Dieci anni di sfide e obiettivi raggiunti. Ha appena festeggiato il suo decimo compleanno il Parco Tecnologico Padano di Lodi, il primo Parco Tecnologico Italiano che opera nei settori dell’agroalimentare, della bioeconomia e delle scienze della vita. Una realtà scientifica di assoluto livello internazionale, per la quale Fondazione Cariplo, nel corso del tempo, ha stanziato oltre 13 milioni di euro, che hanno contribuito non solo a far nascere e a consolidare l’organizzazione, ma anche a finanziare progetti specifici. Nel Parco hanno sede centri di ricerca privati, un incubatore di impresa, un business park e il Polo di Eccellenza per le Biotecnologie promosso da Regione Lombardia, con il sostegno degli Enti Territoriali, di Fondazione Cariplo e dell'Università degli Studi di Milano. Il PTP ospita anche il CERSA, il Centro Ricerche e Studi Agroalimentari, che si occupa di ricerche genomiche innovative su vegetali e animali. Accanto a queste, una sezione dedicata in modo specifico alla cooperazione internazionale mira a facilitare la condivisione dei risultati ottenuti attraverso gli studi sia con i paesi tecnologicamente più avanzati, sia con quelli in via di sviluppo.

Cosa puoi trovare al Parco Tecnologico Padano?
  • PTP – RICERCA

    Il PTP, grazie ai suoi programmi di ricerca e alle quattro Core Facilities – Genomica, Chimica, Citofluorimetria, Bioinformatica – promuove l’innovazione nei settori agroalimentare, della bioeconomia e della biomedicina

    300+ pubblicazioni – 90+ progetti – 500+ network di ricerca – 44 paesi

  • PTP – IMPRESA

    Il PTP ospita al suo interno Alimenta – acceleratore, incubatore e spazio attrezzato – per far crescere gli aspiranti imprenditori nel settore agroalimentare e delle scienze della vita.

    28 team – 29 milioni € raccolti – 46 nuove imprese – 650 aziende nel network

  • PTP – SERVIZI

    Il PTP è in grado di fornire assistenza nella predisposizione e gestione di progetti di ricerca e sviluppo e nella formazione del personale.

    100+ clienti – 90+ progetti – 4 piattaforme tecnologiche – 650+ business network

 

Casa, cura, protezione, ascolto, comprensione, supporto, fiducia: di questo hanno bisogno le madri che rischiano di abbandonare i loro figli. E questa è l'assistenza che la Family House offre sul territorio lombardo, aprendo le sue porte 24 ore su 24. Ogni donna che viene accolta riceve attenzioni speciali, grazie a un programma in 3 livelli: 3 gradini che conducono alla scoperta di sé, del proprio ruolo e del proprio bambino. Appena arrivata, una donna è accolta in una Comunità Mamma-Bambino con operatori presenti giorno e notte. Dopo circa un anno passa in un Appartamento di semi autonomia e viene seguita per qualche ora al giorno da un educatore. Una volta riappropriata delle sue forze e fiducia, va in un Appartamento di Alta Autonomia, incontra qualche volta gli operatori e si occupa della sua formazione professionale oltre che, naturalmente, della crescita del proprio bambino. 
Questa è la testimonianza di un'operatrice dell'Associazione Ai.bi. Amici dei Bambini: 24 ore su 24 disponibile per aiutare le mamme e i bambini in condizioni di fragilità. 

“Pronto? Avete un posto per una mamma con il suo bambino?”

"La vera emergenza? E’ l’Italia! Me lo ripeto ogni giorno … e la mia “normale” giornata di lavoro inizia alle 8 del mattino e finisce … non si sa mai quando finisce! Ieri però è stato un giorno davvero speciale, e vale la pena di raccontarlo.  A volte capita che fai ogni sforzo possibile e purtroppo ti trovi davanti a dei muri insormontabili. Altre volte invece, come per incanto, tutto va nella direzione giusta e, in 24 ore, riesci a realizzare un sogno. Anzi due!”
Inizia così il diario di una delle operatrici Ai.bi. che segue le strutture di accoglienza (“Non voglio comparire col mio nome”, spiega. “Questo è il resoconto della mia giornata, ma è praticamente identico a quello dei miei colleghi. Qui la squadra è tutto!”).
"Oggi non mi sono accorta del tempo che passava. Fuori è già buio, diluvia, spengo il computer, prendendomi già qualche appunto per domani. Sono stanchissima e non vedo l’ora di essere a casa. Verso le 10 di sera squilla il telefono: è una chiamata di emergenza. C’è bisogno di un pronto intervento. Una mamma con il suo bambino ha bisogno di una collocazione immediata. La mamma è una ragazzina molto giovane e ha grossi problemi con i suoi genitori che non hanno accettato la gravidanza. L’ospedale in cui ha partorito ha cercato di trovare una soluzione per favorire il suo rientro a casa, ma non c’è stato nulla da fare. Tante paure, tanta sofferenza, ma la ragazza è molto determinata: vuole fare la mamma, nonostante tutto. Il neonato e la sua mamma hanno bisogno di ricevere subito le giuste cure e attenzioni, bisogna fare qualcosa immediatamente. Non può tornare a casa, è spaventata, non sa dove andare. Vengono subito consultati i servizi,  parte un giro di telefonate. Qui in Ai.Bi. la squadra è pronta: quando c’è un’emergenza tutti siamo reperibili e tutti entriamo in azione, ciascuno con il suo compito. Abbiamo da pochi giorni finito di allestire gli spazi di una nuova comunità: è bella, c’è ancora l’odore fresco di pittura. Possiamo aprirla subito? Stanotte? Adesso? Ovviamente sì, è la risposta. Raggiungo la casa, verifico di persona, tutto è pronto e l’accoglienza della mamma e del suo bambino è immediata. Vedere il sollievo sul viso di quella donna, cancella tutta la stanchezza di questa notte insonne. 
Torno a casa soddisfatta e crollo addormentata. La sveglia suonerà fra meno di quattro ore, alle otto. Peccato che, un quarto d’ora prima, a svegliarmi è … il telefono! Piazza di una grande città, sotto i cartoni, hanno trovato a ripararsi dal freddo e dalla pioggia una mamma con il suo piccolino. Mi immagino la scena, il terrore nei loro occhi, per essere stati scoperti, per non avere un altro posto dove stare. In pochi minuti sono pronta e operativa. Intanto i carabinieri e i servizi sono già attivi, la squadra di Ai.Bi. risponde anche questa volta all’appello. Andiamo a prenderli e accompagniamo la mamma con il suo bambino in Comunità Mamma Bambino. Qui potranno avere una propria camera calda. Qui potranno lavarsi e mangiare seduti a tavola, qui potranno sentire di essere accolti! 
Sono solo le 11 del mattino e mi sembra di aver vissuto un mese, non 24 ore. Non possiamo permetterci di fermarci nemmeno un attimo". 

Approfondisci: Sostegno per la famiglia e prevenzione dell'abbandono nella Family House

Nel 2013, grazie ad una donazione testamentaria, Ai.Bi. è diventata proprietaria di una palazzina che, ristrutturata grazie anche al sostegno della Fondazione Cariplo, è diventata la ‘Clinica per la Cura dell’Abbandono’ in grado di fornire servizi a 360° a sostegno della famiglia e dell’accoglienza di minori e mamme in difficoltà. Un progetto unico in Europa, nell’ambito del Sostegno alla Famiglia, della Prevenzione e della Cura dell’Abbandono. Un intervento che mette al centro la salute del cuore e dell’anima, del bambino e della famiglia. 
La struttura è stata totalmente ristrutturata, ha aperto a luglio e viene presentata il 1' dicembre 2015. 

I servizi per le mamme e i bambini in difficoltà

  • 1 Culla per la Vita
  • 2 nuove Comunità Mamma-Bambino
  • 1 Appartamento di Semi Autonomia
  • 1 nuovo Appartamento di Alta Autonomia
  • 1 Consultorio Familiare e Centro Servizi per le Famiglie
  • 1 Centro di Formazione per Famiglie e Operatori
  • 1 Spazio neutro per l’incontro tra i bambini e le famiglie d’origine
  • 1 Foresteria per i volontari Ai.Bi. e le famiglie bisognose d’aiuto

[si ringrazia Ai.bi. per testi e foto] 

Il 1 dicembre 2015, presso la sede di Fondazione Cariplo, è stata virtualmente inaugurata la Family House di Ai.Bi-Amici dei Bambini, la prima struttura in Europa dedicata a rispondere a 360 gradi ai problemi dei bambini abbandonati e delle loro famiglie naturali, adottive e affidatarie.

Questa innovativa “clinica per la cura dell’abbandono”, che non ha potuto organizzare una vera e propria inaugurazione per ragioni di privacy e tutela dei minori ospitati, è nata grazie ad una sinergia che rappresenta di per sé un unicum: finanziatori istituzionali come Fondazione Cariplo e grandi aziende del calibro di Artsana, L’Oréal, IKEA, Hotpoint, Subito.it, Terna, UPS, hanno scelto di fare rete tra loro nell’accoglienza dei più indifesi e della prevenzione di ogni forma di violenza di cui troppo spesso sono vittima giovani mamme con i loro bimbi.

Family House offrirà una serie di interventi sinergici e complementari: una Culla per la Vita; due Comunità Mamma-Bambino; un appartamento di Semi Autonomia e di Alta Autonomia, un Consultorio Familiare e un Centro Servizi per le Famiglie; un Centro di Formazione per Famiglie e Operatori; uno Spazio neutro per l’incontro tra bambini e famiglie d’origine e una Foresteria per i volontari Ai.Bi e le famiglie bisognose d’aiuto.

Sono oltre 30.000 i minori che in Italia stanno crescendo senza famiglia. Quasi 170 milioni nel mondo. Ogni anno, circa 3000 neonati vengono rifiutati al momento della nascita, e di questi solo 400 vengono salvati perché abbandonati nella sicurezza degli ospedali: degli altri, si perde traccia o la si ritrova troppo tardi.

Per contro, il numero di famiglie disponibili all’affido e all’adozione è in continuo calo (queste ultime, ad esempio, diminuiscono di 500 all’anno), anche alla luce dell’isolamento, della mancanza di supporto qualificato, della paura che l’abbandono porta con sé.

 “Le persone in difficoltà – commenta Giuseppe Guzzetti, Presidente Fondazione Cariplo – sono in testa ai nostri pensieri, soprattutto quando le vittime di abbandono sono bambini e mamme. Non possiamo lasciarli soli, ma cerchiamo di garantire ai più piccoli il diritto all’infanzia, sostenendoli nella costruzione del loro futuro”.

Da quasi 30 anni, Amici dei Bambini lavora per far sì che ogni bambino possa essere “figlio” – afferma Marco Griffini, Presidente di Ai.Bi – Dare vita a questa struttura è per Ai.Bi. un’enorme soddisfazione: si tratta di un progetto ambizioso e unico a livello europeo nell’ambito del sostegno alla famiglia e della prevenzione e cura dell’abbandono. Qui il dolore viene accolto, compreso, lenito e aiutato a guarire: al centro del progetto, ci saranno sempre la salute del cuore e dell’anima dei bambini e la loro “Fame di Mamma”. “Fame di Mamma” è anche il nome della campagna di Amici dei Bambini che prenderà il via il 6 dicembre, con l’obiettivo di raccogliere fondi a sostegno della Family House e delle altre strutture di accoglienza sul territorio italiano.

Parte la terza edizione di C to Work, un percorso gratuito di formazione e orientamento rivolto a donne in cerca del primo impiego, o attualmente fuori dal mercato del lavoro, che aspirano a reinventare la propria  professione. Ideato dall’Associazione Piano C con il contributo di Fondazione Cariplo, C to Work, giunto ormai alla terza edizione, si svilupperà tra gennaio a marzo 2016 proponendo una vasta gamma di attività per arricchire e consolidare le proprie competenze professionali, soprattutto sul lato “digital”. Gestione dei social media, storytelling, web marketing, gestione di contenuti web e video, public speaking, personal branding,… Questi sono solo alcuni dei temi che verranno affrontati durante il corso, che offrirà inoltre momenti di networking, collegamenti con il mondo delle imprese e la possibilità di mettere meglio a fuoco le proprie aspirazioni. C to Work, in più, assegnerà alle partecipanti uno stimolante progetto operativo sul quale cimentarsi: un luogo “ibrido”, che rappresenterà la “chiave” per mettere in moto e rendere visibile chi è alla ricerca di un’occupazione.

Grazie al sostegno di Fondazione Cariplo, il corso, del valore di 4.000 euro, sarà gratuito, e comprenderà:

  • l’utilizzo del coworking di Piano C (e del cobaby)
  • l’inserimento nella community di Piano C
  • il coaching di gruppo
  • il tutoring per il progetto operativo
  • gli incontri con il mentor e il manager di ispirazione per il team di lavoro
  • uno spazio dedicato sul sito Piano C per raccontare la propria esperienza e rendersi visibili al mercato
  • una valutazione pre e post percorso delle competenze acquisite

Per presentare la propria candidatura è necessario compilare il questionario su www.pianoc.it. Non è richiesta nessuna formazione specifica: l’opportunità è rivolta a tutte. Il bando scade il 23 dicembre 2015.

Per ulteriori informazioni
Kibra Sebhat – kibra.sebhat@pianoc.it – 333 8262492

Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa che rientra nella famiglia dei disordini del movimento. In Italia si contano circa 230.000 pazienti. Le attuali terapie controllano i sintomi che interessano il movimento, mentre manifestazioni secondarie attinenti al declino cognitivo sono meno controllabili. Non disponiamo al contrario di una cura definitiva per questa patologia altamente invalidante e la maggior parte delle Regioni italiane non ha sviluppato uno specifico percorso diagnostico-terapeutico assistenziale.

Nell’ambito di un Bando dedicato alla ricerca sulle patologie legate all’invecchiamento, Fondazione Cariplo sostiene iniziative volte a chiarire i meccanismi alla base della patologia, con l’obiettivo di identificare approcci terapeutici e preventivi. #FondazioneCariplo

Il 28 novembre si celebra la Giornata nazionale della malattia del Parkinson. Conosciamo meglio tre progetti importanti per la ricerca contro questa malattia, sostenuti da Fondazione Cariplo.

c-Rel una proteina utile per la cura del Parkinson

Marina Pizzi, Professore Associato di Farmacologia, Dipartimento di Medicina Molecolare e Traslazionale dell’Università degli Studi di Brescia

La malattia di Parkinson è una malattia degenerativa che colpisce parti del cervello coinvolte nel controllo del movimento e della postura. Dopo l’Alzheimer, la malattia di Parkinson rappresenta la principale malattia neurodegenerativa associata all’invecchiamento ed è il principale disturbo del movimento. Ha una prevalenza dell’ 1% nella popolazione al di sopra i 65 anni e del 5% oltre gli 85 anni. Nel 5% dei casi la malattia ha cause genetiche, ma nel 95% dei casi si presenta in forma sporadica. Si calcola che almeno 200.000 persone in Italia e 1.200.000 in Europa siano affette da malattia di Parkinson. Questi numeri sono destinati ad aumentare dal momento che nei prossimi 20 anni il numero di persone over 65 raddoppierà raggiungendo il 33% della popolazione. Alterazione del linguaggio, disturbi del sonno, stipsi e incapacità a percepire gli odori, sono spesso disturbi precoci che anticipano la malattia. I sintomi motori classici sono la lentezza dei movimenti, il tremore a riposo, in particolare delle mani e degli arti, la rigidità muscolare, le alterazioni della postura e la perdita di stabilità. Con la progressione della malattia il volto diviene inespressivo, compare la difficoltà a deglutire e diventa inevitabile il ricorso alla sedia a rotelle. Alla base di questi sintomi c’è la perdita dei neuroni dopaminergici della sostanza nera cerebrale, ma le cause di questa degenerazione non sono ancora note. Si ritiene che una combinazione di fattori genetici e ambientali possa essere responsabile della malattia.

Per la cura del Parkinson bisogna mirare a proteggere i mitocondri cerebrali dai radicali ossidativi che si liberano durante la produzione di energia cellulare. Una proteina in grado di farlo è stata recentemente scoperta nel Dipartimento di Medicina Molecolare e Traslazionale dell’Università di Brescia. Questa proteina si chiama c-Rel e quando non funziona compaiono, con l’invecchiamento, tutti i principali segni della malattia: ridotta formazione di dopamina cerebrale, difficoltà nel mantenere la postura, rallentamento, rigidità e compromissione della coordinazione motoria. Lo studio bresciano, al quale hanno collaborato i laboratori delle Università di Verona, Cagliari, Cambridge e Cornell di New York, rivela che bloccando l’espressione della proteina c-Rel, alcuni topolini perdono i neuroni della sostanza nera all’età di 18 mesi (all’incirca i nostri 60 anni). Inoltre, proprio come nei nostri anziani affetti da malattia di Parkinson, i sintomi di questi topolini migliorano con il trattamento farmacologico a base di L-DOPA. La proteina c-Rel dimostra quindi di essere un fattore che conferisce resistenza all’invecchiamento e buona salute ai neuroni della sostanza nera.

Gli studi proseguono nei laboratori del Dipartimento di Medicina Molecolare e Traslazionale, in collaborazione con la Clinica Neurologica dell’Università di Brescia, l’IRCCS Ospedale San Camillo di Venezia e la PD UK Brain Bank di Londra, per analizzare le alterazioni di c-Rel nei pazienti colpiti dalla malattia di Parkinson. Il fine è capire se un difetto nella funzione di questa proteina rappresenti un fattore di rischio per lo sviluppo della malattia con l’avanzare dell’età, e diventare un target per nuove terapie già identificate ma ancora in fase di ricerca. Un risultato preliminare e incoraggiante è la recente identificazione di questo difetto nelle cellule del sangue e nei cervelli dei pazienti affetti da Parkinson. Lo studio su un numero sempre più ampio di soggetti, e direttamente sui cervelli, rivelerà il seguito di questa promettente ricerca.

La degenerazione dei nervi automatici: analisi su 300 pazienti

Alberto Albanese, Responsabile UO Neurologia Istituto Clinico Humanitas

La malattia di Parkinson è una malattia neurologica degenerativa che progredisce lentamente nel tempo. È stato calcolato che il 25-30% di questi pazienti sviluppa nel tempo un decadimento cognitivo fino alla comparsa di demenza in un periodo compreso tra 5 e 10 anni dopo l’insorgenza dei sintomi parkinsoniani. Non esistono attualmente marcatori clinici o biologici che permettano di prevedere quali di questi pazienti siano destinati a sviluppare decadimento cognitivo. Vi sono indizi scientifici che la degenerazione dei nervi autonomici (le fibre nervose destinate a controllare gli organi interni) sia un fenomeno che precede lo sviluppo di decadimento e demenza nella malattia di Parkinson. La ricerca finanziata da Cariplo ha per oggetto proprio la verifica di questa ipotesi, mediante lo studio prospettico di una coorte di pazienti con malattia di Parkinson, che verranno sottoposti ad esami di laboratorio e di neuroimmagini per individuare precocemente la comparsa di degenerazione dei nervi autonomici. I pazienti saranno sottoposti periodicamente a valutazioni del sistema nervoso autonomo, per identificare la sofferenza di tali nervi, ed a valutazioni cognitive, al fine di identificare l’eventuale comparsa di demenza. La ricerca sarà svolta presso l’Istituto Clinico Humanitas in collaborazione con l’Istituto Neurologico Carlo Besta e l’Istituto Scientifico San Raffaele.

I meccanismi molecolari responsabili dell'insorgenza del Parkinson

Fabrizio Gardoni, Associate Professor, Dept. Pharmacological and Biomolecular Sciences

La malattia di Parkinson è una delle più diffuse patologie neurodegenerative del sistema nervoso centrale attualmente incurabile. I principali sintomi della malattia sono di tipo motorio e sono associati ad una riduzione dei livelli di dopamina nello striato. Lo striato è una regione del cervello caratterizzata da diverse popolazioni di neuroni che hanno il compito di integrare le informazioni provenienti da numerose aree cerebrali per promuovere il controllo del movimento. Nelle malattia di Parkinson, la morte dei neuroni dopaminergici provoca importanti alterazioni morfologiche e funzionali nello striato. Tra queste alterazioni, precoci modifiche della composizione ed attività dei recettori del glutammato di tipo NMDA sembrano avere un ruolo chiave nella patogenesi della malattia e potrebbero rappresentare un bersaglio farmacologico innovativo per lo sviluppo di terapie future.Il presente progetto di ricerca è rivolto allo studio dei meccanismi molecolari alla base delle alterazioni nella attività dei recettori del glutammato di tipo NMDA nelle fasi iniziali della malattia di Parkinson e durante la sua progressione, con particolare attenzione alle differenze che caratterizzano le diverse popolazioni di neuroni presenti nello striato. Questa ricerca si propone quindi di comprendere i meccanismi molecolari responsabili della differente composizione dei recettori NMDA nelle diverse cellule neuronali dello striato e di evidenziare il loro ruolo nella malattia di Parkinson. Inoltre il progetto si avvarrà di approcci innovativi come i peptidi “cell-permeable” per studiare l’effetto di suddette alterazioni dei recettori NMDA sul comportamento motorio che caratterizza la malattia di Parkinson.

I Vertici Acri, l’associazione delle Fondazioni di origine bancaria e delle Casse di Risparmio Spa, guidati dal presidente Giuseppe Guzzetti, sono stati ricevuti il 19 novembre al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un incontro ristretto convocato alla vigilia dei 25 anni dall’approvazione del regolamento attuativo (20 novembre 1990) della legge Amato (30 luglio 1990) che ha istituito le attuali Fondazioni di origine bancaria quali enti non profit eredi dell’attività filantropica delle storiche Casse di Risparmio e Banche del Monte.

L’incontro è stato l’occasione per illustrare al Presidente Mattarella il ruolo di promozione sociale ed economica svolto dalle Fondazioni, che attraverso le loro attività, offrono sostegno a
al welfare, all’arte, alla cultura, alla ricerca scientifica, alla tutela dell’ambiente, all’housing sociale, allo sviluppo del Paese. Guzzetti ha anche ricordato che lo scorso anno, la Legge di stabilità per il 2015 introduceva un ulteriore appesantimento della pressione fiscale sulle Fondazioni, passando dai 100 milioni di euro di carico fiscale complessivo nel 2011, ai 170 del 2012 e del 2013, per arrivare ai 424 milioni di euro versati dalle Fondazioni nel 2014. Quest’anno, invece, un dialogo positivo con il Governo ha consentito di pensare a detrazioni fiscali, in termini di credito di imposta, per le erogazioni che le Fondazioni metteranno a disposizione per alimentare un fondo finalizzato a migliorare le condizioni dell’infanzia in difficoltà.

"Quest’iniziativa nell’ambito del disegno di Legge di stabilità per il 2016 è un fatto di grande civiltà per il nostro Paese e siamo orgogliosi e pronti a collaborare al piano contro la povertà concordato con il presidente Renzi – ha dichiarato il Presidente Guzzetti Le nostre Fondazioni possono dare un contributo importante al processo di rinnovamento dell’Italia, soprattutto sul fronte del welfare e, nello specifico, a livello delle comunità locali. Siamo onorati di aver avuto l’opportunità, in occasione dei 25 anni dall’istituzione delle nostre Fondazioni, di rappresentare al Presidente della Repubblica Italiana il nostro costante impegno a favore della collettività. Esso si cocretizza in interventi di sussidiarietà sociale all’interno di una pluralità di settori, nei quali, creando reti collaborative con altri soggetti del non profit, privati e pubblici, cerchiamo di dare risposte innovative a nuovi e crescenti bisogni, in particolare quelli espressi dalle categorie più svantaggiate, che maggiormente risentono delle difficoltà determinate dall’attuale congiuntura".

Diritto al cibo, diritto alle proprie tradizioni alimentari e sostenibilità dei consumi e delle produzioni agricole per i nuovi cittadini delle nostre città saranno i temi al centro del convegno di restituzione del progetto Nutrire la Città che Cambia, in programma venerdì 27 novembre alle ore 17 presso la Sala Conferenze dell’Acquario Civico di Milano, in Viale Gadio, 2. Il progetto, sviluppato da Associazione Solidarietà e Sviluppo (ASES) e Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) con il contributo di Fondazione Cariplo e l’assistenza scientifica dell’Università di Milano, è stato avviato nel 2013 per verificare la possibilità di produrre in Lombardia i prodotti vegetali esotici richiesti dai cittadini provenienti da paesi non comunitari che risiedono nel nostro territorio. L’iniziativa ha permesso di mappare i produttori agricoli non comunitari presenti in Lombardia, i canali di vendita e le condizioni di coltivazione dei prodotti e di esaminare le applicazioni nutraceutiche di alcuni tra questi vegetali. Durante l’incontro, verranno illustrati i risultati ottenuti e le esperienze delle aziende agricole protagoniste della sperimentazione.

Per iscrizioni scrivere a p.ambrosoni@cia.it indicando nome, cognome, ente di appartenenza.

Impact Economy: economia circolare e benefit corporation è il titolo del convegno che si terrà giovedì 3 dicembre a Palazzo Turati, in Via Meravigli 9/b, a Milano, per valutare e approfondire possibili “exit strategy” dalla crisi economica, sociale e ambientale che affligge le nostre comunità. Autorevoli relatori, italiani e stranieri, porranno al centro della discussione alcuni nuovi paradigmi che siano in grado di fornire risposte efficaci ai problemi dei cittadini: gli investimenti a impatto, le economie circolari e il superamento della dicotomia profit/non profit in virtù della nozione di benefit.

L’impact econony si pone l’obiettivo di creare un impatto sociale positivo sulla collettività generando, contestualmente, un ritorno economico ragionevole che motivi l’investitore.

L’economia circolare rappresenta la nuova frontiera nel modo di concepire lo sviluppo economico e punta a slegare la crescita economica dallo sfruttamento delle risorse naturali esauribili.

La Benefit corporation, infine, è il nuovo modello di corporate governance del 21° secolo per la creazione di valore sociale, economico e ambientale.

Ingresso libero con prenotazione cliccando qui

Evento con traduzione simultanea.

Fondazione Cariplo vi dà appuntamento il 23 novembre alle ore 18 presso la sua sede, in Via Manin 23, Milano, per la presentazione dei risultati di #BICIttadini, il progetto per promuovere l’uso della bicicletta tra gli studenti attraverso la riqualificazione degli itinerari ciclabili già esistenti e attività di sensibilizzazione all’interno della scuola. L’iniziativa, che ha coinvolto alcune classi delle scuole primarie e secondarie negli ambiti territoriali Lodi-Chiaravalle e Maciachini-Parco Nord della città di Milano, è stata sviluppata negli anni scolastici 2013-2014 ed è promossa dal Comune di Milano, con la collaborazione di AMAT (Agenzia Mobilità Ambiente Territorio), FIAB-Ciclobby, Università degli Studi di Milano-Bicocca e il sostegno di Fondazione Cariplo. Il progetto viene raccontato ora da #BICITTADINI – Interventi a favore della mobilità ciclistica, il Quaderno n. 20 della collana “Quaderni dell’Osservatorio” di Fondazione Cariplo. Oltre a descrivere le azioni concretamente svolte negli istituti scolastici, la pubblicazione stima gli effetti che questa esperienza pilota ha prodotto su conoscenze, atteggiamenti e comportamenti dei ragazzi. L’analisi valutativa, che ha utilizzato il metodo controfattuale (differenza nelle differenze), mostra che #BICIttadini ha accresciuto considerevolmente le conoscenze degli studenti, aiutandoli a riconoscere gli ostacoli che rendono difficile un uso quotidiano della bici.

I numeri di #BICIttadini

  • 1110 scuole, 35 classi, 800 studenti, 400 genitori; 57 insegnanti
  • 1125 collaboratori, 248 ore di lezione, 124 multe morali distribuite
  • 111200 biciclette, 74 camere d’aria riparate, 775 caschetti e 530 pettorine regalate
  • 112 itinerari, 16 gite con i genitori, 7600 km percorsi, 836 kg di Co2 risparmiata.

Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo, Fondazione Cariparo e Fondazione Cariverona hanno toccato con mano i frutti del loro sostegno al progetto “Prima le mamme e i bambini”, avviato in Etiopia nel 2011 da Medici con l’Africa Cuamm per fornire assistenza gratuita durante il parto alle future mamme. Un intervento che è riuscito a salvare migliaia di vite, per un totale di 204.294 mamme e bambini assistiti nel momento della nascita, 102.147 parti portati a termine e il coinvolgimento di 4 ospedali in 4 diversi paesi dell’Africa sub-Sahariana. Il 9 e 10 novembre 2015 una delegazione, composta da rappresentanti delle quattro Fondazioni, ha fatto visita ad una delle strutture sanitarie protagoniste dell’iniziativa, l’ospedale San Luca di Wolisso, che conta oggi 200 posti letto ed è diventato un punto di riferimento per l’intera nazione.

Facevano parte della delegazione Suor Giuliana Galli, membro del Consiglio di amministrazione di Compagnia di San Paolo; Marzia Sica, funzionaria dell’Area Politiche sociali della stessa fondazione; Mariella Enoc, Vicepresidente di Fondazione Cariplo, Silvana Bortolami, membro del Consiglio generale della Fondazione Cariparo e Vicenzo Riboni, membro del Consiglio generale della Fondazione Cariverona. Ad accompagnarli, Don Dante Carraro, Direttore di Medici con l’Africa Cuamm.

Abbiamo gioito nel constatare di persona quanto la competenza dei medici con l’Africa, unita al sostegno delle nostre fondazioni, abbia saputo ottenere i risultati che auspicavamo – ha dichiarato la Vice presidente di Fondazione Cariplo, Mariella Enoc Il modello di aiuti sviluppato dal Cuamm è ha richiamato l’attenzione di molti operatori e sta facendo scuola, perché è riuscito ad avere un impatto reale in poco tempo, salvando decine di migliaia di mamme e bambini, nel momento che rappresenta il massimo della gioia per una famiglia: la nascita di un bimbo, che fino a qualche tempo fa si traduceva troppo spesso in un dramma”.

«È stato per me un onore compiere questo viaggio, un modo per dare conto, concretamente, a chi ha creduto nel nostro impegno e non ci ha mai fatto mancare il suo appoggio – ha affermato Don Dante Carraro, Direttore di Medici con l’Africa Cuamm – Abbiamo visitato l’ospedale San Luca di Wolisso, centro di riferimento per il paese, ma che ha ancora molti margini di miglioramento; abbiamo visto il lavoro degli operatori nel centro di Dulele che serve una popolazione di circa 25.000 persone e siamo stati accolti da tutta la comunità di Shegeg Gefere, un piccolo Health post a 3.400 m di altitudine, riunita in festa solo per noi. Un modo per confermarci, ancora una volta, che la strada intrapresa con questo progetto è quella giusta e che è necessario continuare il cammino».

Sabato 21 novembre, nell’Aula Magna dell’Università di Verona, saranno presentati in modo ufficiale i risultati di quest’ultimo anno del progetto “Prima le mamme e i bambini”, alla presenza di autorità nazionali e internazionali, partner, società civile e delle quattro Fondazioni sostenitrici.
 

IL PROGETTO “PRIMA LE MAMME E I BAMBINI”

Lanciato nel 2011 per contribuire a ridurre la mortalità materna e neonatale e garantire l’accesso gratuito al parto sicuro e la cura del neonato, “Prima le mamme e i bambini” interessa gli ospedali di Chiulo in Angola, Wolisso in Etiopia, Aber in Uganda e Tosamaganga in Tanzania, rivolgendosi a una popolazione di 1.300.000 persone. L’obiettivo è raddoppiare, in cinque anni, il numero dei parti assistiti, arrivando progressivamente a 125.000 parti negli ospedali e nei distretti di riferimento, riducendo così la mortalità materna, fetale e neonatale e garantendo l’accesso gratuito al parto sicuro e la cura del neonato. La strategia d’intervento ruota attorno all’assistenza al parto e, in particolare, al supporto alle emergenze ostetriche e neonatali con interventi finalizzati al miglioramento di copertura, qualità ed equità delle prestazioni fornite.

MEDICI CON L’AFRICA CUAMM

Nata nel 1950, Medici con l’Africa Cuamm è la prima Ong in campo sanitario riconosciuta in Italia (in base alla Legge della cooperazione del 1972) e la più grande organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. Realizza progetti a lungo termine in un’ottica di sviluppo, intervenendo con questo approccio, anche in situazioni di emergenza, per garantire servizi di qualità accessibili a tutti. In oltre 60 anni di storia, sono state 1.522 le persone inviate, 216 gli ospedali serviti, 41 i paesi d’intervento e 157 i programmi principali realizzati.

Oggi Medici con l’Africa Cuamm è impegnata in 7 paesi dell’Africa Sub- Sahariana (Angola, Etiopia, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda) con 168 operatori, 38 progetti di cooperazione principali e un centinaio di micro-realizzazioni di supporto; appoggia 17 ospedali, 26 distretti (per attività di sanità pubblica, assistenza materno-infantile, lotta all’Aids, tubercolosi e malaria, formazione), 5 scuole infermieri e 2 università.

www.mediciconlafrica.org

Nella gallery qui sotto, alcune immagini della visita della delegazione all'ospedale di Wolisso e al centro di salute del territorio Shegeg Gefre.

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