22 scuole coinvolte, 14 province raggiunte, oltre 400 attività dedicate a studenti, studentesse e personale docente: sono questi i numeri di azionamenti | Laboratorio di possibilità, il nuovo progetto per contrastare il fenomeno della dispersione e abbandono scolastico di Fondazione Cariplo, realizzato da Cariplo Factory e con il supporto di Evaluation Lab – realtà della Fondazione Social Venture Giordano dell’Amore che si occupa di pianificazione strategica, monitoraggio e valutazione.

Le risorse messe a disposizione del progetto sono di 2 milioni di euro per realizzare un percorso biennale costituto da tre fasi consequenziali – denominate rispettivamente ispirazione, attivazione e partecipazione e progettate in ottica di open innovation per valorizzare le competenze STEM, le competenze trasversali e le pratiche artistiche e culturali, con un focus particolare sui cosiddetti “mestieri del futuro” e le nuove tecnologie. Oltre 100 divulgatori, giornaliste, artisti, artigiane, sportivi, scienziate, imprenditori, comunicatori, esperti del viaggio, enti no profit, e professioniste delle materie STEM entreranno nelle scuole accomunati da un unico obiettivo: supportare i giovani in un percorso di scoperta e consapevolezza.

Talk, dibattiti, spettacoli, laboratori, workshop e racconti di viaggio saranno realizzati con il coinvolgimento di oltre 50 partner per superare distanze geografiche e culturali, stimolando l’interesse e la partecipazione alla vita scolastica e promuovendo attività di orientamento per la prosecuzione degli studi o l’ingresso nel mondo del lavoro, avviando studenti e studentesse verso occupazioni coerenti con i loro interessi e capacità.

Più di uno studente ogni dieci in Italia (12,7%) abbandona la scuola prima di concludere il proprio percorso di studi, mentre nove diplomati su cento (8,7%) non hanno maturato le competenze minime indispensabili per accedere all’università o al mondo del lavoro: un fenomeno endemico che condiziona gravemente non solo l’avvenire dei giovani, ma anche le prospettive di crescita e sviluppo dell’intero Paese.

Nato per favorire l’uguaglianza sociale e culturale – consapevoli che dalla qualità dell'esperienza scolastica dipenda la qualità della vita futura – il progetto azionamenti | laboratorio di possibilità (www.azionamenti.org) è volto a creare e ampliare le opportunità di realizzazione, crescita e partecipazione delle studentesse e degli studenti come fattore di sviluppo per le loro comunità e per il Paese.

“C’è una correlazione tra la qualità dell’istruzione e la qualità della vita futura delle persone. Sono sempre più evidenti le conseguenze legate all’abbandono scolastico, ai bassi livelli di educazione, o a un tipo di formazione che non riesce a valorizzare il potenziale dello studente. Con questo progetto vogliamo sperimentare un’iniziativa di contrasto alle disuguaglianze educative e desideriamo affiancarci alle scuole e ai ragazzi, per dare un contributo, offrendo loro occasioni per trovare la strada giusta. Sappiamo bene che ogni bambino, ogni giovane ha talento. Spesso questo non riesce ad emergere, con fallimento e frustrazione; a volte conduce in un vicolo cieco da cui i nostri giovani fanno molta fatica poi ad uscire. Servono scintille che azionino la mente dei nostri giovani perché possano immaginarsi pienamente realizzati nel futuro che li attende, ed ambire ad avere una collocazione nella società di domani, sentirsi parte di una società da costruire insieme. Dobbiamo guardare ai nuovi mestieri del futuro, così come a quelli che esistono oggi e non vengono considerati, ed offrire formazione adeguata. Servono percorsi specifici, mentori capaci che sanno far accendere la passione o farla emergere. Dobbiamo valorizzare gli insegnanti, che ogni giorno sono impegnati in questa missione. Serve l’impegno dei ragazzi, delle famiglie e della comunità educante, perché l’obiettivo è lo stesso per tutti: la piena realizzazione delle persone”- ha dichiarato Giovanni Azzone, Presidente di Fondazione Cariplo

Il progetto è stato volano, inoltre, per la formalizzazione di un protocollo d’intesa con l’Ufficio Scolastico regionale per la Lombardia che permetterà di instaurare un dialogo/lavoro congiunto sui temi della formazione, dell’orientamento scolastico e al contrasto alle disuguaglianze, in particolare per il recupero degli studenti che manifestano maggiori difficoltà.

“In tema di orientamento scolastico e contrasto alle diseguaglianze, l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia ha scelto di cambiare paradigma adottando una Policy tesa a co-costruire Patti educativi con gli Attori che, come Fondazione Cariplo, condividono con l’Amministrazione la precisa volontà di dare risposte concrete alle variegate esigenze degli studenti e docenti lombardi. Il successo delle azioni di una governance efficace, infatti, si misura anche con indicatori che tengono conto della riduzione della distanza tra la Scuola e il territorio” ha dichiarato Luciana Volta, Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia.

Le fasi

  • ISPIRAZIONE
    Per ingaggiare e stimolare i giovani attraverso l’incontro e il confronto con storie e testimonianze da cui trarre spunti, informazioni e idee per il proprio percorso futuro, scolastico e professionale, superando le distanze geografiche e culturali.
  • ATTIVAZIONE
    Per renderli protagonisti delle iniziative loro dedicate attraverso la partecipazione a un progetto comune riguardante i viaggi di istruzione che coinvolga la classe e gli insegnanti.
  • PARTECIPAZIONE
    Per coinvolgere studentesse e studenti per la realizzazione di un progetto concreto, visibile e misurabile.

Qual è lo stato di salute del Lago d’Iseo? A rivelarcelo è una ricerca condotta dai ricercatori ambientali dell’Istituto Mario Negri insieme agli studenti delle scuole secondarie di primo grado delle due sponde del lago, bresciana e bergamasca.

I risultati della ricerca saranno presentati in anteprima nella conferenza stampa “Reflections” in programma il 7 novembre alle ore 19:00 presso il Porsche Experience Center in Franciacorta, in Via Bargnana 2, a Bargnana (BS). Per la prima volta saranno visionabili anche le opere fotografiche scattate dall'artista Ieva Astrauskaite che ha documentato il percorso degli studenti con i ricercatori e la relazione tra la popolazione e il lago.

Nell’ambito della nomina di Bergamo e Brescia a Capitale Italiana della Cultura 2023, che vede il coinvolgimento attivo di Fondazione Cariplo insieme a Fondazione della Comunità Bergamasca e Fondazione della Comunità Bresciana, l’Istituto Mario Negri ha deciso di offrire il proprio contributo alla narrazione della “città illuminata”.

Nel palinsesto “La città natura” che richiama al bisogno di un’attitudine consapevole da parte dell’intera comunità a preservare l’ambiente in cui viviamo, il problema dell’inquinamento ambientale da plastiche è diventato lo spunto per un percorso di collaborazione tra gli allievi della scuola secondaria di I grado e i ricercatori ambientali.

Gli studenti, insieme a un team multidisciplinare costituito dai ricercatori del Mario Negri e dell’Italian Institute For Planetary Health e dalla FIPSAS Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee Bergamo e Brescia hanno analizzato il rischio di inquinamento da microplastiche nelle acque superficiali del loro lago, un percorso che ha aperto una porta di interesse verso lo stato di salute del proprio territorio e di responsabilizzazione sui problemi ambientali.

Enrico Davoli, responsabile del Laboratorio di Spettometria di Massa dell’Istituto Mario Negri, ha coordinato il progetto: «L’intervento è stato realizzato con le scuole delle due sponde del lago, l’Istituto Comprensivo Rita Levi Montalcini di Iseo (Bs) e della scuola secondaria di primo grado di Predore (Bg). Dopo un lavoro preliminare con gli insegnanti e alcune lezioni preparative con i ragazzi in aula, i ragazzi si sono trasformati in ricercatori, vestiti con camici e dotati di tutta l’attrezzatura necessaria. Insieme abbiamo campionato l’acqua sulla spiaggia. I ragazzi avevano imparato in aula le procedure e hanno seguito passo per passo tutto il processo. Erano molto seri e concentrati. Hanno partecipato anche studenti con disabilità molto gravi che sono stati supportati dai loro compagni di classe. Poi i campioni raccolti dai ragazzi e quelli campionati da me con l’aiuto della FIPSAS, sono stati analizzati presso l’Istituto Mario Negri con il supporto esterno del CNR di Biella che collabora con l’Istituto Superiore di Sanità per le problematiche delle microplastiche nelle acque superficiali e del Prof. Saliu della Bicocca UNIMIB con cui abbiamo eseguito le operazioni in camera bianca per non contaminare i campioni, oltre ad alcune analisi delle plastiche. I ragazzi erano davvero coinvolti, hanno fatto un sacco di domande, si sono dimostrati molto interessati alla salute del loro lago che è una grande presenza nelle loro vite: molti vanno a pescare con i loro genitori e tutti mangiano il pesce.
Non avevo mai fatto un progetto nelle scuole come ricercatore, ma credo che questo abbia davvero raggiunto l’obiettivo di sensibilizzare i ragazzi e la comunità sull’inquinamento da microplastiche. È un tema che va affrontato culturalmente a livello globale, dove ci sono enormi interessi economici in gioco e la sensibilizzazione della comunità non può prescindere dal coinvolgimento delle giovani generazioni».

Michele Parigi è il responsabile di plesso dell’Istituto comprensivo di Tavernola Bergamasca che ospita la scuola secondaria di primo grado di Predore che ha partecipato al progetto: «L’obiettivo, oltre a quello di sensibilizzare gli studenti sul problema delle microplastiche, era consentirgli di vivere una vera esperienza sul campo. Si sono dimostrati già molto curiosi durante le lezioni introduttive in aula in cui il dottor Davoli ci ha spiegato che cosa saremmo andati a fare e come l’avremmo fatto. Alle lezioni hanno partecipato anche i volontari della FIPSAS che hanno parlato ai ragazzi della realtà faunistica del lago e anche questo li ha molto coinvolti. I ragazzi, prima di questo progetto, sapevano che sul fondo del lago si depositano rifiuti ma non erano consapevoli del problema delle microplastiche e del fatto che possono finire nel nostro corpo facendo il bagno o mangiando i pesci e questo li ha molto colpiti.
Nel giorno della raccolta dei campioni, vestiti con il camice, erano davvero esaltati anche perché abbiamo fatto in modo che ognuno avesse un compito e che ognuno potesse partecipare attivamente alla raccolta.
È la prima volta che prendiamo parte a un progetto così strettamente legato alla ricerca scientifica, non perché non siamo consapevoli dell’importanza di affrontare le materie scientifiche con un approccio che non sia solo teorico ma purtroppo c’è un tema di fondi e di sicurezza per poter introdurre sperimentazioni. Questo progetto per noi è stata una grande occasione. E il fatto che avesse al centro proprio il nostro lago, un luogo che i ragazzini amano moltissimo, con cui hanno un rapporto diretto e continuo – noi dalla nostra scuola possiamo vedere il lago – è stato molto significativo per tutti»

Dopo questa serata di lancio, i risultati della ricerca e le fotografie saranno visionabili dal pubblico presso il Centro Culturale Sebinia di Sarnico (10- 12 novembre) e presso il Castello Oldofredi di Iseo (17-19 e 24-26 novembre). Reflections culminerà con la vendita delle opere a fine novembre per raccogliere fondi a sostegno della ricerca dell'Istituto Mario Negri.

Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 vede il coinvolgimento attivo di Fondazione Cariplo insieme a Fondazione della Comunità Bergamasca e Fondazione della Comunità Bresciana.

Le tre Fondazioni, partner istituzionali dell’iniziativa, hanno individuato attraverso un bando dedicato e un Comitato di valutazione congiunto 92 progetti provenienti dalle comunità di Bergamo e Brescia, sostenuti con un contributo complessivo di 3,5 milioni di euro. Si tratta di un ricco palinsesto di iniziative in grado di favorire la partecipazione dei cittadini, con una particolare attenzione alle fasce di popolazione con minori opportunità di fruizione culturale e agli abitanti delle aree del territorio più marginali e geograficamente più distanti dai due comuni capoluogo.

Di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 interessa, più di quello che accade, ciò che resta. Per questo le Fondazioni di comunità non sono ‘sponsor’ di eventi o progetti, ma agiscono in alleanza con le istituzioni locali e del Terzo settore per promuovere – attraverso il metodo della co-progettazione – crescita culturale e sociale, benessere, sviluppo sostenibile e duraturo per le comunità, di cui sono un solido riferimento.

In Italia ci sono 8000 persone in attesa di trapianto ma sono solo il 55,3% gli italiani che hanno espresso la volontà sulla donazione di organi. Dietro questa percentuale ci sono comprensibili paure, resistenze, difficoltà, rifiuto di pensare la propria morte, ma anche mancanza di conoscenza sui temi della donazione di organi e del trapianto e scarsa fiducia nel sistema sanitario.

AIDO, Associazione Italiana per la Donazione di Organi, nasce a Bergamo il 26 febbraio 1973 e festeggia il suo cinquantesimo compleanno in coincidenza con Bergamo e Brescia capitale della cultura. Sceglie di farlo con il progetto speciale “Donare è vita”, che ha ricevuto il sostegno del bando: “CAPITALE DELLA CULTURA 2023 Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio”.

Antonio Sartor, amministratore del consiglio regionale della Lombardia di Aido racconta l’esigenza da cui nasce questo progetto: «Donare è vita vuole rispondere al bisogno di AIDO di promuovere la cultura del dono e rivitalizzare le sue sezioni comunali che hanno la necessità di connettersi di più al territorio di riferimento. Grazie al sostegno ricevuto grazie al bando di Fondazione Cariplo e delle Fondazioni di Comunità Bergamasca e Bresciana abbiamo potuto accedere a una nuova modalità di rappresentazione della nostra realtà che non avevamo mai sperimentato, come quella della produzione artistica e di entrare in contatto con figure e persone diverse. Abbiamo ideato un palinsesto di eventi co-creato con le sezioni AIDO comunali e con le associazioni giovanili del territorio per parlare dei temi del fine vita e sensibilizzare la comunità attraverso un linguaggio più accessibile e accogliente come quello artistico».

Lo spettacolo ideato dall’associazione Teatrale CaraMella, che debutterà il 21 Ottobre a Leno presso il Teatro Oratorio “San Luigi” è “Nel Tunnel” che mette in scena la storia vera di Ivano Saletti, il campione di ciclismo che ha ricevuto un trapianto di cuore e che non ha mai smesso di pedalare e vincere, anche dopo l’operazione.

«Quando mi hanno proposto di trasformare la mia storia in una piéce sono stato sorpreso, ma anche felice» racconta Saletti: «ho provato a ricomporla e l’ho scritta, poi ho dato tutti i miei appunti all’associazione CaraMella. Lo spettacolo si chiama “Nel Tunnel” perché io davvero quel tunnel l’ho percorso, in senso metaforico ma anche reale. Ho iniziato a correre in bici a sei anni, a 8 anni ero già un campione. Ma a 14 anni, improvvisamente dopo una gara in notturna il cuore ha iniziato a battere furiosamente e dopo poco è arrivata la diagnosi di “cardiomiopatia dilatativa” e il mio sogno della medaglia azzurra si è sgretolato. Ho iniziato una fase dell’esistenza fatta di defibrillatore, farmaci, ho avuto due arresti cardiaci dai quali sono stato salvato per un soffio e mi sono risvegliato col petto ustionato. Ci sono stati tanti giorni in cui non riuscivo nemmeno a fare le scale e dicevo a mia moglie “sono una cosa inutile, ti prego lasciami andare”.

Ero in lista per il trapianto di cuore ma sono stato convocato cinque volte e in ogni appuntamento c’era qualcosa che non andava. Poi finalmente a 35 anni sono riuscito a fare l’operazione, all’ospedale Niguarda di Milano. I medici mi hanno detto che da quel momento potevo fare una vita normale, ma non speravo che “normale” includesse anche il tornare a correre. E invece sì. Mio fratello mi ha regalato una nuova bici e ho iniziato a pedalare. Macinavo chilometri e gioia. Nel 2018, ai Campionati Europei per i trapiantati, ho vinto 3 medaglie d’oro e 2 d’argento e poi ho cominciato anche a correre e ho partecipato alla Oetzaler in Austria, la gran fondo più dura d’Europa, 235 km e 5500 metri di dislivello. Nel 2023 ho corso alla BAM-Brescia Art Marathon e ho concluso la gara entro le 4 ore. Adesso corro, pedalo e alleno i ragazzini in bici.

Questa nuova vita, questi sogni realizzati come la maglia azzurra, li devo al mio donatore e alla sua famiglia. Quando, dopo tanta attesa, mi hanno detto che il cuore che mi avrebbero trapiantato era quello di un ragazzo ho avuto delle esitazioni, non è facile accettare un cuore di un giovane che aveva davanti a sé una vita intera, io avevo già 35 anni. È stata mia moglie a convincermi, a farmi capire che la mia rinuncia non avrebbe cambiato il suo destino. Non so niente di lui, ma tutti i miei traguardi sono per lui. Nelle salite più faticose quando mi batte il cuore gli chiedo di darmi la forza, gli dico “Dai che arriviamo insieme”. Siamo io e lui».

Valentina Salerno è la regista di “Nel Tunnel”: «Il diario di Ivano era una sorta di cronaca degli accadimenti più importanti della sua vita, non era un racconto emotivo, ma la storia di uno sportivo, tutta la sua vita è la metafora di una corsa, una sfida tra tornanti, fughe, salite, discese, trionfi. Vissuti in modo molto contenuto perché nel diario c’è la voce di suo padre che da bambino gli dice “Non alzare le braccia quando vinci, resta umile”. Poi questa pedalata frenetica si ferma perché il cuore si ferma e c’è il tempo dell’attesa, dove Ivano vede scorrere il paesaggio ma ha anche la fortuna di conoscere sua moglie e innamorarsi. E poi arriva questo dono che però è anche drammatico, perché coincide con la morte di un ragazzo in un incidente; nel diario di Ivano ci sono tante lettere sospese, scritte e mai mandate ai genitori di questo ragazzo. Dopo la donazione, la bici torna ad accompagnarlo e farlo vincere, ma con un nuovo peso, quello della persona che gli ha fatto questo dono. Questo diario preziosissimo è stato il punto di partenza della scrittura drammaturgica. Lo spettacolo è un monologo recitato da un giovanissimo attore del territorio che interpreta Ivano: Michele Manenti. Ma in realtà è un dialogo attore-bicicletta perché in scena c’è la bicicletta che non è solo un elemento scenografico ma è parte del racconto, protagonista insieme a Ivano».

Ivano Saletti non ha mai incontrato la regista e l’attore: «Mi hanno chiesto se desideravo leggere il testo della pièce in anteprima ma ho detto di no, voglio ascoltarla anche io per la prima volta come gli spettatori, godermi l’emozione pura della sorpresa».

“Nel Tunnel” si realizza grazie al contributo della Fondazione Comunità Bergamasca, che ha condiviso con convinzione l’iniziativa, come spiega il presidente Osvaldo Ranica: «Ogni anno, grazie ai trapianti d'organo, migliaia di persone trovano una cura efficace e tornano a una vita piena. Chi riceve un trapianto riceve in dono, di fatto, una vita nuova. La donazione degli organi è una scelta di straordinario altruismo; una scelta però che si matura solo generando consapevolezza. Per farlo, AIDO promuove eventi, iniziative, campagne di informazione e sensibilizzazione, rivolgendosi soprattutto ai più giovani. Comunicare con il linguaggio dell'arte è certamente più efficace, avvicina e coinvolge maggiormente il pubblico. Promuovere la cultura della donazione è l'obiettivo del progetto di AIDO, che Fondazione condivide e sostiene con convinzione. Solo se adeguatamente informati si potrà scegliere con consapevolezza di fare la propria parte".

Intesa Sanpaolo avvia la quarta edizione del Corso executive in “Gestione dei patrimoni artistico-culturali e delle collezioni corporate” per favorire la crescita delle competenze dei professionisti che operano nel settore come elemento qualificante del sistema culturale italiano.

La prime tre edizioni, realizzate dal 2021, hanno suscitato uno straordinario interesse con quasi 1.500 domande di iscrizione e si sono concluse con 97 diplomati.

Con queste premesse, Intesa Sanpaolo ha deciso di proporre una quarta edizione del Corso, nato dall’esperienza acquisita negli anni con Progetto Cultura, il programma della Banca che tutela, gestisce e valorizza le collezioni d’arte di Intesa Sanpaolo formate da oltre 35 mila opere, le Gallerie d’Italia con i musei a Milano, Napoli, Torino e Vicenza, l’Archivio Storico del Gruppo, il progetto Restituzioni.

Il Corso è realizzato da Intesa Sanpaolo con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e della Fondazione Cariplo, in collaborazione con Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura e Digit’Ed e ideato con il contributo scientifico della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, l’istituto internazionale per la formazione, la ricerca e gli studi avanzati nell'ambito delle competenze del Ministero della Cultura. L’iniziativa aggiunge un tassello importante alle attività filantropiche realizzate in ambito culturale dalle fondazioni Cariplo e Compagnia di San Paolo, che ogni anno mettono a disposizione ingenti risorse per progetti sul territorio per la valorizzazione e la promozione dei beni artistici e architettonici. Anche il miglioramento delle competenze di chi opera in questo ambito rientra tra gli obiettivi delle fondazioni, così come l’accesso a opportunità culturali, soprattutto nei confronti di quel pubblico e di quelle persone che di solito non hanno occasione o mezzi per avvicinarsi o fruirne.

I temi trattati prevedono l’inquadramento del management culturale in ottica CSR, il contesto giuridico istituzionale in Italia e all’estero, la relazione pubblico-privato e le nuove forme di partnership, le prassi innovative di heritage management, il collection management in ambito privato e aziendale, la dimensione economico-finanziaria e contabile dei beni e delle attività culturali, le strategie di valorizzazione e di ampliamento della fruizione di patrimoni corporate e privati, il project management e i principali trend dell'innovazione tecnologica e le ricadute nel settore culturale.

Il Corso, sotto la regia organizzativa di Digit’Ed, è coordinato dal prof. Guido Guerzoni, docente dell’Università Bocconi di Milano. Le lezioni sono tenute da accademici di atenei italiani, manager della cultura e d’impresa, direttori e funzionari museali.

Una faculty che comprova la stretta relazione tra il settore pubblico e il comparto privato quale leva fondamentale di sviluppo ed elemento qualificante per le politiche di tutela, gestione e valorizzazione dei beni culturali.

L’iniziativa consolida il progetto ACADEMY di Gallerie d’Italia, un ulteriore impegno di Intesa Sanpaolo verso il mondo dell’arte e della cultura orientato alla formazione di professionisti specializzati in uno dei settori più attivi e caratterizzanti per il Paese.

Il Corso si rivolge a laureati con esperienza lavorativa di almeno due anni, preferibilmente nella gestione di musei, archivi e patrimoni artistici di imprese e privati con l’obiettivo di accrescerne le capacità manageriali e le relazioni con il territorio. Durerà 4 mesi, dal 9 febbraio al 25 maggio 2024, e si terrà in presenza alle Gallerie d’Italia a Milano e a Torino. Le lezioni in aula si terranno il venerdì e il sabato dalle 9.30 alle 18.30 per un totale di nove fine settimana alternati a webinar (lunedì o venerdì dalle 16.30 alle 19). Il Corso, in lingua italiana, è composto da cinque moduli didattici per un numero complessivo di 144 ore di lezione in presenza, e 18 ore in modalità webinar oltre a learning object fruibili in autonomia. I contenuti digitali saranno erogati tramite la piattaforma di e-learning della Fondazione Scuola dei Beni e delle Attività Culturali, partner scientifico del corso.

La didattica prevede anche la realizzazione di un project work durante il Corso e sarà integrata da visite studio di luoghi d’arte, istituzioni culturali, patrimoni aziendali e musei in tutta Italia. Le visite si terranno durante tutto il 2024 e il calendario sarà disponibile all’avvio del Corso. Sono disponibili 8 borse di studio erogate da Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura e dalla Fondazione Cariplo.

Informazioni e costi sul sito formazione.digited.it/ dove è possibile compilare la richiesta di iscrizione alle selezioni del Corso a partire dal 9 ottobre 2023 al 15 novembre 2023.

 

Digit’Ed nasce dalla fusione di Intesa Sanpaolo Formazione S.p.A. e Altaformazione (società̀ specializzata in formazione digitale con oltre 20 anni di esperienza) ed è oggi il più grande polo della formazione in Italia e uno dei maggiori player del settore a livello europeo. Può contare su 400 professionisti, 1.000 progetti di formazione costruiti su misura ogni anno, una library contenente 10.000 titoli formativi digitali, oltre 400 corsi e master a catalogo, un network di 1.200 docenti di estrazione manageriale e accademica, più di 250 mila persone formate ogni anno per oltre 5,5 milioni di ore di formazione erogate.

Nell’ambito del progetto AgriECO, finalizzato alla promozione della transizione ecologica dei sistemi agroalimentari, Fondazione Cariplo e Consulta Nazionale Distretti del Cibo promuovono la Scuola dei Distretti del Cibo: sei incontri per interrogarsi e confrontarsi sulle collaborazioni tra città e campagna, sull’innovazione e il trasferimento delle conoscenze, sulle pratiche di gestione dell’acqua, sui servizi ecosistemici e le opportunità dell’agrisolare e le comunità energetiche. 

Gli appuntamenti, a partire dal 10 novembre, si svolgeranno sia online che in presenza a Milano e sono aperti a tutti gli operatori dei Distretti del Cibo.

Maggiori informazioni nel programma allegato. Iscrizioni a questo LINKL’iniziativa è promossa in collaborazione con Pares e CTN – Centro Tecnico Naturalistico. 

Programma

Incontri in presenza e online presso Fondazione Cariplo, via Manin 23, Milano – Sala Tiepolo 

A seguire pranzo a buffet 

Gli incontri si svolgono anche sulla piattaforma Zoom 

  • 10 novembre 2023, 10.00-13.00 – Distretti del cibo: strategie per lo sviluppo sostenibile 
  • 15 dicembre 2023, 10:00-13:00 – Distretti del cibo e Food Policy Urbane: la collaborazione tra campagna e città 
  • 12 gennaio 2024, 10:00-13:00 – Innovazione e trasferimento delle conoscenze 

Incontri solo online 

  • 26 gennaio 2024, 10:30-13:00 – Acqua e agricoltura: buone pratiche di gestione sostenibile nel contesto della crisi climatica 
  • 9 febbraio 2024, 10:30-13:00 – Servizi ecosistemici nei sistemi agroalimentari: buone pratiche e schemi di pagamento 
  • 23 febbraio 2024, 10:30-13:00 – Agrisolare, comunità energetiche: opportunità e impatti paesaggistici 

Fondazione Riva raggiunge un importante traguardo: il suo decimo anniversario.
Nel 2013 Giorgio, Elisabetta e Antonio decidono di dare vita alla Fondazione in ricordo dei loro genitori, Alberto e Franca Riva, che con il loro esempio hanno trasmesso ai figli i valori dell’attenzione alle persone più fragili, della tolleranza, della creatività e della determinazione.
Supportati dalle rispettive famiglie, coinvolgendo figli, nipoti ed amici hanno dato vita ad una Fondazione di Famiglia che mette al centro l’importanza dell’essere umano e la bellezza di poter fornire alle categorie più svantaggiate gli strumenti per poter costruire un nuovo percorso di riscatto.
Oggi la Fondazione ha la qualifica di Ente Filantropico del Terzo Settore facendo parte di un sistema filantropico strategico a livello nazionale e svolge le sue attività sia in Italia che all’estero. I progetti hanno coinvolto giovani, adulti, famiglie, persone detenute ma soprattutto hanno creato rete con la realtà dei territori.

Fondazione Riva ha come missione quella di implementare, seguire in modo attivo e sostenere progetti che possano contribuire ad uno sviluppo sostenibile attraverso la creazione di opportunità di lavoro dignitoso per le persone e di riscatto sociale del territorio in aree di forte degrado socio-economico.

La maggior parte dei progetti viene sviluppata dalla Fondazione in collaborazione con altre organizzazioni del Terzo Settore già attive sul territorio prescelto per l’intervento, hanno durata perlopiù pluriennale e vengono gestiti dalla Fondazione con un impegno attivo apportando competenze strategiche, organizzative e gestionali.
La Fondazione crede fortemente che attraverso la partnership di altri Enti operanti sul territorio si possano ottenere risultati più efficaci, impatto più significativo e una migliore progettualità.

Il Presidente Antonio Riva: “Guardando avanti, Fondazione Riva è determinata a continuare il suo impegno verso la creazione di una cultura del rispetto e dell’inclusione. Rafforzeremo le nostre partnership, esploreremo nuove opportunità e lavoreremo con ancora più energia per affrontare le sfide che i nostri progetti ci portano ogni giorno.
Fondazione Riva desidera esprimere la sua profonda gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile questa avventura nei primi dieci anni. Siamo grati per ogni persona che abbiamo incontrato fino ad ora
”.
 

Alcuni progetti della Fondazione

SCUOLA DEL FARE "GIULIA CIVITA FRANCESCHI” a Napoli
Per contrastare il disagio sociale in contesti particolarmente difficili Fondazione Riva investe nell’istruzione e formazione dei più giovani.
La Scuola del Fare, nata da un’alleanza tra vari partner con competenze complementari, è quindi un progetto che mira a contrastare l’abbandono scolastico offrendo ai ragazzi opportunità di formazione innovative e uno sbocco lavorativo concreto. I percorsi professionali individuati che incontrano le esigenze del territorio campano sono automotive e logistica. Al termine del triennio gli studenti ottengono la qualifica professionale di Operatore per la Riparazione di Veicoli a Motore e di Operatore dei Sistemi e dei Servizi Logistici. L'obiettivo è anche quello di avere un luogo particolarmente bello oltre che funzionale di cui i ragazzi possano sentirsi orgogliosi. Sono inoltre state avviate alcune attività extra-curriculari (corso di inglese, laboratorio digitale, viaggi di istruzione, proposte di attività sportive) per rendere l'offerta formativa ed educativa sempre più ampia. Tutte le attività per i ragazzi sono gratuite. Obiettivo del progetto è un accompagnamento di gruppo ed individuale che permetta di sperimentare il modello educativo e formativo di questa scuola per far emergere il meglio della personalità di ciascuno. Oggi sono iscritti presso la Scuola del Fare 130 ragazzi tra i 14 e i 17 anni.

#RIPARTODAME a Bollate
#RipartoDaMe è un progetto che nasce per dare una seconda opportunità a persone detenute, formandole e inserendole lavorativamente in un contesto aziendale esterno al carcere. La finalità del progetto è evitare la recidiva aiutando le persone detenute a scrivere un percorso di vita nuovo e diverso.
Il progetto nasce nel 2017 con 14 beneficiari e si replica post covid nel 2022-2023 con 30 beneficiari in Art.21 o a fine pena della II Casa Circondariale di Milano Bollate.
La rete è alla base del progetto: Fondazione Adecco per le Pari Opportunità, ENAIP, Università Cattolica del Sacro Cuore, Cooperativa Sociale Articolo 3, CELAV e naturalmente la II Casa Circondariale di Milano Bollate collaborano al progetto che prevede una formazione, colloqui, tirocini, inserimento lavorativo presso aziende partner e accompagnamento nel tempo delle persone detenute che hanno partecipato al progetto.

START-UP GoGround Beans and Spices in India
GoGround Beans & Spices è una start-up di impact investing incubata da Fondazione Riva, ideata e realizzata da Luca Beltrami e Ellen Taerwe. Ha come obiettivo quello di sostenere il reddito dei piccoli coltivatori locali di cacao in India. Migliorando il processo di filiera di fermentazione ed essiccazione delle fave di cacao, si è ottenuto un cacao di alta qualità con conseguente prezzo più elevato al mercato degli utilizzatori finali garantendo ai contadini un incremento delle loro capacità reddituali. Sono ormai oltre 250 i coltivatori locali che oggi partecipano attivamente al progetto.
Obiettivo dell’azienda è promuovere la diffusione del cacao biologico attraverso la certificazione dei contadini produttori con conseguente ulteriore rafforzamento della loro capacità reddituale e miglioramento delle condizioni ambientali del territorio. 

Foto in homepage via Fondazione Riva

Pubblicato dall’Impresa sociale Fondo per la Repubblica Digitale  “crescerAI”, il bando, sostenuto da Google.org, mira a selezionare progetti rivolti allo sviluppo di soluzioni di Intelligenza Artificiale di tipo open source destinate alle piccole e medie imprese del Made in Italy, incluse le imprese sociali, con una particolare attenzione alle realtà operanti in settori e contesti svantaggiati.
Con “crescerAI” si vogliono individuare progetti scalabili, capaci di generare un beneficio funzionale alle esigenze del tessuto produttivo di PMI e imprese sociali italiane.  

Infatti, secondo le stime del Parlamento Europeo, l'Intelligenza Artificiale permetterà una crescita della produttività del lavoro compresa tra l’11% ed il 37% entro il 2035. Inoltre, Anitec-Assinform evidenzia come in Italia nel 2022 il mercato dell’AI abbia raggiunto un volume di oltre 400 milioni di euro (+21,7%) e stima che entro il 2025 si raggiungeranno i 700 milioni.

Tuttavia, per l’Italia, le statistiche ISTAT più recenti evidenziano che la percentuale di PMI che utilizza sistemi di AI è solo il 5,3%, contro il 24,3% delle grandi imprese.

Dopo solo un anno di operatività, l’Impresa sociale Fondo per la Repubblica Digitale è supportata da un player mondiale nell’innovazione digitale come Google, con un grant che ha l'obiettivo di individuare soluzioni di AI a beneficio della crescita delle piccole e medie imprese. Questo vuol dire dare la possibilità a tutte le aziende di stare al passo e non rimanere indietro” così Giovanni Fosti, Presidente dell’Impresa sociale Fondo per la Repubblica Digitale.

Chi può partecipare

Soggetti pubblici e privati senza scopo di lucro – come per esempio università, istituti e centri di ricerca, e centri di trasferimento tecnologico – potranno partecipare presentando proposte progettuali entro il 31 gennaio 2024 attraverso il portale Re@dy (www.portaleready.it).
Il bando mette a disposizione in totale 2.200.000 euro.

Per Melissa Ferretti Peretti, VP e Country Manager di Google Italia: "Da anni Google supporta l'economia italiana attraverso investimenti in infrastrutture, fondi per l'innovazione e programmi di formazione sul digitale. Oggi l'intelligenza artificiale rappresenta una nuova leva di crescita che richiede un approccio audace e responsabile. Sappiamo che molte imprese italiane sono interessate a questa trasformazione, ma non sempre hanno gli strumenti o la preparazione per affrontarla al meglio. Come parte del nostro impegno per il Paese, vogliamo aiutare queste realtà non solo a conoscere il valore dell'intelligenza artificiale, ma anche a capire come applicarle al meglio nel proprio settore e continuare a crescere".

I progetti valutati idonei verranno sostenuti in tutte le fasi per creare, promuovere, applicare e scalare soluzioni innovative di AI: le proposte potranno includere fasi preliminari di ricerca e sviluppo, test e applicazione sperimentale, implementazione e scale-up della soluzione proposta, prevedendo anche il coinvolgimento di imprese per l’apporto di know how specifico nel campo dell’AI.

I progetti finalisti verranno valutati anche da un panel di esperti che include il  Prof. Vincenzo Ambriola (Direttore del Dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa), la Prof.ssa Raffaella Cagliano (Direttrice del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano), Eleonora Faina (Direttrice Generale di Anitec-Assinform), Mario Nobile (Direttore Generale di AgID), Agostino Santoni (Vice Presidente di Confindustria con delega al Digitale).

Per tutti i dettagli relativi alla partecipazione al bando “crescerAI” si può consultare il sito fondorepubblicadigitale.it.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI SU COME PARTECIPARE AL BANDO
WEBINAR GRATUITI E APERTI A TUTTI

 

Dal 7 al 22 ottobre 2023 presso il sito Unesco di Crespi d’Adda, e dal 28 ottobre al 12 novembre a Brescia (Sala storica ex Cavallerizza, via Cairoli 9), è in programma “Computer Stories Scene da un passato prossimo: da Alan Turing a Steve Jobs”. Una mostra per raccontare la storia delle tecnologie informatiche e digitali che si intrecciano con le biografie degli innovatori e i visionari che le hanno progettate.

Un viaggio che ripercorre la rivoluzione informatica degli ultimi 70 anni attraverso 8 scenografie e 40 esemplari iconici, come l’Olivetti Programma 101, il primo desktop computer al mondo, o Altair 8800, il computer che ispirò Bill Gates e Steve Jobs.

L’iniziativa, promossa da Associazione Crespi e Fondazione musil in collaborazione con Magnetic Media Network S.p.A, è inserita nel palinsesto ufficiale di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 e in quello di Produzioni Interrotte- Festival di Letteratura del Lavoro, ed è uno dei novantadue progetti sostenuti con 3,5 milioni di euro dal bando: “CAPITALE DELLA CULTURA 2023 Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio”.

Oltre agli 8 exhibit tematici costruiti per immergersi nelle origini delle tecnologie digitali, quando enormi computer occupavano stanze intere e venivano impiegati per decifrare codici nazisti fino a scoprire la nascita degli smartphone, la mostra prevede la sezione speciale LET’S PLAY RETRO! Sala di retrogaming dedicata ai videogiochi d’epoca a cura di Retrocampus dove i visitatori potranno sfidarsi a Pac Man, Donkey Kong o Space Invaders.

Nel calendario anche un ciclo di eventi e incontri con gli esperti e i grandi testimoni della storia informatica, come Gastone Garziera, progettista Olivetti o il compositore di musiche per video game Roland Erulo.

Andrea Biffi, CSR di Magnetic Media Network, spiega come è nata l’iniziativa: «nel 2021 abbiamo siglato il protocollo d’intesa “Matrice Lavoro ICT” con l’Associazione Crespi D’Adda per valorizzare le nostre importanti collezioni di retrocomputing. Il sostegno sul bando di Fondazione Cariplo e Fondazioni Comunità Bergamasca e Bresciana ci hanno dato un’occasione per misurarci con un grande progetto. La nostra collezione è molto ampia, non è stato facile scegliere 40 esemplari. Non volevamo raccontare le macchine ai “nerd”, ma rappresentare, attraverso le macchine, i grandi cambi di paradigma, le rivoluzioni socio-culturali che hanno generato, e anche la storia degli innovatori che hanno progettato le macchine. Ci sono storie incredibili che i giovani e non solo non conoscono, come quella di Gastione Garziera che sarà il protagonista di uno degli incontri che accompagnano la mostra. Garziera era uno dei giovani ingegneri che lavorava nel team di Pier Giorgio Perotto e che insieme a lui ha progettato l’Olivetti P101, il primo desktop computer al mondo. Quando viene presentato alla fiera delle macchine da ufficio a New York nel 1965, questo piccolo prototipo progettato interamente a Ivrea attira l’attenzione di tutti, compresi i tecnici della Nasa che ne ordinano diversi esemplari e li utilizzano per i calcoli della missione Apollo 11. Purtroppo poi la Olivetti non ha la forza economica per metterlo in produzione e la Hewlett Packard lo copia e la mette sul mercato. Ne nasce una causa per plagio, ma è una storia molto misconosciuta che ci racconterà Gastone Garziera».

Computer Stories ha coinvolto anche gli studenti nella campagna di comunicazione della mostra: «Abbiamo realizzato un project work con un Istituto superiore di comunicazione, L’ISIS Zenale e Butinone di Treviglio. I ragazzi restano il nostro target privilegiato e volevamo coinvolgerli concretamente nella comunicazione della mostra. Abbiamo tenuto lezioni introduttive e un laboratorio a scuola e adesso saranno loro, divisi in piccoli gruppi, a produrre contenuti e a pubblicarli sui loro profili social privati e ella scuola, che noi rilanceremo sui nostri canali. Abbiamo deciso di lasciare loro completa libertà creativa perché ci interessava capire come percepivano il progetto e come si sentivano di raccontarlo. Il nostro obiettivo futuro è quello di creare un museo permanente e contemporaneo, un hub didattico e competence center che proponga corsi, laboratori, relazioni con le scuole e la cittadinanza per trasferire competenze digitali ai giovani e renderli più consapevoli dal punto di vista psicologico dei modelli e dell’immagine digitale di sé che rappresentano sui social. L’idea è di fornire strumenti al talento locale e aprire anche agli imprenditori e ai collezionisti. Ci piacerebbe realizzarlo proprio a Crespi, che è un luogo della memoria e anche una testimonianza vivente della rivoluzione tecnologica».

Osvaldo Ranica, Presidente Fondazione della Comunità Bergamasca, esprime le ragioni che hanno portato a sostenere questo progetto: «La tecnologia informatica, con il suo rapido sviluppo negli ultimi decenni, è ormai entrata a far parte della storia, e quindi anche della nostra cultura. Prodotti come il personal computer e gli smartphone, oggi oggetti della nostra quotidianità, hanno alle spalle storie e protagonisti che hanno plasmato l’economia, il mondo del lavoro, la società e i costumi del ventunesimo secolo. La mostra Computer Stories è un’occasione preziosa per approfondire tutto ciò, e per questo è una delle 92 iniziative finanziate dal bando ad hoc promosso da Fondazione Cariplo e dalle fondazioni comunitarie di Bergamo e Brescia in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023. Un finanziamento, quello della Fondazione della Comunità Bergamasca, che va a sostenere anche la scelta di coinvolgere giovani studenti in questa iniziativa, attraverso momenti di formazione e laboratori dedicati ai social network, in linea con l’impegno della Fondazione, particolarmente importante negli ultimi anni, a rafforzare la conoscenza e l’utilizzo consapevole da parte dei giovani della tecnologia e del web».

La mostra

  • Exhibit 1. I computer che vinsero la GUERRA

Un'immersione nelle origini delle tecnologie digitali, quando enormi computer occupavano stanze intere e venivano impiegati per decifrare codici nazisti durante la guerra, per poi trovare applicazioni civili nel dopoguerra.

  • Exhibit 2. C’erano dei geek in un GARAGE

Dall'emergere degli anni '60, quando appassionati di informatica e visionari imprenditori hanno dato vita ai primi microcomputer all'interno dei loro garage. Questi pionieri hanno aperto la strada all'era dei personal computer e dell'informatica di massa.

  • Exhibit 3. HOME is where your computer is

L'epoca in cui il computer è entrato nelle case di tutti, diventando uno strumento per il gioco, il calcolo, la scrittura e l'intrattenimento. Marchi leggendari come Apple, Commodore e Sinclair hanno segnato questa fase rivoluzionaria.

  • Exhibit 4. OLIVETTI vs Apple

L'azienda italiana che ha anticipato i tempi, producendo nel 1965 il primo "desktop computer" al mondo. La sfida persa per entrare nel mercato globale e la sua influenza sulle missioni Apollo saranno al centro dell'attenzione.

  • Exhibit 5. APPLE vs Olivetti

Partita dal garage di Cupertino, Apple è diventata un'icona globale grazie alla visione di Steve Jobs. L'introduzione del Macintosh nel 1984 ha ridefinito il modo in cui interagiamo con i computer.

  • Exhibit 6. Storia della PORTABILITÀ

L'evoluzione dai computer mastodontici ai moderni smartphone, con un focus sulla crescita delle prestazioni e sulla miniaturizzazione.

  • Exhibit 7. Elogio dell'ERRORE

Una panoramica delle sfide e dei fallimenti che hanno contribuito a plasmare l'industria informatica, portando a innovazioni cruciali nonostante gli insuccessi.

  • Exhibit 8. DESIGN is everywhere

L'influenza del design nel plasmare l'aspetto esteriore e l'esperienza utente dei dispositivi informatici, dalla loro prima incarnazione fino ai moderni minicomputer portatili. E una una sezione speciale dedicata ai videogiochi d’epoca a cura di Retrocampus LET’S PLAY RETRO! Sala di retrogaming Retrocampus/Retroedicola ci guiderà in un laboratorio di retrogaming per sfidarci a Pac Man, Donkey Kong o Space Invaders.

“Ai folli, agli anticonformisti, ai ribelli, ai piantagrane, a tutti coloro che vedono le cose in modo diverso": un ciclo di eventi ad ingresso libero dove il filo conduttore è la storia dell’informatica e del gaming.

Info: www.computerstories.it

Giovedì 19 ottobre, proprio durante la settimana della sostenibilità, presso la sede del Parco del Serio a Romano di Lombardia, si terrà il convegno “Capitale naturale e servizi ecosistemici: pratiche e prospettive per il futuro”. L’evento sarà un’occasione per unire “Azioni e riflessioni dalle tre edizioni del bando Capitale Naturale promosso da Fondazione Cariplo”.

Programma

Ad aprire la giornata (9,30) ci saranno la vicepresidente di Fondazione Cariplo, Claudia Sorlini, insieme al sindaco di Romano di Lombardia, Sebastian Nicoli, e il presidente del Parco del Serio, Basilio Monaci.

A seguire, la mattinata sarà divisa in tre momenti, moderati dalla Direttrice del Parco del Serio Laura Comandulli.

Si inizierà alle 10:00 con un focus su “Il disegno del paesaggio per la resilienza del capitale naturale” con gli interventi di Fulvio Adobati e Renato Ferlinghetti (UNIBG e Progetto Arco Blu) – “Per una nuova sintesi tra trame geostoriche e naturalità dei luoghi” –  e quello di Antonio Longo (Politecnico di Milano e Progetti Arco Blu, ReLambro e REC Ca’ Granda) – “Capitale Naturale nel disegno del territorio”.

Alle 10:45 si approfondiranno tre aspetti legati all’Incremento del capitale naturale, incremento della biodiversità: il primo – Sistemi irrigui e agroecosistemi a sostegno del capitale naturale con Valentina Parco e Chiara Pisoni (Progetto REC e Progetto Areté), il secondo – Servizi Ecosistemici: pianificazione strategica per la biodiversità con Giovanna Panza (CREN e Progetto Enjoy Brianza Reload) e quello conclusivo- La comunicazione di progetto per aumentare la conoscenza della biodiversità con Nicola della Torre e Sonia Agapi (Riserva Naturale Torbiere del Sebino e Progetto Gardiian).  

Terzo e ultimo tema del convegno alle 11:30: Prospettive per il capitale naturale e i servizi ecosistemici”. Tra gli ospiti, Daniela Masotti (Ersaf e Progetto ReLambro) con “Restoration Law: riflessioni nel contesto delle regioni alpine”, Stefano Bocchi (Università degli Studi di Milano, Progetto Areté e Progetto  ReLambro) con “Agroecologia nelle politiche multiobiettivo per il governo del capitale naturale” e infine Nicola Gallinaro e Diana Ghirardi (Parco delle Orobie Bergamasche e Progetto C.ORO) con “Valorizzazione dei Servizi ecosistemici in aree montane” .

Paolo Siccardi, Programme Officer di Fondazione Cariplo, farà poi una sintesi di ciò che sarà emerso durante il dibattito.

Per concludere la giornata e unire la teoria alla pratica, dalle 14:15 alle 17:00 è prevista una visita guidata ad alcuni interventi in situ realizzati grazie al Bando Capitale Naturale.

Il convegno sarà online e presso la sede del Parco Regionale del Serio è in Piazza Rocca 1, a Romano di Lombardia (BG) ed è raggiungibile da Milano e da Brescia con i treni regionali.
È necessario iscriversi tramite l’apposito modulo.
È stato richiesto l’accreditamento agli ordini di agronomi e dottori forestali, architetti, agrotecnici, biologi, ingegneri.

Mettere a punto soluzioni nuove e concrete per combattere la “moria del kiwi” (Kiwifruit Vine Decline Syndrome o KVDS), una pericolosa avversità che colpisce radici e frutti e che da oltre un decennio sta falcidiando gli impianti di actinidia in Italia. È quanto si propone il progetto SOS KIWI (From SOil to Soil: origin and remediation to KIWIfruit Vine Decline Syndrome) grazie a una ricerca triennale sostenuta con 800 mila euro dalle Fondazioni di origine bancaria, e tra queste Fondazione Cariplo, associate in Ager-Agroalimentare e ricerca.  

Il progetto è tra i tre vincitori del bando “Dal suolo al campo” promosso da Ager per trovare soluzioni innovative al fine di migliorare l’adattamento delle colture al cambiamento climatico, ritenuto tra le cause principali della diffusione della moria. A rischio una produzione che conta circa 25.000 ettari a livello nazionale e fa dell’Italia il principale produttore europeo e il terzo su scala mondiale.

 

La ricerca è coordinata da Marta Martini, docente di Patologia vegetale del Dipartimento di scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’Università di Udine, e analizzerà i meccanismi alla base della malattia, oggi ancora poco studiati.

 

Mentre i danni economici sono ben evidenti, non sono noti tutti i fattori scatenanti la moria. Allo stesso modo, non esiste una cura con fitofarmaci specifici per combatterla, né una difesa preventiva" – dichiara Marta Martini – “Con la nostra ricerca svilupperemo sia nuove tecniche per diagnosticare le cause, sia sistemi di contrasto basati su portainnesti resistenti e su microrganismi benefici del suolo, perché è lì che nasce il problema. E siamo molto fiduciosi di ottenere risultati utili, visto che per la prima volta in Italia, e grazie ad Ager, è stato finanziato uno studio che ha costituito un gruppo di lavoro a valenza nazionale."

 

Oltre all’Ateneo friulano, partecipano al progetto la Fondazione AGRION, l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Università degli Studi di Torino e l’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria.

 

Siamo molto soddisfatti per l’elevato valore scientifico che potranno esprimere gli studi di SOS KIWI – afferma Carlo Mango,  Direttore dell’Area Ricerca Scientifica e Tecnologica di Fondazione Cariplo, capofila di Ager, e aggiunge “La presenza di ricercatori di alto profilo e riconosciuti tra i massimi esperti a livello internazionale creano le condizioni ottimali per conoscere più approfonditamente la moria del kiwi e fornire finalmente agli imprenditori agricoli soluzioni concrete per contrastarla efficacemente”.

 

La prima riunione operativa di SOS KIWI si terrà mercoledì 27 settembre a Reggio Calabria, a cui seguirà giovedì 28 settembre presso il Dipartimento di Agraria un convegno tecnico-scientifico a respiro nazionale, dove i ricercatori del progetto faranno il punto sulla diffusione della malattia e sulla gestione della difesa.    

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.progettoager.it

 

Registrati alla nostra newsletter.

per ricevere aggiornamenti.