Sono tre i progetti di ricerca selezionati dai revisori a cui Ager-Agroalimentare e ricerca destinerà i 2,5 milioni di euro messi a disposizione dalle Fondazioni per il bando “Dal suolo al campo – Approcci multidisciplinari per migliorare l’adattamento delle colture al cambiamento climatico”, nato con l’intento di migliorare le produzioni agroalimentari e salvaguardare la salute e la fertilità dei suoli italiani. Il bando, che si è chiuso lo scorso ottobre, ha stimolato la candidatura di proposte fortemente interdisciplinari in linea con le aspettative di fabbisogni di ricerca e di innovazioni rilevati da Ager, a dimostrazione che lo studio dei consorzi microbici e della loro interazione con le piante è un tema di grande attualità e che si presta a numerose applicazioni pratiche.

Siamo molto soddisfatti dell’eccellente qualità scientifica dei progetti che ci sono pervenuti e dello sforzo profuso dagli enti di ricerca italiani. I ricercatori hanno colto appieno gli obiettivi e le finalità del bando, presentando progetti innovativi e in grado di generare risultati scientifici di qualità e con ricadute operative in campo – dichiara la professoressa Claudia Sorlini, presidente del Comitato di Gestione di Ager e aggiunge: “Proprio per garantire una concreta applicabilità delle innovazioni e favorire la crescita dell’agroalimentare come motore di sviluppo dei territori, nella terza edizione di Ager abbiamo affiancato ai valutatori scientifici esperti nel campo dell’innovazione e delle tecnologie. L’esito delle valutazioni ha messo in evidenza la stretta aderenza dei progetti agli obiettivi del bando e l’alta qualità scientifica delle proposte, in gran parte giudicate come eccellenti o buone e quindi degne di finanziamento. Infine, da donna e da ricercatrice, desidero sottolineare il contributo di Ager alla parità di genere nell’ambito della ricerca, visto che i tre progetti selezionati saranno guidati da altrettante donne”.

Questi progetti sono accomunati da approcci originali e da un forte carattere innovativo. Le ricerche, condotte da team multidisciplinari dislocati su tutto il territorio nazionale, toccheranno colture tipiche italiane, quali la vite, il riso, l’actinidia, il cece e il pisello.

I risultati offriranno soluzioni e modelli di studio adattabili e trasferibili ad altre colture, ampliando ulteriormente la ricaduta delle innovazioni prodotte dalla ricerca.

Entrando nello specifico, un primo progetto studierà come contrastare una pericolosa malattia dell’actinidia, la Kiwifruit Vine Decline Syndrome (KVDS), di cui al momento non sono ancora stati identificati gli agenti causali. Il progetto analizzerà i meccanismi alla base di questa sindrome, identificherà i biomarcatori utili per la diagnosi e studierà strategie di controllo e prevenzione che facciano anche uso di comunità microbiche sintetiche.    

Un secondo progetto si pone l’obiettivo di migliorare la fertilità del suolo e facilitare la gestione delle coltivazioni di vite, cece e pisello. L’approccio prevede la realizzazione di tè di compost (estratto acquoso fermentato ottenuto da compost vegetale) potenziati con consorzi microbici composti da microrganismi benefici con capacità di biocontrollo e biostimolante. Oltre alla fertilità, il nuovo prodotto sarà testato in campo per valutare la capacità di difesa della vite e delle leguminose da malattie fungine, come ad esempio oidio e peronospora.

Infine, il terzo progetto valuterà direttamente in campo le potenzialità di un consorzio di microrganismi sulle colture della vite e del riso. In particolare, il progetto vuole favorire l’attitudine delle piante a reclutare una comunità microbica selezionata e testata in laboratorio e inoculata nel suolo. Il tutto con gli obiettivi di aumentare la tolleranza delle due colture agli stress conseguenti alle mutate condizioni ambientali, migliorare la fertilità del suolo e la qualità dei prodotti.

L’avvio dei progetti è previsto nella seconda metà del 2023. La scheda di dettaglio dei tre progetti sostenuti è pubblicata qui.    

Ager è sostenuto da Fondazione Cariplo, con ruolo di capofila, Fondazione CRC, Fondazione Cariparma, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Perugia, Fondazione di Sardegna, Fondazione Tercas, Fondazione Friuli, Fondazione Monte dei Paschi di Siena e Fondazione CON IL SUD. 
Per informazioni: www.progettoager.it

Il Comitato esecutivo di Acri ha deliberato un contributo straordinario di 1,5 milioni di euro, in favore delle popolazioni colpite dall’alluvione che sta investendo il territorio dell’Emilia-Romagna in queste settimane.
Come già avvenuto in passato in simili circostanze, anche oggi le risorse stanziate sono a valere sul Fondo Nazionale Iniziative Comuni, il fondo costituito dalle Fondazioni in seno ad Acri per rispondere alle emergenze. Acri ha affidato all’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna il compito di coordinare l’impiego delle risorse, predisponendo un apposito piano di intervento, per offrire una prima risposta alle esigenze della popolazione.

Un ulteriore stanziamento

Fondazione Cariplo, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT si sono impegnate rispettivamente con uno stanziamento di 300 mila euro per un totale di ulteriori  900 mila euro per i territori colpiti dalla recente alluvione, oltre quindi al contributo deliberato nella riunione del 16 maggio del Comitato esecutivo di Acri di 1,5 milioni di euro, in favore delle popolazioni colpite. 

“In situazioni come queste la solidarietà è importante, fondamentale. Vogliamo essere vicini alle popolazioni alluvionate nella condivisione di questo drammatico evento e dare il nostro sostegno concreto. È bene agire sempre coordinati. Abbiamo aderito, attraverso l’Acri, alcuni giorni fa, alla proposta con cui si è deciso di stanziare 1,5 milioni di euro per gli aiuti; e ora abbiamo pensato, insieme alle fondazioni di Torino, di integrare questa azione. I fatti stanno dimostrando che, purtroppo, le conseguenze dell’alluvione stanno andando oltre i primi, iniziali, bilanci della scorsa settimana. La popolazione dell’Emilia-Romagna sta dimostrando un’encomiabile capacità di reazione, ma sappiamo quanto sia importante, in questi momenti, per trovare la forza di reagire, non sentirsi lasciati soli” ha detto il Presidente di Fondazione Cariplo, Giovanni Azzone.

“Siamo molto vicini alle persone colpite dall’alluvione degli scorsi giorni. Abbiamo aderito, attraverso l’Acri, alla proposta di stanziare 1,5 milioni di euro per rispondere alla sfida dell’immediato: l’emergenza.  All’intervento emergenziale per sua natura essenziale, rapido, occorre associare già oggi azioni impostate su un orizzonte di medio-lungo termine. Abbiamo dunque deliberato un ulteriore importante contributo per le azioni di sistema e per ripensare e costruire il futuro già da oggi lavorando per il bene comune con le persone al centro del nostro pensiero e delle nostre progettualità” ha dichiarato Francesco Profumo, Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo.

“È importante che la vita delle comunità segnate dalla tragedia dell’alluvione possa tornare presto alla normalità, attraverso la rapida ricostruzione dei luoghi e la ricucitura di un tessuto sociale che sta dando grande prova di forza, coraggio e voglia di rinascere afferma il Presidente della Fondazione CRT Fabrizio Palenzona –. Il nostro contributo vuole essere un segnale concreto di solidarietà e vicinanza alle popolazioni dell’Emilia-Romagna, nella consapevolezza di quanto sia urgente intervenire per salvaguardare l’ambiente e prevenire rischi simili”.

Il Premio “Miglioriamo Milano” promosso dall’Associazione Quartieri Tranquilli e da Fondazione Cariplo, in onore di Giuseppe Guzzetti, è giunto alla quinta edizione

In questa nuova veste vuole valorizzare le associazioni, i personaggi e le iniziative di volontariato che si sono rese protagoniste a Milano tra il 2022 e il 2023. Attraverso il lavoro di selezione, valutazione e divulgazione delle attività svolte intende essere anche uno strumento di indirizzo e conoscenza delle attività e del mondo del Terzo settore, identificando i soggetti del volontariato milanese che meglio interpretano valori, missione e obiettivi di responsabilità sociale. Particolare importanza viene data alla prima categoria: migliore associazione dal punto di vista della gestione del Bilancio.

Il premio è diviso in TRE categorie e sarà assegnato a giudizio insindacabile della Giuria presieduta da Giangiacomo Schiavi

  • Prima categoria Verrà premiata la migliore associazione dal punto di vista della gestione di Bilancio 2022 o 2023 con particolare attenzione al rapporto tra patrimonio, entrate e fondi destinati alle attività associative.
  • Seconda categoria. Un premio andrà al Volontario dell’anno, il personaggio che più si è distinto per l’attività svolta tra il 2022 e il 2023 nell’ambito della città di Milano o il personaggio milanese che più si è distinto per l’attività svolta sul territorio nazionale. Condizione necessaria per la partecipazione è aver compiuto i 18 anni di età.
  • Terza categoria. TRE premi sono previsti per la migliore iniziativa di volontariato realizzata e conclusa oppure lanciata e ancora in corso, tra il 1° gennaio 2022 e il 31 dicembre 2023. Possono partecipare tutte le iniziative che NON abbiano già ricevuto un finanziamento da parte della Fondazione Cariplo o che abbiano in corso una procedura di richiesta di finanziamento da parte della Fondazione Cariplo.

I premi

Per ogni singola categoria è previsto un premio di 3000 euro.

Ovvero: 3000 euro al premio per la prima categoria; 3000 euro al premio di seconda categoria; 1000 euro ciascuno a tre premi di terza categoria. L’erogazione del premio avverrà attraverso la consegna di un assegno di parte del presidente dell’Associazione Quartieri Tranquilli.

Le modalità di partecipazione al concorso sono illustrate nel Bando e sul sito Quartieri Tranquilli.

A Brescia, nel palinsesto di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, dal 19 al 28 maggio, 10 giorni di eventi per incontrare il Progetto Verziano realizzato da Compagnia Lyria in collaborazione con il Ministero della Giustizia Casa di reclusione Verziano Brescia.

Performance di danza con detenuti e liberi cittadini, un convegno nazionale, una mostra fotografica, spettacoli e spazi di dialogo per conoscere la storia del progetto e i suoi protagonisti.

Il progetto sviluppa il tema della “Cultura come cura”, in quanto strumento di prevenzione e socializzazione che influenza il benessere delle persone, attraverso processi di inclusione e accoglienza per la costruzione di relazioni di comunità. 

In Straordinarie Visioni #12 anni di carcere, il carcere non è luogo relegato ai margini, ma trova uno spazio anche al centro, nei cuori delle città che quest’anno sono il simbolo della cultura italiana.

Il progetto ha ricevuto un sostegno di 35.000 euro nell’ambito del bando CAPITALE DELLA CULTURA 2023 Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio

Il programma completo

Il progetto

«Iniziare partendo da esercizi fisici per sciogliere i muscoli. Iniziare dal proprio corpo: collo, schiena, gambe, ginocchia, piedi, gomiti. Iniziare: mento che va su, occhi che vanno giù, mente che va giù, occhi che vanno su. Iniziare a mettersi in gioco».

«La rivincita sulla vita è che, essendo in carcere, ti senti invalidato sotto tutti gli aspetti. Perché, è naturale, stai pagando uno sbaglio commesso. Il fatto di partecipare a uno spettacolo, sentirti importante, è la rivincita che tu provi dopo che hai vissuto una detenzione».

Il Progetto Verziano nasce nel 2011 con l'intento di realizzare un'azione di sensibilizzazione sul tema dell'integrazione tra realtà carceraria e società civile e per scalfire gli stereotipi e i pregiudizi delle diversità.

Nel panorama delle iniziative che vengono realizzate nelle realtà carcerarie in Italia, il progetto Verziano, giunto quest’anno alla sua dodicesima edizione, ha caratteristiche che lo rendono unico.

Lo racconta Giulia Gussago, la direttrice artistica della compagnia Lyria: «Ci sono molti progetti di teatro che vengono portati avanti nelle carceri italiane, è molto raro invece incontrare iniziative focalizzate sulla pratica della danza contemporanea, perché è una disciplina che prevede il contatto fisico. Inoltre, il progetto Verziano prevede laboratori in cui detenute e detenuti danzano insieme e anche questo di solito non accade, perché la vita in carcere è sempre molto divisa e le sezioni maschili e femminili non si incontrano mai. Un’altra peculiarità del nostro progetto è che non è riservato ad operatori e detenuti, ma partecipano anche liberi cittadini, i miei allievi della compagnia. E in questa edizione, per la prima volta, abbiamo portato nel carcere anche gli studenti».

Nelle “straordinarie visioni” di quest’anno c’è anche quella degli studenti di due classi di due Istituti superiori di Brescia, lo “Sraffa” e il “Lunardi”, che hanno danzato insieme ai detenuti, alle detenute e ai liberi cittadini.

Francesca Paola Lucrezi è la direttrice della Casa di reclusione Verziano di Brescia e da subito ha creduto in questo progetto: «Un istituto di pena è in gran parte “fatto” dal suo direttore. È la figura centrale di ogni istituto, la persona che imprime la direzione alla vita che si svolge in carcere e alla creazione di opportunità di reintegrazione. Francesca Paola Lucrezi è una direttrice illuminata e, nella sua visione la cultura e la pratica artistica sono strumenti ideali per la rieducazione della persona. Negli anni ha accolto tutte le nostre proposte, anzi a volte ha rilanciato su progetti più arditi. Un anno abbiamo messo in scena uno spettacolo nel campo sportivo del carcere, c’erano 300 cittadini. Da quest’anno è diventata direttrice anche dell’altro istituto penitenziario di Brescia, la Casa Circondariale Nerio Fischione, che è un carcere in una situazione molto più critica rispetto al Verziano, è una struttura vecchia e sovraffollata. Ma abbiamo iniziato a lavorare anche lì con lei, dove c’è un’intenzione forte si possono fare cose stupende»

La danza

«La danza ha un valore liberatorio che in un contesto come il carcere è essenziale. Liberare il corpo nel movimento scioglie le emozioni compresse, anche la rabbia. Oltre a mantenere le persone in una condizione di maggior benessere, e quindi a favorire una convivenza quotidiana più serena, aiuta i detenuti a percepirsi in un modo diverso e a interagire con il mondo in un modo diverso. E questo deve accadere dentro il carcere, perché se non accade significa che i detenuti saranno uguali a prima nel momento in cui torneranno liberi».

Uomini e donne

«Nel carcere uomini e donne non possono mai stare insieme, nei nostri laboratori lo possono fare una volta alla settimana e un sabato ogni mese, insieme ai liberi cittadini. E nella danza c’è anche l’incontro fisico, l’aprirsi al sentire dell’altro e al proprio. Facendo entrare il corpo nell’attività in carcere si scatenano reazioni ed emozioni, una bomba di emozioni, e questo è ovviamente anche un rischio e va gestito, ma prima di tutto è un valore, che cambia il comportamento delle persone. È molto più rischioso per la comunità quello che accade di solito cioè che una persona sconta una pena di 10, 15 anni senza aver mai potuto toccare la mano di una donna o di un uomo. Come uscirà dal carcere?

Gli studenti entrano nel carcere Verziano

«Nella comunità ci sono sempre due posizioni verso i detenuti, che in genere sono contrastanti tra di loro: quella più di apertura e quella “Chiudiamoli dentro e buttiamo la chiave”.

Negli incontri di preparazione all’ingresso in carcere che abbiamo tenuto nelle scuole, c’erano ragazzi che inizialmente avevano delle riserve e confrontandoci con noi, ci hanno detto: “Non è giusto che spendiamo le nostre risorse per aiutarli, devono scontare la loro pena perché hanno sbagliato”. È un atteggiamento molto comprensibile, ma che poi è mutato dopo l’esperienza.

Danzare, fare fatica insieme, sbagliare: è stato un incontro trasformativo per tutti per i ragazzi ma anche per i detenuti. Io ho fatto in modo che, al momento dell’ingresso in carcere dei ragazzi, i detenuti fossero confusi insieme ai liberi cittadini, gli allievi della scuola, già intenti a ballare. Nessuno poteva sapere chi era l’altro, nei costumi di scena sono tutti uguali, questo era spiazzante, ma simbolicamente molto importante. Ho negli occhi i sorrisi delicati ed emozionati dei ragazzi durante il lavoro, il loro imbarazzo iniziale e poi il clima bellissimo che è nato danzando insieme, la fiducia e l’abbandono.

Una delle detenute più giovani alla fine della performance piangeva e ha detto: “È stato bellissimo ma io mi sono anche intristita pensando alla fortuna che hanno questi ragazzi di essere liberi di studiare e imparare: io non l’ho potuto fare”: però anche questo è il seme di una possibile trasformazione: rivedo il mio passato alla luce di un presente che è diverso da quello che ho vissuto io, capisco l’errore e intravedo che un’altra possibilità però esiste.

I ragazzi, prima di andarsene, hanno lasciato delle testimonianze scritte per i detenuti, una più bella dell’altra.

La testimonianza di una studentessa del Liceo Linguistico Lunardi

Laura Milesi, 18 anni: «È stato importante fare un percorso di preparazione prima dell’incontro in carcere. Gli operatori e i volontari ci hanno raccontato le loro esperienze e ci hanno riflettere sul fatto che anche nella realtà che viviamo tutti i giorni, anche quando andiamo al supermercato, non sappiamo davvero chi è l’altro. Però un conto è provare a non avere pregiudizi, paure e imbarazzi in astratto, ma quando varchi le porte del carcere all’inizio ti sembra di entrare in un altro mondo: devi lasciare la borsa, il cellulare, tutto. Le guardie ti raccomandano di non accettare nessuna richiesta da parte dei detenuti, come portare qualcosa all’esterno. Quindi all’inizio un po’ di timori e imbarazzi c’erano. Io personalmente avevo paura di non comportarmi nel modo corretto, che i detenuti si sentissero giudicati o di apparire distante. Ma quando siamo entrati loro stavano già ballando insieme agli altri cittadini, c’era un’atmosfera serena e calorosa e ci siamo rilassati, nessuno di noi ha pensato “questo è un carcerato, questo è un cittadino libero”, non si sono create differenze, abbiamo ballato e ci siamo riconosciuti uguali. Alla fine ci sentivamo tutti più vicini, anche fra di noi compagni di classe. Ci siamo messi in cerchio e ognuno ha raccontato le proprie sensazioni, anche i detenuti ci sono sembrati molto felici.  È stata un’esperienza che è valsa mille ore di educazione civica, mi piacerebbe moltissimo poterla fare ancora».

 

I numeri di 12 anni di progetto

  • 232 detenute e detenuti
  • 4 detenuti autorizzati all'art. 21 O.P.
  • 7 ex detenuti
  • 260 liberi cittadini con accesso al carcere
  • 127 artisti, collaboratori e rappresentanti istituzionali
  • 1740 cittadini spettatori agli eventi in carcere
  • 780 detenuti spettatori agli eventi in carcere
  • 2815 spettatori agli eventi in città
  • 640 docenti e studenti di diversi Istituti Superiori e Università

 

Fondazione Cariplo e la tutela della biodiversità, un legame che prosegue ormai da tempo e che si arricchisce oggi di strumenti e modalità per rispondere in maniera più efficace e ampia alla crisi climatica e alla necessità di moltiplicare azioni, risorse e alleanze e di accelerare la transizione ecologica dei territori. Per la prima volta, infatti, la Fondazione promuove una Call to action rivolta alle imprese italiane aderenti al Global Compact delle Nazioni Unite, la più importante iniziativa sulla sostenibilità di impresa, che in Italia è coordinata dal Network Italiano del Global Compact.

Il progetto Join Nature di Fondazione Cariplo, in collaborazione con UN Global Compact Network Italia , ha l’obiettivo di coinvolgere le imprese per finanziare congiuntamente la realizzazione di interventi concreti a tutela della biodiversità in aree gestite da Parchi o altri enti pubblici. Tramite Join Nature si intende sviluppare una collaborazione win-win tra i diversi soggetti coinvolti, producendo impatti ambientali e sociali nel territorio di intervento.

Fondazione Cariplo, nell’ambito delle proprie attività di promozione di uno sviluppo economico più sostenibile, intende incrementare le attività svolte in partenariato, sensibilizzando e coinvolgendo il mondo profit sui temi della sostenibilità ambientale. Un appello quindi alle aziende per collaborare e sostenere nuove iniziative ambientali.  

Per affrontare le sfide legate al cambiamento climatico e alla transizione ecologica, è indispensabile – sostiene Claudia Sorlini Vice Presidente di Fondazione Cariplo– costruire alleanze territoriali e, pertanto, si intende promuovere la collaborazione con imprese private profit per realizzare insieme interventi a tutela della biodiversità. Fondazione Cariplo da anni è attiva in campo ambientale con bandi e iniziative dedicate alla tutela delle risorse naturali che hanno consentito di finanziare più di 300 progetti per un totale di oltre 60 milioni di contributi e intende mettere a disposizione delle imprese la propria esperienza nella selezione dei progetti e i proficui contatti con gli enti gestori delle aree di intervento. E la collaborazione con il UN Global Compact Network Italia  ci consentirà di veicolare la nostra proposta di ingaggio a quelle imprese che intendono intraprendere o hanno già intrapreso un serio percorso verso la sostenibilità”

“Per UN Global Compact e per ciascuna delle sue reti locali – tra le quali vi è quella italiana, l’impegno del settore privato per la conoscenza e tutela della biodiversità nelle aree dove le attività aziendali si svolgono o impattano, è sempre più cruciale e prioritaria. Gli ultimi dati diffusi dal WWF registrano come, in Italia, il 68% degli ecosistemi sia in pericolo, con il 30% dei vertebrati terrestri e il 25% degli animali marini a rischio di estinzione. Una situazione preoccupante che richiede un impegno delle aziende sempre più ambizioso e orientato a nature-based solutions, al fianco di Istituzioni, enti specializzati e programmi dedicati, come appunto è lo UN Global Compact, attivo da oltre 20 anni per sostenere e valorizzare l’attenzione per l’ambiente da parte delle imprese” dichiara Marco Frey, Presidente, UN Global Compact Network Italia

Otto le aree coinvolte su cui la Fondazione invita le aziende al cofinanziamento di interventi: Parco Agricolo Nord Est, Comunità Montana di Valle Camonica, Comunità Montana di Valle Trompia, Comunità Montana Laghi Bergamaschi, Parco Alto Garda Bresciano, Riserva Naturale Pian di Spagna, PLIS del Brembiolo e Comuni del Cremonese.

Le risorse stanziate da Fondazione Cariplo ammontano a 1 milione di euro che si sommeranno a quelle che verranno messe a disposizione delle aziende. Gli interventi, la cui realizzazione sarà in capo agli enti gestori delle aree menzionate, spaziano dalla forestazione​ al ripristino di habitat (es. aree umide, prati fioriti per insetti impollinatori)​ o alla riqualificazione fluviale​.

Torna Open Day dell’Innovazione, l’evento – organizzato da Innovazione per lo Sviluppo – che unisce Italia e Africa attraverso storie di innovazione e buone pratiche dal mondo della cooperazione internazionale allo sviluppo. 

Dopo le prime due edizioni nel 2017 e 2019, Innovazione per lo Sviluppo torna martedì 27 giugno per una terza edizione in presenza presso il Centro Internazionale di Cultura Digitale MEET di Milano. Un’occasione di incontri, esperienze immersive e networking dedicata al programma Innovazione per lo Sviluppo e alla community delle organizzazioni che hanno condiviso questo percorso di collaborazione tra Italia e Africa.

Questa nuova edizione si concentra su due temi fondamentali: la moltiplicazione dell'impatto e la valorizzazione della diversità. La moltiplicazione dell'impatto si riferisce all'idea che le soluzioni innovative possono avere un effetto positivo maggiore se vengono realizzate in modo collaborativo, non solo con l’obiettivo di essere scalate e replicate in nuovi contesti, ma anche per coinvolgere nuovi attori. Inoltre, la diversità non riguarda solo le differenze culturali e di genere, ma anche quelle relative al background, alle competenze e alle esperienze di ciascuna persona coinvolta.

Questo evento è stato progettato per essere un'esperienza unica e innovativa per chi parteciperà in presenza a Milano: ci sono attività e contenuti immersivi che sono stati pensati appositamente per la location dell'evento e che non saranno disponibili per chi partecipa online. Tuttavia, in caso di esaurimento posti e per chi non potrà partecipare fisicamente all'evento, sarà comunque possibile seguire online parte della conferenza e dedicarsi a sessioni di networking digitale.

La giornata si apre nella sala Theater di MEET, con keynote speaker internazionali e testimonianze di innovatrici e innovatori che interverranno in presenza o in collegamento dai quattro centri di innovazione di altrettante capitali africane: Nairobi (Kenya), Kampala (Uganda), Dakar (Senegal) e Ouagadougou (Burkina Faso). 

Singoli interventi, panel di discussione e interviste sono i formati principali in cui si svolgerà la conferenza della mattina, mentre il pomeriggio sarà dedicato ad alcune sessioni progettate per facilitare l’interazione e la partecipazione attiva del pubblico.

Non solo conferenza: la cooperazione internazionale allo sviluppo si racconta in una nuova veste grazie alle esperienze immersive e digitali progettate in sinergia con la tecnologia del Centro. 

Nella Immersive Room di MEET sarà presentata un’installazione immersiva sul percorso del programma Innovazione per lo Sviluppo. L’ installazione è il frutto di una commistione inedita di videopillole, reportage fotografici, ritratti dei protagonisti e contenuti animati realizzati ad hoc. Il risultato è una data visualization sui generis, capace di rappresentare dati, volti e risultati del programma. 

Oltre all’installazione digitale, è prevista una performance artistica a supporto dello storytelling del percorso immersivo al fine di offrire un’esperienza in grado di unire l’aspetto sensoriale a quello digitale.

Nelle Gallery del Centro sarà organizzato un Corner VR dove sarà possibile vivere esperienze in realtà virtuale che affrontano temi legati alla cooperazione allo sviluppo, migrazioni e cittadinanza globale. 

La Scala Abitata del Centro farà da cornice ai Networking Corner, spazi di confronto informale dedicati a temi come alimentazione e agricoltura sostenibile, salute e benessere, economia circolare, energia e sviluppo economico.

In chiusura, si tornerà nella Sala Theater dove sarà proiettato un documentario prodotto da Innovazione per lo Sviluppo che racconterà tre storie di trasformazione in Kenya legate a doppio filo ad alcuni dei progetti sostenuti dal programma.

La giornata si concluderà con un’opportunità di networking nella Lounge, dove verrà servito un aperitivo. 

L’ evento è rivolto a Organizzazioni della Società Civile (OSC) che operano nella cooperazione internazionale allo sviluppo, con particolare attenzione ai Paesi prioritari della cooperazione italiana in Africa, Reti di OSC della cooperazione internazionale allo sviluppo, organizzazioni della diaspora, soggetti innovatori in Italia e in Africa (startup, imprese sociali, spinoff e laboratori di ricerca, innovatrici e innovatori, designer e creativi), istituzioni della cooperazione internazionale. È incoraggiata anche la partecipazione di studentesse e studenti di percorsi di alta formazione in cooperazione internazionale, economia e impatto sociale, tecnologie per lo sviluppo.

Registrazione

I posti in presenza sono limitati e saranno assegnati all’ordine di arrivo, fino a esaurimento.
La partecipazione all’evento è gratuita, previa registrazione a questo link: bit.ly/odi2023

Anche quest'anno l’area Ambiente di Fondazione Cariplo prosegue la sua attività di sostegno – attraverso sia un servizio di tutoring che con propri cofinanziamenti – di progettualità da candidare sulle call europee. Mercoledì 24 maggio 2023, 10.00 – 12.30 si terrà quindi un incontro formativo che ha l'obiettivo di rendere più conosciuta questa opportunità e stimolare la presentazione di proposte progettuali nel territorio in cui opera la Fondazione.

Programma

  • Ore 09.45 Accoglienza
  • Ore 10.00 Paolo Siccardi – Area Ambiente Fondazione Cariplo Introduzione e presentazione dello strumento “Cofinanziamento di Progetti europei”
  • Ore 10.20 Angelo Salsi – ex Capo Dipartimento Commissione Europea Il programma LIFE della Commissione Europea. Una lunga storia
  • Ore 10.45 Federico Benvenuti – LIFE NCP Italia – MASE  Il programma LIFE 2021-2027 e gli Inviti a presentare proposte di azioni per l’annualità 2023
  • Ore 11.00 Paolo PiovaniIl processo di valutazione dei progetti LIFE: consigli su come scrivere un buon progetto ed errori più comuni da evitare
  • Ore 11.40 Massimo Soldarini – Responsabile Ufficio Volontariato, Bilancio sociale, Progetti della Lipu – BirdLife Italia;
    Sara Barbieri – Ufficio Sostenibilità Ambientale della Provincia di Varese Condivisione di esperienze per una buona partenza: il partenariato
  • Ore 12.15 Q&A

Maggiori informazioni sullo strumento “cofinanziamento di progetti europei

Dieci giorni di show, performance, incontri e focus sul ruolo e sull'importanza delle arti performative, di visite ai musei e alle eccellenze del territorio per oltre tremila studenti coinvolti e 80 istituti scolastici: è pronta a partire con numeri da capogiro la nuova edizione di LAIVin ACTION, festival realizzato dall’Associazione Culturale ILINX (capofila della manifestazione per l’edizione 2023) in collaborazione con Associazione Etre e Cooperativa Alchemilla. A essere presentati saranno gli esiti del Progetto LAIVin, laboratori delle arti interpretative dal vivo, di Fondazione Cariplo che negli anni ha coinvolto quasi 40mila studenti, 2000 docenti e oltre 300 scuole.

Dopo una fortunata edizione 2022 nella suggestiva cornice del Parco dell'Idroscalo di Milano (Segrate) – seguita all’annullamento nel 2020 per pandemia e all’edizione digitale del 2021 – torna da lunedì 22 a mercoledì 31 maggio nella sua dimensione dal vivo nella storica e attivissima Treviglio, proprio nell’anno di celebrazione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, coinvolgendo oltre tremila studenti e studentesse delle ottantacinque scuole secondarie di secondo grado della Lombardia e delle province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola beneficiarie del contributo di Fondazione Cariplo sui Bandi LAIVin 2021 e 2022. I palcoscenici che ospiteranno LAIVin saranno TNT Teatro Nuovo Treviglio e il Teatro Filodrammatici, entrambi situati nel centro storico della città. Non mancheranno gli spazi laboratoriali (Spazio Hub e Auditorium della Biblioteca Civica) animati da Atelier Musamatta e MensCorpore, realtà attive sul territorio trevigliese, e dal rapper Diamante.

Questa edizione si pregia di un rapporto virtuoso con l'Amministrazione Comunale di Treviglio e con il territorio, in particolar modo con gli enti culturali e con quelli commerciali con cui sono state attivate convenzioni per arricchire l’offerta festivaliera.

Il programma 

Dal 22 maggio (a partire dalle 9.30 e fino alle 18.30 circa, tutti i giorni tranne la domenica) negli spazi del Teatro Nuovo e del Teatro Filodrammatici di Treviglio si susseguiranno gli estratti dei laboratori (della durata massima di venti minuti) delle 83 scuole secondarie di secondo grado della Lombardia e delle province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola che hanno partecipato al progetto LAIVin di Fondazione Cariplo nell’anno scolastico 2022/2023.

Venerdì 26 maggio presso lo Spazio Hub (alle ore 15) si terrà un incontro pubblico alla presenza delle istituzioni (accesso gratuito con prenotazione obbligatoria scrivendo a info@progettolaivin.it, posti limitati) e dei ragazzi e delle ragazze partecipanti ai laboratori, una tavola rotonda per riflettere sul valore dei giovani nella società e sulle possibilità che sono loro offerte o che loro stessi fanno accadere per creare cultura. Gli ospiti presenti e gli studenti invitati racconteranno le proprie esperienze, guidati da Stefano Laffi, economista e sociologo di formazione (già docente di sociologia urbana presso l’Università Bicocca, di metodologia della ricerca sociale presso l’Università Cattolica e al Politecnico di Milano).

Tante le performance di professionisti a cui i partecipanti al festival e il pubblico cittadino potranno assistere. Ad alternarsi (tutti i giorni, a metà e in conclusione di giornata del Festival LAIVin) saranno Marta Zoboli (stand up comedian), i Bonora Brothers + Tia Airoldi e Marco Gilioli (musica e live painting), il poetry slam di Alessandra Racca e del suo gruppo e la Compagnia dei Minimi, composta da ex studenti del Liceo Galilei di Caravaggio.

I Bonora Brothers, gruppo di artisti calligrafi, illustratori e musicisti, tornano dopo il successo del 2022 con una performance musicale–visiva dove la vena originale folk-blues del cantautore Tia Airoldi si fonde con la maestria dei tratti di illustrazione e la calligrafia dei fratelli Stefano e Mattia Bonora. Un concerto in divenire che segue l'ispirazione del momento per variare da caldi e polverosi brani di matrice new blues a dolci ballate folk, senza tralasciare momenti psichedelici e sperimentali in cui parole, canzoni e arti visive si incontrano per farsi atmosfera.

Per la prima volta a LAIVin si esibirà Marta Zoboli, attrice comica divenuta nota grazie al programma Zelig Off a cui ha partecipato nel 2010 in coppia con Gianluca De Angelis, con cui ha condiviso un interessante percorso artistico nel palinsesto di Comedy Central. Dal 2014 al 2018 Marta ha lavorato come inviata per il programma Caterpillar di Radio 2. Al cinema ha fatto parte del cast di Tutte lo vogliono, commedia con Enrico Brignano. Con Gianluca De Angelis ha lavorato come attrice comica in spettacoli di cabaret di cui è co-autrice; il loro ultimo spettacolo comico, Strapazzami di coccole, è stato trasmesso da Comedy Central.

E ancora, spazio al poetry slam con Alessandra Racca, torinese, conosciuta sul palco e sul web come la “Signora dei calzini”, nel direttivo della Lega Italiana Poetry Slam, selezionata nel 2017 per il progetto europeo “La poesìa anda por las calles” per la costruzione di uno “spettacolo in quattro lingue” sulla poesia. Tiene corsi di scrittura creativa utilizzando il linguaggio poetico e la voglia di giocare con le parole. Ha pubblicato con Neo Edizioni le raccolte Poesie antirughe (2011), L’amore non si cura con la Citrosodina (2013), Consigli di volo per bipedi pesanti (2016). Il suo libro d’esordio è Nostra Signora dei Calzini.

Parteciperà ai momenti di apertura al pubblico anche la Compagnia dei Minimi, composta da ex studenti del Liceo Statale Galileo Galilei di Caravaggio, in provincia di Bergamo.

Il programma completo è disponibile su https://progettolaivin.it/laivin-action-2023/

La Commissione Centrale di Beneficenza si è riunita oggi ed ha nominato gli organi che guideranno Fondazione Cariplo nei prossimi quattro anni.

Giovanni Azzone è stato eletto, all’unanimità, nuovo presidente di Fondazione Cariplo; Claudia Sorlini e Valeria Negrini sono state nominate vicepresidenti, carica che ricoprivano anche nel precedente mandato.

Nella stessa seduta i membri della Commissione Centrale di Beneficenza, costituita dai 28 componenti indicati il 28 aprile, hanno completato anche la formazione del Consiglio di Amministrazione; oltre al presidente ed alle due vicepresidenti, sono stati indicati consiglieri Enrico Lironi, Davide Maggi (questi due confermati rispetto al mandato precedente), Renata Codello ed Emanuele Carluccio. Del Collegio Sindacale faranno parte Massimo Parrinello, Laura Acquadro ed Andrea Bignami. Avviata anche la fase di costituzione delle sottocommissioni consultive (ambiente, arte cultura, ricerca, servizi alla persona e gestione del patrimonio) che si completerà nelle successive settimane, per iniziare i lavori di impostazione strategica delle attività dei prossimi anni.

Alla Commissione Centrale di Beneficenza, da oggi pienamente insediata, spetterà il compito di dettare le linee programmatiche e strategiche dell'attività filantropica, presidiare i criteri per la gestione del patrimonio, scegliere i focus delle tematiche a cui dedicare attenzione nei quattro settori rilevanti di intervento: ambiente, arte e cultura, ricerca scientifica e servizi alla persona.

Il Consiglio di Amministrazione avrà invece il compito della gestione e dell'operatività; delibera i contributi che vengono assegnati ai progetti degli enti no profit al termine della procedura di valutazione a partire dai bandi o da altre modalità con cui le organizzazioni del terzo settore possono presentare le loro proposte chiedendo il sostegno alla Fondazione.

La Commissione Centrale di Beneficienza ed il Consiglio di Amministrazione saranno supportati dalla struttura organizzativa dalla Fondazione, alla cui direzione è stato recentemente confermato come Direttore Generale Sergio Urbani, affiancato da Francesco Pierotti Vicedirettore Generale.

Giovanni Azzone è il quinto presidente della storia di Fondazione Cariplo. Prima di lui si sono succeduti: Roberto Mazzotta dal dicembre 1991 al febbraio 1996; Ottorino Beltrami, dal marzo 1996 al febbraio 1997; Giuseppe Guzzetti, dal 5 febbraio 1997 a maggio 2019; Giovanni Fosti da maggio 2019 ad oggi.

Chi è Giovanni Azzone

Originario di Milano, 61 anni, il professor Azzone ha insegnato Impresa e decisioni strategiche al Politecnico di Milano, di cui è stato rettore dal 2010 al 2016. Ha ricoperto, e ricopre, numerosi incarichi, per istituzioni, aziende ed enti non profit.

È Presidente di IFOM, l’istituto di ricerca sull’oncologia molecolare di Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro. E’ consigliere di amministrazione del Conservatorio di Milano. E' membro del Comitato Etico di AssoCunsult-Confindustria. Tra le altre cose, è stato consigliere di amministrazione alla Triennale di Milano e per Airc, l'Associazione per la Ricerca sul Cancro; ha ricoperto diversi incarichi per la Presidenza del Consiglio dei ministri, per il Ministero dell'economia e delle finanze, per l'ISTAT e per la Regione Lombardia. È stato anche Presidente della Fondazione Comunitaria di Milano, presidio filantropico sulla città promosso da Fondazione Cariplo nel 2018. Ha fatto parte del Comitato di Indirizzo della Fondazione B.E.I.C., in rappresentanza del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

Giovanni Azzone ha svolto e svolge attività di ricerca nel campo dell’analisi organizzativa, del controllo di gestione e del reporting in imprese industriali e Pubbliche Amministrazioni, con particolare riferimento agli aspetti connessi alla sostenibilità, con numerose monografie e decine di articoli su riviste, anche internazionali. Nelle sue analisi, legate all’utilizzo e approfondimento dei dati,  rientrano anche quelle legate agli ambiti di intervento della fondazione: tra questi il welfare di precisione, i servizi pubblici di fronte ai nuovi bisogni emergenti, dovuti anche agli andamenti demografici (ad esempio per l’innalzamento dell’età media delle persone, con aumento significativo degli anziani e una riduzione del numero dei giovani); oggetto di suoi approfondimenti anche le potenzialità delle infrastrutture per lo sviluppo delle città, alla luce delle opportunità offerte dalla digitalizzazione e dei cosiddetti "big data”; attento osservatore dei territori si è concentrato sulle vulnerabilità di quelli italiani con un’analisi dei fattori che ne determinano la resilienza: la coesione sociale, la sostenibilità ambientale, la sicurezza territoriale, la solidità economica.

“È davvero un grande onore, e una grande responsabilità, per me essere qui oggi. Non è una frase di circostanza. Ringrazio i componenti della nuova Commissione Centrale di Beneficenza per la fiducia che hanno riposto in me e il presidente Giovanni Fosti, che ha guidato la Fondazione con grande competenza in uno dei periodi più difficili della nostra storia recente;ha commentato il neo presidente Giovanni AzzoneFondazione Cariplo è un’istituzione che in questi più di 30 anni, con la sua azione e il suo metodo rigoroso ha realizzato una filantropia moderna, al passo coi tempi, con uno sguardo doveroso ai nostri territori e, al tempo stesso, un confronto a livello internazionale. Continueremo nel solco di questa azione, lavorando per rafforzare le nostre comunità, sostenendo lo sviluppo dei territori e la riduzione delle disuguaglianze, insieme alle istituzioni e grazie alle competenze dei membri dei board e del management. Siamo di fronte a sfide nuove e complesse, che richiedono di operare in modo tempestivo e coordinato, come già Fondazione Cariplo ha saputo fare durante l’emergenza pandemica. In questa sfida possiamo contare sulla formidabile passione e competenza che le persone che lavorano per gli enti del Terzo Settore mettono in campo ogni giorno; gli operatori delle organizzazioni non profit, i volontari, sono fondamentali per la realizzazione dei progetti e la tenuta delle nostre comunità”.

"Desidero esprimere grande soddisfazione per le scelte compiute oggi dai nuovi Organi della Fondazione che hanno nominato il professor Giovanni Azzone nuovo Presidente di Fondazione Cariplo. A lui e ai membri della Commissione Centrale di Beneficenza, al Consiglio di Amministrazione, al Collegio Sindacale e alla Direzione Generale vanno le mie più sincere congratulazioni e il mio augurio di buon lavoro. Sono certo che nei prossimi anni la nuova governance saprà consolidare la Fondazione nella sua capacità di generare occasioni di crescita per le persone e i territori, continuando a investire su quell’infrastruttura sociale che rafforza le comunità e porta più opportunità dove ce ne sono meno.” ha dichiarato il presidente uscente, Giovanni Fosti

Sono 17 i progetti selezionati nell’ambito del Bando welfare in ageing, un nuovo attualissimo Bando di Fondazione Cariplo destinato a far fronte ai bisogni degli anziani e delle loro famiglie. La risposta del territorio ha superato le aspettative, sia in termini di quantità che di qualità dei progetti proposti tanto che Fondazione ha deciso di aumentare il budget a disposizione portandolo da 5,5 a 8,5 milioni di euro.

Fondazione Cariplo, in linea con un impegno decennale nei confronti di questo target e con gli obiettivi strategici che guidano l’attività filantropica, ha selezionato  progetti per innovare, rafforzare e connettere i servizi a supporto delle persone anziane e delle famiglie attraverso la co-progettazione degli attori del territorio e il coinvolgimento della comunità. Grande eterogeneità delle iniziative proposte, sia in termini di tipologia di intervento, sia nella scelta del target di riferimento (che, da bando, poteva focalizzarsi sia sulla presa in carico di situazioni di fragilità, sia sul  bisogno conclamato e la non autosufficienza).

Trasversale, nei progetti finanziati, è stato lo sforzo di coinvolgere e attivare la comunità, non in modo estemporaneo bensì con interventi strutturati in affiancamento alle risposte dei servizi: volontari, medici di base, commercianti, farmacisti, istituti scolastici, amministratori di condominio… coinvolti nel ruolo di “antenne” e di intercettazione di bisogni inespressi, nel trasporto sociale, nel supporto domestico, nelle piccole manutenzioni delle abitazioni degli anziani, e, in particolare, nel contrasto all’isolamento e alla solitudine degli anziani, operando anche in chiave intergenerazionale.

I progetti selezionati

14 progetti si rivolgono agli anziani fragili e famiglie, con particolare attenzione alle situazioni emergenziali, dove maggiore è il senso di smarrimento e l’assenza di risposte tempestive (es Pronto Intervento Sociale). Gli interventi si focalizzano sull’intercettazione delle diverse forme di disagio e sull’orientamento delle famiglie, sulla presa in carico del bisogno in chiave evolutiva (intervenendo anche sul fronte del decadimento cognitivo) e sulla ricomposizione dell’offerta (più spesso accompagnata dall’utilizzo di piattaforme tecnologiche). Il potenziamento di servizi rivolti alla domiciliarità ha visto un diffuso ricorso alle nuove tecnologie (domotica, monitoraggio a distanza, telemedicina) e alla creazione di centri di coordinamento per l’offerta di servizi modulabili sulle esigenze dell’anziano. Alcuni progetti si sono sviluppati attorno alla creazione o al ripensamento di spazi dedicati ad anziani e/o caregiver (centri anziani «rivisitati», hub territoriali, sportelli di orientamento e presa in carico,..), in  connessione con il PNRR, nell’ottica di favorire una reale integrazione tra i nuovi dispositivi previsti (case di comunità, PUA, COT..) e il territorio circostante.

3 progetti specificamente dedicati al tema demenze e Alzheimer rivolti all’ integrazione dei livelli socio-sanitario e sociale di presa in carico, grazie alla messa in campo di équipe multidisciplinari o case manager e alla creazione di database condivisi tra i diversi attori coinvolti. Gli interventi di supporto previsti sono dedicati non solo agli anziani ma anche ai caregiver (gruppi di mutuo aiuto e supporto psicologico, Alzheimer Cafè, interventi di sollievo, formazione).

“Attraverso questi progetti vogliamo sostenere una risposta di comunità a un problema che riguarda un numero sempre più ampio di persone e di famiglie che si trovano a fronteggiare carichi di cura nuovi e complessi. Le proposte arrivate dal territorio hanno portato alla luce iniziative diverse ma tutte capaci di connettere in modo trasversale i soggetti del territorio e del sistema locale. Abbiamo quindi deciso di aumentare la dotazione di risorse, fino a 8,5 milioni di euro, e di investire nel rafforzamento di quella che è un’infrastruttura di legame dentro la comunità.” Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo

 

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