Il 14 e il 15 febbraio dalle ore 12.30 – all’interno del mercato comunale coperto di Piazzale Ferrara a Milano – inaugurerà alla presenza del Presidente di Fondazione Cariplo, Giovanni Fosti, e del Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, Made in Corvetto, il primo dei Punti di Comunità di Lacittàintorno, programma ideato da Fondazione Cariplo per trasformare aree urbane fragili in nuovi luoghi di incontro e sviluppo culturale e sociale, favorendo nuove attività economiche. Tra questi, i Punti di comunità (o “PuntoCom”), centri di aggregazione per far crescere l’offerta di opportunità socio-culturali per gli abitanti del quartiere ma anche per riannodare i fili con l’intera città riqualificando gli spazi e le geografie urbane. 

Questa è una delle azioni sul territorio di Milano messe in campo da Fondazione Cariplo che con Lacittàintorno ha investito 10 milioni di euro, per favorire il benessere e la qualità della vita nelle città, in particolare nelle aree periferiche. Una sfida ambiziosa, che prende il via nell'ottobre 2017, in due quartieri “pilota”: Adriano/Via Padova e Corvetto/Chiaravalle. È in queste zone, dove accanto alle criticità è presente un ricco tessuto di associazioni, cooperative sociali e gruppi informali, che Lacittàintorno vuole ampliare le opportunità, promuovere il protagonismo delle comunità nello sviluppo delle aree e “accendere le luci” con nuovi progetti artistici e di aggregazione, iniziative culturali e di dibattito al fine di renderle attrattive nel contesto cittadino.

Con queste finalità nasce Made in Corvetto. Il progetto attua il modello del "mercato ibrido": da una parte  produzione, trasformazione, vendita, somministrazione di cibo e bevande dall’altra attività culturali, aggregative e altri servizi contribuendo a migliorare attrattività commerciale del quartiere, e al tempo stesso la sua coesione sociale delle persone che ci vivono. 
L'evento è aperto a tutta la cittadinanza. 

Programma

Venerdì 14/02

  • 12.30: Inaugurazione di Made in Corvetto e firma del patto di collaborazione per Piazzale Ferrara
  • 14.00: Assaggi dalla cucina collaborativa
  • 18.00: Concerto SONG per Made in Corvetto, Auditorium dell’ITSOS Steiner, Via San Dionigi 36, ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.

Sabato 15/02

  • 10.30/13.00: Giochi senza Frontiere. Attività e laboratorio per ragazzi e allenatori in area gioco a cura di Intercampus. Partecipazione gratuita fino a esaurimento posti. Per prenotare scrivere a pressing@calciocity.it
  • 13.00: Pranzo popolare, assaggi dal Corvetto
  • 14.30/19.00: Spazio giradischi. Porta un disco in vinile che vuoi ascoltare, al Made in Corvetto c’è la puntina di un giradischi che aspetta di adagiarsi tra vecchi e nuovi solchi
  • 17.30: Giochi senza Frontiere – Laboratorio Calciocity. Costruiamo insieme un progetto di racconto e gioco del calcio nel quartiere di Corvetto.
  • 21.00: Giochi senza Frontiere “La Tribù del Calcio” spettacolo con Gianfelice Facchetti e la “Banda del fuorigioco”. Ingresso gratuito.

Sono 10 i progetti innovativi, selezionati dalla Call for Ideas della quarta edizione di Next Energy, che accedono a un percorso personalizzato di incubazione della durata massima di 3 mesi, gestito da Terna e da Cariplo Factory, e 5 le startup della Call for Growth che iniziano la fase di engage con Terna, all’interno degli Innovation Hub di Terna.

La Giuria, composta da rappresentanti di Terna, Fondazione Cariplo e Cariplo Factory, ha valutato i 14 progetti della Call for Ideas e i 10 nell’ambito della Call for Growth, per individuare soluzioni e tecnologie in grado di creare nuove sinergie con Terna per rendere il sistema elettrico flessibile e reattivo ai grandi cambiamenti in atto.

Per entrambe le Call, le aree di interesse declinate dal bando della quarta edizione di Next Energy si focalizzano sugli strumenti abilitanti della transizione energetica verso un sistema più efficiente, sicuro e sostenibile, tra i quali: robotica, internet of things, energy tech, materiali avanzati, mobilità elettrica, storage, integrazione ambiente/infrastrutture e digitalizzazione.

Dei 10 progetti selezionati dalla Call for Ideas (TRL necessario tra 3 e 6) che accedono al programma di incubazione supportato da Cariplo Factory, e in sinergia con gli Innovation Hub di Terna, sulla base del fabbisogno dei singoli progetti e della loro localizzazione geografica, soltanto uno si aggiudicherà un voucher del valore di 50.000 euro utilizzabile in servizi finalizzati al processo di accelerazione del progetto.

5 sono invece le startup selezionate dalla Call for Growth (TRL necessario tra 6 e 8) che accedono ora alla piattaforma di Open Innovation di Cariplo Factory per avviare un percorso finalizzato a definire le aree di sinergia tra la singola start up e Terna: il percorso di engage individuerà dei progetti pilota da sviluppare presso gli Innovation Hub di Terna.

Call for Ideas

  • Artificial Intelligence Monitoring è un software che, nell’ambito degli impianti industriali, permette di analizzare dati per il monitoraggio ed effettuare la manutenzione predittiva con algoritmi di machine learning, per l'efficientamento del processo produttivo.
  • Artys – Smart Rainfall System è un innovativo sistema di supporto alle decisioni (DSS) per una gestione ottimale delle emergenze attraverso il monitoraggio delle piogge in tempo reale e previsioni a breve termine del rischio idrogeologico.
  • Athena Green Solution – Arginare è un progetto per sviluppare materiali innovativi per l’assorbimento di inquinanti ambientali e l'induzione della biodegradazione di inquinanti idrocarburici. Questi materiali, dopo l’uso, possono essere recuperati.
  • Eurikos è un convertitore di potenza acustica in grado di accumulare energia elettrica dal suono. La quantità di energia accumulabile può essere utilizzata per alimentare batterie ricaricabili di piccoli dispositivi.
  • Generma – Blue Energy è una tecnologia innovativa che permette la conversione del moto ondoso in energia elettrica. L’alta efficienza della tecnologia consente rilevanti ritorni economici grazie anche bassi costi di investimento e manutenzione.
  • Impulse to Innovation produce innovativi micro e mini generatori ibridi solari ed eolici (5KW e 50KW) per la generazione di energia ad alta efficienza e la rimozione di gas serra atmosferico (GHG) nelle aree urbane.
  • Inspector è un sistema di monitoraggio in tempo reale per applicazioni in PHP. Si occupa di segnalare malfunzionamenti per migliorare la user experience degli utenti, permettendo scoprire guasti prima che se ne accorgano gli utenti.
  • Lynx4 offre un servizio di ispezione di impianti fotovoltaici con l’ausilio di droni e di un software basato su algoritmi di artificial intelligence e image recognition. Il sistema genera informazioni per migliorare l’attività di Operations&Maintenace.
  • Ne.M.E.Sys. New Mobility Electric SYStem è una tecnologia per la produzione di accumulatori di energia per la mobilità sostenibile e lo storage, in grado di essere ricaricati rapidamente anche tramite iniezione diretta d’idrogeno a bassa pressione.
  • Oneside – Safejob è una soluzione che consente di gestire i dispositivi di protezione individuali obbligatori per la sicurezza dei lavoratori, con attività di supporto nei processi in cui vengono utilizzati, e controllando in tempo reale che vengano correttamente indossati durante le attività.

Call for Growth

  • Bovlabs sviluppa soluzioni di ricarica di nuova generazione per veicoli elettrici e ne utilizza le batterie come sistema di accumulo distribuito, permettendo di ridurre del 30% le spese operative per la ricarica dei veicoli elettrici. Bovlabs ha realizzato presso la stazione ferroviaria Aix TGV 'Solarcamp', un progetto in collaborazione con Nissan, che permette alla stazione di raggiungere il 100% di energia rinnovabile.
  • Enerbrain ha sviluppato soluzioni software e hardware per la sostenibilità e l’efficienza energetica degli edifici basate su algoritmi di intelligenza artificiale e attuatori Internet-ofThings. La soluzione plug-and-play per i sistemi HVAC (Heating, Ventilation and Air Conditioning) è in grado di combinare input da diversi sensori IoT con l’obiettivo di analizzare le condizioni termiche interne ed esterne e offrire una risposta automatica capace di ottimizzare temperatura e qualità dell’aria nell’edificio.
  • Phononic Vibes ha realizzato una nuova tecnologia che permette il controllo e l'isolamento di vibrazioni e rumore attraverso l’uso di pannelli fonetici, meta-materiali basati sulla fisica dei cristalli fonetici, caratterizzati da una geometria periodica, associata alla ripetizione nello spazio di un'unità fondamentale, chiamata cellula unitaria. La sua topologia è progettata e ottimizzata in modo tale che questi cristalli artificiali riducano notevolmente le onde meccaniche e acustiche, in una gamma ultra-ampia di frequenze.
  • Tera realizza soluzioni IoT in diversi campi: elettronica integrata, edge computing, reti di sensori wireless, o ICT (web, cloud, SW open-source). Tera ha realizzato un edge computer, aperto e multiprotocollo, per il monitoraggio e il controllo dei dispositivi IoT afferenti agli smart asset. Realizza inoltre unità periferiche di monitoraggio per le UVAM, interoperabili con diversi tipi di batterie e carichi elettrici da una parte e con software concentratori dall'altra.
  • Troia d.o.o. è impegnata nello sviluppo, implementazione e manutenzione di sistemi IT avanzati per l'asset management e per le operazioni sul campo. Ha sviluppato, infatti, una piattaforma di realtà aumentata per migliorare l'ambiente di lavoro attuale e fornire ai dipendenti informazioni che li aiutino a svolgere il proprio lavoro in maniera più efficiente, precisa e veloce.

Sta innovando i tradizionali modelli di valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale italiano, cambiando – anche in concreto – la prospettiva con cui i visitatori si approcciano alla scoperta delle opere artistiche e architettoniche. Kalatà, nata nel 2001 come impresa individuale, è diventata cooperativa nel 2014 acquisendo la specifica di impresa sociale e, a oggi, è tra le prime realtà italiane a puntare su tecnologia e innovazione a impatto nel settore dei beni e delle attività culturali. Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, investitore e advisor “impact”, ha investito 200.000 € in equity, per sostenere l’impatto sociale e culturale dell’iniziativa.

Nicola Facciotto, Founder e CEO di Kalatà, che cosa propone a gestori e visitatori dei siti culturali?  

L’intento è offrire al visitatore un’esperienza unica nel suo genere all’interno dell’opera d’arte.

Come?

Kalatà si fa promotrice di iniziative culturali direttamente ideate e auto-finanziate o per conto di enti pubblici e istituzioni private, che solitamente coinvolgono musei, monumenti, festival, concerti, rassegne di teatro, biblioteche e mostre. Attraverso il modello definito “Opera”, la società realizza un investimento su un bene culturale, con l’obiettivo di attivare una proposta di visita "inedita" che gestisce in via esclusiva per la durata della convenzione (5-8 anni) stipulata con il proprietario/gestore del bene – al quale ristorna una quota dei ricavi. Ad esempio, nell’ambito del progetto “Magnificat”, abbiamo prima investito nella messa in sicurezza della cupola del Santuario di Vicoforte (CN) e, successivamente, realizzato un percorso guidato “acrobatico” per condurre i visitatori lungo 266 gradini, 6000 metri quadrati di affreschi barocchi e quasi 80 metri di altezza. In biglietteria si viene dotati di imbrago ed elmetto per affrontare i passaggi più ripidi, ma si può anche scegliere di fermarsi alla prima balconata.  

Qual è l’impatto di Kalatà?

I progetti di valorizzazione delle opere generano un impatto positivo in termini di preservazione del patrimonio artistico e sviluppo della filiera, incidendo sulla creazione di nuovi posti di lavoro. Inoltre, Kalatà raggiunge abitualmente un pubblico poco interessato o non coinvolto nella tradizionale fruizione di beni e attività culturali. I percorsi di visita proposti da Kalatà sono inediti e inclusivi: progettati per consentire un'accessibilità universale ai siti culturali, senza barriere d'ingresso. Tenendo conto delle disabilità fisiche, motorie e intellettive di alcuni visitatori, propone visite speciali in cui è accentuata la componente divulgativa, adottando canoni logici e linguistici semplificati. Inoltre, vengono previsti momenti di accesso gratuito o a prezzo iper-ridotto, riservati a fasce di target con gravi difficoltà economiche. Va aggiunto che, il più delle volte, grazie ai proventi ottenuti, Kalatà sostiene realtà locali del Terzo Settore individuate di concerto con i partner attivi sul territorio.

Cosa riserva il futuro?

Stiamo lavorando su alcuni importanti beni culturali di Piemonte, Liguria e Lombardia e abbiamo in pipeline interventi che riguardano l’intero territorio nazionale. Nella maggior parte dei casi si tratta di iniziative in fase di lancio e quindi ci fa piacere mantenere un certo riserbo sulle location oggetto di lavoro. In parallelo stiamo realizzando investimenti per rafforzare il team con competenze e nel numero dei collaboratori stabili, per riuscire a far fronte a progetti sempre più ambiziosi.

“Abbiamo riposto la nostra fiducia in Kalatà, per la sua capacità di introdurre un modello e un approccio innovativi all’interno di un settore – quello della fruizione dei beni culturali – che talvolta fatica a risultare attraente per pubblici ampi. Sostenendo la crescita dell’impresa, insieme agli attuali soci che l’hanno accompagnata nella sua prima fase di sviluppo, favoriamo la conservazione del patrimonio artistico del nostro Paese, dando nuova linfa a opere artistiche e siti storici, talvolta, poco valorizzati. In tal senso, Kalatà risponde pienamente ai requisiti di investibilità della nostra Fondazione: intenzionalità e misurabilità dell’impatto conseguito e addizionalità del nostro intervento che si colloca al di fuori delle aree di maggiore interesse per gli investitori tradizionali oltre, naturalmente, alla sostenibilità economica dell’iniziativa” – ha dichiarato Marco Gerevini, Consigliere di amministrazione della Fondazione Social Venture GDA

 

Il 5 e il 6 Febbraio presso MIND – Milano Innovation District – si terrà la prima edizione del Social Innovation Campus sul tema “Shared City _dal gioco alla realtà”. Una due giorni di incontri e iniziative su innovazione a impatto e tecnologie inclusive – promossa da Fondazione Triulza – che coinvolgerà giovani studenti e attori dell’ecosistema tra cui enti del terzo settore, cooperatori, università, investitori, start-up e aziende.

5 Febbraio 

Mercoledì 5, la filiera dell’innovazione a impatto sociale, promossa da Fondazione Cariplo in sinergia con Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore e Cariplo Factory, sarà tra i protagonisti del campus all’interno di 3 diversi momenti:

  • Ore 10.00 – 11.30
    Shared City: Innovazione, Partecipazione e Sostenibilità nelle città del futuro
    ”. Interverrà Giovanni Fosti – Presidente di Fondazione Cariplo – all’interno di un panel dedicato ai temi che le nuove generazioni pongono per un futuro sostenibile
  • Ore 15.00 – 15.45
    “Road to 2022: i nuovi percorsi di valore di Get it!
    ” – Si accendono i riflettori sugli scenari futuri di Get it!, il programma di empowerment per start-up – realizzato da Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore in partnership con Cariplo Factory – che coniuga innovazione sociale, open innovation e impact investing. Nell’occasione, verranno presentati i risultati conseguiti nel corso della sua prima edizione: ad oggi, Get it! ha coinvolto oltre 434 iniziative imprenditoriali, offerto 30 percorsi di incubazione/accelerazione e mentorship, consentendo alla Fondazione Social Venture GDA di investire in 3 start-up secondo le logiche proprie dell’impact investing.
  • “Cariplo Space”: Filantropia e Social Innovation – Area espositiva
    Nell’area dedicata al mondo delle start-up, sarà possibile “toccare con mano” l’innovazione a impatto prodotta da alcune delle start-up sostenute da Get it!. Tra queste Veinshow: l’impresa che ha brevettato un dispositivo medico che facilita l’identificazione del sistema venoso nel braccio dei bambini, attraverso una visione realistica del reticolo. L’obiettivo è quello di ridurre i tentativi di agopuntura per effettuare un prelievo di sangue e fissare una cannula in modo facile, sicuro e indolore. Veinshow è pensato e disegnato per i bambini, in quanto far loro un prelievo di sangue, oltre che molto difficile, può implicare un certo spreco di risorse per il sistema sanitario.

6 Febbraio

Il secondo giorno del Campus, dalle ore 12.15 alle 13.00, Cristina Toscano – area Servizi alla Persona di Fondazione Cariplo – terrà il workshop “Innovazione per lo sviluppo: open innovation, tecnologie e capacity building per il terzo settore orientato al cambiamento organizzativo”.

Partendo dagli apprendimenti generati nel quadro delle fasi sperimentali del programma Innovazione per lo sviluppo (promosso da Fondazione Cariplo e Compagnia di San Paolo) e della misura Capacity building del terzo settore (bando, formazione a distanza, accompagnamento, che Fondazione Cariplo porta avanti nell'ambito del programma Cariplo Social Innovation), il workshop offre uni spazio di riflessione sulle sfide che gli ETS affrontano quali "agenti di cambiamento" ed il ruolo che possono giocare tecnologia appropriata, open innovation, investimento sul capitale umano, nel processo di ripensamento dei modelli organizzativi in atto.

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L’Hub di quartiere di via Borsieri a Milano contro lo spreco alimentare compie un anno e festeggia con un grande successo: 77 tonnellate di cibo per 154.000 pasti equivalenti recuperati e 21 organizzazioni non profit coinvolte, 11 supermercati e 5 mense aziendali. Pronto a decollare un nuovo Hub in Municipio 3.

Il progetto dell’Hub di quartiere è nato all’interno delle azioni definite nel protocollo “Zero Sprechi” promosso da Comune di Milano, Assolombarda, Politecnico di Milano, realizzato in collaborazione con Banco Alimentare della Lombardia e sostenuto dal Programma QuBì – La ricetta contro la povertà infantile.

Programma QuBì continuerà a sostenere  anche per il 2020 l'Hub di via Borsieri e quello del Municipio 4, che lavoreranno in connessione con il nuovo Hub di Lambrate.

Obiettivo dell'Hub di quartiere è quello di fornire risposte concrete alla domanda di riduzione degli sprechi alimentari in città e di accesso al cibo da parte delle persone bisognose, garantendo un servizio di raccolta alimentare e redistribuzione su piccola scala. Le tonnellate di cibo donato nell’Hub di via Borsieri sono state 77, per un totale di circa 154.000 pasti equivalenti, con un valore economico di 308.000 euro, raggiungendo i livelli previsti dal modello studiato dal Politecnico di Milano tra i partner del progetto. Sono inoltre aumentati nel corso dell’anno gli attori sociali che usufruiscono del servizio: le organizzazioni non profit sono infatti passate da 14 a 21.

Anche molte aziende associate ad Assolombarda, attraverso le mense hanno partecipato alla donazione del cibo in avanzo favorendo la diminuzione degli sprechi. A queste si aggiungono anche quelle della grande distribuzione organizzata che recupera ogni giorno diverse tipologie di alimenti che transitano dall’Hub e vengono redistribuiti ai diversi soggetti – in totale 11 supermercati e 5 mense aziendali.

La novità più importante per il 2020 è il nuovo progetto per l’apertura di un ulteriore Hub di quartiere nel Municipio 3, in zona Lambrate, grazie alla partecipazione di AVIS Comunale di Milano e Banca di Credito Cooperativo di Milano, che hanno partecipato all’avviso pubblicato dal Comune di Milano nei mesi scorsi.

L'inaugurazione dell'hub
Antonio Ambrosio 14805

Antonio AmbrosioSenior Scientist CNST@POLIMI – Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia, arriva a Milano con un prestigioso finanziamento ERC Consolidator Grant e un progetto di Fondazione Cariplo finalizzato a creare ologrammi per applicazioni nel campo dell’opto-elettronica e delle telecomunicazioni.

Come è stato il suo percorso e quali sono state le principali difficoltà affrontate durante la sua carriera?

Ho studiato e lavorato in Italia in un momento dove sicuramente gli investimenti nella Ricerca erano scarsi, se non nulli. Poi mi sono trasferito all’Università di Harvard, dove ho avuto l’opportunità di dirigere il laboratorio di Optical Nano-imaging. Diverse volte mi sono trovato a desiderare di avere budget per comprare macchine commerciali ma spesso non ce n’è stata la possibilità. Costruirsi “ïn casa” strumentazione prende tempo ed ha sicuramente un impatto sui tempi di un esperimento e sulla produzione scientifica. Tuttavia, personalmente ho sempre sentito questa condizione come un problema a metà. Sviluppare apparati porta ad avere competenze preziose ed a sviluppare sistemi spesso unici e soprattutto cuciti sull’esperimento che si ha in mente. Insomma, dove è lo sfizio altrimenti?

In cosa consiste il suo progetto?

La mia ricerca riguarda lo sviluppo di componenti ottici integrabili, che è un campo in continua evoluzione, basti pensare ai comuni smartphone nelle tasche di ciascuno di noi. L’obiettivo dell'attività di Ricerca è quello di ottenere dispositivi ottici sottilissimi (10 volte più sottili di un capello umano) che siano modulabili nella loro funzione anziché statici con funzionalità fisse. Alla base della ricerca ci sono materiali polimerici riconfigurabili e leggerissimi per una nuova categoria di elementi ottici attivi.

Quale è il suo “sogno nel cassetto” come ricercatore?

Nell’anno in cui ho vinto il progetto ERC Consolidator "METAmorphoses", l’Italia era all’ottavo posto per numero di progetti vinti, cioè progetti presentati e vinti con Istituzioni Italiane. Tuttavia, considerando invece il numero di progetti totali vinti da ricercatori Italiani, l’Italia balzava al secondo posto. Situazioni simili sono riscontrabili ogni anno. Le istituzioni di ricerca mondiali sono piene di italiani che si distinguono nelle loro discipline di pertinenza; la maggior parte di loro, come me, ha studiato e si è formata in Italia. Il mio desiderio, come ricercatore italiano è di vedere sempre più programmi locali e nazionali come quelli di Fondazione Cariplo o il Brain Magnet di IIT, in grado di attrarre in Italia ricercatori italiani e stranieri che portino con sé l’esperienza maturata all’estero.

Quale potrebbe essere l’augurio per il nuovo anno?

L’augurio per il nuovo anno è anche un consiglio che vorrei dare ai ragazzi che si sono da poco laureati e a quelli che sono impegnati nel lavoro di tesi. Vorrei dire loro di mantenere i propri orizzonti aperti; di non confrontarsi soltanto con la realtà locale ma di chiedersi costantemente dove e come quello che stanno facendo si inquadra nel panorama della Ricerca Mondiale, al fine di crescere e maturare come ricercatori e cittadini del mondo.

 

Mascheroni

Giovanna Mascheroni, Associate Professor of Sociology of Communication, Department of Communication, Faculty of Political and Social Sciences

Come è stato il suo percorso e quali sono state le principali difficoltà affrontate durante la sua carriera?

Ho conseguito il dottorato in Sociologia e Metodologia della ricerca sociale nel 2006 e nel 2007 ho avuto la fortuna di entrare a far parte di una rete europea, EU Kids Online, che a oggi include ricercatori in 33 paesi e che studia le opportunità e i rischi di internet per bambini e ragazzi. Con due colleghi ho vinto nel 2012 un progetto FIRB sul ruolo dei social media nella partecipazione politica. Il percorso nell’accademia italiana è faticoso e non lineare, quindi, dopo essere diventata RTD nel 2011 e aver conseguito l’abilitazione alla II Fascia nel 2014, sono diventata Associato a dicembre 2019.

In cosa consiste il suo progetto?

Datafied Childhoods: Data traces in family life and the production of future data citizens (DataChildFutures) esplora la pervasività dei media digitali e dell’Internet of Things nella vita quotidiana delle famiglie con bambini piccoli per comprendere come la datizzazione riconfiguri sia le pratiche quotidiane sia gli immaginari sociali. Il progetto combina un approccio etnografico con un approccio statistico.

Quale è il suo “sogno nel cassetto” come ricercatore?

Quale è il suo “sogno nel cassetto” come ricercatore: Sembra proprio che con il 2020 il mio sogno nel cassetto si stia realizzando: grazie al finanziamento della Fondazione Cariplo posso realizzare una ricerca sulla datizzazione che sto immaginando da qualche anno. Inoltre, questo progetto, insieme a un progetto Horizon vinto con alcuni colleghi di EU Kids Online, mi dà la possibilità di costruire un gruppo di lavoro e dare a tre giovani ricercatori le stesse opportunità che ho avuto io con EU Kids Online. Bisogna premiare i giovani che decidono di restare in Italia, nonostante all’estero possano avere percorsi più facili.

Quale potrebbe essere l’augurio per il nuovo anno?

Da un lato mi auguro una cambio di rotta, che inverta la tendenza decennale al sotto-finanziamento della ricerca scientifica in Italia che possa contribuire ulteriormente all’internazionalizzazione dell’accademia italiana e al superamento di un certo suo provincialismo; contemporaneamente, mi auguro che i media promuovano un diversa immagine dell’università italiana che non è fatta (solo) di baroni e concorsi truccati, ma soprattutto di eccellenze che però, purtroppo, vengono riconosciute e valorizzate più all’estero che nel nostro paese.

 

marfia Ricercatore

Giovanni Marfia MD, PhD Laboratorio di Neurochirurgia Sperimentale e Terapia Cellulare Unità di Neurochirurgia Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico Milano Cap. C.S.A.r.n Corpo Sanitario Aeronautica Militare

Come è stato il suo percorso e quali sono state le principali difficoltà affrontate durante la sua crescita professionale?

Il mio percorso nel mondo della ricerca scientifica ha avuto inizio nel campo delle Biotecnologie Mediche ed è proseguito attraverso il corso di studi in Medicina e Chirurgia, la specializzazione in Neurochirurgia e il Dottorato di Ricerca in Farmacologia, clinica e terapia delle Malattie Metaboliche. E’ stato un percorso molto stimolante, che mi ha permesso di crescere come biologo, come medico neurochirurgo e soprattutto come ricercatore, dalla ricerca di base sino alla medicina traslazionale.  Ho creduto fortemente in questo percorso proprio perché la medicina e le scienze di base rischiano di rimanere percorsi paralleli, con scarsa interazione, proprio perché il biologo ed il medico talvolta parlano linguaggi incomprensibili ciascuno per l’altro. Sono convinto che la competenza in campo clinico e la relazione con i pazienti possano offrire sempre nuovi spunti da tradurre in ricerca traslazionale sul bancone di laboratorio. La sofferenza incontrata durante la pratica clinica, l’ascolto dei malati e delle loro fragilità, mi hanno dato sempre molta energia per intraprendere nuove ambiziose sfide per la ricerca. Le difficoltà non sono di certo mancate, soprattutto per il rischio di essere considerato una figura professionale “ibrida”, ma ho avuto la fortuna di ricevere il supporto di validissimi colleghi e della Direzione Scientifica della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, la quale mi ha sostenuto nel fondare un laboratorio di neurochirurgia sperimentale, concedendomi spazi e attrezzature per condurre ricerca in ambiti delicati, come quello della neuro-oncologia, che purtroppo ancora oggi soffre di un’offerta terapeutica limitata. Avrei tante persone, incontrate durante il mio percorso, da menzionare e ringraziare, dai familiari dei pazienti alle associazioni a scopo benefico che ci sostengono, e grazie ai quali, oggi ho la possibilità di condurre ricerche innovative e all’avanguardia, volte allo sviluppo della medicina di precisione e alla personalizzazione dei trattamenti terapeutici, attraverso una visione multidisciplinare e soprattutto traslazionale. Fondazione Cariplo ci offre una preziosa opportunità sostenendo il nostro progetto, ed è quella di mettere il malato e le sue necessità al centro della nostra visione. Dal letto di ospedale partiamo a raccogliere dati e campioni, che analizzeremo attraverso le piattaforme tecnologiche che un’istituzione leader nel campo della ricerca biomedica come il Policlinico di Milano, ci offre, garantendo la massima ricaduta clinica, affinché il circolo virtuoso si chiuda di nuovo al letto del paziente. Nel mio percorso ho incontrato infine anche la Medicina Aerospaziale, e oggi, come Capitano Medico del Corpo Sanitario Aeronautico oltre che Ricercatore, con orgoglio, cerco di tradurre le conoscenze preziose che la Forza Armata è in grado di offrire a beneficio del Sistema Paese. Basti pensare allo studio dell’interazione uomo-ambiente durante il volo atmosferico e spaziale e agli effetti di condizioni estreme sull’organismo umano, come l’ipossia, la microgravità o le radiazioni cosmiche, in grado di mimare alcune alterazioni alla base di processi patologici alla base dei tumori o di molte altre patologie.

In cosa consiste il suo progetto?

Il glioblastoma è il più aggressivo dei tumori cerebrali e la prognosi dei pazienti è altamente sfavorevole. La resistenza del tumore alle terapie è dovuta a complessi meccanismi cellulari e molecolari che promuovono la crescita e la sopravvivenza delle cellule tumorali, nonché la formazione di nuovi vasi sanguigni, nonostante le terapie attualmente disponibili. Ho sempre immaginato il tumore come un bersaglio mobile che, quando messo “sotto scacco” dalle terapie, si adatta. Le cellule tumorali non sono tutte uguali, ma esiste una gerarchia, che stiamo pian piano identificando. All’interno del tumore esiste un cuore costituito da cellule “leader”, ovvero le cellule staminali tumorali, che sono scarsamente responsive alle terapie ed inviano alle cellule che costituiscono la massa tumorale, degli input di resistenza e sopravvivenza agli attacchi esterni, proprio come se fossero il braccio e la mente. In questa battaglia, abbiamo immaginato il tumore cerebrale come una malattia dell’intero organismo, piuttosto che come un fenomeno locale. Abbiamo compreso che le cellule staminali del tumore sono in grado di comunicare con l’intero organismo sovvertendo la fisiologia per attrarre sempre risorse nuove a sostegno del tumore. I nostri studi più recenti ci suggeriscono che esista una delicata comunicazione tra cellule staminali tumorali, endotelio e piastrine, orchestrata da un potente lipide oncopromotore, la sfingosina-1-fosfato (S1P), in grado di dirigere e sostenere lo sviluppo della massa tumorale, in un circolo vizioso auto-alimentante. S1P per esempio è in grado di raggiungere il midollo osseo attraverso il circolo ematico e favorire la produzione di piastrine circolanti cariche di fattori di crescita pro tumorali, le quali a loro volta riconoscono il transito dai vasi sani ai vasi tumorali e solo li degranulano il loro contenuto che costituisce nuova linfa per il tumore stesso. Lo scopo del nostro studio è quello di comprendere i meccanismi che sottendono all’azione dell’S1P nel glioblastoma, affrontando il problema secondo un approccio “olistico” per l’individuazione di alterazioni molecolari specifiche quali marcatori di risposta/resistenza ai trattamenti, contro cui dirigere nuovi trattamenti nell’ottica della medicina personalizzata.

Quale è il suo "sogno nel cassetto"?

Come ricercatore il mio sogno nel cassetto è quello di identificare nuovi target contro cui sviluppare terapie innovative, che ottimizzino il risultato biologico riducendo gli effetti collaterali, migliorando così la qualità di vita dei pazienti e aumentandone l’aspettativa di vita. Mi piacerebbe creare un “Brain Cancer Center” all’interno della Fondazione Policlinico, una struttura all’interno del quale il paziente possa iniziare un percorso di cura, affrontando tutte le sue necessità, dalla diagnosi all’accompagnamento nei casi in cui le terapie purtroppo falliscono, con la consapevolezza che talvolta pur non potendo sempre guarire si può sempre curare prendendosi cura del malato e dei suoi familiari. La fondazione di un centro dedicato alla cura dei pazienti neuro-oncologici offrirebbe un servizio di diagnosi e terapia multidisciplinare, attraverso la promozione della ricerca scientifica, fedele al motto “si cura meglio dove si fa ricerca”, e permetterebbe di istituire un modello di cure definito e replicabile, capace di garantire ai pazienti un continuum delle cure di tipo medico, infermieristico, farmaceutico, sociale, riabilitativo e psicologico oltre a rappresentare uno strumento per ottimizzare le risorse a carico del Servizio Sanitario Nazionale offrendo a ciascun paziente la cura migliore, ritagliata secondo un profilo personalizzato in grado di predirne la risposta, in una regione come la Lombardia in cui il welfare e la sanità sono il fiore all’occhiello.

Quale potrebbe essere l'augurio per il nuovo anno?

Auguro a me stesso e a tutti i membri del mio team di svolgere al meglio l’attività di ricerca affidataci e di crescere con umiltà, senza mai smettere di porsi domande e ascoltare il bisogno di salute dei nostri malati, in un clima di collaborazione, condivisione, integrazione, motivazione e passione, al fine di raggiungere obiettivi condivisi ed accogliere con gioia nuove sfide nonostante le difficoltà che quotidianamente incontreremo.

Il 2020 si apre con il rinnovato interesse di Fondazione Cariplo nel settore della Ricerca Scientifica. Nel solo mese di dicembre, infatti, sono stati sostenuti ben 53 progetti di ricerca per un importo complessivo che si aggira intorno ai 12 milioni di euro. Un impegno straordinario in termini di risorse economiche e non solo, dal momento che l’intervento della Fondazione spazia dalla biomedicina all’economia circolare, dalle scienze sociali al supporto alla competitività del sistema ricerca locale. I progetti finanziati verranno avviati nei più importanti centri di ricerca della Lombardia: Consiglio Nazionale delle Ricerche, Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia, Fondazione Humanitas per la Ricerca, Fondazione IRCCS "Cà Granda" ‐ Ospedale Maggiore Policlinico (MI), Fondazione Istituto Europeo di Oncologia e Centro Cardiologico Monzino (MI), Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia – IIT (MI), Fondazione Istituto Nazionale di Genetica Molecolare (MI), Fondazione Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci – MUST, Humanitas University (MI), IRCCS Fondazione Istituto Neurologico Nazionale C. Mondino (PV), Istituto Auxologico Italiano (MI), Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" (MI), Politecnico di Milano (MI), Università Cattolica del Sacro Cuore (MI), Università Commerciale Luigi Bocconi, Università degli Studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro" (VC), Università degli Studi di Milano (MI), Università degli Studi di Milano ‐ Bicocca (MI), Università degli Studi di Pavia (PV), Università Vita ‐ Salute San Raffaele (MI)

La Ricerca di Fondazione Cariplo sostiene il mondo femminile: il 47% dei progetti approvati è in mano a ricercatrici, determinate a raggiungere gli obiettivi nonostante ancora oggi le donne debbano conciliare lavoro e famiglia con difficoltà.

La grande passione per la Ricerca Scientifica è il motore che ha consentito a Fondazione Cariplo di raggiungere importanti traguardi negli ultimi 28 anni 540 milioni di euro per oltre 2550 iniziative. Ventotto anni di impegno che hanno permesso a Fondazione Cariplo di diventare il più eclettico mecenate in Italia nell’ambito della Ricerca Scientifica. Un dato su tutti: grazie ai progetti sostenuti, sono stati inseriti oltre 6100 ricercatori dal 1991 ad oggi.

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