Fondazione ISMU ETS stima che al 1° gennaio 2022 gli stranieri presenti in Italia siano poco più di 6 milioni1, 88mila in più rispetto alla stessa data del 2021. Il bilancio demografico mostra una moderata ripresa della crescita della popolazione straniera in Italia. Diminuisce invece la componente irregolare, che si attesta sulle 506mila unità, contro le 519mila dell'anno precedente (-2,5%). Il calo degli irregolari è dovuto principalmente all’avanzamento delle pratiche relative alla sanatoria 2020. Il 2021 segna un significativo aumento di nuovi permessi di soggiorno (circa 242mila, +127% rispetto all'anno precedente). Sul fronte lavorativo, nel 2021 assistiamo a una crescita sia del tasso di attività degli stranieri sia del tasso di occupazione. Non migliorano invece i dati sulla povertà: nel 2021 quella assoluta interessa il 30,6% delle famiglie di soli stranieri, quasi quattro punti percentuali in più rispetto al dato rilevato nel 2020. Inoltre si osserva che l'alta incidenza di famiglie immigrate in condizioni di povertà assoluta e relativa, anche tra gli stranieri regolarmente occupati, è la spia del diffondersi del lavoro "povero", non più in grado di generare integrazione, ma che anzi produce disagio sociale. Le numerose criticità che caratterizzano il mercato del lavoro degli immigrati evidenziano la necessità di una nuova governance dei processi migratori e di inclusione (oggetto di analisi del Libro bianco sul governo delle migrazioni elaborato da ISMU).

Sul fronte scolastico, nell'anno 2020/2021, per la prima volta da circa 40 anni si registra una diminuzione del numero degli alunni con background migratorio (sono circa 865mila, con una flessione di 11.413 rispetto al precedente anno scolastico). Si segnala inoltre che i nati in Italia rappresentano il 66,7% degli alunni con cittadinanza non italiana.

Per quanto riguarda le confessioni religiose, ISMU stima che al 1° luglio 2022 i cristiani nel loro complesso rappresentino la maggioranza assoluta (53,1%) tra gli stranieri residenti in Italia, con una presenza di immigrati cattolici che si attesta al 17,1% (i musulmani sono il 29,4%).

Sono questi alcuni dei principali dati del XXVIII Rapporto sulle migrazioni 2022 elaborato da Fondazione ISMU ETS (Iniziative e Studi sulla Multietnicità) presentato all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. L'evento può essere rivisto sul canale YouTube e sulla pagina Facebook di ISMU.

Alla presentazione, realizzata in collaborazione con Fondazione Cariplo e moderata dalla giornalista del Corriere della Sera, Marta Serafini, hanno partecipato: Franco Anelli, Rettore Università Cattolica del Sacro Cuore; Valeria Negrini, Vicepresidente Fondazione Cariplo; Gian Carlo Blangiardo, Presidente Fondazione ISMU; Vincenzo Cesareo, Segretario Generale Fondazione ISMU; Livia Elisa Ortensi, Responsabile Settore Statistica Fondazione ISMU; Marcello Flores, Storico.  A chiusura del convegno la tavola rotonda su “Migrazioni, donne e libertà” con gli interventi di Samirà Ardalani, Rappresentante Associazione Giovani Iraniani Residenti in Italia; Laura Silvia Battaglia, Direttore Testate Scuola di giornalismo Università Cattolica del Sacro Cuore; Yaryna Grusha Possamai, Scrittrice e docente di Lingua e Letteratura ucraina Università Statale di Milano; Mariagrazia Santagati,  Responsabile Settore Educazione ISMU e docente Università Cattolica del Sacro Cuore.

Nel corso del convegno è stato assegnato il riconoscimento Fondazione Cariplo – Fondazione ISMU ETS 2023 a Pinda Kida, stilista di origini maliane e testimonial dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, che presenta la sua nuova collezione di abiti femminili, “per il suo impegno nel contrastare il razzismo, la xenofobia e le discriminazioni multiple attraverso la sua creatività e il suo lavoro”.


[1]    Valori revisionati sulla base delle successive revisioni Istat post censimento 2018.

Va'Sentiero   Locandina   634x634

Da nord a sud, dal Friuli Venezia Giulia alla Sardegna. Un gruppo di 7 giovani esploratori ha percorso le Terre Alte d’Italia alla scoperta della bellezza e dell’autenticità dei luoghi, delle persone e delle tradizioni che vivono le nostre montagne. Un viaggio emozionante fatto di paesaggi e di storie umane che approda nelle sale di Triennale Milano dal 15 marzo al 7 aprile con la mostra “Va’ Sentiero – Uno sguardo lungo 8.000 km”, organizzata dall’Associazione Va’ Sentiero con il contributo di Fondazione Cariplo. La riscoperta delle Terre alte e delle aree interne e la loro tutela e valorizzazione rappresentano la visione che Fondazione Cariplo condivide con Va’ Sentiero: da qui il sostegno a questo importante progetto fin dal suo inizio nel 2019, e oggi alla mostra fotografica presso la Triennale di Milano.

Valorizzare il Sentiero Italia, portando sempre più persone a percorrerne il tragitto, significa attivare un circolo virtuoso di promozione dei territori toccati dal percorso, con ricadute economiche che potranno derivare da questo tipo di turismo lento.

Temi cari alla Fondazione e presenti nel suo operato (es. promozione del cicloturismo, resilienza dei territori, green jobs), ma soprattutto in AttivAree, un programma (2016 – 2020) dedicato alle aree interne: nelle Valli Trompia e Sabbia in provincia di Brescia e nell’Oltrepò Pavese sono state realizzate iniziative di sviluppo territoriale sostenibile, facendo leva sulle risorse delle comunità e valorizzando il patrimonio ambientale e culturale locali. Turismo, agricoltura, riqualificazione dei luoghi, ricerca scientifica, welfare sono i principali settori in cui sono stati realizzati gli interventi.

 

La rinascita dei territori: le azioni di AttivAree nelle Valli Trompia e Sabbia e nell’Oltrepò Pavese

Con AttivAree, la Fondazione ha voluto contribuire a diminuire le diseguaglianze territoriali in termini di accesso ai servizi e opportunità tra aree interne e centri urbani, mettendo in risalto il ruolo del Terzo Settore e dei giovani come attori chiave di un possibile cambiamento.

La pandemia ha colpito duramente i nostri territori dal punto di vista sanitario, economico e sociale: i dati Istat indicano che nel 2021 si sono trovate in una condizione di povertà assoluta poco più di 1,9 milioni di famiglie e circa 5,6 milioni di persone; l’incidenza della povertà relativa è salita all’11,1% e le famiglie sotto la soglia sono circa 2,9 milioni.

L’aggressione militare della Russia nei confronti dell’Ucraina ha innescato una crisi globale, causa del rialzo dei prezzi di energia, materie prime e beni essenziali, del peggioramento delle condizioni di vita di persone e famiglie vulnerabili e del rischio di scivolamento nell’area della povertà da parte di nuovi nuclei familiari. Le ripercussioni in ambito educativo e culturale sono evidenti: le bambine e i bambini appartenenti a famiglie svantaggiate non hanno la possibilità di accedere all’offerta culturale presente sul territorio, persino a quella “a bassa soglia”, e ciò non fa che alimentare le sperequazioni.

L’Area Arte e Cultura di Fondazione Cariplo ripropone il bando Alla scoperta della cultura attivato nell’ambito dell’obiettivo strategico dedicato al Contrasto alla Povertà. L’iniziativa intende mitigare le situazioni di povertà educativa favorendo la collaborazione tra le istituzioni impegnate nella valorizzazione del patrimonio culturale e le reti locali di supporto attive in ambito socioeducativo.

Il bando è rivolto a organizzazioni private non profit attive nel campo della promozione e valorizzazione della cultura verso le fasce giovani e giovanissime della popolazione, con l’obiettivo di avvicinare le bambine e i bambini ai luoghi della cultura e della comunità, simbolo dell’identità e della storia del territorio in cui vivono.

I progetti candidati dovranno dunque rivolgersi alla fascia di età 6-11 anni, con particolare attenzione alle bambine e ai bambini appartenenti a famiglie vulnerabili, e dovranno declinare concretamente e sinergicamente tre elementi chiave:

  1. Luoghi della cultura: costruire percorsi di scoperta del territorio, prevedendo visite a numerosi luoghi della cultura e della comunità, individuati per valore artistico, storico e simbolico, contestualizzandone la conoscenza, valorizzando la relazione con il vissuto dei partecipanti e prestando particolare attenzione alle nuove risorse culturali portate dai flussi migratori;
  2. Partecipazione attiva: stimolare l’immaginazione e la creatività delle bambine e dei bambini, rendendoli protagonisti nella comprensione del presente;
  3. Rete di soggetti coinvolti: prevedere la collaborazione con gli enti gestori dei luoghi della cultura prescelti e con le scuole e/o con gli enti del terzo settore che gestiscano oratori, doposcuola, centri aggregativi, centri sportivi ecc. nel territorio di intervento.

Saranno particolarmente apprezzate le proposte che interessino le aree marginali del territorio di riferimento della Fondazione o le periferie dei grandi centri urbani, meno servite dal punto di vista culturale.

Il budget a disposizione è pari a 1.500.000 di Euro. La richiesta complessiva di contributo non può essere superiore al 75% dei costi totali dell’iniziativa e, in ogni caso, non superiore a 50.000 €.

Visita la sezione dedicata ai bandi di Fondazione Cariplo e scarica il testo del bando. "Alla scoperta della cultura" prevede un’unica scadenza nel 2023: il 24 maggio ore 17:00.

Il modulo online per la presentazione delle richieste di contributo sarà disponibile dal 10 marzo.

Per rispondere al progressivo impoverimento delle famiglie causato dalle crisi economiche degli ultimi anni, Fondazione Cariplo, Fondazione Peppino Vismara e il Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo hanno attivato, a partire dal 2021, una linea di azione finalizzata al sostegno di progetti di contrasto alla povertà in Lombardia e nelle province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola. Le tre Istituzioni hanno messo a disposizione oltre 11 milioni di euro (di cui 6,2 milioni da Fondazione Cariplo, 3,3 milioni dal Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo e 1,65 milioni da Fondazione Peppino Vismara) per avviare, in stretta collaborazione con le Fondazioni di Comunità, processi di co-progettazione territoriale in grado di offrire risposte coordinate ai bisogni delle persone in condizione di vulnerabilità.

All’interno di questo percorso, le Fondazioni di Comunità hanno assunto il compito di sollecitare l’attivazione dei rispettivi territori di riferimento, occupandosi di intercettare le istanze locali e aggregare tra loro soggetti pubblici, privati e del privato sociale, con l’obiettivo di progettare e realizzare interventi calibrati sulle necessità reali delle persone e delle famiglie.

I progetti elaborati in questo percorso di progettazione condivisa puntano a ridurre la vulnerabilità delle persone e delle famiglie, con una particolare attenzione ai nuclei familiari con figli minori e a quelli non ancora supportati dai servizi del territorio. Gli interventi affrontano la povertà economica nelle sue molteplici accezioni – alimentare, lavorativa, abitativa – e prevedono azioni strutturate e di medio-lungo periodo mirate a consentire la fuoriuscita da situazioni di bisogno e interventi di tipo emergenziale per far fronte alle necessità più urgenti (ad esempio, tramite contributi economici a fondo perduto per il pagamento delle bollette e di altre spese che possono gravare sul bilancio familiare).

La prima tranche di 22 progetti selezionati garantisce contributi per oltre 7 milioni di euro ai territori di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lodi, Mantova, Milano città, Nord Milano, Pavia, Sondrio, Ticino Olona e Varese, per sostenere interventi di sistema realizzati dalle reti di soggetti pubblici e del privato sociale che ogni Fondazione di Comunità ha accompagnato e coordinato in fase di progettazione.  

Nelle province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola l’emersione delle reti e l’elaborazione di progetti di contrasto alla povertà sono avvenute nell’ambito del bando “Reti territoriali contro la povertà”. Il bando ha permesso di selezionare 5 progetti che saranno realizzati nelle due province piemontesi che rientrano nel territorio di competenza di Fondazione Cariplo, e che beneficeranno di contributi complessivi pari a € 399.000 per la provincia di Novara e € 453.000 per il Verbano-Cusio-Ossola.

Il quadro degli interventi a contrasto alla povertà si completa con le iniziative, avviate già nel 2021, nei territori di riferimento delle Fondazioni di Comunità di Monza e Brianza e di Lecco, a cui sono stati concessi contributi a incremento dei rispettivi fondi “Contrasto alle nuove povertà” e “Aiutiamoci nel Lavoro” che, attraverso i Comitati di Gestione, prevedono l’attivazione di un’ampia e qualificata rete di soggetti del territorio.

La lotta alla povertà è uno degli obiettivi strategici che indirizzeranno l’attività filantropica di Fondazione Cariplo nel 2023. Anche il tema delle partnership è sempre più strategico per intraprendere azioni che facciano convergere know-how e risorse verso finalità comuni. In questa cornice vanno inquadrate alcune scelte per l’anno in corso:

  • è previsto un ulteriore impegno di 2,5 milioni di euro, a cui si aggiungerà 1 milione di euro di Fondazione Peppino Vismara, per il Programma QuBì, finalizzato al contrasto della povertà minorile nella città di Milano;
  • per affrontare la povertà educativa, Fondazione Cariplo ha destinato oltre 11 milioni di euro al “Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile”, nato nel 2016 dall’alleanza tra Fondazioni di origine bancaria, Terzo Settore e Governo con l’obiettivo di supportare progetti educativi a favore di bambini e ragazzi in condizione di fragilità;
  • 13,4 milioni di euro andranno al “Fondo per la Repubblica digitale”, frutto di una nuova partnership tra Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Ministero dell’economia e delle finanze ed ACRI (l’associazione delle Fondazioni di origine bancaria) per sostenere progetti rivolti alla formazione e all’inclusione digitale;
  • circa 20 milioni di euro saranno assegnati ai progetti realizzati in collaborazione con le 16 Fondazioni di comunità operanti in Lombardia.

“Attraverso la co-progettazione vogliamo contrastare la povertà e allo stesso tempo rafforzare la capacità dei soggetti del territorio di lavorare insieme su obbiettivi condivisi. Questo è sempre più necessario per rispondere ai bisogni delle persone e delle comunità, che esprimono problematiche differenziate che vanno lette e intercettate sempre più “da vicino”. Le progettualità finanziate in questa prima tranche sono molto diverse tra loro proprio perché nascono da una combinazione di bisogni e di risorse attorno alle povertà che il singolo territorio ritiene oggi più urgenti. Per sostenere e rafforzare questa rete, che diventa una vera e propria infrastruttura sociale del territorio, è determinante la convergenza di altri attori istituzionali, che come Intesa Sanpaolo e Fondazione Peppino Vismara, riconoscano questo come un investimento cruciale per il Paese.” Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo

“Intesa Sanpaolo con il proprio Fondo di Beneficenza sostiene la linea di intervento Co-progettazione territoriale in piena sintonia con la Fondazione Cariplo e la Fondazione Peppino Vismara per il contrasto alla povertà. In un contesto in cui il divario sociale continua ad ampliarsi il Fondo fornisce un apporto determinante al raggiungimento degli obiettivi sociali del Piano di Impresa 2022-2025 del Gruppo per contribuire al contrasto dei problemi legati alle situazioni di fragilità e alle disuguaglianze”Gian Maria Gros-Pietro, Presidente Intesa Sanpaolo

Sono sette i Progetti Emblematici 2022 selezionati da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia per la provincia di Pavia, iniziative di altissimo valore sociale a cui sono destinati complessivamente 8 milioni di euro, 5 milioni di euro messi a disposizione da Fondazione Cariplo, altri 3 milioni da Regione Lombardia.

Il territorio pavese potrà così avvalersi di sette nuovi progetti che puntano ad affrontare problemi alcuni problemi del territorio, e a sperimentare politiche innovative in campo sociale, culturale, ambientale, scientifico ed economico.

Ogni anno Fondazione Cariplo destina a tre territori provinciali la somma € 5.000.000 per il sostegno di iniziative che hanno le caratteristiche di Interventi Emblematici. Regione Lombardia, a sua volta, attiva risorse con lo stesso fine. Fondamentale il supporto della Fondazione comunitaria, antenna dei bisogni del territorio, che ha contribuito alla selezione dei progetti maggiormente rispondenti alle necessità locali.

Lo sguardo sul futuro passa anche attraverso le possibilità che il territorio ha a disposizione per immaginare e progettare interventi concreti. Tramite gli Interventi Emblematici Fondazione Cariplo vuole offrire un’occasione importante per rendere possibile la nascita di nuovi progetti che rispondo ai bisogni delle persone e alle vocazioni del territorio, sostenendo una visione costruttiva sul domani” Giovanni Fosti, Presidente di Fondazione Cariplo

Ancora una volta Regione Lombardia e Fondazione Cariplo confermano grande attenzione per quanto viene proposto dal territorio. La provincia di Pavia merita tutta l’attenzione che le viene data con il sostegno a sette ‘Progetti Emblematici’ che assumono una rilevanza trasversale che va dalla cultura al sociale passando per la sostenibilità dell’ambiente. Tutti temi che, in questi cinque anni, sono stati al centro della nostra azione regionale di governo”. Attilio Fontana, Presidente Regione Lombardia

Anche in questa occasione il territorio di Pavia ha dimostrato grande vivacità nel mobilitarsi, proponendo idee e progetti in linea con l’obiettivo del bando che rappresentano iniziative di valore, ben costruite, coerenti con la mission della nostra Fondazione e condivise dalle comunità locali. E’ stato premiato e valorizzato l’intero territorio della provincia di Pavia con progetti caratterizzati da vocazioni diverse ma uguali nell’impegno e nell’obiettivo di lasciare un segno tangibile nelle nostre comunità”. Pietro Previtali, membro Commissione Centrale di Beneficenza di Fondazione Cariplo, rappresentante del territorio di Pavia

Sostenibilità, Cultura, Giovani e Lavoro, Innovazione Sociale sono solo alcuni degli ingredienti vincenti che testimoniano, ancora una volta, la capacità del nostro territorio di affrontare, grazie ad una visione chiara e condivisa, le sfide del futuro della provincia di Pavia. Il filo rosso che, pur nella diversità delle tematiche affrontante e dei soggetti proponenti, unisce questi progetti è rappresentato proprio dalla capacità di generare valore per le comunità locali e di far crescere quei fattori abilitanti necessari per lo sviluppo della provincia di Pavia. Un ringraziamento doveroso va, oltre a tutti i proponenti che hanno creduto e lavorato per la costruzione di interventi di altissimo profilo per la provincia di Pavia, alla Fondazione Cariplo e Regione Lombardia per la costante attenzione e l’incessabile azione a favore della provincia di Pavia ". Giovanni Palli, Presidente della Provincia di Pavia

Il contributo di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia a favore di questi sette progetti emblematici giunge in un momento particolare di difficoltà e consentirà di attivare iniziative capaci di generare un impatto positivo sulla qualità della vita delle persone e sulla promozione dello sviluppo culturale, economico e sociale del territorio. Siamo grati a Fondazione Cariplo che ancora una volta si è mostrata attenta ai bisogni della comunità pavese.” Giancarlo Albini, Presidente Fondazione Comunitaria della Provincia di Pavia Onlus

È online LaScala.Tv, la nuova piattaforma streaming del Teatro alla Scala. Da questa data è possibile registrarsi all’indirizzo www.lascala.tv e acquistare i biglietti per i titoli disponibili in catalogo e per la prima diretta, programmata per martedì 14 febbraio alle 19 con la trasmissione della rappresentazione de I Vespri siciliani di Verdi diretti da Fabio Luisi con Marina Rebeka, Piero Pretti e Luca Micheletti e la regia di Hugo de Ana

LaScala.Tv apre un nuovo canale di comunicazione diretto agli appassionati che già conoscono e frequentano il Teatro, che avranno l’occasione di tornare sugli spettacoli già visti, recuperare quelli persi e accedere a contenuti di approfondimento; al pubblico globale che per ragioni di distanza non sempre può raggiungere Milano ma desidera conoscere la programmazione e entrare nella famiglia scaligera; e ai giovani e alle Scuole che attraverso l’opera in video e i contenuti dedicati avranno strumenti per avvicinare con facilità e naturalezza un immenso patrimonio artistico che fa parte della storia e dell’identità collettiva del nostro Paese. Tra i titoli in diretta e in catalogo saranno infatti presenti anche spettacoli per i più piccoli e per le Scuole. È previsto inoltre l’avvio di un progetto pilota con diversi Istituti scolastici che potranno seguire un percorso di prove, spettacoli e approfondimenti collegandosi dalle loro sedi.

La diffusione nelle reti scolastiche dei contenuti educativi della piattaforma LaScalaTv è realizzata in collaborazione con la Fondazione Cariplo.

Intesa Sanpaolo è Sponsor Principale della Stagione del Teatro alla Scala ed affianca il Teatro anche in questo nuovo progetto diventando Sponsor Principale della piattaforma lascala.tv.

Fondazione Cariplo, il Teatro La Scala e la ScalaTV

La collaborazione tra Fondazione Cariplo e il Teatro La Scala ha una lunga storia: sostenitore istituzionale del Teatro dal 1997, la Fondazione riconosce ne La Scala non solo un luogo chiave della cultura, di valore nazionale e internazionale, ma soprattutto un luogo di creazione di senso e di rafforzamento per tutta la comunità. E il progetto la ScalaTv che porta la cultura anche verso i più giovani nelle scuole è un’intuizione nata da una visione comune”

“Da sempre Fondazione Cariplo sostiene l’attività del Teatro la Scala e, anche nei momenti più difficili di questi ultimi anni, non ha mai indietreggiato nell’investimento in cultura, riconoscendolo come elemento indispensabile per la vita delle persone e della comunità. Con La Scala TV questo impegno condiviso tra Fondazione Cariplo e Teatro La Scala si connota in modo ancora più chiaro grazie a una proposta culturale che esce dai propri confini per raggiungere i ragazzi lì dove si trovano, a partire dalla scuola.” Ha detto Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo

Fondazione Cariplo per la cultura: da oltre 30 anni Fondazione Cariplo si dedica alla filantropia attraverso le proprie risorse economiche, progettuali e professionali, per sostenere la realizzazione di progetti nell’ambito della cultura, dell’ambiente, della ricerca e del sociale, che abbiano come obbiettivo la crescita delle persone e l’interesse collettivo. Contrastare le disuguaglianze, specialmente sostenendo le fasce più fragili della popolazione, e promuovere la crescita economica e sociale del territorio costituiscono oggi i focus principali della sua missione.

Dal 1991 ad oggi sono stati sostenuti 38.632 progetti in Lombardia e nelle province piemontesi di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola per oltre 3,9 miliardi di euro di contributi a fondo perduto.

Con 624 progetti culturali sostenuti nel 2022 pari a oltre 31 milioni di euro erogati, Fondazione Cariplo lavora per valorizzare sia il patrimonio, sia la produzione culturale, non solo da un punto di vista artistico, ma anche di fruizione e incentivazione alla partecipazione, con particolare attenzione alle fasce sociali più fragili e ai giovani nelle scuole.

Nel 2023 per coinvolgere pubblici diversi in attività culturali verranno impegnati oltre 12 milioni di euro.

L'attività per le scuole

LaScalaTv apre nuove prospettive per la formazione musicale e culturale delle nuove generazioni, grazie anche alla storica collaborazione tra il Teatro e le scuole primarie e secondarie sempre ravvivata dal Servizio Promozione Culturale.

Il Servizio Promozione Culturale ha contattato oltre 200 scuole: le prime ad aderire saranno protagoniste di un “progetto pilota” con contenuti selezionati appositamente per gli studenti dei diversi ordini e gradi.

Le scuole che desiderano aderire al progetto possono scrivere a:

emanuela.spaccapietra@fondazionelascala.it – scuole primarie e secondarie di primo grado

roberto.bossi@fondazionelascala.it – scuole secondarie di secondo grado, accademie e conservatori

 

Da sempre Fondazione Cariplo concentra il proprio impegno verso la Scienza e la Ricerca scientifica: valori indispensabili che contribuiscono al raggiungimento degli attuali 9 Obiettivi strategici della Fondazione e che permettono la definizione di modelli di sviluppo socio – economico più inclusivi, circolari e sostenibili che possano supportare lo sviluppo di nuove policy.

In trent’anni di attività, la Fondazione ha contribuito a generare 6200 nuovi ricercatori e ricercatrici, 4225 pubblicazioni sulle più autorevoli riviste scientifiche e 68 brevetti depositati. Quasi la metà (il 46%) dei progetti di Ricerca ha visto il coinvolgimento delle donne.

In occasione della Giornata Internazionale delle ragazze e delle donne nella Scienza, vogliamo riportare alcune delle loro testimonianze per non dimenticare quanto il loro supporto sia fondamentale per il progresso e lo sviluppo nella Ricerca.

Storie di ricercatrici

Federica Bono – Laurea in biotecnologie mediche e dottorato in Neuroscienze, Università di Brescia

"Lavoro come ricercatrice presso la sezione di Farmacologia dell’Università di Brescia e mi occupo di malattie del sistema nervoso. Il lavoro del ricercatore è creativo, perché le idee vanno create, pensate e realizzate, il tutto condito da una buona dose di curiosità, motore che ci spinge a guardare sempre un passo in avanti. La strada è sempre in salita, per questo la determinazione è fondamentale: bisogna credere in quello che si fa ogni giorno, e superare le tante difficoltà con forza e determinazione.

Da piccola sognavo di fare l’astronauta. È andata un po’ diversamente…ma pur sempre di scienza si tratta!
Lo scopo della mia attività di ricerca è quello di contribuire alla comprensione del funzionamento del cervello in condizioni fisiologiche e patologiche e alla messa a punto di nuove strategie terapeutiche per le malattie – neurologiche e neuropsichiatriche – che colpiscono il sistema nervoso. Grazie al contributo di Fondazione Cariplo, la mia attività di ricerca è principalmente rivolta allo studio dei deficit cognitivi caratteristici di una buona percentuale di pazienti affetti da Sindrome di Noonan, una malattia genetica rara caratterizzata, oltre che da disordini neurologici, da difetti di crescita e difetti cardiaci congeniti. In particolare, scopo di questo progetto sarà indagare i meccanismi molecolari alla base dei difetti cognitivi associati alla Sindrome di Noonan con il fine di comprendere questo aspetto della malattia ma anche per identificare target molecolari per farmaci in grado di migliorare la sintomatologia cognitiva.

Investire in ricerca e formazione vuol dire investire nel futuro. Solo se si conosce si è in grado di avanzare, di curare, di cambiare. La ricerca è innovazione, è una nuova terapia, è una nuova strategia per superare una crisi economica. Dobbiamo credere nella ricerca e nel lavoro di milioni di ricercatori in tutto il mondo che dedicano la loro vita al progresso della conoscenza.

Giulia Fulvia Mancini – Prof. Fisica e Responsabile del Laboratorio di Ricerca per i Raggi X Ultraveloci e la Microscopia Elettronica, Università di Pavia

Laureata in Chimica Fisica presso l’Università di Pavia nel 2010, ha conseguito il dottorato di ricerca presso la Scuola Politecnica Federale di Losanna (EPFL) nel 2015, immediatamente seguito da un PostDoc presso JILA, Universita’ di Colorado-Boulder e NIST (USA). Dopo un periodo come Senior Research Associate tra EPFL e SwissFEL (Paul Scherrer Institute), ha deciso di re-investire l’esperienza maturata all’estero in Italia, dove è rientrata titolare di un ERC Starting Grant e un progetto di Fondazione Cariplo, che ha l’obiettivo di caratterizzare nanomateriali funzionali per applicazioni in opto-elettronica e nano-medicina tramite lo sviluppo di tecniche altamente innovative di microscopia ultraveloce. Dal 2021 è Associate Professor in Physics & Head of Research Laboratory for Ultrafast X-ray and Electron Microscopy.

"La mia attività di ricerca è incentrata sull’utilizzo di tecniche innovative di microscopia per studiare le relazioni tra la struttura microscopica dei nanomateriali e le corrispondenti proprietà funzionali per sviluppare materiali più efficienti, meno costosi e a ridotto impatto ambientale."

Elza Bontempi – Prof. Fondamenti chimici delle Tecnologie, Università di Brescia

"Sono una docente universitaria, ma mi piace anche definirmi una scienziata. Sono tra le 20 “Top Italian Women Scientists Natural & Environmental Sciences" e sono stata inserita nella lista delle “Unstoppable Women”, le 1000 donne che stanno cambiando l’Italia.
La carriera universitaria, però, è un percorso non facile da intraprendere per una donna, alla quale, per poter giungere ad alcuni traguardi, sono richiesti maggiori sforzi, impegno e dedizione, rispetto a colleghi di sesso maschile.

Lavoro nell’ambito dei fondamenti chimici delle tecnologie e la mia ricerca è rivolta ai materiali e alle tecnologie a ridotto impatto ambientale, secondo quelli che sono i principi dell’economia circolare e della simbiosi industriale. Infatti, come tutti abbiamo recentemente capito, anche a seguito delle recenti vicende geo-politiche, il modello economico tradizionale deve fare i conti con i problemi legati alla disponibilità, non solo di energia, ma anche materiali, alcuni dei quali considerati “critici”, cioè a rischio di approvvigionamento.
Io mi occupo di questo: recuperare materie prime, con tecnologie innovative. In particolare, all’Università degli Studi di Brescia, in collaborazione con l’Università di Reggio Calabria, abbiamo sviluppato una nuova metodologia di recupero di metalli strategici, basata sulle microonde, che è stata anche oggetto di un premio europeo.

Anche il mondo scientifico, come tutti gli altri ambiti della società, non è immune ai pregiudizi legati al genere. Basti pensare che in tutta l’Unione europea, a fronte di una media di circa 21 laureati STEM (cioè laureati in discipline scientifiche) ogni 1.000 giovani tra 20 e 29 anni, le laureate sono circa la metà rispetto ai colleghi di sesso maschile. La difficoltà delle scienziate trova la sua genesi nella formazione scolastica, dove ancora oggi preconcetti simili alla superstizione medievale, sembrano precludere le STEM alle giovani ragazze. Purtroppo questi preconcetti sono radicati anche in parte della popolazione femminile. Attraversare e superare questo limite educativo è quindi la sola e unica strada per ottenere una vera parità.
Eppure, in ambito di transizione ecologica ed economia circolare, in cui lavoro, uno studio condotto da FP Analytics nel 2020 ha messo in evidenza come le aziende con la più alta percentuale di donne nei CdA abbiano maggiore attitudine nel cercare di ridurre il consumo di energia e le emissioni di gas serra."

BIG (Borgo Intergenerazionale Greco) è un progetto di rigenerazione urbana che ha recuperato la storica Cascina Conti di Greco con 25 minialloggi, spazi e servizi condivisi. Offre abitazioni di qualità a basso costo* per giovani, studenti e lavoratori, genitori singoli con bambini, anziani autonomi. BIG è anche un servizio innovativo di accoglienza che facilita la collaborazione tra persone di diversa età, con bisogni differenti in relazione con il quartiere e la città. I giovani sono chiamati a “donare” 10 ore di volontariato per realizzare azioni di mutuo aiuto interno alla struttura di BiG e/o azioni di volontariato civico in collaborazione con le realtà del quartiere di Greco. ABCittà società cooperativa sociale è il gestore sociale di BiG e, grazie a una equipe multidisciplinare, si occupa del servizio residenziale, dell’accompagnamento sociale e della facilitazione all’intergenerazionalità.

BIG è un progetto sostenuto con 315.000 euro da Fondazione Cariplo nel bando Housing Sociale per persone fragili (bando senza scadenza), un bando nato dalla consapevolezza che la casa e l’abitare sono dimensioni fondamentali per la qualità della vita di ognuno di noi e lo sono ancora di più per le persone che affrontano una particolare fragilità, come chi sta cercando di riconquistare una piena autonomia (per esempio dopo percorsi di accoglienza protetti o partendo da condizioni di forte marginalità), chi vuole sperimentare le proprie possibilità di vita indipendente, o chi invece sta perdendo progressivamente la propria autosufficienza (una quota crescente di persone anziane) o ancora chi ha un’esigenza alloggiativa temporanea e vincoli di reddito). Attraverso questo Bando Fondazione Cariplo sceglie quindi di sostenere, con contributi a fondo perduto, l’avvio di nuovi interventi di abitare sociale, promossi da soggetti non-profit, capaci di rivolgersi in modo mirato alle categorie sociali più bisognose e di mobilitare e catalizzare risorse locali altrimenti non disponibili.

 

Le storie

Giacomo Galimberti, 25 anni: BIG mi ha permesso di sperimentare

"Sono arrivato a Big inizialmente spinto solo dal desiderio di iniziare a vivere da solo. Ero in una fase della vita in cui stavo cercando di capire che cosa volevo fare: avevo appena lasciato la facoltà di fisica e con i miei piccoli lavoretti non avrei mai potuto pagarmi un affitto a prezzi di mercato. Ho fatto il colloquio con i gestori di BIG in una giornata di sole, il contesto mi è piaciuto subito e nell’appartamento c’erano già i mobili, era perfetto per me: non avrei potuto nemmeno immaginare che per 600 euro comprensivi di elettricità e riscaldamento esistesse a Milano un appartamento così bello. Tre giorni dopo all’accettazione della domanda ero qui.

La dimensione dell’abitare solidale è stata una scoperta successiva che si è incastrata perfettamente non solo con i miei interessi, ero sempre stato scout e mi piaceva l’idea di condividere il mio tempo, ma anche con l’evoluzione del mio percorso. Anzi diciamo che è grazie a BIG che ho potuto prendere la seconda maturità in una scuola tecnica che era necessaria per accedere ai bandi come tecnico meccanico, il lavoro che nel frattempo ho scoperto di voler fare. Perché BIG da una parte mi ha garantito una tranquillità economica, dall’altra ha messo in moto tante cose dentro di me. Ho fatto un corso in una ciclofficina nel quartiere e adesso, nelle mie ore di volontariato, gestisco un laboratorio in cui insegno a riparare le bici agli abitanti di BIG ma anche del quartiere e lavoro anche alcune ore a settimana in un’azienda che produce biciclette. Quello che mi piace nel modo in cui è costruito il progetto di volontariato è che non è calato dall’alto ma affine agli interessi e alle passioni di ognuno di noi, immaginato insieme a noi.  

Tra un paio di mesi, se tutto va bene, dovrei iniziare a lavorare in un laboratorio di ricerca sui magneti superconduttori per acceleratori di particelle e per detector. A quel punto, se avrò la garanzia di uno stipendio fisso, lascerò il posto a chi ne ha bisogno. Ma BIG sarà sempre una tappa fondamentale della mia vita perché mi ha permesso di sperimentare, di individuare nuovi obiettivi e trovare il mio centro in un percorso di studi non lineare."

Viktory Oduagbon, 22 anni: BIG mi ha dato una famiglia

"Abito a Big dall’anno scorso insieme a Sonia, la mia bambina, veniamo da una comunità per madri e bambini. Sonia è nata a Milano cinque anni fa, pochi mesi dopo al mio arrivo in Italia dalla Nigeria. Sono sbarcata in Sicilia a 16 anni e dopo qualche mese ho provato a raggiungere la Francia, ma la polizia di frontiera ci ha sorpresi poco dopo il confine e rispediti in Italia, a piedi, dormendo per terra nei boschi, ed ero già incinta in quel momento.

In comunità mi hanno aiutato tanto con la bambina, ma c’erano regole rigide e non potevo scegliere né che cosa mangiare, né i nostri orari e molte altre cose. Quando le educatrici hanno visto che ero capace di occuparmi di me stessa e della mia bambina mi hanno proposto di venire a BIG. Ero così felice quando ho visto questo posto: il nostro bellissimo appartamento ma anche tutte le persone che ci sono qui. Siamo sei mamme e sei bambini e tutti sono sempre pronti a darci una mano quando abbiamo bisogno. E bisogno c’è perché io ora lavoro in una pizzeria e capitano spesso turni al di fuori dell’orario dell’asilo di Sonia. Ho trovato una famiglia, quella che mi manca perché ho lasciato la mia in Nigeria: cuciniamo e mangiamo insieme, trascorriamo il tempo insieme e insieme ai nostri figli. Qui quando ti manca qualcosa basta camminare dal civico 1 al 20 e l’hai trovata! Un uovo, una medicina, o un’amica con cui ascoltare un po’ di musica. Non sei mai sola.

Ho chiesto ai servizi di concedermi altri sei mesi a BIG perché ho fatto richiesta per una casa popolare e sono in attesa dell’assegnazione. Mi dispiacerà moltissimo andare via ma mi sento molto più forte e autonoma ora."

Rossella Bosetti, 65 anni: A BIG ho potuto ricominciare

"Un anno fa sono tornata in Italia dopo un’esperienza all’estero naufragata. Ero partita con il mio compagno di allora per il Sudamerica per iniziare insieme un’avventura imprenditoriale che non ha funzionato. Mi sono ritrovata a Milano senza un lavoro, senza una pensione, senza una casa. Le relazioni con i miei figli e con mia madre non erano facili, andavano ricostruite dopo due anni di assenza e io e il mio compagno ci eravamo lasciati. La città mi sembrava ostile e i prezzi non erano alla mia portata: volevo andare a vivere in campagna, stavo pensando a un eco villaggio perché mi piaceva l’idea della comunità quando mi sono imbattuta in BIG. Mi è sembrata subito un’oasi a cavallo tra la metropoli e la natura, l’appartamento era bellissimo, nuovo di pacca, con le travi a vista e mi sono subito innamorata anche del progetto.

Ero la più giovane del gruppo degli “anziani” ma ci siamo quasi subito integrati. Con le mamme anche si è creata subito una relazione, ci è venuto subito spontaneo dare una mano, non abbiamo nessun obbligo in questo senso perché agli abitanti over 65 anni non sono richieste le ore di volontariato, ma ci piaceva l’idea di metterci a disposizione. Adesso abbiamo un gruppo Whatsapp mamme-anziani-giovani che si chiama “BIG Mamas” per organizzare gli aiuti che si sono anche un po’ strutturati col tempo. Non facciamo solo babysitteraggio ma anche laboratori, gite. Nel frattempo mia mamma che viveva da sola a 90 anni è stata male, a BIG c’era ancora un appartamento libero e sono riuscita a farla venire qui. Mi conforta molto averla vicina e avere vicino tutte le persone del gruppo over.

BIG ha fatto succedere anche un’altra cosa: frequentavo “L’Alveare che dice sì”, il mercatino che si teneva qui e quest’estate mi è stato proposto di occuparmi della gestione. Quindi adesso ho anche un lavoro e posso mantenermi. Nel mio appartamento ho portato anche qualche mobile che testimonia gli altri pezzi della mia vita, qualcuno c’era, qualcuno l’ho comprato e mi parla di questa nuova fase che mi ha dato molta speranza perché non pensavo che a 65 anni avrei potuto ricominciare."

 

* La retta è diversificata in basa alla tipologia di alloggio/target e comprende sia vitto che alloggio (tranne per la ricettività temporanea):

• alloggi per l’autonomia dedicati ai nuclei familiari (madre/padre con minore) retta fissata a €82,89/giorno, a carico dell’ente inviante con una compartecipazione del nucleo in base all’ISEE (gratuito per ISEE fino a €17.000), come da delibera di Giunta Comunale n. 1314 del 28/07/2017;

• alloggi per l’autonomia residua per persone anziane retta fissata in €20 al giorno a carico dell’ente inviante con riferimento al Decreto di Giunta Regionale 8/11497 del 17 marzo 2010;

• alloggi per la ricettività temporanea, retta fissata in €15 a notte e €250 al mese per un posto nel bilocale (stanza doppia) e € 35 a notte e €350 al mese per il monolocale. Il costo è totalmente a carico dell’ospite, come da Delibera del Consiglio Comunale 42/2010.

Oltre 290 tonnellate di cibo recuperate nell’ultimo anno, cinque Hub contro lo spreco alimentare attivi con l’obiettivo di raggiungere tutti i quartieri e oltre 40 punti vendita di supermercati coinvolti, 35 enti del terzo settore che hanno beneficiato della raccolta di cibo in eccedenza e 103 scuole inserite nel progetto ‘Sacchetto Salvamerenda’ per educare i più piccoli a non sprecare il cibo.

Nel corso nel 2022 nei quattro Hub contro lo spreco alimentare attivi a Milano, l’ultimo dei quali inaugurato lo scorso settembre, sono state raccolte oltre 177 tonnellate da 12 insegne di supermercati, raggiungendo oltre 3500 famiglie (dati: Osservatorio Food Sustainability del Politecnico di Milano). A queste si aggiungono altre 120 tonnellate di eccedenze di cibo recuperate da Recup e Banco Alimentare della Lombardia, raccolte nel l’Hub Foody Zero sprechi (fonte dati: Università degli Studi di Milano), arrivando quindi a contare oltre 290 tonnellate di cibo recuperato nel corso del 2022.

L’iniziativa degli Hub di Quartiere avviata nel 2019 dal Comune di Milano insieme a Fondazione Cariplo, Assolombarda, Politecnico di Milano e Programma QuBì si basa principalmente sul recupero delle eccedenze alimentari da punti vendita dei supermercati milanesi, con la costruzione di una rete territoriale che ha coinvolto per la redistribuzione di tali beni ad associazioni del terzo settore e onlus, che a loro volta destinano il cibo alle persone e alle famiglie in difficoltà.

L’iniziativa Foody Zero Sprechi invece, all’interno di Sogemi, il mercato agroalimentare di Milano, ha coinvolto circa 60 grossisti, attraverso il progetto Valore, promosso da Fondazione Cariplo in collaborazione con Sogemi e Comune di Milano, insieme anche a Eco dalle Città e Caritas Ambrosiana attive presso il mercato.

Anche a scuola, sul fronte recupero delle eccedenze sono in corso diverse iniziative e grazie all’impegno di Milano Ristorazione, nel corso nell’anno scolastico 2021/2022 sono stati consegnati 29.850 Sacchetti Salvamerenda a bambini e bambine di 112 scuole per poter portare a casa pane e frutta non consumati, mentre dall’inizio dell’anno scolastico in corso ad oggi sono già stati consegnati 28.490 sacchetti in 103 scuole.

I partner degli Hub di Quartiere contro lo spreco alimentare

Enti sostenitori: Progamma QuBi, Fondazione Milan, Banca di Credito Cooperativo di Milano e Fondazione Snam
Enti gestori: Banco Alimentare della Lombardia, Terre des Hommes Italia, Ibva Solidando
Sponsor tecnici: Avis Milano, Number1 Logistics Group, Croce Rossa Italiana – Comitato di Milano, SoDe social delivery
Le insegne coinvolte: Lidl, Bennet, Esselunga, Carrefour, Coop Lombardia, Il Gigante, Natura sì, Getir, Pam, Erbert, Conad, Glovo, con 41 punti vendita totali

Hub Foody Zero sprechi presso il mercato ortofrutticolo di Milano

Enti promotori: Fondazione Cariplo, Comune di Milano, Sogemi
Enti partecipanti: Università degli Studi di Milano, Recup, Banco Alimentare della Lombardia, Croce Rossa Opera, Caritas Ambrosiana, Eco dalle Città.
 

Ogni anno gli agricoltori italiani sono costretti a scartare dal 30 al 70% del raccolto che non soddisfa gli standard estetici richiesti dal mercato.

 “Bella Dentro” è una start-up innovativa che restituisce dignità ai prodotti classificati come “scarto” perché esteticamente imperfetti ma “belli dentro”, promuovendo una filiera distributiva alternativa a quella tradizionale, più etica e sostenibile. Bella Dentro acquista direttamente dagli agricoltori i prodotti orto-frutticoli di ottima qualità che non vengono accettati dalle cooperative e dalla grande distribuzione e ne promuove la vendita. In partnership con la cooperativa sociale l’Officina, che impiega ragazzi con disabilità psichiche e autismo, ha creato una linea di prodotti trasformati a marchio Bella Dentro realizzati con i prodotti salvati.

Bella Dentro ha il sostegno di Fondazione Social Venture Giordano dell’Amore, nata da Fondazione Cariplo per promuovere l’impact investing come strumento per accelerare l’innovazione sociale in modo sostenibile e inclusivo, che ha investito 300.000 euro in equity, per sostenere l’impatto sociale e culturale dell’iniziativa.

La storia di Camilla 

Camilla Archi, la co-fondatrice di "Bella Dentro", si racconta.

Sono cresciuta a Milano come una ragazza di “città”, ma mia nonna gestiva un’azienda agricola in Romagna. In campagna la chiamavano “la bionda”, girava col trattore tra i campi con la gonna perché “una signora non mette mai i pantaloni”, nella sua macchina c’erano sacchi di concime e rossetti. Quando veniva a Milano mi portava al cinema e mi comprava i popcorn borbottando per il prezzo perché diceva che a lei il mais lo pagavano pochissimo. 

Al liceo io e i miei cugini andavamo d’estate nella sua azienda agricola ad aiutare nella raccolta della frutta per guadagnarci un po’ di soldi per le vacanze. La selezione era spietata: giravo nei campi con il calibro – lo strumento della “sentenza”- attaccato alla cintura. Gli altri operai capivano a occhio se il frutto non aveva le misure giuste, io avevo bisogno del calibro. Ma anche se il frutto passava nell’anello poteva non andare bene perché c’era un segno sulla buccia, o una colorazione “non conforme”. Ero sconvolta da quanto raccolto si buttava via anche perché conoscevo il sapore meraviglioso delle pesche scartate che mangiavamo con la nonna. 

Mi sono laureata con una tesi sulla storia del costume e della moda e ho iniziato a lavorare nel marketing. Il mio fidanzato Luca si occupava di finanza: lustrini, paillettes, azioni. 

Un giorno della primavera del 2017 Luca se ne esce con: «Do le dimissioni, voglio mettere in piedi qualcosa di mio». Il destino beffardo si è messo in mezzo e ha fatto germogliare una folle idea perché proprio in quei giorni avevo letto un reportage sul “National Geographic” sulle inefficienze della filiera agro alimentare con un focus sull’ortofrutta. Per la prima volta avevo visto analizzare con numeri e dati quello che avevo sempre percepito da quando avevo 16 anni, anche se fino ad allora ne avevo sempre compreso l’assurdità ma non le dimensioni.  Ho detto a Luca: «leggiti questo reportage, c’è del potenziale». Senza rivelarcelo ci siamo messi entrambi a studiare il settore e qualche mese dopo Luca mi dice: «Bello, facciamo qualcosa». Il nostro “matrimonio agricolo” è nato così, ci siamo licenziati e quattro giorni dopo ci siamo trasferiti in Romagna. Facevamo gli operai gratis per ricevere in cambio informazioni, conoscenza, per capire le dinamiche. Eravamo due sprovveduti in mezzo ai campi, però col tempo siamo riusciti ad arrivare nelle grosse cooperative, volevamo conoscere che cosa succedeva al prodotto “brutto fuori”: che giri faceva, dove finiva, quali erano gli accordi economici e come veniva gestito in ogni fase, in ogni tassello della filiera, e dove avremmo potuto inserirci. Ci guardavano tutti come pazzi: «ragazzi occhio fate una prova perché questa roba non la venderete a nessuno», ma noi eravamo determinati. 

Nel gennaio del 2018 è nata “Bella Dentro”, nel frattempo avevamo capito che non era solo un tema di spreco assurdo di prodotto perfetto ma anche di trattamento ingiusto dell’agricoltore che era costretto anche a pagare per lo smaltimento. La nostra idea era quella di acquistare la frutta al singolo agricoltore e non alle grosse cooperative, cioè direttamente all’inizio della filiera perché il produttore diretto è quello più penalizzato. Ci siamo comprati un’ape car e abbiamo iniziato a girare Milano con la nostra frutta, due cuori e un’ape car. Dopo qualche mese, si è unita a noi Giuditta, la terza bella dentro. Eravamo di fatto dei venditori ambulanti ma con obiettivo preciso: osservare le reazioni delle persone e poi bussare alla porta di qualcuno con la certezza di poter dire che c’era del potenziale in questo progetto e ricevere fondi per fare le cose sul serio. E così è stato: è arrivata Fondazione Social Venture Giordano dell’Amore che ci ha consentito di parcheggiare l’ape car, aprire il nostro primo negozio e lavorare alla linea di trasformazione per aumentare il volume degli acquisti. Avere una linea di trasformazione, allungando la vita della frutta e aumentandone il valore ci permette di comprare grossi quantitativi, ma non solo. Normalmente, anche se la frutta di scarto poi viene trasformata, il prezzo riconosciuto al singolo agricoltore è nullo o irrisorio. La nostra piccola rivoluzione è che noi ci rivolgiamo direttamente  all’agricoltore, gli comunichiamo il quantitativo che vogliamo acquistare e gli chiediamo di farci un prezzo che gli consenta di rientrare nei costi e di guadagnarci qualcosa. Per la trasformazione siamo riusciti a trovare una realtà “bella dentro”, L’Officina, che è una cooperativa sociale di Codogno. Insieme abbiamo avviato un piccolo laboratorio di trasformazione dove vengono prodotti confetture, succhi di frutta e prodotti essiccati e dove sono impiegati ragazzi con disabilità psichiche e autismo. Tutti questi ingredienti “imperfetti” sono diventati perfetti.

Abbiamo un negozio in via Pergolesi a Milano, arredato con materiali plastici riciclati, dove vendiamo frutta e verdura e un canale e-commerce per i prodotti confezionati. Facciamo collaborazioni con aziende e, con l’aiuto di una di queste, Braun, anche attività di sensibilizzazione nelle scuole per sostenere il recupero e la trasformazione degli alimenti scartati dal mercato. Siamo convinti che raccontare ai bambini e ai ragazzi che cosa c’è dietro a un frutto che vedono al supermercato sia fondamentale. Se dessimo valore al lavoro delle persone sprecheremmo di meno e che bello è uguale buono e diverso cattivo è un paradigma sbagliato che riguarda ogni scelta della vita. Anche le persone, come la frutta, non devono passare nei calibri. 

Guarda il video e ascolta le parole di Camilla

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