La tutela dell’ambiente e delle risorse naturali sono da sempre elementi chiave della strategia di Fondazione Cariplo (per approfondire: ubigreen.fondazionecariplo.it). In particolare, attraverso il bando Capitale Naturale (2017 – 2019), la Fondazione ha investito nella conservazione della biodiversità e nel potenziamento della connessione ecologica tra aree naturalistiche, contribuendo a preservare il funzionamento degli ecosistemi e i servizi da essi erogati: nel triennio 2017-2019, sono stati finanziati 14 progetti – con un totale di contributi deliberati di circa 11 milioni di euro coinvolgendo 121 soggetti tra comuni, enti parco, associazioni università. Il territorio interessato tocca 13 diverse province della Lombardia, oltre al Verbano Cusio Ossola e 840.000 metri quadrati di aree naturali.

Nell’ambito di questa strategia, Fondazione Cariplo e Regione Lombardia collaborano al bando “Biodiversità e Clima – BioClima”. Si tratta della più grande iniziativa europea di partnership pubblico-privata che prevede – a fronte di un investimento regionale pari a 3.5 M€ per interventi di tutela della biodiversità, di valorizzazione dei servizi ecosistemici e di contrasto ai cambiamenti climatici con azioni di adattamento – un servizio di assistenza tecnica (erogato, grazie al contributo di Fondazione Cariplo, dallo spin-off dell’Università di Padova Etifor) per supportare nella progettazione degli interventi legati alla misurazione, verifica indipendente e valorizzazione dei servizi ecosistemici e nell’attività di reperimento del co-finanziamento privato.

A coronamento e testimonianza dell’impegno pluriennale della Fondazione nella tutela del capitale naturale, si terrà il 22 aprile, Giornata della Terra, la presentazione del secondo Quaderno di Fondazione Cariplo “IL VALORE DELLA NATURA – Esperienze dalle comunità di pratica del bando Capitale Naturale realizzato all’interno del percorso triennale (2019-2022) della Comunità di Pratica del bando Capitale Naturale 2018. Nell’affrontare i diversi temi, questa raccolta di riflessioni e casi studio concreti alterna inquadramenti teorici, analisi dei contesti di intervento, pratiche di monitoraggio e di valorizzazione del Capitale Naturale, nonché esempi di schemi di Pagamento di Servizi Ecosistemici.

Programma

Saluti istituzionali 
Claudia Sorlini Vicepresidente di Fondazione Cariplo

Presenta la comunità di pratica
Graziano Maino Pares

Azioni concrete per conoscere e decidere
Daniela Masotti, Elisa Morri, Valentina Parco
Azioni concrete per ingaggiare gli attori e per governare i servizi ecosistemici
Daniele Cavicchioli, Diana Ghirardi, Martina Spada
Azioni concrete per ascoltare il territorio e promuovere azioni trasformative
Elisa Cardarelli, Laura Comandulli, Emanuela Lombardi, Claudia Ida Parenti

Confronto

Conclude
Paolo Siccardi Referente del programma Capitale Naturale

Per partecipare è necessario registaresi qui: https://forms.gle/YkS8jnvfx38AoaqD7

Per info: www.capitalenaturale.net

Photo credit: Laghetto di Via Feltre, Milano – Progetto ReLambro SE. Foto di Daniele Federico

I big data di Weschool possono servire per offrire un’analisi profonda ed oggettiva dell’esperienza della didattica a distanza forzata dalla pandemia e possono essere utili per comprendere la didattica  del futuro? È la domanda che si sono posti Fondazione Cariplo, Politecnico di Milano e WeSchool con l’obiettivo di mettere a frutto l’esperienza, le fatiche e gli investimenti realizzati fin qui, per innovare la scuola e la qualità della didattica; conservando ciò che di buono oggi è rimasto, proporlo in una veste strutturata e non di emergenza. Per farlo serve una fotografia suffragata dall’evidenza che solo una mole significativa di dati può offrire. Ecco, quindi, il progetto presentato questa mattina a Milano: Innovazione didattica: i Big Data per disegnare la scuola di domani. Alla presentazione del programma di ricerca di Fondazione Cariplo, Polimi e WeSchool, hanno preso parte tra gli altri Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo, Ferruccio Resta, Rettore Politecnico Miliano, Marco De Rossi, CEO WeSchool, Roberto Ricci, Presidente INVALSI, Vittorio Colao, Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione.

Si tratta del primo studio (vedi allegato a fondo pagina) che mira a utilizzare la potenza informativa dei Big Data per indagare le potenzialità del digitale per la didattica del futuro. La ricerca utilizza informazioni e dati raccolti tra marzo 2019 e agosto 2021 e messi a disposizione da WeSchool in un’ottica di ampia condivisione. Lo studio coinvolge 1 milione 730 mila utenti attivi sulla piattaforma WeSchool, di cui l’88% studenti, il 10% insegnanti, il 2% appartenenti ad altri gruppi, ad esempio genitori. L’analisi ha riguardato circa 16mila scuole di tutta Italia: il 17% scuole per l’infanzia, il 30% primarie, il 47% secondarie. In definitiva, sono stati coinvolti più di 172mila insegnanti (con età media pari a 46 anni) e oltre un milione e mezzo di studenti (che rappresentano il 17% degli studenti italiani iscritti nell’anno scolastico 2019-2020). Sul piano della distribuzione geografica, molte sono le scuole del sud ad aver colto l’opportunità di utilizzo di WeSchool (in Sicilia, ad esempio, 2 scuole su 5 erano presenti in piattaforma).

I risultati preliminari presentati questa mattina si articolano su due direttrici. Da un lato l’analisi ha approfondito le attività registrate dalla piattaforma, quali, ad esempio, la pubblicazione di post, lo svolgimento di lezioni, la somministrazione di test, la creazione di conferenze e la condivisione di materiali. Dall’altro è stata somministrata una survey agli utenti-docenti al fine di tracciare le competenze digitali maturate in questi due anni, valutare il beneficio offerto dalla didattica a distanza e dal conseguente utilizzo di strumenti digitali e analizzare le tipologie di strumenti digitali utilizzati insieme alle diverse modalità didattiche innovative per il futuro dell’attività didattica.

Di seguito le principali evidenze emerse da questa prima fase della ricerca.

La didattica digitale porta insegnanti di diverse classi e materie a lavorare di più in team

Secondo quanto emerge dai dati, la didattica digitale, nel giudizio del campione di 1.800 docenti intervistati, ha avuto un impatto positivo sulla comunicazione e interazione tra gli attori della scuola. L’impatto della didattica digitale sulla comunicazione dei docenti con gli studenti è valutato positivamente dal 63% del campione (contro il 19% negativo), sulle modalità di interazione con le famiglie dal 50% (vs. 23% negativo), sulla comunicazione tra studenti all’interno della classe dal 45% (vs. 30% negativo).

L’impatto positivo è confermato dalla prima analisi dei big data: del totale dei gruppi creati, il 10% di questi era di docenti evidenziando quindi la necessità di creare rete tra colleghi per affrontare al meglio le sfide poste dal nuovo contesto, condividendo, all’interno di ogni gruppo, soprattutto risorse didattiche. Nei 27.898 gruppi di docenti creati nella piattaforma WeSchool nel biennio di analisi sono stati in media presenti 3 studenti insieme ad 8 docenti; le 119.594 classi di lunga durata (almeno due mesi) formatesi hanno creato in media, a fronte di 20 lezioni, 58 allegati e ben 91 post interattivi.

La verifica è online: il lockdown ha consolidato nuove prove di valutazione, digitali e a distanza

Secondo i dati raccolti, prima dell’emergenza sanitaria il 35% dei docenti non aveva mai utilizzato strumenti digitali per l’attività di valutazione degli studenti (e solo il 13% li usava sempre); durante la DAD il 46% li ha usati sempre e il 20% più di una volta a settimana. Con il rientro degli studenti in classe, il 57% dei docenti utilizza strumenti digitali per l’attività di valutazione almeno una volta al mese, mentre il 19% sempre. L’analisi dei big data evidenzia inoltre che nelle scuole secondarie di II grado, nel biennio di analisi, il numero di verifiche finali dell’apprendimento svolte in piattaforma ha perfino superato il numero di esercitazioni proposte agli studenti.

Non solo dirette su Zoom: come i docenti hanno innovato il proprio modo di insegnare durante la DAD

In che modo gli strumenti digitali sono stati utilizzati per la didattica? Prima, durante e dopo la DAD la maggior parte dei docenti intervistati li ha utilizzati come supporto alla lezione frontale. Il digitale è anche un mezzo per creare contenuti didattici: il 68% dei docenti afferma di aver prodotto in autonomia almeno una volta a settimana i materiali didattici condivisi con gli studenti, mentre il 67% ha utilizzato, con la stessa frequenza, materiali didattici prodotti da terzi. Durante la DAD la tecnologia ha assunto un ruolo rilevante nell’assegnazione dei compiti e nelle azioni di monitoraggio di compiti e attività per l’87% degli intervistati che ne hanno fatto ricorso almeno una volta ogni sette giorni.

Il 55% dei docenti del campione afferma che la didattica digitale ha avuto un impatto molto positivo o positivo sulla partecipazione degli studenti alle attività didattiche. Durante la DAD la percentuale di docenti che dichiara aver implementato metodologie innovative e partecipative almeno una volta a settimana è del 73%, aumentando del 44% rispetto al periodo pre emergenziale. Una volta terminata l’emergenza, il confronto con i dati pre pandemici fa emergere un parziale ritorno alle vecchie abitudini (46%).

La resilienza dei docenti: formazione, sviluppo di nuove competenze e scambio tra pari per affrontare le novità della DAD

Nei 27.898 gruppi di docenti creati nella piattaforma WeSchool, durante il periodo di lockdown iniziato a marzo 2020 si è sviluppata un'attività di network e condivisione di buone pratiche tra gli insegnanti. In media, nell’arco di un solo mese, sono stati condivisi all’interno di un singolo gruppo 12.2 risorse, 11.2 post di interazione, 8.5 esercizi proposti, 5.6 lavagne condivise, a testimonianza della volontà di informarsi e aggiornarsi in modo rapido e condiviso con i pari, mentre la DAD entrava a far parte della quotidianità.

Dalla survey emerge ulteriormente che solo il 17% dei docenti, durante la prima fase dell’emergenza, si sentiva del tutto o molto “preparato ad affrontare la DAD grazie all’utilizzo di strumenti digitali”, mentre dopo l’esperienza della DAD il 53% dei docenti è del tutto o molto d’accordo nel “sentirsi più sicuro nell’utilizzo degli strumenti digitali per la didattica”. Secondo l’88% dei docenti intervistati la didattica digitale ha impattato positivamente o molto positivamente sulle competenze digitali dei docenti, il 66% è d’accordo o molto d’accordo nell’utilizzare la didattica digitale anche in futuro, e più della metà dei docenti (il 57%) è d’accordo o molto d’accordo sulla necessità di sviluppare ulteriormente competenze digitali. Infine, il 67% del campione di docenti si dichiara d’accordo o molto d’accordo che “i mesi d’emergenza abbiano modificato permanentemente la presenza di strumenti digitali”.

I punti deboli della DAD: tempo, inclusione e accessibilità

Secondo il campione di intervistati, durante l’anno scolastico 2019/2020, quasi 7 docenti su 10 riportano di aver coperto una porzione tra il 50% e il 90% del programma che avevano previsto. 5 docenti su 10 stimano che la partecipazione degli studenti alla DAD sia stata superiore al 90% della classe (ma 2 docenti su 10 stimano una partecipazione inferiore al 50% della classe). Per quanto in misura più contenuta, la DAD ha inciso in modo evidente anche durante l’anno scolastico 2020/2021, soprattutto nelle scuole del secondo ciclo.

In base ai risultati raccolti, il principale motivo dell’assenza degli studenti dalle lezioni durante la DAD è stato, sempre o frequentemente, la scarsa connessione ad Internet (secondo il 50% dei docenti), seguito dalla scarsa motivazione degli studenti (30%), dalla mancanza di dispositivi digitali (29%) e dallo scarso supporto da parte della famiglia (28%).

Lo studio elaborato dal Politecnico di Milano con il supporto di WeSchool metterà a disposizione un vero tesoro di conoscenza, sul quale Fondazione Cariplo con la collaborazione dell’Evaluation Lab della Fondazione Giordano dell’Amore, intende innestare una serie di iniziative per contrastare le disuguaglianze che la pandemia ed altre forme di esclusione e povertà hanno prodotto e produrranno sulle giovani generazioni, e quindi con gravi conseguenze sul futuro dei ragazzi e del nostro Paese.

Ora la domanda è: che cosa vogliamo fare del tesoro di conoscenza e dell’innovazione prodotta così violentemente dalla Pandemia?

Giovanni Fosti, Presidente di Fondazione Cariplo dichiara “Questo progetto si inserisce in un ambito di azione prioritario per Fondazione Cariplo: sviluppare conoscenza condivisa per generare innovazione sulle tematiche cruciali per le persone e per il Paese. L’importante patrimonio di dati condiviso da WeSchool ed elaborato dal Politecnico di Milano ci permette di approfondire dinamiche, limiti e potenzialità degli strumenti di didattica digitale per migliorare il loro utilizzo. La sfida è far sì che la digitalizzazione diventi sempre più occasione per investire sulle potenzialità dei nostri ragazzi, offrendo maggiori opportunità di apprendimento e sostenendo soprattutto chi ha subito maggiormente gli effetti negativi di questi due anni di pandemia.”

“I dati non disegneranno solo la scuola del futuro, ma l'intera società: dal quantum computing all’HPC. Per questo è fondamentale non ragionare per compartimenti stagni, ma inserire la scuola in una visione integrata, complessa, che va dagli investimenti in infrastrutture digitali alle misure di crescita economica ed occupazionale.  – commenta Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano – Quello che abbiamo fatto nelle scuole, così come nelle università, con la formazione a distanza è un passo dal quale non si torna indietro, non più per risolvere un’emergenza, ma per progettare i prossimi vent’anni e quello che succederà dopo il 2026. Quindi è bene che ricerche come queste, focalizzate e tematiche, non rimangano degli esprimenti isolati, ma che vengano integrate all’interno di un ragionamento ampio e di sistema Paese.

"La scuola è in una fase di profonda evoluzione e crediamo che per disegnare una nuova didattica a beneficio di milioni di studenti e docenti sia fondamentale avere un approccio basato su evidenze e dati, a partire da quello che è successo durante la pandemia" – dichiara Marco De Rossi, AD di WeSchool – "Per questo motivo, essendo con i nostri contenuti e con la nostra tecnologia protagonisti di questo cambiamento, viviamo come atto civico la scelta di condividere per finalità di ricerca i nostri Big Data e ci auspichiamo che molti altri attori facciano la stessa scelta”.

Fondazione Cariplo ha promosso 4 nuovi progetti di housing sociale sul territorio lombardo, di cui due in provincia di Sondrio, uno in provincia di Bergamo, uno nell’hinterland milanese per un importo complessivo di circa 943 mila euro.

L’Housing sociale è uno dei temi chiave per Fondazione Cariplo che, anche per il 2022, ha stanziato risorse pari a 2,5 mln di euro per l’abitare sociale delle persone fragili. Dal 2000 ad oggi sono stati sostenuti 360 progetti di “Housing sociale”, deliberando contributi per oltre 67 milioni di euro. La stima è di aver creato oltre 6.000 posti letto per soggetti con fragilità.

I progetti nuovi di Housing sociale

A Prata Camportaccio (SO) nasce “La Casa dell’accoglienza di Prata”, realizzata dalla Parrocchia S. Eusebio grazie ad un contributo di 135.000 €. Il progetto prevede la ristrutturazione dell’ex casa parrocchiale S. Eusebio per la realizzazione di 4 unità abitative destinate all’autonomia e inclusione sociale di singoli o nuclei familiari in condizione di fragilità socio abitativa.

Con un contributo di 350.000 € si è scelto di sostenere il progetto promosso dalla Cooperativa sociale La Breva di Traona (SO) che prevede la realizzazione di un “condominio solidale” (16 posti ) da una parte destinato a persone anziane autosufficienti, dall’altra a persone con disagio psichico (anche anziane). Un intero appartamento sarà invece utilizzato per ospitare persone con disabilità psicofisica medio lieve.

La Cooperativa sociale Nazaret di Arese intende proporre due soluzioni abitative leggere (8 posti letto) che contribuiscono a concretizzare da un lato il diritto alla vita indipendente delle persone con disabilità e dall’altro la possibilità per persone con problemi di salute mentale di sperimentarsi in un alloggio ponte prima di una piena autonomia. Il contributo di 107.000 € sarà destinato prevalentemente all’avvio gestionale dei servizi di accompagnamento..

Si è scelto di destinare un contributo di 350.000 € al progetto “Abitare le età” presentato dalla Cooperativa sociale Abitare di Seriate che ha l’obiettivo di attivare nel comune di Scanzorosciate una comunità alloggio sociale anziani (C.A.S.A). La struttura disporrà di 12 camere singole per persone over 65 autosufficienti del territorio che versino in condizione di fragilità (abitazione non adeguata, solitudine, etc).

La start-up innovativa Talents Venture presenta la propria piattaforma di crowdlending[1] applicata al settore dell’education che attraverso l’utilizzo degli Income Share Agreements (o “ISA”), favorirà l’accesso a percorsi formativi di studenti meritevoli, di età compresa tra i 20 e i 35 anni; in particolare, si rivolge a soggetti in condizioni di comprovata fragilità economico finanziaria che intendono accrescere le proprie competenze nei settori Tech & Digital.

Fondazione Cariplo, Fondazione Social Venture Giordano Dell'Amore, Fondazione Italiana Accenture e Fondazione Vodafone sostengono l’iniziativa con circa 1MLN/€ a supporto di circa 170 studenti.

L’ISA a differenza dei tradizionali prestiti bancari, rappresenta uno strumento innovativo di sostegno economico allo studente, in quanto prevede la restituzione del capitale senza l’applicazione di interessi: essendo basato sul modello “pay for success”, permette, infatti, ai giovani talenti di accedere alle risorse rese disponibili dalle Fondazioni per intraprendere specifici corsi di formazione, condizionandone il rimborso al raggiungimento di una posizione lavorativa. Tramite l’ISA, lo studente, una volta terminati gli studi, si impegnerà a restituire una piccola percentuale del proprio reddito (intorno al 10%) per un periodo di tempo limitato (circa 48 mesi) e, comunque fino a un importo massimo concordato. Nel caso in cui lo studente non trovasse un’occupazione o il suo reddito risultasse inferiore a un importo minimo prestabilito, non dovrà rimborsare il capitale ricevuto.

I target del progetto

Talents Venture ha avviato la prima fase di sperimentazione dello strumento – l’ISA – per favorire entro il 2022 la formazione di circa 170 studenti, di età compresa tra i 20 e i 35 anni, in particolare soggetti in condizione di comprovata difficoltà economico finanziaria. Inizialmente, saranno prevalentemente sostenuti percorsi formativi nell’ambito di Cybersecurity, Data Science e Web Development, settori in cui le aziende italiane faticano a reperire professionisti adeguati. Gli studenti interessati potranno candidarsi per ottenere l’ISA direttamente sulla piattaforma isa.talentsventure.com.

Lo scenario italiano

Le imprese italiane, in un caso su tre, hanno difficoltà a individuare candidati con le competenze adatte a ricoprire determinate posizioni: nel 57% a causa del ridotto numero di laureati, nel 37% a causa dell’inadeguatezza della preparazione di diplomati e laureati (Fonte: Unioncamere ANPAL-Excelsior).
Il disallineamento tra professionisti e domanda da parte delle aziende è ancor più significativo per alcune professioni, come ad esempio quelle in ambito informatico.
In aggiunta, va rilevato come l’Italia sia ad oggi tra le nazioni europee a registrare tra i più bassi investimenti pubblici in istruzione (Fonte: OECD), e il trend non è purtroppo in miglioramento. Ciò inevitabilmente si traduce in sempre più pesanti carichi economici sulle spalle dei giovani e delle loro famiglie.

I promotori dell’iniziativa

Le Fondazioni hanno contribuito alla fase di avvio dell’iniziativa realizzata da Talents Venture, con l’obiettivo di offrire pari opportunità di accesso all’istruzione a studenti meritevoli. Nello specifico, Fondazione Cariplo e Fondazione Social Venture Giordano Dell'Amore hanno sostenuto il programma con un contributo di €500.000; Fondazione Italiana Accenture con €260.000 e Fondazione Vodafone con €200.000.

Vogliamo essere un acceleratore di giovani di talento e permettere loro di formarsi indipendentemente dalla loro condizione economica. In particolar modo supportiamo gli individui nello sviluppare le competenze di cui le aziende italiane hanno più bisogno.” – Pier Giorgio Bianchi, Fondatore Talents Venture

Gli Income Share Agreements rappresentano una radicale innovazione per gli studenti, allineando il costo dell’istruzione solo al reddito futuro che questa è in grado di generare. Abbiamo creato la Piattaforma Talents Venture per permettere a qualsiasi soggetto di investire tramite Income Share Agreements nel capitale umano del nostro Paese.” – Paolo Alberico Laddomada – Fondatore Talents Venture

“Attraverso gli Income Share Agreements vogliamo offrire ai giovani occasioni concrete per investire sul proprio potenziale indipendentemente dalle condizioni di partenza. Crediamo che il primo e più importante investimento sia quello sulle persone perché possano costruire il proprio futuro e quello di tutto il Paese a partire da desiderio, competenze e talento.” – ha dichiarato Giovanni Fosti, Presidente di Fondazione Cariplo.

“Abbiamo deciso di investire nel progetto di Talents Venture perché, in coerenza con la missione della nostra fondazione, sviluppa uno strumento estremamente innovativo e con un enorme potenziale di impatto. Confidiamo nel successo di questa prima fase sperimentale, che riguarderà circa 170 studenti, affinché possa poi diffondersi a livello nazionale.” – ha dichiarato Cristian Chizzoli, presidente di Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore.

“Abbiamo deciso di sostenere il progetto di Talents Ventures in quanto gli ISA ci permettono di valutare una modalità addizionale di supporto allo sviluppo delle competenze più richieste dal mercato, e di farlo attraverso uno strumento innovativo e sostenibile. È un progetto che esprime appieno la missione di Fondazione Italiana Accenture, ossia favorire la formazione e l’inclusione lavorativa delle categorie più fragili. Insieme alle altre Fondazioni vogliamo essere promotori di un cambiamento che porti a sviluppare un modello equo e sostenibile di accesso all’istruzione e al mondo del lavoro.” – Simona Torre, Direttore Generale di Fondazione Italiana Accenture

"Siamo orgogliosi che Fondazione Vodafone supporti questo progetto di Talents Venture. Gli ISA sono un innovativo strumento che permette di realizzare un vero sistema di meritocrazia per i giovani, indipendentemente dal background economico e sociale di provenienza. Crediamo che investire nelle competenze sia essenziale per il futuro del Paese e con questo progetto vogliamo dare un supporto concreto affinché molti giovani abbiano l’opportunità di costruirsi un futuro all'altezza delle loro aspettative" – ha dichiarato Adriana Versino, Presidente di Fondazione Vodafone Italia.

[1] Il crowdlending è un modello di reperimento delle risorse finanziarie online e disintermediato (non bancario), che consente agli studenti di sottoscrivere direttamente gli Income Share Agreements con soggetti investitori. Il sistema del crowdlending o marketplace lending nasce originariamente per consentire il finanziamento delle start-up.

Fondazione Cariplo e Fondazione Compagnia di San Paolo condividono un obiettivo comune: stimolare la nascita di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) a impatto sociale sul territorio lombardo e piemontese. Per raggiungerlo intendono attivare una serie di azioni di capacity building e assistenza tecnica per accompagnare i comuni e gli Enti del Terzo Settore nella progettazione.

Nel processo di transizione energetica che si rende sempre più necessario, infatti, le CERComunità Energetiche Rinnovabili – rappresentano un modello di innovazione che rende protagonisti i cittadini e le istituzioni, investendoli della possibilità di utilizzare la generazione e la condivisione di energia rinnovabile per la riduzione delle emissioni climalteranti, come strumento di democrazia energetica e di solidarietà sociale e come esempio virtuoso di uno sviluppo basato sulla cooperazione piuttosto che sulla competizione.

Proprio per sottolineare l’urgenza di raggiungere questi obiettivi, il prossimo 11 aprile alle ore 15:00 le due Fondazioni presenteranno le finalità condivise dell’iniziativa nel corso di un webinar dedicato. Tra i relatori della giornata saranno presenti anche Sergio Urbani, Direttore Generale di Fondazione Cariplo e Alberto Anfossi, Segretario Generale di Fondazione Compagnia di San Paolo, insieme al prof. Stefano Corgniati del Politecnico di Torino e Maria Teresa Imparato, Presidente di Legambiente Campania.
Per partecipare al webinar è necessario iscriversi a questo link.

Le due Fondazioni, inoltre, pur con strumenti filantropici diversi, hanno congiuntamente ideato un percorso di divulgazione e informazione sulle CER, mettendo gratuitamente a disposizione un “Info Package” di approfondimento sugli aspetti tecnici, giuridici e sociali ad esse connessi. Il materiale sarà presto disponibile sul sito di Fondazione Cariplo e di Fondazione Compagnia di San Paolo.

Il 12 aprile alle ore 11:00, Fondazione Compagnia di San Paolo darà vita a un webinar rivolto agli enti del territorio piemontese, allo scopo di esplorare l’operatività e le possibilità offerte dall’iniziativa “Sinergie”, e che mira a creare una serie di azioni utili a sostenere concretamente gli ETS e gli Enti Pubblici interessati allo sviluppo di Comunità Energetiche Rinnovabili a impatto sociale sul proprio territorio. Per partecipare al webinar di presentazione di Sinergie è necessario iscriversi a questo link.

La pubblicazione del nuovo strumento filantropico di Fondazione Cariplo dedicato alle CER è prevista per maggio 2022.

Fra i settori più influenzati dall’emergenza da COVID-19, quello educativo ha visto l’accelerazione dei processi di digitalizzazione delle attività scolastiche, già in atto prima della crisi e destinati a consolidarsi in un prossimo futuro. In questa prospettiva è stata avviata un’attività di ricerca, approfondimento, monitoraggio e riflessione critica per imparare dall’esperienza in corso e disegnare sulla base di dati oggettivi a disposizione, i prossimi passi per l’utilizzo consapevole e di qualità delle opportunità offerte dalla tecnologia al settore educativo.

Grazie alla collaborazione tra Fondazione Cariplo, WeSchool e Politecnico di Milano, per la prima volta in Italia, una delle piattaforme di didattica digitale tra le più utilizzate, soprattutto durante la fase di emergenza COVID, ha deciso di condividere i suoi dati per finalità di ricerca. L’obiettivo è permettere alla comunità scientifica di tracciare criticità, comportamenti e potenzialità dell'utilizzo del digitale nei processi di apprendimento. Il progetto verrà presentato in streaming il 13 aprile dalle 11 alle 12.30 a questo link.

Durante l’incontro verrà presentato il programma di ricerca con l’obiettivo di sviluppare e ampliare il dibattito pubblico sul tema dell’innovazione digitale nei processi a partire dalle esperienze virtuose e soprattutto dai dati raccolti.

Programma

Introduzione e saluti introduttivi 

  • Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo  
  • Ferruccio Resta, Rettore Politecnico Miliano  
  • Marco De Rossi, CEO WeSchool   
  • Vittorio Colao – Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale della Repubblica Italiana

Presentazione e obiettivi della ricerca  

  • Tommaso Agasisti, Ordinario Public Management Politecnico di Milano  
  • Paolo Canino, Evaluation Lab – Fondazione Social Venture Giordano dell’Amore 

Tavola rotonda 

  • Roberto Ricci, Presidente INVALSI  
  • Roberta Cocco, Co-Coordinatrice Comitato consultivo per la PA digitale – Consulente Ministero per l'Innovazione tecnologica e la Transizione digitale 
  • Gianna Fregonara, Caporedattore Scuola e Università, Corriere della Sera  

Considerazioni finali 

  • Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo

Modera 

  • Massimo Cerofolini, Giornalista RAI 

(*) in attesa di conferma

In linea con i nuovi obiettivi strategici e in particolare con quello di innovare i sistemi di welfare adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni, Fondazione Cariplo lancia oggi un bando da 2,5 milioni di euro per il benessere emotivo, psicologico, relazionale di bambini/e e ragazzi/e: si chiama Attenta-mente, ha scadenza il 15 giugno 2022 e verrà presentato venerdì 29 aprile alle ore 11 (evento in streaming su questo sito).

Il contesto

Dall’insorgere della pandemia da COVID-19 è cresciuto anche l’allarme per il malessere emotivo e psicologico espresso da bambini e ragazzi: ansia, depressione, aggressività, disturbi alimentari e del sonno, dipendenza digitale, ritiro sociale, fino agli attacchi al corpo (tentati suicidi, atti di autolesionismo). Al contempo famiglie, scuole, servizi hanno mostrato preoccupazione e difficoltà rispetto alla possibilità di svolgere, in tempi e modi idonei, il loro compito educativo e di cura per fronteggiare questa situazione. Il COVID-19, con quarantene, restrizioni, isolamento sociale, stress familiare, chiusura prolungata di scuole e servizi educativi, incertezza sul futuro, ha probabilmente fatto da agente “detonatore-acceleratore-emersivo” di malesseri già presenti: ha aggravato alcune fragilità ma ha anche portato in superficie alcuni disagi e consentito maggiori richieste di aiuto.
Si tratta di un fenomeno difficile da definire e perimetrare, sul quale ad oggi non è disponibile un’analisi d’insieme. Appare quanto mai necessaria un’azione di conoscenza e di ascolto, che vada oltre le percezioni pur diffuse e le micro-indagini: occorrono ricerche qualitative strutturate e dati affidabili, sistematici e aggiornati per verificare e stimare l’impatto della pandemia sulla salute mentale dei minori.

Il dibattito in corso mette in guardia dal rischio di guardare in modo privatistico o eccessivamente medicalizzato ai disagi emergenti: le cure individuali e il ricorso ai servizi specialistici non bastano, è necessario un lavoro di ascolto, prevenzione e intercettazione precoce, in particolare negli ambienti di vita dei bambini e dei ragazzi (famiglia, scuola e contesti di educazione non formale) attraverso un sostegno agli adulti di riferimento per sviluppare una maggiore consapevolezza e capacità di leggere tempestivamente tutti i segnali di disagio e di rischio.
La priorità oggi è intervenire in prima battuta sulle situazioni di disagio, sostenendo l’attivazione di tutte le risorse disponibili per contribuire a dare una risposta immediata ai tanti ragazzi che le vivono, nella consapevolezza che nel medio-lungo periodo sarà necessario investire maggiormente su sistemi di prevenzione diffusa e sulla promozione attiva del benessere.

Il bando

Alla luce di questo contesto, Fondazione Cariplo con il bando Attenta-mente vuole contribuire ad affrontare la situazione portata in evidenza dalla pandemia, a partire dai minori più in difficoltà dal punto di vista psichico, emotivo e relazionale.
Come? Sostenendo progetti che diano una risposta tempestiva a bambini e ragazzi vulnerabili o già in forte sofferenza, affinché disagi transitori non vengano trascurati rischiando di evolvere in situazioni difficilmente reversibili, diagnosi gravi e patologie croniche.
Non solo: l’obiettivo è anche aumentare la capacità degli enti di intercettare precocemente minori a rischio e di articolare per e con loro una risposta coordinata sul piano educativo, sociale e sanitario; infine, facilitare la nascita o il rafforzamento di alleanze territoriali tra gli attori del terzo settore, del pubblico e della comunità, disponibili a mettere questi temi in un’agenda di lavoro comune.

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