Nuove opportunità di investimento nella riqualificazione energetica degli edifici pubblici a centro della discussione dei relatori che si sono confrontati sul tema degli investimenti energetici e sul progetto Territori Virtuosi: da Sergio Urbani, Direttore Generale di Fondazione Cariplo, a Gianni Silvestrini, Direttore scientifico di Kyoto Club, a Sergio Zabot, professore del Politecnico di Milano, a Giorgio Schultze, Presidente EdS srl, a Giuseppe Velluto, partner studio GOP, a Andrea Martinez, Vicedirettore SINLOC SpA.

Gli obiettivi entro il 2030

Il quadro per il clima e l’energia 2030, adottato dai leader dell’UE nell'ottobre 2014, fissa tre obiettivi principali da conseguire entro tale anno:

  • un aumento almeno del 27% dell'efficienza energetica;
  • una riduzione almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990);
  • una quota almeno del 27% di energia rinnovabile.

Cariplo per la sostenibilità energetica

L’attività di Fondazione Cariplo a supporto della sostenibilità energetica degli enti locali nasce nel 2006 con il bando “Audit energetici”, grazie al quale in 3 anni e con 8 milioni di euro di contributi sono state realizzate le diagnosi energetiche di quasi 4.000 edifici pubblici. Con il bando “Sostenibilità energetica”, tramite il quale sono stati erogati 8,5 M€ dal 2010 al 2012, 860 amministrazioni pubbliche hanno realizzato il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES).. Nel 2013 è stato lanciato il bando “Comuni efficienti e rinnovabili” che con 4,5 M€ ha sostenuto  circa 150 amministrazioni nella realizzazione di interventi di riqualificazione energetica di edifici e illuminazione pubblica in Partenariato Pubblico Privato.

Sulla base di questa esperienza e avvalendosi di un comitato di esperti di alto livello, nel 2016 è stato avviato il progetto Territori Virtuosi, una versione 2.0 dello strumento precedente, nell’ambito del quale la Fondazione non eroga più un contributo ma seleziona il team di consulenza che fornirà Assistenza Tecnica alle amministrazioni pubbliche. Inoltre, la Fondazione propone e coordina aggregazioni territoriali, in alcuni casi inter-provinciali, finalizzate a massimizzare i benefici per gli enti pubblici che operano idealmente come un gruppo d’acquisto. Questa formula è stata particolarmente apprezzata dagli enti locali che accedono a un pacchetto completo di servizi. A 15 mesi dall’inizio delle attività le prime gare di concessione stanno per essere pubblicate.

Il progetto Territori Virtuosi

Il progetto “Territori Virtuosi” lanciato da Fondazione Cariplo nel 2017, vuole infatti sostenere le amministrazioni pubbliche e gli enti non profit nella riqualificazione energetica degli edifici e dell’illuminazione pubblica.

Il modello operativo proposto nell’ambito del progetto, che ricalca un numero ristretto di esperienze già realizzate con successo in Europa e in Italia, si è sviluppato per rispondere ad alcuni bisogni generati principalmente dalla mancanza di risorse economiche delle amministrazioni locali, in particolare per gli investimenti in infrastrutture, dovuta anche alle regole imposte dal Patto di Stabilità Europeo.

È infatti necessario adottare un differente paradigma nella realizzazione delle opere pubbliche: da una parte occorre fare più attenzione al risparmio per liberare risorse, dall’altro è necessario incrementare  la capacità di attirare finanziamenti da parte di privati e di utilizzare contributi e incentivi pubblici.

Il servizio di Assistenza Tecnica

La Fondazione ha quindi deciso di supportare le amministrazioni pubbliche e gli enti non profit fornendo loro un servizio di Assistenza Tecnica (AT) per l’implementazione di tutte le attività, tecniche, legali ed economico finanziarie, necessarie alla selezione di un soggetto privato – una Energy Service Company (ESCo) – che realizzi gli interventi di riqualificazione energetica con capitale proprio, ovvero in Finanziamento Tramite Terzi (FTT).

Tale procedura, definita “modello ESCo”, prevede che l’investimento per le opere sia anticipato dall’impresa. L’amministrazione pubblica ripagherà le opere nel tempo, un periodo variabile normalmente compreso tra i 10 e i 15 anni, tramite un canone che sarà uguale o inferiore alla spesa energetica storica. Per tale motivo si può affermare che questa è un’operazione “a costo zero” per le amministrazioni pubbliche che possono realizzare importanti interventi infrastrutturali, in Partenariato Pubblico Privato (PPP), senza gravare ulteriormente sul bilancio.

Il contratto che regolamenta le parti è l’Energy Performance Contract (EPC) ed è sintetizzato così:

territori virtuosi

 

Il risparmio energetico è un’opportunità non solamente per il comparto pubblico, ma anche per le organizzazioni non-profit che hanno la possibilità di sfruttare questa occasione di liberare risorse da reinvestire nelle proprie attività.

Il nuovo modello di Fondazione Cariplo: non contributi ma servizi di consulenza

Fondazione Cariplo sostiene un modello molto complesso inserito in un contesto normativo particolarmente articolato. Ma soprattutto la Fondazione ha voluto adeguare questo modello al proprio territorio di riferimento, composto da molti Comuni di piccole dimensioni (88% ha meno di 10.000 abitanti), tramite la composizione di aggregazioni territoriali di dimensioni tali da poter ottenere i migliori risultati in termini di investimenti attivabili ed emissioni di CO2 abbattute. Inoltre, per la prima volta la Fondazione ha deciso di non erogare più un contributo ai beneficiari ma di erogare un servizio di consulenza fornito da un team di società selezionate dalla Fondazione stessa.

Nel primo anno di progetto – 2017 – sono stati selezionati 15 beneficiari, tutte amministrazioni pubbliche, che complessivamente dovranno riqualificare energeticamente 300 edifici, di cui circa 244 edifici scolastici. Le attività di Assistenza Tecnica (AT) sono state avviate a settembre 2017 e tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 saranno pubblicati i bandi di gara pubblici per la ricerca di imprese che realizzino gli interventi. Si stima che potranno essere generati almeno 50 milioni di euro di investimenti privati per la realizzazione degli interventi che saranno realizzati senza alcun aggravio di spesa per le amministrazioni pubbliche. Sarà il risparmio energetico, e quindi economico, che ripagherà l’investimento nel tempo. Durante la seconda annualità del progetto nel 2018 sono stati selezionati 11 beneficiari, di cui 10 amministrazioni locali e 1 ente non profit, per i quali gli edifici da riqualificare energeticamente sono circa 150.  Le attività di Assistenza Tecnica sono state avviate a settembre 2018, per cui si prevede che i lavori potranno cominciare a partire dalla primavera 2020. 

Sergio Urbani, Direttore Generale di Fondazione Cariplo: “Con il progetto Territori Virtuosi Fondazione Cariplo si posizionerà tra le migliori esperienze di efficientamento energetico in Europa per quanto riguarda il fattore di leva raggiunto, ovvero il rapporto tra volume di investimenti generati e il costo dell’Assistenza Tecnica. Considerando i 50 milioni di euro di investimenti previsti, il fattore di leva sarà pari a 44. Ma non solo, si stima infatti un abbattimento annuale di 14.500 tonnellate di CO2, pari alle emissioni di circa 1.100 famiglie lombarde, e la riqualificazione di ben 244 plessi scolastici, che ospitano una popolazione studentesca di oltre 100.000 ragazzi”.

Grafico per sito   Investor Day
 
 

In Italia la povertà assoluta colpisce 5 milioni e 58 mila individui: le ultime stime, che danno conferma di un fenomeno in aumento, ci raccontano di una popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale pari al 30%[1] del totale e in cui la fascia di età più colpita è quella dei minorenni, con una incidenza del 12,1% (1 milione 208 mila)[2]. In particolare, la povertà legata al reddito riguarda il 20,6% della popolazione (in Europa peggio di noi solo Lituania, Grecia, Romania e Bulgaria) e la grave deprivazione materiale il 12,1% della popolazione.

Di particolare attenzione è, in questo senso, il tema della povertà energetica e della incapacità, per molte famiglie, di poter riscaldare le proprie abitazioni. Tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile da raggiungere entro il 2030[3], c’è quello di garantire l’accesso universale a servizi energetici economicamente accettabili, affidabili e moderni. Ma la percentuale della popolazione che in Italia non può permettersi di riscaldare adeguatamente la propria abitazione è pari al 16,1%[4] e quella che vive in abitazioni con problemi strutturali o di umidità sale al 21,1%[5].

Fondazione Cariplo e Banco dell’Energia Onlus, realtà non profit promossa da A2A, Fondazione AEM e Fondazione ASM, hanno avviato nel 2016 una collaborazione finalizzata al contrasto della povertà energetica con un’attenzione particolare alle famiglie vulnerabili, intese come quei nuclei che sono recentemente scivolati in una situazione di povertà e che hanno bisogno di un sostegno per poter ripartire. Per contribuire ad alleviare e contrastare la vulnerabilità, Fondazione Cariplo e Banco dell’energia hanno pubblicato il bando Doniamo energia che intende sostenere interventi in grado di intercettare precocemente le persone e famiglie fragili e favorire la loro riattivazione.

Ad esempio, a livello nazionale, tra le misure di sostegno alla povertà energetica è attivo il bonus gas e luce[6] ma solo il 30-32%[7] degli aventi diritto accede a questa forma di contributo, a causa di scarsa informazione o di difficoltà burocratiche nel presentare la domanda. L’orientamento e l’ottenimento di questo bonus, qualora non fosse già utilizzato dalle famiglie, rientra tra le diverse attività che gli enti stanno portando avanti nei progetti attivati.

La prima edizione del bando Doniamo Energia ha visto l’attivazione di 15 progetti sul territorio lombardo che prevedono di sostenere circa 6.000 persone: i progetti hanno preso il via tra la fine del 2017 e il gennaio 2018 e i primi risultati saranno disponibili per la fine dell’anno. I progetti, oltre a sostenere i beneficiari nel pagamento delle bollette e delle altre spese di prima necessità, cercano di dare risposte più ampie, che tengano conto anche delle problematiche collegate al lavoro e ai legami sociali.

La seconda edizione del bando è in corso di valutazione e i progetti vincitori prenderanno il via nel gennaio 2019.

Per ulteriori informazioni, www.bancodellenergia.it e doniamoenergia@fondazionecariplo.it

Qui la descrizione e i contatti dei progetti attivi della prima edizione.

 

[1] Istat, La povertà in Italia, 2018

[2] Istat, Spese per consumi delle famiglie, 2017

[3] Tra i 17 SDGs, Sustainable Development Goals, segnaliamo in particolare: 1. porre fine ad ogni povertà nel mondo; 2. porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile; 7. assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni.

[4] Rapporto SDGs 2018, Informazioni statistiche per l’agenda 2030 in Italia, Istat, 2018, pag.105

[5] Ibidem, p.33

[6] Dal 1° luglio 2018 è possibile richiedere anche il bonus sociale idrico

[7] Arera, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, rapporto 342/2018/I/com, 21 giugno 2018; i dati si riferiscono al primo semestre 2017 e sono in continuità a quelli relativi al 2015 e 2016.

 

Il 4 dicembre dalle 14 alle 19 presso l'Auditorium BCC MIlano (Via S. Giovanni Bosco 12, Carugate) il grande evento conclusivo degli Stati Generali della Comunità Generativa con interventi di alto livello istituzionale. L'ultima tappa di un percorso identitario che ha attraversato i fondamenti scientifici e la ricchezza delle esperienze di generatività, e ora consente di affermare la forza propulsiva di una comunità. Un evento in cui i protagonisti delle istituzioni lanceranno le sfide a cui le comunità devono rispondere e in cui rinsaldare una visione di futuro. 

Per partecipare all'evento è necessario registrarsi QUI.

Programma 

Saluti istituzionali
Luca Maggioni – Sindaco di Carugate

Interventi Istituzionali
Roberto Fico – Presidente della Camera
Alessandro Fermi – Presidente Consiglio Regionale Lombardia
Giuseppe Maino – Presidente BCC Milano

Creare valore sociale attraverso le comunità
Giovanni Azzone – Presidente Fondazione Comunitaria Milano
Welfare di comunità e innovazione sociale: spunti da Fondazione Cariplo al nostro territorio
Davide Invernizzi – Direttore Area Servizi alla Persona – Fondazione Cariplo

Restituzione dei lavori degli Stati Generali
Silvia de Aloe – Responsabile Scientifico Stati Generali

Valutarsi per dare valore
Giovanna Melandri – Presidente Human Foundation
Un'agenda per la comunità dell'Adda-Martesana
Referenti del costituendo Ambito Distrettuale Adda-Martesana

Modera e conclude
Valerio Pedroni – Portavoce Forum Terzo Settore

APRE – Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea, la Rappresentanza in Italia della Commissione europea – Ufficio di Milano e Fondazione Cariplo, organizzano a Milano, presso il Centro Congressi Fondazione Cariplo, il 4 dicembre (dalle 17 alle 21) un evento pubblico di confronto sul ruolo dello EUROPEAN RESEARCH COUNCIL in HORIZON EUROPE, il prossimo Programma Quadro dell’UE in Ricerca e Innovazione. 

 

La proposta della Commissione Europea sullo strumento non evidenzia cambiamenti evidenti rispetto alla formulazione classica dell’ERC. Dal regolamento si evince infatti una linea di continuità rispetto al passato, mantenendo ben salde le fondamenta classiche dell’ERC: eccellenza, indipendenza e approccio curiosity-driven.

E la comunità italiana in R&I cosa ne pensa? Può lo strumento evolvere ulteriormente e avvicinarsi ai desiderata degli attori nazionali?

Saranno questi gli interrogativi al centro dell’incontro sul programma ERC in Horizon Europe del 4 Dicembre.

 

Il presidente dell’ERC Jean-Pierre Bourguignon ci racconterà la sua visione dello strumento nella prossima programmazione in un’ottica di continuità e/o evoluzione.

 

Una riflessione più ampia è invece richiesta alla comunità Italiana ERC, chiamata a raccontare la prospettiva verso HEU di chi ha vissuto l’ERC: un grantee vincitore, un valutatore e un grant office. Obiettivo dell’evento è appunto quello di contribuire a stimolare un confronto informale che veda da una parte la Commissione, chiamata nei prossimi mesi ad elaborare una proposta finale per Horizon Europe, e dall’altra il sistema nazionale di R&I chiamato ad esprimere, motivare e veicolare le proprie visioni, i propri desiderata e le proprie ambizioni. Prospettiva che servirà da traccia al dialogo tra policy maker per focalizzare l’attenzione della comunità non solo su come dovrebbe essere il nuovo programma ma anche su quali azioni mettere in campo per essere realmente attrattivi e competitivi a livello mondiale. Non si può pero parlare di ERC senza riservare il giusto spazio ai reali protagonisti del cambiamento e dell’eccellenza. Verranno infatti chiamati sul palco alcuni vincitori ERC che racconteranno la loro esperienza, comunicando il valore dell’ERC oltre il progetto stesso.
 

Per partecipare è necessario registrarsi QUI. L'evento verrà trasmesso in diretta STREAMING a questo link

In allegato il programma

Sarà il più grande polo per l’innovazione musicale in Italia, basato sul primo modello a vocazione sociale per la filiera della musica, con un’etichetta indipendente che pensa ai giovani talenti: è questo il dna – unico a livello nazionale e internazionale – di Music Innovation Hub, nato dall’idea e dalla comune visione di tre soci fondatori, OXA / BASE Milano, dove avrà anche sede, Music Management Club e Fondazione Social Venture Giordano dell’Amore, realtà fatta nascere un anno fa da Fondazione Cariplo, molto impegnata su questo progetto insieme a Cariplo Factory, e Musicraiser.

Generazione di valore ad impatto economico e sociale, internazionalizzazione, valorizzazione dei talenti, formazione ed educazione musicale sono i temi portanti attorno a cui si sviluppa la missione di Music Innovation Hub e i suoi principali progetti in avvio. Primi fra questi: Linecheck, la più importante music conference italiana, tra gli appuntamenti centrali della Milano Music Week, quest’anno organizzata per la prima volta da MIH con un programma internazionale e Futurissima, l’etichetta indipendente rivolta ai giovani talenti – almeno 60 nei primi 3 anni – con l’obiettivo di internazionalizzare la migliore musica prodotta in Italia; Open Sound Festival, progetto ufficiale di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, che valorizzerà la musica come bene comune con una rivisitazione dei suoni e delle musiche popolari della tradizione lucana;

Chorus | Music for Social Change, il progetto formativo dedicato alle scuole musicali di Milano e all’educazione musicale sul territorio italiano con interventi di formazione e community building; mentre a BASE Milano verranno inaugurate nel marzo 2019 le nuove MusicROOMS per musicisti e addetti dell’industria musicale.

Alla base di MIH c’è la convinzione che la musica, in tutte le sue forme ed espressioni, sia un fattore determinante per il benessere individuale e la coesione sociale, nonché uno strumento di creazione di valore sociale ed economico. Un mercato, oggi in crescita e ad alto potenziale di sviluppo sia italiano sia internazionale, guidato dalla digitalizzazione e in particolare dall’incremento dello streaming. In Italia si tratta di un settore da 8 miliardi all’anno (dati Camera Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi) mentre all’estero il mercato discografico globale ha segnato un incremento per il terzo anno consecutivo, pari all’8,1% nel 2017 con ricavi totali per 17,3 miliardi di dollari (dati IFPI).

“L’arte è una forte leva di crescita personale e può rappresentare un importante elemento per sviluppare le passioni e creare opportunità di lavoro – dice Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo –. Da anni siamo impegnati in iniziative che rispondano a questi due obiettivi: la musica, è una delle forme artistiche, più adatta a coinvolgere i giovani e a sviluppare le loro passioni. Per questo Fondazione Cariplo non poteva mancare in un’iniziativa del genere, molto coerente con il programma lanciato dalla nostra Fondazione Cariplo Social Venture – Giordano dell’Amore e con le iniziative di Cariplo Factory che in poco più di due anni ha già realizzato oltre 8.500 job opportunities legate alle nuove professioni digitali. Per noi è fondamentale valorizzare i nostri talenti, soprattutto i giovani, e dar loro la speranza di potersi realizzare nel campo che preferiscono, realizzare il loro sogno e sentirsi dentro una comunità, anche attraverso un lavoro che poggia sulle loro passioni”.

Nell’ambito della collaborazione tra MIH e Cariplo Factory che ha dato vita a Linecheck Fast Forward, il 23 novembre è stata inoltre lanciata la Call for Music Innovation, dedicata alle start up e PMI più innovative in ambito musicale. Per candidarsi: www.cariplofactory.it/cosa-facciamo/call-for-music-innovation/

Music Innovation Hub è il primo polo di innovazione, nato con Fondazione Cariplo all’interno di BASE Milano, per incrementare la produzione, la fruizione, l’internazionalizzazione della musica prodotta in Italia attraverso progetti ad impatto sociale. Un progetto scaturito dall’idea e dalla comune visione di tre soci fondatori, OXA / BASE Milano, Music Management Club e Fondazione Social Venture Giordano, realtà fatta nascere un anno fa da Fondazione Cariplo, molto impegnata su questo progetto insieme a Cariplo Factory, e Musicraiser.

Per info: www.musicinnovationhub.org

Il 4 dicembre nell'aula Aula Magna dell'Università degli Studi di Milano la presentazione del XXIV Rapporto ISMU sulle Migrazioni 2018

Programma

9.00 Registrazione dei partecipanti
9.15 Saluti istituzionali

Mariella Enoc Presidente Fondazione ISMU e Vicepresidente Fondazione Cariplo
Massimo Gaudina Capo Rappresentanza Regionale a Milano della Commissione Europea
Nicola Pasini Direttore Scuola di giornalismo Walter Tobagi Università degli Studi di Milano

Introduce e modera Venanzio Postiglione Vice Direttore Corriere della Sera
9.45 Presentazione del Rapporto ISMU 2018
Vincenzo Cesareo Segretario Generale Fondazione ISMU
Gian Carlo Blangiardo Responsabile Settore Statistica Fondazione ISMU
Mariagrazia Santagati Responsabile Settore Educazione Fondazione ISMU
10.45 Cooperazione allo sviluppo e migrazione in Africa
Stefano Manservisi Direttore Generale DG Devco Commissione Europea
11.00 Premio ISMU-Cariplo 2018

Introduce e coordina Laura Silvia Battaglia Giornalista freelance
11.30 Voci e suoni di migrazioni
Lo strappo lettura scenica di Modou Gueye e Khadime Mbengue
M’includo d’immenso creazioni poetiche dal Progetto YEAD-Young European (Cultural) Audience Development
Mirrors of Sham musica di Alaa e Haian Arsheed
13.00 Conclusione lavori

L'evento è gratuito, è necessario iscriversi QUIwww.ismu.org/iscrizioni-xxiv-rapporto-ismu

Il convegno è accreditato all’Ordine Nazionale dei Giornalisti

Francesca ha partecipato al progetto NEETwork dedicato a ragazzi che non studiano e non lavorano. Stefano è stato il suo tutor 

Francesca Nicastro, 26 anni. Collabora con AmbienteAcqua Onlus dove ha svolto il suo tirocinio

A 15 anni ho lasciato gli studi, frequentavo un istituto professionale per parrucchieri, l’evento scatenante è stato un lutto in famiglia ma ero già in una fase un po’ critica in cui andavo male a scuola. Per qualche anno ho aiutato mia madre in casa e a curare un bimbo a cui lei faceva la babysitter. Non mi rendevo conto che era una vita un po’ assurda per la mia età, non pensavo al futuro, o quando ci pensavo mi sembrava lontano. Quando ho compiuto 18 anni ho lavorato qualche mese in un negozio di parrucchiera. Poi ho conosciuto un ragazzo, mi sono trasferita a Vasto e abbiamo avuto una bambina. Ci siamo separati dopo poco e, con mia figlia sono tornata a vivere a Milano dai miei genitori. Avevo 22 anni, nessun diploma e per anni mi hanno proposto solo piccoli lavoretti malpagati che certo non mi davano la possibilità di mantenere me e la bambina, dovevo per forza contare sull’aiuto del mio ex e dei miei genitori. Tramite il progetto NEETwork sono arrivata ad AmbienteAcqua, nel dicembre del 2017. Non so se è stato perché mi sono sentita subito a mio agio, o perché hanno saputo spiegarmi i passaggi nella maniera giusta, ma i compiti che mi affidavano mi piacevano tutti: mi sono occupata dell’archiviazione del materiale, della protocollazione dei documenti, e persino dello smaltimento dell’olio domestico. Facendo un po’ di tutto ho capito che l’ambito che mi interessava di più era quello della segreteria e della contabilità.

Io nella vita sono una persona sempre un po’ incerta, o forse prima lo ero, ma il fatto che loro si fidassero di me, che mi affidassero documenti importanti e responsabilità mi ha dato molta sicurezza. All’inizio ovviamente pensavo ma questa cosa come la gestisco, da dove comincio? però ho sempre cercato di provarci e alla fine il modo si trovava. E ho scoperto che cosa voglio fare “da grande”: voglio diventare contabile. Tra poco inizierò un corso e, nel frattempo, anche se continuo a collaborare con AmbienteAcqua, ho iniziato a lavorare nell’azienda meccanica agricola che mio padre ha appena aperto. È una cosa recente, lui ha sempre lavorato come dipendente anche se il suo sogno era mettersi in proprio, ma la paura di mettere a repentaglio la sicurezza famigliare lo aveva sempre frenato. Io l’ho spinto molto, gli ho detto che avrei seguito io tutta l’amministrazione e ora ci siamo, credo che non sarebbe mai successo se non avessi acquisito le competenze ma soprattutto la fiducia in me stessa che ho ora.

Stefano Oldani, presidente di AmbienteAcqua. È stato il tutor di Francesca

La sede della nostra associazione è a Quarto Oggiaro, in più occasioni avevamo avviato progetti che coinvolgevano i ragazzi del quartiere, una zona di Milano notoriamente molto difficile. NEETwork ci è sembrata subito un’ottima opportunità per aiutare un giovane a uscire da un momento di stallo potendo usufruire di un contributo che per noi che siamo una piccola associazione è molto importante. È arrivata Francesca e ci siamo messi in gioco tutti: io ero formalmente il tutor ma lei di fatto collaborava con tutti i colleghi: le sei persone fisse e i collaboratori. Secondo me è stato importante farle sperimentare tanti compiti fin da subito, darle la possibilità di confrontarsi con diverse mansioni, via via più complesse, anche perché da noi un po’ funziona così: abbiamo dei ruoli, ma non ci tiriamo indietro quando si tratta di fare un'altra cosa. Siamo certi di averle fatto vivere un ambiente accogliente e famigliare, siamo abituati a mangiare insieme, a trattarci senza gerarchie, tutti e da subito, anche Francesca, hanno le password e le chiavi. Poi – e forse questo era un limite ma si è trasformato in una risorsa – essendo un’associazione piccola dove c’è sempre molto lavoro da fare, nessuno di noi ha potuto seguirla costantemente, quindi per forza di cosa le abbiamo lasciato ampi margini di autonomia, che però lei ha giustamente interpretato come fiducia, dopo qualche mese lei faceva acquisti con la carta di credito dell’associazione, perché ci rendevamo conto che Francesca era davvero recettiva. In questi mesi è andata in tutti gli uffici pubblici per portare le richieste di contributi e ha capito benissimo come funzionava la macchina comunale, si è occupata di protocollazioni, rendicontazioni, patrocini. Le prime volte ovviamente era più insicura, poi ha imparato a relazionarsi con i funzionari del Comune. Francesca è stata anche il nostro collegamento con il progetto di Alternanza Scuola – Lavoro che abbiamo avviato con “l’IIS Gerolamo Cardano”, era lei che concretamente seguiva i ragazzi anche se non era la tutor ufficiale. Secondo noi è stato fondamentale nella riuscita del tirocinio un altro elemento: le abbiamo sempre spiegato non solo come andava svolto un singolo compito ma anche perché. Magari a volte ho fatto dei noiosi monologhi ma spiegare chi eravamo, perché avevamo scelto un progetto, perché nello statuto c’era scritto quel paragrafo, l’ha fatta sentire davvero parte dell’associazione, le ha fatto capire che il pezzettino che stava facendo lei era importante. Credo che le competenze relazionali, la terminologia, e naturalmente le competenze gestionali e amministrative che Francesca ha acquisito possano essere spendibili ovunque. Le avevamo già rinnovato il tirocinio ma lei giustamente ha avuto l’occasione dell’azienda che suo padre ha aperto e l’ha colta. Però continua comunque a collaborare con noi qualche giorno alla settimana in ufficio, ora per esempio la nuova persona che si occuperà dell’amministrazione la sta seguendo proprio lei. 

Sono 3 milioni di giovani in Italia a trovarsi in una condizione di Not in Education, Employment or Training (NEET). Ogni anno Fondazione Cariplo e Istituto Toniolo organizza “Neeting” che mira ad alimentare un confronto su dati, analisi e iniziative tra soggetti che si occupano di giovani NEET. Si tratta di un fenomeno particolarmente importante per il nostro Paese, che desta preoccupazione per i costi a livello sociale, economico, personale e psicologico.

Neeting ha cercato di affrontare la questione da punti di vista diversi. Dopo aver inquadrato il problema dei NEET (caratteristiche, cause, implicazioni) nel corso della prima edizione (2016), il convegno si è focalizzato su come il tema venga trattato a livello internazionale e sulle modalità per intercettare e comunicare efficacemente con chi si trova in questa condizione (2017). L’edizione 2018 di NEETING, invece, ha posto al centro della riflessione la “riconoscibilità delle competenze” dei NEET e le “buone pratiche” funzionali alla loro attivazione.

Rispetto all’usuale tasso di disoccupazione giovanile, nei NEET sono compresi tutti i giovani inattivi, non solo i disoccupati in senso stretto. Rispetto alla dimensione (in riferimento alla fascia 15-29 anni), il dato più recente (Eurostat) è quello del 2017, con l’Italia che presenta un valore pari al 24,1%(superato solo dalla Bulgaria, mentre il dato Ue-28 è pari al 13,4%). Le regioni del Nord Italia prima della crisi si trovavano sotto la media europea, mentre oggi si trovano sopra (fa eccezione solo la Provincia autonoma di Bolzano). In larga parte delle regioni del Sud l’incidenza supera il 33%.

La generazione italiana entrata nel mondo del lavoro all’inizio della crisi, in particolare, è cresciuta vedendo aumentare in modo crescente nel tempo il rischio di scivolare in tale condizione. In particolare, era Neet il 21,3% dei 20-24enni nel 2007. Cinque anni dopo (2012) la stessa generazione (25-29 anni) presenta una incidenza salita a 28,8%. Nel 2017, in età 30-34, il dato risulta pari a 29,1%. Il divario con i coetanei europei durante tale decade di vita si è ampliato, era pari a 6,1 punti percentuali nel 2007, mentre risulta di 11 punti percentuali nel 2017. Questo evidenzia la necessità di agire con urgenza sia sullo stock dei Neet accumulato nel tempo (che rischia di diventare un costo sociale permanente), sia di potenziare il percorso di transizione scuola-lavoro e ridurre il flusso di entrata in tale condizione.

Chi sono i NEET

I Neet sono un insieme variegato di persone di cui fanno parte sia giovani in cerca di un’occupazione (attivi), sia giovani non occupati né impegnati nella ricerca di un lavoro (inattivi), con vissuti e background familiari diversi e che esprimono esigenze differenti per età. La composizione dei Neet è molto eterogenea, va dal neolaureato con alta motivazione e alte potenzialità che sta attivamente cercando un lavoro in linea con le proprie aspettative (prima eventualmente di riallinearsi al ribasso con ciò che il mercato offre), fino al giovane uscito precocemente dagli studi, scivolato in una spirale di marginalità e demotivazione. Ma rientrano anche le persone che non hanno un impiego per scelta, perché vogliono prendersi tempo per esperienze di diverso tipo o per dedicarsi alla famiglia.

 “Nel dibattito pubblico il termine Neet è spesso erroneamente fatto coincidere con due estremi di giovani che si trovano nella condizione di “non studio e non lavoro”: quello degli scoraggiati e demotivati (desiderosi di lavorare ma con esperienze negative e carenza di politiche attive di supporto) e quello degli indolenti (poco interessati a impegnarsi nello studio e nel lavoro). Trasformando così l’uso del termine da individuazione oggettiva di una condizione a etichetta negativa sui soggetti in tale condizione – sottolinea Alessandro Rosina, coordinatore dell’indagine Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo – La permanenza nella condizione di NEET tende a produrre nei singoli un effetto corrosivo, come evidenziano i dati dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo, al «non» studio e lavoro tendono ad associarsi anche altri «non» sul versante delle scelte di autonomia, di formazione di una famiglia, di partecipazione civica, di piena cittadinanza. Il fenomeno non va letto solo in termini di costi, ma anche di mancata opportunità del sistema paese di mettere la sua componente più preziosa e dinamica nella condizione di contribuire pienamente alla produzione di crescita presente e futura”.

Progetto NEETwork

Progetto NEETwork è un’iniziativa promossa da Fondazione Cariplo per riattivare ragazzi tra i 18 e i 24 anni in Lombardia che non studiano e non lavorano. Obiettivo del Progetto NEETwork, avviato nel 2015, è sostenere l’attivazione o riattivazione sul piano formativo, professionale e motivazionale della componente più fragile dei Neet, ovvero dei giovani che per svariati motivi hanno precocemente abbandonato gli studi, che si ritrovano esclusi dal mercato del lavoro e che, per una serie di ragioni socio culturali, non riescono ad attivarsi in modo autonomo né ad essere raggiunti efficacemente dalle politiche di emersione disponibili. I destinatari del progetto sono i Neet con età compresa tra 18 e 24 anni, con livello di istruzione non superiore alla scuola secondaria di primo grado (licenza media), disoccupati da almeno 3 mesi. In particolare, l’intervento offre a giovani con tali caratteristiche l’opportunità di svolgere un’esperienza di tirocinio remunerato di 4-6 mesi presso un ente non profit.

Il terzo settore è stato identificato come il soggetto più idoneo, per vocazione e attenzione verso la persona, ad accogliere al proprio interno neet con un profilo di fragilità a cui far sperimentare un percorso di crescita e di acquisizione di competenze specifiche, ma soprattutto trasversali – le cosiddette soft skills – sempre più ricercate e indispensabili all’interno dei contesti lavorativi.

Scopri di più su Progetto NEETwork: www.fondazionecariplo.it/it/progetti/servizi/neetwork.html 

 

 

Da oggi è attivo il sito www.progettosi.eu dedicata al Progetto SI – Scuola Impresa Famiglia, iniziativa nata e finanziata da Fondazione Cariplo con il sostegno di Fondazione Politecnico di Milano in qualità di performing partner. Questo spazio digitale, parte integrante dell’importante programma ideato per promuovere l’istruzione tecnica nel territorio lombardo e nelle provincie di Novara e Verbano-Cusio-Ossola, avrà l’obiettivo di contribuire a creare una community composta da professori e studenti delle scuole coinvolte attraverso la condivisione di materiali formativi ed esperienze laboratoriali.

La piattaforma è stata ideata come un vero e proprio strumento di lavoro. Al suo interno i docenti potranno caricare video, gallerie fotografiche o altri contributi, relativi alle attività didattiche realizzate grazie alle tecnologie donate dal Progetto SI, che andranno ad arricchire le pagine previste per ogni istituto. Inoltre, potranno accedere anche ai materiali, messi a disposizione dalle aziende partner di progetto, che riguardano le strumentazioni fornite.

Questi contenuti saranno visibili anche alle famiglie, che potranno in questo modo essere ancora più presenti nella vita scolastica dei propri figli, amplificando la risonanza del progetto e il suo impatto sul territorio.

Il progetto, in linea con i nuovi scenari in atto nel settore manifatturiero, ha interessato fino a oggi 76 istituti tecnici e oltre 20 imprese leader dell’industria 4.0, con l’obiettivo di dare una risposta concreta alla crescente richiesta di figure tecniche specializzate e allineate con le nuove esigenze del mondo del lavoro. 

Più competitiva perché più giusta: questa è l’Italia di “Coesione è competizione”. Un rapporto che mette in evidenza un legame sostanziale tra competitività economica, qualità dei prodotti, delle vite, dei territori. Due termini che rappresentano la peculiare identità del Paese. Perché c’è un’Italia che resiste e sa essere innovativa, creativa, solidale, collaborativa, vocata alla qualità e alla bellezza. In poche parole resiliente, giusta e competitiva, nonostante la ripresa fatichi a decollare. È l’Italia della coesione, quella che vede le aziende camminare con le comunità, coinvolgere i cittadini e i consumatori, valorizzare e sostenere i lavoratori. Proprio le imprese ‘coesive’ – quelle cioè che intrattengono relazioni strutturate con le altre imprese, le comunità, le istituzioni, i consumatori, il terzo settore, perciò caratterizzate da un elevato grado di networking – hanno una performance economica migliore. Le imprese ‘coesive’ hanno infatti registrato nel periodo 2017-2018 aumenti del fatturato nel 53% dei casi, mentre fra le “non coesive” tale quota si ferma al 36%. Dimostrando una migliore dinamicità anche sul fronte dell’occupazione: il 50% delle imprese coesive ha dichiarato assunzioni in questo periodo, contro il 28% delle altre. Un differenziale di ben 22 punti percentuali, particolarmente accentuato nelle piccole imprese. La stessa situazione avviene per le esportazioni: le realtà coesive hanno aumentato l’export nel 45% dei casi, a fronte del 38% delle non coesive, oltre a essere quelle che hanno nel dna una considerazione maggiore di valori come l’ambiente (il 38% delle imprese coesive contro il 21% delle non coesive nel triennio 2015–2017), la creazione di occupazione e di benessere economico e sociale, gli investimenti in qualità (l’82% delle imprese coesive ha fatto social investment contro il 65% delle altre).

In questo quadro la Lombardia è la prima  Regione in Italia per numero assoluto di imprese coesive, il 22,3% del totale nazionale.

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Queste realtà danno corpo e sostanza a quell’Italia che, sfidando tutti i pronostici, è protagonista europea nell’economia circolare, nella green economy e nella riduzione delle emissioni climalteranti, con primati nel surplus manifatturiero (seconda in Europa solo alla Germania). È quanto emerge dal terzo rapporto “Coesione è Competizione – Le nuove geografie della produzione del valore in Italia” realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere in partnership con Fondazione Cariplo e con Aiccon, IMA, Comieco, Intesa Sanpaolo. Un lavoro che coglie e rappresenta i fattori strategici per la nostra competitività, che si collocano su lunghezze d’onda che gli indicatori economici più diffusi non percepiscono.

«Una buona economia aiuta a superare le paure, le solitudini e le diseguaglianze ed è più competitiva.Adriano Olivetti, aveva ben chiaro come alla base dell’impresa ci fossero innovazione e relazioni: con i lavoratori, le comunità, i territori. Quando l’Italia scommette sui suoi talenti e sulle comunità, quando investe sulla qualità, l’innovazione e la bellezza – spiega il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci –rafforza il suo ruolo nel mondo. Una scommessa ancora più valida oggi in cui paure e disuguaglianze rischiano di dividere e indebolire il nostro Paese. Una sfida in grado di mobilitare lemigliori energie. Un’Italia che fa l’Italia senza lasciare indietro nessuno. Un’economia più a misura d’uomo, di cui parla spesso Papa Francesco, per questo in grado di affrontare il futuro e le grandi sfide che ci attendono come quella dei cambiamenti climatici». 

«Abbiamo aperto una strada innovativa che può portare ad un diverso modello di impresa e ad un nuovo welfare– commenta Giuseppe Guzzetti, Presidente Fondazione Cariplo. Lo dicono i fatti e i numeri. Di fronte a una crisi prolungata come quella che ci ha investiti, il modello delle imprese coesive, indicato da Symbola, unito al modello di welfare sperimentato da Fondazione Cariplo e all’economia circolare altro elemento imprescindibile per lo sviluppo economico, rappresentano le leve di sviluppo. Non è necessario solo un investimento economico ma serve attenzione, relazioni e coerenza come testimoniamo le comunità e come ben rappresenta il nostro modello di welfare».

La situazione in Lombardia 

E’ la Regione prima in Italia per numero assoluto di imprese coesive con 4.670 unità, il 22,3% del totale nazionale. Anche l’indice di disuguaglianza del reddito  fa registrare una ottima performance, attestandosi a 5,5 punti contro una media italiana di 6,3. Un dato che mostra come in Lombardia la distribuzione della ricchezza sia molto equilibrata, senza sbilanciamenti verso la concentrazione o verso l’appiattimento.

Tra i principali fattori che indicano la coesività di un territorio, in Lombardia il 13,8% delle persone svolge attività di volontariato, contro il 10,7% della media nazionale. Sono il 27,8% invece, coloro che partecipano attivamente nella società, contro una media italiana del 24,1%. Tra gli altri indicatori spicca la raccolta differenziata dei rifiuti, che in Lombardia è cresciuta del 19,6% dal 2010, attestandosi oggi al 68,1%, contro una media italiana del 52,5%. Nel numero di occupati irregolari invece la Regione si colloca su valori inferiori rispetto al resto del paese, 10,5% rispetto a una media nazionale del 13,5%.

Sono molti i soggetti che in Lombardia lavorano a favore della coesione territoriale, sostenendo i livelli di competitività del territorio. Tra quelli citati nel rapporto la Fondazione Cariplo, da oltre 27 anni vera e propria fucina di azioni e di pensiero per la Regione e per il Paese. In questi anni, la Fondazione, con la sua azione, ha consentito la realizzazione di oltre 33 mila progetti di organizzazioni non profit, con un impegno di circa 3 miliardi di euro. È il principale ente filantropico in Italia: oltre 1000 progetti sostenuti ogni anno con circa 150 milioni di euro. Tra i progetti la neo-nata MEET, il primo centro Internazionale per la Cultura Digitale con sede a Milano a Cariplo Factory incubatore attivo nelle ex acciaierie Ansaldo che elabora programmi che supportano il talento e la crescita di giovani start up. Anche la Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore è particolarmente attiva nel sostegno alla crescita del Terzo Settore e degli investimenti ad impatto sociale e ambientale in Italia. Tra le realtà più interessanti spicca anche il progetto di welfare territoriale Beatrice, promosso dai Comuni della Valle Seriana e di Scalve, sviluppato all’interno dei Piani Territoriali di conciliazione finanziati dalla Regione Lombardia, con un bacino di 150mila utenti potenziali. Tra i partner, sono presenti, oltre ai Comuni, aziende e soggetti del territorio (Persico Group, Sitip Spa, Fondazione Sant’Andrea RSA, Fondazione Honegger RSA, Acerbis Italia Spa, Modulor Progetti Srl, P.Plast Srl), e la Provincia di Bergamo. I servizi offerti sono legati prevalentemente all’ambito dell’assistenza e della cura (asili nido, spazi gioco, badanti, baby sitter, case di riposo, spese sanitarie), ma sulla piattaforma è possibile richiedere anche servizi legati allo svago e al tempo libero.

Tra le imprese coesive in Lombardia nel rapporto troviamo, inoltre,  Carlsberg Italia, il terzo produttore di birra italiano, all’avanguardia nell’innovazione e sostenibilità.  Il Forum per la finanza sostenibile, unesperienza che punta a  tenere insieme etica e finanza, due mondi considerati lontani e a volte antitetici. Importante è anche Invento Lab, una realtà che opera nella formazione e in particolare nelle scuole con Invento School, che individua percorsi di crescita per i “Green Leaders” di domani.

Distribuzione delle imprese coesive nel territorio italiano

L’indagine effettuata consente di scendere nell’analisi regionale dei dati dalla quale emergono per concentrazione di imprese coesive sul totale nazionale la Lombardia (22,3%), il Veneto (19,0%), l’Emilia-Romagna (14,8%), il Piemonte (9,8%) e la Toscana (6,4%). Partendo sempre dai risultati dell’indagine (riferiti alla totalità delle imprese manifatturiere tra 5 e 499 addetti) si è ottenuta poi l’articolazione della presenza di imprese coesive per regione, ottenendo in tal modo un indice di “coesività” regionale 41. La graduatoria delle regioni stilata in base a tale quota restituisce in testa Friuli Venezia Giulia e Trentino alto Adige (37,4%), seguite da Veneto (36,8%), Sardegna (34,7%), Emilia Romagna (34,3%), Piemonte (33,6%) e Umbria (33,3%), tutte regioni al di sopra della media nazionale (32,4%). Nelle ultime cinque posizioni si collocano invece la Puglia (27,9%), il Lazio (27,4%), la Basilicata (27,1%), il Molise (26,3%) e infine la Calabria (22,2%). Mettendo in relazione i valori della presenza di imprese coesive e quelli del PIL per abitante nelle regioni si coglie una correlazione elevata, e un raggruppamento di regioni comprendente l’intero Nord Est e una regione del Nord Ovest (Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte) per le quali all’elevato livello di presenza di imprese coesive si associa un altrettanto elevato livello di sviluppo economico. Per contro, l’intero Mezzogiorno con l’eccezione della Sardegna e l’aggiunta delle Marche (con valori migliori però di prodotto per abitante) va a collocarsi nel quadrante corrispondente alla presenza di imprese coesive inferiore alla media e PIL pro capite anch’esso al di sotto della media nazionale. Il Nord Ovest si presenta nel complesso a maggior sviluppo e minore presenza di imprese coesive, mentre le regioni del Centro si distribuiscono in modo più difforme.

coesione Symbola
Top five – Classifica delle regioni italiane per presenza assoluta di imprese coesive

Fonte: Fondazione Symbola, Unioncamere – Coesione è Competizione  2018

Il rapporto completo su: www.symbola.net

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