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Nella nostra società esiste un sistema diffuso capace di generare promozione sociale e intervenire a sostegno delle persone all’interno delle comunità. Questo sistema di intervento è oggi messo a rischio dalla crisi generata dalla pandemia, che sta minacciando la sopravvivenza di quegli attori fondamentali per la creazione di opportunità e valore sociale, culturale e ambientale. Si tratta di Enti del Terzo Settore che operano in modo trasversale sul territorio e che svolgono una funzione di aggregatore e promotore di comunità. Con questa nuova misura straordinaria Fondazione Cariplo intende supportare gli Enti di terzo settore nei territori di riferimento (Lombardia, Province di Novara e Verbano-Cusio-Ossola) che garantiscono servizi e iniziative che contribuiscono in modo significativo alla coesione e alla crescita del territorio e i servizi alle famiglie e alle persone più fragili.

Nella sola Lombardia sono oltre 55mila gli enti di Terzo Settore (il 16% a livello nazionale): nella consapevolezza che il fabbisogno di risorse è molto più ampio di quello che Fondazione Cariplo può mettere in campo ci auguriamo che anche altri soggetti siano sensibili a questi temi e vogliano contribuire a costruire delle soluzioni.

LETS GO! è un Bando realizzato da Fondazione Cariplo in collaborazione e con il contributo della Fondazione Peppino Vismara e con la partecipazione delle 16 Fondazioni di comunità, che mette a disposizione 15 milioni di euro per sostenere l’operatività degli enti del Terzo Settore in sofferenza economica determinata dalla sospensione delle attività o dagli extra-costi generati dalla riorganizzazione dei servizi per lavorare in sicurezza causa dell’emergenza COVID 19.

Questo Bando è il primo intervento frutto della riprogrammazione delle attività, approvata dalla Commissione Centrale di Beneficenza di Fondazione Cariplo lo scorso 28 aprile, per rispondere alla situazione generata dalla pandemia: si tratta di una misura straordinaria che si aggiunge a quelle già intraprese a marzo e aprile per sostenere le necessità immediate in campo sanitario e socio-sanitario. Ogni anno Fondazione Cariplo, attraverso la propria attività filantropica, mette a disposizione circa 45 milioni di euro per progetti in ambito sociale; altrettanti in ambito culturale e circa 12 milioni di euro per progetti in campo ambientale.

Nel corso degli ultimi 10 anni sono stati migliaia i progetti promossi da circa 8.000 Enti che costituiscono una fondamentale infrastruttura sociale capace di attivare servizi diffusi, promuovere innovazione sociale e garantire benessere delle comunità, attraverso competenze e un patrimonio relazionale oggi indispensabile per velocizzare la ripresa.

Giovanni Fosti, Presidente di Fondazione Cariplo “Per costruire il nostro futuro la coesione delle nostre comunità sarà un elemento fondamentale. Gli enti di Terzo Settore sono cruciali per le nostre persone, per le nostre comunità e per le nostre Istituzioni, alle quali propongono iniziative nel campo dell’ambiente, della cultura e del welfare. Perderli significherebbe perdere pezzi di comunità. Perdere questa rete creerebbe un enorme danno economico, metterebbe in difficoltà le nostre famiglie ma significherebbe anche disperdere l’insieme di lavoratori e di volontari ad essa collegato, un patrimonio preziosissimo di cui le nostre comunità non possono fare a meno”.

Paolo Morerio, Presidente Fondazione Peppino Vismara “In uno scenario così difficile consideriamo di grande rilievo la messa in comune di risorse e competenze da parte di diverse Fondazioni, ritenendo che tale collaborazione debba rappresentare la nota caratteristica delle azioni future per l’intero Terzo Settore. Il nostro auspicio è che le risorse ora messe a disposizione possano garantire per il futuro l’indispensabile apporto degli ETS alla costruzione di comunità sempre più solidali e inclusive”.

Il bando 

Il bando LETS GO! Misura di sostegno agli Enti di Terzo Settore apre il 9 giugno e avrà scadenza il 30 giugno: valuterà le richieste pervenute in maniera comparativa in base alla vulnerabilità e fragilità economica cui è esposto l’ente a causa della pandemia e alla tipologia e impatto dei servizi e destinatari.

Tre gli elementi da sottolineare:

  • il bando prevede la concessione di contributi a fondo perduto (in conto esercizio 2020) con la specifica finalità di dare continuità all’attività ordinaria dell’ente garantendo l’adeguamento e la prosecuzione di servizi messi a rischio per effetto delle conseguenze causate dall’emergenza Covid-19;
  • al bando potranno partecipare gli enti già beneficiari di almeno un contributo nell’ambito dei bandi e dei progetti di Fondazione Cariplo, o delle fondazioni comunitarie o di Fondazione Peppino Vismara, negli ultimi dieci anni.
  • saranno sostenuti gli ETS operanti nel territorio di riferimento di Fondazione Cariplo: Lombardia e province di Novara e Verbano-Cusio-Ossola in ambito sociale, culturale, ambientale.

Informazioni di servizio

Il testo del bando ed altri materiali utili saranno reperibili nella sezione “Bandi” alla voce LETS GO! Misura di sostegno agli enti di terzo settore

A partire dal 9 giugno 2020 e durante il periodo di apertura del bando (scadenza il 30 giugno 2020 ore 17.00), saranno disponibili:

  • La modulistica necessaria per la presentazione delle richieste di contributo, da compilarsi online nell’area riservata del sito
  • Un servizio di assistenza agli enti, che consisterà in:
    • Domande frequenti (FAQ) e Tutorial di supporto per la presentazione delle domande online. Si raccomanda agli enti di prendere adeguata visione di tale documentazione;
    • Un supporto via email, per ulteriori richieste, da inviare ai seguenti indirizzi:
      letsgo@fondazionecariplo.it (per informazioni sul bando); nell'oggetto della mail indicare sempre IN STAMPATELLO l'area di riferimento prevalente rispetto alle attività dell'ente: SERVIZI ALLA PERSONA, AMBIENTE o ARTE E CULTURA
      support@fondazionecariplo.it (per assistenza informatica).

Un nuovo programma dedicato alle storie e ai desideri di chi si impegna per gli altri andrà in onda su Rai2 tutti i giorni alle 16.10, dal lunedì al venerdì a partire dal 01 giugno: “L’Italia che fa” condotto da Veronica Maya. Il progetto, nato alcuni mesi fa, porterà sul piccolo schermo progetti e storie di persone ed enti non profit che già prima dell’emergenza COVID-19 erano impegnati per il bene comune, in servizi verso le categorie fragili o in iniziative innovative. Cercando di sostenerle e aiutandole a realizzare i loro progetti, a reagire. Ogni settimana conosceremo quattro storie di comunità locali che si racconteranno, coinvolgendo le persone da casa, gli attori e i beneficiari dei progetti su diversi fronti: chi si occupa di bambini, chi di anziani, chi di cultura, di educazione, di ambiente. Con approfondimenti attraverso video-racconti, collegamenti, interventi e interviste in studio, conosceremo meglio l'attività e le vicende dei protagonisti che vivono, lavorano, partecipano nella comunità.
Ma non finisce qui: i protagonisti potranno esprimere un desiderio, la volontà di arricchire i loro progetti con una nuova attività, per questo avranno modo di raccontare cosa vorrebbero fare per il futuro per le persone e per i temi di cui si occupano.
Il programma si pone come ponte tra il pubblico e i temi trattati, con funzioni di sportello di servizio: la redazione del programma raccoglierà segnalazioni, richieste e proposte da parte dei telespettatori che vogliono impegnarsi in prima persona, fare qualcosa di utile e concreto per la società e per l'ambiente che li circonda.
Sulla stessa linea d’onda si pongono le aziende che hanno aderito a questa serie branded content. Tra gli altri e in qualità di principali sostenitori che del programma condividono visione e valori: Intesa Sanpaolo ed Engie. Un progetto corale che mette in luce realtà territoriali e che vuole valorizzare il bene comune.
Obiettivo del programma è raccontare l'Italia che fa, quella che unisce gli sforzi e racconta la collaborazione tra persone, istituzioni, aziende e Terzo Settore, affrontando tematiche e situazioni che toccano da vicino il quotidiano di ogni famiglia con problematiche da affrontare, con impegno, fiducia, passione e professionalità. Con uno sguardo verso il futuro.
Fra i primi progetti protagonisti del programma, uno sarà “Errare Humanum Estdell’Associazione Puntozero di Milano che da oltre 23 anni, opera per portare l’arte e la cultura dentro le mura dell'Istituto penale per minorenni "Cesare Beccaria". Puntozero è una compagnia che si occupa di realizzare spettacoli teatrali (dalla preparazione alla rappresentazione) insegnando ai ragazzi i diversi mestieri che entrano in gioco nella produzione (montatori, addetti luce, attori, scenografi…), in modo che in futuro possano spendersi nel mercato del lavoro. Negli anni, Puntozero ha cercato di portare il teatro fuori dal carcere, inizialmente appoggiandosi ad un piccolo teatro esterno per poi arrivare ai più importanti teatri di Milano (la Scala e il Piccolo). Nel 2013, grazie al supporto di Fondazione Cariplo, è cominciato un lungo lavoro per sistemare spazi in disuso che oggi sono diventati e un vero e proprio teatro, in cui vengono messi in scena gli spettacoli prodotti coi detenuti, favorendo il più possibile la partecipazione dall’esterno. L’obiettivo ora è di aprire ancora di più questo luogo alla città: un muro di cinta è già stata abbattuto e l’intenzione è di abbattere anche le distanze culturali e simboliche, creando un ponte tra chi sta dentro e chi sta fuori.

L’Italia che fa" è un format Branded Content ideato, scritto, realizzato e prodotto da Libero Produzioni Televisive in collaborazione con Rai Pubblicità, con la partnership di Fondazione Cariplo, Fondazione EY Italia Onlus e grazie all’impegno di molte fondazioni di origine bancaria italiane e organizzazioni non profit tra cui Fondazione Compagnia Di San Paolo, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Fondazione di Modena, Impresa Soc. Con i Bambini, Fondazione con ilSud, Fondazione Carispezia, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Progetto AGER – Agroalimentare e Ricerca e ACTIONAID Italia. Un impegno che nei prossimi mesi è destinato a crescere.

L'ITALIA CHE FA è un programma di Marco Falorni e Andrea Frassoni. Regia Giovanni Caccamo, direttore della fotografia Giorgio Gorgatti, scenografia Barbara Fizzotti.

La casa è da sempre una componente cruciale per la qualità della vita delle persone, un bisogno complesso per tutti, e ancor di più per chi ha limitate capacità di reddito e per chi somma a questo anche altre fragilità, di natura più o meno temporanea: è per questi motivi che Fondazione Cariplo, da anni, promuove l’abitare sociale nelle comunità territoriali. La dimensione abitativa rappresenta uno spazio importante per recuperare e mantenere la capacità di vita autonoma di chi è fragile e, se declinata in modo mirato, può migliorare in modo determinante la condizione di benessere delle persone. Infatti, l’impegno e gli sforzi di Fondazione Cariplo per promuovere l’Housing sociale continuano da vent’anni: dal 2000 ad oggi Fondazione Cariplo ha sostenuto 336 progetti attraverso le varie edizioni del bando “Housing sociale”, deliberando contributi per oltre 62 milioni di euro, mobilitando risorse, aggregando conoscenze e persone e sostenendo lo sviluppo delle comunità locali.

Uno dei numerosi strumenti messi in campo è quindi proprio il bando senza scadenza “Housing sociale per persone fragili”, con il quale Fondazione Cariplo vuole sostenere l’avvio di nuovi interventi di abitare sociale, promossi da soggetti non-profit, capaci di rivolgersi in modo mirato alle categorie sociali più bisognose e di mobilitare e catalizzare risorse locali altrimenti non disponibili. In parallelo, il bando vuole anche promuovere la realizzazione di sistemi territoriali di housing sociale, per fare rete fra l’offerta abitativa esistente e gli attori coinvolti e rendere le comunità locali capaci di intercettare e rispondere alla sempre crescente domanda abitativa.

Come? Concretamente, il bando sostiene quei progetti che favoriscano l’aumento dell’offerta di alloggi sociali che siano anche efficienti dal punto di vista dei consumi energetici, promuovano l’attivazione di percorsi di accompagnamento e di sostegno all’autonomia delle persone accolte e massimizzino l’accessibilità economica dei servizi di ospitalità, in modo da favorire le categorie più deboli. Puntando su una risposta abitativa temporanea e adattabile, che segua quindi il percorso di evoluzione della persona, si incoraggia anche lo sviluppo della capacità di collocarsi in modo intermedio nella gamma di soluzioni esistenti tipicamente polarizzate tra il proprio domicilio e le risposte ad alta protezione.

Giovanni Fosti, Presidente di Fondazione Cariplo:La casa è il luogo della relazione ed è lo spazio protetto dove la persona può esprimere le proprie potenzialità e trovare accoglienza rispetto alle proprie difficoltà. Questo periodo di lockdown ha reso ancora più evidente il bisogno di avere abitazioni adatte alle esigenze specifiche di chi le vive: si tratta di una risorsa indispensabile per l’equilibrio e la crescita della persona, tanto più di più nelle situazioni di fragilità. L’azione della Fondazione ha come obbiettivo quello di stimolare un’offerta abitativa capillare che, grazie alla collaborazione con i soggetti sul territorio, si possa adattare in modo differenziato alle esigenze specifiche e soprattutto possa inserirsi all’interno di una dimensione comunitaria.” 

Nei giorni scorsi sono stati infatti approvati contributi per finanziare 5 progetti nel territorio dove opera la Fondazione, di cui tre a Monza, uno in provincia di Brescia e uno al confine con Milano, per un totale di circa 1 milione di €.

  • A Monza, nel quartiere Buonarroti, si è scelto di sostenere con 135.000 € il progetto La Casa dov'è: Promuovere l’abitare sociale nelle comunità territoriali”, della Cooperativa Sociale l’Iride Onlus. L’ente è già partner del progetto “Tikitaka – passaggi di inclusione”, finalizzato alla sperimentazione di percorsi di inclusione sociale e autonomia abitativa per le persone con disabilità, sostenuto dal bando Welfare in Azione nel 2017. Con il contributo di Fondazione Cariplo verrà realizzato un appartamento da adibire a palestra di autonomia dimensionata in 5 posti letto dove far turnare circa 30 ragazzi con disabilità intellettiva medio-lieve: questo si andrà ad aggiungere ad altri 3 appartamenti nello stesso condominio che saranno acquistati in autonomia. Due di questi, acquistati dall’ente stesso, ospiteranno la Comunità Alloggio; il terzo verrà acquistato da 3 famiglie di ragazze con disabilità cognitiva che frequentano il CSE dell’ente che hanno espresso il desiderio di convivere.
  • Sempre a Monza sarà finanziato con un contributo di 240.000 € il progetto dell’Associazione Uroburo “Residenza attiva Uroburo”. L’Associazione, anch’essa parte della rete TikiTaka, ha vinto una gara pubblica del Comune di Monza per il recupero di patrimonio immobiliare in disuso finalizzata alla creazione di una residenza attiva per persone con disabilità, che realizzerà grazie al sostegno di Fondazione Cariplo. Nello specifico, verranno realizzati 2 alloggi per persone con disabilità medio-lieve che nasceranno come palestre di autonomia per trasformarsi, nel tempo, in una dimensione abitativa più stabile in linea con la legge 112/2016 “durante-dopo di noi”, 1 bilocale per una famiglia in disagio abitativo con ruolo di custode sociale della struttura e 2 monolocali che potranno essere usati dai ragazzi con disabilità che vogliano sperimentarsi in una maggiore autonomia o per studenti /giovani lavoratori che condividano il progetto. Per loro è anche prevista la possibilità di cohousing con i ragazzi con disabilità nei due alloggi più grandi.
  • Ancora, a Monza, saranno destinati 150.000 € al progetto “AIR: Abit-Azioni in Rete” del Consorzio Comunità Brianza, che vuole aggiungere al sistema di 8 alloggi già realizzati negli anni scorsi, sempre con il supporto della Fondazione Cariplo, ulteriori 7 alloggi (suddivisi nei Comuni di Lentate sul Seveso, Lissone, Bollate e Cinisello Balsamo), per un totale di 29 posti, per l’autonomia e l’inclusione sociale di persone in situazione di disagio socio-abitativo come madri sole con minori, donne vittime di violenza in uscita dai percorsi di I e II accoglienza, padri soli separati, persone che a seguito di malattia o incidenti rischiano la caduta in povertà e neo-maggiorenni.”
  • A Cazzago San Martino, in provincia di Brescia, si è scelto di sostenere con 330.000 € il progetto “CASA Serena Angolina Bresciani”, proposto dall’omonima Fondazione, che intende riqualificare un immobile per la realizzazione di una Comunità alloggio sociale per anziani (C.A.S.A) da 25 posti letto.
  • Infine, ai confini di Milano, Fondazione Cariplo finanzierà con 110.000 € il progetto “La Corte di Quarto” proposto dalla Fondazione Archè Onlus: Il progetto è promosso a Novate Milanese al confine con il quartiere di Quarto Oggiaro di Milano e vuole creare un “Borgo solidale” nell’ex scuola dell’infanzia Adele Bassani sostenendo la realizzazione di 12 alloggi dedicati all’autonomia e inclusione sociale di nuclei mamma-bambino e famiglie in situazione di fragilità socio-abitativa.  

Riprogrammazione delle attività della Fondazione 

Anche il tema housing sociale rientra nei 6 obiettivi prioritari attorno ai quali riorientare le risorse e l’impegno delle Aree Filantropiche della Fondazione:

  • Il contrasto alle nuove povertà causate dalla crisi e dall’ancor maggior distanziamento sociale che ne deriverà
  • Il sostegno agli Enti del Terzo Settore, in gravi difficoltà
  • L’individuazione di opportunità di sviluppo economico e di creazione di posti di lavoro, soprattutto in chiave green, con grande attenzione alle tematiche ambientali
  • Il ripensamento dei modelli di offerta di welfare
  • Il ripensamento del sistema culturale, considerando l’importante ruolo che la cultura può svolgere nella fase di ripartenza
  • Il rilancio della ricerca, che si conferma un aspetto centrale per il ripensamento dei modelli di funzionamento delle organizzazioni e degli assetti di quasi tutti i settori di attività.

A causa della pandemia, infatti, lo scenario in Italia e nel mondo è profondamente mutato e la Fondazione si trova ad esprimere la propria missione filantropica in una situazione di grandissima incertezza. Proprio in un momento così incerto per tutti, la Fondazione intende mantenere l’impegno verso i territori e le comunità, focalizzandosi in azioni immediate di contrasto alla crisi e avviando un percorso di medio periodo per promuovere innovazione nei territori. Il totale delle risorse disponibili per l’attività filantropica 2020 è di 135 milioni di euro, come già approvato il 5 novembre 2019 dal DPPA.

Rispetto a questa cifra complessiva, 60 milioni di euro non sono ancora stati destinati o impegnati e possono quindi essere oggetto di una riprogrammazione straordinaria in seguito all’emergenza Covid.

Sono state presentate, durante l’evento virtuale conclusivo del progetto Green Jobs, le mini-imprese vincitrici a livello territoriale e le loro Storie di Resilienza, attraverso cui i ragazzi hanno raccontato come siano riusciti a portare a termine i loro progetti con impegno e creatività, nonostante le difficoltà del periodo che stiamo vivendo.

Avviato in Lombardia nel 2015 da Fondazione Cariplo, Green Jobs si è esteso a livello nazionale a partire dal 2018, interessando 157 classi e più di 3.000 studenti, grazie al coinvolgimento di altre 8 Fondazioni di origine bancaria aderenti all’ACRI: Fondazione CRT, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Carispezia, Fondazione Cariparo, Fondazione Caritro, Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Fondazione Tercas e Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana.

Realizzato con JA Italia e InVento Innovation Lab, Green Jobs è un percorso di autoimprenditorialità green per le scuole superiori, che porta i ragazzi ha creare mini-imprese che propongono risposte concrete a problemi ambientali e in linea con gli SDGs, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU.

“Lo sviluppo sostenibile è un tema cruciale per la nostra società e la crisi legata alla pandemia lo ha reso ancora più evidente – spiega Giovanni Fosti, Presidente di Fondazione Cariplo – In uno scenario in cui la sostenibilità sarà sempre più un fattore chiave, gli innovatori di domani dovranno saper guardare alle sfide dei cambiamenti climatici e della salvaguardia del territorio come parte integrante di ogni attività. Per questo Fondazione Cariplo, anche attraverso il progetto Green Jobs, vuole essere vicina ai ragazzi, accompagnandoli nello sviluppo di competenze importanti per un futuro lavorativo e professionale più sostenibile, che possa contribuire alla crescita e alla coesione della nostra società.”

Oltre a creare progetti di impresa green, gli studenti hanno mostrato grande volontà e coinvolgimento nonostante la particolare situazione originata dal lockdown, dando prova di una grande capacità di resilienza. Per questo le mini-imprese vincitrici a livello territoriale sono state coinvolte nel contest Storie di Resilienza (#CONTESTGJ2020), raccontando con foto, post e storie instagram, le difficoltà incontrate nella realizzazione del progetto e le soluzioni messe in campo.

Oggi, tra le mini-imprese partecipanti si è aggiudicata la vittoria del contest WoodCard della classe 4G del Liceo Rosmini di Rovereto (TN) che ha realizzato una smart card con il legno proveniente dagli alberi caduti durante la tempesta del 2018 in Trentino. I ragazzi di WoodCard con la loro storia di resilienza hanno saputo raccontare il territorio e come siano riusciti a risolvere le difficoltà incontrate durante il percorso GJ con innovazione e creatività.

“Oggi non si premia solo l’attitudine ad apprendere i valori della sostenibilità per trasporli in un lavoro comune, ma anche la coerenza dimostrata nell’essere cittadini e cittadine capaci di compiere, in un momento di così grande crisi, autentici atti di sostenibilità – spiega Anna Chiara Invernizzi, Vice Presidente di Fondazione CRT e Presidente della Commissione Sviluppo Sostenibile di ACRI – Rivolgo un plauso a tutta la Community Green Jobs: ringrazio in particolare alunni ed insegnanti, che hanno dato prova di un forte senso di responsabilità, portando avanti con determinazione i propri progetti nonostante i numerosi ostacoli. Un sentito ringraziamento va anche alle Fondazioni, che hanno supportato i percorsi intrapresi, anche quando l’emergenza sanitaria ha comportato la necessità di rimeditare l’impiego delle loro risorse, affinché nessuno rimanesse escluso dalla solidarietà.”

in homepage: photo credit cichoice 

Dati per lo sviluppo, Project management, Leadership e imprenditorialità, Borse di studio per la formazione avanzata: sono i quattro focus tematici dell’edizione 2020-2021 di FormazioneSviluppo, l’asse di Innovazione per lo Sviluppo dedicato alla formazione e al capacity building per il settore della cooperazione internazionale allo sviluppo.

La pandemia da Covid-19 e gli impatti negativi che sta scatenando anche da un punto di vista socioeconomico, dimostrano che non esistono confini. Il programma Innovazione per lo Sviluppoun’iniziativa di Fondazione Cariplo e di Fondazione Compagnia di San Paolo, crede fortemente che dalla crisi si possa ripartire mettendo al centro le persone, le competenze, la formazione, guardando al futuro con una maggiore propensione all'innovazione e al ricambio generazionale, con linguaggi, strumenti e leadership orientate al cambiamento sistemico.

É per questo che, dopo il successo dell’edizione 2019 che ha coinvolto oltre 500 operatrici e operatori del settore, FormazioneSviluppo ritorna con un articolato palinsesto formativo, composto da 15 percorsi formativi organizzati da 10 partner strategici con il supporto di Fondazione Cariplo e Fondazione Compagnia di San Paolo.

Webinar di presentazione

La nuova edizione di FormazioneSviluppo sarà presentata dalle Fondazioni promotrici e dai partner coinvolti in un webinar pubblico in programma il 3 giugno 2020 alle h 17. Il webinar è aperto a tutti, è necessaria la registrazione a questo link: bit.ly/FormazioneSviluppo-webinar

Destinatari e modalità 

I percorsi sono differenziati per durata, livello di competenze e formato di erogazione. I destinatari primari sono il personale e le organizzazioni che operano nel settore della cooperazione internazionale allo sviluppo (compresi gli ambiti migrazione ed educazione alla cittadinanza globale).
Le prime proposte sono in partenza a Giugno 2020 e proseguiranno per tutto il 2020 e il 2021. I posti sono limitati: per inviare la propria candidatura bisognerà compilare un modulo disponibile sui siti dei partner che organizzeranno ciascun percorso formativo. Tutti i percorsi prevedono una parte di attività pratiche e di tutoring per la realizzazione di progetti basati sulle competenze acquisite. In seguito all’emergenza Covid-19, molte attività frontali sono state riprogettate in modalità solo online.

Ecco, nel dettaglio, le offerte formative suddivise per ambito di appartenenza:

  1. Dati per lo Sviluppo 
    Dataninja
    propone tre serie di corsi di livello base finalizzati ad acquisire le competenze per usare al meglio i fogli di calcolo, realizzare visualizzazioni di impatto o definire una strategia di comunicazione data-driven. Gnucoop offre due percorsi di livello intermedio sull’analisi e la raccolta dei dati, con l’obiettivo di migliorare la fase di monitoraggio e utilizzare meglio gli strumenti statistici. 
    Ong 2.0/CISV e TechSoup Italia hanno realizzato due percorsi che si concentrano sulla data visualization per il bilancio sociale e sull’uso degli strumenti digitali di mapping.
    Il Consorzio TOP-IX, la Fondazione ISI (Institute for Scientific Interchange) e Moxoff propongono una nuova edizione del percorso intensivo CorDATA, pensato per portare nelle organizzazioni la cultura della Data Science e promuovere progetti innovativi basati sui dati.
  2. Project Management
    Gnucoop propone un percorso focalizzato sullo smart working per migliorare la collaborazione tra il field e l’headquarter, pensato anche in risposta alle riorganizzazioni che molti enti hanno dovuto affrontare in seguito all’emergenza Covid-19.
    Dall’autunno, arrivano due proposte di Ong 2.0/CISV e TechSoup Italia focalizzate su Design Thinking per l'innovazione sociale e sull’adozione dell’approccio Agile nei progetti di cooperazione.
  3. Leadership e Imprenditorialità
    Amani Institute propone un percorso in inglese rivolto ai senior manager delle organizzazioni italiane per aiutarli a gestire le situazioni di crisi con competenze di leadership e innovazione.
    Viene riconfermato, poi, il supporto al Social Enterprise Open Camp organizzato da Fondazione Opes-LCEF e Gruppo CGM, quest’anno dedicato all’importante tema “Planet and People”.
  4. Borse di studio
    È stato introdotto un nuovo progetto in ricordo di Anne Musyoki, direttrice di Techsoup Africa che nel 2019 ha partecipato agli Open Days dell’Innovazione a Torino e, durante il rientro, è rimasta vittima dell’incidente aereo dell’Ethiopian Airlines 302. Il progetto prevede l’istituzione di borse di studio per permettere a due giovani di lavorare insieme al team di Techsoup sui temi della digital transformation delle organizzazioni non-profit in Kenya.
    Confermate anche le borse di studio a copertura dei costi parziali per il Master ICT for Development and Social Good organizzato da Ong 2.0/CISV all’Università di Torino.

Tutte le informazioni su FormazioneSviluppo, con il calendario dettagliato delle attività e le modalità di partecipazione, sono disponibili sul sito di Innovazione per lo Sviluppo.

Tra i 6 obiettivi prioritari attorno ai quali Fondazione Cariplo orienterà le sue risorse e il suo impegno nei prossimi mesi, ci sono il contrasto alle nuove povertà, causate dall’emergenza Covid-19 e il ripensamento dei modelli di offerta di welfare.  

Una sfida in parte già avviata da Fondazione Cariplo che nel 2014 ha lanciato Welfare di Comunità e Innovazione sociale, un percorso di ripensamento in chiave comunitaria del welfare che punta al coinvolgimento dei cittadini in processi partecipati, per rispondere ai bisogni sociali esistenti ed emergenti. Un modello che ha permesso di raggiungere non più solo le persone che rispondono alle caratteristiche canoniche di “soggetti in difficoltà” ma anche quelle rese vulnerabili da una temporanea situazione di difficoltà economica.  

Una condizione che, nel prossimo futuro e anche in una situazione post-emergenziale, interesserà un numero ancora più ampio di persone.   

Tra i progetti sostenuti dal Bando Welfare in Azione in questi anni, c’è Fare Legami, un progetto che a Crema, Cremona e Casalmaggiore ha affrontato la vulnerabilità scommettendo sui "Patti generativi", accordi fra i cittadini e la comunità.  

Annalisa Mazzoleni, Dirigente dell'U.O. di Coordinamento dei Servizi Sociali e Socio-Educativi del Comune di Crema, spiega come funzionano: «L’idea è quella di offrire un supporto alle persone in difficoltà che fino a ora non hanno mai avuto bisogno dei servizi sociali, aiutandole anche a farle sentire meno sole. I patti generativi sono percorsi molto personalizzati rivolti a persone che si trovano in un momento difficile. Per ogni persona coinvolta viene messo a disposizione un budget massimo di 2mila euro, grazie al quale, insieme agli operatori, viene strutturata una risposta alle difficoltà che la persona si trova ad affrontare, a livello economico ma anche relazionale. Contestualmente all’erogazione del sostegno economico, si costruisce un percorso in cui la persona o la famiglia riconosce, scopre e valorizza le proprie risorse (in particolare relazionali) e si impegna al contempo a contribuire ai bisogni della comunità, mettendo proprie competenze a servizio della comunità. C’è la mamma nigeriana che insegna francese ai bambini, il disoccupato appassionato di fotografia che è diventato il fotografo degli eventi di Fare Legami e tiene laboratori di fotografia per ragazzi: «Non è uno scambio riparatorio, queste famiglie o persone non hanno fatto niente di grave, semplicemente stanno vivendo un momento di difficoltà. Ma è anzi un’opportunità per tessere nuovi legami». Nessuno ci ha mai detto di volere il contributo economico senza fare niente e in molti casi il sostegno è stato dato per corsi di formazione, tirocinii, quindi con l’obiettivo della ricerca del lavoro. Perché i percorsi sono strutturati facendo leva sulle competenze, per fare sì che le persone diventino più consapevoli delle proprie capacità e acquisiscano anche una maggiore sicurezza in sé. Scivolare in una situazione di fragilità e isolamento è molto demotivante, ma noi siamo convinti che la comunità si curi da sé e le storie che incontriamo ci fanno davvero pensare che questo sia possibile».  

La storia di Mario Riboli

«Ho lavorato nella grande distribuzione per trent’anni. Ero responsabile del reparto freschi di un supermercato e gestivo dai 20.000 ai 25.000 euro di ordini alla settimana, una grande responsabilità, molte soddisfazioni e anche un po’ di fatica perché dal 2009 al 2015 ho subito diversi interventi al ginocchio per una patologia cronica degenerativa, ma che non mi ha mai impedito di fare il mio lavoro. Nel 2015 il supermercato è stato acquisito da una nuova proprietà e sono stato letteralmente sbattuto in magazzino e a scaricare camion a mano, poi  trasferito in un altro paese, ho iniziato a lavorare anche di domenica. Ho accettato tutto perché avevo bisogno di lavorare, ho due figli, a quell’epoca uno dei due faceva ancora il liceo e l’altra aveva appena iniziato l’accademia di danza, perché è ballerina e coreografa. Nel 2016 una nuova operazione al ginocchio, questa volta la riabilitazione è più lunga, e subito dopo è arrivato il licenziamento. Ho perso il lavoro, ho visto colleghi che credevo amici voltarmi le spalle. Perché i soldi vanno e vengono ma queste cose ti segnano per sempre. Per un periodo non sono più uscito di casa, la botta era stata troppo forte, andavo solo in parrocchia, mi occupavo dei corsi di teatro per i ragazzi. È lì che sono entrato in contatto con Fare Legami, è stato un passaggio dolce perché ci siamo trovati intorno a un tavolo: ma perché tu che hai queste capacità non partecipi a un patto generativo? mi hanno detto. All’inizio mi sono occupato del bar dell’oratorio, poi mi hanno chiamato di nuovo le assistenti: c’è la presidente di Auser che ci chiede se abbiamo una persona valida da mettere in ufficio. Ho accettato ma ero pieno di timori, arrivavo da un periodo buio, dovevo rimettermi in gioco davvero, usare programmi di computer che non conoscevo, coordinare i volontari, preparare i turni. Ho fatto un primo tirocinio, poi è stato prolungato con una borsa lavoro e poi è arrivata la pandemia. Se mia avessero detto mesi fa che avrei affrontato una cosa del genere non ci avrei mai creduto. Il telefono non smette mai di suonare, siamo sempre in movimento ma si è creata una squadra bellissima, fatta anche di studenti senza scuola o persone in cassa integrazione.
Ci occupiamo della consegna della spesa, della consegna dei farmaci, del cambio di biancheria per le persone malate. Mi sento trasformato, il Mario di prima non esiste più. Questa è una dimensione che mi appartiene completamente, ho le mie signore che mi chiamano e mi preparano i biscotti, si è aperta una rete di solidarietà e la vicinanza alle persone ci permette di scoprire anche quali sono i bisogni, io poi mi sento particolarmente connesso a chi si sente fragile, individuo subito situazioni potenzialmente difficili. La mattina mi sveglio presto e vado all’Auser, aprire l’ufficio è sempre una gioia e una sorpresa. Le ansie e le paure ci sono, faranno sempre parte di me, ma si è aperto un nuovo mondo».  

Per intercettare persone in temporanea difficoltà, Fare Legami ha creato nuove figure: le antenne di quartiere, ovvero gruppi informali di cittadini che vengono formati dalle assistenti sociali a individuare bisogni della comunità e a fornire risposte. 

In questo momento per esempio, un gruppo di volontari in un Comune si sta occupando dei grandi anziani del quartiere, ma un’antenna di quartiere potrà essere anche la parrucchiera che riceve una cliente che le confessa di non avere i soldi per l’avvocato per separarsi.  

Dal percorso di Fare Legami sono nate nuove pratiche e nuove professionalità, come quella di Michela Oleotti, una community maker: «Abbiamo background e percorsi diversi, educativi, psicologici, io sono formatrice di teatro sociale di comunità. La sfida era proprio quella di avere un approccio multidisciplinare a supporto alle dinamiche di comunità senza sostituirsi agli operatori sociali del pubblico e privato. Siamo figure di raccordo e facilitatori».  

In questa fase di distanziamento sociale, Michela si sta occupando di mappare il territorio durante l’emergenza per vedere quali sono i bisogni, le azioni, le disponibilità. Una mappa che potrà anche orientare le azioni future: «ci siamo accorti che i territori che avevano già dal 2015 sperimentato dinamiche di aggregazione di rete sul bene comune, sono stati i più reattivi alla dimensione emergenziale. E hanno saputo anche catalizzare molti nuovi volontari: persone che hanno avuto una sospensione dell’attività lavorativa e persone che sono state toccate da esperienze gravi e che hanno voluto mettersi al servizio della comunità. Adesso dovremo essere capaci di tenere attiva questa disponibilità anche oltre l’emergenza. Ci sarà ancora più bisogno perché emergeranno nuove vulnerabilità socioeconomiche. Le antenne di quartiere potranno intercettare in modo rispettoso queste fragilità».  

In questa fase, per esempio, l’Auser provinciale, dove lavora Mario, che normalmente si occupa del trasporto disabili e anziani nei centri di cura, con i centri chiusi ha temporaneamente riconvertito la sua attività in consegna spesa a domicilio. Racconta la presidente provinciale Donata Bertoletti: «Il Coronavirus ha interrotto le normali reti di cura e creato nuove solitudini, molte persone sono anziane o malate e probabilmente, una volta superata l’emergenza ricostituiranno le proprie reti, però altri no. Abbiamo agganciato situazioni che stanno mutando, non possiamo ancora dire che ci sono persone che avranno bisogni economici o di assistenza anche in futuro però, se accadrà, potremo aggredire fin da subito le situazioni di fragilità. Infatti vorremmo trasformare questo servizio di consegna spesa in un servizio ricorrente, perché sta dando ottimi risultati e le persone, con cui ci relazioniamo in questo modo informale tramite i volontari, non si sentono sorvegliate. A coordinare tutti c’è Mario, posso dire che, da quando è scoppiato il Covid-19, Mario è letteralmente esploso e la sua energia ha contagiato tutti». 

 

Si è tenuta in un’inedita edizione virtuale la finale regionale di Green Jobs, evento che ha visto sfidarsi 500 ragazzi delle scuole superiori della Lombardia.

Green Jobs è promosso da Fondazione Cariplo con l’obiettivo di coinvolgere i giovani di licei, istituti tecnici e professionali in un percorso sfidante di autoimprenditorialità green, finalizzato a promuovere le competenze trasversali legate alla green economy e in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU (SDGs). Il progetto è realizzato con InVento Innovation Lab e JA Italia grazie al prezioso lavoro dei dream coach di VISES e Assocamuna.

Avviato in Lombardia nel 2015, a partire dal 2018 il progetto si è esteso a livello nazionale, interessando 157 classi e più di 3.000 studenti, grazie al coinvolgimento di altre 8 Fondazioni di origine bancaria aderenti all’ACRI: Fondazione CRT, Compagnia di San Paolo, Fondazione Carispezia, Fondazione Cariparo, Fondazione Caritro, Fondazione CR di Perugia, Fondazione Tercas e Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana.

Durante la finale, una giuria di esperti ha valutato le 23 mini-imprese GJ, decretando i 3 vincitori per la Lombardia:

  • Brown&Green della classe 4°E dell’IIS Marignoni-Polo di Milano con una linea di prodotti a base di fondi di caffè riciclati e ingredienti 100% naturali;
  • CiChoice della classe 4°CL dell’IIS Lunardi di Brescia con un portachiavi-portamozziconi realizzato in sughero e alluminio, personalizzabile con cover in stoffa: tutto riciclato;
  • Green Bike della classe 4° MO dell’IIS Greggiati di Ostiglia con l’ideazione di un servizio di recupero bici, restauro, rivendita e bike sharing.

La finale arriva al termine di un percorso che si è articolato attraverso lezioni in aula e online durante le quali i ragazzi hanno trovato soluzioni concrete in risposta ai problemi ambientali, hanno imparato a conoscere i modelli organizzativi e di gestione imprenditoriale, percorrendo tutti gli step che trasformano un’idea in un’attività imprenditoriale green.  

“In questo momento di emergenza, che ha messo a dura prova tutto il sistema scolastico – spiega Elena Jachia, Direttore Area Ambiente di Fondazione Cariplo – i docenti e i ragazzi di Green Jobs si sono messi in gioco per portare a conclusione il percorso svolto in questi mesi, sperimentando nuove modalità didattiche con innovazione e creatività e dando prova di resilienza e capacità di adattamento. La Fondazione Cariplo da anni promuove Green Jobs e a maggior ragione, in questo periodo di incertezza, intende essere vicina agli adulti del domani e accompagnarli verso un futuro lavorativo e professionale più sostenibile”.

Il progetto Green jobs, pur essendo partito tempo fa, è completamente in linea con le nuove indicazioni della Commissione Centrale di Beneficenza di Fondazione Cariplo che pochi giorni fa ha varato una riprogettazione dell'attività filantropica 2020 per 60 milioni di euro, all'interno della quale trova un posto importante il filone che riguarda l’individuazione di opportunità di sviluppo economico e di creazione di posti di lavoro, soprattutto in chiave green, con grande attenzione alle tematiche ambientali

I 3 team vincitori parteciperanno all’evento finale nazionale che si terrà online il 21 maggio 2020, dove saranno chiamati a raccontare a tutta la Community Green Jobs il proprio progetto, ma anche l’esperienza di resilienza vissuta in questi mesi di emergenza.

SEGREGATA – Una madre contro il coronavirus è un libro che nasce dal cuore di una mamma e, significativamente, sulla copertina riporta: “Ciò che il male divide, il Cuore unisce”.
La prefazione è firmata da Vincenzo Mollica, amico e mentore dell’autrice Fabiola Maria Bertinotti, alla quale ha regalato la poesia La Speranza contenuta nel libro.
La produzione del libro, presto in uscita anche negli Stati Uniti, in Francia ed in Gran Bretagna, è stata possibile grazie al duplice aiuto sia della Fondazione Cariplo che ha concesso il patrocinio e fornito un primo contributo economico al progetto avviandone lo start-up, sia della Fondazione della comunità di Monza e Brianza che ha contribuito a strutturare il fondo speciale che accoglierà le donazioni e seguirà la parte di rendicontazione puntuale.
SEGREGATA – Una madre contro il coronavirus narra l’esperienza drammatica di Fabiola, una mamma monzese, durante la prima ondata di coronavirus in Italia. Sono i giorni drammatici che vedono la Lombardia e il nord Italia cadere in ginocchio sotto i colpi devastanti di un virus di cui si sa poco o niente. Come un flagello, il COVID-19 semina migliaia di morti, panico e disperazione, straziando il popolo italiano che, pur smarrito ed indifeso, reagisce con atti di grande abnegazione e solidarietà, dimostrando coraggio e reattività dinanzi agli occhi attoniti del mondo.
Ai primi sintomi della malattia, Fabiola sceglie volontariamente di entrare in segregazione nella sua camera da letto, dove vivrà in solitudine per quaranta lunghi giorni.
La terrorizza l’idea di costituire un pericolo letale per il figlio affetto da distrofia e per gli anziani genitori, entrambi categorie ad alto rischio. Il libro si snoda lungo due filoni. Inizia con una testimonianza puntuale e accorata sull’iter della malattia, “un nemico subdolo e pericolosissimo contro cui l’umanità è in guerra”, e continua in un crescendo di profonda analisi per cui, nella stanza dove Fabiola è reclusa per amore, “si apre” una vera e propria finestra sul mondo dalla quale lei osserva i fatti della cronaca, della scienza e della politica italiana e mondiale.
Il sogno di Fabiola è raccogliere 100.000 Euro entro il 30 ottobre 2020 per celebrare la Vita e la Speranza. I due enti beneficiari sono: Intensivamente Insieme per l’acquisto di una culla mobile per il trasporto di emergenza dei neonati in pericolo di vita; l’associazione UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) per supportare i giovani con disabilità neuromuscolare a sperimentarsi in percorsi di autonomia e Vita indipendente.
SEGREGATA – Una madre contro il coronavirus sarà scaricabile in formato ebook dalla piattaforma di crowdfunding ForFunding di Banca Intesa San Paolo. L’acquisto, che rappresenta una bellissima idea regalo per la Festa della Mamma, sarà effettuabile a fronte di una libera donazione e il ricavato andrà interamente in beneficenza.

Oltre a Fondazione Cariplo e Fondazione della comunità di Monza e Brianza, un particolare grazie va agli sponsor tecnici dell’operazione: Lipsie Languages, che ha fornito la piattaforma per il downloading del libro, Agenzia Traduzione-IN, che ha curato le traduzioni in lingua inglese e francese, e Antonio De Mauro per il progetto grafico e l’impaginazione.
SEGREGATA – Una madre contro il coronavirus porterà una carica di positività a tutti i suoi lettori, suscitando una voglia irrefrenabile di rinascita morale, sociale, politica ed economica. Una svolta verso il futuro dell’Italia che, come Fabiola spesso ripete nel suo libro – è il Paese più bello del mondo.

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