È online la prima edizione del bando “AmbiEnte Digitale” per sostenere le organizzazioni del terzo settore attive in campo ambientale in un percorso di innovazione e transizione digitale.

Negli ultimi mesi, la pandemia globale dovuta al diffondersi del virus Covid-19, ci ha costretti a cambiamenti radicali e improvvisi in tutti gli aspetti della nostra vita. La chiusura di attività e servizi resasi necessaria durante il periodo di emergenza ha coinvolto anche le organizzazioni del terzo settore attive in campo ambientale, le quali, pur incrementando l’utilizzo delle tecnologie digitali per supportare i propri processi operativi interni e i servizi, hanno dovuto fare i conti con l’emergere di una serie di bisogni ed esigenze di innovazione e trasformazione delle proprie attività sul territorio.

Per approfondire il bisogno e la conoscenza relativa alla “maturità” digitale delle organizzazioni del terzo settore attive in campo ambientale, l’Area Ambiente e l’Ufficio Osservatorio e Valutazione della Fondazione Cariplo, in collaborazione con Techsoup Italia, hanno predisposto un questionario dedicato agli stakeholder di FC attivi in campo ambientale. Dall’indagine è emerso come le tecnologie digitali non siano più viste come un semplice strumento di facilitazione dell’organizzazione interna del lavoro: gli enti iniziano a dimostrare un maggiore interesse nello sviluppo di tali tecnologie in settori come l’engagement, la sensibilizzazione ambientale e le attività formative ed educative. Lo sviluppo delle tecnologie digitali in questi ambiti però richiede, oltre alla disponibilità degli strumenti, la definizione di una strategia di innovazione digitale che sia funzionale alle attività proprie dell’organizzazione. Questo risultato trova conferma nel dato emerso dall’indagine relativo alle difficoltà riscontrate dagli enti durante l’emergenza Covid-19: l’86% delle organizzazioni rispondenti è stato messo a dura prova nello svolgimento delle attività rivolte al pubblico a causa della sospensione o chiusura di luoghi e servizi (es. scuole  aree protette e parchi, eventi e festival, turismo), ma, nonostante questo, l’84% dichiara di non avere un piano formalizzato o un’idea chiara di come procedere nella transizione digitale.

Il bando “AmbiEnte Digitale” nasce con l’intenzione di rispondere a questi bisogni di innovazione, interpretandoli come opportunità di rafforzamento, sviluppo e trasformazione degli enti, stimolando nuovi modi di pensare le proprie attività e il loro impatto sul territorio anche attraverso il miglioramento delle competenze e l’utilizzo delle tecnologie digitali.

Il bando rimarrà aperto dal 23 luglio al 30 settembre 2020. Oltre al testo del bando, alla Guida alla presentazione, ai Criteri generali per la concessione di contributi, sarà possibile consultare le FAQ alla pagina bandi.
Nella settimana del 27 luglio è inoltre prevista la pubblicazione di un video di approfondimento del bando e delle slide.

La crisi sanitaria mondiale e i cambiamenti socioeconomici in atto hanno messo in luce aspetti di fragilità del mondo globalizzato e sempre più interconnesso in cui viviamo. L’emergenza dovuta al Covid-19 ha avuto e avrà un impatto in ambiti fondamentali, come la salute, l’educazione, il lavoro, aumentando le disuguaglianze e generando nuove povertà. 

In tutto il mondo le istituzioni filantropiche si sono trovate a rispondere a un drammatico e inaspettato scenario, hanno dovuto rivedere priorità̀, ripianificare misure di sostegno e attività sia nel breve periodo che a medio-lungo termine. 

Quali sono state le soluzioni più immediate? E quali quelle che potranno rispondere in un orizzonte più ampio ai nuovi bisogni originati dalla crisi? Quali sono le nuove sfide globali che le istituzioni si troveranno ad affrontare? E i nuovi modelli in grado di sostenere sviluppo economico e coesione sociale? È possibile fondare la ripresa economica su criteri di maggiore sostenibilità̀ e inclusività̀, facendo tesoro delle eccezionali prove di solidarietà̀ e di resilienza delle comunità̀ a cui abbiamo assistito in questo periodo?

Per rispondere a queste domande, giovedì 16 luglio 2020 Fondazione Cariplo ha organizzato il Seminario internazionale Nuove sfide globali e ruolo della Filantropia con Giovanni Fosti, presidente di Fondazione Cariplo, Paolo Magri, vicepresidente esecutivo e direttore dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, Heather Grady vicepresidente di Rockefeller Philanthropy Advisors, Fabian Zuleeg, CEO e Chief Economist dell’ European Policy Centre, Àngel Font, presidente dell’European Foundation Centre e Corporate Director Scientific Research della Fondazione “la Caixa”.

L’incontro, che ha coinvolto il board di Fondazione Cariplo, si inserisce in una serie di eventi internazionali che hanno l’obiettivo di avviare un processo di conoscenza e confronto su fenomeni globali, tendenze, buone pratiche che possono contribuire a sviluppare un nuovo sguardo sulla realtà e ispirare l’attività filantropica di Fondazione Cariplo.

Rivedi il seminario

Dal confronto tra gli ospiti italiani e quelli internazionali, è emersa una visione comune su alcune delle sfide più importanti e sulle soluzioni da mettere in campo. Nell’immediato e nel medio periodo, il contrasto alla povertà, alimentare ed educativa, si configura come il principale obiettivo delle istituzioni filantropiche a livello globale. L’emergenza Coronavirus ha messo in luce i profondi ritardi nell’accesso alle tecnologie e il divario digitale: nell’agenda delle fondazioni un ruolo centrale dovrà avere anche la povertà digitale, fattore di rischio per l’aumento delle disuguaglianze. In questa fase, sarà necessario anche saper adottare strumenti straordinari quando la situazione lo richiede, pianificando soluzioni flessibili, riconoscendo di volta in volta le priorità, agendo al di fuori degli schemi consueti e con quella tempestività resa possibile dalla velocità di reazione che contraddistingue le istituzioni filantropiche. Una linea già messa in atto da Fondazione Cariplo a partire dal primo momento dell’emergenza che, tra le altre misure, ha lanciato un bando da 15 milioni di euro per trasferire risorse direttamente agli enti del terzo settore per la sopravvivenza dei servizi alle comunità. Per la natura globale della crisi, è fondamentale non agire da soli ma individuare campi di azione sufficientemente ampi per far convergere molti attori, per costruire reti e alleanze tra pubblico e privato.    

«Nei momenti di grande incertezza la prima tentazione da evitare è quella di usare mappe vecchie per comprendere un mondo nuovo. Siamo di fronte alla necessità di sviluppare nuovi quadri interpretativi della realtà, ed è quindi fondamentale allargare il più possibile gli spazi di confronto e di riflessione. Vogliamo comprendere e valorizzare il senso più profondo dell''esperienza che stiamo affrontando e crescere nella nostra capacità di contribuire a un futuro migliore. Per questo la Commissione Centrale di Beneficenza di oggi è dedicata all’approfondimento di alcuni temi strategici, attraverso il contributo di interlocutori internazionali: vuole essere un momento di apertura e dialogo attorno a nuovi modelli interpretativi con cui guardare al futuro per essere sempre più pronti ad affrontare con uno sguardo davvero contemporaneo le sfide che ci aspettano.»Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo

In Italia sono circa 4 milioni le famiglie che abitano in una casa affittata sul mercato privato. Secondo una stima fatta da Unione Inquilini, a marzo 2020 almeno 200mila di queste si sono trovate nell’impossibilità di pagare l’affitto. Si tratta di lavoratori precari, famiglie, coppie e studenti fuori sede. Molte famiglie non hanno avuto entrate durante il lockdown e gli studenti non hanno la possibilità di contribuire ai costi dell’affitto con piccoli lavoretti.

Già prima dell’emergenza, i prezzi di mercato per gli affitti in condivisione erano molto alti e la qualità dell’offerta molto bassa: 500 euro è il costo minimo di una stanza singola a Milano.

Abitare Giovanile Collaborativo Milano 2035, è uno dei progetti del bando “Welfare di comunità” di Fondazione Cariplo che nel milanese sostiene il diritto dei giovani fra i 20 e i 35 anni a un’abitazione economicamente accessibile e sperimenta soluzioni di abitare collaborativo. Milano 2035 offre a studenti e giovani lavoratori opportunità di alloggio a prezzi moderati proponendo un nuovo modo di abitare, basato sulla condivisione e la solidarietà tra abitanti e vicini di casa. L’Abitare Collaborativo permette ai giovani di sentirsi parte di una comunità, anche se si è arrivati da poco in città. L’Abitare Collaborativo consiste nell’impegnare alcune ore della settimana in attività che valorizzano le competenze e gli interessi dei giovani e che sono utili alla vita del quartiere: pranzi sociali, corsi, assistenza compiti per ragazzi, cura dell’orto. Con il Coronavirus, "l'ecosistema territoriale di accoglienza” ha mostrato tutte le sue potenzialità perché la solidarietà tra vicini di casa è improvvisamente diventata una necessità per molte persone, soprattutto per gli anziani.

Le opportunità avvengono in contesti differenti: alloggi privati in convivenza intergenerazionale con pensionati autosufficienti (Prendi in Casa), appartamenti in edifici popolari (ospitalità solidale), appartamenti del “Foyer” nel quartiere di housing sociale Cenni di Cambiamento. 

Prendi in Casa

Si tratta di un’esperienza di convivenza intergenerazionale in cui i ragazzi dai 18 ai 30 anni convivono con un anziano autosufficiente, pagando per una stanza singola circa 200 euro.

Lorenzo e la signora Alberta:

Lorenzo Gozzano ha 21 anni, è originario di un paesino del Monferrato e studia giurisprudenza a Milano. Da settembre, abita con la signora Alberta: «il primo anno a Milano ho vissuto a Segrate con mia zia, ma cercavo una soluzione più centrale. Ho scoperto il progetto Milano 2035 navigando in internet, ho mandato il curriculum e ho fatto il primo colloquio. Mi è piaciuta subito l’idea di abitare con una persona anziana. Ci sono i pro e i contro anche nella convivenza con i coetanei perché non è facile avere gli stessi ritmi, abitudini simili e io ho bisogno di molta tranquillità. E poi c’è il tema dei prezzi che a Milano sono inavvicinabili.

La casa e il quartiere mi sono piaciuti subito, perché erano spaziosi e verdi. E la signora Alberta anche mi ha conquistato, quando ci siamo incontrati per la prima volta ha preparato un aperitivo per me e per mia mamma. Con lei mi sento libero ma anche “accudito”, facciamo sempre colazione insieme e qualche volta pranziamo e ceniamo insieme, ma senza vincoli. Quando torno dal week end a casa, le faccio assaggiare i prodotti monferrini e lei mi fa trovare i pop corn quando rientro dall’università. Ma spesso esce, è una persona attiva, non è una vecchietta da thè e divano. Mi chiama “bello di nonna” ma mi dà del lei! Però per me è davvero come una nonna, e mi piace parlarle della mia campagna e ascoltare i ricordi della sua in Veneto».

Lorenzo non è il primo studente ospitato dalla signora Alberta, 81 anni, nonna di due nipotini: «Io dico che è stato l’angelo custode a mettere il depliant di “Prendi in casa” sulla mia strada. L’ho trovato in un negozio anni fa, c’era scritto: “Prendi in casa uno studente e ringiovanirai di dieci anni”. Ci ho pensato un po’ su: mi sembrava una bella opportunità per avere una piccola entrata e far fronte alle spese. Era da tempo che meditavo di cambiare perché per me, vedova, la casa era diventata troppo grande e costosa, ma lasciarla dopo 50 anni mi addolorava moltissimo. Però allo stesso tempo mi chiedevo come sarebbe stato abitare con una persona sconosciuta, poi mi sono detta: “ma dai, proviamo”. Ed è arrivata Monica, una ragazza di 20 anni bravissima che mi ha dato tante soddisfazioni, sono anche andata alla sua cerimonia di laurea, la prima della mia vita!

Adesso c’è Lorenzo e anche con lui mi trovo benissimo, è il primo ragazzo maschio che ospito. Mi piace vedere questi ragazzi nella loro diversità, non è vero che i giovani sono menefreghisti, egoisti, sono come eravamo noi da giovani, c’è quello bravo e quello meno. Io non ho mai avuto brutte esperienze ma anche perché, grazie al progetto, i ragazzi vengono selezionati e abbinati con dei criteri. Le pulizie di solito le faccio io, ma ho tanto tempo, non mi pesa per niente! Comunque non sono una maniaca della pulizia, e la cucina è libera, ognuno fa quello che vuole. Per me questa esperienza è una meraviglia per una persona sola, io dico che è l’angelo custode ad avermela mandata perché, dopo quel giorno, il depliant non l’ho mai più rivisto»

Ospitalità solidale

Prevede l’assegnazione a studenti e lavoratori precari dai 18 ai 30 anni di 24 alloggi di proprietà comunali, nel quartiere Niguarda e Ponti. I giovani, in cambio di un affitto calmierato di 380 euro al mese (spese incluse) per un monolocale arredato, accedono a un percorso di cittadinanza attiva e solidarietà sociale, dedicando a progetti di volontariato 10 ore al mese.

Camilla Gazzetta di Dar Casa è la coordinatrice del le attività del progetto: «I ragazzi non accedono alle tradizionali graduatorie delle case popolari, ma a una call specifica, inviando un curriculum e buste paga. Noi ci occupiamo dei colloqui e dell’inserimento nel progetto. Non si tratta solo di ottenere una casa, ma di accedere a un percorso di cittadinanza attiva. I ragazzi dedicano 10 ore al mese del loro tempo: negli anni si sono occupati di un dopo scuola settimanale per i bambini, di un cineforum, di un corso di italiani per stranieri. Le attività nascono da una mappatura dei quartieri e si svolgono in collaborazione con reti di associazioni. Vedere il quartiere vivo e migliore è una grande spinta propositiva per i ragazzi che scelgono le attività in base alle loro competenze e risorse».

Il “Foyer” del quartiere di Cenni

5 residenze destinate a giovani studenti o lavoratori fuori sede. Inaugurato alla fine del 2013, il complesso di Cenni (zona San Siro, Sud-Ovest di Milano) comprende 123 appartamenti, suddivisi in quattro edifici di nove piani. In parte sono stati offerti a canone moderato, in parte a canone convenzionato, anche con patti di futuro acquisto (dando la possibilità a categorie, come i lavoratori precari, che non avrebbero accesso ai mutui tradizionali di poter acquistare una casa), Il 10%, concordato col Comune di Milano, sono stati offerti a canone sociale mediamente e destinati a comunità di minori, comunità di mamme e bambini, progetti di disabilità, rifugiati politici). Nel “Foyer”, 5 pentalocali, vivono ragazzi e ragazze con un progetto di studio-lavoro.

Ambra Lombardi è una free lance, si occupa di progettazione culturale, ha 28 anni e vive nel Foyer da 2 anni e mezzo: «In questo periodo ho avuto la fortuna di abitare in due appartamenti differenti, prima in una stanza doppia, poi ora in una singola. Vengo dalla provincia di Ravenna e a Milano non conoscevo nessuno. Vivere nel Foyer mi ha permesso fin da subito di costruirmi una rete di relazioni. Non solo con i miei coinquilini, ma anche con gli altri ragazzi e ragazze degli altri appartamenti del Foyer e con gli abitanti di Cenni, che non è un quartiere come gli altri, ma un luogo pensato per avere tanti spazi di condivisione. Anche durante la quarantena ci siamo fatti compagnia e anche supportati. Noi non abbiamo obblighi di volontariato ma sentiamo tutti di restituire qualcosa al quartiere perché siamo felici dell’opportunità che ci è stata offerta: vivere in un contesto bellissimo, nuovo, pieno di spazi verdi con costi molto più abbordabili dei normali affitti di Milano: 380 euro comprese tutte le spese per una stanza singola e 250 per una doppia. Ci è sempre venuto naturale metterci a disposizione del quartiere: abbiamo organizzato delle cene itineranti nei nostri appartamenti per gli abitanti del quartiere, laboratori, aperitivi e tante altre attività. Durante il lockdown abbiamo creato una bacheca con i nostri orari e disponibilità per aiuto spesa, commissioni, eravamo una bella squadra. Ci siamo organizzati anche per le ceste solidali: al piano terra dei condomini abbiamo installato alcune ceste e il principio è stato: chi può lascia (un pacco di biscotti, pasta, sugo ecc.) e chi ha bisogno prende. La quarantena è finita, ma le ceste sono rimaste perché purtroppo le conseguenze dell’emergenza sanitaria saranno pesanti, e i bisogni sociali si aggravano».

Milano 2035 è un progetto sostenuto da Fondazione Cariplo nell’ambito del bando Welfare di comunità e Innovazione sociale, un percorso di ripensamento in chiave comunitaria del welfare che punta al coinvolgimento dei cittadini in processi partecipati, per rispondere ai bisogni sociali esistenti ed emergenti.

 

Dopo aver attivato il Fondo “COVID-19 Sosteniamo la musica di Music Innovation Hub, SpA Impresa Sociale supportata da Fondazione Social Venture Giordano dell’Amore -Fondo sostenuto da Spotify e promosso da FIMI – continuano le attività a supporto dei professionisti della musica.  

Grazie ad un contributo di 250.000€ di Fondazione Cariplo – di cui 230.000€ devoluti direttamente al Fondo, e 20.000€ per lo sviluppo di iniziative a supporto della filiera e per la comunicazione, promozione e gestione del fondo – Music Innovation Hub potrà offrire ulteriore sostegno concreto a centinaia tra artisti e professionisti che a causa dell’emergenza sanitaria si trovano in grave difficoltà economica. 

Il fatto che Spotify e FIMI l’abbiano individuata come referente per l’Italia, testimonia come Music Innovation Hub SpA Impresa Sociale, lanciata grazie al supporto congiunto di vari attori del mondo Cariplo – Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, Cariplo Factory e naturalmente la nostra stessa Fondazione – abbia in pochi anni conquistato una credibilità notevole, non solo a livello nazionale” sostiene Cristina Chiavarino, direttore area Arte e Cultura di Fondazione Cariplo. “La Fondazione ha deciso di contribuire a questa importante iniziativa di sostegno alla filiera musicale italiana, poiché perfettamente in linea con le strategie elaborate per fronteggiare l’emergenza: nei momenti di crisi abbiamo ancora più bisogno di cultura e aiutare gli operatori della filiera della musica è il modo migliore per dimostrare concretamente la centralità di questo settore".

Inoltre, con il nuovo emendamento al Decreto Rilancio dello scorso 3 luglio, il Governo ha assicurato l’accesso a diverse forme di sostegno economico a un più ampio bacino di lavoratori dello spettacolo, precedentemente esclusi dagli aiuti pubblici: da qui la decisione, in condivisione con Squadra Live, di aprire dal 13 Luglio l’accesso al fondo “COVID-19 Sosteniamo la musica” anche a coloro che hanno già beneficiato o possono beneficiare di aiuti da parte dello stato o di altre istituzioni, con l’intenzione di rendere il fondo di Music Innovation Hub ancora più accessibile e inclusivo nei confronti di lavoratori intermittenti e di liberi professionisti.

Anche grazie a questa ultima novità hanno garantito il proprio supporto al fondo altre organizzazioni della filiera musicale, che vanno ad aggiungersi ai partner già esistenti arricchendo il network di alleati di MIH: si tratta di Squadra Live, comitato di professionisti del mondo dello spettacolo dal vivo, insieme a KeepOn LIVE, Prima Associazione di Categoria dei Live Club e Festival Italiani, e La Musica Che Gira, un coordinamento composto da lavoratori, artisti, imprenditori e professionisti della musica e dello spettacolo, tutti uniti dall’intenzione di aiutare i lavoratori dell’industria musicale italiana.

A oggi il fondo ha già erogato nelle prime settimane di attività 125.000€ di contributi a fondo perduto, aiutando 250 persone tra artisti e professionisti dell’industria musicale. Di questi, molti sono musicisti, cantanti, dj, costretti allo stop dalle limitazioni sugli eventi di musica dal vivo, e molti altri sono invece professionisti del “dietro le quinte” della filiera, come i numerosi tecnici audio, direttori di produzione (le figure relative al mondo della produzione di eventi costituiscono il 36% dei professionisti aiutati grazie al fondo) e insegnanti di musica. Tra coloro che hanno beneficiato dei contributi erogati dal fondo non mancano gli under 30 (il 37% dei beneficiari), insieme a coloro che sono iscritti a cooperative o associazioni di categoria. Con il supporto di Fondazione Cariplo si stima quindi di poter supportare economicamente da qui a fine 2020 altri 450 lavoratori della filiera musicale e le loro famiglie. Ma altre iniziative sono già in cantiere da parte di Music Innovation Hub per incrementare ulteriormente il sostegno alla filiera.

Per donare e sostenere i professionisti dell’industria musicale:

L’iniziativa globale del Music Relief Fund di Spotify

L’iniziativa fa parte del progetto globale Spotify COVID-19 Music Relief, lanciato per supportare gli artisti e i professionisti della filiera musicale in difficoltà: per ogni euro donato al fondo di MIH attraverso la pagina Spotify COVID-19 Sosteniamo la Musica, Spotify ne donerà un altro, fino a un totale complessivo di 10 milioni di dollari stanziati a livello internazionale. L’iniziativa COVID-19 Music Relief di Spotify sostiene il fondo di Music Innovation Hub – promosso da FIMI, in partnership con AFI, Assomusica, PMI e NUOVOIMAIE, e in collaborazione con Squadra Live, KeepOn LIVE, La Musica Che Gira, Milano Music Week – per aiutare musicisti e professionisti del settore musicale italiano in questo momento di crisi globale.

Sono stati presentati i risultati dello studio promosso e sostenuto da Fondazione Cariplo condotto dai ricercatori della ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano e della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia.
Si tratta dello studio più ampio condotto sino ad oggi sul sequenziamento del virus SARS-CoV-2 in Lombardia, che fotografa quanto è accaduto dall’inizio dell’anno attraverso un approccio scientifico “evidence-based”. Sono state analizzate le sequenze genomiche virali da circa 350 pazienti, provenienti da aree diverse della Lombardia.
L’analisi è foriera di importanti indicazioni per chi dovrà lavorare sul vaccino e sulle cure in futuro, per questo motivo i dati sono stati messi a disposizione della comunità scientifica internazionale con la modalità open access, secondo la policy in uso ormai da tempo in Fondazione Cariplo. In occasione della conferenza stampa, è stata comunicata la piattaforma open access presso quale tutti i ricercatori interessati potranno scaricare i dati riferiti alla ricerca.

RIVEDI LA PRESENTAZIONE

La ricerca che presentiamo oggi genera una conoscenza sul Covid19 che può contribuire a fare importanti passi avanti per contrastare la pandemia. Fondazione Cariplo considera fondamentale il proprio impegno a favore della ricerca di eccellenza che metta a disposizione conoscenze importanti per il benessere di tutti.
Mentre continuiamo a promuovere la ricerca manteniamo fermo il nostro impegno per l’ambiente, per la cultura e per il welfare soprattutto per supportare chi in questo momento sta affrontando le maggiori difficoltà
” ha detto Giovanni Fosti, Presidente di Fondazione Cariplo.

I risultati confermano anche che il virus è stabile in una molecola che è Spike, l'ancora che il virus usa per infettare le cellule; stabile anche per le sequenze che vengono usate dal virus per mascherarsi. Questo è un dato importante per gli studi sui vaccini, ma anche per le terapie con anticorpo sia con plasma che con anticorpi monoclonali; si tratta di informazioni molto utili per chi dovrà lavorare nella ricerca di terapie efficaci” ha commentato il professor Alberto Mantovani, coordinatore della Commissione Ricerca Scientifica di Fondazione Cariplo e Direttore scientifico di Humanitas.
I dati raccolti mostrano inequivocabilmente che il virus è entrato in Lombardia prima di quel che si pensasse in origine e, soprattutto, lo ha fatto con assalti multipli e concentrici di ceppi virali diversi, in luoghi diversi ma in tempi molto vicini tra loro” – spiega il responsabile scientifico dello studio Carlo Federico Perno, già Direttore della Medicina di Laboratorio del Niguarda.
Il virus ha caratteristiche genetiche molto più simili a quelli oggi presenti in Europa che non a quelli circolanti in Cina. L’ingresso quindi non è diretto dalla Cina ma mediato da una fase Europea. Quando è stato riscontrato il primo caso a Codogno, in una forma leggermente diversa, lo stesso era già presente nella zona nord (includente Alzano e Nembro)” – aggiunge Fausto Baldanti, Responsabile del Laboratorio di Virologia molecolare del San Matteo e professore dell’Università di Pavia.

L’analisi comparativa dei genomi virali (condotta con metodi statistici), derivati da tamponi raccolti dal 22 febbraio al 4 aprile 2020, fa risalire l’ingresso di SARS-CoV-2 in Lombardia verso la seconda metà di gennaio. Il dato è corroborato dalla valutazione della sieroprevalenza di anticorpi neutralizzanti contro SARS-CoV-2 nei donatori di sangue della Zona Rossa di Lodi che, oltre che a consentire di stimare precisamente la diffusione dell’infezione, ha identificato 5 soggetti sieropositivi nel periodo tra il 12 e il 17 febbraio 2020 (Percivalle et al., Eurosurveillance, accepted). Tenendo conto che gli anticorpi neutralizzanti si sviluppano circa 3-4 settimane dopo l’infezione, questi dati dimostrano la presenza del virus a partire dalla seconda metà di Gennaio 2020.
Caratterizzando la variabilità virale riscontrata nel territorio e la distanza evolutiva rispetto ai virus circolanti nelle aree severamente colpite dalla pandemia, è stato possibile identificare 2 maggiori catene di trasmissione virale, che qui verranno identificate come A e B, circolanti in modo preponderante in due diversi territori municipali lombardi.
La catena di trasmissione A, caratterizzata da 131 sequenze, si è diffusa principalmente nel nord della Lombardia a partire dal 24 gennaio, con il territorio di Bergamo e dei suoi territori adiacenti (es. Alzano e Nembro) maggiormente rappresentati. La catena B, composta da 211 sequenze, più variabile, ha caratterizzato l’epidemia del sud della Lombardia almeno a partire dal 27 gennaio, con le province di Lodi e Cremona investite maggiormente.
Le differenze tra i ceppi virali sono comunque di numero limitato (appena 7 mutazioni nucleotidiche su un totale di circa 30.000 basi di genoma virale).
A latere dello studio, la scarsa variabilità virale riscontrata, sia nel tempo che nelle diverse aree geografiche, supporta l’ipotesi di un vaccino efficace e spinge ulteriormente la ricerca mondiale in questa direzione” spiega Perno.

La presenza di tali catene di trasmissione a partire dalla seconda metà di gennaio non esclude tuttavia la circolazione del virus anche in tempi precedenti, sebbene con modalità erratica e non riferibile a eventi massicci di trasmissione.
Non è possibile escludere, dunque, che tale circolazione silente, multipla e simultanea di ceppi diversi, possa aver esacerbato la già elevatissima trasmissibilità del virus e aver creato così una vera tempesta virale in una regione così densamente popolata, come la Lombardia, rendendo difficili gli interventi di contenimento della diffusione stessa” – concludono i ricercatori.

Nel corso dell’incontro è stato presentato anche un nuovo programma di Fondazione Cariplo: si tratta del bando “DATA SCIENCE FOR SCIENCE AND SOCIETY” su cui la Fondazione mette a disposizione 2 milioni di euro. L’obiettivo del programma è sostenere progetti di ricerca multidisciplinari nel campo della Data Science per potenziare la comprensione di temi complessi e socialmente rilevanti al fine di produrre conoscenza utile a orientare le politiche e i processi decisionali di persone e organizzazioni.
L’attuale emergenza sanitaria ha reso particolarmente evidente l’importanza dei dati nel comprendere fenomeni complessi e attuare interventi puntuali; Fondazione Cariplo intende cogliere tale sfida a vantaggio del bene comune, per questo la comunità scientifica locale sarà chiamata a sviluppare progettualità su cinque ambiti di studio strettamente legati alla situazione post emergenziale o, comunque, di rilevante interesse e attualità per il contesto locale” ha commentato Carlo Mango, Direttore dell’Area Ricerca Scientifica e Trasferimento tecnologico di Fondazione Cariplo.

Il bando è disponibile alla pagina BANDI.

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Fondazione Cariplo e Regione Lombardia insieme per sostenere le organizzazioni sportive dilettantistiche lombarde, un aiuto concreto a sostegno del settore sportivo. Il budget complessivo è di oltre 3,7 milioni di euro. Il bando, "È di nuovo sport" (attivo dal 15 luglio su piattaforma regionale Bandi Online), totalmente rinnovato rispetto agli anni precedenti, non solo raddoppia ampiamente la dotazione finanziaria a disposizione della società sportive lombarde passando dal 1,6 milioni degli scorsi anni a 3,7 milioni del 2020 ma permetterà di ricevere un contributo massimo fino a 10 mila euro a tutte le realtà che entreranno in graduatoria.

Giovanni Fosti, Presidente di Fondazione Cariplo: "Le attività sportive svolgono un ruolo importante nella costruzione di legami all’interno delle nostre comunità e nella promozione di uno stile di vita sano e attivo, specialmente per i giovani e i bambini. Lo sport è inoltre un’occasione di apprendimento e di scoperta di sé in rapporto agli altri: un ambito in cui sperimentare il valore e la forza dell’essere parte di una stessa realtà. La Fondazione Cariplo, in collaborazione con la Regione Lombardia, vuole sostenere le associazioni e le organizzazioni non profit in ambito sportivo perché possano continuare a offrire queste opportunità ai nostri ragazzi e al nostro territorio".

Il bando sport si inserisce nella riprogrammazione 2020 attuata da Fondazione Cariplo per mantenere l’impegno verso i territori e le comunità, focalizzandosi in azioni immediate di contrasto alla crisi e avviando un percorso di medio periodo per promuovere innovazione nei territori. Il sostegno agli Enti del Terzo settore in difficoltà è una delle priorità individuate dall’ente filantropico.

Il bando è consultabile alla pagina BANDI.

Il bando intende sostenere il rilancio dell’attività ordinaria svolta dal Sistema Sportivo Lombardo, la cui operatività è stata duramente colpita dalla emergenza sanitaria COVID-19. Un obiettivo possibile grazie solo all’ottima sinergia con Fondazione Cariplo che ringrazio per aver immediatamente accolto la proposta di fare un’iniziativa a quattro mani in favore del sistema sportivo lombardo stanziando un milione di euro – ha spiegato Martina Cambiaghi, Assessore a Sport e Giovani di Regione Lombardia – L’emergenza sanitaria ha fortemente compromesso l’importante ruolo territoriale di promozione di iniziative, di diffusione dello sport per tutti i cittadini, di facilitazione dell’inclusione e coesione sociale, oltre che di sostegno alla crescita della persona e all’adozione di stili di vita sani. Il mondo sportivo ha attraversato un momento storico molto complicato e con questa misura vogliamo dare un aiuto concreto per riprendere a fare sport. Siamo la Regione più sportiva d’Europa e vogliamo tornare ad essere il centro del mondo sportivo italiano – ha continuato l’Assessore Cambiaghi – Il bando ha l’obiettivo di sostenere le associazioni e le società sportive dilettantistiche che, nonostante la sospensione dell’attività sportiva hanno dovuto sostenere numerose spese di carattere ordinario e, parallelamente, hanno visto ridotte significativamente le proprie entrate”.

Gli obiettivi e i destinatari del bando

Il bando vuole salvaguardare il diritto allo sport per tutti, anche grazie alla tutela della rappresentatività di tutte le discipline sportive e della capillare presenza delle associazioni e società sportive dilettantistiche sul territorio lombardo. Ha l’obiettivo di sostenere l’esercizio della pratica sportiva per tutta la cittadinanza, con conseguenti benefici fisici, relazionali e cognitivi, nonché di prevenzione sanitaria oltre a promuovere il valore inclusivo dello sport e la sua capacità di contribuire alla creazione di un tessuto sociale accogliente e collaborativo. Il bando intende inoltre valorizzare le associazioni e società sportive dilettantistiche quale parte integrante e fondamentale della comunità, grazie al valore formativo-educativo dell’attività motoria, in special modo per bambini e giovani, e alla connessa capacità di promuovere stili di vita sani e attivi e di contrastare i comportamenti devianti.

Le risorse saranno disponibili per i Comitati e le Delegazioni regionali della Lombardia di Federazioni Sportive Nazionali, Discipline Sportive Associate ed Enti di Promozione Sportiva, riconosciuti dal CONI o dal CIP (Comitato Italiano Paralimpico) e le Associazioni e le Società Sportive Dilettantistiche (ASD e SSD) senza scopo di lucro iscritte al registro CONI o sezione parallela CIP e con sede legale o operativa in Regione Lombardia.

Nell’edizione 2020 saranno comprese sia le spese ordinaria sostenute dalle società sportive ma anche quelle legate all’Emergenza sanitaria. Il contributo concesso sarà pari al massimo al 70% delle spese ammissibili e andrà da un minimo di 6.000 euro a un massimo di 10.000 euro. Le domande di contributo devono comprendere spese riferite al periodo compreso tra il 1° settembre 2019 e il 15 settembre 2020.

Verranno presentati Venerdì 10 luglio ore 11 in diretta streaming a questo link (attivo da venerdì mattina) i risultati dello studio promosso e sostenuto da Fondazione Cariplo, recentemente condotto dai ricercatori della ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano e della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia.

Si tratta dello studio più ampio condotto sino ad oggi sul sequenziamento del virus SARS-CoV-2 in Lombardia, che fotografa quanto è accaduto dall’inizio dell’anno attraverso un approccio scientifico “evidence-based”. L’analisi è foriera di importanti indicazioni per chi dovrà lavorare sul vaccino e sulle cure in futuro.

Per questo motivo, i dati verranno messi a disposizione della comunità scientifica internazionale in modalità open access, secondo la policy in uso ormai da tempo in Fondazione Cariplo. 
Nella stessa occasione, Fondazione Cariplo presenterà il nuovo bando “DATA SCIENCE FOR SCIENCE AND SOCIETY”, su cui impegnerà 2 milioni di euro

Intervengono tra gli altri: Giovanni Fosti, Presidente di Fondazione Cariplo; gli autori della ricerca Carlo Federico Perno, Università degli Studi di Milano, già Direttore della Medicina di Laboratorio dell’Ospedale Niguarda, e Fausto Baldanti, Responsabile del Laboratorio di Virologia Molecolare del Policlinico San Matteo; Alberto Mantovani e Carlo Mango, rispettivamente Coordinatore della Commissione Ricerca Scientifica e Direttore dell’Area Ricerca Scientifica di Fondazione Cariplo.

Si chiama “Un domani possibile” l’ottavo bando di Con i Bambini, per favorire l’inclusione e l’autonomia dei minori e dei giovani migranti arrivati soli nel nostro paese. Il bando è realizzato in collaborazione con “Never Alone – Per un domani possibile”, iniziativa nata nell’ambito del programma europeo “EPIM – European Programme for Integration and Migration” e promossa da Fondazione Cariplo, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CON IL SUD, Fondazione CRT, Fondazione CRC, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Fondazione Peppino Vismara, ed è in continuità con i bandi precedenti realizzati nel quadro di tale iniziativa.

Con i Bambini intende sostenere interventi, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che contribuiscano a offrire opportunità educative e di inclusione alle e ai giovani migranti, di età compresa tra i 17 ed i 21 anni, che hanno fatto ingresso in Italia da minorenni e da soli, fornendo loro un percorso di inserimento lavorativo di medio-lungo periodo, soluzioni abitative adeguate e l’integrazione in reti e relazioni sociali solide.

Possono partecipare al bando partenariati composti da almeno 4 enti: un’organizzazione di Terzo settore con ruolo di soggetto responsabile; almeno un altro ente di Terzo settore con esperienza negli ambiti previsti dal bando; almeno un soggetto autorizzato allo svolgimento di attività di intermediazione al lavoro e almeno un partner pubblico il cui ruolo risulti funzionale al raggiungimento degli obiettivi previsti. Inoltre, potranno far parte del partenariato anche altre organizzazioni non profit, istituzioni, enti di formazione e della ricerca, imprese. Le proposte dovranno prevedere interventi in almeno due delle tre aree geografiche previste nel Bando (Nord, Centro, Sud e Isole).

Complessivamente, attraverso il bando “Un domani possibile” sono messi a disposizione 5 milioni di euro.

I progetti devono essere presentati esclusivamente online, tramite la piattaforma Chàiros, entro il 9 ottobre 2020. Le proposte valutate positivamente saranno sottoposte ad un’ulteriore fase di progettazione esecutiva in collaborazione con gli uffici di Con i Bambini, al termine della quale si procederà all’eventuale assegnazione del contributo. Come per i precedenti bandi di Con i Bambini, è prevista la valutazione di impatto dei progetti finanziati attraverso una successiva selezione di un ente terzo, in modo da poter procedere a una valutazione complessiva dell’efficacia delle azioni realizzate.

Si stima che siano circa 60.000 i minori stranieri giunti in Italia da soli e diventati maggiorenni negli ultimi 5 anni, di cui ben 8.000 soltanto lo scorso anno. Secondo i dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al 31 dicembre 2019 erano presenti in Italia 6.054 minori stranieri non accompagnati, ripartiti su quasi tutto il territorio italiano, ma concentrati prevalentemente in poche regioni: in particolare Sicilia (19,2%), seguita da Lombardia (13,6%), Friuli Venezia Giulia (11%) ed Emilia-Romagna (10%). I dati relativi alla distribuzione dell’età evidenziano che il 61,5% ha 17 anni, mentre nel 2015 i diciassettenni erano il 54%. I sedicenni rappresentano oggi il 26,1%, seguiti dai quindicenni (7,2%) e da chi ha meno di 15 anni (5,2%).

I minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio italiano si caratterizzano quindi per avere un’età sempre più alta e, di conseguenza, hanno a disposizione un tempo più breve per acquisire un’autonomia di vita che consenta loro di continuare il percorso di inclusione sociale avviato da minorenni. In generale, si osserva una maggiore fragilità psicologica, dovuta non solo al trauma del percorso migratorio, ma anche alla precarietà e all’incertezza rispetto al futuro.

In conseguenza delle recenti riforme normative e, in particolare, dell’entrata in vigore della Legge 132/2018, la situazione è diventata ancora più complessa. Al compimento dei 18 anni vengono agevolati nella permanenza nel sistema di accoglienza SIPROIMI (ex SPRAR) solo i ragazzi che erano già accolti in tali strutture da minorenni e che hanno ottenuto il prosieguo amministrativo fino al ventunesimo anno. Per i neomaggiorenni che non erano in strutture SIPROIMI da minori la questione abitativa è ancora più critica perché devono trovare alloggi alternativi. Altrettanto complesso è diventato l’avvio di percorsi di inserimento lavorativo per le problematiche connesse all’iscrizione anagrafica. L’abolizione della protezione per motivi umanitari ha comportato una drastica riduzione delle richieste di protezione internazionale da parte dei minori non accompagnati. Per restare regolarmente sul territorio nazionale dopo il raggiungimento della maggiore età, diventa quindi cruciale per loro non soltanto il possesso di un passaporto, ma anche l’inserimento in un’attività lavorativa e/o di studio di medio-lungo periodo, la disponibilità di una soluzione abitativa e la possibilità di contare su relazioni umane solide e affidabili.

Sui complessi percorsi di inclusione incidono inoltre il livello generalmente basso di istruzione di questi giovani, la difficoltà di accesso a opportunità educative adeguate alle loro condizioni e la scarsità di offerte culturali capaci di rafforzarne identità, aspirazioni e senso di fiducia verso il futuro. La povertà educativa è quindi un fattore che influisce in maniera decisiva sulla possibilità di realizzare un percorso che permetta loro, al compimento del diciottesimo anno, di rimanere legalmente nel nostro paese.

La scadenza del bando “Per la Cultura” viene prorogata al 22 dicembre, ore 17.00, solo per i progetti già in compilazione

Presentazione streaming del bando “Per la Cultura” a questo link: bit.ly/PresentazioneBandoPerlaCultura.

La congiuntura economica in cui si troverà l’Italia per effetto della pandemia da Covid-19 potrebbe essere paragonabile a quella del 1945. Un’emergenza di tali proporzioni rende concreto il rischio che la ripartenza del settore culturale passi in secondo piano, nonostante la gravità delle perdite subìte. In particolare, appaiono preoccupanti le conseguenze della recessione sull’occupazione, sia all’interno del settore sia nei comparti collegati, a partire dal turismo e dai servizi connessi alla cultura, messi a dura prova in questi mesi dalla completa assenza di target quantitativamente rilevanti.

La ferita provocata dalla pandemia minaccia inoltre la partecipazione alla vita culturale, aggravando i divari socio-economici già esistenti, e limitando le reali possibilità di accesso ai processi di fruizione e produzione culturale. Per le persone travolte dalla crisi economica, la cultura perde comprensibilmente di interesse e in particolare le fasce più giovani della popolazione rischiano di restare gravemente escluse dai processi educativi e culturali, con effetti irrimediabili sul loro futuro.

Fondazione Cariplo, attraverso questo bando Per la Cultura, eccezionale per caratteristiche e per dotazione economica, rivolto a tutti gli operatori del settore, da quelli pubblici a quelli privati non profit, intende ribadire con decisione l’importanza fondamentale della cultura per il benessere delle persone e per lo sviluppo delle comunità. In particolare, il bando si propone di:

  • promuovere nuove forme di partecipazione alla vita culturale e di rigenerazione delle identità locali, con una particolare attenzione alle fasce di popolazione con minori opportunità;
  • sostenere la capacità degli operatori culturali di innovare le proprie modalità di funzionamento e di organizzazione dell’offerta in un’ottica di sviluppo sostenibile dei territori e delle comunità.

Le due parole chiave proposte dalla Fondazione per la ripartenza dei luoghi della cultura e il riavvio delle attività sono Prossimità, per un rinnovato coinvolgimento dei pubblici, e Creatività, per il ripensamento delle attività di produzione e di organizzazione delle iniziative culturali.

Il bando propone un livello di cofinanziamento molto più vantaggioso del solito (fino al 75% dei costi complessivi dei progetti) e due scadenze entro fine anno (la prima prorogata al 5 ottobre e la seconda al 15 dicembre 2020 – prorogata al 22 dicembre, ore 17.00, solo per i progetti già in compilazione) così da permettere a tutti gli operatori del settore di candidare iniziative coerenti e sostenibili.

Il bando Per la Cultura e un documento di FAQ è disponibile QUI. Per chiarimenti e approfondimenti: perlacultura@fondazionecariplo.it

 

Photo credit: unsplash

Al via la terza edizione del Bando Doniamo Energia, strumento congiunto emesso da Fondazione Cariplo e Banco dell’energia Onlus. Il bando rappresenta la prima linea di intervento di un programma più ampio di contrasto alla povertà promosso dalla stessa Fondazione Cariplo che si svilupperà per fasi e azioni graduali, con forte attenzione ai singoli contesti territoriali e che sarà realizzato anche in collaborazione con le Fondazioni di Comunità.

“Doniamo Energia3” è un bando riservato alle reti sostenute nell’ambito delle due precedenti edizioni, che hanno già promosso progetti in grado di intercettare precocemente le famiglie fragili e che oggi potrebbero, se adeguatamente sostenute, attivarsi rapidamente per dare una risposta alle persone vulnerabili e alle famiglie che all’improvviso sono scivolate in povertà a seguito dell’emergenza Covid-19.

La fase di lock-down ha avuto infatti un impatto immediato sull’economia del Paese e sui bilanci delle famiglie. I riverberi economici e sociali dell’emergenza sanitaria non si fermeranno però con l’allentamento delle misure cautelative: il sistema economico del Paese ne uscirà fortemente indebolito e sempre più persone della classe media e categorie a basso reddito rischieranno di scivolare in una situazione di povertà da cui sarà difficile rialzarsi.

L’obiettivo della terza edizione di “Doniamo Energia” è quello di dare risposte rapide e coordinate alla popolazione in povertà e vulnerabilità, a partire proprio da quella fascia di popolazione che si è trovata in una condizione di improvvisa fragilità a causa delle ripercussioni economiche e sociali date dall’emergenza sanitaria Covid-19.

Il bando vuole rafforzare la capacità di individuare e sostenere i nuclei in vulnerabilità e povertà da parte delle reti sostenute nelle precedenti edizioni di “Doniamo Energia”, che hanno dimostrato di saper collaborare efficacemente per costruire un sistema che valorizzi le risorse delle persone e risponda in maniera coordinata e condivisa ai problemi e bisogni della comunità più fragile, con specifica attenzione alle famiglie con minori che si trovano in povertà.

Il testo del bando è alla pagina BandiPer informazioni sul bando: doniamoenergia@fondazionecariplo.it

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