È la prima consultabile su smartphone, pc o tablet, ma si può scaricare anche nell’innovativa versione ePub per l’utilizzo senza un collegamento Internet: la prima Guida digitale ai fondi comunitari è on line sul sito www.guidaeuroprogettazione.eu. Completamente pubblica, gratuita e in continuo aggiornamento, è stata realizzata grazie al contributo di Fondazione Cariplo, Fondazione CRT, Fondazione CRC e il patrocinio dell’Acri.
Da oggi, enti, associazioni, organizzazioni e tutti i soggetti del territorio che vogliono partecipare a bandi europei, avranno a disposizione una “bussola” digitale per orientarsi nel complesso sistema dei fondi UE fino al 2020: più di 200 miliardi di euro gestiti direttamente dalla Commissione europea attraverso 12 grandi programmi e oltre 440 miliardi (di cui 42,7 per l’Italia) di fondi a gestione indiretta (i cosiddetti “fondi strutturali”), a cui si aggiungono i cofinanziamenti di Stato e Regioni (28,4 miliardi nel nostro Paese). La capacità di intercettare questa mole di risorse per il nostro territorio, però, è decisamente bassa: lo dimostrano, ad esempio, i dati 2015 del programma “Europa Creativa/Cultura”, dai quali emerge come la percentuale di successo dell’europrogettazione italiana sia inferiore al 9%: solo 9 progetti su 101 presentati dall’Italia sono stati selezionati per la cooperazione su piccola scala, con un tasso di successo dell’8,9%; questa percentuale scende addirittura al 6% per la cooperazione su larga scala, dove sono stati scelti solo 2 progetti sui 33 presentati dall’Italia.
La Guida è uno strumento pratico-operativo a supporto dell’europrogettazione: di facile consultazione, verrà aggiornata in tempo reale, e conterrà anche gli interventi che le fondazioni coinvolte hanno all'attivo nell’ambito della progettazione europea. Il video tutorial qui sotto ne presenta i contenuti in modo semplice e sintetico.
Non solo. La
Accanto ad essa, che raffigura nelle dimensioni monumentali della pittura di storia un episodio quotidiano descritto con finezza nei dettagli più minuti e toccanti, sono proposte due tele purtroppo abitualmente costrette nei depositi. La prima è il Ritratto di Giuditta Pasta in «Nina o sia la pazza per amore»,1829, omaggio a una cantante allora osannata in tutta Europa. Il dipinto, che raffigura Giuditta Pasta nella scena in cui raccoglie un mazzo di fiori attendendo invano il suo amore perduto, per la somiglianza dei tratti del volto, la finezza della resa sentimentale, la ricchezza pittorica è un saggio significativo delle capacità ritrattistiche di Molteni: “avrebbesi detto tu vivi con essa” scrisse dell’opera un critico contemporaneo.