La Commissione Centrale di Beneficenza di Fondazione Cariplo ha approvato all’unanimità il Bilancio 2019: un esercizio estremamente positivo, che ha prodotto un avanzo da 501 milioni di euro. Il risultato è dovuto alla performance ottenuta dalla gestione del patrimonio, sia degli oltre 5 miliardi di euro affidati in gestione a Quaestio Capital Management Sgr che ha ottenuto un rendimento lordo dell’8,76%, sia dalle partecipazioni che hanno distribuito dividendi per complessivi 198,8 milioni di euro.

Oggi, a causa della pandemia, lo scenario in Italia e nel mondo è profondamente mutato e la Fondazione si trova ad esprimere la propria missione filantropica in una situazione di grandissima incertezza. Proprio in un momento così incerto per tutti, la Fondazione intende mantenere l’impegno verso i territori e le comunità, focalizzandosi in azioni immediate di contrasto alla crisi e avviando un percorso di medio periodo per promuovere innovazione nei territori .

Il totale delle risorse disponibili per l’attività filantropica 2020 è di 135 milioni di euro, come già approvato il 5 novembre 2019 dal DPPA. Rispetto a questa cifra complessiva, 60 milioni di euro non sono ancora stati destinati o impegnati e possono quindi essere oggetto di una riprogrammazione straordinaria in seguito all’emergenza Covid.

A partire dal riorientamento di questi contributi, la Fondazione Cariplo intende sfruttare anche l’effetto volano per mobilitare ulteriori risorse, economiche e non solo, ad esempio attraverso altre risorse raccolte dai progetti sostenuti, collaborazioni con le Fondazioni di Comunità, risorse raccolte da possibili partner.

La nuova impostazione delle azioni approvata dalla Commissione Centrale di Beneficenza di Fondazione Cariplo presenta due percorsi distinti:

  • Azioni immediate di riposta all’emergenza in tempi rapidi, volte in particolare al sostegno dagli Enti del Terzo Settore che operano in ambito sociale, culturale e ambientale e al contrasto della povertà infantile (rischio alimentare, sanitario e di accesso all’istruzione).
  • Azioni di orizzonte più lungo, attraverso un percorso di riflessione su come ripartire, costruendo nuovi modelli che permettano di mettere a fuoco nuovi strumenti per sostenere la coesione sociale e la crescita delle persone attraverso la Cultura, l’Ambiente, i modelli di Welfare e la Ricerca.

La riprogrammazione – che verrà approfondita nelle prossime settimane – individua 6 obiettivi prioritari attorno ai quali riorientare le risorse e l’impegno delle Aree Filantropiche della Fondazione:

  • Il contrasto alle nuove povertà causate dalla crisi e dall’ancor maggior distanziamento sociale che ne deriverà
  • Il sostegno agli Enti del Terzo Settore, in gravi difficoltà
  • L’individuazione di opportunità di sviluppo economico e di creazione di posti di lavoro, soprattutto in chiave green, con grande attenzione alle tematiche ambientali
  • Il ripensamento dei modelli di offerta di welfare
  • Il ripensamento del sistema culturale, considerando l’importante ruolo che la cultura può svolgere nella fase di ripartenza
  • Il rilancio della ricerca, che si conferma un aspetto centrale per il ripensamento dei modelli di funzionamento delle organizzazioni e degli assetti di quasi tutti i settori di attività.

“In questo momento di grande incertezza non viene meno la chiarezza rispetto al compito e all’obbiettivo a cui la Fondazione Cariplo risponde: investiamo sulle persone più deboli, sulla cultura, sulla ricerca e sull’ambiente come punti chiave da cui partire per generare valore e guardare al futuro. La Fondazione è un soggetto attivo che non solo mette in campo risorse finanziarie ma promuove e stimola iniziative di costruzione e coesione della comunità come elementi di crescita. La coesione delle comunità e lo sviluppo delle persone non sono solo i nostri valori di riferimento ma sono la condizione essenziale per superare la fase critica che stiamo vivendo.” Giovanni Fosti, Presidente di Fondazione Cariplo. 
 

 

Tra le realtà sostenute dal fondo Insieme per Varese della Fondazione Comunità del Varesotto ci sono i City Angels. Sono loro normalmente a gestire il dormitorio per l’emergenza freddo di Via Maspero, a Varese. Insieme al dormitorio stabile gestito dal Comune, offre abitualmente accoglienza notturna ai senzatetto. In entrambi era prevista da sempre solo l’accoglienza notturna ma l’emergenza Covid-19 ha generato un’ulteriore emergenza: come potevano stare a casa persone che non avevano una casa?   

«Aprire il dormitorio anche di giorno è la prima risposta, naturalmente» racconta Andrea Menegotto, il coordinatore provinciale dei City Angels, che insieme all’amministrazione comunale, ha organizzato l’accoglienza diurna: «ma si tratta di un’operazione molto complessa, che richiede una strategia. Tra i senzatetto ci sono spesso persone con fragilità psichica, o con storie di dipendenza, talvolta di devianza. C’è un tasso di conflittualità altissimo. Un conto è offrire una camera dove dormire la notte, un altro è trascorrere tutto il giorno insieme, costruire relazioni, far funzionare queste relazioni. Ci siamo chiesti come potevamo costruire un vero percorso di accoglienza e abbiamo capito che i volontari non potevano bastare, anche se erano ancora più preziosi del solito. Servivano figure professionali, psicologi, assistenti sociali, persone che si occupassero dell’educazione sanitaria, dell’igiene, della sicurezza, di risolvere le piccole e grandi conflittualità. Abbiamo chiesto il contributo della Fondazione per poter dotarci di queste figure e abbiamo potuto iniziare l’esperienza dell’accoglienza diurna.  

Ci siamo accorti che molti ospiti non avevano per niente chiara la situazione e la sottovalutavano, altri erano terrorizzati. Si trattava di spiegare, di guardare e commentare insieme le notizie, di essere lì quando c’era il bisogno di parlare e ridurre angosce e paure. Non è facile, anche perché dobbiamo osservare tutte le misure di protezione e distanziamento ma sta funzionando. Stanno succedendo cose nuove: persone che magari dormivano sullo stesso piano ma non si frequentavano per pregiudizi legati all’etnia o altro si stanno conoscendo. Prima un pasto arrivava sotto forma di sacchetto distribuito, adesso si mangia insieme, anche se lontani. Si gioca a carte, si guarda la televisione insieme e questa convivenza un po’ forzata si sta trasformando in un’occasione per tutti. Noi stiamo condividendo con gli assistenti sociali la nostra osservazione: dati, considerazioni e conoscenza della vita delle persone che frequentano il nostro centro che magari in anni non erano mai venute fuori. Questo posto si sta trasformando per la prima volta in qualcosa che assomiglia una casa. E questo momento in una risorsa che ci aiuterà  a costruire il nostro modello di accoglienza futuro, avevamo fatto tanti pezzettini ma mai niente di così grande».  

  

 

 

 

 

 

Un’Europa più solidale e più coesa. All’indomani della riunione del Consiglio Europeo per definire la risposta dell’Ue alla crisi economica provocata dall’emergenza Coronavirus, appare ancora più urgente l’appello lanciato ai leader europei dal Presidente Giscard d’Estaing insieme a rappresentanti del mondo politico, accademico e della società civile.

I firmatari, tra i quali figurano Manuel Castells (sociologo e ministro spagnolo per l’Università), Giovanni Fosti (presidente Fondazione Cariplo),  Alain Lamassoure (ex membro Parlamento Europeo), Carlos Moedas (ex Commissario Europeo per la Ricerca, Scienza e Innovazione), Isabel Mota (presidente Calouste Gulbenkian Foundation), hanno scelto l’atteso momento di confronto tra i capi di stato e di governo, per affermare che solo un coordinamento reale tra i Paesi dell’Europa ci può consentire di affrontare le sfide del presente e le incertezze del futuro.

Nelle ultime settimane i cittadini europei hanno dato una straordinaria prova di resilienza. Nelle regioni di confine, i pazienti sono stati trasferiti da un paese all’altro, il personale sanitario è stato impiegato nelle zone dove maggiore era il bisogno. Gli scienziati che lavorano insieme hanno raggiunto in poche settimane risultati che normalmente avrebbero richiesto mesi. Queste forme di solidarietà molto concrete dimostrano che la cooperazione europea esiste” si legge nel documento (testo integrale qui).

Un patrimonio di iniziative di solidarietà avviate dai cittadini senza una regia unitaria perché “la gestione di questa crisi sanitaria globale, in Europa per il momento, è restata nazionale e intergovernativa”.

E se: “La solidarietà è la pietra angolare della nostra Unione e darne prova della sua forza è fondamentale in tempi di crisi: non deve essere solo una parola vuota”.

Nel concreto i firmatari propongono: decisioni forti sul piano economico, come il rafforzamento del programma-quadro finanziario 2021-2027; un migliore coordinamento a livello europeo della ricerca sanitaria, anche nella raccolta e l’interpretazione dei dati epidemiologici; un modello efficace per la gestione delle operazioni necessarie alla salute pubblica a livello europeo in cui tutti i livelli di potere, nazionale, regionale e locale, avrebbero le loro responsabilità, in caso di nuova pandemia.

Il Covid-19 ci ha fatto capire che abbiamo bisogno di nuove idee per vincere le sfide attuali e adattarci al mondo attraversato dalla grande trasformazione globale e digitale”.

Un appello al coraggio e alla lungimiranza per “immaginare un nuovo sistema economico e sociale, in modo che sia più giusto, più sostenibile, più resiliente”, e soprattutto all’unità: “Come europei dobbiamo comprendere che questo non è un gioco a somma zero; vinceremo o perderemo insieme”.

Tutti i firmatari del documento, membri dell’Advisory Board di Re-Imagine Europa: Valéry Giscard d’Estaing, (ex presidente francese), Magdalena Adamowicz, (membro Parlamento Europeo), Carina Autengruber (presidente European Youth Forum), Brando Benifei (membro Parlamento Europeo), Elmar Brok (ex membro Parlamento Europeo), Manuel Castells (sociologo e ministro spagnolo per l’Università) Étienne Davignon (ex vicepresidente Commissione Europea), Paolo De Castro, (membro Parlamento Europeo), Giovanni Fosti (presidente Fondazione Cariplo),  Alain Lamassoure (ex membro Parlamento Europeo), Enrico Letta (ex primo ministro italiano e fondatore Scuola di Politiche), Irene Milleiro (direttore Change.org Foundation), Carlos Moedas (ex Commissario Europeo per la Ricerca, Scienza e Innovazione), Isabel Mota (presidente Calouste Gulbenkian Foundation), Hans-Gert Pöttering (ex presidente Konrad Adenauer Foundation, ex presidente Parlamento Europeo), Maria João Rodrigues (presidente European Foundation of Progressive Studies), Claus Haugaard Sørensen (membro Advisory Group on Emergency capacities World Health Organisation), Daria Tataj (esperta in Innovazione), Nils Torvalds (membro Parlamento Europeo), Boris Zala, ((membro Parlamento Europeo).

tablet e cornetta#IoStoCoiNonni è la raccolta di donazioni lanciata da Fondazione Comunitaria Nord Milano a sostegno dei più fragili in questa emergenza: le persone anziane o disabili e gli operatori che se ne prendono cura, svolgendo servizi residenziali e domiciliari per assisterle.

«A Fondo Emergenza Covid-19 appena varato, tra le prime richieste di contributo pervenute a Fondazione Comunitaria Nord Milano» racconta la presidente Paola Pessina «è arrivata quella della RSA Santa Caterina di Settimo Milanese. Ci chiedevano aiuto per l’approvvigionamento di mascherine, in quel momento introvabili. Ma anche per acquistare dispositivi digitali da mettere a disposizione degli ospiti, i nonni smarriti perché privati da un giorno all’altro delle visite delle persone care, degli animatori volontari, di tutte le relazioni che fanno di una RSA non un ospedale, ma una casa». Conferma Marco Arosio, direttore della filiale: «Il 23 febbraio sono state chiuse le strutture e abbiamo iniziato a ragionare sul tema delle mancate visite dei familiari agli ospiti. Nel frattempo, noi stessi operatori, una categoria esposta al rischio, fin da subito abbiamo ridotto il più possibile i contatti con le nostre famiglie e utilizzavamo spesso le videochiamate. Abbiamo cercato di aiutare gli ospiti a videochiamare le loro famiglie, ma ci siamo accorti che per loro si trattava di una modalità molto complessa: faticavano a parlarsi senza avere il telefono vicino all’orecchio, c’era ovviamente un problema di sordità ma anche di consuetudine. Così abbiamo deciso di acquistare delle vere cornette online e il primo disagio è stato superato. Ma vedersi nel piccolo schermo del telefonino per una persona anziana o con disabilità era ancora un po’ difficile. Così abbiamo chiesto l’aiuto della Fondazione per l’acquisto dei tablet. L’accoppiata tablet e cornetta ci ha permesso finalmente di avvicinarci a una dimensione di normalità. Lo scambio tornava a essere forte e commovente, consentiva di ritrovarsi perché, nell’assenza, vedersi è davvero importante. Non solo per gli ospiti, ma anche per le famiglie. Tante volte hanno informazioni sui pazienti dal medico curante, ma un conto è conoscere un quadro clinico, un conto è vedere il proprio caro. Alle volte, anche se il paziente non è responsivo o ha una disabilità che non gli consente di parlare, le famiglie lo vogliono comunque vedere, capire come sta. Anche una videochiamata unilaterale è importante».   

Aggiunge Pessina: «La fotografia del tablet e della cornetta ci ha fatto capire l’affetto e la genialità degli operatori di quella RSA - molti i giovani, che ci lavorano – che hanno permesso le videochiamate a portata di nonno, del suo udito, della sua vista, della sua consuetudine alla comunicazione. Si sono inventati “accrocchi” magari poco ortodossi, ma che funzionano a meraviglia. Ed è questo ciò che conta. La foto è stata contagiosa: alla RSA Santa Caterina un Rotary Club Milano Europa, connesso a un Consigliere di FCNM, ha fatto arrivare altri tablet; e due meravigliosi fratelli cittadini di Rho, Laura e Paolo, in contatto per la loro attività con Newchem, un’azienda che ha rapporti commerciali con la Cina, hanno donato mascherine e altri prodotti di sanificazione. Gocce nel mare dei bisogni, certo, ma anche il segno che la solidarietà intelligente è più contagiosa del virus, se in mezzo c’è un moltiplicatore come una Fondazione di Comunità»

 

Una risposta collettiva per affrontare le sfide collegate al Covid-19. Con questo spirito nasce #EUvsVirus un hackathon paneuropeo che punta a collegare società civile, innovatori e investitori per stimolare lo sviluppo di soluzioni innovative in grado di contrastare l’emergenza. Per sostenere questa iniziativa, Cariplo Factory – l’hub di innovazione creato da Fondazione Cariplo – e Fondazione Cariplo hanno lavorato in stretta sinergie, organizzando un bootcamp, ovvero una giornata di “allenamento” per gli italiani che parteciperanno alla gara europea, e un premio da 10.000 euro in servizi.

Sono stati circa 150 gli iscritti al “Bootcamp #EUvsVirus” la giornata di preparazione organizzata sabato scorso (18 aprile) da Cariplo Factory, in collaborazione con Hack for Italy e Tree, dedicata a tutti gli innovatori italiani (singole persone o team già costituiti) decisi a prendere parte all’hackaton. L’“allenamento” si è svolto interamente online e ha visto il contributo di 20 mentor con esperienza a livello internazionale. I partecipanti – tra cui esperti di coding, progettazione e ingegneria biomedica – hanno un’età media di 30 anni, divisi equamente tra uomini (53%) e donne (47%), e hanno presentato progetti negli ambiti più disparati, tra cui medicale (ad es. una app di telemedicina), educazione (software scolastici per l’e-learning), informazione (digitalizzazione degli over60 attraverso canali tematici personalizzati).

Questi innovatori italiani gareggeranno insieme ad altri da ogni parte d’Europa nelle giornate del 24, 25 e 26 aprile con lo scopo di risolvere le principali sfide poste dall’emergenza Coronavirus. L’iniziativa #EUvsVirus è stata fortemente voluta da Mariya Gabriel, Commissaria Europea per l'Innovazione, la Ricerca, la Cultura, l'Istruzione e la Gioventù e coinvolgerà tutti i 27 stati membri dell’Europa (oltre a Norvegia, Israele, Svizzera e Ucraina, coinvolti in quanto Paesi associati a Horizon 2020, il programma dell'UE per la ricerca e l'innovazione).

Saranno 5 le aree tematiche del contest: Health & Life, Business Continuity, Social & Political Coesion, Remote Working & Education, Digital Finance. In linea con i propri valori ispirati alla coesione sociale e all’innovazione responsabile, Fondazione Cariplo e Cariplo Factory hanno scelto di concentrarsi sulla categoria Social & Political Coesion.

Il verticale Social & Political Cohesion intende sostenere le persone costrette in stato di quarantena o isolamento attraverso una serie di iniziative sociali e politiche a sostegno dei cittadini in quanto tali, delle comunità, della democrazia, dei valori dell’UE e dei diritti fondamentali. A sostegno di queste iniziative, può comprendere anche analisi relative agli impatti socio-politici e socio-economici rispetto alle misure adottate dal governo, specialmente nei confronti di comunità fragili o vulnerabili.

Proprio all’interno di questa categoria, Fondazione Cariplo sosterrà il miglior progetto italiano con un contributo di 10.000 euro in servizi. L’obiettivo di questo premio è offrire al progetto valutato a più alto potenziale gli strumenti per consolidarsi velocemente, competere con i migliori innovatori europei ed essere in grado di generare impatto.

Fondazione Cariplo e Cariplo Factory hanno deciso di agire in sinergia per offrire il miglior contributo possibile a tutti gli innovatori italiani impegnati nell’iniziativa #EUvsVirus”, spiega Carlo Mango, Direttore dell’Area Ricerca Scientifica e Tecnologica di Fondazione Cariplo e Consigliere Delegato di Cariplo Factory. “L’Italia non è seconda a nessuna per qualità delle proposte, spesso però i nostri innovatori si muovono come liberi battitori, senza il sostegno di un ecosistema in grado di accompagnarli nel loro percorso. Attraverso il bootcamp, sostenuto da oltre 25 player italiani dell’innovazione tra community, associazioni, incubatori e investitori, e il premio vogliamo offrire ai talenti italiani la possibilità di competere con i migliori innovatori europei”.

Il Bootcamp #EUvsVirus è stato supportato da: A Impact, Base, ComoNext, Dpixel, Entopan, Fastweb Digital Academy, Fondazione Italiana Accenture, Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, Fondazione Triulza, Global Sharpers Community Milan, Impactscool, Italia Startup, LendLease, Make a Cube, Pni Cube, Piano C, Primo Miglio, Shetech, Social Fare, PlusValue, Singa, StartupItalia!, Techsoup, Tech Italya Advocates, WeMake.

Attraverso il supporto all’hackathon #EUvsVirus, l’Area Ricerca di Fondazione Cariplo rinnova il suo impegno nel fronteggiare l’emergenza Covid-19. Fra le altre iniziative di Fondazione Cariplo si segnala il bando in collaborazione con Regione Lombardia e Fondazione Veronesi per sostenere la ricerca di terapie, sistemi di diagnostica e di rilevazione del coronavirus, per rafforzare e sviluppare ulteriormente quanto già da tempo stanno facendo università, imprese e centri di ricerca per contrastare il virus.

Inoltre, l’Area Ricerca di Fondazione Cariplo, insieme al Comune di Milano, è impegnata nell’iniziativa Milano Food Policy che, in sinergia con il progetto QuBì e numerose organizzazioni del terzo settore e del comparto alimentare, ha lavorato per garantire accesso a cibo sano a tutte le famiglie in difficoltà economiche (circa 15 mila persone per un totale di oltre 30 tonnellate di cibo a settimana).

Lontani ma vicini è un progetto dell’Associazione L’abilità onlus, finanziato dal Fondo #MilanoAiuta della Fondazione di Comunità Milano per sostenere le famiglie dei bambini con disabilità. Il progetto si rivolge a bambini disabili e con disturbi dello spettro autistico fino agli 11 anni. In questa situazione di emergenza dovuta alla pandemia di Covid-19, prevede la rimodulazione, a distanza, dei servizi del centro psicoeducativo per bambini con disturbo dello spettro autistico, dell’assistenza educativa ai bambini con disabilità, dell’ascolto per le famiglie. I servizi comprendono assistenza telefonica/skype con specialisti (psicologo, pedagogista, neuropsichiatra); consegna a domicilio una scatola (THE RIGHT BOX) personalizzata contenente giochi, libri e materiale didattico. Il supporto fornito risponde alla necessità di dare continuità all’azione educativa e alla salvaguardia del benessere psico-emotivo. L’attività riguarda 200 bambini e le loro famiglie. 

La storia di Riccardo e della sua famiglia

Riccardo è il figlio di Houda e Gabriele Repupilli, ha quattro anni e mezzo e un disturbo autistico classificato come 3, molto grave.  La già non facile routine della famiglia Repupilli è stata stravolta dalle misure di distanziamento sociale dovute al Coronavirus: «Far capire a un bambino normodotato di quattro anni e mezzo che deve stare chiuso in casa non è semplice, ma per Riccardo è stato particolarmente difficile» racconta il papà Gabriele.

«Perché una delle caratteristiche dell’autismo sono proprio i comportamenti ripetitivi e i rituali fissi, ogni cambiamento genera disagio e angoscia. Abitualmente, le sue attività quotidiane sono studiate e organizzate in modo molto preciso: Riccardo frequenta l’asilo, e due volte a settimana vede l’operatrice dell’Abilità, l’associazione che lo segue, il lunedì a casa e il venerdì nella sede del centro. È seguito da meno di un anno e ha fatto progressi da gigante: va in bagno da solo per esempio, a un genitore normale sembra una piccola cosa ma per noi è tantissimo. Le attività si concentrano molto sull’acquisizione dell’autonomia e sul rispetto delle regole, per preparalo a una vita nel mondo della scuola. E ovviamente gli operatori aiutano anche noi genitori a gestire i momenti più complicati con nostro figlio. Ci hanno aiutato quando Riccardo per un lungo periodo non accettava che il frigo restasse aperto, o quando si terrorizzava se io e la mia compagna facevamo la doccia. Noi genitori da soli spesso ci sentiamo impotenti, abbiamo bisogno del consiglio di una persona competente.  

All’inizio del lockdown, ci siamo illusi che i centri per bambini con disabilità rimanessero aperti, è stato davvero angosciante scoprire che non sarebbe stato così. Però fortunatamente il filo con l’associazione che ci segue non si è mai interrotto. Fin da principio siamo stati in comunicazione e abbiamo ricevuto consigli e materiali quotidianamente. Tra i materiali anche le “Right box”: due scatole sorpresa che contenevano giochi studiati per le specificità di Riccardo: incastri, forme colorate. All’inizio li ha snobbati, come fa sempre, poi ci ha giocato moltissimo. Ricevere questi materiali e poter continuare il percorso per noi è fondamentale, Riccardo è molto nervoso in questo periodo, non può più giocare all’aperto, non è più inserito in una routine consolidata e interagisce solo con noi, quelle poche volte che usciamo si strappa la mascherina. Purtroppo chi non ha un figlio come il nostro fa fatica a capire che cosa significa e le nostre frustrazioni e paure, chiusi in quattro mura, ma sembra che a pochi interessi dell’emergenza sociale che esiste dietro a quella sanitaria. La nostra fortuna è che non siamo mai stati abbandonati dalla nostra associazione e che, anche se Riccardo in questo periodo non farà passi avanti, almeno non ne farà indietro». Laura Dones, coordinatrice dell’Agenda blu, cioè il servizio psicoeducativo dell’Abilità, rivolto ai bambini con disturbo dello spettro autistico conferma: «non interrompere l’azione educativa è la priorità ma bisogna ripensare a un lavoro in assenza, perché la maggior parte dei nostri bambini non è in grado di mantenere relazioni a distanza a video. Ci siamo concentrati nel supporto e nella consulenza costante per i genitori, che devono confrontarsi con attività solitamente affidate a insegnanti e educatori, e naturalmente nell’invio di materiali studiati ad hoc come schede, libretti, video modeling e appunto le right box, le scatole personalizzate per ogni bambino, che sono state il primo segno della nostra presenza e che contenevano sorprese diverse, dalla tombola alla sabbia magica, a seconda delle loro abilità ed età. Cerchiamo di supportare costantemente le famiglie ma questa situazione espaspera ancora di più le differenze: chi ha una rete e chi ne è privo». 

Sono state apportate importanti modifiche ai Criteri generali per la concessione di contributi. In particolare, vengono esclusi dalla limitazione i bandi e gli avvisi in genere (in precedenza l’esclusione riguardava solo i bandi e gli avvisi riferibili all’Area Ricerca Scientifica). Inoltre, l’ente che sia incorso nella limitazione non può beneficiare di contributi nel solo anno successivo (in precedenza, lo stop era per i due anni successivi).

Le disposizioni hanno efficacia immediata e retroattiva: sono pertanto ammissibili a contributo gli enti che, incorsi in passato nella precedente limitazione, non lo sarebbero stati in base alla nuova formulazione.

Per maggiori chiarimenti si consiglia la consultazione del documento delle FAQ alla pagina Bandi.

Il Portale dei saperi, piattaforma digitale ideata dalla Rete Italiana di Cultura Popolare, arriva a Milano all’interno de Lacittàintorno, il programma di Fondazione Cariplo che, nei contesti periferici di Milano, coinvolge gli abitanti nella riattivazione e risignificazione di spazi per migliorare la qualità della vita e stimolare “nuove geografie” cittadine.

Il Portale dei saperi rappresenta uno strumento innovativo – già sperimentato dalla Rete Italiana di Cultura Popolare in altri territori – in grado di far emergere il capitale esperienziale e conoscitivo della comunità locale, di valorizzare e condividere i saperi, le necessità e le aspirazioni degli abitanti, trasformandoli in una leva per la nascita di relazioni nuove e più efficaci tra persone, associazioni, realtà produttive, enti pubblici e privati. Nel concreto, la Rete Italiana di Cultura Popolare raccoglie, attraverso racconti video in prima persona, autobiografie di saperi e imprese identificandole con parole chiave che consentono di dare vita a innumerevoli combinazioni, da cui possono scaturire proficui incontri e collaborazioni.

Fondazione Cariplo sostiene il Portale dei saperi nel quartiere Corvetto in chiave di sviluppo locale, che sia al contempo sociale, culturale ed economico. Il Portale infatti promuove l’integrazione delle imprese del territorio nel tessuto sociale e le mette in contatto, a fini di inserimento lavorativo, con i giovani del quartiere che non studiano, non lavorano o non sono inseriti in alcun percorso formativo (cosiddetti NEET). Il Portale, inoltre, moltiplica le relazioni interne alla comunità, sostiene l’attivazione civica e, promuovendo la notorietà del quartiere, ne aumenta l’attrattività a livello cittadino.

Con questo progetto Fondazione Cariplo estende la collaborazione con il Comune di Milano, sancita da un protocollo d’intesa siglato nel 2016 e già attiva con l’Assessorato alle Politiche del lavoro, Attività produttive, Commercio e Risorse umane e con l’Assessorato a Partecipazione, Cittadinanza attiva e Open data. Il Portale dei saperi offre ora l’occasione per coinvolgere il Laboratorio di Quartiere Mazzini, promosso dall’Assessorato Politiche Sociali e Abitative, e la connessa Rete Corvetto, realtà informale in cui si riconoscono l’associazionismo e la cittadinanza attiva locale. Nel tempo, l’obiettivo è che il Portale rimanga sul territorio, in collaborazione anche con il Municipio 4, diventando uno strumento utile a tutte quelle realtà che già lavorano su diversi livelli di socializzazione culturale, sportiva e delle politiche attive del lavoro. Uno sguardo in movimento sulla vita della comunità.

Queste storie e queste comunità diventano ancora più importanti oggi. In un momento storico che necessita di riflessioni sul futuro che ci attende, l'obiettivo è quello di promuovere una cultura della solidarietà e della coesione: un romanzo popolare – una narrazione condivisa del prima – come punto di ripresa da cui partire per ripensare il dopo.

Dal 21 aprile, settimanalmente, i canali social della Rete Italiana di Cultura Popolare, de Lacittàintorno e di Made in Corvetto, il Punto di comunità inaugurato in febbraio, presenteranno i “capitoli” di questo romanzo popolare. Dalle storie di solidarietà di Domenico e Andrea del Centro Polifunzionale Polo Ferrara (#ceraunavoltailcorvetto), ai racconti di cibo e inclusione della giovane Sara e di Silvana di My Comfort Food (#lecucinedelcorvetto), passando attraverso le passioni che hanno preso forma al Corvetto creando momenti di scambio culturale con Mattia e Francesca della libreria Punta alla Luna e la Casa di Giacomo (#libriacorvetto). E ancora esperimenti di agricoltura urbana e solidarietà con Maddalena di Associazione Nocetum e Alessandro di CasciNet (#corvettometteradici), e storie di quanti hanno scelto Corvetto come sede professionale, come Alessandro di CVing e Carola di Lascia la Scia (#direzionecorvetto). Racconti di famiglie e di mestieri antichi come quella di Edoardo di Bonvini 1909 (#imestieridicorvetto), ma anche di ragazzi – come Thomas, Jennifer, Soukeye, Dina – alla ricerca dell’occasione propizia per mettersi alla prova. E tanti altri ancora.

Questo “romanzo popolare” è lo specchio di un Corvetto che, grazie a un forte senso di sé, resiste e reagisce alle avversità. Singole storie il cui valore è funzione della diversità delle esperienze e dei saperi che raccontano (età, genere, cultura di origine, mestieri, personalità). Da questi racconti si può ripartire, rendendoli patrimonio condiviso, un bene comune da valorizzare, risorsa necessaria per ritrovare la propria dimensione e identità in una comunità che guarda al domani.

Il Consiglio di Amministrazione di Fondazione Cariplo ha deliberato una nuova azione di sostegno a favore dei territori. Si tratta di 9,5 milioni di euro di risorse che sono state liberate e destinate alle attività di livello locale per affrontare le difficoltà generate dall’emergenza e dalle conseguenze della pandemia COVID 2019. Queste risorse, ancora una volta, verranno gestite in collaborazione con la rete delle 16 Fondazioni di Comunità.

L’iniziativa si aggiunge a quelle già avviate a marzo. La prima iniziativa è stata l’attivazione di un Fondo speciale da 2 milioni di euro, che aveva l’obbiettivo di mobilitare i territori e generare un effetto leva virtuoso. La Fondazione Cariplo ha distribuito un milione di tra tutte le 16 Fondazioni di Comunità che hanno attivato una raccolta tra persone ed aziende: in meno di un mese la raccolta complessiva ha superato di oltre 51 milioni di euro, grazie a cui è stato possibile dare un aiuto concreto a ospedali, case di riposo, persone fragili in domiciliarità forzata.

Le altre iniziative hanno riguardato: il Bando per la ricerca contro il Coronavirus da 7,5 milioni di euro, lanciato insieme a Regione Lombardia e Fondazione Veronesi, a cui Fondazione Cariplo ha contribuito con 2 milioni di euro;  l’arrivo di voli cargo dalla Cina con dotazioni sanitarie, a cui Fondazione Cariplo ha contribuito, e il sostegno agli enti non profit nel contrasto alla povertà che sta emergendo.

In sintesi, dal punto di vista economico, l’impegno della Fondazione Cariplo sul fronte dell’emergenza al momento ha raggiunto complessivamente i 15 milioni di euro; nel frattempo il fundraising delle Fondazioni di Comunità (ancora in corso) ha superato i 51 milioni di euro, mentre la liquidità aggiuntiva immessa da Fondazione Cariplo sui territori, della Lombardia e delle Province di Novara e Verbano Cusio Ossola, tramite maggiori anticipazioni di pagamento, è nell’ordine dei 20 milioni di euro, secondo una strategia che punta a rispondere alle necessità imminenti, ma con uno sguardo verso il futuro.

 “Con questa nuova azione di sostegno Fondazione Cariplo rafforza e consolida il ruolo chiave delle Fondazioni di Comunità per sviluppare una collaborazione efficace a livello locale. Non si tratta solo di investire risorse, il nostro obbiettivo è ancora una volta mobilitare energie: per questo abbiamo deciso di liberare 9,5 milioni di euro che potranno essere utilizzati in modo più diretto dal territorio per far fronte all’emergenza, in sinergia con altri attori locali. Mentre stiamo elaborando la strategia e ripensando le priorità per le prossime fasi, questa scelta mette al centro, oggi, la necessità di interventi diffusi e capillari per agire in modo differenziato e puntuale, rispondere con la massima prontezza possibile, aggregare e valorizzare le risorse delle nostre comunità.” ha commentato il Presidente di Fondazione Cariplo, Giovanni Fosti.

Da oggi, anche il sistema di contrasto alla povertà alimentare targato Food Policy e QuBì – il programma lanciato da Fondazione Cariplo tre anni fa per contrastare la povertà minorile a Milano – ha un’arma in più: parte infatti una campagna di crowdfunding per coinvolgere la città verso i bisogni di chi è in difficoltà. Milano Città Stato, in collaborazione con la Fondazione di Comunità Milano, lancia la raccolta fondi sulla piattaforma web For Funding di Intesa Sanpaolo. La campagna di crowdfunding si chiama "MilanoperMilano: aggiungi un pasto a tavola” e punta sul digitale per portare aiuti attivando le reti del web a supporto delle reti sociali che ogni giorno operano sul territorio.

Chiunque può partecipare alla raccolta fondi attraverso www.forfunding.it e donando su milanopermilano.it/dona.

Sono oltre 5.000 le colombe e altrettante uova di Pasqua che sono state consegnate alle famiglie più in difficoltà attraverso gli 8 Hub per l'aiuto alimentare a Milano. È anche questo il Programma QuBì – La ricetta contro la povertà infantile, promosso da Fondazione Cariplo con il sostegno di Intesa Sanpaolo, Fondazione Vismara, Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi, Fondazione Fiera Milano e Fondazione Snam che sostiene la filiera alimentare realizzata in collaborazione con il Comune di Milano e con le realtà del terzo settore che, insieme, si sono date un unico obiettivo: non lasciare indietro nessuno.

Non sarebbe possibile raggiungere oltre 4.000 nuclei famigliari che corrispondo ad oltre 15.000 persone,  non ci sarebbero quasi 600 organizzazioni coinvolte nel contrasto alla povertà in città, non sarebbe stato possibile nelle ultime settimane attivare 8 hub di quartiere e distribuire oltre 30 tonnellate di cibo alla settimana per chi ha bisogno, se fin dall’inizio, quando tre anni fa Fondazione Cariplo ha lanciato questa sfida, non ci fosse stata una visione tenacemente orientata a promuovere alleanze con altri soggetti e altre istituzioni e a promuovere la connessione in rete di tutti gli attori che sono generosamente e attivamente impegnati sul territorio. Oggi questa visione alla base del Programma QuBì mette a disposizione della città un’organizzazione di fatto il cui valore va molto al di là delle risorse che sono state investite”, ha detto Giovanni Fosti – Presidente di Fondazione Cariplo.

Intesa Sanpaolo è, sin dalle prime fasi, impegnata nel contribuire alla sconfitta del Coronavirus – 100 milioni per la sanità italiana, un milione per la ricerca, iniziative benefiche puntuali, raccolte fondi, oltre a imponenti risorse creditizie per il sostegno dell’economia. In questa situazione non possiamo dimenticare chi era già in situazione di grave difficoltà, le cui esigenze si fanno oggi ancora più drammatiche. Questo nuovo capitolo del Programma QuBì, a cui abbiamo aderito sin dalla nascita, si rivolge proprio a loro. Dal canto nostro, Intesa Sanpaolo porta avanti le iniziative di beneficenza verso persone e famiglie indigenti con la consegna di pasti, posti letto, farmaci, abiti. Ringrazio la Fondazione Cariplo per il sostegno che, con i suoi interventi concreti ed efficaci, pone alla tenuta del tessuto sociale, oggi quanto mai di prezioso stimolo per tutti” ha commentato Carlo Messina, Consigliere Delegato e CEO Intesa Sanpaolo. 

Il Comune di Milano ha allestito 8 Hub emergenziali: spazi in cui dipendenti comunali, operatori e volontari delle 23 Reti QuBì cittadine, in collaborazione con i volontari dei 130 centri di ascolto della Caritas , prendono in carico le derrate alimentari e compongono spese settimanali da consegnare porta a porta alle famiglie e alle persone più fragili, attraverso un sistema integrato realizzato dal Comune di Milano in la sinergia tra la direzione Politiche sociali e abitative e la Food Policy di Milano, Croce Rossa Italiana – Comitato di Milano, Protezione Civile di Milano, Programma QuBì – La ricetta contro la povertà infantile, Fondazione di Comunità Milano, Banco Alimentare della Lombardia, Caritas Ambrosiana, Milano Ristorazione, Sogemi e Amat.

Di giorno in giorno cresce la solidarietà di enti, associazioni, aziende che si offrono per contribuire ai progetti aperti di aiuto alla cittadinanza – commenta la Vicesindaco con delega alla Food Policy Anna Scavuzzo –. Chi mettendo a disposizione i propri mezzi e i propri spazi, chi il proprio personale e i propri volontari, chi prodotti e chi donazioni in denaro, chi tempo, conoscenze e capacità per diffondere il più possibile le iniziative. Tutto contribuisce a rendere sempre più capillare il Dispositivo Aiuto Alimentare basato sugli Hub per raggiungere vecchi e nuovi nuclei famigliari in difficoltà. Insieme ne usciremo più forti di prima con la consapevolezza che questo difficile periodo ci sta dando la possibilità di consolidare una rete di collaborazione coesa e duratura”.

Oltre al sostegno al Banco Alimentare della Lombardia per garantire la gestione straordinaria delle derrate alimentari che quotidianamente vengono consegnate agli Hub, il Programma QuBì supporta la Croce Rossa Italiana, che entra a far parte del patto cittadino grazie alla messa a disposizione di un magazzino (nello specifico quello di Segrate) e della logistica per rafforzare il sistema.

Grazie a Fondazione Snam, già partner del Programma, che ha stanziato risorse per le derrate alimentari e ad Allianz che partecipa con una donazione sul Fondo QuBì, attivato in collaborazione con la Fondazione di Comunità Milano, Croce Rossa Milano contribuisce al rifornimento degli Hub cittadini che potranno così distribuire cibo più vario alle famiglie in difficoltà.

L’impatto più evidente di questa pandemia – commenta il Presidente della CRI Milano, Luigi Maraghini Garrone è sulla salute e sul sistema sanitario ma le conseguenze più rilevanti, e già in corso, saranno quelle sociali e sul sistema di welfare in termini di nuove povertà o deterioramento di situazioni di crisi pre-esistenti”.

“Fondazione Snam è nata due anni fa per mettere a disposizione competenze e risorse a sostegno dello sviluppo sociale dei territori italiani. In un momento così difficile per il Paese moltiplichiamo il nostro impegno, con nostre iniziative e insieme ai nostri partner, per essere al fianco delle comunità e aiutare chi è più fragile”, afferma il Vice Presidente di Fondazione Snam e Amministratore Delegato di Snam Marco Alverà. 

"MilanoperMilano nasce dalla convinzione che in una comunità chi ha di più debba prendersi cura di chi ha di meno, specie in una situazione di emergenza – commenta Andrea Zoppolato, Presidente di Vivaio, associazione che promuove milanocittastato.it ed uno dei bisogni fondamentali è avere un pasto dignitoso. Come Milano Città Stato abbiamo organizzato un #foodchallenge in cui ogni persona, dopo aver donato, posta sui social il suo piatto preferito invitando i suoi contatti a fare lo stesso”.

Anche gli altri partner di QuBì sono scesi in campo per sostenere la filiera del cibo, come ad esempio Fondazione Vismara che ha fatto in modo che le 23 Reti di quartiere potessero arrivare direttamente alle esigenze dei nuclei più fragili segnalati, attraverso accordi con i market per l’emissione di tessere spesa e con i commercianti di zona per le consegne al domicilio di beni essenziali, frutta e verdura.

Accanto al sistema degli 8 Hub cittadini, nelle prossime settimane grazie al contributo di Intesa Sanpaolo, partner di QuBì fin dal principio, saranno potenziate le risposte date da quei presidi già attivi in città e che il Programma ha sostenuto negli scorsi anni. Solidando, il Social Market gestito dall’Istituto Beata Vergine Addolorata – IBVA – in collaborazione con Banco Alimentare della Lombardia raddoppierà le ore di apertura e accoglierà, in accordo con i servizi sociali, ulteriori 250 famiglie con bambini piccoli che potranno recarsi a fare una spesa gratuita in via Santa Croce 15.

La consideriamo una sfida importante e fondamentale, oggi più di ieri – commenta Matteo Ripamonti Direttore di IBVA – grazie al nostro modello organizzativo, in questo periodo di emergenza, siamo comunque riusciti a non chiudere la porta alle oltre 200 famiglie che quotidianamente accogliamo, ora vogliamo garantire questa stessa possibilità ai nuovi nuclei famigliari senza perdere d’occhio il focus sull’infanzia, per cui l’emporio garantisce prodotti specifici.”

Questo progetto rappresenta un modello virtuoso di come il terzo settore in collaborazione con istituzioni e fondazioni sia in grado di rispondere in modo proattivo e concreto al bisogno della grande emergenza attuale – afferma Dario Boggio Marzet, Presidente di Banco Alimentare della Lombardia – esempio inoltre della bellezza e dell’efficacia della rete di solidarietà del volontariato sul territorio, grande ricchezza della nostra nazione e sempre a fianco delle persone in condizioni di bisogno.

Anche grazie al Programma QuBì, Caritas Ambrosiana ho potuto sostenere l’apertura straordinaria  dei tre Empori della Solidarietà che gestisce nei quartieri di Barona, Lambrate e Niguarda: alle famiglie già in carico si potranno aggiungere altre centinaia di nuclei segnalati dalle parrocchie e dal Comune di Milano, che stanno registrando una crescita costante di persone che hanno bisogno di cibo.

Nelle ultime 6 settimane abbiamo assistito ad un aumento del 50% delle richieste di aiuti alimentari. Solo nei nostri empori, già oggi assistiamo il 25% di famiglie in più. Sono persone che hanno perso il lavoro in seguito al lockdown e trovandosi ai margini del mercato del lavoro sono senza tutela o hanno tutele insufficienti – afferma Luciano Gualzetti, Direttore di Caritas Ambrosiana. Come avevamo paventato, dentro l’emergenza sanitaria è esplosa una crisi sociale che purtroppo avrà lunghi strascichi. Per farvi fronte abbiamo bisogno di un patto cittadino tra tutti gli enti che a vario titolo possono dare il loro contributo”.

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