Il teatro è al centro della vita culturale e sociale dell’uomo, da sempre luogo nevralgico delle città: spazio di aggregazione, di bellezza e di creazione di significato per la comunità. Fondazione Cariplo ha da sempre sostenuto le attività del teatro, in continuità con l’impegno rilevante dedicato ai beni e alle attività culturali svolto in passato dalla Cassa di Risparmio. Per questo nei suoi 30 anni di attività la Fondazione ha messo in campo numerosi strumenti a sostegno della cultura teatrale sul territorio, stimolando proposte progettuali che portassero innovazione e qualità nell’offerta culturale da parte delle realtà teatrali – teatri, compagnie, festival – della Lombardia e delle province di Novara e Verbania.

La pandemia ha colpito molto duramente il settore della cultura e in particolare quello teatrale: in questa situazione la Fondazione ha deciso di non arretrare nel suo sostegno ai soggetti che operano in questo ambito proprio perché in un momento così critico le persone e le comunità hanno – e avranno – ancora più bisogno di avere a disposizione spazi di elaborazione di significato collettivo.

Sostenere il Teatro investendo sulle persone

Tra il 2007 e il 2019 Fondazione Cariplo ha donato al mondo della Cultura circa 48 milioni di euro grazie a strumenti di capacity building, ovvero strumenti per rafforzare le capacità e le competenze gestionali e progettuali delle realtà culturali, buona parte dei quali a soggetti operanti nel campo del teatro.

Tante e diverse le realtà che hanno beneficiato di aiuti triennali per il miglioramento organizzativo e gestionale: i teatri Elfo Puccini, Franco Parenti, del Buratto, dei Filodrammatici le compagnie ATIR e dei Colla di Milano e importanti festival cittadini come MilanOltre e Danae. Nel contesto lombardo, il Teatro Ponchielli di Cremona, il Teatro Sociale di Como, il Centro Teatrale Bresciano, Pandemonium Teatro di Bergamo hanno visto il coinvolgimento di Fondazione Cariplo, così come realtà più piccole ma altrettanto significative di cultura di prossimità come Teatro Periferico di Cassano Valcuvia (VA) e Scarlattine Teatro di Campsirago (LC).

La Fondazione è soggetto interlocutore delle realtà teatrali giovani ed emergenti che operano sul territorio. Grazie a un bando destinato alla promozione della creatività giovanile, è stato possibile intercettare (e conoscere) oltre 200 organizzazioni a carattere giovanile in 4 anni di attività, assegnando complessivamente 7 milioni di euro. Alcune di queste organizzazioni, grazie all’accelerazione di Fondazione Cariplo, hanno creato 22 residenze di produzione teatrale (attraverso il progetto "Etre – Esperienze teatrali di residenza") che, grazie anche al cofinanziamento dei territori, ha permesso di mettere in scena quasi 200 nuove produzioni, impiegando oltre 1.000 tra artisti e operatori, in gran parte giovani. 

Bando LETS GO cultura

Sostenere il Teatro durante la pandemia

La crisi economica e sanitaria causata dall’emergenza Covid-19 ha colpito duramente il settore culturale e i luoghi della cultura, quali teatri e cinema, chiusi al pubblico da più di un anno. Fondazione Cariplo ha continuato a sostenere le attività culturali sul territorio attivando misure di sostegno agli enti del terzo settore impegnati in queste attività. Sul bando LETS GO!, misura straordinaria che ha messo a disposizione 15 milioni di euro per sostenere l’operatività degli enti del Terzo Settore in sofferenza economica, sono state sostenute 68 organizzazioni attive nel campo delle arti performative (con circa 1300 occupati), garantendo loro contributi per 2,4 milioni a sostegno di servizi a beneficio di circa 1,5 milioni di destinatari. Un impegno notevole a cui si è aggiunto l’impegno per l’anno in corso. Per il 2021 le risorse previsionali per il settore Arte e Cultura saranno pari a 24 milioni di euro. La Fondazione, infatti, a seguito della riprogrammazione delle proprie attività, ha incentrato uno dei nove obiettivi strategici sulle nuove forme della partecipazione culturale. Come già avvenuto in passato, l’obiettivo è quello di allargare le forme di partecipazione culturale, individuando e sperimentando nuovi modelli di fare e vivere la cultura.

L’impegno della Fondazione nei prossimi anni

Per il futuro, Fondazione Cariplo intende sviluppare modalità “integrate” di intervento, dove oltre alla contribuzione a fondo perduto, si possa valutare la possibilità di facilitare l’accesso al credito dei migliori soggetti e, in casi particolarmente virtuosi, la possibilità di contribuire alla loro capitalizzazione. Parallelamente, la Fondazione intende incentivare sempre più l'incontro dei teatri, delle compagnie, dei festival con le imprese e le comunità del territorio in uno spirito di filantropia moderna, in cui la condivisione di valori e, nel caso delle imprese, anche di porzioni delle proprie attività (per esempio processi creativi per la ricerca o attività di responsabilità sociale), siano la base per la sopravvivenza delle istituzioni del settore.

I progetti 

  • Un teatro inclusivo per la Valcuvia

A Cassano Valcuvia, un piccolo centro in provincia di Varese al confine con la Svizzera, in una zona circondata da laghi e montagne, è nato il Teatro Periferico che ha stabilito la sua Residenza in un bellissimo teatrino liberty. Con il sostegno di Fondazione Cariplo, l’ Associazione Culturale Teatro Periferico in partenariato con Associazione Culturale Karakorum, è riuscita a trasformare un piccolo teatro in un soggetto culturale in grado di incidere profondamente nel tessuto socioculturale della Valcuvia. In 10 anni l'associazione ha prodotto e offerto spettacoli di qualità (stagione teatrale, rassegne, festival), fornito formazione teatrale di base (scuola di teatro per ragazzi e adulti), educato al linguaggio teatrale (laboratori nelle scuole), valorizzato il territorio (narrazione di storie). I paesini della Valcuvia possono così contare su una scuola di alta formazione (per operatori teatrali scolastici e attori) radicata sul territorio, che sta formando nuovi professionisti, un vivaio di giovani attori, un alto numero di iscritti ai corsi di formazione di base, una stagione più lunga delle precedenti, in dialogo con la scena nazionale, destinata ad un pubblico giovane e numeroso. Tutto questo ha ovviamente permesso la valorizzazione del territorio e il sostegno alle economie locali.

  • A Milano il Teatro del Buratto per bambini e adolescenti

Con un generoso contributo sul Bando Cultura sostenibile, Fondazione Cariplo ha sostenuto la nascita  del Teatro Bruno Munari, 2000 mq progettati dall’architetto Italo Rota che è diventato nuovo Polo teatrale e culturale, o meglio, un nuovo centro culturale multidisciplinare per l'infanzia e i giovani, il segmento più colpito dagli effetti di questa pandemia. Aperto alla produzione e all'ospitalità, al teatro, cinema, musica, arti visive, letteratura, laboratori e percorsi di formazione permanente, il nuovo polo è propulsore di iniziative, strutturato in spazi flessibili e attrezzati con nuove tecnologie, aperto 7/7 giorni, 10 mesi all’anno. Un punto di riferimento aggregativo per il quartiere e per l'intera Città, che mette in rete esperienze stabili, residenze e compagnie, associazioni e operatori, scuole e famiglie, centri d'arte per l'infanzia nazionali ed internazionali con lo scopo di riqualificare un'area periferica della Città  dove l'integrazione culturale è una sfida del tutto aperta, con un'offerta culturale qualificata, organizzata, sistemica e innovativa.

  • cheFare per le trasformazioni culturali

Il Progetto “Imparare, progettare, impattare” dell’ Associazione Culturale cheFare sostenuto sul Bando intersettoriale Capacity Building ha costruito  strumenti collettivi di lettura e intervento nelle trasformazioni culturali. Le organizzazioni culturali per incidere sulla realtà devono crescere, fare rete, accettare sfide ambiziose, sviluppare progetti di qualità. Per questo cheFare ha lavorato per aumentare gli impatti della propria azione attraverso la realizzazione di progetti di alto potenziale trasformativo e la moltiplicazione dei pubblici. Per farlo l’associazione ha investito tempo e risorse per rafforzare conoscenze e competenze del gruppo di lavoro, attraverso un percorso qualificante e abilitante, sviluppato in 3 azioni chiave: alta formazione in aula; un ciclo di workshop interni condotti da esperti di alto profilo; la produzione di contenuti formativi da distribuire su vasta scala che condensano quanto appreso nelle azioni di progetto e la conoscenza ed esperienza già patrimonio di cheFare.

 

 

Riuscirà l’agricoltura a reagire al cambiamento climatico e al contempo avanzare verso una maggiore equità, salubrità e sostenibilità ambientale? La settima edizione del convegno Metropoli Agricole ha offerto l’occasione per un approfondimento su questi temi. La mattinata, moderata dalla giornalista Elena Comelli e organizzata in collaborazione con le organizzazioni della coalizione #CambiamoAgricoltura, Fondazione Umanitaria – Centro per lo Sviluppo Sostenibile e Rete Semi Rurali, ha visto infatti diversi contributi e punti di vista. L’apertura dei lavori è stata affidata a Claudia Sorlini, Vicepresidente di Fondazione Cariplo, la quale ha ricordato le sfide che attendono il comparto agricolo e che sono state delineate anche dall’Unione Europea nella propria strategia; è emerso anche come l’impegno della Fondazione in tal senso sia del tutto coerente e aperto alle nuove frontiere dell’innovazione in questo settore. Successivamente, gli interventi di Federico Brocchieri e Maria Vincenza Chiriacò (Fondazione CMCC – Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) ci hanno fornito un quadro globale sul cambiamento climatico, sia dal punto di vista politico che scientifico e, nello specifico con il secondo intervento, sui rischi che interessano direttamente il settore agroalimentare di fronte alla crisi climatica, specialmente in Italia.

Rivedi la presentazione: bit.ly/MetropoliAgricole23marzo2021

Come di consueto, Metropoli Agricole rappresenta anche un’opportunità per raccontare le buone pratiche dal campo: Stefania Mazzaracca (Istituto Oikos) ha così portato l’esperienza del progetto Campo APErto, sostenuto dalla prima edizione del bando Coltivare Valore e in corso di realizzazione in provincia di Varese: partendo dalle criticità ambientali ravvisate da apicoltori e agricoltori attivi in un contesto periurbano, l’apicoltura è stata identificata come uno dei comparti agricoli più penalizzati negli ultimi anni per cause ambientali che concorrono a causare l’indebolimento o il collasso degli alveari. Lo scopo del progetto è consolidare un’attività agricola sostenibile e inclusiva, attivando la cittadinanza e gli enti territoriali verso modelli di comportamento sostenibili per la creazione di reti territoriali attive e solide.

Nella seconda parte della mattinata, abbiamo visto quanto la zootecnia incida dal punto di vista ambientale, in particolar modo in Lombardia, e quali strategie possono essere implementate ispirandosi ai principi agroecologici, ormai sposati in pieno da chiunque creda in un’effettiva transizione green dell’agricoltura. Dopo una chiara panoramica dello stato dell’arte di Damiano Di Simine (Legambiente Lombardia), la medica veterinaria Francesca Pisseri (impegnata anche in AIDA, l’Associazione Italiana di Agroecologia), ha spiegato infatti come la salvaguardia dei sistemi agro-silvo-pastorali siano cruciali nella lotta al cambiamento climatico: i sistemi di pascolo, propri degli allevamenti estensivi, se gestiti efficacemente sequestrano in modo permanente la CO2 e forniscono importanti servizi ecosistemici.

Infine, in un momento in cui si discute molto della capacità del miglioramento genetico di offrire soluzioni alla domanda di maggiore resilienza delle colture di fronte alla crisi climatica, non poteva mancare un dibattito aperto su questo tema. Ne abbiamo parlato con Riccardo Bocci, agronomo e direttore scientifico di Rete Semi Rurali e Salvatore Roberto Pilu, docente di genetica agraria presso l’Università degli Studi di Milano e membro della Società Italiana di Genetica Agraria. Seppur di diverse vedute, promuovendo da un lato l’impiego di popolazioni evolutive selezionate con metodi di ricerca partecipata e dall’altro sostenendo l’impiego di tecniche NBTs (New Breeding Techniques) per lo sviluppo varietale, entrambi i partecipanti hanno concordato sull’importanza di avere il più possibile un approccio olistico e aperto a considerare tutti i fattori (in primis quelli ambientali) nel miglioramento genetico, con la consapevolezza che non esistono soluzioni specifiche e risolutive come panacea di tutti i mali.

Ringraziamo tutti i partecipanti per l’interesse dimostrato attraverso le numerose domande pervenute (circa 200 persone collegate; 50 giornalisti e 51 dottori agronomi iscritti nell’ambito della formazione professionale continua); Fondazione Cariplo dà appuntamento alla prossima edizione del convegno, che si svolgerà in estate e vedrà nuovi approfondimenti sull’agricoltura, questa volta di respiro internazionale.

Nel pomeriggio di oggi 29 giugno dalle 17.00 fino alle 19.00 l'Area Riservata verrà chiusa per manutenzione.

Ci scusiamo per il disagio. 

La Tubercolosi è una malattia infettiva contagiosa diffusa nel mondo da più di diecimila anni. Negli ultimi decenni è stata scarsamente considerata perché ritenuta ormai facilmente guaribile con gli antibiotici. In realtà, ancora oggi è la principale causa di morte per un singolo agente infettivo, ma l’aspetto più preoccupante è il fenomeno della resistenza ai farmaci sviluppata da alcuni ceppi del batterio, che incide negativamente sui costi e sull'efficienza della terapia antitubercolare. Una persona su tre al mondo ne è affetta (sebbene in nove casi su dieci in forma latente) e ogni anno i morti sono 1 milione e 500mila circa.

Riccardo Miggiano, 34 anni, è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università del Piemonte Orientale nel laboratorio diretto dal Prof. Menico Rizzi, storicamente impegnato nella ricerca biochimica contro la tubercolosi. Ha vinto due volte il Bando Ricerca Biomedica condotta da Giovani Ricercatori di Fondazione Cariplo, nelle edizioni 2016 e 2020. Il bando, attivo dal 2014 con oltre 21 milioni di euro, nasce con l’obiettivo di stimolare la creatività̀ dei giovani nell’ambito della ricerca biomedica ed è mirato a incentivare avanzamenti della conoscenza sui meccanismi molecolari che sono alla base delle patologie umane.  

Guarda l'intervista

La ricerca di Riccardo Miggiano si focalizza sull’analisi dei dettagli molecolari della replicazione e riparazione del DNA del batterio che provoca la tubercolosi: «Il primo bando mi ha permesso di diventare ricercatore, perché nel 2016 ero assegnista. Mi ritengo fortunato perché l’università in cui lavoro è un luogo molto stimolante e vivace e in generale, credo che l’ambiente della ricerca in Italia abbia tante potenzialità oltre a garantire una preparazione di alto profilo, e questo lo vedo confrontandomi spesso con colleghi stranieri. Purtroppo, allo stesso tempo, ai ricercatori italiani sono richiesti sforzi che i colleghi nordeuropei e nordamericani non devono fare. Soprattutto dal punto di vista della disponibilità di tecnologie e finanziamenti. Il ricercatore italiano, per intercettare tempestivamente l’innovazione, deve fare esperienze all’estero dove si investe tanto nella ricerca di frontiera. E poi viene il problema dei finanziamenti perché in altri Paesi c’è molta più attenzione in questo senso. I pochi contributi erogati in Italia provengono dal ministero dell’Università e della Ricerca e dalle fondazioni private. Solo recentemente, e grazie al lavoro di sensibilizzazione svolto appunto dalle fondazioni, anche i bandi governativi e ministeriali hanno previsto una quota per gli under 40.

La situazione italiana della ricerca è stata messa in luce drammaticamente con il Covid perché la comunità ha chiesto alla controparte scientifica di fare uno sforzo per trovare vaccini nel breve tempo possibile ma questo non è stato possibile perché le nostre strutture non erano pronte ad elaborare una terapia risolutiva in poco tempo. Se vuoi fare ricerca innovativa con risultati in tempi rapidi devi finanziare e l’Italia si è scoperta fragile nel campo della ricerca scientifica perché si era investito poco.

Continuare a investire nello studio della tubercolosi in tempi di pandemia da Covid-19 è importante perché, anche se pochi lo sanno, la tubercolosi è la prima causa di morte al mondo per un agente infettivo: le cure a disposizione sono poche e datate. Solo pochi anni fa sono stati introdotti farmaci di nuova generazione ma per cinquanta anni il repertorio farmaceutico è stato limitato. L’investimento nella ricerca per la lotta alla tubercolosi è stato ridimensionato perché i farmaci individuati sembravano aver risolto definitivamente il problema nei Paesi occidentali. Ma la situazione è completamente diversa nel mondo non industrializzato, e questo accade soprattutto perché le terapie in uso hanno una durata di intervento lunga, di 6 mesi, che deve essere condotto sotto stretto controllo ospedaliero. Questo ovviamente è incompatibile con la gestione sanitaria di alcuni Paesi: il risultato è che, nel mondo, ogni anno ci sono 1 milione e mezzo di morti, tra cui molti bambini.

La nostra sensibilità nei Paesi occidentali è bassa in generale perché lo viviamo come un problema che sembra toccarci lateralmente, ma la tubercolosi è una malattia diffusissima: un terzo della popolazione mondiale ha il batterio della tubercolosi, che può rimanere latente o manifestarsi in stati di immunodepressione.

Purtroppo, nel frattempo, mentre investivamo poco nella ricerca di nuovi agenti antibiotici senza ampliare il bagaglio di terapie a disposizione, si sono sviluppati ceppi resistenti agli antibiotici. Attualmente quindi esistono ceppi detti “Multi-drug resistant”, ceppi “Extremely-drug resistant” e “Totally-drug resistant” e rischiamo di trovarci impreparati dal punto di vista terapeutico e di non avere farmaci a disposizione se le varianti più aggressive si diffondessero: è per questo che vale assolutamente la pena di investire in ricerca di base.

Questa seconda vincita del bando Giovani Ricercatori è stata una sorpresa e una gioia incredibile e, proprio come la prima volta, dato che la comunicazione è arrivata a ridosso di Natale, stavo guidando per tornare a Lecce, la mia città. Ero così contento che ho preso una multa per eccesso di velocità!».  

Il prossimo 26 marzo, in occasione della Giornata Mondiale del Teatro, Acri organizza l’evento “Rigenerazione. Nuovi sperimentazioni teatrali dentro e fuori il carcere”. L’iniziativa rientra in “Per Aspera ad Astra”, progetto promosso da Acri e sostenuto da 10 Fondazioni associate fra cui Fondazione Cariplo, che da 3 anni coinvolge circa 250 detenuti, di 12 carceri italiane, in percorsi di formazione professionale nei mestieri del teatro.

All’evento, che si terrà in diretta streaming, dalle ore 10,30 alle ore 12,30, con la conduzione di Andrea Delogu, interverranno i testimoni dell’iniziativa: Enrico Casale, Associazione culturale Scarti; Ibrahima Kandji, attore Compagnia della Fortezza; Micaela Casalboni, Teatro dell’Argine. A seguire, Francesco Profumo, presidente di Acri; Bernardo Petralia, Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria; Aniello Arena, attore; Giorgia Cardaci, attrice, vicepresidente Associazione Unita – Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo. Concluderà il Ministro della Cultura, Dario Franceschini.

Per l’occasione verrà proiettato il video di azione collettiva “Uscite dal mondo”, diretto da Armando Punzo, Compagnia della Fortezza, con la drammaturgia musicale di Andrea Salvadori e la partecipazione di: Ivana Trettel – Opera Liquida, Enrico Casale – Compagnia Scarti, Daniela Mangiacavallo – Associazione Baccanica, Franco Carapelle ed Elisabetta Baro – Teatro e Società, Micaela Casalboni -Teatro dell’Argine, Vittoria Corallo – Teatro Stabile dell’Umbria, Alessandro Mascia – Cada Die Teatro, Sandro Baldacci – Teatro Necessario, Marco Mucaria e Grazia Isoardi – Voci Erranti Onlus, Alessia Gennari – FormAttArt, Leonardo Tosini e Marco Mattiazzo -Teatro Stabile del Veneto.

Per partecipare all’evento è richiesta la registrazione, entro il 23 marzo, a questo link:www.acri.it/peraspera21/

Fondazione Cariplo e ACSM AGAM hanno siglato un accordo per sostenere con 2 milioni di euro interventi a contrasto della povertà nei territori di Como, Lecco, Monza e Brianza, Sondrio e Varese. Un impegno concreto, a beneficio delle comunità locali e dei territori, investiti dagli effetti della pandemia e delle doverose misure adottate per ridurre il contagio, che hanno determinato in molte aree del Paese situazioni di emergenza economica e sociale.

Fondazione Cariplo e ACSM AGAM metteranno a disposizione un milione di euro a testa, nel quadro di un’alleanza strategica triennale (per gli anni 2021-22-23). La Fondazione e la multiutility lombarda sosterranno i Fondi attivati dalle singole Fondazioni di Comunità – di  Como, Lecco, Monza e Brianza, Varese e Sondrio (Fondazione Pro Valtellina) – per supportare e valorizzare in modo mirato le iniziative e le organizzazioni impegnate nel contrastare le diverse condizioni di povertà (alimentare, digitale, educativa).

L’intesa integra le risorse e gli strumenti già messi in campo dalla Fondazione e dal gruppo ACSM AGAM e si propone come volano di una mobilitazione che coinvolga, in modo diffuso e capillare, i cittadini, le aziende, le istituzioni che potranno aderire al progetto e contribuire alla campagna.

Giovanni Fosti, Presidente di Fondazione Cariplo: "Crisi sanitaria, economica e sociale stanno generando enormi difficoltà per moltissime persone, aumentando le disuguaglianze e le divisioni all’interno delle comunità. Davanti a questa situazione è indispensabile unire le forze. I Fondi di contrasto alla povertà, che Fondazione Cariplo sta promuovendo insieme alle Fondazioni di Comunità, hanno esattamente questo scopo: generare uno spazio di collaborazione aperto, in cui i diversi soggetti che operano sul territorio possano convergere nella raccolta di risorse per rispondere ai bisogni emergenti, come sta avvenendo grazie all’accordo con ACSM AGAM nelle province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Sondrio e Varese, e come ci auguriamo possa accadere anche in altri territori.” 

La vicinanza ai territori in cui operiamo e di cui siamo espressione – hanno sottolineato il presidente Paolo Busnelli e l’amministratore delegato Paolo Soldaniè centrale nelle attività del Gruppo, volte a generare valore e sviluppo a beneficio delle comunità locali. Attraverso la partnership con Fondazione Cariplo, intendiamo assicurare un aiuto concreto in un momento estremamente complesso e promuovere una rete di solidarietà e di attenzione nei confronti dei tanti settori in difficoltà. Una scelta che sentiamo profondamente nostra, all’insegna della responsabilità sociale di impresa”.

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QUADRATAIn tempi di didattica a distanza è possibile trasferire i laboratori al di fuori dell’ambiente scolastico per garantire agli studenti un’adeguata formazione all’uso delle tecnologie?

Progetto SI – Scuola Impresa Famiglia, promosso da Fondazione Cariplo con Fondazione Politecnico di Milano lancia il bando DIGITA.R.SI (consultabile alla pagina BANDI – Ricerca Scientifica) con l’obiettivo di supportare i docenti degli istituti tecnici nella sperimentazione di metodologie innovative nella didattica a distanza e nell’attività laboratoriale. All’iniziativa si unisce anche Fondazione Bracco che, attraverso un’azione specifica, sosterrà la realizzazione di prodotti digitali sul tema dell’orientamento scolastico con l’obiettivo di valorizzare le potenzialità delle discipline STEM (Science, Technology, Engineering,  Mathematics) nell’ambito dell’istruzione tecnica, con una attenzione specifica alla prospettiva di genere volta a favorire le vocazioni scientifiche anche tra le studentesse.

Il bando resterà aperto sino al 31 maggio.

La presentazione delle domande da parte dei docenti degli istituti tecnici dovrà avvenire sulla piattaforma online di Fondazione Cariplo.  

Quali sono i numeri di questa nuova iniziativa?

  • € 800.000 di investimento da parte di Fondazione Cariplo
  • € 15.000 euro erogati da Fondazione Bracco per l’orientamento in entrata verso le carriere scientifiche
  • Coinvolti oltre 250 istituti tecnici, tra statali e paritari, della Lombardia e delle province piemontesi di Novara e Verbania-Cusio-Ossola 

Il Bando DIGITA.R.SI si pone l’obiettivo di incrementare le possibilità per gli studenti, provenienti da istituti tecnici ad indirizzo tecnologico, di trovare un’occupazione grazie ad un miglioramento della qualità dell’insegnamento delle discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e dell’efficacia della didattica laboratoriale.

DIGITA.R.SI nasce grazie ad una ricognizione della letteratura scientifica dalla quale emergono l’impatto positivo delle tecnologie nelle materie scientifiche ed il ruolo centrale dei docenti per il miglioramento degli apprendimenti. È quindi fondamentale garantire loro un’adeguata formazione tecnologica e pedagogico‐didattica. Per i progetti vincitori,  inoltre, Fondazione Cariplo metterà a disposizione un percorso di formazione dedicato con il coinvolgimento di esperti del settore.

Docenti e formatori potranno, attraverso la partecipazione a DIGITA.R.SI, mettere in campo strumenti innovativi per affrontare le nuove sfide della digitalizzazione imposte dall’emergenza sanitaria che stiamo vivendo e che resterà un bagaglio da coltivare per il futuro.  Un ruolo importante sarà svolto anche dagli stakeholder (imprese, partner di progetto, associazioni di genitori) grazie ai quali veicolare e unire le proprie forze per rendere la scuola più forte nonostante la pandemia.

Digita.R.SI, è aperto a tutti gli istituti tecnici inclusi nel territorio di competenza di Fondazione Cariplo (Lombardia e province di Novara e Verbano-Cusio-Ossola) che presentano almeno uno degli indirizzi di studio del settore tecnologico: meccanica, informatica, elettronica, agraria e agroalimentare, trasporti e logistica, sistema moda, grafica e comunicazione, costruzioni, chimica.

Il bando si colloca all’interno dell’esperienza maturata con il Progetto SI Scuola Impresa Famiglia, nato nel 2018, che ha permesso di ammodernare i laboratori didattici di 76 istituti tecnici ad indirizzo meccatronico e 17 istituti tecnici ad indirizzo agrario della Lombardia e delle province del Verbano – Cusio – Ossola, dotandoli delle tecnologie di Industria 4.0.

Rivedi qui la presentazione: bit.ly/PresentazioneDigitarsi.

È solo investendo sul potenziale della persona oggi che potremo costruire le opportunità di crescita di domani: per questo motivo la formazione offerta dagli Istituti tecnici ad indirizzo tecnologico nelle discipline STEM è determinante per il futuro professionale dei ragazzi e di conseguenza per lo sviluppo del Paese”, dichiara Giovanni Fosti Presidente Fondazione Cariplo.  “Il Bando Digita.R.SI offre la possibilità di mettere a valore la grande accelerazione digitale che stiamo vivendo integrandola in modo innovativo nell’offerta formativa degli Istituti”.

Fondazione Bracco da tempo, grazie al progetto Diventerò, accompagna i giovani di merito nel loro percorso formativo”, afferma la Presidente Diana Bracco. “Negli ultimi anni, in particolare, abbiamo attivato alcune iniziative specifiche per stimolare l’uso delle tecnologie e favorire la crescita delle competenze digitali degli studenti. Per questo con entusiasmo abbiamo deciso di sostenere l’iniziativa che Fondazione Cariplo in collaborazione con la Fondazione Politecnico di Milano ha avviato per potenziare l’attività digitale dei laboratori scolastici attraverso il bando Digita.R.SI, che si rivolge a oltre 250 Istituti Tecnici del territorio. In questo drammatico periodo di pandemia”, aggiunge la Presidente di Fondazione Bracco, “la digitalizzazione della scuola deve essere per tutti una priorità assoluta”.

"L’attuale rivoluzione digitale sta modificando radicalmente molti settori economici e con essi il mondo del lavoro. Investire sul capitale umano  per preparare i ragazzi alle professioni future non potrà che aiutare le nuove generazioni”, precisa Andrea Sianesi Presidente Fondazione Politecnico di Milano. “Con il bando Digitar.R.SI si parte dalla scuola sia per investire nelle competenze e nelle capacità tecniche utili ad affrontare le trasformazioni tecnologiche in atto, sia per sviluppare le soft skill necessarie per formare una forza lavoro agile e in grado di adattarsi a un panorama in continua evoluzione. In tale contesto la formazione STEM giocherà un ruolo cruciale per consentire alle imprese di gestire il cambiamento".

Durante il periodo del bando sarà attivato un canale di supporto ai potenziali beneficiari. In particolare, sarà sviluppato un sistema di supporto a distanza tramite: assistenza telefonica e via e-mail; l’elaborazione di FAQ;  l’utilizzo di strumenti di video conferenze.

In occasione della Giornata Mondiale sulla sindrome di Down, CoorDown, Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down, con il Patrocinio di Fondazione Cariplo, lancia la campagna di sensibilizzazione internazionale “The hiring chain”. 

L’inclusione lavorativa non è solo un diritto da garantire, ma porta benefici nel contesto lavorativo e nella società tutta: è a partire da questa idea che CoorDown ha lanciato www.hiringchain.org luogo di incontro dove aziende e datori di lavoro possono mettersi in contatto con associazioni, in Italia e in diversi paesi del mondo che garantiscono informazioni e supporto per sostenere gli inserimenti lavorativi delle persone con sindrome di Down nelle loro aziende o attività.
Essere indipendenti, contribuire alla società, avere un proprio reddito, apprendere nuove competenze, conoscere nuove persone e sentirsi apprezzati sono le ragioni che spingono le persone affette da sindrome di Down a lavorare, come chiunque altro. Ma la maggior parte delle persone con sindrome di Down deve affrontare barriere e pregiudizi, mancanza di opportunità, basse aspettative e stereotipi. 

L'occupabilità è un tema caro a Fondazione Cariplo che ha patrocinato la campagna di CoorDown e che da anni sostiene l'inserimento lavorativo delle persone con fragilità fisiche, psichiche, sociali, ambito storico di intervento per la Fondazione.

Negli anni, Fondazione Cariplo ha sperimentato, in collaborazione con diversi attori del territorio, modelli di intervento per promuovere l’occupabilità di persone a rischio di marginalità che nel contesto socio-economico attuale e in un mercato del lavoro sempre più competitivo e in evoluzione non sempre trovano le giuste opportunità. In assenza di tutele, basta un evento imprevisto o una condizione di partenza più svantaggiata per scivolare in situazioni di isolamento, impoverimento, rendendo più difficile (re)inserirsi nel mondo del lavoro. Inoltre le politiche occupazionali non sono sempre efficaci nel garantire pari opportunità di accesso al lavoro a tutte le categorie di svantaggio presenti ed emergenti che, invece, se opportunamente inserite e valorizzate, possono contribuire a produrre valore per la collettività.

Il contesto nazionale e lombardo

L’attuale situazione di crisi economica e sanitaria causata dall’emergenza Covid-19 rischia di rendere ancora più critica la condizione occupazionale delle persone con disabilità. Con l’aumento generale del numero di imprese in difficoltà a causa degli effetti negativi legati all’emergenza Covid-19, nel prossimo futuro potrebbe registrarsi una contrazione dei posti disponibili per le persone con disabilità, anche a causa di una riduzione delle aziende in obbligo. Al contempo, una parte dei posti attualmente coperti potrebbe essere a rischio. Nonostante le misure di contrasto alla crisi messe in atto dal Governo e dalle stesse Regioni, ci si attende purtroppo un trend in aumento sia delle reiscrizioni alle liste di collocamento delle persone precedentemente occupate, sia del numero dei giovani con disabilità che rimarranno fuori dal mercato del lavoro.

Le dimensioni del problema erano già significative prima dell’inizio della pandemia. A livello nazionale, infatti, era occupato solo il 31,3% delle persone tra i 15 e i 64 anni con limitazioni gravi contro il 57,8% delle persone senza limitazioni, nella stessa fascia di età. Inoltre, a fronte dei 360.000 occupati con disabilità dichiarati dalle aziende, nel 2018 si registravano 145.000 posti di lavoro “riservati” alle persone con disabilità presso i datori di lavoro in obbligo e non ancora coperti.

In Lombardia nel 2019 erano 50.600 le persone con disabilità iscritte al collocamento mirato e disponibili al lavoro, dato sempre in crescita rispetto agli anni precedenti, a fronte di un numero di avviamenti pari a 7.224 e un numero di iscritti nell’anno pari a 15.564; i posti di lavoro scoperti ammontavano a 26.555, pari al 29% del totale complessivo dei posti da riservare.
Attraverso il bando Abili al lavoro, giunto alla terza edizione e con uno stanziamento per il 2021 di 1,6 milioni di euro, Fondazione Cariplo intende punta a rafforzare le politiche di inserimento lavorativo.

Opportunità lavorative per tutti

Il Bando Abili al lavoro sostiene progetti di organizzazioni non profit che puntino alla crescita e il mantenimento di opportunità occupazionali per persone con disabilità che potrebbero avere maggiori difficoltà a (re)inserirsi nel mondo del lavoro, cercando di migliorare l’applicazione della normativa sul collocamento mirato. Dalla prima edizione del Bando nel 2019 sono stati sostenuti e sono attualmente in corso 14 progetti per un totale di 2,5 milioni di euro deliberati; sono oltre 200 le organizzazioni coinvolte nelle reti di progetto. Entro il 2022 sono previsti percorsi di inserimento lavorativo per 1341 persone con disabilità grazie all’ingaggio di 529 aziende coinvolte, puntando a raggiungere 446 contratti di lavoro al termine delle progettazioni. Fra gli obiettivi anche quello di promuovere una crescita di competenze e sensibilità intorno al tema e rilanciare un rinnovato protagonismo del mondo imprenditoriale e sociale.
I dati e le esperienze hanno dimostrato l’importanza di aver sostenuto progetti che mettevano al centro persone che con il lavoro hanno trovato inclusione e riscatto. Fondazione Cariplo ha inserito tra i nove obiettivi strategici che guideranno l’attività filantropica 2021 il tema dell’occupabilità. Saranno infatti resi disponibili strumenti filantropici per promuovere la creazione di nuove opportunità lavorative, contribuendo alla formazione di soft skills, di competenze tecniche specializzate e di competenze soprattutto in ambito green, e facilitare l’accesso al mercato del lavoro delle persone in condizioni di svantaggio e dei giovani.

L’impegno di Fondazione Cariplo

Ad oggi Cariplo ha sostenuto circa 400 progetti per 48 milioni di euro. Negli ultimi dodici anni, questi bandi e progetti hanno consentito la realizzazione di opportunità lavorative per oltre 3 mila persone, di cui più di 2000 in condizioni di svantaggio certificato. Attualmente oltre al bando Abili al Lavoro è attivo il Bando Coltivare Valore per promuovere iniziative di agricoltura sociale abbinate ad attività di inserimento lavorativo per persone fragili. Con questo bando, dalla prima edizione nel 2018, sono stati deliberati circa 8,2 milioni di euro per un totale di 30 progetti, attualmente in corso. Queste iniziative, oltre a implementare pratiche agricole ispirate ai principi dell’agroecologia in ottica multifunzionale (recuperando oltre 100 ettari in stato di abbandono o sottoutilizzati), puntano a realizzare oltre 250 percorsi di inserimento lavorativo per persone in condizione di svantaggio. Questi percorsi coinvolgono diverse tipologie di persone con difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro, con una particolare attenzione per le persone con disabilità fisica, psichica e sensoriale, che rappresentano il 35% delle persone coinvolte. Senza dimenticare che le opportunità occupazionali generate dai progetti sostenuti sul bando si rivolgono anche ad altre tipologie di destinatari in condizioni di svantaggio come migranti, detenuti o ammessi a misure alternative, disoccupati over 50, persone con dipendenze.

In passato, la Fondazione si è fatta diretta promotrice di iniziative sperimentali nell’ambito delle politiche del lavoro, come ad esempio il progetto Lavoro&Psiche (2008-2013) per l’inserimento lavorativo di persone con gravi disturbi psichici a cui ha destinato 3 milioni di euro e il progetto Neetwork (attivo dal 2015), che si rivolge a giovani che non studiano e non lavorano con un basso livello di scolarizzazione e che sono “in panchina” da tempo col rischio di rimanervi.
Nel 2017 è stato realizzato anche il progetto “Talenti Inauditi” in collaborazione con Cariplo Factory, per la riprogettazione professionale di adulti fuori dal mercato del lavoro. Infine, all’interno del programma “Welfare di comunità” (attivo dal 2014) sono stati realizzati molti progetti che intervengono sull’asse lavoro e che sperimentano nuove modalità di intervento per persone vulnerabili e spesso sconosciute ai servizi tradizionali.

 

Selezionare, sperimentare e diffondere soluzioni capaci di ridurre tempi, costi e impatto ambientale delle costruzioni e soddisfare i bisogni delle persone su larga scala: sono queste le parole d’ordine con cui si presenta EDERA, il primo centro italiano nato per accelerare la decarbonizzazione e la rigenerazione dell’ambiente costruito.

L’impresa sociale, costituita da ANCE, REDO SGR e Fondazione Housing Sociale attorno a una proposta di Thomas Miorin, si propone di aprire nuove rotte per la riqualificazione profonda degli edifici in modo da raggiungere tre obiettivi: ridurre drasticamente bollette ed emissioni, riqualificare le periferie e rendere più produttivo il comparto delle costruzioni. Un’iniziativa perfettamente in linea con gli obiettivi del Recovery Fund in grado di valorizzare gli investimenti nella riqualificazione del patrimonio pubblico come una nuova politica industriale per l’edilizia.

Una realtà che nasce da lontano e che, grazie alla spinta decisiva dei soci, ha trovato la forza di nascere anche senza fondi pubblici dedicati anche grazie a Fondazione Cariplo che “ha supportato la nascita di EDERA per la sua intrinseca capacità di abilitare e al contempo accelerare i processi di riqualificazione urbana”, afferma Sergio Urbani, Direttore Generale di Fondazione Cariplo. “In tal senso, EDERA rappresenta un ulteriore tassello per continuare nel percorso avviato con l’housing sociale e per contribuire, anche attraverso nuove soluzioni tecnologiche, alla difesa dell’ambiente e delle componenti più fragili della comunità”.

“Siamo in procinto di affrontare grandi piani di rigenerazione di quartieri pubblici e privati: il recupero del patrimonio esistente, in tempi contenuti e con il minor impatto sui residenti, risulta oggi sempre più strategico. Da questo punto di vista è fondamentale per FHS il contributo che EDERA può dare nella ricerca di nuove soluzioni tecnologiche e di processo per la ristrutturazione di immobili abitati”. – afferma Giordana Ferri, Direttore Esecutivo di Fondazione Housing Sociale.

Per questo EDERA coordinerà in Italia Energiesprong, pluripremiata iniziativa internazionale volta ad abilitare soluzioni di nearly zero energy retrofit: riqualificazioni capaci di trasformare in pochi giorni di cantiere edifici vecchi ed energivori in edifici a bolletta quasi zero, attraverso soluzioni di alta qualità preassemblate in fabbrica.

Il programma intersettoriale AttivAree, che ha visto coinvolte le aree montane dell’Oltrepò Pavese (PV) e delle Valli Trompia e Sabbia (BS) nel periodo 2016-2020, sarà tra i protagonisti del Convegno “ll terzo fragile. L’istituirsi del bene comune nelle aree rurali”, organizzato dall’APS Aree Fragili. Il convegno avrà come fulcro il concetto di “terzo” declinato come insieme di valori, norme e consuetudini che guidano la vita delle persone e delle comunità locali e, in particolare, cercherà di riflettere sul suo sviluppo negli ultimi decenni nelle aree interne dove la socialità è maggiormente ridotta e a rischio di disgregazione.  

Sabato 20 marzo, la Vicepresidente di Fondazione Cariplo Valeria Negrini parteciperà alla tavola rotonda conclusiva con altri rappresentanti istituzionali per approfondire il ruolo del terzo settore e delle fondazioni nelle aree fragili.  

Il programma AttivAree di Fondazione Cariplo verrà proposto come modello virtuoso di riattivazione delle aree interne nel panel “Istituzioni fondamentali” di sabato 20 marzo. Negli ultimi anni, infatti, grazie ai progetti “AttivAree Valli Resilienti” e “AttivAree Oltrepò (bio)diverso”, le due aree hanno aumentato la loro capacità attrattiva nei confronti dei residenti, dei visitatori e dei poli urbani di riferimento, facendo leva sulle risorse delle comunità e stanno lavorando per mantenerla, nonostante la crisi sanitaria in corso. Ne parlerà Elena Jachia, Direttrice dell’Area Ambiente di Fondazione Cariplo e responsabile del programma, con un intervento dal titolo: “L’esperienza di AttivAree: reti, relazioni e percorsi di accompagnamento delle aree fragili”. 

Per scoprire il programma completo e iscriversi al convegno www.areefragili.it/convegno-2021.  

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