Le imprese culturali del futuro saranno presentate martedì 29 e mercoledì 30 novembre. Una due-giorni realizzata all’interno del Progetto iC-innovazioneCulturale di Fondazione Cariplo. Un programma che collabora con tante realtà del mondo dell’innovazione, della cultura e della creatività come Cariplo Factory, Fondazione Fitzcarraldo, BASEMilano, Make a Cube, TAG Innovation School, Polidesign di Milano, Bookrepublic, Meet the Media Guru, cheFare. La formula della due giorni è quella collaudata delle scorse edizioni: presentazione affidata a Filippo Solibello, pichting sessions per i 30 team selezionati da tutta Italia che racconteranno le loro idee al pubblico e ad una giuria composta da esponenti del mondo culturale, digitale e imprenditoriale.
Due ospiti di eccezione apriranno le due giornate Achille OrsenigoeMatteo Caccia.
Achille Orsenigo, sociologo e psicologo specializzato in psicologia del lavoro, approfondirà il tema imprenditorialità, rischio e pensiero, spiegando come affrontare, nell’ambito di un’impresa, le situazioni di incertezza e la paura del fallimento non solo con la razionalità ma mettendo in gioco anche il proprio lato emotivo.
Matteo Caccia, attore teatrale e conduttore radiofonico, fonderà il suo intervento sull’idea che tutti possiamo scrivere un Manuale di Istruzioni per l’uso utile al proprio percorso personale grazie alle esperienze di vita degli altri. Racconterà poi la storia vera di Alain Bombard, l’uomo che in campo nautico ha immaginato quello che nessun altro aveva provato ad immaginare e lo ha messo in atto contribuendo alla ricerca e all’innovazione.
I 30 team presenteranno la loro idea e l’impresa che vi stanno costruendo intorno. La Giuria darà il suo responso e poi di nuovo tutti a lavorare per presentare la proposta finale per maggio 2017.
Appuntamento a Base Milano, via Bergognone 34, Milano ore 9.30
Si terrà il 23 novembre alle ore 14.30 a Palazzo Turati, Via Meravigli, 9/b, Milano, storica sede della Camera di Commercio, l’edizione 2016 del convegno “Metropoli agricole”. Promosso dalla Fondazione Cariplo per il quarto anno consecutivo, a testimonianza del sempre vivo interesse e impegno per le tematiche legate alla sostenibilità dell’agricoltura e al presidio del territorio, il convegno esplorerà il ruolo dell’agroecologia nei sistemi agroalimentari urbani e peri-urbani, attraverso il confronto tra casi-studio nazionali e internazionali ed esperienze maturate nel territorio di riferimento della Fondazione. Ne parleranno: Xavier Sans Serra (Università di Barcellona e Agroecology Europe), Molly Anderson (Middlebury College USA e IPES Food), Giosuè De Salvo (Mani Tese e Coordinatore EXPO dei Popoli 2015), Paolo Bàrberi (Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Agroecology Europe), Giuseppe Vergani (DES Brianza).
Ingresso libero e gratuito previa registrazione a questo link >http://bit.ly/2eCQj6I. Traduzione simultanea.
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Due giorni dedicati al fenomeno dei NEET –Notin Education, Employment or Training- giovani che non partecipano a percorsi di istruzione o formazione e nemmeno stanno svolgendo un’attività lavorativa, si sono svolti fra dibattiti, dati e progetti concreti. In particolare nella seconda giornata di convegno Fondazione Cariplo ha presentato i risultati del progetto NEETwork avviato nel 2015 in partenariato con Fondazione Adecco, Istituto Toniolo, CGM – Mestieri Lombardia e in collaborazione con Regione Lombardia.
Il Progetto NEETwork vuole contribuire all’attivazione di quei giovani dai 18 ai 24 anni, con un titolo di studio non superiore alla licenza media inferiore, disoccupati da almeno 6 mesi, che per svariati motivi hanno precocemente abbandonato gli studi e che si ritrovano esclusi dal mercato del lavoro perché privi di adeguate qualifiche o esperienze professionali. Dimostrare che di fronte a questo fenomeno preoccupante c’è un modello che può funzionare concretamente e che in questo caso poggia sulla disponibilità delle organizzazioni non profit ad accogliere questi ragazzi: questo è NEETwork.
I risultati del progetto
A un anno dalla presentazione dell’idea sono stati fatti grandi passi in avanti. Lancio della call pubblica, raccolta di circa 500 posizioni di tirocinio da parte si oltre 230 organizzazioni non profit, intercettazione e aggancio dei giovani, colloqui da parte delle agenzie per il lavoro e degli psicologi, matching con le organizzazioni. E soprattutto avvio dei primi 100 tirocini.
“Un paese che si definisce civile – ha detto Giuseppe Guzzetti, Presidente Fondazione Cariplo – non può accettare un livello di disoccupazione giovanile come quello che abbiamo oggi in Italia. Ma c’è una fascia di giovani ancora più debole, ed è quella dei NEET, per i quali la nostra Fondazione ha strutturato un progetto rivolto a mille giovani, partito un anno fa, sta dando risposte concrete, con ragazzi che vengono inseriti nelle organizzazioni non profit. Le loro storie sono significative e fanno ben comprendere come fosse la loro vita prima di aderire a questo progetto, è come oggi stia cambiando la loro prospettiva e fiducia verso il futuro. Questo è Progetto NEETwork: un progetto che recupera questi ragazzi finiti in un angolo. Non è un’iniziativa che risolve il problema, ma certamente una buona pratica che segna una via su come si possa cominciare a farlo”.
Il contesto
Secondo i dati raccolti nei primi sei mesi del 2016, sono circa 2,2 milioni in Italia, i Neet, cioè i ragazzi che non studiano e non lavorano (Not in Education, Employment or Training). La Lombardia con 260.000 Neet è la terza regione per presenza di giovani in tale condizione. Circa il 40% dei Neet 15-29enni ha un titolo di studio pari o inferiore alla scuola secondaria di primo grado (licenza media), tale quota sale al 42% tra il 15-24enni. Di fronte a questo fenomeno appare evidente la necessità di mettere in campo alleanze, responsabilità e strategie nuove in grado di aggredire il problema e contrastarne la continua crescita.
A chi si rivolge
Il progetto NEETwork si rivolge a 1.000 neet lombardi appartenenti alla fascia più fragile ovvero giovani con età compresa tra 18 e 24 anni, con livello di istruzione non superiore alla terza media, disoccupati da 6 mesi e con scarse o nulle esperienze professionali. Ragazzi che rischiano di perdersi.
Come li abbiamo trovati? Anche grazie a facebook
Sono giovani così sfiduciati che non vanno nemmeno più a portare un cv alle agenzie o non lo spediscono. Sono “fantasmi”, ma molto attivi su facebook; li abbiamo scovati e contattati attraverso i social, quasi un’operazione di intelligence a fin di bene, ovviamente. Un ruolo fondamentale lo hanno rivestito anche le mamme e le nonne che hanno risposto all’appello per loro e a cui Fondazione Cariplo si è rivolta con una campagna social dedicata dopo aver ricevuto moltissime telefonate di richieste di informazioni sul progetto. Le mamme si sono dimostrate reattive nello spingere i loro ragazzi ad attivarsi, anche questo ha funzionato ed è stato importante. Oltre alle campagne Facebook rivolte ai giovani e alle loro mamme, che hanno dimostrato l’efficacia di raggiungere i ragazzi con strumenti a loro più vicini, un numero significativo di neet è stato indentificato grazie alle banche dati dei centri per l’impiego e di Adecco.
Come funziona
Fondazione Cariplo, in partenariato con CGM-Mestieri Lombardia, Istituto Toniolo e Fondazione Adecco, ritiene l’alleanza con le organizzazioni del terzo settore un elemento imprescindibile alla realizzazione di questo progetto e ha chiesto agli enti non profit lombardi di collaborare affinché possano offrire a questi giovani un’opportunità concreta, mettendo a disposizione un’esperienza rimotivazionale attraverso un tirocinio remunerato di 4-6 mesi presso le proprie realtà con l’obiettivo di reinserirlo nel mercato del lavoro a partire da imprese non profit
I risultati a oggi
Sono già oltre 230 le organizzazioni non profit che sino ad ora hanno messo a diposizione del progetto circa 500 posizioni di tirocinio retribuito. I tirocini attivati sono circa 100 a fronte di un numero significativamente superiore di giovani contattati, molti dei quali rinunciano chi già dalle prime fasi, chi lungo il percorso di presa in carico. Infatti, i giovani coinvolti nel progetto presentano un profilo eterogeneo in molti casi con componenti di fragilità (personali, familiari, di insuccesso scolastico) che richiedono un lungo e complesso lavoro da parte degli operatori delle agenzie per il lavoro volto ad identificarne le passioni, farli riflettere sull’opportunità che si presenta loro, motivare i più sfiduciati e in molti casi “inseguirli” nonostante l’interesse precedentemente dichiarato. Per contro non mancano esperienze di riscatto di giovani che, una volta inseriti all’interno delle organizzazioni, reagiscono con entusiasmo e si mettono in gioco.
Raccontare in modo innovativo e semplice i progetti sostenuti dall'Area Ricerca Scientifica di Fondazione Cariplo e supportare i ricercatori vincitori dei bandi nella comunicazione del loro lavoro e nella relazione con la società: questi gli obiettivi da cui è nato il progetto Storie di questo mondo realizzato in collaborazione con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano e Meet the Media Guru. Gli ingredienti di Storie di questo mondo sono un’infografica interattivaanimata, che ripercorre l’attività dell’Area Ricerca Scientifica di Fondazione Cariplo dal 2000 ad oggi, e sedici brevi video-interviste ai ricercatori vincitori dei bandi promossi nel 2015.
In 16 anni di lavoro l’Area Ricerca Scientifica di Fondazione Cariplo ha sostenuto 1627 progetti suddivisi in 5 macro aree (Agroalimentare; Ambiente e biotecnologie; Scienza e società; Fisica, chimica e ingegneria; Biomedicina) per un totale di 250 milioni di euro stanziati. L’infografica interattiva di Storie di questo mondo elabora e trasforma questi numeri in un vero e proprio contenuto narrativo da esplorare a piacimento.
Lo scienziato è storyteller: lo dice la UE
Il cuore dell’infografica è la timeline animata suddivisa per anni e aree tematiche. Dentro a ciascun anno si trovano i progetti, che sono rappresentati da micro-particelle. La loro dimensione corrisponde all’ammontare finanziato, il colore alla macro area di riferimento. La navigazione è interattiva: cliccando dentro ogni particella è possibile scoprire di più su ciascuna ricerca; per alcuni progetti, è disponibile una video-intervista al ricercatore che l’ha condotta.
Con le interviste – tutte disponibili sul profilo YouTube di Fondazione Cariplo nella playlist #CariploScienza – gli scienziati diventano storyteller del loro lavoro. Stando ad una recente direttiva dell’Unione Europea, chi fa ricerca oggi deve coinvolgere la società, offrendo informazioni sul proprio lavoro e ascoltandone le istanze in un flusso osmotico continuo. Prima in Italia, l’Area Ricerca Scientifica di Fondazione Cariplo ha adottato questo indirizzo europeo, vincolando la possibilità di finanziamento allo sforzo comunicativo. In questa direzione è andato il workshop formativo Comunicare la Scienza ideato e ospitato dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia e dedicato ai progetti vincitori dei bandi 2015.
A caratterizzare Storie di questo mondo è un taglio comunicativo diretto e empatico e l’utilizzo di un visual design innovativo, il cosiddetto Interactive Infographic, al cui concept ha collaborato Meet the Media Guru insieme a un folto team di visual designer, content curator e videomaker. Nelle prossime settimane (12/13 novembre; 26/27 novembre; 3/4 dicembre) Storie di questo mondo vivrà nei laboratori A tu per tu con la ricerca promossi dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia e aperti al pubblico. I workshop avranno per protagonisti i ricercatori vincitori dei bandi 2015 promossi dall’Area Ricerca Scientifica di Fondazione Cariplo nelle rinnovate veste di comunicatori.
L’hashtag ufficiale del progetto è #CariploScienza.