Trentadue progetti finanziati sul bando congiunto dedicato alla ricerca che ha unito Fondazione Cariplo, Fondazione Umberto Veronesi ETS e Regione Lombardia nell’iniziativa “Covid-19: insieme per la ricerca di tutti”. Risorse ingenti pari a 10,5 milioni di euro che hanno portato allo sviluppo di progetti e risultati importanti. Il bando, pubblicato nel 2020 come risposta immediata al diffondersi della pandemia Covid-19, a sostegno della ricerca scientifica e come contributo nella risposta all’emergenza sanitaria, ha riscosso interesse da parte di tutte le eccellenze del mondo lombardo della ricerca – pubbliche e private – e da importanti organismi di ricerca extra-lombardi.

Quattro gli ambiti di interesse privilegiati:

  1. studi di virologia, per comprendere la basi biologiche della malattia, lo sviluppo di varianti virali attuali e/o future e indagare il loro rapporto con l’ospite;
  2. lo sviluppo di terapie e di procedure per affrontare le epidemie di coronavirus;
  3. l’implementazione di studi di popolazione per valutare le basi biologiche delle diverse risposte immunitarie in diversi individui;
  4. studio delle cause di insorgenza, di contagio e di analisi delle risposte immunologiche in individui fragili e/o con patologie pregresse nelle diverse fasce d’età, ad esempio anziani, individui affetti da immunodeficienze o stati di immunosoppressione, patologie croniche o neoplasie.

"Di fronte all'emergenza ci siamo subito mobilitati e abbiamo lavorato insieme per fornire risposte al nostro territorio fortemente colpito dalla pandemia. Speriamo di non rivivere più una situazione così drammatica ma sicuramente ora siamo più preparati e la comunità scientifica ha migliorato la conoscenza del virus" – ha dichiarato Enrico Lironi, membro del Consiglio di amministrazione di Fondazione Cariplo

"Abbiamo deciso di scendere in campo attivamente nella lotta contro il Coronavirus, con questo importante finanziamento, con l’obiettivo di sviluppare nuove misure di protezione per le persone più a rischio di complicazioni gravi, per implementare protocolli terapeutici e innovativi e determinare i reali tassi di letalità e diffusione del virus. I risultati ottenuti dalle ricerche hanno ad oggi evidenziato che vi possono essere ricadute efficaci non solo per il virus SARS-CoV-2, ma anche per molte altre malattie infettive e inoltre sarà possibile favorire una migliore comunicazione integrata tra ospedali e medici di medicina generale. Siamo molto soddisfatti che due eccellenze come Fondazione Veronesi e Fondazione Cariplo si siano attivate in brevissimo tempo per la creazione del bando e l’assegnazione dei finanziamenti a disposizione in un momento di grande emergenza sanitaria globale” – ha affermato Chiara Tonelli, Presidente del Comitato Scientifico di Fondazione Umberto Veronesi ETS e Professore Emerito di Genetica presso l’Università degli Studi di Milano.

Contributi concessi a fondo perduto, variano da progetto a progetto: si parte da un minimo di circa 100.000 euro per arrivare ad oltre 770.000 euro.

I risultati

Dei 32 progetti, 15 riguardano la ricerca fondamentale. L’obiettivo prioritario è progredire nella conoscenza del SARS-CoV-2 e della più ampia famiglia dei Coronavirus. Un lavoro importante, utile anche nel lungo periodo, per esempio per affrontare eventuali pandemie o per conoscere meglio i virus SARS. Come è avvenuto il salto di specie? Come reagisce il nostro sistema immunitario all’infezione e perché le risposte sono così differenziate tra paziente e paziente? Sono solo alcune delle domande a cui hanno dato risposta i progetti finanziati da Fondazione Cariplo e Fondazione Umberto Veronesi ETS: 7 studi dedicati alle cause di insorgenza, di contagio e di analisi delle risposte immunitarie in pazienti fragili o con patologie pregresse; 4 studi di virologia; 2 progetti per lo sviluppo di terapie e procedure e 2 studi di popolazione. A condurre gli studi, 15 capofila affiancati da 30 partner: IRCCS, Ospedali, Università, Fondazioni e Istituti di ricerca.

La linea di ricerca coordinata dalla ASST di Lecco, insieme alla ASST Rhodense Presidi di Rho e Garbagnate, alla ASST FBF Sacco, al Policlinico San Matteo di Pavia, alla ASST Melegnano e della Martesana, alla ASST Lodi e all’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, ha messo a punto un importante protocollo di gestione integrata ospedale- territorio per la gestione più efficiente dei pazienti affetti da Covid-19.

Il progetto ha posto le basi per una riorganizzazione della medicina territoriale per la gestione domiciliare di pazienti con Covid a basso rischio, favorendo una comunicazione integrata tra ospedali e medici di medicina generale, elaborando anche criteri diagnostici obiettivi per la stratificazione dei pazienti in classi di rischio. Questo modello potrà essere di grande utilità per migliorare il funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale, che presenta elementi di sofferenza, e potrebbe essere applicato anche ad altre patologie croniche, replicando il modello.

Un altro progetto, condotto presso l’Istituto Clinico Humanitas con la collaborazione dell’Università del Piemonte Orientale, ha identificato un meccanismo con cui SARS-CoV-2 può causare danni cardiaci anche mesi dopo la risoluzione dell’infezione virale, contribuendo alla sindrome del long-covid. I ricercatori hanno identificato in alcuni pazienti la presenza di autoanticorpi diretti contro le cellule cardiache anche a distanza di settimane dall’infezione. Questi anticorpi sono prodotti da cellule immunitarie dirette contro i tessuti, probabilmente per perdita di tolleranza immunologica: l’incontro con il virus spegne “il freno” che, in condizioni normali, impedisce loro di attaccare l’organismo. Questi risultati contribuiscono a dimostrare il ruolo determinante dell’immunità nelle malattie cardiache e l’efficacia dimostrata da alcuni farmaci immunomodulanti nel trattamento dei pazienti con Covid-19.

Il progetto coordinato dalla Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico in partenariato con l’Università degli Studi di Milano e l’Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" ha dimostrato che un intervento di tele-psicoterapia per i pazienti COVID-19 e i loro familiari basato sulle teorie costruttiviste ed ermeneutico-fenomenologiche è stato altamente fattibile, come indicato da un tasso di completamento dell'82% di tutti i partecipanti idonei contattati. I risultati relativi all'efficacia preliminare indicano che, a livello di gruppo, la tele-psicoterapia breve a distanza ha ridotto significativamente di almeno il 10% l'ansia, la depressione, i sintomi post-traumatici e i disturbi del sonno, oltre a migliorare il benessere psicofisico generale nonostante l'elevato grado di eterogeneità clinica interindividuale ha determinato profili distinti di risposta al trattamento.

Il progetto condotto dall’Associazione Trapiantami Un Sorriso – Pavia per i trapianti, in collaborazione con la Fondazione I.R.C.C.S. Policlinico San Matteo e la Fondazione Istituto di Ricerca in Biomedicina, ha rivelato che i pazienti immunocompromessi sono in grado di sviluppare una risposta immunitaria simile a quella dei soggetti immunocompetenti e che la vaccinazione dopo una precedente infezione da SARS-CoV-2 sviluppa risposte immuni maggiori e più durature rispetto ai soggetti senza pregressa infezione. Lo studio ha inoltre evidenziato che il 20% delle infezioni gravi è riconducibile ad una predisposizione genetica che causa difetti nella risposta protettiva.

L’indagine condotta dal PTP Science Park in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano; Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna "Bruno Ubertini" circa il ruolo degli animali domestici come carrier passivi del virus ha rivelato l’assenza di maggiori rischi di infezione per i proprietari di cani e gatti.

Alla ricerca industriale e sviluppo sperimentale (Linea 2) sono invece dedicati i 12 progetti finanziati da Regione Lombardia con 4 milioni di euro (risorse POR FESR 2014-2020). Si tratta di progetti che hanno permesso di realizzare test e tamponi sempre più precisi e rapidi, o ancora dispositivi portatili per rilevare su qualsiasi superficie il virus Covid-19; studiare l’efficacia dei farmaci e mettere le basi per individuare nuove terapie; aumentare la capacità di diagnosi e prevenzione tramite l’intelligenza artificiale; attivare percorsi innovativi di assistenza domiciliare per i pazienti fragili affetti da Covid-19, riducendo il carico sugli ospedali (virtual hospital). I 12 progetti selezionati (su un totale di 75 presentati) coinvolgono 17 imprese e 32 organismi di ricerca, e attiveranno così investimenti complessivi per 8,5 milioni di euro.

Nel palinsesto di Bergamo Brescia Capitale della Cultura, nell’ambito di “La cultura come cura” il ponte che unisce le province di Brescia e Bergamo, diventa il luogo ideale per la costruzione di un “ponte” simbolico verso il mondo della disabilità.

Un’iniziativa promossa dalla cooperativa sociale "Il Germoglio" di Iseo (BS), in collaborazione con la cooperativa sociale "Il Battello" di Sarnico (BG) e sostenuta all’interno del bando di 3,5 milioni di euro: CAPITALE DELLA CULTURA 2023 Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio”.

Durante il flash-mob a cui prenderanno parte attivamente gli ospiti delle due cooperative “Il Germoglio” e “Il Battello” ogni partecipante riceverà in dono un opuscolo 7 parole chiave, 7 frasi, suoni, colori, simboli o disegni che daranno voce ai bisogni spesso taciuti degli ospiti della cooperativa, un gesto che aiuterà e persone ad avvicinarsi al mondo della disabilità. L’opuscolo è frutto del lavoro biennale degli educatori e formatori che hanno fatto da tramite alle emozioni degli ospiti e del mondo esterno.

Inoltre, durante il flash mob, verranno letti i testi elaborati durante il percorso di formazione degli operatori. A dar voce alle emozioni degli ospiti saranno due interpreti speciali: Camilla Filippi, attrice, scrittrice, regista e fotografa nata a Brescia. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo romanzo, intitolato "La sorella sbagliata," edito da Harper-Collins-Italia, che affronta il tema della disabilità – e Francesca Marsetti, Francichef – bergamasca di nascita e bresciana di adozione. Ogni giorno, alle 12.00, entra nelle case degli italiani nel programma condotto da Antonella Clerici.

In apertura e chiusura del flash mob è prevista una performance musicale in collaborazione con i conservatori "Luca Marenzio" di Brescia e di Darfo Boario Terme e "Gaetano Donizzetti" di Bergamo.

In contemporanea sul ponte Paratico/Sarnico, sarà possibile inoltre ammirare i 66 volti – tanti quanti i 66 chilometri che percorrono il lago d’Iseo – degli ospiti delle cooperative sociali “Il Germoglio” di Iseo e “Il Battello” di Sarnico. Le fotografie, realizzate da Pietro Arrigoni nel corso di un lavoro di residenza durato due anni all’interno degli spazi delle due cooperative, invitano lo spettatore a superare le barriere mentali e a guardare la disabilità con occhi nuovi.

Lo stesso giorno sarà possibile visitare anche l’esposizione fotografica, allestita presso il negozio di Sarnico della Cooperativa Sociale «Il Battello (Via Buelli, 10/A) aperto dalle 15.00 alle 19.30.

Le emozioni di chi attraversa «Il Ponte delle Parole» saranno poi raccolte nel podcast prodotto e realizzato durante l’evento dagli alunni della scuola secondaria di primo grado di Sarnico: «Posizionarsi sul ponte significa vivere una sospensione che crea leggerezza da un lato e forza lo sguardo nell'osservare chi si avvicina», spiega il direttore artistico Pietro Arrigoni: «Il timore del ponte è simile al timore della disabilità; la commistione fra parole, illustrazione, fotografia e suono è un modo per raccontare e aiutare a riflettere per superare queste paure»

Clelia Marini è la presidente della cooperativa Il Germoglio: «Quando abbiamo saputo della scelta di Brescia e Bergamo come capitale della cultura, ci siamo detti che dovevamo assolutamente esserci per riuscire a cambiare la modalità di sentire e vivere la disabilità Nell’immaginario collettivo i portatori di disabilità sono persone che fruiscono di cura e naturalmente è anche così. Però è anche l’inverso: perché occuparsi di disabilità è portare cura alla società. Il fatto di mettersi a disposizione della comunità è un valore e passa attraverso la cura e il contatto con le persone con fragilità.

Noi siamo collocati territorialmente sul confine perché la nostra sede è a Paratico proprio sul confine con la provincia di Bergamo e per realizzare questo progetto siamo entrati in contatto con una altra realtà come la nostra nell’altra sponda la cooperativa, la cooperativa “Il battello”. Abbiamo iniziato insieme un percorso che ha coinvolto anche le scuole perché i ragazzi sono il nostro futuro e da loro deve partire il cambiamento. In particolare, i ragazzi della scuola media di Sarnico hanno preso parte a una lunga preparazione per potersi approcciare ai nostri ospiti che hanno disabilità importanti e ora gli studenti saranno fisicamente con noi sul ponte durante il flash mob.

Gli educatori hanno lavorato a un percorso di formazione di 80 ore insieme agli ospiti della cooperativa che ha compreso fumettistica, narrativa fotografica, sul suono, danza terapia: l’obiettivo era quello di arrivare a sette parole chiave che potessero identificare sogni e bisogni dei nostri ragazzi e che ci auguriamo possano essere uno stimolo per aprire una riflessione in tutte le persone che incroceremo sul ponte.Questo opuscolo è il nostro tesoro, una delle parole è “Interpretarsi” perché molti dei nostri ospiti, che hanno disabilità molto gravi, non sanno esprimersi e hanno sempre bisogno di qualcuno che lo faccia per loro».

Francesca Marsetti “Francichef” ha aderito subito con entusiasmo al progetto: «Dico sempre scherzando che sono l’emblema dell’unione di Brescia e Bergamo perché sono di Grumello quindi bergamasca ma da vent’anni vivo a Clusane, dunque sono bresciana d’adozione, e sono piccolina come il ponte di Paratico, posso dire che chiudo il cerchio. Sono felice di partecipare, non ci ho pensato un attimo prima di dire di sì quando gli organizzatori me lo hanno chiesto, la notorietà è un privilegio se può servire ad attirare persone su un tema così importante. E in questo caso per sensibilizzare le persone, per aprirsi al mondo della disabilità, magari a essere meno concentrati solo su sè stessi.

Durante il flash mob leggerò le frasi che aiuteranno a capire il significato delle sette parole. Sono un po’ spaventata perché c’è grande segretezza e non conosco ancora le parole, ma io sono dislessica e spero che me le mandino un po’ prima! In tv i colleghi lo sanno e ci organizziamo prima, non vorrei fare pasticci proprio sul ponte!»

E sul “Ponte delle parole” si esprime anche il Ministro per le Disabilità Onorevole Alessandra Locatelli, che ha patrocinato l’iniziativa: «sono questi momenti preziosi che contribuiscono a tenere alta l’attenzione sulle fragilità e sull’importanza, nel particolare momento storico di transizione che viviamo, di mettere in campo azioni concrete e condivise, per garantire ad ogni persona una vita piena, dignitosa e partecipata».

Il programma completo è su www.ilpontedelleparole.it

57 musicisti fra portatori di disabilità psico-mentale, musicoterapisti, musicisti professionisti, studenti e volontari, hanno dato vita all’orchestra stabile INorchestra.

Il primo concerto della INorchestra, che eseguirà la sinfonia n.9 “Dal Nuovo Mondo” di Antonín Dvořák, sarà il 9 settembre alle ore 21.00 al teatro Sociale di Brescia, seguirà il 24 settembre alla Fiera di Bergamo – Sala Caravaggio, alle ore 18.30.

I due concerti si inseriscono nel palinsesto di RAAA (Performing Arts Festival) e sono ideati da BAO (Brescia Arts Observatory), un progetto nato per creare una connessione tra associazioni e collettivi attivi nella promozione culturale nella città e nella provincia di Brescia. BAO è uno dei 92 progetti sostenuti con 3,5 milioni di euro dal bando: “CAPITALE DELLA CULTURA 2023 Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio”.

INorchestra nasce da un’idea dell’associazione culturale Aps Lampedée e rappresenta l’unione delle orchestre di musicoterapia orchestrale Euphonia di Brescia e La Nota in Più di Bergamo, insieme per la prima volta nell’anno di Brescia e Bergamo capitale italiana della cultura.

Fabrizio Saiu è il con-direttore artistico di BAO, ma anche uno dei musicoterapeuti e percussionisti dell’orchestra: «I musicisti e le musiciste di INorchestra rientrano in alcuni spettri di disabilità psico-mentale, autismo, sindrome di down, disturbi dell’attenzione, anche molto diversi fra di loro. La preparazione di INorchestra è partita dal mese di Gennaio 2023.

Abbiamo scelto di suonare la sinfonia “Dal Nuovo Mondo” perché l’unione delle due città è di fatto il tentativo di creare un nuovo mondo che ancora non c’è. Questa Capitale è ancora da farsi a partire dalle differenze intese come singolarità più che come minoranza. Nell’orchestra coesistono, come in una comunità, differenze di età, tra i corpi e e le loro possibilità motorie, differenti livelli di comunicazione e comprensione.

Le differenze sono anche sul piano del linguaggio naturalmente, o dei linguaggi. Abbiamo deciso di inserire nell’opera di Dvořák degli interventi elettronici, ideati ed eseguiti live dal musicista elettronico bresciano Maurizio Rinaldi, con l’intento di proporre una nuova sinfonia, inedita non solo per noi ma per tutti».

Arrivare a mettere insieme un’orchestra così grande è stato un percorso bellissimo ma non sempre facile: «io faccio parte di Euphonia e affianco un ragazzo autistico e un ragazzo con sindrome di down. Siamo un super trio. Un po’ indisciplinato. Il cambiamento per chi è affetto da autismo può essere talvolta difficile da affrontare e INorchestra è un grande cambiamento, per tutti noi. Siamo passati da due orchestre di 25/ 30 persone a una orchestra di quasi 60. È tutto raddoppiato e in più c’è la musica elettronica. Per i nostri e le nostre orchestrali è una esperienza nuova e alcuni di loro sono incuriositi dalla novità e dalle nuove sonorità. È un nuovo mondo. Con Daniele (uno dei due percussioni della mia sezione) non parliamo, verbalmente intendo, usiamo i suoni, i gesti del corpo: durante le prove io gli cantavo nell’orecchio la melodia principale di ogni movimento e lui piano piano cantava con me e imparava la sua parte. INorchestra utilizza le metodologie del Centro Esagramma® di Milano che non prevede l’uso del verbale in fase di prova, o comunque lo limita quanto più possibile per concentrare l’attenzione sull’espressività del gesto e il rapporto tra conduttore ed esecutori. Il mezzo è il suono.

Le prove sono andate molto bene, qualche momento di agitazione non è mancato, ma fa parte del gioco. Sarà un concerto di musicisti che hanno valorizzato al massimo le loro capacità espressive e che quando suonano sono lì mettendoci tutto il loro impegno. Bisogna vedere e sentire l’orchestra per capirlo»

Federica Poletti è una delle direttrici di INorchestra: «è la prima volta che diventiamo un gruppo così importante, quasi 60 musicisti appartenenti a due gruppi che si sono conosciuti per la prima volta alle prove d’insieme. Questa è a tutti gli effetti una grande sfida per tutti noi. È stata un’emozione fortissima percepire la massa sonora di un gruppo così numeroso; anche per noi direttori. Per i nostri musicisti speciali è molto significativo sentirsi parte di un progetto così complesso e articolato, e lo hanno affrontato con consapevolezza, serietà e professionalità. La forza di questo grande gruppo è la capacità di valorizzare il contributo di tutti, bilanciando fatiche e potenzialità di ciascuno all’interno di un contenitore musicale prestigioso. È stato un percorso che ha avuto e ha un grande impatto sulla caratterizzazione dell’identità di ciascuno dei componenti dell’orchestra, che sono e si riconoscono musicisti e musiciste a tutti gli effetti».

Aggiunge Saiu: «La sinfonia che abbiamo scelto non rientrava nel repertorio di Euphonia e La Nota in più. Si tratta di una riorchestrazione del M° Pierangelo Sequeri, fondatore insieme a Licia Sbattella del Metodo e del Centro Esagramma®. Volevamo qualcosa di nuovo per entrambi, così come è nuova l’unione di Bergamo e Brescia, due territori e due realtà culturali vicine ma anche lontane che diventano luoghi per creare un cambiamento culturale in grado di coinvolgere la comunità locale, comprese le fasce più vulnerabili come quelle con disagio psichico e mentale. È la partitura giusta per questo messaggio di costruzione. Creare un nuovo mondo dallo spirito della musica».

Un progetto che la Fondazione della Comunità Bresciana ha scelto di sostenere nel bando “CAPITALE DELLA CULTURA 2023 Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio”. Ne spiega le ragioni Mario Mistretta, Presidente della Fondazione della Comunità Bresciana: «Il progetto, che abbiamo deciso di sostenere economicamente insieme a Fondazione Cariplo e alla Comunitaria di Bergamo, ha il pregio di valorizzare la multidimensionalità della nostra comunità, che è anzitutto una comunità più ampia – bresciana e bergamasca – unita sotto il titolo di Capitale della Cultura. Ed è una comunità fortemente inclusiva, che non desidera lasciare indietro alcun individuo. Un plauso quindi ad Associazione Lampedeé ed un invito a partecipare ai concerti proposti».

Nell’anno di Brescia e Bergamo Capitale Italiana della Cultura 2023, il Landscape festival-Maestri del Paesaggio, evento di rilievo internazionale dedicato alla promozione della cultura del paesaggio, ha come tema “Grow Together-Crescere insieme” e, per la prima volta, è in programma in entrambe le città, dal 7 al 24 settembre.

Il Landscape Festival è l’evento di punta dell’area “La Città Natura”, che si fa carico del ripensamento e della riprogettazione del rapporto dei singoli, delle collettività e delle imprese con le risorse naturali, ridisegnando le relazioni tra modalità insediative, forme di consumo, sistemi di trasporto, attività produttive urbane e risorse ambientali in chiave sostenibile.

Ideato dall’associazione Arketipos, è uno dei novantadue progetti sostenuti con 3,5 milioni di euro dal bando: “CAPITALE DELLA CULTURA 2023 Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio”.

Vittorio Rodeschini, presidente di Arketipos, racconta come nasce la scelta del tema Grow Together – Crescere Insieme: «Per questa tredicesima edizione del nostro festival, che quest’anno naturalmente ha un significato speciale, perché è inserito nel palinsesto della Città Natura di Bergamo e Brescia capitali della cultura, abbiamo scelto un tema legato alle ragioni che hanno ispirato la candidatura di due città che trovano la spinta per costruire qualcosa insieme. Ma anche alla necessità di fare rete per sensibilizzare la comunità sulla tutela e valorizzazione di un patrimonio prezioso e stimolare un confronto con il mondo delle istituzioni e delle imprese che vogliono impegnarsi a favore del paesaggio.

Grazie anche al nostro Festival, la città sta assorbendo una cultura del paesaggio e lo dimostra anche il fatto che il premio del paesaggio 2021 del Consiglio d’Europa è stato vinto proprio da un progetto che ha valorizzato la Val d’Astino. Si è creata un’onda, che ha coinvolto e contaminato anche la comunità, e non solo gli esperti del paesaggio. Perché quando si parla di paesaggio non si parla solo di natura ma di abbinamento con l’uomo. Nel problema del cambiamento climatico questa relazione è più che mai evidente e ci costringe, anche con urgenza, a riprogettare i luoghi tenendo conto di questa relazione. Nel nostro festival vogliamo promuovere buone pratiche, mostrare progetti realizzati, coinvolgere la comunità e non solo gli addetti ai lavori, perché quelle legate al paesaggio sono competenze che il mercato chiederà sempre di più. Il sostegno dei partner, come le Fondazioni, sono essenziali anche perché la nostra aspirazione non è quella di creare unicamente un bell’evento, ma fare in modo che Bergamo diventi un laboratorio e un esempio di una visione diversa per investire pensieri e risorse».

Con l’obiettivo di scoprire riferimenti contemporanei, grazie alle esperienze virtuose nel mondo, per valorizzare la capacità di gestire saggiamente la transazione ecologica, riflettere tra pubblico e privato sul paesaggio del futuro, da progettare e coltivare per favorire una più equilibrata relazione tra Uomo e Natura, il Landscape Festival 2023 porterà la cultura del paesaggio nelle due capitali, con una Green Square di Bergamo curata dallo studio di Berlino Topotek 1 e con quella di Brescia firmata della paesaggista Silvia Ghirelli, oltre ad un ricco palinsesto di talk, eventi formativi, workshop e mostre.

I progetti del Landscape Festival 2023

La versione 2023 della Green Square, la Piazza Vecchia in Città Alta a Bergamo, è curata da Martin Rein-Cano. In linea con il tema del Festival l’installazione “Grow together, Grow green / 10 k+” sarà un'azione collettiva che si svilupperà su tre livelli: decostruzione, attivazione, crescita nel verde e si tradurrà in una struttura modulare di forma piramidale. Sarà realizzata con impalcature riutilizzabili sulle quali trovano posto piantine di specie forestali tipiche della regione lombarda, che verranno distribuite durante l'evento. Il sottotitolo “10k+” si riferisce al numero delle alberature – oltre 10.000 – che, grazie al supporto di ERSAF – Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste -, verranno distribuite durante il Festival. Il pubblico sarà invitato a partecipare attivamente, adottando una delle piante che ricopriranno la struttura e che, nell’arco delle due settimane, scompariranno gradualmente man mano che i visitatori, registrandosi via QR-code e webpage, le acquisiranno per piantarle nel proprio giardino o in un luogo in città assegnato dal Comune. Man mano che la piramide si svuoterà dalle piantine, questa potrà essere utilizzata come seduta e permetterà di godere di alcune attività culturali. Topotek 1 e il Landscape Festival condivideranno dunque con il pubblico un patto (di custodia) basato sui principi della fiducia reciproca, della responsabilità e della sostenibilità.

Concepito come un atto partecipativo che coinvolge singoli cittadini o anche istituzioni, il progetto può Idealmente essere riadattato e riproposto in più luoghi, facendo sì che un evento temporaneo divenga l’occasione per promuovere l’aumento delle alberature in contesti urbani e contribuire così al miglioramento climatico.

A Brescia sarà la paesaggista Silvia Ghirelli l’autrice delle installazioni green del Festival: una serie di allestimenti verdi e artistici diffusi che toccheranno alcuni luoghi del centro storico, collegati tra loro come un labirinto: dalla corte interna del MO.CA – Centro per le nuove Culture alla piazza della Chiesa di Sant’Alessandro passando per altri punti centrali della città, come Corso Cavour e Piazza Bruno Boni. Quest’ultima sarà il cuore della manifestazione, dove i visitatori potranno godere di un “giardino labirinto polisensoriale” con accompagnamento di musica creata per l’evento, esibizioni dal vivo e aperitivi. Al centro, verrà posizionato un grande tavolo da cui emergeranno cipressi a formare una barriera che, via via diradandosi, permetterà ai partecipanti di guardarsi, conoscersi e socializzare.

Silvia Ghirelli spiega il significato di questa barriera che è anche un simbolo del tema di questa edizione: «Quando una persona si siede davanti al cipresso non vede l’interlocutore seduto dall’altra parte. Nel tema “Crescere insieme” io avverto la necessità di portare la natura in città ma soprattutto l’uomo all’uomo, perché la mia sensazione è che ci stiamo perdendo di vista.

L’idea del labirinto invece racchiude una serie di concetti: è un omaggio alla Valcamonica, che è una terra di labirinti, perché qui c’è il più alto numero di incisioni rupestri sul tema del labirinto ma anche la consapevolezza che è bello perdersi ma poi ritrovarsi. La mia provocazione, se possiamo chiamarla così, è portare i visitatori ad avere rispetto della natura ma anche delle persone, a cercare lo sguardo degli altri e anche avere piccoli momenti riflessione in un tessuto cittadino dove il passo è veloce.

Nel labirinto saranno presenti una serie di casseri che contengono semi che le persone possono portare via, ma che potrebbero anche germinare lì. Molti episodi e situazioni saranno animati dai visitatori, per esempio ogni aiuola avrà un suono e saranno proprio le persone camminando a far scaturire questi suoni.

Brescia non ha un unico contenitore come Bergamo, una grande piazza, così ho voluto creare un percorso anche alla scoperta di realtà meno appariscenti e piccoli episodi per collegarli. Sono felice e onorata di aver avuto questo incarico, la cosa buffa è che, quando è nato il Landscape Festival, tredici anni fa, sono stata la prima a iscriversi nel mondo. E l’ho scoperto nel momento in cui ho ritirato il badge perché sentivo gli organizzatori dire: “C’è Silvia Ghirelli!” e pensavo “ma come fanno a sapere il mio nome?”. Lo sapevano perché ero stata la prima. Questo succedeva tredici anni fa, adesso al festival si danno appuntamento tutti i paesaggisti del mondo e Bergamo, nel frattempo, è cresciuta moltissimo in termini di rispetto e bellezza. Spero che questo accadrà a Brescia perché è una grandissima opportunità, spero quindi nell’effetto del seme..»

La spinta per la costruzione di una relazione più sostenibile tra singoli, collettività e imprese con le risorse naturali e ambientali è al centro delle ragioni che hanno spinto la Fondazione della Comunità Bergamasca a sostenere il progetto, come spiega il presidente Osvaldo Ranica: «Crediamo che un nuovo rapporto tra l’uomo e l’ambiente non possa che essere costruito con il contributo dall’intera comunità in cui è inserito. Lo sforzo corale per la sostenibilità, di cui è parte integrante ‘Landscape Festival – I Maestri del Paesaggio’, quest’anno esce dai confini bergamaschi e coinvolge per la prima volta anche la provincia bresciana: è il segnale forte della volontà dei due territori di “Crescere Insieme”, come recita il tema di quest’anno del festival, anche in questo impegno. Il sostegno che la nostra Fondazione ha voluto dare all’appuntamento attraverso il bando speciale dedicato a Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 vuole rafforzare la spinta verso una maggiore tutela del paesaggio e per la costruzione di una più sostenibile relazione tra singoli, collettività e imprese con le risorse naturali e ambientali, una sfida che riguarda in modo sempre più urgente tutto il nostro territorio».

Oltre alle installazioni green presenti nelle capitali italiane della cultura, saranno diverse le iniziative e gli eventi che caratterizzeranno questa speciale edizione del Festival.

Il programma completo a questo link.

Photo credit: Renderingingresso_Bergamo_PiazzaMascheroni – CREDTIS Massimo Semola & Elisabetta Fermani per Gardenia

«Siamo convinti che le canzoni di De André rappresentino anticorpi contro la prevaricazione e le disuguaglianze: riproporle da punti di vista diversi, coinvolgendo attivamente il territorio, significa offrire un contributo per la crescita di una sensibilità comune e per valorizzare il ruolo della cultura come cura per le fratture del tessuto sociale che si sono ampliate a causa dell’emergenza pandemica e della crisi economica».

Nato a Brescia nel 2019, il Festival De André – promosso da Cieli Vibranti con la direzione artistica di Alessandro Adami, è una rassegna culturale diffusa che intende valorizzare l’eredità musicale e poetica di Fabrizio De André non solo con concerti ma anche attraverso incontri, conferenze, mostre e spettacoli.

In occasione di Bergamo e Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, la quarta edizione del Festival de André, grazie al sostegno di Fondazione Cariplo, delle Fondazioni di Comunità Brescia e Bergamo e del Comune di Brescia, presenta un programma speciale con ospiti di rilievo nazionale e una proposta culturale innovativa, in collaborazione con istituzioni, realtà culturali e associazioni del territorio che si occupano di persone con fragilità.

Il programma completo è consultabile: www.festivaldeandre.it

L’edizione 2023 sarà dedicata all’album «Non al denaro non all’amore né al cielo», pubblicato nel 1971, ispirato dalle poesie dell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Gli spunti suggeriti dalle nove canzoni dell’album saranno al centro di incontri, concerti, performance teatrali, presentazioni di libri, produzioni originali con ospiti e artisti, laboratori per le scuole e nelle carceri.

Tra le tante iniziative, è prevista una performance pubblica dell’Antologia che coinvolgerà attivamente la cittadinanza con oltre cento partecipanti, uno spettacolo all’alba al Cimitero Vantiniano dedicato alle vittime del Covid, che proprio i territori bergamasco e bresciano ha colpito con particolare violenza.

Agli approfondimenti culturali sui temi della diversità, della giustizia, della spiritualità, della scienza e della tecnica, parteciperanno, tra gli altri, Gherardo Colombo, ex-magistrato, Rossella Miccio, presidente di Emergency, Alba Bonetti, presidente di Amnesty International Italia.

Alessandro Adami, cantante e tastierista, è il direttore artistico del Festival: «L’idea del Festival nasce da una mia passione, da sempre canto le canzoni di De André e collaboro con i musicisti che hanno gravitato intorno a lui. Ma soprattutto dalla volontà di riflettere sul suo lavoro da un punto di vista non solo musicale e letterario ma anche sociale, a partire dall’attenzione per gli ultimi, per i diversi, per gli stranieri che ha sempre fatto parte della storia di De André e che è lo spunto per costruire percorsi di integrazione e inclusività. Da sempre l’intento è stato quello di legame con le periferie e i luoghi che normalmente sono meno raggiunti dalla cultura, a maggior ragione nell’edizione di quest’anno che si inserisce nella tematica “La cultura come cura” di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023. Grazie al sostegno del bando “CAPITALE DELLA CULTURA 2023 Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio abbiamo attivato progetti con scuole del territorio, con il carcere e con realtà che si occupano di fragilità. I bambini delle scuole elementari a settembre costruiranno un libro in omaggio alla canzone “Volta la Carta” che è inserita nell’album Non al denaro non all’amore né al cielo. La Cooperativa La Mongolfiera, parteciperà con un gruppo di persone con disabilità alla performance collettiva che abbiamo chiamato “La Collina”. Nelle tre serate al cinema Eden, ognuno dei relatori interpreterà una delle figure dell’album. Gherardo Colombo per esempio sarà “Il Giudice”, la presidente di Amnesty International Italia Alba Bonetti parlerà de “Il blasfemo”, Rossella Miccio, presidente di Emergency de “Il Medico”. Le canzoni sono l’ispirazione per introdurre il loro sguardo personale, il racconto della loro vita, ma anche per parlare di attualità».

Ad Alba Bonetti, presidente di Amnesty International Italia, è affidata la canzone del Blasfemo: «Il blasfemo è colui che pronuncia parole proibite e per questo viene punito anche in maniera estrema dal potere, statale o religioso. Il mio intervento sarà orientato ad attualizzare la figura del blasfemo: i blasfemi di oggi sono coloro che si rendono sgraditi ai governi non democratici e purtroppo la nostra è un’epoca in cui l’intolleranza per il dissenso è pericolosamente in aumento. Ci sono l’Egitto, l’Iran, ma in America Latina non esistono detenuti politici, perché vengono uccisi. Gli attivisti ambientali rischiano di essere assassinati ogni giorno, come Berta Isabel Cáceres Flores. In Messico dall’inizio del secolo sono morti più di 200 giornalisti.

Nel 2022 Amnesty International ha lanciato la campagna “Io proteggo la protesta”. È la prima campagna di questo tipo che lanciamo ma siamo molto preoccupati dal livello di compressione degli spazi di libertà di parola. Non avevamo mai pensato nella nostra storia di dover proteggere chi protesta, ma chi protesta è a rischio: della vita, della detenzione, ma anche la macchina del fango è un’arma per mettere fuori gioco i blasfemi, attraverso la denigrazione e la sottrazione di credibilità. Ho la presunzione di pensare che a Fabrizio De Andrè questa declinazione della sua canzone del Blasfemo non sarebbe dispiaciuta perché lui cantava la disperazione e l’ingiustizia sociale e spero che anche le nuove generazioni che non lo hanno conosciuto possano ritrovarsi in questa interpretazione».

Sulla collina del castello, sabato 16 settembre, più di cento cittadini parteciperanno alla performance collettiva “La Collina”. Beatrice Faedi è la coordinatrice del progetto: «La Collina nasce da una call pubblica rivolta a tutta la comunità per invitarla a partecipare all’evento di lettura delle poesie dell’antologia di Spoon River. Ci hanno risposto moltissime persone e a ognuna di loro è stata assegnata una poesia durante gli incontri e il workshop che abbiamo organizzato per provare la performance. La nostra Spoon River sarà all’imbrunire, sulla collina del castello. Ogni persona avrà la sua postazione e una piccola luce e sarà vestita di bianco e il pubblico ascolterà in loop ogni poesia. Poi convergeremo insieme sul piazzale per il concerto finale. In questo gruppo ci saranno persone di tutte le età, dai ragazzi agli anziani, gli studenti del collegio universitario di Brescia e anche persone con disabilità insieme ai loro educatori. Abbiamo cercato di esaudire i desideri di tutti, assegnando ad ognuno il personaggio che desideravano interpretare. La cosa bella dell’Antologia di Spoon River è che offre a ognuno la possibilità di esprimere la propria individualità, è un grande villaggio: ci sono testi sognanti, liberi, arrabbiati. Avevamo già in mente questo progetto nel 2020 ma poi è arrivato il Covid, questa adesione così massiccia è figlia del desiderio delle persone di ritrovarsi».

Il Festival De André è uno dei 92 progetti sostenuti con 3,5 milioni di euro dal bando: “CAPITALE DELLA CULTURA 2023 Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio”.

Il 5 settembre 2023, la Fondazione Culturale Europea ed i suoi partner Fondazione Cariplo e Scottish Library & Information Council lanciano la Europe Challenge 2024: Biblioteche, Comunità e Democrazia. Questa nuova edizione del programma riguarda le diverse sfide che l'Europa si trova ad affrontare, come l'isolamento sociale, la disuguaglianza, la disinformazione e la crisi climatica, attraverso il cambiamento locale guidato dalle comunità.

Il programma consente alle biblioteche e alle loro comunità di sviluppare e implementare soluzioni creative alle sfide locali insieme ai membri della loro comunità, tramite:

  • una serie di workshop e sessioni di mentoring online e di persona
  • finanziamenti fino a 10.000 euro (facoltativi)
  • ulteriori opportunità di scambi peer-to-peer, di networking e di viaggio

A partire da gennaio 2024 e fino a settembre 2024, questa rappresenta un'opportunità per le biblioteche e le loro comunità di lavorare su idee e soluzioni creative che valorizzino la partecipazione democratica ed il benessere sociale e ambientale.
La data di scadenza per la presentazione delle proposte è il 16 ottobre 2023, alle 9:00 CEST. I dettagli sul bando aperto sono disponibili sul sito web.

 

“Far parte di un progetto europeo con biblioteche e comunità con opinioni affini ci dà speranza per il futuro delle biblioteche in Europa", come detto da un partecipante di una precedente edizione.

 

La Europe Challenge è promossa dalla Fondazione Culturale Europea e sostenuta da Fondazione Cariplo e da Scottish Library and Information Council. I partner del programma sono Changency, OBA e Public Libraries 2030.

 

Informazioni sulla Europe Challenge

La Europe Challenge è un programma annuale che prende il via con un bando aperto e riunisce gruppi di biblioteche e comunità di tutta Europa. Ogni gruppo di biblioteche e comunità si concentra su un problema locale, che spesso coincide con un problema comune anche a molti altri gruppi in Europa.
 

Sette biblioteche, dalla Lettonia alla Spagna, hanno partecipato al programma pilota da maggio 2021 a maggio 2022, lavorando su una serie di soluzioni innovative, spaziando dall'installazione di alveari urbani nelle biblioteche come strumento didattico pratico per la promozione della biodiversità, fino al ricorso alla realtà virtuale come strumento per affrontare l'esclusione digitale. L'edizione del 2022, lanciata nel mese di maggio 2022, ha raggruppato 32 biblioteche e comunità di 14 Paesi e 29 località diverse (dalle Ebridi Esterne della Scozia a una delle isole più orientali della Grecia) che, oltre alle biblioteche pubbliche, comprendevano anche biblioteche scolastiche, carcerarie, universitarie, di volontariato e biblioteche dedicate a problemi speciali.

Queste 39 iniziative sono illustrate nella pubblicazione Sense of Belonging (Senso di Appartenenza), che mette in luce le iniziative promosse dalla Europe Challenge tra il 2021 e il 2023, e racconta la storia del perché e del come sia stato concepito il programma.

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