Lunedì 5 marzo alle ore 17.00 a Milano, presso le Gallerie d’Italia – Piazza della Scala 6 si terrà la presentazione del libro di Diritto del Patrimonio Culturale di C. Barbati, M. Cammelli, L. Casini, G. Piperata e G. Sciullo. Introduce Cristina Chiavarino, Direttore Area Arte e Cultura di Fondazione Cariplo
Intervengono Guido Greco, Università degli Studi di Milano, Alberto Roccella, Università degli Studi di Milano, Marco Edoardo Minoja, Segretariato Regionale del MiBACT per la Lombardia, Modera Giovanni Puglisi, Presidente Università IULM. In sala saranno presenti gli autori. 
Si prega di confermare la propria presenza scrivendo a comunicazione@fondazionecariplo.it. A conclusione dell’incontro, è prevista una visita guidata alla mostra "L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri".

L'impegno per la cultura di Fondazione Cariplo

Fondazione Cariplo promuove un ambizioso programma di affiancamento alle istituzioni culturali, articolato in quattro grandi sfide che hanno obiettivi complementari e sinergici e che riguardano l’ambito del patrimonio culturale e quello delle attività artistiche e culturali.                                                                                                          

  • Innovazione culturale e impresa giovanile
  • Patrimonio culturale e sviluppo locale
  • Sostenibilità della cultura e internazionalizzazione
  • Partecipazione culturale e coesione sociale

Lo scorso anno Fondazione Cariplo ha sostenuto nell'ambito dell'Arte e Cultura 548 progetti con oltre 41 milioni di euro. Per il 2018 il budget previsto è di oltre 34 milioni di euro

Nasce a Milano MEET, il primo Centro Internazionale per la Cultura Digitale. Un progetto che vede la luce grazie all'unione di due storie straordinarie, quella di una istituzione filantropica come Fondazione Cariplo, che da ventisei anni sostiene la crescita del territorio e il benessere delle persone che lo abitano, e quella di Meet the Media Guru, piattaforma di idee ed eventi diretta da Maria Grazia Mattei che, dal 2005, indaga il tema dell’innovazione e del digitale come crocevia per la cultura, l’economia e le professionalità del nostro tempo.
MEET nasce come impresa sociale con la missione di contribuire a colmare il divario digitale nel nostro Paese, nella convinzione che l’innovazione sia un fatto culturale, prima ancora che tecnologico e che la diffusione della cultura digitale favorisca non solo la crescita dell’economia, ma anche delle opportunità e del benessere per tutti i cittadini.
La scelta di fondare il centro nel cuore del capoluogo lombardo chiarisce fin da subito il fortissimo legame con la città, per il suo ruolo strategico nel processo di innovazione del Paese. Il centro ambisce, infatti, a fare di Milano un punto di riferimento per la Cultura Digitale anche sulla scena internazionale.
MEET si impegna a diffondere il digitale con un focus permanente sull’arte e la cultura, esponendo gli italiani – con particolare attenzione ai giovani e giovanissimi – all’incontro con coloro che a livello mondiale indagano e anticipano la trasformazione che stiamo vivendo.
Per MEET l’approccio è sempre esperienziale e immersivo, com’è nella storia di Meet the Media Guru, e favorisce il confronto, la co-creazione e la disseminazione di soluzioni di successo, secondo i principi dell’inclusione e della partecipazione, cardine anche dell’azione filantropica e sociale di Fondazione Cariplo.
 

Il Centro

MEET è un laboratorio creativo aperto ai milanesi e a tutti coloro che, in Italia e nel mondo, condividono l’idea che il digital divide non sia un problema di natura tecnologica, ma culturale. Avrà una sede fisica nell’ex Spazio Oberdan che Fondazione Cariplo ha acquisito allo scopo dalla Città Metropolitana di Milano: 1200 metri quadrati nello storico palazzo di Porta Venezia, affacciato con le sue vetrine su una piazza e un quartiere che ben rappresentano la tradizione, il dinamismo e l’evoluzione della città. Lo spazio ora ospita e continuerà a ospitare la Fondazione Cineteca Italiana con cui MEET svilupperà un piano di iniziative coordinate.
In rete, MEET trova casa in un sito tutto nuovo meetthemediaguru.org che consente di navigare nel vasto patrimonio artistico e culturale dei materiali prodotti dal 2005 ad oggi da Meet the Media Guru.
Il sito è esso stesso una piattaforma di sperimentazione dove video, immagini, parole, linguaggi, storie si intrecceranno tra loro con la partecipazione di tutti gli artisti, dei pensatori e della community di oltre 60mila persone che dal 2005 segue con passione e grande partecipazione le iniziative di Meet the Media Guru. Una community destinata a crescere fino a oltre 200mila persone in 5 anni.
MEET può già da ora contare sulla sua ricca rete internazionale di oltre cento personalità di altissimo profilo che in questi anni hanno conosciuto e apprezzato il lavoro di disseminazione svolto da Meet the Media Guru. Nel programma di MEET sono determinanti anche il confronto e la co-creazione di progetti insieme a numerosi partner internazionali, primo fra tutti George Brown College di Toronto e il suo Institute without Boundaries specializzato in progettazione partecipata e nel nascente Innovation Exchange dove MEET già dispone di un ufficio per uno scambio continuo di idee e progetti.

Linee di intervento 

L’attività del MEET mette sempre al centro i contenuti e si sviluppa attraverso 4 linee di intervento multidisciplinari e aperte al contributo di tutti: innanzitutto la content zone, ovvero un laboratorio creativo che sperimenta nuovi linguaggi e offre prodotti multimediali, format e servizi innovativi. Grande importanza avrà la research and innovation zone dove metter a fattor comune il meglio della ricerca internazionale per indagare l’impatto della cultura digitale sulle comunità. L’education zone, attraverso corsi, masterclass, workshop e percorsi esperienziali coinvolge persone di età, competenze e interessi diversi e promuove la digital literacy nel nostro Paese, superando un approccio puramente abilitante alle competenze digitali. Infine la showcase zone, la piattaforma che eredita la produzione di Meet the Media Guru a partire dal 2005 e la rilancia attraverso nuove mostre, conferenze, esibizioni in Italia e non solo. 

Programma

In attesa dell’inaugurazione dello spazio fisico, MEET lancia subito una serie di appuntamenti e iniziative con un programma che, nei prossimi mesi, esplora temi come l’intelligenza artificiale, l’innovazione culturale, la blockchain e l’health innovation attraverso incontri ed esperienze diffuse fra Milano e il mondo.
Il 9 aprile al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano si tiene la prima lecture immersiva alla Meet the Media Guru con il guru statunitense dell’intelligenza artificiale applicata al mondo del giornalismo, Francesco Paulo Marconi.
Il 16 maggio a Milano con il canadese Corey Timpson, Vicepresidente del Museum of Human Rights di Win-nipeg, per parlare di accessibilità e inclusive design per mostre, musei e beni culturali.
La diffusione della cultura digitale sul territorio si amplificherà grazie alla partecipazione a eventi co-creati: si parte con Exhibitionist, il programma di Fondazione Fiera Milano realizzato in stretta partnership con Meet the Media Guru che il 9 marzo propone una serata speciale dedicata al transmedia storytelling nell’ambito di Tempo di Libri. Protagonista è Eddie Newquist, ideatore di mostre di grande successo sugli universi crossmediali di Harry Potter, Il Trono di Spade e Le Cronache di Narnia.
Si prosegue con la Milano Digital Week promossa del Comune di Milano che, dal 15 al 18 marzo, ospiterà un’installazione originale pensata ad hoc per raccontare il Centro. 
Prima tappa estera sarà il Digifest di Toronto, dal 26 al 28 aprile, per valorizzare l’innovazione italiana all’estero. Meet the Media Guru è ancora una volta protagonista del festival, che quest’anno vedrà lo speech di apertura di Giorgia Lupi, esperta di information design. In Canada si svolgerà, inoltre, la terza edizione di Future Ways of Living, il format dedicato alla progettazione di soluzioni per il futuro, che quest’anno sarà focalizzato sui cambiamenti nel mondo del lavoro.

Obiettivi in cinque anni

  • 500.000 persone coinvolte nelle attivià del MEET

  • 200.000 iscritti alla community

  • 50 partnership e progetti internazionali sviluppati

Fondazione Cariplo presenta le attività che la vedranno impegnata nel 2018 e il rinnovato racconto di una storia che affonda le sue radici nel 1816. Dagli archivi storici infatti emerge la notizia che nel 1816, più di 2 secoli fa, esisteva già un organismo filantropico, che nel 1818, cioè, esattamente 200 anni fa, prese il nome di Commissione Centrale di Beneficenza, lo stesso appellativo con cui oggi viene chiamato l’organo di indirizzo della Fondazione.   

RIVEDI L'INTERVENTO DEL DIRETTORE GENERALE SERGIO URBANI

Non solo numeri, ma storie di persone, quelle che ogni anno sono protagoniste e beneficiano di oltre 1000 progetti – che la Fondazione nel 2018 sostiene con un budget di oltre 184 milioni di euro – che sono state al centro del 22  febbraio,  organizzato in collaborazione con il Piccolo di Milano, e al quale hanno preso parte il Presidente Giuseppe Guzzetti, il Direttore Generale Sergio Urbani, il professor Francesco Zurlo del Politecnico di Milano, e Barbara Costa, direttrice dell’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo 

RIVEDI L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE GIUSEPPE GUZZETTI

Il racconto dell’attività filantropica 2018 si fonde con la presentazione del lungo percorso che ha portato ad un nuovo brand della Fondazione e alla scoperta di una storia che parte da lontanissimo. 

Si apre un anno importante, di fatto l’ultimo anno completo di gestione da parte degli attuali organi in carica, – spiega Giuseppe Guzzetti presidente di Fondazione Cariplo  un anno con numerose attività ed impegni. Apriamo quest’anno in un modo nuovo, recuperando in modo significativo la nostra tradizione, anche con la presentazione di un nuovo logo, ricordando, dopo un percorso durato più di un anno, che quello che facciamo oggi è la trasposizione professionale e moderna di valori che affondando le proprie radici oltre 200 anni fa. Non possiamo e non dobbiamo dimenticarci chi siamo e da dove veniamo. Io guardo, ancora e sempre, avanti. Guardo a quelle migliaia di bambini che non hanno un'alimentazione sufficiente, sono addirittura milioni in tutta Italia quelli che vivono in un contesto di povertà educativa e culturale. Penso ai giovani senza lavoro, a quelli che si sono persi, sfiduciati, che non studiano e non cercano più un'occupazione. Penso a coloro che invece hanno una grande voglia di mettere la loro intraprendenza e competenza al servizio dell'innovazione e della ricerca scientifica. Penso alle famiglie che cercano casa, alle periferie e al loro grande potenziale di rigenerazione, delle relazioni oltre che delle infrastrutture. La cultura: questo è l'anno del Patrimonio Culturale Europeo, quanto abbiamo fatto per valorizzare il nostro patrimonio e quanto ancora abbiamo da fare; non sarà mai finita, perché il nostro patrimonio non è fatto solo di monumenti ed opere d'arte, ma di individui, donne, uomini, ragazzi, bambini e anziani che come patrimonio più importante hanno quello di sentirsi parte e partecipi di un processo di cittadinanza che ormai va oltre i confini nazionali. Educazione e cittadinanza: due parole chiave anche per la salvaguardia del nostro patrimonio ambientale. Penso alle persone che vivono ai margini, e che solo le comunità vive possono tenere ancorate alla vita. Penso agli anziani. Saranno, anzi dico saremo, sempre di più; ma anche in questo caso non dobbiamo avere paura: le comunità e la ricerca scientifica, oltre che la programmazione nelle politiche sociali, sono in grado di far trascorrere la vecchiaia in modo dignitoso, perfino utile. Gli anziani, ma più in generale tutte le persone, vanno viste come risorse. Se le vediamo come un problema non possiamo guardare avanti, ma nemmeno indietro.  Guardare costantemente al quotidiano, vivendo alla giornata, e non avere prospettive, in ogni campo, è la cosa peggiore. Situazioni molto simili a quel contesto di oltre 200 anni fa, in cui muoveva i primi passi la Commissione centrale di beneficenza, che raccoglieva fondi per aiutare la popolazione bisognosa. Ricordare la storia da un lato significa che i problemi sono ricorrenti, dall’altro che c’è sempre stato chi se n’è fatto carico, c’è ancora e sempre ci sarà”.  

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Il presidente Guzzetti sul palco con Dario Bolis, direttore della comunicazione 

Il percorso di rebranding  

Nel giugno del 2016 Fondazione Cariplo ha avviato una profonda attività di analisi che ha portato ad una nuova rappresentazione identitaria, un nuovo brand. Si è trattato di un percorso inusuale, che è partito dal basso, con l’ascolto di persone che dall’esterno hanno offerto, attraverso il loro punto di vista, un mosaico di percezioni e di suggerimenti. E’ stata attivata una collaborazione con il Politecnico di Milano: il professor Francesco Zurlo e i suoi giovani collaboratori hanno condotto il processo, che ha visto il coinvolgimento di più di 120 tra stakeholder, dipendenti e organi della Fondazione. L’obiettivo era di offrire una chiave di racconto più in linea con quello che di fatto oggi la Fondazione Cariplo è: vicina alle persone con la propria attività filantropica quotidiana.  

Al termine del percorso di analisi, a giugno 2017, sono stati coinvolti alcuni giovani studenti di design ai quali è stato chiesto di proporre suggestioni e ipotesi di un’identità visiva che rispondesse da un lato alle necessità istituzionali della fondazione, dall’altro di poter offrire modalità di racconto con nuovi linguaggi comunicativi, a partire dal brand. Parallelamente è stata incaricata la società Inarea, come advisor tecnico, in affiancamento al gruppo di lavoro del Politecnico, con il compito di raffinare le proposte dei giovani creativi per dare poi struttura e organizzazione al sistema di identità della Fondazione 

La volontà era di far interpretare la modernità e l’istituzionalità a coloro i quali guardano oltre il presente: i giovani, per definizione. Nell’autunno 2017, le proposte sono state condivise a vari livelli, all’interno di Fondazione Cariplo, fino alla decisione in Consiglio di Amministrazione. Tutte le ipotesi che sono state presentate si sono concentrate sullo sviluppo del monogramma, quasi ad identificare un modo semplice quanto efficace per individuare un tratto distintivo, oltre che grafico: un nome ed un cognome, come si usa fare anche tra le persone. L’anello di congiunzione tra la modernità, l’istituzionalità e la tradizione è il motto in latino che campeggia in evidenza: TUTE SERVARE, MUNIFICE DONARE. Conservare con cura per donare con generosità, che rappresenta perfettamente e sintetizza quello che la Fondazione Cariplo fa: conserva un patrimonio, lo mette a reddito, e ne trae le risorse economiche per svolgere l’attività filantropica, in modo moderno e professionale. A tutto ciò è stata collegata un’altra chiave di lettura che recupera le vere radici della Fondazione, che non stanno nella Banca, com’è l’opinione comune, ma in un organismo che già operava a Milano nel 1816, e che di lì a poco, proprio nel 1818, cioè esattamente 200 anni fa, si sarebbe chiamata Commissione Centrale di Beneficenza. Fu questo organismo che, successivamente, nel 1823 fece nascere la Cassa di Risparmio delle Province Lombarde. Quasi a dire che… è nata prima la Fondazione che la Banca, l’attività filantropica piuttosto che quella di sportello. Un modo semplice per rovesciare la percezione di quello che oggi fa la Fondazione, che affonda le sue radici in un contesto fatto di povertà, proprio come oggi. 

RIVEDI L'INTERVENTO DEL PROF. ZURLO

 

TUTE SERVARE MUNIFICE DONARE 

Le origini della Commissione Centrale di Beneficenza, nata col nome di “Commissione centrale per dar lavoro ai poveri” risalgono al 1816, il tristemente noto “anno senza estate” (o “senza sole”). Nel 1815 l’esplosione in Indonesia del vulcano Tambora innescò un disastro ambientale dalle ripercussioni globali che ebbe la sua massima portata nel biennio 1816-1817, quando il crollo generalizzato dei raccolti provocò una enorme carestia: si trattò, in un certo senso, della prima emergenza “globale” con cui la storia contemporanea venne in contatto, forse l’ultima grande carestia che colpì l’intera Europa. 

RIVEDI L'INTERVENTO DELLA DOTTORESSA BARBARA COSTA

Come reagire a un contesto tanto catastrofico, dalle ripercussioni sociali potenzialmente devastanti?  Le modalità di intervento e le scelte di principio – solidarietà sociale, sussidiarietà fra pubblico e privato, autonomia decisionale dell’ente – alle quali nel 1816 si ispirarono il governo austriaco, da poco re-insediato, e soprattutto il patriziato lombardo “illuminato”, possono fornire anche oggi elementi validi per una riflessione sulle energie politiche, economiche e culturali che si sprigionarono all’interno della società per reagire a questa straordinaria emergenza. 

I progetti elaborati dalla Commissione in quel lontano 1816 avevano come obiettivo primario quello di creare posti di lavoro (e quindi mezzi di sostentamento) destinati a coloro che la crisi aveva portato all’indigenza. In un biennio si concessero mutui senza interesse ai comuni di tutto il territorio lombardo per promuovere opere pubbliche che permisero di dare lavoro oltre 16.000 persone; si elargirono inoltre ai comuni i fondi per edificare nuove case di lavoro volontario (le cosiddette case di ricovero e d’industria), mentre solamente a beneficio dei cosiddetti “inabili al lavoro” venivano progettate delle case di ricovero con il precipuo obiettivo di limitare il fenomeno dell’accattonaggio. 

Attraverso la Cassa di Risparmio, i cui utili, a partire dal 1860, vennero in larga parte ‘restituiti’ in beneficenza al territorio di riferimento, il circuito virtuoso risparmio/beneficenza trovò un formidabile slancio: le erogazioni, elargite ininterrottamente per un lunghissimo lasso di tempo, hanno infatti contribuito in modo rilevante alla creazione di un complesso sistema assistenziale che ha inciso in modo profondo e duraturo su alcune infrastrutture portanti della società lombarda (ospedali, asili, strutture assistenziali per i poveri in primis). 

Alcuni esempi: del 1903 è la costituzione del Fondo ospedali che di fatto finanziò una complessa ristrutturazione del sistema ospedaliero lombardo attraverso uno stanziamento di ben nove milioni di lire di allora, incrementato di altri 25 milioni per il quadriennio 1911-1914 “per la soluzione effettiva della questione ospedaliera”. Attraverso il Fondo Umberto principe di Piemonte, nel 1905 si promossero la costruzione e sistemazione degli asili infantili, finanziandone la ristrutturazione e le spese di gestione e contribuendo a creare una capillare rete di ricoveri dove le madri lavoratrici, per lo più operaie, potevano collocare i propri bambini. Più recentemente, del 1965 fu la costituzione della Fondazione Opere Sociali della Cariplo che finanziò numerose strutture assistenziali e di primo rifugio rivolte in primis agli emigranti (in particolare quelli che arrivavano al nord dal su dell’Italia) e agli studenti, anche provenienti dai paesi in via di sviluppo.

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Continua l’impegno di Fondazione Cariplo per la rivitalizzazione delle aree interne promossa dal programma AttivAree, sempre partendo dai giovani. Fino al 16 aprile sono infatti aperte le iscrizioni per la terza edizione di ReStartAlp, il Campus residenziale gratuito organizzato in partenariato con Fondazione Garrone che si svolgerà dal 18 giugno al 28 settembre 2018 a Premia, nella provincia del Verbano Cusio Ossola15 i posti disponibili per giovani under 35 che abbiano un’idea imprenditoriale o una startup nelle filiere tipiche delle Alpi: in particolare agricoltura, gestione forestale, allevamento e agroalimentare, artigianato, turismo e cultura. Con un’offerta formativa ricca e concreta, che comprende didattica frontale, laboratorio di creazione d’impresa, esperienze in azienda e testimonianze, i partecipanti saranno affiancati da un team qualificato di docenti, esperti e professionisti dei principali settori dell’economia alpina.

Premiazione ReStartAlp 2017

Si svolgerà giovedì 22 marzo a Milano – a partire dalle ore 10.30 presso lo Spazio Open, in Via Monte Nero 6 – l’evento di premiazione dei tre migliori progetti imprenditoriali della seconda edizione di ReStartAlp, l’incubatore d’impresa per giovani aspiranti imprenditori del territorio alpino, promosso da Fondazione Cariplo e Fondazione Edoardo Garrone. In questa occasione sarà inoltre presentata l’edizione 2018 del Campus, dedicato a 15 giovani under 35 che vogliano avviare un’attività nelle filiere produttive tipiche delle Alpi: agricoltura, gestione forestale, allevamento e agroalimentare, artigianato, turismo e cultura.

Per approfondire i temi della rivitalizzazione e della riqualificazione delle terre alte italiane attraverso iniziative di sostegno alle progettualità dei giovani, porteranno la propria esperienza quattro imprenditori attivi nelle aree interne del nostro Paese: Bruno Bossini, fondatore de La malga va in città e manager di rete di AttivAree Valli Resilienti; Carlo Fenaroli, vice presidente del Consorzio Cascina Clarabella, partner del progetto AttivAree Valli Resilienti; Federico Rial, socio fondatore di Paysage à Manger e partecipante all’edizione 2016 di ReStartAlp; Enrico Togni Rebaioli, viticoltore di montagna. A conferma dello straordinario potenziale delle aree interne, vero e proprio laboratorio di innovazione sociale, interverrà infine Filippo Tantillo, coordinatore scientifico del team di supporto al Comitato Nazionale per le Aree Interne.

Condurrà l’evento il giornalista Luca Martinelli.

Si prega di confermare al numero 010/8681530 o scrivere a info@restartalp.it.
Come ogni anno Fondazione Cariplo aderisce a M’illumino di Meno! Quest’anno Caterpillar e Radio2 dedicano M’illumino di Meno alla bellezza del camminare e dell’andare a piedi. Perché sotto i nostri piedi c’è la Terra e per salvarla bisogna cambiare passo.
Entro il 23 febbraio 2018, giorno di M’illumino di Meno quattordicesima edizione, vogliamo simbolicamente raggiungere la luna a piedi e sono 555 milioni di passi: c'è bisogno del contributo di tutti. Per partecipare all'iniziativa Fondazione Cariplo ha organizzato per i dipendenti una passeggiata (o corsa per i più sportivi) al Parco Montanelli di Milano, e un pranzo condiviso. Un gesto simbolico in questa giornata che sottolinea un impegno quotidiano verso l'ambiente che la Fondazione porta avanti da decenni. Dal 2008 al 2018 abbiamo sostenuto oltre 2 mila progetti nel settore Ambiente per circa 150 milioni di euro nei comuni della Lombardia e delle province di Novara e Verbania.

Fondazione Cariplo in particolare crede fermamente nella mobilità sostenibile e nell’importanza di andare a piedi per sperimentare in prima persona come un semplice comportamento possa contribuire alla creazione di un territorio più vivibile. La mobilità sostenibile è uno dei temi al centro dell’azione dall’area ambiente. Tra gli interventi più interessanti vi è il progetto Siamo nati per camminare dell’ Associazione Genitori AntiSmog, che abbiamo sostenuto in diverse edizioni e che dal nel 2017 ad oggi ha coinvolto complessivamente oltre 60 mila studenti delle scuole primarie di Milano. Per una settimana genitori e alunni delle scuole primarie iscritte vengono invitati a recarsi a scuola in modo sostenibile a piedi , in bicicletta e con i mezzi. Inoltre Sentieri metropolitani 2.0 di Trekking Italia un bellissimo progetto che vuole tracciare sentieri metropolitani per un trekking alternativo, per recuperare il rapporto tra spazio urbano e cittadini che vi abitano o vi transitano e per comprenderne le emergenze e la mutazione continua dell’ambiente costruito. Camminare per riconoscere la metropoli, i suoi abitanti, il tessuto e la proposta culturale, le esperienze e le eccellenze che esprime. In particolare le aree ai margini della città metropolitana hanno bisogno di una nuova ridefinizione simbolica che permetta loro di non sentirsi a traino di un centro sempre più piccolo e lontano, ma semmai nodi di una realtà policentrica, ricchi di storie che definiscono l’identità complessa della metropoli. E il progetto “MAPpatura dell’Università degli Sudi di Milano con l’obiettivo di mappare l’inquinamento atmosferico nei pressi di una scuola elementare, al fine di individuare dei percorsi ideali casa-scuola che permettano una minore esposizione degli studenti ad alcuni elementi dannosi per la salute, quali il Black Carbon e il biossido d’azoto (NO2). 

Garantire una Politica Agricola Comunitaria (PAC) più equa e attenta alla sostenibilità ambientale dei processi produttivi, Promuovere l’adozione di una Common Food Policy che integri gli aspetti ambientali con quelli legati alla salute e alla riduzione dei rifiuti alimentari, Imparare dalle buone partiche locali:  questi alcuni dei temi discussi durante la quinta edizione di “Metropoli agricole” che si è svolta a Milano il 31 gennaio, nella prestigiosa Aula Magna dell’Università Statale di Milano.

RIVEDI IL CONVEGNO 

L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Cariplo, in collaborazione con il network di associazioni ambientaliste #CambiamoAgricoltura (Lipu, ISDE, AIAB, Associazione per l’ agricoltura biodinamica, FAI, FederBio, Legambiente, Pronatura e WWF), l’Università degli Studi di Milano, il Politecnico di Milano, Forum Cooperazione e Tecnologia (FCT), CIA Agricoltori Italiani e la Società Italiana di Economia Agraria ha visto la partecipazione di alcuni dei protagonisti della discussione relativa al rinnovo della Politica Agricola Comunitaria.

Il sottotitolo “Uno sforzo collettivo per un’agricoltura sana, equa e sostenibile” dà il senso dell’ampio dibattito che si è generato dopo le tre eccellenti relazioni iniziali di Olivier De Schutter (IPES Food), Ariel Brunner (Birdlife) e Claudio Celada (LIPU, #CambiamoAgricoltura). La tavola rotonda sulla “PAC che vorremmo” ha visto interagire funzionari europei e nazionali, l’assessore regionale all’agricoltura, associazioni agricole e ambientaliste, ricercatori ed esperti. Se comuni a tutti appaiono gli obiettivi generali di un’agricoltura più sana e resiliente ai cambiamenti climatici, non sempre coincidenti sono le soluzioni proposte in relazione agli strumenti (ad es. modalità di attribuzione dei pagamenti diretti o di gestione dei rischi).

La sessione pomeridiana del convegno è coincisa con la chiusura ufficiale del progetto Bioregione che, per circa cinque anni, ha impegnato i dipartimenti ESP e DISAA dell’Università degli Studi e DAsTU e ABC del Politecnico di Milano. L’auspicio, emerso dagli interventi di Bocchi, Spigarolo, Scudo, Longo e Corsi) è che l’approccio e gli esiti della ricerca presentati durante il convegno e gli strumenti realizzati possano essere valorizzati nelle scelte di gestione delle amministrazioni pubbliche e nella pianificazione territoriale in un processo di riconoscimento del valore delle filiere locale in termini di impatto ambientale, sociale e di salute. Sono seguiti gli interventi di David Fanfani (Università di Firenze) e Giulio Vulcano (ISPRA), che hanno enfatizzato rispettivamente il ruolo della programmazione territoriale e la necessità di modificare i sistemi alimentari su base locale, ecologica e solidale al fine di ridurre lo spreco. Nella tradizione di Metropoli Agricole sono state infine presentate delle best practice “metropolitane” sostenute dalla Fondazione Cariplo nell’ambito del suo impegno nella promozione di un’agricoltura più sostenibile in ambito urbano e periurbano: tra questa il “campo palestra” sulla coltivazione di riso a Morimondo condotto da FCT su terreni della Fondazione Ca’ Granda (interventi di Marisa Cengarle e Achille Lanzarini).

Lo sport strumento di crescita, integrazione, prevenzione del disagio sociale giovanile, diffusione di una cultura della non violenza, elemento essenziale di corretti stili di vita. Lo sport per il rispetto degli altri e delle regole, autodisciplina, abitudine alla fatica e all’impegno, cooperazione all’interno della squadra, accettazione della sconfitta, capacità di gestire le difficoltà e i problemi. Lo sport, inoltre, per superare le differenze, siano esse linguistiche, religiose, culturali, sociali e creare contesti in cui può essere favorito il dialogo e l’accoglienza. Per questo Fondazione Cariplo e Regione Lombardia lanciano anche quest'anno il bando #Sport, un'occasione per crescere insieme. 

Obiettivo del bando è la promozione e la valorizzazione della pratica sportiva tra bambini e giovani attraverso il supporto di interventi sviluppati all’interno di una collaborazione tra le organizzazioni che si occupano di formazione ed educazione e le realtà sportive del territorio.

Si intende sostenere sul territorio lombardo la realizzazione di progetti che siano in grado, da un lato di ricomprendere a pieno titolo lo sport nei percorsi di crescita e, dall’altro, di massimizzare le capacità dello sport di veicolare contenuti educativi. Tali interventi dovranno essere rivolti a:

  • bambini e giovani di età compresa tra i 6 e i 19 anni (laddove il progetto preveda il coinvolgimento delle scuole del secondo ciclo e di giovani frequentanti percorsi di istruzione e formazione professionale della Regione Lombardia, potranno beneficiare degli interventi anche studenti di età superiore);
  • bambini e giovani con disabilità di età compresa tra i 6 e i 25 anni.

Lo sport è considerato un elemento centrale nella crescita delle persone, sia perché rappresenta un fattore di prevenzione e promozione del benessere psico-fisico e un elemento essenziale di corretti stili di vita, sia perché contribuisce a sperimentare in modo diretto valori ritenuti importanti soprattutto nelle fasi di sviluppo dei bambini e dei ragazzi: rispetto degli altri e delle regole, autodisciplina, abitudine alla fatica e all’impegno, cooperazione all’interno della squadra, accettazione della sconfitta, capacità di gestire le difficoltà e i problemi. Lo sport, inoltre, permette di superare le differenze, siano esse linguistiche, religiose, culturali, sociali e di creare contesti in cui può essere favorito il dialogo e l’accoglienza.

Il bando, con scadenza il prossimo 30 marzo,  mette a disposizione 1,6 milioni di euro a sostegno di progetti che avvicinino bambini e adolescenti alla pratica sportiva di base e contrastino il fenomeno del drop out sportivo nell’ambito di un percorso formativo-educativo finalizzato alla loro crescita personale e all’adozione di stili di vita attivi permanenti attraverso la diffusione della cultura del movimento e dello sport o promuovano lo sport come strumento di inclusione e integrazione sociale, di superamento del disagio e di promozione del benessere psico-fisico personale.

Target dell’intervento sono bambini e giovani di età compresa tra i 6 e i 19 anni e bambini e giovani con disabilità di età compresa tra i 6 e i 25 anni.
Le richieste di contributo dovranno essere presentate da un partenariato minimo di due soggetti, con sede legale o operativa in Lombardia, composti da almeno un’organizzazione non profit in rappresentanza del mondo sportivo e un ente pubblico o un’organizzazione privata non profit che abbia finalità formative e/o socio-educative.

Riparte l’attività 2018 di Fondazione Cariplo con "Storie di persone. Dal 1816". Nuove attività, nuove iniziative, una scoperta aprono il 2018: Fondazione Cariplo esisteva già nel 1816. Due secoli di filantropia, storie di persone e generositàI Bandi 2018 per la Cultura, il Sociale, l’Ambiente e la Ricerca Scientifica sono già on line, per un’attività filantropica complessiva che per l’anno in corso mette a budget 184 milioni di euro a sostegno dei progetti. 

Fondazione Cariplo presenta le attività che la vedranno impegnata nel 2018 e il rinnovato racconto di una storia che affonda le sue radici nel 1816Dagli archivi storici infatti emerge la notizia che nel 1816, più di 2 secoli fa, esisteva già un organismo filantropico, che nel 1818, cioè, esattamente 200 anni fa, prese il nome di Commissione Centrale di Beneficenzalo stesso appellativo con cui oggi viene chiamato l’organo di indirizzo della Fondazione.   

Non solo numeri, ma storie di persone, quelle che ogni anno sono protagoniste e beneficiano di oltre 1000 progetti – che la Fondazione nel 2018 sosterrà con un budget di oltre 184 milioni di euro – saranno al centro dell’evento in programma al Centro Congressi Cariplo di Via Romagnosi, il 22  febbraio, dalle 10.30 alle 12.30, organizzato in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano, e al quale prenderanno parte il Presidente Giuseppe Guzzetti, il Direttore Generale, Sergio Urbani, il professor Francesco Zurlo del Polidesign di Milano, e la storica Barbara Costa 

Il racconto dellattività filantropica 2018 si fonderà con la presentazione del lungo percorso che ha portato ad un nuovo brand della Fondazione e alla scoperta di una storia che parte da lontanissimo.

L'appuntamento è alle 10,30 al Centro Congressi Fondazione Cariplo in Via Romagnosi 8 Milano. L'evento è SOLD OUT ma sarà trasmesso in STREAMING a questo link: bit.ly/StoriediPersoneStreaming 

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