pubblicazioni scientifiche.

Fondazione Cariplo e Fondazione CDP confermano la volontà di favorire l’indipendenza e la maturità scientifica dei giovani talenti italiani e, con questa seconda edizione del bando, aumentano l’impegno per promuovere l’eccellenza investendo sul capitale umano.

“Sostenere la ricerca italiana è un imperativo fondamentale per permettere al nostro Paese di continuare ad affrontare con strumenti di qualità le sfide del nostro tempo, dal cambiamento climatico fino alla tutela della salute”, ha dichiarato il Presidente di Fondazione CDP Giovanni Gorno Tempini. “Allo stesso tempo, è necessario promuovere un circolo virtuoso in cui si favoriscono lo sviluppo delle competenze e la crescita del nostro capitale umano, che da sempre eccelle in questo ambito”.

Questa iniziativa si inserisce tra quelle promosse da Fondazione Cariplo nel campo della ricerca; ogni anno, in media, oltre 10 milioni di euro vengono destinati ad attività in diversi ambiti: supporto alle carriere dei giovani ricercatori, la data science, l’economia circolare fino al sostegno della ricerca per le malattie rare, di cui pochi si occupano”, ha detto Giovanni Azzone, Presidente di Fondazione Cariplo. “La collaborazione con la Fondazione CDP punta ad aggiungere un tassello: aiutare i nostri ricercatori ad entrare in un ambito internazionale, dove portare competenze e al tempo stesso acquisirne. Il tutto a vantaggio dell’intero sistema”.

Il testo del Bando è disponibile sui siti internet delle due Fondazioni: Fondazione Cariplo e Fondazione CDP.

Il termine per la presentazione della domanda è il 26 luglio 2023.

Si sono aperte il 15 giugno le iscrizioni per l’ottava edizione di #ioleggoperché, la grande iniziativa sociale dell’Associazione Italiana Editori (AIE) che punta a rafforzare nella quotidianità dei ragazzi l’abitudine alla lettura attraverso la donazione di nuovi libri alle biblioteche scolastiche.

In programma dal 4 al 12 novembre, #ioleggoperché ha rinnovato radicalmente il patrimonio librario delle biblioteche scolastiche italiane con quasi 2,5 milioni di libri nuovi in sette anni in tutta Italia. Un bisogno più che mai attuale se si considera che più di un quarto delle scuole italiane che hanno partecipato al progetto negli anni scorsi dichiarava di non avere ancora al proprio interno una biblioteca scolastica prima dell’arrivo dei libri di #ioleggoperché (qui la sintesi dell’indagine).

L’iniziativa è resa possibile dal sostegno del Ministero della Cultura attraverso il Centro per il Libro e la Lettura ed è portata avanti in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, con tutta la filiera del libro (Associazione Librai Italiani, Associazione Italiana Biblioteche e Sindacato Italiano Librai e Cartolibrai), con il supporto di Fondazione Cariplo, con il patrocinio di SIAE e con il coinvolgimento di librerie, biblioteche, media, tutte le tv (Rai, Sky, La7, Mediaset TgCom24) e dei privati cittadini: insieme ancora una volta per arricchire le biblioteche delle scuole italiane e per formare, insieme, i lettori di domani. AIE, attraverso gli editori associati, contribuisce con una donazione di 100.000 libri alle scuole partecipanti.

Sulla scia degli ottimi risultati della scorsa edizione, prosegue l’attività di #ioleggoperchéLAB, la piattaforma nazionale di sperimentazione attiva durante l’intero anno scolastico, dentro cui sviluppare nuove attività legate al territorio con l’obiettivo condiviso dell’educazione e promozione della lettura nelle scuole.
Grazie alla collaborazione con Fondazione Cariplo, prosegue e si rafforza così #ioleggoperchéLAB-NIDI, l’iniziativa ideata per avvicinare alla lettura la fascia dei piccolissimi (0-3 anni) e verificare l’effettiva ricaduta dell’azione di inserimento dei libri nei nidi in termini di stimolo su educatori e genitori. Quest’anno saranno invitati a partecipare ben 330 nidi (+ 35% rispetto allo scorso anno) selezionati nei contesti fragili della Lombardia e delle province piemontesi di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola (ambito di lavoro di Fondazione Cariplo).

Come tutte le scuole che si iscrivono sul sito www.ioleggoperche.it, anche i nidi selezionati potranno partecipare alla campagna di donazioni nazionale nelle librerie gemellate: dal 4 al 12 novembre, infatti, chiunque potrà donare un libro alle biblioteche delle scuole e degli asili nido iscritti.

Per i 330 nidi selezionati si conferma una nuova dotazione di dieci titoli, uguali per tutti, donati da AIE e Fondazione Cariplo e individuati da Nati per leggere, da utilizzare durante l'intero anno per sviluppare progetti di lettura con i più piccoli. Non saranno però solo i nidi individuati a beneficiare del progetto: anche quest’anno, nella pagina dedicata #ioleggoperchéLAB-NIDI (qui) sulla piattaforma di #ioleggoperché, saranno disponibili da novembre e per tutti i nidi italiani, dei video dedicati con spunti didattici e di formazione, a uso di genitori ed educatori, realizzati a cura dell’Osservatorio bibliografico Nati per leggere – il programma di Associazione Culturale Pediatri, Associazione Italiana Biblioteche e Centro per la Salute del Bambino.

Continua anche #ioleggoperchéLAB – Calabria, in collaborazione con l’Università della Calabria, attraverso la sua direzione scientifica. L’obiettivo dell’iniziativa (qui) è affiancare alcune associazioni culturali del territorio e stimolare la creazione di nuovi modelli di promozione della lettura nelle scuole, proposti a partire proprio dalle realtà locali.

Librerie e scuole italiane (scuole dell’infanzia, primarie, secondarie di primo e secondo grado e i 330 nidi selezionati) possono già iscriversi sulla piattaforma www.ioleggoperche.it.

#ioleggoperché è una iniziativa di AIE – Associazione Italiana Editori, resa possibile dal sostegno del Ministero della Cultura attraverso il Centro per il Libro e la Lettura ed è portata avanti in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, con l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB), l’Associazione Librai Italiani (ALI), il Sindacato Italiano Librai e Cartolibrai (SIL), con il supporto di Fondazione Cariplo e il patrocinio di SIAE Società Italiana degli Autori ed Editori. Ha il sostegno di Mediafriends e Rai Per la Sostenibilità – ESG.

Abbiamo appreso con dispiacere della scomparsa di una persona che abbiamo conosciuto e con cui abbiamo a lungo collaborato: Maria Caterina Marazzini.

Era entrata a far parte della Commissione Centrale di Beneficenza nel 2014. Faceva parte della famiglia Cariplo, con il suo impegno nelle attività della Fondazione Comunitaria Ticino Olona, a conferma della sua grande sensibilità ed attenzione nei confronti delle tematiche sociali e verso le comunità locali, che vedeva come il cuore pulsante delle relazioni e delle reti in cui le persone sono immerse. A Fondazione Cariplo, agli organi, ma anche allo staff ha messo a disposizione, oltre che la sua sensibilità, anche le competenze che aveva maturato sul fronte gestionale e manageriale.

Si interessava già in quegli anni degli aspetti legati alla povertà e alla programmazione socio-assistenziale, operando parallelamente con enti ed organizzazioni locali impegnate sul campo per affrontare i problemi quotidiani legati a questi ambiti, come ad esempio la Fondazione Franco Verga e la Fondazione Colombo Svevo. Un quadro complessivo di competenze e visioni maturate da prospettive diverse, anche con esperienze in ambito universitario, incentrate sulla ricerca e sulla didattica.

Aveva accettato di far parte degli organi della Fondazione Minoprio che opera per la formazione dei giovani a cui teneva molto.

Una persona cara che ha lasciato un bel ricordo in tutti noi.

Fondazione Cariplo lancia “InnovaWelfare”, il nuovo bando a sostegno delle iniziative che prevedono di innovare le risposte di welfare utilizzando le tecnologie e/o il digitale. Il nuovo strumento filantropico, a cura delle aree Servizi alla Persona e Ricerca scientifica e Trasferimento tecnologico, vede il supporto di Cariplo Factory e Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore (FSVGDA) e prevede uno stanziamento di 1.450.000 euro.

Il Contesto

Il welfare italiano si sta confrontando non solo con criticità ormai storiche, ma anche con sfide nuove, legate ai cambiamenti socio-demografici e alle conseguenze delle crisi internazionali in atto. Ad esempio, fenomeni come la decrescita della natalità e l’invecchiamento della popolazione stanno già innescando tensioni sulla tenuta del sistema e richiedono azioni urgenti in risposta all’evoluzione dei bisogni. Le nuove tecnologie e il digitale, se capaci di integrarsi con la dimensione relazionale/comunitaria, possono rappresentare lo strumento abilitante delle innovazioni e dei cambiamenti che il settore del welfare dovrà provare ad implementare.

Qui si inserisce il bando “InnovaWelfare” che nasce proprio con l’obiettivo di sostenere  l’innovazione  dei  servizi  facendo  leva  sul  potenziale  delle  nuove tecnologie.

Il bando mira ad accelerare la sperimentazione di nuove soluzioni tecnologiche e/o digitali per migliorare il benessere delle persone, in particolare quelle fragili, e si rivolge alle organizzazioni che stanno già lavorando in questa direzione. Le iniziative proposte dovranno quindi esplicitare la sfida oggetto dell’intervento e aver già individuato la soluzione da sperimentare.

“InnovaWelfare” è un bando con scadenza a due fasi:

  • 7 settembre 2023: fase 1, invio Proposte innovative
  • 1 febbraio 2024: fase 2, invio Progetti esecutivi

Tra la Fase 1 e la Fase 2 – da ottobre e gennaio – è previsto un percorso di affiancamento volto a fornire indicazioni e supporto alla definizione dei Progetti esecutivi che saranno oggetto di candidatura alla Fase successiva del bando.

Il bando è stato presentato con un evento in streaming lunedì 3 luglio alle 11 

RIVEDI LA PRESENTAZIONE

 

Parte il 17 giugno SLOW EMOTION, un viaggio spettacolo che collega Bergamo Brescia attraverso la Val Cavallina e il versante bresciano del Lago d’Iseo.

Un viaggio fisico, artistico ed emotivo pensato in occasione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, nato con lo scopo di scoprire i tesori nascosti di queste terre, le periferie, i luoghi meno conosciuti e le storie inaspettate delle comunità che li abitano raccontate da insoliti autostoppisti performer.

Ognuna delle storie messe in scena è il risultato di una ricerca svolta sul territorio attraverso un percorso realizzato tra gennaio e marzo 2023 da operatori territoriali come educatori professionali, arte terapeuti, psicologi e operatori di teatro sociale he hanno raccolto testimonianze dirette degli abitanti dei territori coinvolti. I partecipanti hanno condiviso aneddoti locali, ricordi e racconti di vita personale, storie irriverenti o emotivamente toccanti.

Slow Emotion è stato sviluppato dall’Associazione Teatro ex Drogheria ed è uno dei novantadue progetti sostenuti con 3,5 milioni di euro dal bando: “CAPITALE DELLA CULTURA 2023 – Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio”.

Il viaggio-spettacolo di Slow Emotion si svolgerà in 8 repliche: quattro con partenza da Bergamo con arrivo a Brescia e altre quattro date con partenza da Brescia e arrivo a Bergamo. Le prime quattro date (Bergamo-Brescia) sono previste: sabato 17 giugno; sabato 24 giugno; sabato 1 luglio; sabato 8 luglio. Gli autobus partiranno da Bergamo alle 10.00 e arriveranno a Brescia alle 18.00.

Ai racconti e alle performance degli attori si alterneranno momenti conviviali: pranzo e merenda con prodotti del territorio e la visita guidata al Monastero di San Pietro in Lamosa a Provaglio d’Iseo e il Museo d’arte contemporanea di Luzzana – Donazione Meli.

Sara Pessina, Teatro Ex Drogheria, è la drammaturga e direttrice artistica del progetto: «Slow Emotion è nato con l’idea di unire idealmente, ma anche fisicamente, le provincie di Brescia e Bergamo. Esiste l’autostrada naturalmente, ma anche questi 100 km che si snodano per due valli bellissime, la Val Sebino e la Val Cavallina, e che sono un percorso perfetto per mostrare le potenzialità e le bellezze di questo territorio. E questa è la parte più turistica, ma il viaggio nel bus vuole raccontare molto di più, è un viaggio antropologico e sociale ed è anche un po’ un viaggio nel tempo. Lo spettacolo è nato da un lungo percorso che è iniziato nell’inverno del 2022. Abbiamo realizzato venti laboratori insieme a una pedagogista e agli operatori sociali che sono entrati nelle loro comunità e hanno raccolto le storie delle persone. Si è aperto un vaso di Pandora: sono emerse così tante testimonianze che si potrebbero fare dieci spettacoli. Questi incontri hanno risvegliato memorie e hanno rinvigorito relazioni. Io con tutto questo enorme materiale mi sono chiusa in casa e ho scritto il testo di Slow Emotion che è fatto di dialoghi e monologhi intrecciati dal fil rouge del territorio. Ci sono racconti antichi e altri accaduti ieri. Le persone avevano urgenza di raccontare e, anche se vogliamo guardare al futuro, sono per forza di cose affiorate tante storie sul Covid, come era inevitabile qui perché questi luoghi sono stati segnati per sempre. Storie magari sentite tante volte, come quella che mi ha raccontato un marito la cui moglie è stata portata via con un’ambulanza con le sirene spente, storie di solitudine e isolamento, e anche tragedie lontane nel tempo, tante volte qui ci sono stati alluvioni e fenomeni atmosferici violenti che hanno portato distruzione. Come le storie legate alla leggenda della Sarneghera, il vento che nasce da Sarnico e che trasforma il lago in un mostro. Secondo una leggenda, è un fenomeno atmosferico legato alla morte di una ragazza che si è suicidata gettandosi nel lago per una delusione d'amore. Una donna anziana ci ha raccontato che sua cugina è morta un anno in cui la Sarneghera soffiava ancora più forte del solito e da allora non può più vedere il lago. Ma ci sono anche tante storie allegre, come quelle raccolte da un operatore a Provaglio d’Iseo che ha chiesto agli anziani e agli adolescenti quali erano i luoghi del paese per baciarsi. Ed è nata una mappa dell’amore che attraversa il tempo».

Come si svolge il viaggio-spettacolo?: «Un’attrice segue tutto il viaggio e farà da guida, gli altri attori, che sono tutti del territorio, compreso il regista Michele Segreto, salgono e scendono o sorprendono i viaggiatori alle fermate. E nel frattempo abbiamo fatto in modo che il racconto del viaggio-spettacolo di Slow Emotion arrivasse anche nelle città di Bergamo e Brescia con una serie di piccole, brevi e veloci incursioni performative alle pensiline e alle fermate dei mezzi urbani delle due città. Le abbiamo chiamate Fast Emotion: brevi momenti in cui gli attori raccontano pezzi dello spettacolo. Le avevamo ideate come un’operazione pubblicitaria, ma quello che è accaduto è che anche le persone che magari non compreranno mai i biglietti sono rimaste incantate.
E un’altra cosa bella che è successa è che gli autisti di “Arriva Italia”, la compagnia che gestisce la linea di autobus del territorio e che è il nostro Mobility Sponsor, ci hanno detto: facciamo tutti i giorni questo percorso, ma adesso lo stiamo scoprendo con occhi diversi, quelli delle persone».

Osvaldo Ranica, Presidente Fondazione della Comunità Bergamasca ha detto: «Ogni progetto scelto, 42 per Bergamo e la sua provincia, è espressione innovativa e creativa del territorio di riferimento e della capacità dei soggetti proponenti di leggere in chiaroscuro risorse, talenti, bisogni delle comunità. Sappiamo che la cultura è un traino importante non solo per lo sviluppo dell’economia e del turismo dei nostri territori ma anche per quello sociale delle nostre comunità. Per questo, credo sia importante dire ancora una volta che ciò che ci sta a cuore come fondazione di comunità, più di quello che si realizzerà durante quest'anno straordinario, è ciò che resterà sui nostri territori quando i riflettori si saranno spenti. Se, come eredità della Capitale, resteranno legami più solidi e maggiore coesione sociale avremo centrato l'obiettivo. Tutti i progetti che abbiamo sostenuto vanno in questa direzione: promuovere crescita, benessere e sviluppo sostenibile per il territorio, di cui siamo un solido riferimento. Dalla città alla pianura, dalle valli alle montagne; per i più giovani, gli anziani e per quanti, spesso, restano ai margini: la 'cultura che cura' è quella che emancipa, che rende tutti protagonisti. È questa la cultura che ci interessa promuovere.
È per noi un privilegio poter partecipare ad una così significativa occasione di rinascita delle nostre città con Fondazione Cariplo, che da sempre ha attenzione per i territori e le persone, e con Fondazione della Comunità Bresciana».

Per maggiori informazioni e per partecipare: https://teatroexdrogheria.it/

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