57 musicisti fra portatori di disabilità psico-mentale, musicoterapisti, musicisti professionisti, studenti e volontari, hanno dato vita all’orchestra stabile INorchestra.

Il primo concerto della INorchestra, che eseguirà la sinfonia n.9 “Dal Nuovo Mondo” di Antonín Dvořák, sarà il 9 settembre alle ore 21.00 al teatro Sociale di Brescia, seguirà il 24 settembre alla Fiera di Bergamo – Sala Caravaggio, alle ore 18.30.

I due concerti si inseriscono nel palinsesto di RAAA (Performing Arts Festival) e sono ideati da BAO (Brescia Arts Observatory), un progetto nato per creare una connessione tra associazioni e collettivi attivi nella promozione culturale nella città e nella provincia di Brescia. BAO è uno dei 92 progetti sostenuti con 3,5 milioni di euro dal bando: “CAPITALE DELLA CULTURA 2023 Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio”.

INorchestra nasce da un’idea dell’associazione culturale Aps Lampedée e rappresenta l’unione delle orchestre di musicoterapia orchestrale Euphonia di Brescia e La Nota in Più di Bergamo, insieme per la prima volta nell’anno di Brescia e Bergamo capitale italiana della cultura.

Fabrizio Saiu è il con-direttore artistico di BAO, ma anche uno dei musicoterapeuti e percussionisti dell’orchestra: «I musicisti e le musiciste di INorchestra rientrano in alcuni spettri di disabilità psico-mentale, autismo, sindrome di down, disturbi dell’attenzione, anche molto diversi fra di loro. La preparazione di INorchestra è partita dal mese di Gennaio 2023.

Abbiamo scelto di suonare la sinfonia “Dal Nuovo Mondo” perché l’unione delle due città è di fatto il tentativo di creare un nuovo mondo che ancora non c’è. Questa Capitale è ancora da farsi a partire dalle differenze intese come singolarità più che come minoranza. Nell’orchestra coesistono, come in una comunità, differenze di età, tra i corpi e e le loro possibilità motorie, differenti livelli di comunicazione e comprensione.

Le differenze sono anche sul piano del linguaggio naturalmente, o dei linguaggi. Abbiamo deciso di inserire nell’opera di Dvořák degli interventi elettronici, ideati ed eseguiti live dal musicista elettronico bresciano Maurizio Rinaldi, con l’intento di proporre una nuova sinfonia, inedita non solo per noi ma per tutti».

Arrivare a mettere insieme un’orchestra così grande è stato un percorso bellissimo ma non sempre facile: «io faccio parte di Euphonia e affianco un ragazzo autistico e un ragazzo con sindrome di down. Siamo un super trio. Un po’ indisciplinato. Il cambiamento per chi è affetto da autismo può essere talvolta difficile da affrontare e INorchestra è un grande cambiamento, per tutti noi. Siamo passati da due orchestre di 25/ 30 persone a una orchestra di quasi 60. È tutto raddoppiato e in più c’è la musica elettronica. Per i nostri e le nostre orchestrali è una esperienza nuova e alcuni di loro sono incuriositi dalla novità e dalle nuove sonorità. È un nuovo mondo. Con Daniele (uno dei due percussioni della mia sezione) non parliamo, verbalmente intendo, usiamo i suoni, i gesti del corpo: durante le prove io gli cantavo nell’orecchio la melodia principale di ogni movimento e lui piano piano cantava con me e imparava la sua parte. INorchestra utilizza le metodologie del Centro Esagramma® di Milano che non prevede l’uso del verbale in fase di prova, o comunque lo limita quanto più possibile per concentrare l’attenzione sull’espressività del gesto e il rapporto tra conduttore ed esecutori. Il mezzo è il suono.

Le prove sono andate molto bene, qualche momento di agitazione non è mancato, ma fa parte del gioco. Sarà un concerto di musicisti che hanno valorizzato al massimo le loro capacità espressive e che quando suonano sono lì mettendoci tutto il loro impegno. Bisogna vedere e sentire l’orchestra per capirlo»

Federica Poletti è una delle direttrici di INorchestra: «è la prima volta che diventiamo un gruppo così importante, quasi 60 musicisti appartenenti a due gruppi che si sono conosciuti per la prima volta alle prove d’insieme. Questa è a tutti gli effetti una grande sfida per tutti noi. È stata un’emozione fortissima percepire la massa sonora di un gruppo così numeroso; anche per noi direttori. Per i nostri musicisti speciali è molto significativo sentirsi parte di un progetto così complesso e articolato, e lo hanno affrontato con consapevolezza, serietà e professionalità. La forza di questo grande gruppo è la capacità di valorizzare il contributo di tutti, bilanciando fatiche e potenzialità di ciascuno all’interno di un contenitore musicale prestigioso. È stato un percorso che ha avuto e ha un grande impatto sulla caratterizzazione dell’identità di ciascuno dei componenti dell’orchestra, che sono e si riconoscono musicisti e musiciste a tutti gli effetti».

Aggiunge Saiu: «La sinfonia che abbiamo scelto non rientrava nel repertorio di Euphonia e La Nota in più. Si tratta di una riorchestrazione del M° Pierangelo Sequeri, fondatore insieme a Licia Sbattella del Metodo e del Centro Esagramma®. Volevamo qualcosa di nuovo per entrambi, così come è nuova l’unione di Bergamo e Brescia, due territori e due realtà culturali vicine ma anche lontane che diventano luoghi per creare un cambiamento culturale in grado di coinvolgere la comunità locale, comprese le fasce più vulnerabili come quelle con disagio psichico e mentale. È la partitura giusta per questo messaggio di costruzione. Creare un nuovo mondo dallo spirito della musica».

Un progetto che la Fondazione della Comunità Bresciana ha scelto di sostenere nel bando “CAPITALE DELLA CULTURA 2023 Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio”. Ne spiega le ragioni Mario Mistretta, Presidente della Fondazione della Comunità Bresciana: «Il progetto, che abbiamo deciso di sostenere economicamente insieme a Fondazione Cariplo e alla Comunitaria di Bergamo, ha il pregio di valorizzare la multidimensionalità della nostra comunità, che è anzitutto una comunità più ampia – bresciana e bergamasca – unita sotto il titolo di Capitale della Cultura. Ed è una comunità fortemente inclusiva, che non desidera lasciare indietro alcun individuo. Un plauso quindi ad Associazione Lampedeé ed un invito a partecipare ai concerti proposti».

Nell’anno di Brescia e Bergamo Capitale Italiana della Cultura 2023, il Landscape festival-Maestri del Paesaggio, evento di rilievo internazionale dedicato alla promozione della cultura del paesaggio, ha come tema “Grow Together-Crescere insieme” e, per la prima volta, è in programma in entrambe le città, dal 7 al 24 settembre.

Il Landscape Festival è l’evento di punta dell’area “La Città Natura”, che si fa carico del ripensamento e della riprogettazione del rapporto dei singoli, delle collettività e delle imprese con le risorse naturali, ridisegnando le relazioni tra modalità insediative, forme di consumo, sistemi di trasporto, attività produttive urbane e risorse ambientali in chiave sostenibile.

Ideato dall’associazione Arketipos, è uno dei novantadue progetti sostenuti con 3,5 milioni di euro dal bando: “CAPITALE DELLA CULTURA 2023 Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio”.

Vittorio Rodeschini, presidente di Arketipos, racconta come nasce la scelta del tema Grow Together – Crescere Insieme: «Per questa tredicesima edizione del nostro festival, che quest’anno naturalmente ha un significato speciale, perché è inserito nel palinsesto della Città Natura di Bergamo e Brescia capitali della cultura, abbiamo scelto un tema legato alle ragioni che hanno ispirato la candidatura di due città che trovano la spinta per costruire qualcosa insieme. Ma anche alla necessità di fare rete per sensibilizzare la comunità sulla tutela e valorizzazione di un patrimonio prezioso e stimolare un confronto con il mondo delle istituzioni e delle imprese che vogliono impegnarsi a favore del paesaggio.

Grazie anche al nostro Festival, la città sta assorbendo una cultura del paesaggio e lo dimostra anche il fatto che il premio del paesaggio 2021 del Consiglio d’Europa è stato vinto proprio da un progetto che ha valorizzato la Val d’Astino. Si è creata un’onda, che ha coinvolto e contaminato anche la comunità, e non solo gli esperti del paesaggio. Perché quando si parla di paesaggio non si parla solo di natura ma di abbinamento con l’uomo. Nel problema del cambiamento climatico questa relazione è più che mai evidente e ci costringe, anche con urgenza, a riprogettare i luoghi tenendo conto di questa relazione. Nel nostro festival vogliamo promuovere buone pratiche, mostrare progetti realizzati, coinvolgere la comunità e non solo gli addetti ai lavori, perché quelle legate al paesaggio sono competenze che il mercato chiederà sempre di più. Il sostegno dei partner, come le Fondazioni, sono essenziali anche perché la nostra aspirazione non è quella di creare unicamente un bell’evento, ma fare in modo che Bergamo diventi un laboratorio e un esempio di una visione diversa per investire pensieri e risorse».

Con l’obiettivo di scoprire riferimenti contemporanei, grazie alle esperienze virtuose nel mondo, per valorizzare la capacità di gestire saggiamente la transazione ecologica, riflettere tra pubblico e privato sul paesaggio del futuro, da progettare e coltivare per favorire una più equilibrata relazione tra Uomo e Natura, il Landscape Festival 2023 porterà la cultura del paesaggio nelle due capitali, con una Green Square di Bergamo curata dallo studio di Berlino Topotek 1 e con quella di Brescia firmata della paesaggista Silvia Ghirelli, oltre ad un ricco palinsesto di talk, eventi formativi, workshop e mostre.

I progetti del Landscape Festival 2023

La versione 2023 della Green Square, la Piazza Vecchia in Città Alta a Bergamo, è curata da Martin Rein-Cano. In linea con il tema del Festival l’installazione “Grow together, Grow green / 10 k+” sarà un'azione collettiva che si svilupperà su tre livelli: decostruzione, attivazione, crescita nel verde e si tradurrà in una struttura modulare di forma piramidale. Sarà realizzata con impalcature riutilizzabili sulle quali trovano posto piantine di specie forestali tipiche della regione lombarda, che verranno distribuite durante l'evento. Il sottotitolo “10k+” si riferisce al numero delle alberature – oltre 10.000 – che, grazie al supporto di ERSAF – Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste -, verranno distribuite durante il Festival. Il pubblico sarà invitato a partecipare attivamente, adottando una delle piante che ricopriranno la struttura e che, nell’arco delle due settimane, scompariranno gradualmente man mano che i visitatori, registrandosi via QR-code e webpage, le acquisiranno per piantarle nel proprio giardino o in un luogo in città assegnato dal Comune. Man mano che la piramide si svuoterà dalle piantine, questa potrà essere utilizzata come seduta e permetterà di godere di alcune attività culturali. Topotek 1 e il Landscape Festival condivideranno dunque con il pubblico un patto (di custodia) basato sui principi della fiducia reciproca, della responsabilità e della sostenibilità.

Concepito come un atto partecipativo che coinvolge singoli cittadini o anche istituzioni, il progetto può Idealmente essere riadattato e riproposto in più luoghi, facendo sì che un evento temporaneo divenga l’occasione per promuovere l’aumento delle alberature in contesti urbani e contribuire così al miglioramento climatico.

A Brescia sarà la paesaggista Silvia Ghirelli l’autrice delle installazioni green del Festival: una serie di allestimenti verdi e artistici diffusi che toccheranno alcuni luoghi del centro storico, collegati tra loro come un labirinto: dalla corte interna del MO.CA – Centro per le nuove Culture alla piazza della Chiesa di Sant’Alessandro passando per altri punti centrali della città, come Corso Cavour e Piazza Bruno Boni. Quest’ultima sarà il cuore della manifestazione, dove i visitatori potranno godere di un “giardino labirinto polisensoriale” con accompagnamento di musica creata per l’evento, esibizioni dal vivo e aperitivi. Al centro, verrà posizionato un grande tavolo da cui emergeranno cipressi a formare una barriera che, via via diradandosi, permetterà ai partecipanti di guardarsi, conoscersi e socializzare.

Silvia Ghirelli spiega il significato di questa barriera che è anche un simbolo del tema di questa edizione: «Quando una persona si siede davanti al cipresso non vede l’interlocutore seduto dall’altra parte. Nel tema “Crescere insieme” io avverto la necessità di portare la natura in città ma soprattutto l’uomo all’uomo, perché la mia sensazione è che ci stiamo perdendo di vista.

L’idea del labirinto invece racchiude una serie di concetti: è un omaggio alla Valcamonica, che è una terra di labirinti, perché qui c’è il più alto numero di incisioni rupestri sul tema del labirinto ma anche la consapevolezza che è bello perdersi ma poi ritrovarsi. La mia provocazione, se possiamo chiamarla così, è portare i visitatori ad avere rispetto della natura ma anche delle persone, a cercare lo sguardo degli altri e anche avere piccoli momenti riflessione in un tessuto cittadino dove il passo è veloce.

Nel labirinto saranno presenti una serie di casseri che contengono semi che le persone possono portare via, ma che potrebbero anche germinare lì. Molti episodi e situazioni saranno animati dai visitatori, per esempio ogni aiuola avrà un suono e saranno proprio le persone camminando a far scaturire questi suoni.

Brescia non ha un unico contenitore come Bergamo, una grande piazza, così ho voluto creare un percorso anche alla scoperta di realtà meno appariscenti e piccoli episodi per collegarli. Sono felice e onorata di aver avuto questo incarico, la cosa buffa è che, quando è nato il Landscape Festival, tredici anni fa, sono stata la prima a iscriversi nel mondo. E l’ho scoperto nel momento in cui ho ritirato il badge perché sentivo gli organizzatori dire: “C’è Silvia Ghirelli!” e pensavo “ma come fanno a sapere il mio nome?”. Lo sapevano perché ero stata la prima. Questo succedeva tredici anni fa, adesso al festival si danno appuntamento tutti i paesaggisti del mondo e Bergamo, nel frattempo, è cresciuta moltissimo in termini di rispetto e bellezza. Spero che questo accadrà a Brescia perché è una grandissima opportunità, spero quindi nell’effetto del seme..»

La spinta per la costruzione di una relazione più sostenibile tra singoli, collettività e imprese con le risorse naturali e ambientali è al centro delle ragioni che hanno spinto la Fondazione della Comunità Bergamasca a sostenere il progetto, come spiega il presidente Osvaldo Ranica: «Crediamo che un nuovo rapporto tra l’uomo e l’ambiente non possa che essere costruito con il contributo dall’intera comunità in cui è inserito. Lo sforzo corale per la sostenibilità, di cui è parte integrante ‘Landscape Festival – I Maestri del Paesaggio’, quest’anno esce dai confini bergamaschi e coinvolge per la prima volta anche la provincia bresciana: è il segnale forte della volontà dei due territori di “Crescere Insieme”, come recita il tema di quest’anno del festival, anche in questo impegno. Il sostegno che la nostra Fondazione ha voluto dare all’appuntamento attraverso il bando speciale dedicato a Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 vuole rafforzare la spinta verso una maggiore tutela del paesaggio e per la costruzione di una più sostenibile relazione tra singoli, collettività e imprese con le risorse naturali e ambientali, una sfida che riguarda in modo sempre più urgente tutto il nostro territorio».

Oltre alle installazioni green presenti nelle capitali italiane della cultura, saranno diverse le iniziative e gli eventi che caratterizzeranno questa speciale edizione del Festival.

Il programma completo a questo link.

Photo credit: Renderingingresso_Bergamo_PiazzaMascheroni – CREDTIS Massimo Semola & Elisabetta Fermani per Gardenia

«Siamo convinti che le canzoni di De André rappresentino anticorpi contro la prevaricazione e le disuguaglianze: riproporle da punti di vista diversi, coinvolgendo attivamente il territorio, significa offrire un contributo per la crescita di una sensibilità comune e per valorizzare il ruolo della cultura come cura per le fratture del tessuto sociale che si sono ampliate a causa dell’emergenza pandemica e della crisi economica».

Nato a Brescia nel 2019, il Festival De André – promosso da Cieli Vibranti con la direzione artistica di Alessandro Adami, è una rassegna culturale diffusa che intende valorizzare l’eredità musicale e poetica di Fabrizio De André non solo con concerti ma anche attraverso incontri, conferenze, mostre e spettacoli.

In occasione di Bergamo e Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, la quarta edizione del Festival de André, grazie al sostegno di Fondazione Cariplo, delle Fondazioni di Comunità Brescia e Bergamo e del Comune di Brescia, presenta un programma speciale con ospiti di rilievo nazionale e una proposta culturale innovativa, in collaborazione con istituzioni, realtà culturali e associazioni del territorio che si occupano di persone con fragilità.

Il programma completo è consultabile: www.festivaldeandre.it

L’edizione 2023 sarà dedicata all’album «Non al denaro non all’amore né al cielo», pubblicato nel 1971, ispirato dalle poesie dell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Gli spunti suggeriti dalle nove canzoni dell’album saranno al centro di incontri, concerti, performance teatrali, presentazioni di libri, produzioni originali con ospiti e artisti, laboratori per le scuole e nelle carceri.

Tra le tante iniziative, è prevista una performance pubblica dell’Antologia che coinvolgerà attivamente la cittadinanza con oltre cento partecipanti, uno spettacolo all’alba al Cimitero Vantiniano dedicato alle vittime del Covid, che proprio i territori bergamasco e bresciano ha colpito con particolare violenza.

Agli approfondimenti culturali sui temi della diversità, della giustizia, della spiritualità, della scienza e della tecnica, parteciperanno, tra gli altri, Gherardo Colombo, ex-magistrato, Rossella Miccio, presidente di Emergency, Alba Bonetti, presidente di Amnesty International Italia.

Alessandro Adami, cantante e tastierista, è il direttore artistico del Festival: «L’idea del Festival nasce da una mia passione, da sempre canto le canzoni di De André e collaboro con i musicisti che hanno gravitato intorno a lui. Ma soprattutto dalla volontà di riflettere sul suo lavoro da un punto di vista non solo musicale e letterario ma anche sociale, a partire dall’attenzione per gli ultimi, per i diversi, per gli stranieri che ha sempre fatto parte della storia di De André e che è lo spunto per costruire percorsi di integrazione e inclusività. Da sempre l’intento è stato quello di legame con le periferie e i luoghi che normalmente sono meno raggiunti dalla cultura, a maggior ragione nell’edizione di quest’anno che si inserisce nella tematica “La cultura come cura” di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023. Grazie al sostegno del bando “CAPITALE DELLA CULTURA 2023 Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio abbiamo attivato progetti con scuole del territorio, con il carcere e con realtà che si occupano di fragilità. I bambini delle scuole elementari a settembre costruiranno un libro in omaggio alla canzone “Volta la Carta” che è inserita nell’album Non al denaro non all’amore né al cielo. La Cooperativa La Mongolfiera, parteciperà con un gruppo di persone con disabilità alla performance collettiva che abbiamo chiamato “La Collina”. Nelle tre serate al cinema Eden, ognuno dei relatori interpreterà una delle figure dell’album. Gherardo Colombo per esempio sarà “Il Giudice”, la presidente di Amnesty International Italia Alba Bonetti parlerà de “Il blasfemo”, Rossella Miccio, presidente di Emergency de “Il Medico”. Le canzoni sono l’ispirazione per introdurre il loro sguardo personale, il racconto della loro vita, ma anche per parlare di attualità».

Ad Alba Bonetti, presidente di Amnesty International Italia, è affidata la canzone del Blasfemo: «Il blasfemo è colui che pronuncia parole proibite e per questo viene punito anche in maniera estrema dal potere, statale o religioso. Il mio intervento sarà orientato ad attualizzare la figura del blasfemo: i blasfemi di oggi sono coloro che si rendono sgraditi ai governi non democratici e purtroppo la nostra è un’epoca in cui l’intolleranza per il dissenso è pericolosamente in aumento. Ci sono l’Egitto, l’Iran, ma in America Latina non esistono detenuti politici, perché vengono uccisi. Gli attivisti ambientali rischiano di essere assassinati ogni giorno, come Berta Isabel Cáceres Flores. In Messico dall’inizio del secolo sono morti più di 200 giornalisti.

Nel 2022 Amnesty International ha lanciato la campagna “Io proteggo la protesta”. È la prima campagna di questo tipo che lanciamo ma siamo molto preoccupati dal livello di compressione degli spazi di libertà di parola. Non avevamo mai pensato nella nostra storia di dover proteggere chi protesta, ma chi protesta è a rischio: della vita, della detenzione, ma anche la macchina del fango è un’arma per mettere fuori gioco i blasfemi, attraverso la denigrazione e la sottrazione di credibilità. Ho la presunzione di pensare che a Fabrizio De Andrè questa declinazione della sua canzone del Blasfemo non sarebbe dispiaciuta perché lui cantava la disperazione e l’ingiustizia sociale e spero che anche le nuove generazioni che non lo hanno conosciuto possano ritrovarsi in questa interpretazione».

Sulla collina del castello, sabato 16 settembre, più di cento cittadini parteciperanno alla performance collettiva “La Collina”. Beatrice Faedi è la coordinatrice del progetto: «La Collina nasce da una call pubblica rivolta a tutta la comunità per invitarla a partecipare all’evento di lettura delle poesie dell’antologia di Spoon River. Ci hanno risposto moltissime persone e a ognuna di loro è stata assegnata una poesia durante gli incontri e il workshop che abbiamo organizzato per provare la performance. La nostra Spoon River sarà all’imbrunire, sulla collina del castello. Ogni persona avrà la sua postazione e una piccola luce e sarà vestita di bianco e il pubblico ascolterà in loop ogni poesia. Poi convergeremo insieme sul piazzale per il concerto finale. In questo gruppo ci saranno persone di tutte le età, dai ragazzi agli anziani, gli studenti del collegio universitario di Brescia e anche persone con disabilità insieme ai loro educatori. Abbiamo cercato di esaudire i desideri di tutti, assegnando ad ognuno il personaggio che desideravano interpretare. La cosa bella dell’Antologia di Spoon River è che offre a ognuno la possibilità di esprimere la propria individualità, è un grande villaggio: ci sono testi sognanti, liberi, arrabbiati. Avevamo già in mente questo progetto nel 2020 ma poi è arrivato il Covid, questa adesione così massiccia è figlia del desiderio delle persone di ritrovarsi».

Il Festival De André è uno dei 92 progetti sostenuti con 3,5 milioni di euro dal bando: “CAPITALE DELLA CULTURA 2023 Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio”.

Il 5 settembre 2023, la Fondazione Culturale Europea ed i suoi partner Fondazione Cariplo e Scottish Library & Information Council lanciano la Europe Challenge 2024: Biblioteche, Comunità e Democrazia. Questa nuova edizione del programma riguarda le diverse sfide che l'Europa si trova ad affrontare, come l'isolamento sociale, la disuguaglianza, la disinformazione e la crisi climatica, attraverso il cambiamento locale guidato dalle comunità.

Il programma consente alle biblioteche e alle loro comunità di sviluppare e implementare soluzioni creative alle sfide locali insieme ai membri della loro comunità, tramite:

  • una serie di workshop e sessioni di mentoring online e di persona
  • finanziamenti fino a 10.000 euro (facoltativi)
  • ulteriori opportunità di scambi peer-to-peer, di networking e di viaggio

A partire da gennaio 2024 e fino a settembre 2024, questa rappresenta un'opportunità per le biblioteche e le loro comunità di lavorare su idee e soluzioni creative che valorizzino la partecipazione democratica ed il benessere sociale e ambientale.
La data di scadenza per la presentazione delle proposte è il 16 ottobre 2023, alle 9:00 CEST. I dettagli sul bando aperto sono disponibili sul sito web.

 

“Far parte di un progetto europeo con biblioteche e comunità con opinioni affini ci dà speranza per il futuro delle biblioteche in Europa", come detto da un partecipante di una precedente edizione.

 

La Europe Challenge è promossa dalla Fondazione Culturale Europea e sostenuta da Fondazione Cariplo e da Scottish Library and Information Council. I partner del programma sono Changency, OBA e Public Libraries 2030.

 

Informazioni sulla Europe Challenge

La Europe Challenge è un programma annuale che prende il via con un bando aperto e riunisce gruppi di biblioteche e comunità di tutta Europa. Ogni gruppo di biblioteche e comunità si concentra su un problema locale, che spesso coincide con un problema comune anche a molti altri gruppi in Europa.
 

Sette biblioteche, dalla Lettonia alla Spagna, hanno partecipato al programma pilota da maggio 2021 a maggio 2022, lavorando su una serie di soluzioni innovative, spaziando dall'installazione di alveari urbani nelle biblioteche come strumento didattico pratico per la promozione della biodiversità, fino al ricorso alla realtà virtuale come strumento per affrontare l'esclusione digitale. L'edizione del 2022, lanciata nel mese di maggio 2022, ha raggruppato 32 biblioteche e comunità di 14 Paesi e 29 località diverse (dalle Ebridi Esterne della Scozia a una delle isole più orientali della Grecia) che, oltre alle biblioteche pubbliche, comprendevano anche biblioteche scolastiche, carcerarie, universitarie, di volontariato e biblioteche dedicate a problemi speciali.

Queste 39 iniziative sono illustrate nella pubblicazione Sense of Belonging (Senso di Appartenenza), che mette in luce le iniziative promosse dalla Europe Challenge tra il 2021 e il 2023, e racconta la storia del perché e del come sia stato concepito il programma.

Il 25 agosto inaugura Destinazione Museo, l’evento centrale di Le Vie del Sacro, il progetto promosso dalla Diocesi di Bergamo e ideato e realizzato dalla Fondazione Barnareggi – in occasione di Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura 2023 – per valorizzare il vasto patrimonio storico artistico custodito nelle chiese, nei monasteri e nei musei ecclesiastici della città e del suo territorio, ma anche per lasciare un’eredità concreta alle giovani generazioni, sostenendo il loro ingresso nel mondo del lavoro culturale.

Destinazione Museo è la mostra proposta dal Museo Adriano Bernareggi per scoprire i capolavori della collezione della Diocesi durante il periodo di realizzazione dei nuovi spazi espositivi del Museo Bernareggi presso l'Aula Picta, l'antichissima domus del Vescovo in Piazza Duomo.

La mostra si sviluppa su tre siti espositivi che offrono un viaggio attraverso duemila anni di storia: il Museo della Cattedrale, che ospiterà importanti opere prerinascimentali con “Verso il Rinascimento”; Palazzo Bassi-Rathgeb in Borgo Pignolo, con “Lorenzo Lotto, un originale e due copie” , in cui per la prima volta due copie cinquecentesche tratte da originali di Lorenzo Lotto vengono esposte in città; L'Oratorio di San Lupo con l’allestimento “Artisti, amici, superstar” che raccoglie opere di artisti contemporanei che hanno lavorato a San Lupo.

Destinazione Museo è anche una delle tappe più importanti di Le Vie del Sacro, uno dei 92 progetti sostenuti con 3,5 milioni di euro dal bando: “CAPITALE DELLA CULTURA 2023 Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio”.

Un progetto nato per rendere fruibile il vastissimo patrimonio della Diocesi di Bergamo, in cui si contano più di 1300 edifici di culto che custodiscono 300 mila beni culturali, ma anche dalla volontà di dare risposte concrete all’impatto della pandemia che ha esacerbato le difficoltà, la fragilità e le marginalità strutturali dell'ecosistema culturale e creativo. E ha particolarmente influito sull’occupabilità dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro nel settore culturale. Le Vie del Sacro ha quindi l’obiettivo di favorire e sostenere l’ingresso nel mondo del lavoro culturale di giovani risorse, dotandole di competenze specifiche nell’ambito della progettazione culturale. La partecipazione al progetto costituisce per i giovani anche un’effettiva esperienza di lavoro retribuita.

L’ideazione e l’attuazione delle iniziative Le Vie del Sacro, che in quattro mesi di attività ha già realizzato più di 200 iniziative su tutto il territorio bergamasco: visite, laboratori per bambini e famiglie, talk con gli artisti, performance teatrali, camminate e percorsi in bicicletta tra arte e natura, ma anche 9 guide cartacee dedicate ai bambini, 6 video narrazioni e 1 mappa dedicata ai tesori nascosti della città, è infatti affidata a un team di giovani 20/30enni, che nel maggio 2022 hanno risposto ad una call lanciata dalla Chiesa di Bergamo per selezionare – “esploratori di Bellezza – viandanti, curiosi e sognatori”, disponibili a frequentare un percorso formativo, dedicato – oltre che ai temi connessi alla storia dell’arte e alla teologia – anche a quelli inerenti alla mediazione e la progettazione culturale in relazione all’arte religiosa. Alla call, hanno risposto 63 giovani dai 19 ai 30 anni. I giovani che hanno avuto accesso al percorso formativo sono stati 43, di cui 17 provenienti dalla città e 30 dalla provincia. La maggioranza di loro sta frequentando o ha appena terminato l’Università, la Scuola di Restauro o l’Accademia di Belle Arti.

Giovani Berera, del dipartimento educativo della Fondazione Barnareggi, è il coordinatore di Le Vie del Sacro: «La nostra aspirazione non è quella di formare delle semplici guide. Questo progetto è un’occasione in cui i giovani si stanno realmente mettendo alla prova nel mestiere di storico dell’arte, sono loro stessi i promotori delle proposte culturali. Dopo il periodo di formazione, hanno potuto sperimentare le conoscenze e le competenze che avevano acquisito. Nella prima fase ci siamo concentrati sugli itinerari, i percorsi, le visite tematiche sul territorio. A partire da maggio i giovani sono stati coinvolti nella fase di ricerca, redazione dei testi e nell’allestimento di Destinazione Museo. Il loro sguardo originale è emerso soprattutto nella sezione della mostra dedicata all’arte contemporanea, in cui sono coinvolti gli artisti bergamaschi e lombardi che negli anni hanno esposto in San Lupo. I ragazzi li hanno incontrati e intervistati, hanno potuto stabilire una relazione. Però hanno dato un grande contributo anche per la realizzazione delle mostre di Destinazione Museo dedicate all’arte antica perché comunque i giovani sono portatori di una prospettiva diversa, meno scontata, noi che lavoriamo quotidianamente nell’arte ovviamente siamo competenti, però il rischio, che è insito in ogni professione, è quello di “andare in automatico”. I ragazzi ci hanno posto sempre di fronte alle ragioni di una scelta.

E per esempio, l’allestimento della Trinità di Lotto, che sarà molto emozionale, è frutto di un lungo dialogo tra noi e loro. Il pungolo a osare è venuto proprio dai ragazzi e noi li abbiamo ascoltati, anche perché sono loro il tramite con i loro coetanei e ci offrono l’opportunità di intercettare un pubblico più giovane e di immaginare altri modi per proporre un’offerta culturale. Abbiamo già fatto una serie di esperimenti, come il format “Talk About Art” in cui ragazzi dialogano con artisti contemporanei e poi accompagnano i visitatori alla visita allo studio dell’artista. Abbiamo realizzato una edizione pilota alla chiesa di Cavernago in cui i ragazzi hanno dialogato con Paolo Belloni, l’architetto che l’ha progettata e con Don Giuliano Zanchi, il direttore scientifico della Fondazione Barnareggi e adesso stiamo preparando il calendario dei talk.

Fin dalla formazione i ragazzi hanno lavorato in microéquipe insieme a noi e, con un po’ di fatica inizialmente, li abbiamo abituati al dialogo tra professionisti, con un approccio diverso dal quello prestazionale perché non volevamo condividere solo nozioni. Dovevamo costruire un calendario di eventi ma soprattutto fare un lavoro di progettazione culturale. Quindi non immaginare tanti “bei percorsi” ma elaborare un approccio diverso da quello classico della visita guidata: fare in modo che gli accompagnatori sulle Vie del Sacro non siano solo “guide” ma compagni di strada che si mettono in relazione con le persone che decidono di partecipare».

Chiara Bolis, 23 anni, si è appena laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Statale di Milano, ed è una dei 43 ragazzi e ragazze che hanno risposto alla call per selezionare “esploratori di Bellezza – viandanti, curiosi e sognatori”: «Vedevo tanti miei coetanei che studiavano ma riuscivano anche ad avere lavori saltuari e volevo provarci anche io. Per Bergamo è un anno particolare e mi auguravo che ci fossero più occasioni di lavoro ma sinceramente non speravo di trovare un’occupazione così attinente alla mia formazione. Poi il mio professore delle superiori di Storia dell’Arte mi ha segnalato la call delle Le Vie del Sacro e ho mandato il mio curriculum e, dopo il colloquio, ho iniziato la formazione. Si è creato subito un gruppo molto bello tra i ragazzi e i coordinatori, tutte persone interessate all’arte e con voglia di mettersi in gioco. Ê la prima volta che sento davvero che noi giovani abbiamo voce in capitolo, abbiamo trovato persone che ci hanno guidato e abbiamo imparato tanto, ma siamo anche stati ascoltati, siamo riusciti sempre a dire la nostra e a essere protagonisti nello stesso modo, e sullo stesso piano, dei professionisti. Ma anche l’esperienza con il pubblico finora è stata di grande condivisione, più volte alla fine di una visita mi sono sentita dire: “Non mi è mai capitato di vedere un’opera e non sentirmi appesantito, esco di qui arricchito e leggero”. Ed è quello che ogni interprete culturale sogna di trasmettere».

Conclude Berera: «A settembre le proposte sul territorio continuano, ma con Destinazione Museo, dopo le proposte nomadi di chiesa in chiesa, apriamo anche i presidi fissi, e i ragazzi che sono il lascito più importante del nostro progetto, accompagneranno i visitatori e si metteranno alla prova con un altro pezzo del mestiere, quello di abitare stabilmente un luogo»

Osvaldo Ranica, il Presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca spiega le ragioni che hanno spinto la Fondazione a sostenere il progetto: «C’è un filo rosso che, attraverso l’arte, raccoglie l’eredità del passato e la consegna alla cura delle nuove generazioni, e il progetto Le Vie del Sacro – che la nostra Fondazione ha sostenuto con il bando speciale dedicato a Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 –, è un’ottima occasione per renderlo visibile. La serie di appuntamenti, infatti, non punta solo alla valorizzazione del preziosissimo patrimonio storico-artistico custodito dalle numerose chiese, monasteri e musei ecclesiastici della bergamasca, ma mette in luce soprattutto la necessità di custodire e promuovere al meglio questo vero e proprio tesoro. Sono numerosi i giovani che faticano a trovare un’occupazione nel settore della Cultura, nonostante le alte competenze maturate in anni di studi. Le vie del Sacro, favorendo l’ingresso nel mondo del lavoro culturale di giovani risorse, che svolgono all’interno del progetto un’esperienza di lavoro retribuita, contribuisce a “consegnare” il patrimonio ereditato nei secoli alle giovani generazioni».

L’inaugurazione di Destinazione Museo

L’inaugurazione di Destinazione Museo si terrà venerdì 25.08.2023, alle ore 18.30 sotto il Portico di Palazzo della Ragione, alla presenza del Vescovo di Bergamo, Mons. Francesco Beschi. L’ingresso è libero. È gradita la prenotazione per partecipare agli itinerari serali: al termine dell’inaugurazione i ragazzi e le ragazze de Le Vie del Sacro accompagneranno chi lo desidera in una visita guidata nelle tre sedi espositive.

TRE SITI ESPOSITIVI: Il progetto della mostra si sviluppa su tre siti espositivi che, visitati in sequenza, offrono un affascinante viaggio attraverso duemila anni di storia, dall'arrivo del Vangelo a Bergamo fino ai giorni nostri.

Museo della Cattedrale: La prima tappa di “Destinazione Museo” è quindi rappresentata dal Museo della Cattedrale, che ospiterà importanti opere prerinascimentali con “Verso il Rinascimento”. Il racconto post-medievale dell’arte sacra a Bergamo si arricchisce così con l’esposizione di tredici pezzi tra antichi dipinti su tavola, sculture e creazioni di oreficeria.

Palazzo Bassi-Rathgeb: La seconda tappa è Palazzo Bassi-Rathgeb in Borgo Pignolo, con “Lorenzo Lotto, un originale e due copie” dedicata all’influenza che questo capolavoro ebbe sui pittori vissuti nei decenni successivi alla sua realizzazione. L’evento, organizzato con l’Università degli studi di Bergamo, propone, come in un gioco di specchi, due copie cinquecentesche tratte da originali di Lorenzo Lotto che per la prima volta vengono esposte in città.

Oratorio San Lupo: L'Oratorio di San Lupo è l'ultima tappa di questo straordinario percorso museale. Un nuovo allestimento, “Artisti, amici, superstar”, raccoglie opere di alcuni degli artisti che hanno lavorato a San Lupo, sviluppando il suggestivo racconto dell'amicizia duratura tra la Chiesa di Bergamo e gli artisti contemporanei. L’allestimento ospita solo alcuni degli artisti che sono passati dal Museo, l’obiettivo sarà poi valorizzare man mano, in un prossimo futuro, tutti coloro che fanno parte di questa preziosa collaborazione.

Sono sette i Progetti Emblematici 2022 selezionati da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia per la provincia di Lodi, iniziative di altissimo valore sociale a cui sono destinati complessivamente 8 milioni di euro, 5 milioni di euro messi a disposizione da Fondazione Cariplo, altri 3 milioni da Regione Lombardia.

Il territorio lodigiano potrà così avvalersi di sette nuovi progetti che puntano ad affrontare alcuni problemi del territorio, e a sperimentare politiche innovative in campo sociale, culturale, ambientale, scientifico ed economico.

Ogni anno Fondazione Cariplo destina a tre territori provinciali la somma € 5.000.000 per il sostegno di iniziative che hanno le caratteristiche di Interventi Emblematici. Regione Lombardia, a sua volta, attiva risorse con lo stesso fine. Fondamentale il supporto della Fondazione comunitaria, antenna dei bisogni del territorio, e della Provincia di Lodi che hanno offerto il loro contributo per la selezione dei progetti.

I progetti Emblematici selezionati per la provincia di Lodi

  1. Associazionee CALAM Centro Artistico Lodigiano Acconciatori Misti ed Estetica di Lodi: progetto "TI Lab" (Talent Innovation Lab). Competenze e formazione per il futuro, dedicato alla valorizzazione della Formazione Professionale nel lodigiano: contributo 1.910.283 euro.
  2. Amicizia Società Cooperativa Sociale di Codogno per il progetto "Il giardino delle rose", che intende ricostruire alcuni immobili al fine di realizzare un’unica soluzione residenziale stabile a favore di 12 persone con disabilità gravi frequentanti i servizi della Cooperativa: contributo 908.269 euro.
  3. Provincia di Lodi per il progetto CERS nel lodigiano che intende dare vita a 3 Comunità Energetiche Rinnovabili Solidali” (CERS), che porranno particolare attenzione alle ricadute sociali dell’iniziativa: contributo 948.269 euro.
  4. Parco dell’Adda Sud per il progetto CICLADDA ‐ Mobilità dolce e valorizzazione turistica dell'Adda Lodigiano, localizzato nel territorio del medio corso dell’Adda lodigiano per favorirne l’attrattività attraverso la realizzazione di un itinerario che connetta i luoghi di interesse attraverso forme di mobilità sostenibile (ciclovie): contributo 908.269 euro.
  5. Comune di Codogno per il progetto Codogno open factory con focus su uno dei monumenti più significativi della città di Codogno, ossia l’edificio storico denominato “Ex Ospedale Soave” su cui si prevede un intervento di restauro e riqualificazione funzionale per permettere il riuso del bene: contributo 908.369 euro.
  6. Comune di Casalpusterlengo per il progetto “Tra castelli, torri e corte lombarde” per realizzare interventi di rifunzionalizzazione e valorizzazione di alcuni edifici storico-monumentali, prevedendo una più innovativa programmazione nella quale l’intervento di rigenerazione urbana implica – oltre alla riqualificazione degli immobili: contributo 908.269 euro.
  7. Comune di Lodi per il progetto "Greenway" che nasce con l’obiettivo di promuovere nuove forme di fruizione e promozione delle aree verdi della città di Lodi e la valorizzazione della viabilità ciclopedonale in città e si inserisce in un più ampio itinerario di pregio ambientale, storico e culturale che attraversa gran parte del territorio cittadino: contributo oltre 1.508.267 milioni di euro.

Giovanni Azzone, Presidente Fondazione Cariplo: “In questi progetti emblematici c’è attenzione alle persone e ai luoghi: c’è riguardo nei confronti del lavoro dei nostri giovani, c’è considerazione verso i luoghi da rigenerare, per dar loro nuova vita; c’è attenzione verso i fragili, e all’ambiente. Si tratta di iniziative che realizzano in concreto il concetto di sostenibilità, che significa avere cura verso chi verrà dopo di noi, non utilizzando le risorse che oggi sono a nostra disposizione e lasciare i problemi a chi verrà nel futuro, ma offrendo alle prossime generazioni le stesse opportunità che abbiamo avuto noi. Perciò, tra le altre cose, con questi progetti si recuperano luoghi, si promuove la mobilità dolce e meno inquinante, e si punta sulla cultura come fattore unificante per la comunità e tra generazioni. Consentitemi di ringraziare la Regione Lombardia che co-finanzia i progetti; chi mi ha preceduto nella governance della Fondazione, noi oggi raccogliamo il frutto del loro importante lavoro; e infine un grazie particolare a chi ha promosso e realizzerà questi interventi: senza di loro i progetti resterebbero solo sulla carta”.

Attilio Fontana, Presidente Regione Lombardia: "Gli interventi riguardano trasversalmente l'intero territorio lodigiano, in un'ottica multidisciplinare che consente di affermare l'attenzione di Regione Lombardia ai luoghi e alle persone che li abitano. Potenziamento delle politiche attive del lavoro, contrasto al disagio giovanile, tutela dell'ambiente, energia pulita, rilancio della cultura e del turismo sono le direttrici da cui muove l'azione congiunta con Fondazione Cariplo che consente di pianificare politiche che guardano al futuro e che siano realmente sostenibili. Con questo modello di partnership pubblico-privato ribadiamo l'importanza di mettere la persona al centro".

Pierluigi Carabelli, membro della Commissione Centrale di Beneficenza per il territorio di Lodi “Fondazione Cariplo insieme a Regione Lombardia conferma una grande sensibilità al territorio del lodigiano sostenendo progetti che assumono una rilevanza trasversale che va dalla cultura al sociale passando per la sostenibilità dell’ambiente. L’attività filantropica della nostra Fondazione, infatti, ha sempre cercato di rispondere in modo puntuale e concreto ai bisogni dei territori, ascoltando le emergenze e le nuove problematiche”.

Mauro Parazzi, Presidente Fondazione Comunitaria di Lodi: “I progetti selezionati bene evidenziano nel loro insieme un’idea chiara di futuro del territorio e l’impegno della nostra comunità nel percorrere la strada di uno sviluppo attento ai fragili, all’ambiente, alla cultura, all’arte e – di fondamentale interesse strategico anche per il mondo delle imprese – alla formazione professionale”.

Fabrizio Santantonio, Presidente Provincia di Lodi: “Gli Emblematici rappresentano per il territorio un’importante opportunità per sviluppare una progettualità strategica su interventi capaci di incidere in profondità nei cambiamenti che la realtà locale è chiamata ad affrontare, a vari livelli. Sotto questo profilo, enti locali e realtà sociali hanno saputo cogliere il significato e le potenzialità di questo strumento, presentando proposte caratterizzate dalla conoscenza dei bisogni delle nostre comunità e da una chiara lettura degli ambiti sui quali concentrare energie e risorse, grazie anche al supporto di un lavoro di istruttoria coordinato dalla Fondazione Cariplo che ha permesso di orientare efficacemente gli obiettivi da individuare e le modalità con cui perseguirli. Il frutto di tutto ciò è un quadro di programmazione che contiene spunti di grande interesse e pone il Lodigiano di fronte a sfide stimolanti. Anche le proposte che non hanno potuto trovare accoglimento perché eccedenti le disponibilità del Fondo rappresentano in ogni caso un contributo da valorizzare, poiché in grado di apportare un valore alla crescita del territorio, attraverso la ricerca di ulteriori strumenti di possibile sostegno”.

credits Ph.Pasqualino Borella

Gli effetti sociali ed economici della pandemia non hanno colpito tutti nello stesso modo: chi si trova a vivere una situazione di fragilità sperimenta una sempre maggiore difficoltà, specialmente quando vengono toccate questioni essenziali come quella della casa e dell’autonomia.
Per affrontare questa emergenza Fondazione Cariplo ha promosso 6 nuovi progetti sul territorio lombardo, di cui uno a Varese, uno a Lecco, uno a Milano, uno a Verbania,  uno  a Gandino (Bergamo),  uno  ad  Albiate (Monza) per  un  importo complessivo di oltre 1,8 milioni di euro.
La dimensione abitativa rappresenta uno spazio cruciale sia per recuperare, mettere alla prova, mantenere la capacità di vita autonoma di chi è fragile, sia per affrontare fasi transitorie di difficoltà, e – se declinata in modo mirato – può migliorare in modo determinante la condizione di benessere delle persone. Negli ultimi anni il disagio abitativo si è acuito in generale, estendendosi a fasce sempre più ampie di popolazione a causa dell’evoluzione di alcune dinamiche sociali ed economiche (carriere lavorative discontinue, percorsi migratori, indebolimento delle reti primarie, crescita del costo degli immobili e degli  affitti…) che l’emergenza pandemica ha contribuito ad aggravare maggiormente.
I sei progetti sostenuti permetteranno l’avvio di nuovi interventi di abitare sociale, rivolti in modo mirato alle categorie sociali  più  bisognose e mobiliteranno risorse locali altrimenti non disponibili. Si rivolgono alle categorie sociali più bisognose aumentando l’offerta di alloggi sociali e attivando percorsi di accompagnamento e di sostegno all’autonomia delle persone accolte. Inoltre, le iniziative permetteranno la realizzazione di interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica di  immobili con una conseguente riduzione dei consumi di energia e un minor impatto ambientale. L’housing sociale rimane anche per il 2023 uno dei temi chiave di Fondazione Cariplo che, orienterà la sua attività filantropica al contrasto alle nuove povertà, al welfare delle persone in difficoltà, all’abitare sociale e all’occupabilità e il lavoro (per giovani, persone con disabilità, NEET…) con un impegno complessivo di 15,3 milioni di euro. Particolare attenzione ai giovani e al loro benessere psicologico, messo a dura prova in questi anni.
Dal 2000 ad oggi sono stati sostenuti 365 progetti di “Housing sociale”, deliberando contributi per oltre 69 milioni di euro. La stima è di aver creato oltre 6.000 posti letto per soggetti con fragilità.

Lo scorso martedì 25 luglio, il CdA della Fondazione ha deliberato contributi complessivi per 2,8 milioni di euro a favore di 21 progetti candidati sull’edizione 2022 del bando “SOS patrimonio”. Gli enti beneficiari – enti ecclesiastico-religiosi, enti pubblici ed enti privati non profit – avvieranno interventi di conservazione e buona gestione del patrimonio storico-architettonico di pregio, anche attraverso la promozione del metodo della conservazione programmata, tema che Fondazione Cariplo sostiene da oltre un decennio con una linea di bandi dedicata.

 

Per rinnovare il proprio sostegno al patrimonio storico-architettonico di pregio, Fondazione pubblica la terza edizione del bando “SOS patrimonio”, in scadenza il 30 novembre 2023.

Con un budget complessivo di 1.180.000 di euro, la Fondazione intende sostenere interventi di recupero urgenti e prioritari su beni di interesse storico-architettonico, al fine di favorire processi di conservazione e buona gestione del patrimonio culturale. Attraverso tali interventi, la Fondazione intende garantire condizioni di apertura, sicurezza e fruibilità degli edifici al fine di avvicinare le comunità alla conoscenza della nostra eredità culturale.

 

I progetti dovranno essere riferiti prioritariamente ad uno o più dei seguenti ambiti coperture, strutture, superfici e apparati decorativi architettonici, nonché prevedere la predisposizione di un piano di conservazione preventiva e programmata dei beni oggetto d’intervento. Fondamentale sarà inoltre la presenza di un programma di indagini diagnostiche, al fine di determinare le priorità d’intervento per la risoluzione delle urgenze individuate e definire azioni di coinvolgimento e sensibilizzazione delle comunità.

 

Anna ha 14 anni, frequenta l’ultimo anno delle medie: è molto brava a scuola, è curiosa e ama leggere. Ha qualche amica, ma non troppe: non le piace tanto stare in gruppi numerosi, preferisce poche relazioni più profonde. Con il passare del tempo, però, Anna si chiude sempre di più: le uscite con le amiche diventano più rare, stare dietro al ritmo della scuola e ai suoi risultati abituali, in media molto alti, diventa sempre più difficile; anche uscire di casa diventa una sfida, e a volte è quasi insopportabile. A un certo punto Anna comincia a soffrire di attacchi d’ansia e della cosiddetta “fobia scolare”, un disturbo che riguarda fino al 5% dei bambini e adolescenti in età scolastica, in particolare nelle fasi di passaggio da una scuola a un’altra in corrispondenza con le fasi di cambiamento evolutivo[1].

Per chi ne soffre, ansia, malessere fisico e una forte angoscia possono comparire già dalla sera prima di andare scuola, disturbare il sonno, rendere difficile uscire di casa, e ancora di più entrare e/o rimanere in classe. A questa fase può seguire un graduale allontanamento dall’intero mondo sociale, con abbandono delle relazioni di amicizia e di altri contatti[2]: nei casi più gravi le mura della stanza diventano il simbolo fisico di barriere molto più profonde con il mondo esterno, a livello sociale e affettivo.

Dalle stime più aggiornate, questa forma di disagio interessa 50.000 adolescenti in Italia e si è aggravata a partire dal lockdown. In prima linea spesso si trovano le Unità Operativa Neuropsichiatria Psicologia Infanzia Adolescenza (UONPIA), servizi territoriali dove bambini, adolescenti e famiglie possono trovare medici e psicologi per ricevere un aiuto, senza dover arrivare a recarsi in ospedale o a un ricovero.

Le UONPIA dell’Azienda Socio-Sanitaria Territoriale “Santi Paolo e Carlo”, Milano, riscontrano che circa il 20% dei ragazzi seguiti ogni anno presenta condizioni di ritiro sociale a diversi livelli di gravità, tutti con interruzione o discontinuità del percorso scolastico.

Volendo provare a dare una risposta a questa situazione è nato ReSTARS, progetto – sostenuto dal Bando Attenta-mente di Fondazione Cariplo – che promuove l’integrazione dell’intervento di neuropsichiatri e psicoterapeuti con interventi educativi, di pet-therapy e laboratori in piccoli gruppi, per accompagnare i ragazzi nel loro rientro a casa dopo un ricovero, fare insieme dei passi per uscire di casa e, perché no, riallacciare delle relazioni con altri ragazzi/e della stessa età.

Eventi stressanti, verificatisi in famiglia, a scuola o in altri contesti, possono predisporre o contribuire a scatenare questa forma di ritiro. È quello che succede ad Anna: dopo aver sofferto un dramma familiare, poco a poco si chiude in sé stessa. A un certo punto, si rifiuta di andare a scuola. È allora che sua mamma decide di accompagnarla all’UONPIA, dove può incontrare una neuropsichiatra infantile e una psicologa che cominciano a seguirla e a costruire con lei e la sua famiglia un percorso per riallacciare i contatti con il mondo esterno.

All’inizio dell’anno Anna viene segnalata per la Pet Therapy, una “terapia” che integra altri percorsi di cura già in corso attraverso la presenza di personale specializzato e di un “amico animale”, nel suo caso Willy, un simpatico cagnolino bianco e nero. La relazione con Willy diventa un canale di apertura e di comunicazione emotiva e relazionale, stimolandola a diventare protagonista nella relazione con il cucciolo.

È così che nasce l’avventura di Anna e Willy. Il primo incontro si svolge in casa: Anna non riesce a uscire, e la pet-terapista, Claudia, e il cagnolino entrano con delicatezza nel suo piccolo mondo, sempre più stretto e selettivo. L’incontro funziona: in un primo momento Anna è sorpresa, ma poi si lascia andare nella relazione con il cane: lo accarezza, ci gioca, aspetta che ritorni la settimana dopo. Quello è un giorno molto importante: infatti, proprio quella mattina Anna è tornata a scuola, per poche ore, ma è tornata.

La settimana dopo Anna aspetta Willy, e questa volta escono in un giardino vicino: lei comincia a parlare, raccontando come sono andati questi primi giorni di scuola, sempre poche ore, ma comunque un grande successo.

Gli incontri si fanno regolari, e ogni volta Anna esplora un posto nuovo, finché un giorno non telefona a Claudia: “Ciao Claudia! Mi dispiace, ma domani non posso venire, facciamo un’altra volta”. “Cos’è successo? Va tutto bene?” chiede Claudia, un po’ preoccupata. “Sì, sì, tutto bene” risponde Anna “è che domani vado in gita con la scuola!”.

E così Anna in pochi mesi, con l’aiuto dell’UONPIA, di Willy e la sua voglia di vivere, riesce a ritornare a scuola, e addirittura ad andare in gita con la sua classe! Dopo la gita parla con Claudia, e le fa un’altra richiesta: le piace molto fare gli incontri con Willy, ma le piacerebbe anche fare qualche attività con altri ragazzi della sua età. È così che nasce il primo intervento di pet-therapy di piccolo gruppo: Anna, Claudia e Willy incontrano un altro ragazzo, Simone, il suo cane, Tommy, e la sua pet-terapista, Federica. Per alcune settimane questa piccola comitiva continua a incontrarsi, esplorando il quartiere e coltivando con cura ogni nuova piccola gemma di relazione.

Alla fine della scuola Anna riesce a fare un altro passo importante: andare alla festa di fine anno. È la fine delle medie, la fine di un ciclo, e lei riesce ad esserci. Non solo, ma durante la festa conosce delle nuove amiche, con cui esce tuttora.

Adesso la scuola è finita, e Anna è riuscita a concluderla bene, a non perdere l’anno e ad essere carica e piena di speranza per l’inizio del liceo: è di nuovo la ragazza curiosa a cui piace studiare. Su proposta della sua dottoressa, ha accetto di iniziare ad andare a un Centro Diurno Giovanile, dove potrà continuare ad essere accompagnata nello studio e nel confronto con i suoi coetanei.

Il suo percorso di pet-therapy si è quindi concluso, con delle grandi vittore: Anna continuerà ad andare all’UONPIA, ma sta molto meglio, è piena di energia e ha un nuovo sogno, diventare un giorno psicologa per aiutare anche lei gli altri.

Segui i racconti dei progetti sostenuti dal bando Attenta-mente sul canale Instagram di Fondazione Cariplo


Re.Stars è l’acronimo di Rete Territoriale per gli Adolescenti in Ritiro Sociale ed è il titolo del progetto di Terre des Hommes, insieme a Comunità Nuova, Il Girasole, Zero5 Coop Soc e le UONPIA dell’ASST Santi Paolo e Carlo, finanziato da Fondazione Cariplo. Partito a febbraio 2023, l’intervento intende contrastare il disagio sociale tra gli adolescenti attraverso un approccio multidisciplinare, innovativo e complementare all’intervento sanitario pubblico.

 


Nel palinsesto di Bergamo e Brescia capitali della cultura, domenica 16 luglio è in programmaL’Isola che c’è”, un evento culturale e musicale che si svolgerà a Monte Isola.

“L’Isola che c’è” è un’idea di Terre di Mezzo, un Ponte tra Bergamo e Brescia, uno dei novantadue progetti sostenuti con 3,5 milioni di euro dal bando: “CAPITALE DELLA CULTURA 2023 Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio”.

Gli eventi in programma il 16 luglio:

  • Il Battello Letterario, editori e autori locali o che hanno scritto del territorio sorprendono i turisti presentando i loro libri durante l’arco della giornata sui battelli di linea che collegano Iseo a Montisola
  • L’esibizione dell’artista madonnara Aurora Chiarini
  • La musica con l’Ensemble Terrazzo Musicale a Peschiera Maraglio
  • L’escursione con l’autore Luigi Faggi, che presenterà il suo libro “La Roccia, le sfide, le storie” al Santuario della Madonna della Ceriola, in collaborazione con il CAI di Chiari.
  • La presentazione dei percorsi: Via Valeriana e Cammino di Carlo Magno a cura di Antonio Votino e Andrea Grava
  • Il ritrovo e la musica con tutti i musicisti di Montisola Manouche festival gipsy jazz
  • Le arpe al tramonto: angoli sonori con arpisti e arpaterapeuti da tutto il mondo, itineranti tra Peschiera Maraglio e Sensole. Il programma completo della giornata a questo link

Il progetto Terre di Mezzo (promosso da Associazione l’impronta – Microeditoria; Associazione teatrale Piccolo Parallelo; Rinascimento Culturale; Fondazione Cogeme ETS) nasce con l’ambizione di costruire un ponte ideale fra Brescia e Bergamo attraverso una serie di eventi unici, spettacoli, incontri che coinvolgono i paesi dislocati sulla linea ideale che unisce le due città. Paesi che sono attraversati dal fiume Oglio, ovvero l’elemento geografico che fa da confine fra le due province, ma che le unisce con le sue acque e i ponti che lo attraversano.

L’idea di fondo delle proposte è quella di “agire il confine” e della possibilità della cultura di essere ponte. Ponte fra le genti, fra le arti, fra molteplici forme culturali.

«Nel promuovere le attività del Comitato legato all’organizzazione della Capitale della Cultura e nel dar vita con Fondazione Cariplo e le fondazioni di comunità di Bergamo e Brescia ad uno specifico bando a sostegno di progetti per il 2023, avevamo ben presente il punto di partenza della candidatura delle città e di questi territori: il tributo che hanno pagato durante la Pandemia. Ed è doveroso ricordare queste persone e le loro famiglie. Terre di Mezzo aggiunge degli elementi a cui teniamo molto: il coinvolgimento delle comunità, le relazioni, che ruotano attorno alle occasioni culturali. In più, riporta al centro un grande tema, quello della lettura, a cui Fondazione Cariplo dedica grande attenzione e risorse, perché siamo convinti che la lettura nutra la mente di adulti e giovani, indistintamente. Tutto ciò certamente aiuta in questa fase di rinascita» spiega Claudia Sorlini, Vice Presidente Fondazione Cariplo

Daniela Mena, è la direttrice artistica dell’associazione Impronta Microeditoria che da anni organizza la rassegna della microeditoria di Chiari e che ha promosso Terre di Mezzo: «“Terre di mezzo” significa incontro, contaminazione, scambio, intrattenimento, riflessione, e tanto altro. Nell’anno della Capitale della cultura ci siamo sentiti chiamati ad aggregare tante forze intorno a noi per immaginare appuntamenti per sorprendere i turisti con eventi culturali e artistici legati al territorio. Persone qualunque e non comuni fruitori di eventi culturali, questa è la sfida che ci siamo posti»

E questa è la sfida che anima anche il palinsesto dell’Isola che c’è: «Sul “Battello Letterario” dieci autori del luogo e che hanno scritto del luogo, tra cui Massimo Tedeschi (editorialista per Brescia e collaboratore del Corriere della sera) autore di Brescia Adagio, capitale industriale, capitale della cultura (Edizioni Enrico Damiani); Enrico Mirani (giornalista e inviato del Giornale di Brescia) e autore di I due brigadieri. Vita e delitti fra il Carmine e il Sentierone (Liberedizioni) presenteranno i loro libri ambientati nel nostro territorio. L’aspetto più bello è che non si tratta di battelli speciali, le presentazioni avverranno nell’arco della giornata sui battelli di linea che collegano Iseo a Montisola. Ad ascoltarli ci saranno turisti, persone che si spostano per i motivi più diversi, non il pubblico che sta cercando l’esperienza artistica. Sul battello è al contrario l’esperienza artistica che sorprende il turista e cerca di intercettarlo: verrà comunicato sul molo in filodiffusione alla partenza quello che sta per accadere. Ci saranno dieci presentazioni di libri per dieci corse da Iseo a Montisola, chiacchierate di venti minuti tra l’autore e l’intervistatore e speriamo anche il pubblico. Sono libri che parlano dei nostri luoghi e che ci auguriamo suscitino l’interesse delle persone che li abitano, o che sono venuti a scoprirli. Anche l’artista madonnara Aurora Chiarini creerà un’opera ispirata al luogo e in particolare a Leonardo Da Vinci che ha disegnato una mappa del Lago d’Iseo e del fiume Oglio. E la Valle Camonica e il Lago d'Iseo, secondo alcuni studiosi, potrebbero avere ispirato Leonardo Da Vinci nell'ideazione degli sfondi di alcuni dei suoi dipinti più noti, tra cui la Gioconda».

Tra i libri che parlano di questi luoghi, c’è quello di Massimo Tedeschi che racconta: «Ho pubblicato Brescia Adagio un anno fa. La casa editrice Enrico Damiani ha creato una collana “Gli Adagio”: il primo libro è stato Milano Adagio, scritto da Teresa Monestiroli. Lo stesso format viene applicato nelle guide delle varie città: l’idea è prendiamoci delle pause, guardiamo le cose senza fretta, un po’ il contrario del modello “New York in tre giorni”. Sono delle guide con indicazioni personali degli autori: c’è una scelta molto autoriale dello scorcio, del monumento, della strada che possono fare conoscere una città a un turista, e poi ci sono suggerimenti dei posti dove fermarsi, una gelateria tradizionale, un caffè che ha un sapore particolare. Lo spirito del mio adagio di Brescia rimane questo, poi ho anche inserito una serie di approfondimenti su aspetti specifici curati da esperti, per esempio una giornalista che si occupa di botanica ha scritto delle tre piante più belle della città, un architetto ha parlato dei capolavori architettonici contemporanei di Brescia. Sono in tutto cinquanta schede sulla città e dieci sulla provincia, perché non potevo non scrivere di Montisola, o delle grotte di Catullo o del Romanino di Pisogne, perché la forza e la bellezza di Brescia nascono anche da questo legame con il territorio circostante».

E proprio al capitolo su Montisola saranno dedicati gli ultimi dieci minuti della presentazione sul Battello Letterario: «Mentre ci avviciniamo all’attracco vorrei consigliare le passeggiate da fare e i percorsi più belli. Ricorderò che l’isola è il comune lacustre più grande d’Europa, un regno della lentezza perché sono pochissime le auto a motore e le persone si spostano soprattutto a piedi. Sono curioso di vedere quello che accadrà, ho già fatto una presentazione su un motoscafo verso le grotte di Catullo ma era una situazione organizzata e il pubblico era venuto consapevole che avremmo parlato di un libro, sul battello di linea sarà invece del tutto sorpreso ed è un’esperienza nuova anche per me»

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