Fondo per la Repubblica Digitale: 53 nuovi progetti per il 2024
Mese: Dicembre 2023
Nel 2024 oltre 8.500 tra disoccupati e lavoratori con mansioni a forte rischio di sostituibilità a causa dell’automazione e dell’innovazione tecnologica potranno beneficiare gratuitamente dei 53 progettiselezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale. In totale sono stati messi in campo circa 22,2 milioni di euro.
Dei 53 progetti selezionati, 41 sono risultati idonei per il bando “Prospettive” per un totale di 18,6 milioni assegnati e 12 per “In Progresso”, sostenuti con 3,6 milioni di euro. Per “In Progresso” i progetti si rivolgono ad uno specifico territorio, mentre per “Prospettive” una è l’iniziativa di carattere nazionale, mentre 16 si rivolgono al Nord-Centro e 24 all’area Sud-Isole.
“Il Fondo per la Repubblica Digitale è sulla giusta strada per centrare l’obiettivo di formare migliaia di persone come disoccupati e lavoratori con mansioni a forte rischio di sostituibilità a causa dell’innovazione tecnologica, dando un contributo di rilievo al miglioramento delle competenze digitali del nostro Paese. Sulla base dei risultati fino ad oggi raggiunti, sono felice di confermare che il Dipartimento per la Transizione Digitale ha ulteriormente sostenuto il Fondo con 70 milioni di euro di credito di imposta per il 2024, prevedendo l'attivazione di nuovi percorsi formativi. Si tratta di un impegno concreto, da parte del Governo, per fare in modo che nessuno venga lasciato indietro nell'era dell'innovazione tecnologica e per assicurare a tutti l'opportunità di sviluppare competenze digitali essenziali" ha dichiarato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica Alessio Butti.
Per Giovanni Fosti, Presidente del Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale: “In poco più di un anno di attività l’Impresa sociale Fondo per la Repubblica Digitale ha pubblicato quattro bandi – dedicati alle donne (18-50 anni), ai NEET (15-34), ai disoccupati e inattivi (34-50 anni), ai lavoratori a rischio di sostituzione a causa dell'innovazione tecnologica. In totale sono state ricevute 456 proposte progettuali. I progetti selezionati e sostenuti sono in tutto 76. Sono stati assegnati in totale poco più di 35 milioni di euro per 13.390 beneficiari. I due bandi pubblicati nel 2023 prevedono il sostegno di 53 progetti che saranno avviati nel corso del prossimo anno. Sono felice di rilevare che per il bando “Prospettive” verranno coinvolti diversi target fragili, come persone senza dimora, persone con disabilità, detenuti e migranti. Per il bando “In Progresso” parteciperanno 112 aziende che coinvolgeranno 1.805 lavoratori. La trasformazione digitale deve riguardare tutta la popolazione”.
Fondazione Cariplo insieme a Novartis Farma S.p.A. lancia per la prima volta un bando per ridurre il gap di rappresentatività negli studi clinici e permettere così che efficacia e sicurezza dei farmaci vengano testate su una fascia più eterogena di popolazione.
Gli studi clinici, infatti, hanno lo scopo di ottenere prove oggettive in merito a efficacia e sicurezza di nuove terapie o procedure diagnostiche, con la finalità ultima di migliorare la salute del singolo e dell’intera comunità. Tuttavia la presenza di criteri di ammissibilità eccessivamente restrittivi può limitare la diversità dei partecipanti agli studi clinici, rendendo i risultati meno rappresentativi ed applicabili ad una vasta gamma di individui. Inoltre, si assiste a un fenomeno di autoselezione dei pazienti in studio dovuto a ragioni culturali, sociali, logistiche o di disponibilità tempo. Ciò comporta che, talvolta, efficacia e sicurezza non vengano testate su tutti i soggetti rappresentativi dell’intera popolazione che potrebbero potenzialmente beneficiare di quel farmaco e che verosimilmente lo utilizzeranno dopo l'approvazione.
Per affrontare questa problematica Fondazione Cariplo finanzierà progetti di ricerca nel campo della Scienza dei Dati con un budget di 800 mila euro. Il bando si indirizza a ricercatori under45 e anche per questa attività filantropica, Fondazione Cariplo pone particolare attenzione alle ricadute in termini di crescita scientifica e professionale dei ricercatori coinvolti.
Grazie alla collaborazione con Novartis Farma S.p.A., il bando permette di accedere a una vasta gamma di dati anonimizzati provenienti da studi clinici condotti in diversi ambiti, come quello cardiovascolare, immunologico e delle neuroscienze. Questa collaborazione è un'occasione unica poiché è la prima volta che tali dati vengono resi accessibili per fini di pubblica utilità e ricerca.
“La collaborazione tra l'industria farmaceutica e le fondazioni come Fondazione Cariplo è di fondamentale importanza per affrontare le sfide nella ricerca clinica – sottolinea Paola Coco, CSO & Medical Affairs Head, Novartis Italia – La Scienza dei Dati è uno strumento potente per affrontare il problema del gap di rappresentatività negli studi clinici. Utilizzando i dati in modo etico e responsabile possiamo ottenere risultati maggiormente rappresentativi dell’intera popolazione e quindi promuovere il miglioramento della salute di tutti”
“Il bando con Novartis – commenta Carlo Mango, Direttore Area Ricerca scientifica e tecnologica – si inserisce all’interno di un’iniziativa più ampia finalizzata a valorizzare il potenziale informativo che proviene dai dati. Fondazione Cariplo punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di riusare dati già disponibili per fini di pubblica utilità e vuole accrescere la consapevolezza che attraverso l’analisi dei dati sia possibile comprendere meglio fenomeni complessi, prendere decisioni più informate e affrontare più efficacemente le sfide del nostro tempo”.
La Europe Challenge, avviata dalla European Cultural Foundation (ECF) e sostenuta da Fondazione Cariplo, Scottish Library and Information Council e Arts Council England, annuncia che 55 biblioteche e comunità di 24 paesi parteciperanno all’edizione 2024. Tra i progetti selezionati ben 8 sono italiani.
La nuova edizione del programma, dal titolo “Libraries, communities and democracy”,affronta diverse sfide che l’Europa si trova oggi ad affrontare, dall’isolamento sociale alla disuguaglianza, dalla disinformazione alla crisi climatica, attraverso un cambiamento locale guidato dalle comunità e facilitato dalle biblioteche di tutta Europa. I progetti selezionati si propongono, ad esempio, di porre fine allo stigma relativo all’accesso ai servizi di salute mentale, di sostenere le donne vittime di violenza, di fornire risorse alle comunità emarginate con problemi di debito, di rinnovare le biblioteche come giardini climatici durante le ondate di caldo, di affrontare la bassa affluenza alle urne tra i giovani, di sostenere le famiglie ucraine che hanno subito traumi durante la guerra, di includere i rifugiati.
Sono state ricevute 126 candidature da 28 paesi: la più alta partecipazione dall'avvio del programma nel 2020 e con un'espansione a 10 nuovi paesi, tra cui Irlanda, Georgia, Romania, Svezia e Croazia.
“Le biblioteche sono più che semplici case per libri; sono la linfa vitale delle comunità europee. Forniscono spazi sicuri, promuovono l’istruzione, combattono le disuguaglianze sociali e costruiscono società resilienti. Oggi, le biblioteche di tutta Europa devono affrontare la chiusura, gli attacchi degli estremisti e la censura. La Europe Challenge è in prima linea per dare nuova vita alle biblioteche europee. Sono entusiasta di vedere così tante comunità e biblioteche di tutta Europa intraprendere azioni creative per risolvere sfide e migliorare il benessere sociale e ambientale”, ha affermato André Wilkens, direttore della European Cultural Foundation.
I prossimi passi
Le biblioteche e le comunità selezionate realizzeranno i propri progetti tra gennaio e settembre 2024. Durante questo periodo parteciperanno inoltre a una serie di sessioni di sviluppo delle competenze e accompagnamento, sia in presenza che da remoto, nonché a scambi tra pari facilitati dai partner del programma: Including Society, Changency, DOKK1 Aarhus Public Libraries, Public Libraries 2030 e OBA Public Libraries Amsterdam.
La tecnologia aumenta o diminuisce la disuguaglianze a scuola? Quanto il digitale in classe è influenzato da variabili socio-economiche? Qual è il peso del singolo docente nella didattica innovativa? Che ruolo avranno le AI generative?
A queste domande proverà a rispondere l’evento di presentazione della ricerca di Fondazione Cariplo, WeSchool e Politecnico di Milano. Per la prima volta in Italia, una piattaforma di didattica digitale ha deciso di condividere i dati anonimizzati di milioni di utenti per contribuire alla ricerca scientifica.
Nello specifico, la ricerca ha analizzato i trend di cambiamento della didattica supportata dalla tecnologia, gli scenari di applicazione di strumenti di innovazione didattica digitale al segmento universitario, l’utilizzo attuale dei Learning Management Systems e i modelli più efficaci, i dati di utilizzo di una piattaforma di digital learning (interazioni tra studenti, dinamiche tra gruppi, fenomeno dell’abbandono della piattaforma) e le disuguaglianze nell’accesso alla didattica digitale integrata.
Giovedì 25 gennaio 2024, alle 10.30 presso MEET – Digital Culture Center a Milano, viale Vittorio Veneto 2, si terrà la presentazione dei risultati della ricerca, seguita da una tavola rotonda con esperti e policy makers del settore.
PROGRAMMA
10.30 – Apertura e saluti istituzionali
Giovanni AZZONE – Presidente Fondazione Cariplo
Donatella SCIUTO – Rettrice Politecnico di Milano
Marco DE ROSSI – CEO WeSchool
10.45 – Presentazione dei risultati della ricerca
Tommaso AGASISTI – Politecnico di Milano
Paolo CANINO – Evaluation Lab Fondazione Social Venture Giordano dell’Amore
11.15 – "ChatGPT: come cambiano le disuguaglianze?" ne discutono Marco DE ROSSI (WeSchool) e Tommaso AGASISTI (Politecnico di Milano)
11.30 – Tavola rotonda "Didattica digitale: accessibile ed efficace per tutti? Quali prospettive per il futuro”
Chiara AGOSTINI, Responsabile area progetti di ricerca e sviluppo commerciale, Percorsi di Secondo Welfare
Francesca BORGONOVI, Head of Skills analysis, OECD
Giulia GUGLIELMINI, Presidente Fondazione per la Scuola
Annarita MARZULLO, Direzione generale per i sistemi informativi e la statistica – Ministero dell’istruzione e del merito
Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura 2023 ha mantenuto le promesse dichiarate al giro di boa del primo semestre. Entro la fine dell’anno, Bergamo e Brescia accoglieranno circa 11,6 milioni di visitatori – considerando i pernottamenti e gli escursionisti – provenienti da tutta Italia e da paesi esteri come Germania, Spagna, Svizzera, Francia, UK, da destinazioni intercontinentali come USA, Cina e India. Si tratta di un aumento di circa il 40% rispetto allo stesso periodo del 2022. Numeri importanti che superano le aspettative dichiarate dalle due amministrazioni comunali all’interno del dossier di progettazione, dove era fissato come obiettivo il +20% di visitatori.
Per quanto riguarda i soli pernottamenti –il dato attualmente disponibile è riferito ai primi tre trimestri 2023 -, le rilevazioni in linea con i numeri precedenti evidenziano un aumento dei pernottamenti complessivi nelle città pari al 41,7% rispetto allo stesso periodo nel 2022.
Anche i numeri provenienti dagli Info Point turistici delle due città confermano l’accresciuto afflusso di accessi alle strutture: nel 2023 sono stati registrati quasi 164.700mila ingressi con un aumento medio del 100% rispetto all’anno 2019. I 5 Info Point[1] oggetto del rilevamento sono situati in punti strategici delle città e sono il punto di riferimento per tutti coloro che cercano informazioni di vario genere a partire da quelle sui trasporti all’esperienze che si possono svolgere sul territorio.
I turisti e i visitatori di Bergamo e Brescia hanno dimostrato di apprezzare in modo particolare l’offerta culturale, museale e artistica proposta durante tutto l’arco dell’anno. In base agli ingressi registrati all’Accademia Carrara, alla GAMeC – Galleria D'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, al Museo delle storie e al Museo di scienze Caffi a Bergamo e al Museo Santa Giulia e al Parco archeologico, alla Pinacoteca Tosio Martinengo e all’area del castello per quanto riguarda Brescia, si evidenzia che sono stati oltre 943mila i visitatori, con un aumento del 92% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Anche la proposta teatrale è stata particolarmente apprezzata: il Teatro Donizetti a Bergamo, il Centro Teatrale Bresciano e il Teatro Grande a Brescia hanno visto un incremento sia degli spettacoli proposti che degli spettatori: nelle due città si è superata quota 331.513 biglietti staccati, erano stati 252.348 nel 2019.
Le presenze fisiche di turisti e visitatori hanno riempito le due città, ma anche il mondo virtuale ha vissuto un anno entusiasmante con una presenza costante sui social e sul sito web Bergamobrescia2023.it.
Sul sito Bergamobrescia2023.it sono stati pubblicati 2.500 eventi e 238 rassegne (92 sono i progetti sostenuti da Fondazione Cariplo e dalle fondazioni di comunità) gli utenti unici hanno superato i due milioni (2.062.217 al 30 novembre), sono state oltre 7,5 milioni le pagine visualizzate. Sulla piattaforma, inoltre, si sono registrate 820 organizzazioni (che hanno provveduto alla pubblicazione dei propri eventi e rassegne), e oltre 2.000 volontari hanno registrato la propria disponibilità a partecipare agli eventi per gestire i flussi di persone. Di questi 2000 se ne sono attivati circa 1000 regalando alle due città e ai territori circa 31mila ore di volontariato.
BgBs2023 ha prodotto numeri entusiasmanti per quanto riguarda il turismo e la fruizione culturale. Ma, soprattutto, ha posto le basi per una collaborazione fra le due città e i due territori che è orientata al futuro. Il primo progetto che nel 2024 verrà inaugurato fra Brescia e Bergamo, e che legherà per sempre i due territori come già accaduto per il cammino La Via delle Sorelle, è la Ciclovia. Il percorso ciclopedonale, che unirà le due città attraversando 24 comuni fra le due province, è quasi pronto per essere ufficialmente inaugurato. Intorno alla metà di gennaio termineranno tutti gli oltre 360 interventi infrastrutturali sui 75 km del tracciato necessari per armonizzare e mettere in sicurezza tutto il percorso, per un costo complessivo di circa 6 milioni di euro. Dopo i lavori, sarà necessario posare la cartellonistica turistica e provvedere al ripristino delle aree di cantiere. L’inaugurazione ufficiale è prevista per il mese di aprile 2024.
La manifestazione Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 vede Intesa Sanpaolo e A2A nel ruolo di Main Partner, Brembo nel ruolo di Partner di Sistema, Ferrovie dello Stato Italiane e SACBO quali Partner di Area. Il Ministero della Cultura e Regione Lombardia sono partner istituzionali insieme a Fondazione Cariplo, Fondazione della Comunità Bresciana e Fondazione della Comunità Bergamasca. Il Gruppo Sole 24 ore è media partner.
[1] Gli Info Point si trovano a Bergamo in Città Alta, Città Bassa e al Milan Bergamo Airport, mentre a Brescia sono situati alla Stazione ferroviaria e in piazza Duomo
Arriva a Milano, in occasione del Natale 2023, “Il Pane di Francesco”, progetto creato dal Comitato Nazionale Greccio 2023 (Ministero della Cultura) con la cooperativa Campagna Sabina e produttori del territorio reatino in occasione dell’800° anniversario del presepe di San Francesco. È un Pane speciale, che da un lato omaggia il simbolo più autentico del presepe – la mangiatoia con le spighe di grano – dall’altro comunica con forza un messaggio profondo di Francesco, inventore delle parole compagno, compagna, compagnia, dal latino cum-panis: chi condivide il suo pane con me.
Dal 22 al 23 dicembre, “Il Pane di Francesco” arriva nella piazza antistante il Piccolo Teatro Strehler, grazie a Terzo Paesaggio e MadreProject, con Fondazione Cariplo – Programma Qubì e in collaborazione con Fondazione iBVA e Piccolo Teatro.
Così, dopo l’avvio del progetto a Rieti, Greccio e in Sabina a metà novembre, con la riapertura di forni comunitari trasformati in laboratori del pane, il Pane di Francesco vuole arricchire il Natale di Milano nelle due giornate di antivigilia coincidenti con la tappa al Piccolo – Strehler di Ascanio Celestini e il suo nuovissimo “Rumba. L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato”, scritto e interpretato per l’800° anniversario.
Dal forno mobile di Madre Project, allestito per l’occasione con Panificando di Fondazione iBVA, infatti, uscirà il nuovo Pane di Francesco che poi, tra 22 e 24 dicembre, verrà distribuito in questa “città nuova” grazie a Fondazione iBVA nella sua rete di case per famiglie in emergenza abitativa, e nel suo Social Market Solidando, dentro il programma QuBì di Fondazione Cariplo. Ci saranno tre infornate in piazza a cui le cittadine e i cittadini potranno partecipare:
prima infornata 22 dicembre, ore 14.00
seconda infornata 22 dicembre, ore 18.00
terza infornata 23 dicembre ore 12.00.
Un rituale di panificazione collettiva
Cittadine e cittadini di tutte le età parteciperanno a questa straordinaria panificazione collettiva, anche in un gesto pratico di grande significato, elaborandone l’ingrediente fondamentale: il lievito madre di questo Natale speciale, un Natale da Fare per fare, insieme, il bene della città. Un rituale simbolico in cui ognuno produrrà il “suo” lievito madre, che poi si porterà a casa, mantenendo una traccia tangibile di questa partecipazione. Questo lievito, infatti, sarà sempre originato dalla miscela del Pane di Francesco. L’appuntamento in Largo Greppi, nella piazza del Piccolo Teatro Strehler è il 23 dicembre alle ore 18.00 (durata 45 minuti), poco prima dello spettacolo di Ascanio Celestini (ore 19.30).
“Il Pane di Francesco” tornerà poi in gennaio, coinvolgendo panificatori sensibili della città di Milano, per attivare produzioni più consistenti che verranno distribuite sempre con Fondazione iBVA tramite la sua rete.
“Il Pane di Francesco” è un pane progettato e realizzato dalla cooperativa sociale e di comunità̀ Campagna Sabina di Laura Ciacci, con un mix di farine del territorio di Rieti appositamente miscelate. Il blend è composto da: la farina della Filiera dei Grani Antichi di Rieti che coinvolge più di 10 aziende agricole, la farina Senatore Cappelli di Strampelli prodotta localmente, le farine di San Pastore, la farina di grani di Amatrice Terra Viva, la farina di grano tenero Biancola del Cicolano. Rieti, nel Novecento, diventò un centro di eccellenza per la cerealicoltura, grazie all’opera paziente e geniale di selezione varietale operata da Nazareno Strampelli (“il mago del grano”, pioniere mondiale della granicoltura) che seppe combinare la naturale resistenza del grano Rieti Originario alla ruggine (una patologia fungina) ed alla precocità̀ nella maturazione con le caratteristiche di una varietà̀ giapponese a spiga molto bassa e quindi meno sensibile all’allettamento.
Il progetto “Fair Energy Transition for All Listening to economically disadvantaged people” (FETA), iniziato nel 2019 è giunto al termine; è stato promosso da un gruppo di Fondazioni Europee che oltre a Fondazione Cariplo include King Baudouin Foundation, Deutsche Bundesstiftung Umwelt, IKEA Foundation, Stiftung Mercator e l’Open Society Foundations.
Si è tenuta a Milano un'audizione ai membri della commissione Ricerca Scientifica e alla commissione Ambiente di Fondazione Cariplo. Pascale Taminiaux, Senior Project Coordinator della King Baudouin Foundation, ha presentato i principali risultati del progetto che è nato con l'obiettivo di “rendere visibile l’invisibile”, e porre il tema di una transizione climatica equa e sostenibile all’attenzione dei decisori politici.
Da sinistra: Carlo MANGO, Direttore Area Ricerca Scientifica Fondazione Cariplo, Claudia SORLINI, Vicepresidente Fondazione Cariplo, Andrea BIONDI, Coordinatore Sottocommissione Ricerca Scientifica Fondazione Cariplo, Enrico LIRONI, Consigliere di amministrazione Fondazione Cariplo, Giovanni AZZONE, Presidente Fondazione Cariplo, Pascale TAMINIAUX, Senior Project Coordinator King Baudouin Foundation, Sergio URBANI, Direttore Generale Fondazione Cariplo, Elena JACHIA, Direttrice Area Ambiente Fondazione Cariplo
In particolare, infatti, la ricerca si basa sull’ascolto dei gruppi vulnerabili, sulla raccolta delle loro opinioni, i loro punti di vista, le loro preoccupazioni. Lo studio ha visto la partecipazione di 9 nazioni europee, 900 cittadini e 150 esperti.
A valle di due anni di attento ascolto e analisi delle preoccupazioni e speranze dei cittadini europei più vulnerabili riguardo alla transizione verso l’energia verde, la ricerca propone un approccio inclusivo che supporti la transizione energetica in modo sostenibile e in linea con le aspettative dei cittadini europei. Inoltre, lo studio include fra i suoi principali risultati una serie di raccomandazioni destinate ai governi nazionali e alle istituzioni dell’UE.
“La prima cosa da fare era ascoltare la loro voce. Perché è noto che quando c’è una crisi i primi a pagare sono le persone che sono già in difficoltà, come i cosiddetti lavoratori poveri. Pensiamo solo agli effetti legati alla mobilità e alla casa: cambiare auto, avere un’abitazione che consuma energia e fa schizzare le bollette, in modo insostenibile…Ascoltare la voce dei più fragili è il punto di partenza ottimale per impostare delle politiche per una transizione equa. Ènoto infatti che di fronte a grandi cambiamenti o a crisi come quelle che abbiamo vissuto, e stiamo vivendo, a pagare il maggior prezzo, spesso, sono i più deboli, e questo amplifica le disuguaglianze” ha commentato il Presidente di Fondazione Cariplo, Giovanni Azzone.
Gli intervistati, infatti, hanno riconosciuto l’importanza di essere stati messi al centro della ricerca, perché vivono spesso sulla loro pelle l’impatto dei tanti cambiamenti epocali che stiamo attraversando. I circa mille componenti del panel internazionale non sono indifferenti né ostili alla transizione ma “non vogliono caricarsi tutto sulle spalle”. Chiedono di condividere sforzi e sacrifici. E valutano la possibilità di contribuire e trarre perfino vantaggio dalla transizione; sempre che vi siano politiche giuste, eque, misure di sostegno e di compensazione; nonché una comunicazione e informazioni rivolte ai più vulnerabili, che spesso sono anche quelli che hanno meno possibilità di conoscere e quindi di difendersi e prepararsi alle conseguenze.
“La risposta non è rallentare la transizione, ma ascoltare le richieste dei cittadini affinché sia giusta per tutti. Il progetto FETA ha lanciato un esercizio di ascolto dal basso senza precedenti in tutta Europa alla ricerca di una risposta al urgente domanda posta da questo fatto: come convincere quei cittadini che hanno più da perdere a causa dello sconvolgimento climatico, ma che non possono permettersi aumenti nemmeno limitati dei costi di riscaldamento e di trasporto? Attraverso il progetto FETA abbiamo imparato che, sforzandoci di fornire alle persone il contesto e ascoltando le loro reazioni, possiamo, insieme, creare raccomandazioni politiche che potrebbero non solo essere positive per il pianeta ma anche contribuire a sanare le nostre crescenti disuguaglianze sociali” ha detto Brieuc Van Damme, CEO, King Baudouin Foundation.
Quello che emerge dallo studio è che fra gli individui socialmente o economicamente svantaggiati prevale un senso di confusione rispetto a come documentarsi e reperire informazioni affidabili sulla transizione climatica e come nella pratica questa transizione sarà realizzata e sugli effetti che avrà su di loro. La ricerca ha dimostrato che spesso le persone coinvolte nello studio dimostrano diffidenza nei confronti dei decisori politici e scetticismo rispetto al desiderio e alla capacità dei leader di raggiungere gli obiettivi climatici prefissati dall’UE. In particolare sono dubbiosi circa la capacità degli stessi di farlo in modo equo per tutti. Nonostante questo, la transizione energetica viene percepita come un tema vitale in grado di offrire diverse opportunità alla società europea nonché l’occasione per iniziare un nuovo capitolo.
Sradicare la povertà energetica, ridurre le disuguaglianze, creare posti di lavoro, migliorare la competitività dell’UE, rafforzare le istituzioni democratiche e migliorare la resilienza e la sicurezza economica dell’Unione sono azioni percepite sia dai cittadini sia dagli esperti che hanno partecipato allo studio come qualcosa di possibile e realizzabile, che tuttavia richiede un impegno costante, attenta pianificazione, coordinamento e monitoraggio delle attività.
A seguito della realizzazione dei focus groups e degli incontri formali con gli esperti in ciascuna delle nazioni coinvolte nello studio, il progetto FETA ha condotto a due principali esiti.
In primo luogo, il progetto ha sviluppato un metodo unico e replicabile, in altri contesti tematici e geografici, per coinvolgere soggetti vulnerabili in maniera attiva nel processo verso la transizione climatica. FETA sostituisce la logica di attesa con un ascolto e coinvolgimento delle persone nei loro luoghi di vita quotidiana.
In secondo luogo, la ricerca ha portato alla pubblicazione di report nazionali, contenenti una serie di informazioni e raccomandazioni politiche sul tema della mobilità e sulla questione abitativa, e internazionali che evidenziano l'importanza del ruolo dell’UE nella realizzazione della transizione energetica.
In tal senso, l'UE stessa viene individuata come attore promotore di cambiamento, avendo la possibilità di favorire un nuovo modello e politiche che mitighino le disuguaglianze proteggendo sia il clima sia la biodiversità.
In conclusione la ricerca ha evidenziato che si sta aprendo per i tutti governi europei una finestra di opportunità per la costruzione di un'economia del benessere, in cui le politiche – non solo energetiche, ma anche educative, economiche e sociali – sostengano il benessere e la resilienza delle generazioni presenti e future e del loro ambiente, ma che una particolare attenzione deve essere rivolta ai più fragili. Il rischio altrimenti è una nuova frattura, con un’altra divaricazione tra chi si si difendere dai cambiamenti e chi non è in grado di farlo.
Fondazione Cariplo ha vinto il prestigioso Premio Oscar di Bilancio 2023 nella categoria “Fondazioni di Erogazione”. La 59esima edizione dell’Oscar di Bilancio si è chiusa venerdì 15 dicembre con la premiazione a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana, che, insieme a FERPI (la Federazione Relazioni Pubbliche Italiana), l’Università Bocconi e altre 14 organizzazioni partners, organizzano questa importante iniziativa.
Da tanti anni ormai il Premio punta a sensibilizzare le organizzazioni che rendicontano il proprio operato e condividono i risultati con gli stakeholder, ponendo particolare attenzione alla valutazione della dimensione sociale ed ambientale, oltre che economica, dell’azione messa in campo.
Anche per questo è molto importante che il Premio, oltre che alle tradizionali categorie (grandi imprese, utility o multiutility, medie e piccole imprese, Società Benefit ed organizzazioni non profit) abbia previsto riconoscimenti speciali indirizzati verso la Generazione Z, valutando la capacità dei Bilanci di coinvolgere le nuove generazioni nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità tramite canali e strumenti di comunicazione innovativi.
“La trasparenza e la chiarezza con cui si comunicano le attività è un percorso quotidiano e costante, poi condensato nel documento di bilancio, che ha il compito darne una rappresentazione efficace e di senso. Per una Fondazione come la nostra che dona risorse è un documento fondamentale: abbiamo il dovere di utilizzare al meglio le risorse per generare valore attraverso i progetti che sosteniamo e al termine dell’anno dobbiamo rendicontare in modo chiaro e comprensibile a tutti come sono state utilizzate e con quali obiettivi. Il merito e i complimenti per questo risultato vanno condivisi: grazie alle tante persone dello staff che hanno lavorato ogni giorno per realizzare i progetti a fianco degli Enti non profit, ai nostri stakeholder e a chi opera negli enti strumentali di Fondazione Cariplo. Grazie a chi opera per la gestione del patrimonio che è il motore che fornisce le risorse economiche per l’attività della Fondazione. Grazie ai membri degli Organi con cui abbiamo lavorato lo scorso anno, che hanno avuto un ruolo determinante per questo risultato. Il bilancio è davvero la sintesi dell’impegno di tutti: grazie quindi a ciascuna persona che ha collaborato all’attività della Fondazione” ha commentato il Direttore Generale, Sergio Urbani.
“Si chiude un anno che per noi rappresenta l’inizio di un mandato per i prossimi quattro; questo Premio è un importante attestato di stima che ci deriva dal lavoro di chi ci ha preceduto e che conserviamo con senso di responsabilità. Grazie al Presidente Giovanni Fosti e ai componenti degli Organi che hanno impostato e gestito, negli anni scorsi, le attività contenute in questo bilancio. Ci hanno lasciato una bella eredità che raccogliamo e che non mancheremo di valorizzare. Siamo grati anche a Ferpi, Borsa e Bocconi di averci ritenuti meritevoli” ha detto il Presidente di Fondazione Cariplo, Giovanni Azzone.
Fondazione Cariplo si era aggiudicata l’Oscar di Bilancio anche nel 2008. Sono trascorsi 15 anni, e dal punto di vista della comunicazione sono cambiate tantissime cose. E dalla sua nascita, nel 1991, molte cose sono cambiate anche dal punto di vista dell’impianto strategico. All’inizio della sua storia ormai trentennale l’attività filantropica seguiva quelli che allora venivano chiamati Piani d’Azione. Di volta in volta si è passati ad agire per Obiettivi Strategici, e, oggi con le Linee di Mandato, che sono state presentate a fine novembre.
Per Fondazione Cariplo l’attività filantropica è un viaggio in divenire, segnato da molte tappe ed evoluzioni, e cambi di strategia per intervenire e contrastare i cercare di dare risposta ai bisogni emergenti.
Il bilancio rappresenta il racconto di tutto ciò, anno per anno, all’interno di una missione coerente e che non cambia: essere un attore a sostegno del Terzo settore, delle istituzioni e delle comunità locali per il bene comune e delle persone.
È online il nuovo bando “vEIColo – Accompagnamento per la valorizzazione della ricerca”, per contribuire ad affrontare una difficoltà sistemica del Paese nel trasformare i risultati della ricerca scientifica in progetti concreti e valore di mercato.
Il bando è promosso in modo congiunto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, nell’ambito della Missione Valorizzare la ricerca dell’Obiettivo Pianeta, dalla Fondazione Cariplo, tramite la Linea di mandato 4 “Creare le condizioni abilitanti al rafforzamento delle comunità” e dalla Fondazione CDP all’interno del settore d’intervento “Ricerca scientifica e Assistenza”.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito del programma europeo Horizon Europe, che ha come obiettivo quello di migliorare il posizionamento europeo sui temi della competitività nel settore dell’innovazione. Nell’ambito di questo programma è stato istituito lo European Innovation Council (EIC) che promuove la cooperazione tra ricerca e industria sostenendo lo sviluppo di innovazioni tecnologiche capaci di creare nuovi mercati interni e internazionali, per facilitare il passaggio delle tecnologie da uno stadio iniziale di sviluppo a uno sufficientemente evoluto da consentire l’applicabilità a livello industriale, riducendo contestualmente il rischio tecnologico.
L’EIC finanzia tre diversi programmi: Pathfinder, Transition e Accelerator, nei quali, complessivamente, l’Italia si posiziona al di sotto della media europea in termini di risorse ricevute, a causa soprattutto del ristretto numero di realtà che partecipano, in particolare per quanto riguarda gli enti del Sud Italia.
A fronte di questi dati, l’iniziativa vEIColo mira a valorizzare la partecipazione a bandi competitivi europei promossi dallo European Innovation Council nell’ambito dei programmi EIC Pathfinder ed EIC Transition, e a incrementare la capacità di attrazione di fondi degli Atenei e degli Enti di ricerca pubblici e privati del territorio nazionale, sostenendo al contempo progetti di ricerca non finanziati dal programma europeo Horizon per carenze di fondi.
Per raggiungere questi obiettivi il bando si avvale di due distinte linee di intervento:
Linea 1 – Potenziamento: si rivolge a progetti di ricerca che abbiano ottenuto un adeguato livello di valutazione in seguito alla candidatura a uno dei programmi di finanziamento EIC Pathfinder o EIC Transition, ma che non siano stati finanziati per carenza di fondi. Per questa linea d’intervento sarà ammessa la candidatura esclusivamente di progetti che siano stati presentati nel 2022 e 2023 e in cui il proponente abbia svolto il ruolo di Coordinator. I vincitori beneficeranno di un contributo per sostenere azioni di consolidamento dell’attività di ricerca e di rafforzamento della partnership e delle competenze del team di progetto e di un affiancamento fino a un massimo di 50 ore per la revisione della candidatura e per la preparazione di una nuova candidatura da parte di consulenti esperti su EIC.
Linea 2 Nuove opportunità: vuole stimolare la nuova candidatura a una call EIC Pathfinder ed EIC Transition di progetti di ricerca innovativi e ad alto potenziale di trasferimento tecnologico. I progetti candidabili dovranno prevedere l’Ente proponente come Coordinator del partenariato. I vincitori beneficeranno di un percorso di formazione e di affiancamento, fino a un massimo di 75 ore, per la scrittura di una nuova candidatura da parte di consulenti esperti su EIC.
Le candidature, aperte a Università ed enti pubblici e privati non-profit che svolgono attività di ricerca aventi sede legale in Italia, dovranno essere trasmesse attraverso la procedura “ROL richieste online” accessibile dalla homepage del sito della Fondazione Compagnia di San Paolo avendo cura di selezionare il modulo dedicato al Bando nella sezione “Elenco Bandi e richieste”, attenendosi alle seguenti scadenze:
per la Linea 1 entro e non oltre le ore 13.00 del 08 febbraio 2024;
per la Linea 2 entro e non oltre le ore 13.00 del 28 marzo 2024
per partecipare alle call EIC Pathfinder Challenges o Transition 2024 ed entro le ore 13:00 del 30 maggio 2024 per partecipare alla call EIC Pathfinder Open 2025.
Ha vinto un bando del Consiglio di ricerca europeo da un milione e mezzo di euro con un progetto per studiare il trasporto di materia verso il centro della Via Lattea e l’alimentazione dei buchi neri e verrà a realizzarlo all’Università dell’Insubria, nella sede di Como. È Mattia Sormani, giovane astrofisico che, dopo dieci anni di studi all’estero, ha scelto di tornare in Italia chiedendo di trasferire il finanziamento Erc Starting Grant 2023 dall’ateneo tedesco di Heidelberg con cui aveva partecipato al bando all’ateneo della sua terra di origine.
L’Insubria accoglie così un “cervello di ritorno” di grandissime potenzialità, che è anche il suo primo Erc winner. Il programma Erc, creato dall’Unione Europea nel 2007, finanzia ricercatori di talento per svolgere “ricerca di frontiera” in qualsiasi disciplina.L’eccellenza è l’unico criterio di selezione: eccellenza del ricercatore e del progetto di ricerca proposto.
Ineccepibile il curriculum di Sormani, 35 anni, originario di Sormano: Liceo scientifico Galileo Galilei di Erba, laurea nel 2012 all’Università di Pisa e alla Scuola Normale di Pisa, un dottorato a Oxford in Astrofisica teorica, ricercatore all’Università tedesca di Heidelberg, dove si trovava quando ha partecipato all’Erc, e all’Università britannica del Surrey, dove si trova ora.
«Tornare in Italia è per me un’importante occasione per contribuire alla crescita scientifica e culturale del paese che mi ha cresciuto e in cui sento di avere le mie radici, e che mi ha permesso di studiare fisica ai massimi livelli senza preoccupazioni economiche – commenta Mattia Sormani –. L’esperienza all’estero mi ha permesso di acquisire competenze che ora vorrei riportare nel mio territorio di origine per dare un impulso di innovazione. E, con lo stesso spirito, vorrei anche crescere qui i miei figli, investendo anche in questo modo sul futuro di questo Paese».
Dal punto di vista formale, l’operazione avviene grazie a un accordo firmato nei giorni scorsi tra la Commissione europea e il Dipartimento di Scienza e alta tecnologia dell’Insubria diretto dalla professoressa Michela Prest. A sostegno dell’operazione anche 300mila euro erogati da Fondazione Cariplo con un bando nato proprio per attrarre i talenti vincitori di Erc che risiedono all’estero e incentivarli al trasferimento sul territorio lombardo.
Dal punto di vista didattico, Sormani arriverà all’Insubria come professore associato di Astrofisica tramite una chiamata diretta per studiosi risultati vincitori nell’ambito di specifici programmi di ricerca di alta qualificazione, come stabilito dal Ministero dell’Università e della ricerca. Con lui lavorerà un team di sei nuovi dottori di ricerca che saranno individuati tramite concorso.
Il progetto, che prenderà avvio a Como nell’aprile 2024, si intitola «The Milky Way as key to understanding the inward transport of matter to the centre of galaxies». Il cuore della ricerca è un importante problema astrofisico: come la materia venga trasportata dal bordo della Galassia, dove il pianeta Terra e il sistema Solare in cui abitiamo, fino al centro, a distanze di ventimila anni luce da noi, dove si trova un buco nero supermassiccio.
Spiega Sormani: «Al centro delle galassie, la materia alimenta i buchi neri supermassici, creando i motori più potenti dell’universo, i cosiddetti Nuclei Galattici Attivi, i quali con la loro incredibile energia plasmano la formazione e l’evoluzione delle galassie. La mia idea è di usare la nostra Galassia, la via Lattea, come modello per capire questo processo. Il vantaggio è che vivendoci dentro possiamo osservarla con un dettaglio enormemente maggiore di qualsiasi altra galassia, si pensi ad esempio che il centro della nostra Galassia è cento volte più vicino di quello di Andromeda, che è la galassia più vicina a noi se escludiamo la Via Lattea. Nel mio progetto svilupperò nuovi modelli teorici all’avanguardia e userò dati osservativi di ultima generazione».
Grazie al finanziamento di 300mila euro di Fondazione Cariplo, Mattia Sormani parteciperà anche a un progetto di divulgazione scientifica nelle scuole del territorio, con il coinvolgimento dell’Osservatorio di Sormano, nonché ad una serie di interventi in sinergia con il programma Hrs4r, Human Research Strategy 4 Researcher, coordinato dall’Ufficio Ricerca.