Il 25 agosto inaugura Destinazione Museo, l’evento centrale di Le Vie del Sacro, il progetto promosso dalla Diocesi di Bergamo e ideato e realizzato dalla Fondazione Barnareggi – in occasione di Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura 2023 – per valorizzare il vasto patrimonio storico artistico custodito nelle chiese, nei monasteri e nei musei ecclesiastici della città e del suo territorio, ma anche per lasciare un’eredità concreta alle giovani generazioni, sostenendo il loro ingresso nel mondo del lavoro culturale.

Destinazione Museo è la mostra proposta dal Museo Adriano Bernareggi per scoprire i capolavori della collezione della Diocesi durante il periodo di realizzazione dei nuovi spazi espositivi del Museo Bernareggi presso l'Aula Picta, l'antichissima domus del Vescovo in Piazza Duomo.

La mostra si sviluppa su tre siti espositivi che offrono un viaggio attraverso duemila anni di storia: il Museo della Cattedrale, che ospiterà importanti opere prerinascimentali con “Verso il Rinascimento”; Palazzo Bassi-Rathgeb in Borgo Pignolo, con “Lorenzo Lotto, un originale e due copie” , in cui per la prima volta due copie cinquecentesche tratte da originali di Lorenzo Lotto vengono esposte in città; L'Oratorio di San Lupo con l’allestimento “Artisti, amici, superstar” che raccoglie opere di artisti contemporanei che hanno lavorato a San Lupo.

Destinazione Museo è anche una delle tappe più importanti di Le Vie del Sacro, uno dei 92 progetti sostenuti con 3,5 milioni di euro dal bando: “CAPITALE DELLA CULTURA 2023 Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio”.

Un progetto nato per rendere fruibile il vastissimo patrimonio della Diocesi di Bergamo, in cui si contano più di 1300 edifici di culto che custodiscono 300 mila beni culturali, ma anche dalla volontà di dare risposte concrete all’impatto della pandemia che ha esacerbato le difficoltà, la fragilità e le marginalità strutturali dell'ecosistema culturale e creativo. E ha particolarmente influito sull’occupabilità dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro nel settore culturale. Le Vie del Sacro ha quindi l’obiettivo di favorire e sostenere l’ingresso nel mondo del lavoro culturale di giovani risorse, dotandole di competenze specifiche nell’ambito della progettazione culturale. La partecipazione al progetto costituisce per i giovani anche un’effettiva esperienza di lavoro retribuita.

L’ideazione e l’attuazione delle iniziative Le Vie del Sacro, che in quattro mesi di attività ha già realizzato più di 200 iniziative su tutto il territorio bergamasco: visite, laboratori per bambini e famiglie, talk con gli artisti, performance teatrali, camminate e percorsi in bicicletta tra arte e natura, ma anche 9 guide cartacee dedicate ai bambini, 6 video narrazioni e 1 mappa dedicata ai tesori nascosti della città, è infatti affidata a un team di giovani 20/30enni, che nel maggio 2022 hanno risposto ad una call lanciata dalla Chiesa di Bergamo per selezionare – “esploratori di Bellezza – viandanti, curiosi e sognatori”, disponibili a frequentare un percorso formativo, dedicato – oltre che ai temi connessi alla storia dell’arte e alla teologia – anche a quelli inerenti alla mediazione e la progettazione culturale in relazione all’arte religiosa. Alla call, hanno risposto 63 giovani dai 19 ai 30 anni. I giovani che hanno avuto accesso al percorso formativo sono stati 43, di cui 17 provenienti dalla città e 30 dalla provincia. La maggioranza di loro sta frequentando o ha appena terminato l’Università, la Scuola di Restauro o l’Accademia di Belle Arti.

Giovani Berera, del dipartimento educativo della Fondazione Barnareggi, è il coordinatore di Le Vie del Sacro: «La nostra aspirazione non è quella di formare delle semplici guide. Questo progetto è un’occasione in cui i giovani si stanno realmente mettendo alla prova nel mestiere di storico dell’arte, sono loro stessi i promotori delle proposte culturali. Dopo il periodo di formazione, hanno potuto sperimentare le conoscenze e le competenze che avevano acquisito. Nella prima fase ci siamo concentrati sugli itinerari, i percorsi, le visite tematiche sul territorio. A partire da maggio i giovani sono stati coinvolti nella fase di ricerca, redazione dei testi e nell’allestimento di Destinazione Museo. Il loro sguardo originale è emerso soprattutto nella sezione della mostra dedicata all’arte contemporanea, in cui sono coinvolti gli artisti bergamaschi e lombardi che negli anni hanno esposto in San Lupo. I ragazzi li hanno incontrati e intervistati, hanno potuto stabilire una relazione. Però hanno dato un grande contributo anche per la realizzazione delle mostre di Destinazione Museo dedicate all’arte antica perché comunque i giovani sono portatori di una prospettiva diversa, meno scontata, noi che lavoriamo quotidianamente nell’arte ovviamente siamo competenti, però il rischio, che è insito in ogni professione, è quello di “andare in automatico”. I ragazzi ci hanno posto sempre di fronte alle ragioni di una scelta.

E per esempio, l’allestimento della Trinità di Lotto, che sarà molto emozionale, è frutto di un lungo dialogo tra noi e loro. Il pungolo a osare è venuto proprio dai ragazzi e noi li abbiamo ascoltati, anche perché sono loro il tramite con i loro coetanei e ci offrono l’opportunità di intercettare un pubblico più giovane e di immaginare altri modi per proporre un’offerta culturale. Abbiamo già fatto una serie di esperimenti, come il format “Talk About Art” in cui ragazzi dialogano con artisti contemporanei e poi accompagnano i visitatori alla visita allo studio dell’artista. Abbiamo realizzato una edizione pilota alla chiesa di Cavernago in cui i ragazzi hanno dialogato con Paolo Belloni, l’architetto che l’ha progettata e con Don Giuliano Zanchi, il direttore scientifico della Fondazione Barnareggi e adesso stiamo preparando il calendario dei talk.

Fin dalla formazione i ragazzi hanno lavorato in microéquipe insieme a noi e, con un po’ di fatica inizialmente, li abbiamo abituati al dialogo tra professionisti, con un approccio diverso dal quello prestazionale perché non volevamo condividere solo nozioni. Dovevamo costruire un calendario di eventi ma soprattutto fare un lavoro di progettazione culturale. Quindi non immaginare tanti “bei percorsi” ma elaborare un approccio diverso da quello classico della visita guidata: fare in modo che gli accompagnatori sulle Vie del Sacro non siano solo “guide” ma compagni di strada che si mettono in relazione con le persone che decidono di partecipare».

Chiara Bolis, 23 anni, si è appena laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Statale di Milano, ed è una dei 43 ragazzi e ragazze che hanno risposto alla call per selezionare “esploratori di Bellezza – viandanti, curiosi e sognatori”: «Vedevo tanti miei coetanei che studiavano ma riuscivano anche ad avere lavori saltuari e volevo provarci anche io. Per Bergamo è un anno particolare e mi auguravo che ci fossero più occasioni di lavoro ma sinceramente non speravo di trovare un’occupazione così attinente alla mia formazione. Poi il mio professore delle superiori di Storia dell’Arte mi ha segnalato la call delle Le Vie del Sacro e ho mandato il mio curriculum e, dopo il colloquio, ho iniziato la formazione. Si è creato subito un gruppo molto bello tra i ragazzi e i coordinatori, tutte persone interessate all’arte e con voglia di mettersi in gioco. Ê la prima volta che sento davvero che noi giovani abbiamo voce in capitolo, abbiamo trovato persone che ci hanno guidato e abbiamo imparato tanto, ma siamo anche stati ascoltati, siamo riusciti sempre a dire la nostra e a essere protagonisti nello stesso modo, e sullo stesso piano, dei professionisti. Ma anche l’esperienza con il pubblico finora è stata di grande condivisione, più volte alla fine di una visita mi sono sentita dire: “Non mi è mai capitato di vedere un’opera e non sentirmi appesantito, esco di qui arricchito e leggero”. Ed è quello che ogni interprete culturale sogna di trasmettere».

Conclude Berera: «A settembre le proposte sul territorio continuano, ma con Destinazione Museo, dopo le proposte nomadi di chiesa in chiesa, apriamo anche i presidi fissi, e i ragazzi che sono il lascito più importante del nostro progetto, accompagneranno i visitatori e si metteranno alla prova con un altro pezzo del mestiere, quello di abitare stabilmente un luogo»

Osvaldo Ranica, il Presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca spiega le ragioni che hanno spinto la Fondazione a sostenere il progetto: «C’è un filo rosso che, attraverso l’arte, raccoglie l’eredità del passato e la consegna alla cura delle nuove generazioni, e il progetto Le Vie del Sacro – che la nostra Fondazione ha sostenuto con il bando speciale dedicato a Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 –, è un’ottima occasione per renderlo visibile. La serie di appuntamenti, infatti, non punta solo alla valorizzazione del preziosissimo patrimonio storico-artistico custodito dalle numerose chiese, monasteri e musei ecclesiastici della bergamasca, ma mette in luce soprattutto la necessità di custodire e promuovere al meglio questo vero e proprio tesoro. Sono numerosi i giovani che faticano a trovare un’occupazione nel settore della Cultura, nonostante le alte competenze maturate in anni di studi. Le vie del Sacro, favorendo l’ingresso nel mondo del lavoro culturale di giovani risorse, che svolgono all’interno del progetto un’esperienza di lavoro retribuita, contribuisce a “consegnare” il patrimonio ereditato nei secoli alle giovani generazioni».

L’inaugurazione di Destinazione Museo

L’inaugurazione di Destinazione Museo si terrà venerdì 25.08.2023, alle ore 18.30 sotto il Portico di Palazzo della Ragione, alla presenza del Vescovo di Bergamo, Mons. Francesco Beschi. L’ingresso è libero. È gradita la prenotazione per partecipare agli itinerari serali: al termine dell’inaugurazione i ragazzi e le ragazze de Le Vie del Sacro accompagneranno chi lo desidera in una visita guidata nelle tre sedi espositive.

TRE SITI ESPOSITIVI: Il progetto della mostra si sviluppa su tre siti espositivi che, visitati in sequenza, offrono un affascinante viaggio attraverso duemila anni di storia, dall'arrivo del Vangelo a Bergamo fino ai giorni nostri.

Museo della Cattedrale: La prima tappa di “Destinazione Museo” è quindi rappresentata dal Museo della Cattedrale, che ospiterà importanti opere prerinascimentali con “Verso il Rinascimento”. Il racconto post-medievale dell’arte sacra a Bergamo si arricchisce così con l’esposizione di tredici pezzi tra antichi dipinti su tavola, sculture e creazioni di oreficeria.

Palazzo Bassi-Rathgeb: La seconda tappa è Palazzo Bassi-Rathgeb in Borgo Pignolo, con “Lorenzo Lotto, un originale e due copie” dedicata all’influenza che questo capolavoro ebbe sui pittori vissuti nei decenni successivi alla sua realizzazione. L’evento, organizzato con l’Università degli studi di Bergamo, propone, come in un gioco di specchi, due copie cinquecentesche tratte da originali di Lorenzo Lotto che per la prima volta vengono esposte in città.

Oratorio San Lupo: L'Oratorio di San Lupo è l'ultima tappa di questo straordinario percorso museale. Un nuovo allestimento, “Artisti, amici, superstar”, raccoglie opere di alcuni degli artisti che hanno lavorato a San Lupo, sviluppando il suggestivo racconto dell'amicizia duratura tra la Chiesa di Bergamo e gli artisti contemporanei. L’allestimento ospita solo alcuni degli artisti che sono passati dal Museo, l’obiettivo sarà poi valorizzare man mano, in un prossimo futuro, tutti coloro che fanno parte di questa preziosa collaborazione.

Sono sette i Progetti Emblematici 2022 selezionati da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia per la provincia di Lodi, iniziative di altissimo valore sociale a cui sono destinati complessivamente 8 milioni di euro, 5 milioni di euro messi a disposizione da Fondazione Cariplo, altri 3 milioni da Regione Lombardia.

Il territorio lodigiano potrà così avvalersi di sette nuovi progetti che puntano ad affrontare alcuni problemi del territorio, e a sperimentare politiche innovative in campo sociale, culturale, ambientale, scientifico ed economico.

Ogni anno Fondazione Cariplo destina a tre territori provinciali la somma € 5.000.000 per il sostegno di iniziative che hanno le caratteristiche di Interventi Emblematici. Regione Lombardia, a sua volta, attiva risorse con lo stesso fine. Fondamentale il supporto della Fondazione comunitaria, antenna dei bisogni del territorio, e della Provincia di Lodi che hanno offerto il loro contributo per la selezione dei progetti.

I progetti Emblematici selezionati per la provincia di Lodi

  1. Associazionee CALAM Centro Artistico Lodigiano Acconciatori Misti ed Estetica di Lodi: progetto "TI Lab" (Talent Innovation Lab). Competenze e formazione per il futuro, dedicato alla valorizzazione della Formazione Professionale nel lodigiano: contributo 1.910.283 euro.
  2. Amicizia Società Cooperativa Sociale di Codogno per il progetto "Il giardino delle rose", che intende ricostruire alcuni immobili al fine di realizzare un’unica soluzione residenziale stabile a favore di 12 persone con disabilità gravi frequentanti i servizi della Cooperativa: contributo 908.269 euro.
  3. Provincia di Lodi per il progetto CERS nel lodigiano che intende dare vita a 3 Comunità Energetiche Rinnovabili Solidali” (CERS), che porranno particolare attenzione alle ricadute sociali dell’iniziativa: contributo 948.269 euro.
  4. Parco dell’Adda Sud per il progetto CICLADDA ‐ Mobilità dolce e valorizzazione turistica dell'Adda Lodigiano, localizzato nel territorio del medio corso dell’Adda lodigiano per favorirne l’attrattività attraverso la realizzazione di un itinerario che connetta i luoghi di interesse attraverso forme di mobilità sostenibile (ciclovie): contributo 908.269 euro.
  5. Comune di Codogno per il progetto Codogno open factory con focus su uno dei monumenti più significativi della città di Codogno, ossia l’edificio storico denominato “Ex Ospedale Soave” su cui si prevede un intervento di restauro e riqualificazione funzionale per permettere il riuso del bene: contributo 908.369 euro.
  6. Comune di Casalpusterlengo per il progetto “Tra castelli, torri e corte lombarde” per realizzare interventi di rifunzionalizzazione e valorizzazione di alcuni edifici storico-monumentali, prevedendo una più innovativa programmazione nella quale l’intervento di rigenerazione urbana implica – oltre alla riqualificazione degli immobili: contributo 908.269 euro.
  7. Comune di Lodi per il progetto "Greenway" che nasce con l’obiettivo di promuovere nuove forme di fruizione e promozione delle aree verdi della città di Lodi e la valorizzazione della viabilità ciclopedonale in città e si inserisce in un più ampio itinerario di pregio ambientale, storico e culturale che attraversa gran parte del territorio cittadino: contributo oltre 1.508.267 milioni di euro.

Giovanni Azzone, Presidente Fondazione Cariplo: “In questi progetti emblematici c’è attenzione alle persone e ai luoghi: c’è riguardo nei confronti del lavoro dei nostri giovani, c’è considerazione verso i luoghi da rigenerare, per dar loro nuova vita; c’è attenzione verso i fragili, e all’ambiente. Si tratta di iniziative che realizzano in concreto il concetto di sostenibilità, che significa avere cura verso chi verrà dopo di noi, non utilizzando le risorse che oggi sono a nostra disposizione e lasciare i problemi a chi verrà nel futuro, ma offrendo alle prossime generazioni le stesse opportunità che abbiamo avuto noi. Perciò, tra le altre cose, con questi progetti si recuperano luoghi, si promuove la mobilità dolce e meno inquinante, e si punta sulla cultura come fattore unificante per la comunità e tra generazioni. Consentitemi di ringraziare la Regione Lombardia che co-finanzia i progetti; chi mi ha preceduto nella governance della Fondazione, noi oggi raccogliamo il frutto del loro importante lavoro; e infine un grazie particolare a chi ha promosso e realizzerà questi interventi: senza di loro i progetti resterebbero solo sulla carta”.

Attilio Fontana, Presidente Regione Lombardia: "Gli interventi riguardano trasversalmente l'intero territorio lodigiano, in un'ottica multidisciplinare che consente di affermare l'attenzione di Regione Lombardia ai luoghi e alle persone che li abitano. Potenziamento delle politiche attive del lavoro, contrasto al disagio giovanile, tutela dell'ambiente, energia pulita, rilancio della cultura e del turismo sono le direttrici da cui muove l'azione congiunta con Fondazione Cariplo che consente di pianificare politiche che guardano al futuro e che siano realmente sostenibili. Con questo modello di partnership pubblico-privato ribadiamo l'importanza di mettere la persona al centro".

Pierluigi Carabelli, membro della Commissione Centrale di Beneficenza per il territorio di Lodi “Fondazione Cariplo insieme a Regione Lombardia conferma una grande sensibilità al territorio del lodigiano sostenendo progetti che assumono una rilevanza trasversale che va dalla cultura al sociale passando per la sostenibilità dell’ambiente. L’attività filantropica della nostra Fondazione, infatti, ha sempre cercato di rispondere in modo puntuale e concreto ai bisogni dei territori, ascoltando le emergenze e le nuove problematiche”.

Mauro Parazzi, Presidente Fondazione Comunitaria di Lodi: “I progetti selezionati bene evidenziano nel loro insieme un’idea chiara di futuro del territorio e l’impegno della nostra comunità nel percorrere la strada di uno sviluppo attento ai fragili, all’ambiente, alla cultura, all’arte e – di fondamentale interesse strategico anche per il mondo delle imprese – alla formazione professionale”.

Fabrizio Santantonio, Presidente Provincia di Lodi: “Gli Emblematici rappresentano per il territorio un’importante opportunità per sviluppare una progettualità strategica su interventi capaci di incidere in profondità nei cambiamenti che la realtà locale è chiamata ad affrontare, a vari livelli. Sotto questo profilo, enti locali e realtà sociali hanno saputo cogliere il significato e le potenzialità di questo strumento, presentando proposte caratterizzate dalla conoscenza dei bisogni delle nostre comunità e da una chiara lettura degli ambiti sui quali concentrare energie e risorse, grazie anche al supporto di un lavoro di istruttoria coordinato dalla Fondazione Cariplo che ha permesso di orientare efficacemente gli obiettivi da individuare e le modalità con cui perseguirli. Il frutto di tutto ciò è un quadro di programmazione che contiene spunti di grande interesse e pone il Lodigiano di fronte a sfide stimolanti. Anche le proposte che non hanno potuto trovare accoglimento perché eccedenti le disponibilità del Fondo rappresentano in ogni caso un contributo da valorizzare, poiché in grado di apportare un valore alla crescita del territorio, attraverso la ricerca di ulteriori strumenti di possibile sostegno”.

credits Ph.Pasqualino Borella

Gli effetti sociali ed economici della pandemia non hanno colpito tutti nello stesso modo: chi si trova a vivere una situazione di fragilità sperimenta una sempre maggiore difficoltà, specialmente quando vengono toccate questioni essenziali come quella della casa e dell’autonomia.
Per affrontare questa emergenza Fondazione Cariplo ha promosso 6 nuovi progetti sul territorio lombardo, di cui uno a Varese, uno a Lecco, uno a Milano, uno a Verbania,  uno  a Gandino (Bergamo),  uno  ad  Albiate (Monza) per  un  importo complessivo di oltre 1,8 milioni di euro.
La dimensione abitativa rappresenta uno spazio cruciale sia per recuperare, mettere alla prova, mantenere la capacità di vita autonoma di chi è fragile, sia per affrontare fasi transitorie di difficoltà, e – se declinata in modo mirato – può migliorare in modo determinante la condizione di benessere delle persone. Negli ultimi anni il disagio abitativo si è acuito in generale, estendendosi a fasce sempre più ampie di popolazione a causa dell’evoluzione di alcune dinamiche sociali ed economiche (carriere lavorative discontinue, percorsi migratori, indebolimento delle reti primarie, crescita del costo degli immobili e degli  affitti…) che l’emergenza pandemica ha contribuito ad aggravare maggiormente.
I sei progetti sostenuti permetteranno l’avvio di nuovi interventi di abitare sociale, rivolti in modo mirato alle categorie sociali  più  bisognose e mobiliteranno risorse locali altrimenti non disponibili. Si rivolgono alle categorie sociali più bisognose aumentando l’offerta di alloggi sociali e attivando percorsi di accompagnamento e di sostegno all’autonomia delle persone accolte. Inoltre, le iniziative permetteranno la realizzazione di interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica di  immobili con una conseguente riduzione dei consumi di energia e un minor impatto ambientale. L’housing sociale rimane anche per il 2023 uno dei temi chiave di Fondazione Cariplo che, orienterà la sua attività filantropica al contrasto alle nuove povertà, al welfare delle persone in difficoltà, all’abitare sociale e all’occupabilità e il lavoro (per giovani, persone con disabilità, NEET…) con un impegno complessivo di 15,3 milioni di euro. Particolare attenzione ai giovani e al loro benessere psicologico, messo a dura prova in questi anni.
Dal 2000 ad oggi sono stati sostenuti 365 progetti di “Housing sociale”, deliberando contributi per oltre 69 milioni di euro. La stima è di aver creato oltre 6.000 posti letto per soggetti con fragilità.

Lo scorso martedì 25 luglio, il CdA della Fondazione ha deliberato contributi complessivi per 2,8 milioni di euro a favore di 21 progetti candidati sull’edizione 2022 del bando “SOS patrimonio”. Gli enti beneficiari – enti ecclesiastico-religiosi, enti pubblici ed enti privati non profit – avvieranno interventi di conservazione e buona gestione del patrimonio storico-architettonico di pregio, anche attraverso la promozione del metodo della conservazione programmata, tema che Fondazione Cariplo sostiene da oltre un decennio con una linea di bandi dedicata.

 

Per rinnovare il proprio sostegno al patrimonio storico-architettonico di pregio, Fondazione pubblica la terza edizione del bando “SOS patrimonio”, in scadenza il 30 novembre 2023.

Con un budget complessivo di 1.180.000 di euro, la Fondazione intende sostenere interventi di recupero urgenti e prioritari su beni di interesse storico-architettonico, al fine di favorire processi di conservazione e buona gestione del patrimonio culturale. Attraverso tali interventi, la Fondazione intende garantire condizioni di apertura, sicurezza e fruibilità degli edifici al fine di avvicinare le comunità alla conoscenza della nostra eredità culturale.

 

I progetti dovranno essere riferiti prioritariamente ad uno o più dei seguenti ambiti coperture, strutture, superfici e apparati decorativi architettonici, nonché prevedere la predisposizione di un piano di conservazione preventiva e programmata dei beni oggetto d’intervento. Fondamentale sarà inoltre la presenza di un programma di indagini diagnostiche, al fine di determinare le priorità d’intervento per la risoluzione delle urgenze individuate e definire azioni di coinvolgimento e sensibilizzazione delle comunità.

 

Anna ha 14 anni, frequenta l’ultimo anno delle medie: è molto brava a scuola, è curiosa e ama leggere. Ha qualche amica, ma non troppe: non le piace tanto stare in gruppi numerosi, preferisce poche relazioni più profonde. Con il passare del tempo, però, Anna si chiude sempre di più: le uscite con le amiche diventano più rare, stare dietro al ritmo della scuola e ai suoi risultati abituali, in media molto alti, diventa sempre più difficile; anche uscire di casa diventa una sfida, e a volte è quasi insopportabile. A un certo punto Anna comincia a soffrire di attacchi d’ansia e della cosiddetta “fobia scolare”, un disturbo che riguarda fino al 5% dei bambini e adolescenti in età scolastica, in particolare nelle fasi di passaggio da una scuola a un’altra in corrispondenza con le fasi di cambiamento evolutivo[1].

Per chi ne soffre, ansia, malessere fisico e una forte angoscia possono comparire già dalla sera prima di andare scuola, disturbare il sonno, rendere difficile uscire di casa, e ancora di più entrare e/o rimanere in classe. A questa fase può seguire un graduale allontanamento dall’intero mondo sociale, con abbandono delle relazioni di amicizia e di altri contatti[2]: nei casi più gravi le mura della stanza diventano il simbolo fisico di barriere molto più profonde con il mondo esterno, a livello sociale e affettivo.

Dalle stime più aggiornate, questa forma di disagio interessa 50.000 adolescenti in Italia e si è aggravata a partire dal lockdown. In prima linea spesso si trovano le Unità Operativa Neuropsichiatria Psicologia Infanzia Adolescenza (UONPIA), servizi territoriali dove bambini, adolescenti e famiglie possono trovare medici e psicologi per ricevere un aiuto, senza dover arrivare a recarsi in ospedale o a un ricovero.

Le UONPIA dell’Azienda Socio-Sanitaria Territoriale “Santi Paolo e Carlo”, Milano, riscontrano che circa il 20% dei ragazzi seguiti ogni anno presenta condizioni di ritiro sociale a diversi livelli di gravità, tutti con interruzione o discontinuità del percorso scolastico.

Volendo provare a dare una risposta a questa situazione è nato ReSTARS, progetto – sostenuto dal Bando Attenta-mente di Fondazione Cariplo – che promuove l’integrazione dell’intervento di neuropsichiatri e psicoterapeuti con interventi educativi, di pet-therapy e laboratori in piccoli gruppi, per accompagnare i ragazzi nel loro rientro a casa dopo un ricovero, fare insieme dei passi per uscire di casa e, perché no, riallacciare delle relazioni con altri ragazzi/e della stessa età.

Eventi stressanti, verificatisi in famiglia, a scuola o in altri contesti, possono predisporre o contribuire a scatenare questa forma di ritiro. È quello che succede ad Anna: dopo aver sofferto un dramma familiare, poco a poco si chiude in sé stessa. A un certo punto, si rifiuta di andare a scuola. È allora che sua mamma decide di accompagnarla all’UONPIA, dove può incontrare una neuropsichiatra infantile e una psicologa che cominciano a seguirla e a costruire con lei e la sua famiglia un percorso per riallacciare i contatti con il mondo esterno.

All’inizio dell’anno Anna viene segnalata per la Pet Therapy, una “terapia” che integra altri percorsi di cura già in corso attraverso la presenza di personale specializzato e di un “amico animale”, nel suo caso Willy, un simpatico cagnolino bianco e nero. La relazione con Willy diventa un canale di apertura e di comunicazione emotiva e relazionale, stimolandola a diventare protagonista nella relazione con il cucciolo.

È così che nasce l’avventura di Anna e Willy. Il primo incontro si svolge in casa: Anna non riesce a uscire, e la pet-terapista, Claudia, e il cagnolino entrano con delicatezza nel suo piccolo mondo, sempre più stretto e selettivo. L’incontro funziona: in un primo momento Anna è sorpresa, ma poi si lascia andare nella relazione con il cane: lo accarezza, ci gioca, aspetta che ritorni la settimana dopo. Quello è un giorno molto importante: infatti, proprio quella mattina Anna è tornata a scuola, per poche ore, ma è tornata.

La settimana dopo Anna aspetta Willy, e questa volta escono in un giardino vicino: lei comincia a parlare, raccontando come sono andati questi primi giorni di scuola, sempre poche ore, ma comunque un grande successo.

Gli incontri si fanno regolari, e ogni volta Anna esplora un posto nuovo, finché un giorno non telefona a Claudia: “Ciao Claudia! Mi dispiace, ma domani non posso venire, facciamo un’altra volta”. “Cos’è successo? Va tutto bene?” chiede Claudia, un po’ preoccupata. “Sì, sì, tutto bene” risponde Anna “è che domani vado in gita con la scuola!”.

E così Anna in pochi mesi, con l’aiuto dell’UONPIA, di Willy e la sua voglia di vivere, riesce a ritornare a scuola, e addirittura ad andare in gita con la sua classe! Dopo la gita parla con Claudia, e le fa un’altra richiesta: le piace molto fare gli incontri con Willy, ma le piacerebbe anche fare qualche attività con altri ragazzi della sua età. È così che nasce il primo intervento di pet-therapy di piccolo gruppo: Anna, Claudia e Willy incontrano un altro ragazzo, Simone, il suo cane, Tommy, e la sua pet-terapista, Federica. Per alcune settimane questa piccola comitiva continua a incontrarsi, esplorando il quartiere e coltivando con cura ogni nuova piccola gemma di relazione.

Alla fine della scuola Anna riesce a fare un altro passo importante: andare alla festa di fine anno. È la fine delle medie, la fine di un ciclo, e lei riesce ad esserci. Non solo, ma durante la festa conosce delle nuove amiche, con cui esce tuttora.

Adesso la scuola è finita, e Anna è riuscita a concluderla bene, a non perdere l’anno e ad essere carica e piena di speranza per l’inizio del liceo: è di nuovo la ragazza curiosa a cui piace studiare. Su proposta della sua dottoressa, ha accetto di iniziare ad andare a un Centro Diurno Giovanile, dove potrà continuare ad essere accompagnata nello studio e nel confronto con i suoi coetanei.

Il suo percorso di pet-therapy si è quindi concluso, con delle grandi vittore: Anna continuerà ad andare all’UONPIA, ma sta molto meglio, è piena di energia e ha un nuovo sogno, diventare un giorno psicologa per aiutare anche lei gli altri.

Segui i racconti dei progetti sostenuti dal bando Attenta-mente sul canale Instagram di Fondazione Cariplo


Re.Stars è l’acronimo di Rete Territoriale per gli Adolescenti in Ritiro Sociale ed è il titolo del progetto di Terre des Hommes, insieme a Comunità Nuova, Il Girasole, Zero5 Coop Soc e le UONPIA dell’ASST Santi Paolo e Carlo, finanziato da Fondazione Cariplo. Partito a febbraio 2023, l’intervento intende contrastare il disagio sociale tra gli adolescenti attraverso un approccio multidisciplinare, innovativo e complementare all’intervento sanitario pubblico.

 


Nel palinsesto di Bergamo e Brescia capitali della cultura, domenica 16 luglio è in programmaL’Isola che c’è”, un evento culturale e musicale che si svolgerà a Monte Isola.

“L’Isola che c’è” è un’idea di Terre di Mezzo, un Ponte tra Bergamo e Brescia, uno dei novantadue progetti sostenuti con 3,5 milioni di euro dal bando: “CAPITALE DELLA CULTURA 2023 Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio”.

Gli eventi in programma il 16 luglio:

  • Il Battello Letterario, editori e autori locali o che hanno scritto del territorio sorprendono i turisti presentando i loro libri durante l’arco della giornata sui battelli di linea che collegano Iseo a Montisola
  • L’esibizione dell’artista madonnara Aurora Chiarini
  • La musica con l’Ensemble Terrazzo Musicale a Peschiera Maraglio
  • L’escursione con l’autore Luigi Faggi, che presenterà il suo libro “La Roccia, le sfide, le storie” al Santuario della Madonna della Ceriola, in collaborazione con il CAI di Chiari.
  • La presentazione dei percorsi: Via Valeriana e Cammino di Carlo Magno a cura di Antonio Votino e Andrea Grava
  • Il ritrovo e la musica con tutti i musicisti di Montisola Manouche festival gipsy jazz
  • Le arpe al tramonto: angoli sonori con arpisti e arpaterapeuti da tutto il mondo, itineranti tra Peschiera Maraglio e Sensole. Il programma completo della giornata a questo link

Il progetto Terre di Mezzo (promosso da Associazione l’impronta – Microeditoria; Associazione teatrale Piccolo Parallelo; Rinascimento Culturale; Fondazione Cogeme ETS) nasce con l’ambizione di costruire un ponte ideale fra Brescia e Bergamo attraverso una serie di eventi unici, spettacoli, incontri che coinvolgono i paesi dislocati sulla linea ideale che unisce le due città. Paesi che sono attraversati dal fiume Oglio, ovvero l’elemento geografico che fa da confine fra le due province, ma che le unisce con le sue acque e i ponti che lo attraversano.

L’idea di fondo delle proposte è quella di “agire il confine” e della possibilità della cultura di essere ponte. Ponte fra le genti, fra le arti, fra molteplici forme culturali.

«Nel promuovere le attività del Comitato legato all’organizzazione della Capitale della Cultura e nel dar vita con Fondazione Cariplo e le fondazioni di comunità di Bergamo e Brescia ad uno specifico bando a sostegno di progetti per il 2023, avevamo ben presente il punto di partenza della candidatura delle città e di questi territori: il tributo che hanno pagato durante la Pandemia. Ed è doveroso ricordare queste persone e le loro famiglie. Terre di Mezzo aggiunge degli elementi a cui teniamo molto: il coinvolgimento delle comunità, le relazioni, che ruotano attorno alle occasioni culturali. In più, riporta al centro un grande tema, quello della lettura, a cui Fondazione Cariplo dedica grande attenzione e risorse, perché siamo convinti che la lettura nutra la mente di adulti e giovani, indistintamente. Tutto ciò certamente aiuta in questa fase di rinascita» spiega Claudia Sorlini, Vice Presidente Fondazione Cariplo

Daniela Mena, è la direttrice artistica dell’associazione Impronta Microeditoria che da anni organizza la rassegna della microeditoria di Chiari e che ha promosso Terre di Mezzo: «“Terre di mezzo” significa incontro, contaminazione, scambio, intrattenimento, riflessione, e tanto altro. Nell’anno della Capitale della cultura ci siamo sentiti chiamati ad aggregare tante forze intorno a noi per immaginare appuntamenti per sorprendere i turisti con eventi culturali e artistici legati al territorio. Persone qualunque e non comuni fruitori di eventi culturali, questa è la sfida che ci siamo posti»

E questa è la sfida che anima anche il palinsesto dell’Isola che c’è: «Sul “Battello Letterario” dieci autori del luogo e che hanno scritto del luogo, tra cui Massimo Tedeschi (editorialista per Brescia e collaboratore del Corriere della sera) autore di Brescia Adagio, capitale industriale, capitale della cultura (Edizioni Enrico Damiani); Enrico Mirani (giornalista e inviato del Giornale di Brescia) e autore di I due brigadieri. Vita e delitti fra il Carmine e il Sentierone (Liberedizioni) presenteranno i loro libri ambientati nel nostro territorio. L’aspetto più bello è che non si tratta di battelli speciali, le presentazioni avverranno nell’arco della giornata sui battelli di linea che collegano Iseo a Montisola. Ad ascoltarli ci saranno turisti, persone che si spostano per i motivi più diversi, non il pubblico che sta cercando l’esperienza artistica. Sul battello è al contrario l’esperienza artistica che sorprende il turista e cerca di intercettarlo: verrà comunicato sul molo in filodiffusione alla partenza quello che sta per accadere. Ci saranno dieci presentazioni di libri per dieci corse da Iseo a Montisola, chiacchierate di venti minuti tra l’autore e l’intervistatore e speriamo anche il pubblico. Sono libri che parlano dei nostri luoghi e che ci auguriamo suscitino l’interesse delle persone che li abitano, o che sono venuti a scoprirli. Anche l’artista madonnara Aurora Chiarini creerà un’opera ispirata al luogo e in particolare a Leonardo Da Vinci che ha disegnato una mappa del Lago d’Iseo e del fiume Oglio. E la Valle Camonica e il Lago d'Iseo, secondo alcuni studiosi, potrebbero avere ispirato Leonardo Da Vinci nell'ideazione degli sfondi di alcuni dei suoi dipinti più noti, tra cui la Gioconda».

Tra i libri che parlano di questi luoghi, c’è quello di Massimo Tedeschi che racconta: «Ho pubblicato Brescia Adagio un anno fa. La casa editrice Enrico Damiani ha creato una collana “Gli Adagio”: il primo libro è stato Milano Adagio, scritto da Teresa Monestiroli. Lo stesso format viene applicato nelle guide delle varie città: l’idea è prendiamoci delle pause, guardiamo le cose senza fretta, un po’ il contrario del modello “New York in tre giorni”. Sono delle guide con indicazioni personali degli autori: c’è una scelta molto autoriale dello scorcio, del monumento, della strada che possono fare conoscere una città a un turista, e poi ci sono suggerimenti dei posti dove fermarsi, una gelateria tradizionale, un caffè che ha un sapore particolare. Lo spirito del mio adagio di Brescia rimane questo, poi ho anche inserito una serie di approfondimenti su aspetti specifici curati da esperti, per esempio una giornalista che si occupa di botanica ha scritto delle tre piante più belle della città, un architetto ha parlato dei capolavori architettonici contemporanei di Brescia. Sono in tutto cinquanta schede sulla città e dieci sulla provincia, perché non potevo non scrivere di Montisola, o delle grotte di Catullo o del Romanino di Pisogne, perché la forza e la bellezza di Brescia nascono anche da questo legame con il territorio circostante».

E proprio al capitolo su Montisola saranno dedicati gli ultimi dieci minuti della presentazione sul Battello Letterario: «Mentre ci avviciniamo all’attracco vorrei consigliare le passeggiate da fare e i percorsi più belli. Ricorderò che l’isola è il comune lacustre più grande d’Europa, un regno della lentezza perché sono pochissime le auto a motore e le persone si spostano soprattutto a piedi. Sono curioso di vedere quello che accadrà, ho già fatto una presentazione su un motoscafo verso le grotte di Catullo ma era una situazione organizzata e il pubblico era venuto consapevole che avremmo parlato di un libro, sul battello di linea sarà invece del tutto sorpreso ed è un’esperienza nuova anche per me»

Domenica 9 luglio, al Parco delle Incisioni Rupestri di Naquane (primo sito Unesco italiano dal 1979), si terrà la cerimonia di inaugurazione dell’emblema internazionale Scudo Blu, riconosciuto dalla Convenzione dell’Aja del 1954 come il simbolo di protezione dei beni culturali nei conflitti armati. L’iniziativa rientra nel progetto “Uno Scudo per la cultura”, promosso da Croce Rossa Italiana Comitato di Brescia nell’anno di Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura, che ha ricevuto il contributo del Bando Capitale della Cultura 2023, emanato congiuntamente da Fondazione Cariplo, Fondazione della Comunità Bresciana e Fondazione della Comunità Bergamasca. L’iniziativa ha inoltre il supporto di CNA Brescia, di BCC dell’Agrobresciano e Canon.

Obiettivo del progetto è quello di valorizzare il ruolo dei beni culturali in quanto custodi dell’identità della collettività e testimoni della storia dell’umanità attraverso l’apposizione dello Scudo Blu, emblema riconosciuto a livello internazionale per segnalare beni il cui depauperamento o la cui distruzione nei conflitti armati rappresenterebbe una perdita per tutta l’umanità.

La Convenzione dell’Aja del 1954 aveva previsto che, in tempo di pace, gli Stati si occupassero dell’individuazione e dell’apposizione del contrassegno. Per riprendere questo percorso, Croce Rossa Italiana, in qualità di ente promotore del Diritto Internazionale Umanitario, nel 2022 ha lanciato la campagna nazionale “Il futuro ha una lunga storia. Proteggiamola”, nel cui solco rientra “Uno Scudo per la cultura”. Dopo i primi due Scudi Blu a Brescia, presso il Sito UNESCO “Brixia. Parco Archeologico e complesso monumentale di Santa Giulia e San Salvatore” e a Bergamo al Teatro Donizetti, il 9 luglio lo scudo verrà collocato nel primo Sito UNESCO d’Italia, il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane.

«Il Parco di Naquane – spiega Carolina David, presidente Croce Rossa Italiana Comitato di Brescia – è fortemente rappresentativo per la comunità locale, che lo percepisce come identitario per il proprio territorio, ma anche per l’intera umanità, in quanto custode della storia dell’uomo. Il suo valore è stato riconosciuto anche dall’UNESCO, che nel 1979 ha inserito l’arte rupestre della Valle Camonica, quale primo sito italiano, nella Lista del Patrimonio Mondiale per l’importanza del contributo scientifico che lo studio delle incisioni ha apportato alla conoscenza della preistoria. Lo Scudo Blu, di fatto, riconosce che il suo danneggiamento sarebbe una perdita per l’intera umanità». Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 vede il coinvolgimento attivo di Fondazione Cariplo insieme a Fondazione della Comunità Bergamasca e Fondazione della Comunità Bresciana. Le tre Fondazioni, partner istituzionali dell’iniziativa, hanno individuato, attraverso un bando dedicato e un Comitato di valutazione congiunto, 92 progetti provenienti dalle comunità di Bergamo e Brescia, sostenuti con un contributo complessivo di 3,5 milioni di euro. Si tratta di un ricco palinsesto di iniziative in grado di favorire la partecipazione dei cittadini, con una particolare attenzione alle fasce di popolazione con minori opportunità di fruizione culturale e agli abitanti delle aree del territorio più marginali e geograficamente più distanti dai due comuni capoluogo. Di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 interessa, più di quello che accade, ciò che resta.

Per questo le Fondazioni di comunità non sono “sponsor” di eventi o progetti, ma agiscono in alleanza con le istituzioni locali e del Terzo settore per promuovere – attraverso il metodo della coprogettazione – crescita culturale e sociale, benessere, sviluppo sostenibile e duraturo per le comunità. Ed è proprio con questo intento che Brescia e Bergamo sono ora, come dice Carolina David: «Il laboratorio di un progetto che non è destinato a finire qui. Lo Scudo Blu ha una valenza molto rilevante: un eventuale attacco ad un bene scudato è, infatti, codificato come crimine di guerra. In Italia però non è mai stata data piena attuazione, tanto che non esiste ancora un elenco nazionale dei beni scudati. Sono per ora pochi anche gli scudi apposti in tutto il Paese e il contenuto stesso della convenzione non è stato adeguatamente diffuso nemmeno tra gli addetti ai lavori, nonostante i conflitti recenti anche in Europa abbiano dimostrato che i beni culturali sono un obiettivo strategico delle forze in campo.

Continua Carolina David: «All’estero, in ex Jugoslavia, in Polonia, in Austria, ma anche fuori Europa gli scudi blu sono molto più diffusi. Il problema in Italia è stato una difficoltà anche amministrativa nella gestione della convenzione: i beni che hanno un patrimonio storico e umano per la comunità sono moltissimi, in un certo senso andrebbe messo uno scudo blu su tutto il Paese. Operare una scelta tra i beni non era un’impresa facile, ma soprattutto creare una struttura operativa. Fino a questo momento i pochi scudi che esistevano erano nati da iniziative locali ma senza un progetto organico. Ci siamo resi conto che, anche tra chi si occupava di cultura, come i direttori dei musei, non c’era una conoscenza diffusa sulla protezione dei beni culturali nei conflitti armati. Per noi invece rappresentava un tema centrale perché Croce Rossa è parte attiva nella promozione del diritto internazionale umanitario».

Nell’aprile del 2022, Croce Rossa firma un accordo nazionale con Anci per favorire l’applicazione della convenzione e promuovere all'interno dei territori l'individuazione di beni destinatari dello Scudo Blu, attraverso un lavoro di collaborazione tra i comitati di Croce Rossa (enti proponenti), Comuni, gestori, Soprintendenza. Prosegue David: «Da questo accordo è nato il progetto bresciano. Nel corso del 2023 apporremo 20 scudi nel territorio tra Bergamo e Brescia, ma siamo già in contatto con molti comitati locali della Croce Rossa per portare avanti la campagna in tutta Italia, a partire da Pesaro che sarà la prossima capitale della cultura. In questo percorso, la formazione rappresenta un punto nodale: dobbiamo far conoscere e trasmettere il significato dello scudo blu, perché al momento è ancora poco noto. Il progetto “Uno scudo per la cultura” prevede infatti una parte di formazione, per gli addetti ai lavori, come le forze dell’ordine, ma anche nelle scuole, che verrà portato avanti a partire da ottobre dai nostri volontari specializzati in diritto internazionale. Vogliamo arrivare anche alle persone comuni che possono agire da megafoni. Le esperienze di Bergamo e Brescia, l’apposizione di 20 scudi nelle capitali della cultura, sono centrali perché fanno in modo che si parli sempre di più di questa tematica e che venga portata su tavoli importanti. I conflitti sono dietro alla nostra porta, non è così remota la possibilità di un danneggiamento di un bene culturale, c’erano molti beni italiani anche in Ucraina. Abbiamo visto quello che è accaduto in Siria a Palmira, ai Buddha di Bamiyan in Afghanistan. Quello che accade in tanti conflitti è che un bene viene distrutto perché ha un significato importante per la comunità, dal punto di vista simbolico, religioso, ma anche economico. Perché poi le opere vengono rivendute e servono per alimentare a loro volta il conflitto. Un bene culturale appartiene alla comunità e all’umanità e abbiamo il dovere di proteggerlo. I siti scudati devono essere rispettati da tutte le parti in conflitto. Significa che anche l’esercito italiano nel parco di Naquane non potrà mai mettere un deposito di armi, una caserma, un accampamento militare e ovviamente un eventuale nemico non lo può attaccare, danneggiarlo o trafugarne le opere» Conclude David: «In questa prima fase la scelta dei siti dove apporre lo scudo è stata fatta insieme ai Comuni e alla Direzione regionale Musei Lombardia, quindi alle istituzioni, perché avevamo tempi molto stretti. Più avanti abbiamo in progetto di chiamare anche la comunità a scegliere. Abbiamo voluto alternare siti molto noti, come il Capitolium a Brescia ad altri meno conosciuti come l’Archivio Diocesano che possiede un patrimonio inestimabile per la comunità ma non noto ai più. Però può accendere una luce nella comunità sul bene stesso: se vedi uno scudo davanti a quello che ti può sembrare un anonimo portone ti incuriosisci e cerchi di capire che cosa c’è dietro. Ci auguriamo che questi scudi non servano mai a proteggere i nostri beni in un conflitto armato, ma che anche in tempo di pace, possano ricordarci che un bene è importante per la comunità, perché racconta la nostra storia. Siamo molto felici perché la nostra azione a Bergamo e Brescia, grazie al contributo di Fondazione Cariplo-che ci ha permesso di creare un progetto così importante e di sperimentare, di creare competenze che possiamo trasmettere-non è fine a se stessa, ma destinata ad allargarsi nel resto d’Italia. In questo momento siamo il “laboratorio nazionale”: la Capitale della Cultura deve lanciare un seme e noi stiamo lanciando questo seme»

La Scala in città arriva alla terza edizione proponendo in quattro giorni, dal 9 al 12 luglio, 14 spettacoli in luoghi dislocati in tutti i nove municipi di Milano. Importanti novità di questa edizione sono l’apertura con una giornata a porte aperte alla Scala in cui giovani, adulti e famiglie potranno fare l’esperienza di arti e mestieri che rendono possibile la magia della musica e del teatro, due serate di danza e di musica al Castello Sforzesco, ma anche nuove sedi in diversi Municipi.

L’ingresso è gratuito per tutti gli spettacoli e le iniziative, ma è necessario prenotarsi su www.lascalaincitta.it a partire dalle ore 12 di martedì 4 luglio.

Protagonisti degli spettacoli sono i musicisti della Filarmonica della Scala, gli artisti del Coro scaligero diretto da Alberto Malazzi e del Corpo di Ballo diretto da Manuel Legris e i cantanti solisti, il Coro di Voci bianche e la Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala.

La Scala in città è realizzata dal Teatro in collaborazione con Filarmonica della Scala e Accademia Teatro alla Scala nell’ambito dell’iniziativa “Milano è viva” promossa dal Comune di Milano, ma è anche un importante terreno di dialogo e confronto con le associazioni presenti sul territorio. Inoltre, le serate di danza e di musica del 10 e 11 luglio si inseriscono nel calendario dell’Estate al Castello. Fondazione Cariplo, sempre vicina al Teatro alla Scala, sostiene anche questo progetto di divulgazione e inclusione.

I luoghi

I luoghi comprendono spazi già attesi e sperimentati come il Mare Culturale Urbano (zona 7), la Certosa di Garegnano (8), lo Spirit de Milan (9), lo spazio Mosso al Trotter (2), l’Arena Est dei Martinitt (3), il Barrio’s (6) e il PIME (7) o più in centro il Chiostro del Conservatorio (1) e i Bagni Misteriosi (5), ma anche importanti novità come il Teatro romano di Villa Clerici (9), il Giardino delle Culture (4), Villa Scheibler (8) e per due serate il Castello Sforzesco (1): un autentico viaggio nei diversi volti di Milano attraverso la musica e la danza. Per tutte le manifestazioni è stata prevista la possibilità di un rapido spostamento al coperto in caso di maltempo.

 

I programmi

Composizioni dal 1600 a oggi, repertori che spaziano dalla musica religiosa al jazz e al musical, formazioni diverse e varietà di stili anche nella danza, come si vede dal programma della serata al Castello: La Scala in città conferma la sua vocazione per la musica di qualità senza barriere, animata da volontà di scoperta nella convinzione della forza emotiva e comunicativa di una tradizione ricchissima. Al centro, più che mai, l’opera: grazie alle voci di Federica Lombardi e Erwin Schrott nella serata mozartiana al Castello con la Filarmonica, ma anche al Coro impegnato nei passaggi più celebri del repertorio a Villa Clerici, Villa Scheibler e nel Chiostro del Conservatorio, alle trascrizioni per ottoni di ouverture d’opera allo Spirit, al virtuosismo dei cantanti solisti dell’Accademia nello spettacolo per piccoli “Lalla e Skali e il mistero della Scala” ai Martinitt e del Coro di Voci bianche al PIME, fino alle sagaci trascrizioni jazz di Emanuele Pedrani per il Trio scaligero ai Bagni Misteriosi.  

 

Porte aperte alla Scala

Nella prima giornata, il 9 luglio, la Scala apre le sue porte al pubblico permettendo a tutti, ma soprattutto a bambini, famiglie e a chi si accosta per la prima volta al mondo del teatro e della musica, di scoprire gli aspetti di preparazione di uno spettacolo dal vivo. I foyer del Teatro alla Scala saranno allestiti con mostre sui costumi, interventi di trucco e parrucco e creazione di elementi di attrezzeria. L’attore e regista Mario Acampa insieme a Lalla e Skali, i personaggi protagonisti degli spettacoli scaligeri per l’infanzia, guideranno gli spettatori alla scoperta del Teatro e di tutti i dettagli della tecnica del palcoscenico, con esibizioni di Opera, Balletto e Musica con gli Allievi della Scuola di Ballo, i Solisti dell’Accademia di perfezionamento per Cantanti lirici, gli Ottoni della Filarmonica e il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala.

 

Il Castello Sforzesco

Per la prima volta la programmazione della Scala in città include due serate al Castello Sforzesco. Il 10 luglio alle 21:30 il Corpo di Ballo è impegnato in una serata fra tradizione e contemporaneità che mette in luce compagnia e solisti in un’ampia varietà di stili in brani ed estratti da titoli creati o rimodulati per i suoi talenti di punta: Anima Animus di David Dawson, Cantata di Mauro Bigonzetti, Blake Works di William Forsythe sono alcuni dei momenti più alti dell’impegno scaligero nel contemporaneo, mentre le eleganti coreografie di Manuel Legris per i ballabili di Verdi in Verdi Suite e per il Corsaro sono l’occasione di dispiegare il virtuosismo degli scaligeri nel balletto classico. L’11 luglio alla stessa ora è la Filarmonica della Scala diretta da Emmanuel Tjeknavorian a occupare il palcoscenico del Castello in una serata mozartiana tra opera e sinfonia. Nella prima parte due grandi voci, il soprano Federica Lombardi e il basso Erwin Schrott, interpreteranno arie e duetti da Le nozze di Figaro e Don Giovanni; nella seconda l’orchestra eseguirà la Sinfonia n°41 Jupiter di Mozart.

 

Le visite guidate

Completano il programma il 10, 11 e 12 luglio alle ore 10, 11, 12, 14 e 15 le visite guidate ai Laboratori Ansaldo, il grande spazio dove nascono scenografie e costumi di opere e balletti della Scala. Le visite permettono di scoprire i laboratori di scenografia, scultura, termoformatura, falegnameria, meccanica, assemblaggio e sartoria.

“Tutti noi siamo ormai consapevoli che non basta una buona, ottima offerta culturale: occorre renderla accessibile anche a chi fa più fatica a usufruirne. Ci sono tantissimi bambini e ragazzi in Italia che non hanno mai messo piede in un teatro: è un esempio concreto di quella che chiamiamo povertà educativa e che è destinata a creare un divario difficilmente colmabile. Ci sono persone e famiglie che vivono in luoghi in cui le occasioni culturali sono minori. Teatri, cinema, musei non arrivano ovunque. Per questo l’iniziativa La Scala in città è un progetto a cui teniamo molto: con la Scala condividiamo la visione e la volontà di portare occasioni culturali di qualità laddove di solito non arrivano. Ci congratuliamo col Teatro alla Scala per aver dato vita a questo programma” – ha detto il Presidente di Fondazione Cariplo, Giovanni Azzone.

Registrati alla nostra newsletter.

per ricevere aggiornamenti.