L'edizione 2019 di Metropoli Agricole si terrà il prossimo 22 febbraio presso l'Aula Magna Università Statale di Milano – Via Festa del Perdono (ore 9.00 – 17.30).
Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (o SDGs) che le Nazioni Unite hanno fissato per il 2030 faranno da filo conduttore del Convegno: l'agricoltura è infatti uno dei fattori chiave per il raggiungimento degli Obiettivi, sia sotto il profilo sociale che in relazione alle sfide dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità.
La mattinata si aprirà con un intervento di Gianfranco Bologna, coordinatore gruppo di lavoro ASviS e Direttore Scientifico WWF Italia; a seguire è prevista la partecipazione di diversi rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee per un confronto sulle sfide poste alla nuova Politica Agricola Comunitaria (PAC) dallo sviluppo sostenibile.
La sessione del pomeriggio, sviluppata in forma di dibattito aperto con il pubblico, sarà moderata dalla giornalista Tiziana Ferrario: in tale occasione saranno presentate le esperienze di alcune organizzazioni partner di Fondazione Cariplo, impegnate nella promozione di nuovi modelli agroecologici. Nell’ambito di questo confronto interverranno, tra gli altri, Salvatore Ceccarelli e Paolo Bàrberi. Sarà questa l’occasione anche per presentare al pubblico l’edizione italiana del CAP Atlas, a cura della coalizione #CambiamoAgricoltura: una pubblicazione iconografica che descrive sinteticamente l’attuale PAC in Europa e in Italia e i relativi risvolti economici, ambientali e sociali, in sinergia con le altre edizioni nazionali prodotte dai partner europei della campagna The living land e dalla Fondazione Heinrich Böll. La sessione di dibattito prevede inoltre interventi da parte di Claudia Sorlini e altri esponenti del mondo accademico, oltre a istituzioni e associazioni di categoria.
Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo, Fondazione CON IL SUD, Enel Cuore, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Fondazione Peppino Vismara e JPMorgan Chase Foundation confermano il loro impegno a favore dell’autonomia e dell’inclusione dei giovani migranti sul territorio italiano e sono liete di annunciare i progetti ammessi a finanziamento nell’ambito del Bando 2018“Verso l’autonomia di vita dei minori e giovani stranieri che arrivano in Italia soli”.
I fondi messi a disposizione ammontano a 3.200.000 euro.
Il bando rappresenta la seconda iniziativa realizzata nell’ambito di Never Alone, per un domani possibile e si propone di promuovere interventi multidimensionali di accompagnamentoall’autonomia lavorativa e di vita di ragazze e ragazzi di età compresa tra i 15 e i 21 anni arrivati in Italia come minori stranieri non accompagnati.
I progetti selezionati sono 8, operano in 6 regioni italiane, prevedono l’attiva collaborazione di partenariati composti da 65 organizzazioni (enti del terzo settore ed enti pubblici) e creeranno opportunità di inclusione lavorativa, sociale ed abitativa per centinaia di giovani.
L'elenco dei progetti selezionati è disponibile cliccando QUI
Fotoin homepage: studio14photo per CIAI
"E’ stato un anno di lavoro importante per il Programma QuBì. Mentre lavoravamo, insieme a tutte le organizzazioni coinvolte sullo sviluppo del progetto e delle attività, parallelamente abbiamo dato vita ad azioni concrete che servivano nell’immediato, perché a questo tipo di problemi serve dare risposte immediate. Abbiamo voluto tenere alta l’attenzione e sul problema, alzando il tono, per far sapere a tutti che a Milano oltre 20mila bambini vivono sotto la soglia di povertà. Nessuno ci credeva, molti faticano a crederlo ancora oggi. L’analisi di tutti i dati che abbiamo raccolto ha dato le conferme che purtroppo immaginavamo. Sono tanti, troppi i bambini e le famiglie che non hanno abbastanza per vivere dignitosamente a Milano e la situazione non è diversa nel resto del Paese. L’unico modo per affrontare il problema è con un modello di intervento che chieda a tutte le forze in campo di lavorare insieme, contrastare il problema e trovare le soluzioni per risolverlo. Ecco perché i 23 progetti – le “ricette di quartiere” – sono importanti: perché puntano a mobilitare l’intero sistema -pubblico, privato e privato sociale- con soluzioni che partono dal basso, dalle necessità di chi vive la difficoltà in prima persona”.
Giuseppe Guzzetti
Ricetta QuBì gioca d’anticipo ed è già nel 2019. Il Programma contro la povertà infantile, promosso da Fondazione Cariplo – con il sostegno di Fondazione Vismara, Intesa Sanpaolo, Fondazione Invernizzi e Fondazione Fiera Milano e in collaborazione con il Comune di Milano – ha presentato i 23 progetti selezionati per “Al Bando le Povertà!”. 23 “ricette” – provenienti dai 25 quartieri milanesi coinvolti – per continuare la lotta contro la povertà infantile. Una questione che nella sola Milano riguarda oltre 20mila bambini, costretti a vivere sotto la soglia di povertà.
Il Programma QuBì risponde al problema mettendo in campo un grande progetto cittadino che vede coinvolti importanti attori economici e sociali, insieme a molte realtà del terzo settore, guidate da un’unica strategia di intervento: aumentare efficacia ed impatto delle singole azioni di contrasto alla povertà con l’intento non secondario di sperimentare una modalità di risposta replicabile in altri contesti.
Grazie ai 25 milioni di euro previsti per il piano triennale -durante il 2018– sono stati attivati diversi interventi finalizzati sia a rafforzare i percorsi di accompagnamento delle famiglie, sia a contrastare la povertà alimentare.
La prima azione di sistema lanciata dal Programma è “Al Bando le Povertà!”, una call che ha permesso di coinvolgere 557 organizzazioni in 23 reti cittadine che gestiranno un budget di quasi 5 milioni di euro per realizzare concretamente le “ricette” di quartiere, strutturate grazie all’aiuto di facilitatori. Un aiuto concreto di cui beneficeranno, si stima, quasi 60 mila abitanti della città, dei quali la metà sono bambini ed adolescenti. Questa azione è stata realizzata in stretta collaborazione con il Comune di Milano che, grazie a QuBì, rafforzerà il comparto degli assistenti sociali dei servizi territoriali e potrà partecipare attivamente alla declinazione delle ricette.
Sul versante povertà alimentare, nel 2018 il Programma QuBì ha sostenuto l'attivazione del primo Emporio della Solidarietà di Caritas Ambrosiana a Milano, nel quartiere Barona, in via San Vigilio 45.
Inoltre, in collaborazione con il Banco Alimentare sono stati avviati due Hub di raccolta e redistribuzione delle eccedenze alimentari cittadine: nei primi 8 mesi di attività degli Hub sono stati recuperati 58.476 kg di eccedenze alimentari, redistribuiti a 23 strutture caritative sul territorio, grazie al coinvolgimento di 16 nuovi punti vendita alimentari aderenti all’iniziativa.
Oltre al kick-off dei 23 progetti nei quartieri protagonisti del bando, obiettivo prioritario del Programma QuBì per il 2019 è quello di continuare a rispondere alle necessità alimentari delle famiglie in povertà grazie all’apertura di nuovi Empori della Solidarietà e ad una ottimizzazione degli Hub del Banco Alimentare per il recupero e la redistribuzione degli eccessi alimentari.
Nel corso della mattinata di presentazione dei progetti, a chiusura di anno, si è parlato del fenomeno della povertà in senso ampio, sottolineando l’esigenza di una lettura puntuale dei dati (tra gli assi portanti del Programma QuBì), nonchè di come realizzare azioni di contrasto efficaci aggregando e coinvolgendo le diverse componenti della società. Enrico Mentana ha diretto l’incontro con i Partner del Programma QuBì e con gli attori pubblici e privati coinvolti sul tema. Al dibattito hanno preso parte Carlo Messina (Ceo di Intesa Sanpaolo), Giovanni Gorno Tempini (Presidente di Fondazione Fiera Milano), Paolo Morerio (Presidente di Fondazione Vismara), Gianantonio Bissaro (Consigliere Delegato di Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi), Pierfrancesco Majorino (Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Milano), Stefano Bolognini (Assessore alle Politiche Sociali della Regione Lombardia).
Le ricette di quartiere
“Al bando le povertà!” è una call lanciata nel maggio del 2018 all’interno del Programma QuBì: bando in due fasi, i progetti finanziati sono 23, riguardano 25 quartieri cittadini e vedranno il via nel gennaio 2019.
Il percorso di progettazione è stato accompagnato da facilitatori messi a disposizione dai partner finanziatori e per ogni quartiere si sono costituite delle reti di lavoro che hanno permesso il coinvolgimento totale di 557 realtà che sui territori si occupano di povertà.
QuBì, “quanto basta”, come nei ricettari di una volta: la ricetta per combattere la povertà delle famiglie con minori va trovata con il supporto di tutti. Per questo, l’ingaggio del bando è stato quello di pensare a “ricette di quartiere” partendo dagli ingredienti che le realtà del territorio (associazioni, cooperative, parrocchie, gruppi di volontari) già mettono a disposizione.
Qualche ingrediente è stato proposto anche dal Programma QuBì con il coinvolgimento del Comune di Milano: la presenza di un assistente sociale per ogni Municipio, che seguisse la progettazione delle reti e che sarà poi stabile nel lavoro sui territori, affinché le ricette fossero da subito condivise tra pubblico e privato sociale.
Ogni rete di progettazione ha prima analizzato i bisogni delle famiglie in povertà e ragionato su come andare a lavorare con quelle che ancora non sono raggiunte da nessuno degli enti coinvolti. Dopodiché, ha analizzato gli interventi già attivi, in ottica di ricomposizione: questo ha permesso l’emersione di tante, tantissime risposte che già caratterizzano i quartieri della città, dai doposcuola, alla distribuzione di pacchi alimentari alle famiglie in difficoltà, dagli spazi di ascolto per le famiglie, alle attività ludico-ricreative per i minori.
Solo in un momento successivo le reti hanno ragionato sugli “ingredienti che mancavano” per costruire la loro ricetta per rispondere ai bisogni: ecco che, con i 200.000 euro messi a disposizione da QuBì, ogni rete ha proposto la creazione di servizi di supporto agli adulti di riferimento, attività per i minori – comprendendo tutte le fasce di età, dagli 0 ai 18 anni, interventi mirati per intercettare le povertà che ancora fanno fatica ad emergere.
Elementi delle ricette di quartiere:
23 reti hanno presentato il progetto QuBì per un totale di 25 quartieri toccati
557 organizzazioni coinvolte nelle ricette per un budget pari a 4.598.000 €
Beneficiari totali ipotizzati: 59.860
di cui adulti: 31.478
di cui minori: 28.382
Tutte le ricette hanno proposto:
Attivazione di doposcuola
Una parte di lavoro sul contrasto alla povertà alimentare
Collaborazione con le scuole del territorio
Tavoli di coordinamento territoriali
Nel 90% dei casi nelle ricette abbiamo:
Corsi di insegnamento della lingua italiana
Attività per la fascia di età 0-3 anni
Corsi di formazione su sani stili di vita o budgeting familiare
Accesso ad attività sportive per bambini e bambine
Eventi di coesione sociale (dalla tavolata con 400 persone, a feste e animazioni di quartiere)
Sono presenti anche:
Attività di inserimento lavorativo legate al quartiere (es. mappatura degli esercizi commerciali della zona)
Collaborazione con i pediatri
Creazione di “osservatori popolari” con spazio di parola ai bambini e ai ragazzi
Come per le ricette di cucina, il solo elenco degli ingredienti non è ovviamente sufficiente. Il lavoro di progettazione delle reti ha permesso di pensare a quali ingredienti valorizzare, come dosarli e combinarli per ottenere una maggiore capacità di supporto alle famiglie in povertà. Ciascuna ricetta, ciascun quartiere e rete di progetto possiedono caratteristiche proprie. Il sostegno ai gruppi di lavoro non mancherà da parte delle istituzioni coinvolte e da gennaio le ricette prenderanno il via, con la certezza che la sfida lanciata da QuBì avrà tante declinazioni diverse, ma l’obiettivo di questa parte di città che si sta mobilitando, è uno solo: fare in modo che le famiglie in povertà possano uscire da questa condizione.
Milano meglio di New York e Sydney: la politica urbana più innovativa è quella milanese.
Oltre 270 le iniziative di tutto il mondo che erano state candidate per il Premio di Guangzhou, conosciuto come l’oscar delle Politiche Urbane Innovative, che si svolge ogni due anni nella città cinese. Quindici le città finaliste, tra cui New York, Sydney, Guadalajara, Salvador in Brasile, Kazan in Russia, Wuhan in Cina e Surabaya in Indonesia, e la prima classificata è Milano con la sua Food Policy.
“Siamo soddisfatti e orgogliosi per questo riconoscimento – commenta la vicesindaco con delega alla Food Policy Anna Scavuzzo –, che premia i risultati raggiunti e, soprattutto, conferma la qualità del grande lavoro fatto negli ultimi anni per dare concretezza e vera sostanza a una tematica tanto importante. Milano, a partire da Expo, ha saputo consolidare la sua governance fra le città impegnate in politiche per il cibo e attraverso le azioni messe in campo è stata capace di implementare la rete di adesioni al Milan Urban Food Policy Pact, senza mai perdere la centralità del lavoro per la città e i suoi cittadini”.
“Fondazione Cariplo segue il progetto della Food Policy dalla sua nascita con l’obiettivo di aiutare e supportare il Comune nella definizione e implementazione di una politica alimentare per la città che sia in linea con i desiderata e i bisogni della comunità e dei suoi cittadini, secondo l’approccio inclusivo e aperto proprio della Ricerca ed Innovazione Responsabile, ai cui principi la Fondazione si ispira e che sostiene da anni anche a livello Europeo – dichiara Giuseppe Guzzetti, Presidente Fondazione Cariplo.
Il premio del valore di 20 mila euro è arrivato dopo una tre giorni di presentazioni e dibattiti scientifici alla presenza di un Comitato Tecnico composto da ricercatori ed esperti sul tema di fama internazionale, durante i quali sono state presentate le politiche delle diverse città ed è stato espresso grande interesse per quelle di Milano e per l’adesione al Milan Urban Food Policy Pact, il patto dei sindaci sul cibo, da parte di grandi città cinesi, russe, australiane e latinoamericane.
Alla cerimonia di premiazione hanno preso parte oltre 1.000 persone tra cui sindaci ed esperti da tutto il mondo. La proclamazione di Milano è stata effettuata dall'ex Sindaco di Medellin Aníbal Gaviria, la seconda città della Colombia, che ha elogiato gli sforzi di Milano sottolineando il carattere innovativo della Food Policy di Milano e del suo modello di governance integrato con il quale vengono coinvolte diverse direzioni del Comune, le società partecipate, le università e la società civile; riconoscendo la Food Policy come un caso unico nel contesto italiano ed europeo.
Diversi gli esempi di politiche alimentari portati da Milano: dal lavoro nelle mense di Milano Ristorazione, grazie al quale 106 scuole donano ogni anno 140 tonnellate di frutta e pane al Banco Alimentare, alla riduzione fino al 20% della parte variabile della Tari per le imprese che donano eccedenze di cibo, da cui solo da febbraio a oggi sono state donate 800 tonnellate di cibo; dalla raccolta di frutta e verdura, al progetto degli hub nei quartieri, come quello che partirà in via Borsieri a inizio anno con Banco Alimentare, Politecnico, Assolombarda e il progetto QuBì di Fondazione Cariplo, nel quale si stima di recuperare circa 70 tonnellate all’anno.
Venerdì 14 dicembre, si terrà presso la sala convegni Intesa Sanpaolo l’evento “Microfinanza a impatto sociale: i numeri di PerMicro” durante il quale saranno presentati i risultati della nuova ricerca a cura del Centro Tiresia – Politecnico di Milano sull’impatto sociale di PerMicro, primaria società di microfinanza in Italia, supportata dalla Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore che detiene una partecipazione del 5,7% del suo capitale sociale.
L’evento è organizzato dalla Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore la quale nasce nell’ambito del programma “Cariplo Social Innovation” di Fondazione Cariplo con la missione appunto di supportare soggetti che svolgono attività a impatto sociale e ambientale e, al contempo, fare cultura sul tema della stima di impatto sociale.
Tra i numeri presentati, che tenevano in considerazione l’impatto dei microcrediti erogati da PerMicro alle imprese e alle famiglie tra il 2009 e il 2016, risulta importante l’impatto che PerMicro genera rispetto all’accesso al credito. In quasi 8 anni, infatti, circa 700 imprenditori e più di 2.700 famiglie sono passati da essere non bancabili a bancabili in seguito all’erogazione di un microcredito da parte di PerMicro, unitamente ai servizi di monitoraggio e assistenza ausiliari al microcredito, forniti dalla Rete di PerMicro e da quella dei Mentor volontari dell’Associazione MicroLab. Oltre all’aumento dell’inclusione finanziaria è importante evidenziare l’aumento del benessere sociale che è stato generato dalla possibilità di ricevere un microcredito da PerMicro, ad esempio, il 65% dei richiedenti famiglia ritiene che il microcredito ricevuto abbia migliorato il proprio livello di benessere economico.
Lo studio evidenzia inoltre un beneficio per l’amministrazione pubblica in termini di aumento delle entrate statali: sono stati incassati dallo stato circa 46 milioni grazie ai microcrediti alle imprese e circa 12 milioni in 8 anni grazie ai finanziamenti alle famiglie, grazie all’aumento degli utili del mondo dell’impresa e del reddito IRPEF imponibile come effetto dei microcrediti erogati. Significativo è anche il dato di riduzione della spesa pubblica, circa 9,6 milioni di euro l’anno, grazie a una riduzione dei sussidi statali necessari e minori costi amministrativi ad essi associati.
Il consigliere della Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, Davide Invernizzi, dichiara che “è con piacere che la Fondazione ha deciso di organizzare questa giornata di condivisione in grado sicuramente di stimolare il dibattitto sul tema dell’impatto sociale. Sin dall’inizio della sua attività, infatti, la Fondazione ha identificato come prioritario il tema della stima dell’impatto sociale quale contributo da apportare all’intero ecosistema dell’impact investing sia diffondendo le migliori pratiche esistenti sul mercato sia partecipando attivamente e con un approccio hands-on allo sviluppo di adeguate metodologie.”
L’Amministratore Delegato di PerMicro, Andrea Limone, aggiunge: “Il focus della ricerca sul nostro impatto sociale dedicato ai giovani imprenditori under 35, conferma che il 72% di loro ha dichiarato che la propria vita è migliorata grazie a una maggiore indipendenza economica e decisionale. Ma soprattutto, 1 giovane imprenditore su 2 ha avuto accesso a forme di finanziamento tradizionale, dopo il prestito di PerMicro. Migliorare i rapporti dei nostri clienti con le banche tradizionali e fare sì che si sentano inclusi e sempre più indipendenti è il cuore della mission di PerMicro: nel futuro ci auguriamo di poter raggiungere sempre più individui e imprese attraverso una nostra presenza capillare sul territorio italiano.”
Mario Calderini, Professore ordinario del Politecnico di Milano e Direttore di Tiresia, presentando i risultati della ricerca sull’attività di PerMicro evidenzia che “il punto di forza della metodologia scientifica sviluppata è l’utilizzo di indicatori “ad hoc”, creati sulla base di una approfondita analisi della letteratura esistente sulla misurazione dell’impatto sociale e personalizzati considerando le specificità delle attività di erogazione di microcredito. Questi strumenti consentono di misurare e quantificare il valore sociale generato in tutte le sue articolazioni. Stiamo ora lavorando con il team di PerMicro per implementare e raffinare questa metodologia, per integrarla in modo permanente nei processi dell’organizzazione.”
Fondazione Cariplo investe ogni anno circa il 25-30% delle proprie erogazioni in progetti dedicati al settore arte e cultura, di questi il 15-20% è destinato a promuovere attività che puntino non solo alla valorizzazione, ma anche alla conservazione dei beni storici e architettonici, riconoscendo la funzione necessaria del preservare come pratica imprescindibile nella gestione di un bene.
Il Quaderno 29 dal titolo «Conoscere per conservare. Dieci anni per la Conservazione Programmata», appena pubblicato nella collana «I Quaderni dell’Osservatorio», sintetizza le riflessioni, le esperienze e le metodologie che hanno portato la Fondazione ad avviare un percorso che ad oggi si presenta come modello da applicare in molteplici contesti in Italia – paese caratterizzato da un significativo patrimonio storico e artistico spesso inserito in contesti naturalmente fragili – ponendo le basi per un approccio che sempre di più tenda a salvaguardare, anche attraverso un bene, interi territori.
Dal 2008 al 2016 Fondazione Cariplo ha sostenuto iniziative basate su una visione strategica di lungo periodo, in grado di introdurre nella prassi un’importante innovazione di processo: il passaggio dal restauro inteso come evento isolato alla cura costante dei beni, un processo integrato foriero di un reale sviluppo locale. Dopo dieci anni di sperimentazione, in cui sono stati finanziati progetti per circa 15 milioni di euro a sostegno di 160 edifici storici (riferiti solo agli interventi di conservazione programmata), e in coincidenza con l’Anno Europeo del Patrimonio, Fondazione Cariplo mette a disposizione le esperienze dei progetti sostenuti per diffondere una cultura della conservazione possibile.
Cultura della conservazione significa identificare le priorità d’intervento necessarie per innestare un processo virtuoso, diverso per ogni luogo, bene e contesto. Questo processo tende a coinvolgere in maniera sinergica tutti gli attori – addetti ai lavori, tecnici, enti, stakeholder, collettività – affinché possano a vario titolo partecipare alla conservazione in maniera attiva, esserne consapevoli e creare valore.
La pubblicazione è stata realizzata dalle aree Arte e Cultura e Osservatorio e Valutazione di Fondazione Cariplo.
L'Oltrepò Pavese, l'Appennino di Lombardia, sale a bordo della collana Guida Vacanza del Touring Club Italiano e arriva così nelle librerie di tutta Italia. Strade panoramiche, castelli, borghi e mercati, biodiversità e prodotti tipici: un invito alla scoperta lenta e curiosa dell’unico avamposto di Appennino in Lombardia. La guida è stata realizzata nell'ambito del progetto Oltrepò(Bio)diverso realizzato da Fondazione Sviluppo Oltrepò col decisivo supporto di Fondazione Cariplo.
Una pubblicazione nata dalla collaborazione tra Fondazione per lo Sviluppo dell’Oltrepò Pavese e Touring Club Italiano, inserita nella più ampia attività di rilancio del territorio promossa dal Programma AttivAree di Fondazione Cariplo.
“’L’Oltrepò Pavese ritratto in questa guida stupisce ed entusiasma, confermandosi meta di fascino, per un turismo di prossimità che guarda alle città dietro l’angolo. Gli itinerari proposti sono ‘gite fuori porta’ che in un pugno di chilometri conducono in un mondo ricco di suggestioni, dove la natura con la sua immensa riserva di biodiversità domina e incanta. Questa pubblicazione è frutto di un più ampio processo di rinascita del territorio avviato grazie al Programma AttivAree di Fondazione Cariplo dedicato alle aree interne e rappresenta un’importante opportunità di rilancio per l’Oltrepò Pavese che si afferma come sorprendente luogo di interesse turistico” – ha dichiarato Giuseppe Guzzetti, Presidente di Fondazione Cariplo – “Con una Guida Vacanze dedicata, l’Oltrepò Pavese promuove, a marchio Touring Club Italiano, le proprie risorse territoriali e il grande patrimonio naturale e di biodiversità che ne è inequivocabilmente l’elemento distintivo”.
“Questa guida che il Touring Club Italiano dedica all’Oltrepò Pavese esce in un momento particolare della vita di questo territorio che costituisce il lembo più settentrionale dell’Appennino incuneato nella Lombardia, a ridosso della Pianura Padana e delle sue aree metropolitane. È un momento di cambiamento, per valorizzare come meritano queste aree collinari e montane penalizzate, nel corso dei passati decenni, dallo spopolamento e dall’isolamento rispetto ai centri economici e produttivi più dinamici”- ha commentato Riccardo Fiamberti, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo dell’Oltrepò Pavese.
"La guida vuole testimoniare l’attenzione del Touring – afferma Franco Iseppi, Presidente del Touring Club Italiano – alle identità dei territori e, in particolare, dell’Oltrepò, con il suo straordinario patrimonio di biodiversità e tradizioni. Una meta turistica da valorizzare e da scoprire, sempre di più”.
Il volume, articolato in undici godibilissimi itinerari supportati dalla puntigliosa cartografia del TCI, suggerisce un approccio originale a questo territorio che, ai tradizionali asset enogastronomici, porge – per chi lo raggiunge, ad un'ora dell'area milanese – una combinazione sempre più attrattiva di fattori, dalla biodiversità di boschi e riserve naturali al fascino di borghi e castelli medievali, dagli itinerari storici delle vie del Sale e degli Abati ai percorsi, sempre più amati dai bikers, dove si allenava Coppi.
La guida dell'Oltrepò Pavese
Il volume “Oltrepò Pavese” è dedicato al lembo più settentrionale dell’Appennino incuneato nella Lombardia, a ridosso della Pianura Padana e delle sue aree metropolitane. Oltre alle parti introduttive che contengono informazioni per viaggiare sono cinque i moduli dedicati ad itinerari geografici (lungo la Val Staffora, Varzì e l’oltrepò montano, la Val Tidone e la Val Versa) e quattro tematici con suggestioni e con consigli per fruire il territorio in bicicletta, lungo percorsi naturalisti o enogastronomici. A corredo un calendario degli eventi e della manifestazioni locali.
La guida è realizzata da Touring Club Italiano in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo dell’Oltrepò Pavese.
Il Programma AttivAree per il futuro delle Aree Intere
Il Programma intersettoriale AttivAree dedicato alle aree interne, mira a “riattivarle” e renderle più attrattive attraverso la valorizzazione e la “messa a sistema” delle risorse ambientali, culturali, economiche e sociali dei territori. La promozione e il sostegno a quegli elementi di unicità che contraddistinguono ciascun territorio e la creazione di reti collaborative che consentano di superare le difficoltà e le distanze dai centri urbani maggiori e dai servizi sono ingredienti fondamentali del programma, operativo su due territori, l’Oltrepò Pavese e la parte alta delle bresciane Valle Trompia e Valle Sabbia. I progetti Oltrepò(Bio)diverso e Valli Resilienti, scelti tra 11 proposte ad una Call for Ideas, sono una vera scommessa per il futuro questi due territori che, iniziando a guardarsi con occhi diversi, stanno ri-scoprendo il loro patrimonio, materiale e immateriale.
Come promesso ad ottobre durante gli incontri preparatori nei territori, Fondazione Cariplo promuove il bando in partnership con Regione Lombardia e Unioncamere per sostenere la progettazione dei Piani integrati per la cultura (PIC) cui seguirà quello di Regione Lombardia per la realizzazione vera e propria. Il bando raccoglierà proposte di piani territoriali e tematici che mettono la cultura al centro delle strategie di sviluppo locale. Attraverso il bando si potrà accedere ad un contributo e ad un percorso di accompagnamento funzionale a progettare i PIC (idee, azioni e partnership) nel dettaglio e nel migliore dei modi.
Scarica il bando A QUESTO LINK. ATTENZIONE: LA SCADENZA DEL BANDO E' STATA PROROGATA AL 6 FEBBRAIO 2019 H 17.00
È stato presentato il Ventiquattresimo Rapporto ISMU sulle migrazioni 2018. Al convegno, moderato dal vicedirettore del Corriere della SeraVenanzio Postiglione, hanno partecipato: Mariella Enoc, Presidente di Fondazione ISMU e Vicepresidente Fondazione Cariplo; Massimo Gaudina, Capo Rappresentanza Regionale a Milano della Commissione Europea; Nicola Pasini, Direttore della Scuola di giornalismo Walter Tobagi dell’Università degli Studi di Milano; Vincenzo Cesareo, Segretario Generale di Fondazione ISMU; Gian Carlo Blangiardo, Responsabile Settore Statistica di Fondazione ISMU; Mariagrazia Santagati, Responsabile Settore Educazione di Fondazione ISMU; Stefano Manservisi, Direttore Generale DG Devco Commissione Europea.
Nel corso del convegno è stato assegnato il premio ISMU-Cariplo 2018 al Csi – Centro Sportivo Italiano di Milano per il progetto “Sport Inside”, che promuove l’attivazione di percorsi di integrazione per giovani richiedenti protezione internazionale attraverso l’inserimento nelle squadre sportive delle società affiliate operanti sul territorio.
Premiato il Csi – Centro sportivo italiano di Milano
Il Csi – Centro sportivo italiano è la più antica associazione polisportiva senza fine di lucro attiva in Italia. Costituita a Roma nel 1944, è diffusa su tutto il territorio nazionale attraverso 154 Comitati provinciali e 20 comitati Regionali. Fondata sul volontariato, promuove lo sport come momento di educazione, crescita, impegno e aggregazione sociale. Nel 2017 il Csi di Milano ha attivato il progetto “Sport Inside”, che promuove l’attivazione di percorsi di integrazione sociale e inserimento per giovani richiedenti protezione internazionale ospitati nei centri di seconda accoglienza situati nell’area Metropolitana milanese e di Monza e Brianza, attraverso l’inserimento a pieno titolo nelle squadre sportive delle società affiliate operanti sul territorio. Il progetto garantisce la partecipazione effettiva dei giovani coinvolti all’attività sportiva istituzionale (campionati di calcio, basket e pallavolo). Si tratta di un’azione capillare e quotidiana, che vede ciascun giovane entrare a far parte a pieno titolo di una squadra e della comunità oratoriana, attraverso la partecipazione continuativa agli allenamenti, alla partita in calendario a cadenza settimanale e alle iniziative proposte direttamente dalla società e dall’oratorio. «Le nostre società sportive hanno aperto la porta a questi ragazzi senza se e senza ma, facendoli sentire a casa dopo il primo allenamento», ha spiegato il presidente del Csi Milano, Massimo Achini, «Lo sport ha questa capacità incredibile di abbattere ogni distanza o pregiudizio. Il problema dell’inserimento non è stato il Paese di origine o la religione, ma il ruolo in campo e l’impegno durante l’allenamento. Il resto è la meravigliosa normalità del lato umano che lo sport sa esprimere». A distanza di poco più di un anno il progetto, che ha coinvolto oltre 100 ragazzi, ha raggiunto risultati sorprendenti, al punto da rendere necessaria la realizzazione di corsi di formazione per i dirigenti sportivi che stanno sperimentando questo percorso di integrazione o per coloro che immaginano di poterlo intraprendere nell’immediato futuro. In occasione della presentazione del XXIV Rapporto ISMU 2018 sulle migrazioni, il Csi Milano viene premiato con un riconoscimento della Fondazione Cariplo e di Fondazione ISMU “perché grazie al progetto Sport Inside ha dato l’opportunità a giovani richiedenti protezione internazionale di mostrare il proprio valore e di inserirsi nel tessuto sociale, dimostrando come lo sport possa essere un potente mezzo di integrazione”.
Consegna il premio Dario Bolis, direttore Comunicazione e Relazioni Esterne di Fondazione Cariplo. Ritirano il premio Massimo Achini, presidente del Csi Milano, e Lucia Teormino, responsabile del progetto.