Donne senza terra

Juliette ha 42 anni e un figlio di 13 di nome Judicael, vive a Ouagadougou in Burkina Faso, il suo paese di origine, oggi lavora con Fondazioni for Africa Burkina FasoJuliette si occupa della formazione di 200 donne dei villaggi rurali a Loumbila, a pochi chilometri dalla capitale, per l’avvio e gestione di orti comunitari, uno dei tanti interventi messi in campo da Fondazioni for Africa nel Paese a sostegno dell’agricoltura familiare.juliette

“Incontro le donne 3 o 4 volte alla settimana”, racconta Juliette. “Le accompagno e sono al loro fianco durante le lezioni e le attività pratiche dove imparano le nozioni sulle colture locali, più adatte al clima della zona, a produrre il compost, a nutrire i terreni e a coltivarli secondo i ritmi della natura”. “Le terre che vengono lasciate alle donne dagli uomini  – continua Juliette – sono quasi sempre le peggiori, quelle più lontane dalla diga e dall’acqua. Per questo con il progetto Fondazioni for Africa, abbiamo messo loro a disposizione una nuova motopompa che riduce la fatica di portare l’acqua ai campi con i secchi”. La motopompa è gestita da un comitato tutto al femminile che si occupa di ogni aspetto, dalla manutenzione ai turni. E lo fa con la cura che le donne sanno mettere in ciò che serve a far crescere la propria famiglia e la comunità. 

“Le donne qui – aggiunge Juliette – non sono libere come gli uomini, non hanno la proprietà della Terra ad esempio. E questa attività è molto importante per loro, perché acquisiscono consapevolezza e si trasformano.” Un ruolo importante in questo cambiamento ce l’ha anche lei, Juliette, che nei villaggi di Loumbila, a incontrare le donne, arriva da sola, con la sua motocicletta blu, la sua esperienza, ma anche portando qualcosa che qui è poco conosciuto: la possibilità di fare scelte di vita diverse, anche se donna. Nata in un villaggio del Burkina Faso, in una famiglia di nove figli, Juliette, infatti, sarebbe dovuta diventare, per volere del padre, la terza moglie di un uomo della Costa D’Avorio. Ma non si è voluta piegare a un destino già scritto ed è scappata. Con lei le donne di Loumbila trovano il coraggio di aprirsi e di raccontarsi, lontano dalle orecchie degli uomini. “I nostri incontri – conclude Juliette – servono ad apprendere competenze, ma sono anche attimi tutti nostri. Sono il momento in cui diventiamo visibili a noi stesse.” Il primo passo di ogni grande cambiamento. 

Un futuro migliore e sostenibile per il Burkina

Fanta Tiemtore

“Sono nata a Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso”, racconta Fanta Tiemtoré. “In Italia sono arrivata 15 anni fa con mio marito”. Oggi Fanta, Fantì per gli amici, ha 38 anni, lavora a Lecco in un centro per anziani e ha due figli.  “Non ho mai smesso di pensare a quelli che ho lasciato nella mia Terra. Fin dal primo giorno in cui l’Italia è diventata la mia nuova casa, ho cominciato a chiedermi cosa potessi fare per aiutarli”. Poi nel 2005, insieme a sua sorella e altri connazionali, è arrivata l’idea: mettersi insieme, fondare un’associazione. Così è nata Mirage Burkina. In Lombardia lavora per favorire l’inserimento dei migranti burkinabè nella nuova comunità. In Burkina Faso ha dato vita all’iniziativa 100 ettari: un progetto sperimentale, tutto al femminile, per la produzione sostenibile del riso. “I nostri avi – dice Fanta – ci hanno insegnato che quello che esiste in natura è abbastanza per tutti quanti. In Italia abbiamo compreso con chiarezza che per guardare al futuro dobbiamo ripartire dalla nostra Terra.”

Anche Emmilienne vive in Italia da molti anni. È arrivata a Napoli dal Burkina Faso nel 2004. Oggi è mediatrice culturale, lavora nelle scuole, negli ospedali e presso gli sportelli immigrazione. “Sto bene in Italia”, dice, “mi sento integrata. Ogni giorno incontro molte donne del mio paese e di altre terre, racconto loro la mia esperienza, spiego che anche loro possono stare bene. Dico sempre che la prima cosa, la più importante, è imparare la lingua.” Come Fanta, anche Emmilienne ha unito le forze e le energie con le persone del suo Paese che ha ritrovato nella sua nuova città. “Come è nata la nostra associazione? Dal bisogno di conoscerci, di incontrarci, di stare insieme”, spiega. “Ci aiutiamo quando abbiamo bisogno. Partecipiamo ai momenti importanti delle nostre vite: quando qualcuno si sposa o nasce un bambino. E insieme lavoriamo per il nostro Paese”. In Burkina Faso hanno avviato da poco un progetto di sostegno alle donne. “Vogliamo aiutare le ragazze madri e le donne in difficoltà attraverso la formazione, in modo che imparino un mestiere nell’agricoltura”. 

Emmilienne

 

“Con Fondazioni for Africa Burkina Faso – racconta Emmilienne – stiamo facendo passi importanti e decisivi. Stiamo imparando a capire noi stessi, a mettere a fuoco cosa vogliamo fare, a darci degli obiettivi e gli strumenti per raggiungerli. E stiamo imparando l’importanza di farlo insieme, con le altre associazioni di migranti in Italia, con le fondazioni e le ong che lavorano per lo stesso obiettivo”.
E aggiunge “C’è un detto nel nostro paese che racconta quello che stiamo facendo. Dice che con una mano sola non si può raccogliere la farina. Significa che insieme si è più forti. Che insieme andiamo più lontano.”

 

 

Approfondisci: il progetto Fondazioni for Africa
  • E' un’iniziativa intrapresa all’inizio del 2014 dalle Fondazioni di origine bancaria italiane associate all’Acri e realizzata in collaborazione con 6 organizzazioni italiane (ACRA-CCS, CeSPI, CISV, Mani Tese, Fondazione Slow Food per la biodiversità), 27 associazioni di migranti burkinabè in Italia, enti internazionali e partner locali. 
  • L’obiettivo comune è garantire il diritto al cibo e la sicurezza alimentare di 60.000 persone in uno dei paesi più poveri al mondo puntando sul miglioramento della produttività e qualità dei prodotti alla base dell’alimentazione, il rafforzamento delle organizzazioni contadine, l’accesso al credito, l’educazione alimentare, l’autonomia delle donne, il coinvolgimento dei migranti in percorsi di cosviluppo.
  • Info www.fondazioniforafrica.org 
 

 

Il Consiglio di Amministrazione di Fondazione Cariplo ha deliberato i contributi Emblematici maggiori 2014 per la Provincia del VCO. Si tratta di erogazioni a cadenza annuale attraverso le quali la Fondazione sostiene iniziative di rilevante impatto sul territorio, assegnando ogni anno 14 milioni di euro a due province del proprio territorio di riferimento (7.000.000 di euro per provincia, esclusa quella di Milano), sulla base di un calendario prestabilito. Nel 2014 è stato il turno di Brescia e del VCO. Per l’anno in corso toccherà invece a Cremona e Novara.

I progetti devono essere realizzati nel territorio della provincia destinataria del contributo ed essere in grado di incidere in modo significativo sulla qualità della vita e sullo sviluppo sociale, culturale ed economico locale.

Di seguito l’elenco degli 8 progetti selezionati:

  • Parrocchia San Vittore Martire di Verbania per il progetto di restauro conservativo dell'interno della Basilica di San Vittore Martire, contributo di 1,1 milione di euro
  • Comune di Stresa per il progetto "Riqualificazione ambientale del Mottarone Vetta" – riorganizzazione viabilità di accesso alla vetta e valorizzazione del percorso ciclabile e pedonale da Mottarone Vetta a località Alpinia mediante ponte su cavo, contributo di 500 mila euro
  • Congregazione delle Figlie della Carità di San Vincenzo De' Paoli di Torino per l'ammodernamento, la riqualificazione edilizia e sociale del centro polifunzionale di servizi e accoglienza per il territorio del VCO "Casa Immacolata" a Verbania, contributo 300 mila euro
  • Comune di Gravellona Toce per il progetto “Primi passi ad emissioni zero” – un asilo nido al centro della Comunità gravellonese, contributo di 900 mila euro
  • Comune di Verbania per il progetto "Villa San Remigio – Centro Culturale del Paesaggio" (recupero dell'edificio a fini turistici, ricreativi e museali), contributo di 1,3 milioni di euro
  • Fondazione Museo Arti e Industria di Omegna per il progetto “Borgo della comunità” (riqualificazione del sistema urbano nell’area centrale di Omegna), contributo di 1 milione di euro
  • Provincia del Verbano-Cusio-Ossola per il progetto di completamento dell'auditorium annesso al nuovo polo liceale di Omegna, contributo di 500 mila euro
  • Comune di Domodossola per il progetto “Dal Borgo della Cultura alla Città dello Sport” (interventi di recupero, riqualificazione e adeguamento su impianti sportivi di proprietà comunale), contributo di 1,4 milioni di euro

CROSS è il progetto di formazione residenziale e volontariato culturale risultato vincitore del bando di Fondazione Cariplo sul protagonismo culturale dei cittadini. #conFondazioneCariplo. Anche per il 2015 è on line il Bando, leggi qui i dettagli.

Promotore capofila del progetto CROSS è LIS lab Performing Arts,  partner di progetto è Teatro sull’Acqua di Arona (NO).

CROSS in questa sua prima edizione trova casa a Verbania, città che ha offerto per il suo svolgimento la splendida cornice di Villa Giulia. CROSS nasce infatti con l’obiettivo di individuare e formare, sul territorio, un pubblico attivo e partecipativo sui temi dell’arte e della produzione culturale contemporanee.

Oltre a un percorso di formazione rivolto al pubblico generalista, lo stesso progetto prevede al suo interno anche l’ideazione di un premio internazionale rivolto a opere prime nell’ambito della performance art, con un’attenzione particolare alle produzioni centrate sullo stretto rapporto tra selezione e composizione musicale e azione performativa.

 CROSS prevede una prima fase di preselezione affidata a un pool di esperti del settore della musica e delle arti dal vivo . La giuria selezionerà i tre progetti finalisti, che saranno accolti “in residenza” a Verbania all’interno del Festival Villaggio d’Artista dal 28 giugno al 4 luglio 2015. I tre progetti finalisti saranno quindi valutati da una giuria di esperti (artisti, critici, curatori, esperti di settore e partner di progetto) che, durante l’ultima giornata del Festival, decreterà il vincitore.

Il compito di decretare il vincitore, sarà affidato ad una giuria di esperti (artisti, critici, curatori) durante l’ultima giornata del Festival. La giuria di esperti sarà presieduta da Lea Vergine, acclamata critica e curatrice di performance e body art, oltre a Manuel Agnelli, musicista, scrittore e produttore discografico italiano, fondatore e frontman del progetto Afterhours; Yuri Ancarani, famoso artista visivo e regista che vanta numerose presenze nei musei nazionali ed internazionali; Caterina Riva, curatrice  e critica d’arte, consulente artistica per l’Istituto Svizzero in Roma e Tommaso Sacchi, curatore, docente e giornalista. Consulente per la produzione artistica e curatore del premio CROSS.

Le performance prodotte durante il periodo di residenza verranno presentate al pubblico e alla giuria di esperti negli spazi di Villa Giulia – Verbania il giorno 4 luglio 2015 a chiusura del Festival Villaggio d’Artista.Al termine  della serata, la giuria proclamerà il vincitore della prima edizione di CROSS, che porterà il progetto sul palcoscenico del Teatro Franco Parenti il 5 luglio 2015. Al progetto vincitore sarà riconosciuto un premio a sostegno della produzione di 4,000 euro.

 Gli artisti che vorranno partecipare a CROSS AWARD potranno inviare le loro candidature online entro il 30 aprile 2015 presso il sito ufficiale del progetto – www.crossaward.com – dove potranno avere accesso al regolamento del bando, l’application form e tutte le informazioni necessarie.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

COMunORTO PUO’ FARE è un progetto innovativo che intende, innanzitutto, dare alla comunità locale un luogo di aggregazione per istituzioni, associazioni e singoli cittadini ma al tempo stesso un punto di scambio e formazione su azioni sostenibili in grado di essere adottate e sostenute nel tempo e coerenti con le caratteristiche territoriali. #conFondazioneCariplo

Il progetto ha portato alla realizzazione, nei Comuni di Carugate e Caponago, di due orti comunitari, intesi come laboratori, ovvero come piattaforme per sperimentare e fare attività di formazione insieme ai cittadini su pratiche e stili di vita sostenibili. Orti comunitari ovvero, pubblici, gestiti collettivamente da associazioni e cittadini secondo i principi della sostenibilità ambientale e senza l’uso di pesticidi, fertilizzanti di sintesi e sementi OGM.

Lo spazio realizzato è fruibile dall’intera comunità così da creare le premesse per il raggiungimento collettivo di alcuni obiettivi concreti quali l’adozione di stili di vita più sostenibili come: la sperimentazione diretta dell’orticultura; la chiusura del ciclo dei rifiuti locali attraverso l’uso del compost invece dei concimi di sintesi; la riduzione degli sprechi e l’uso non appropriato delle risorse, a partire da quello dell’acqua potabile sia per le pratiche irrigue sia a livello domestico; il riutilizzo di materiali di recupero per realizzare tutto quello di cui un orto ha bisogno: vasi, staccionate, compostiere, semenzaio,etc. 

Un orto trasformato in luogo pubblico, punto di incontro e di collaborazione tra Istituzioni, associazioni e singoli cittadini. Un luogo dove lavorare e collaborare per produrre i frutti della terra; ma anche scambiarsi esperienze di sostenibilità ambientale. E soprattutto, un luogo dove costruire una cultura di sostenibilità e di buone pratiche. Tutto questo, nel progetto COMunOrto Può fare: Un orto-laboratorio originale e innovativo, nato per la condivisione dell’orticultura ma specialmente per la sperimentazione di un nuovo stile di vita. I principi fondanti del progetto sono semplici: no ai pesticidi, ai fertilizzanti di sintesi e alle sementi Ogm; si al riuso della sostanza organica (compost), all’uso attento dell’acqua e al recupero dei materiali (dai vasi alle staccionate, dalle compostiere al semenzaio). La sperimentazione, fatta a Caponago e Carugate, ha dato ottimi risultati. Speriamo che la loro esperienza diventi uno stimolo e un incentivo per tanti altri.

Indirizzo: Via Roma, Carugate

https://www.facebook.com/groups/comunortoCarugate/

Perchè un orto?

L’area del Nord-Est Milanese, è caratterizzata da un tessuto sociale frammentato, in cui sono poche le occasioni per condividere criticità e soluzioni a problemi ambientali e sociali del territorio. Per realizzare una comunità coesa e sostenibile è necessario individuare aree che fungano da piattaforma di formazione, sperimentazione ed educazione permanenti nel territorio.
L’area del Nord Est ha evidenziato problemi nei costi ambientali ed economici dei rifiuti e degli sprechi idrici. Dati di Cem Ambiente riportano che per ogni cittadino del proprio bacino di utenza in media 125 kg procapite/anno di frazione umida/verde, e si consumano 250 litri di acqua procapite, consumo superiore alla media nazionale di 175 litri procapite (dati istat 2011).
L’obiettivo generale del progetto è stato quello di realizzare una piattaforma per la comunità locale che possa aggregare istituzioni, associazioni e singoli cittadini con lo scopo di formare e supportare azioni sostenibili coerenti con le criticità territoriali ed in grado di essere adottate e sostenute nel tempo dal target diretto (associazioni e cooperative sociali) coinvolto nel progetto e da un target indiretto che è quello della comunità di cittadini in toto. Le comunità oggetto del progetto saranno responsabili della gestione dell’orto laboratorio, inteso come piattaforma per per sperimentare e fare attività di formazione insieme ai cittadini su pratiche e stili di vita sostenibili.

Lo spazio  fruibile dall’intera comunità con l’intento di creare le premesse (in termini di competenze, sensibilità, condizioni favorevoli…) per il raggiungimento collettivo di alcuni obiettivi concreti, ovvero:

  • Incrementare l’uso del compost, incentivare all’autocompostaggio, chiusura del ciclo dei rifiuti locali
  • Ridurre gli sprechi e l’uso non appropriato di acqua potabile sia per le pratiche irrigue sia a livello domestico
  • Adottare stili di vita più sostenibili

 

I pensieri dei ragazzi che lavorano all'orto

Andare all’orto è bello perché mi piace, perché seminiamo le verdure, e quello che cresce lo possiamo portare a casa ed è buono!! Penso che questo orto è bello perché è di tutti, è tuo ed è mio. La mia famiglia dice che è bello, perché prima questo posto sembrava una discarica, invece adesso sembra un giardino. Ci andremo sempre all’orto. (Claudia)

Mi piace andare all’orto perché c’è l’insalata.(Sara)

Mi interessa perché per capire le cose da fare. Mi piace fare tutti i lavori. Il fatto che ci siano altre persone che lo curano mi fa piacere, perché così possiamo anche parlare anche attraverso il diario. È un’esperienza bellissima perché si stà a contatto con la natura. La posizione è molto bella e ci ha permesso di recuperare uno spazio che sarebbe stato destinato ad incuria. Spero che questo progetto vada avanti ancora nel tempo. (Fabio)

Dedicarsi ad una cosa dove mettiamo un piccolo seme che infiliamo nella terra ed ogni giorno andiamo a vedere se è cresciuto un pochino dandogli dell’acqua, secondo me vuol dire aspettare ma sapendo che ogni giorno crescerà qualcosa di buono e sano e ci farà bene per la nostra salute. L’altro giorno quando ho visto le zucche ho fatto un’espressione di meraviglia!  (Federica)

Milano ospiterà una tappa del tour di presentazione di Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa, l’ultimo libro di Mario Calabresi, Direttore del quotidiano “La Stampa”, in libreria dal 2 gennaio 2015. Il libro nasce da un viaggio che l’autore ha compiuto in Uganda a fianco di Medici con l’Africa Cuamm e fa eco alle voci, ai volti, ai suoni e ai colori del continente africano che Calabresi porta con sé fin dall’infanzia.

L’autore Mario Calabresi dialogherà insieme a:

  • Giuseppe Guzzetti, Presidente Fondazione Cariplo
  • Don Dante Carraro, Direttore Medici con l’Africa Cuamm
  • Studenti SISM (Segretariato Italiano Studenti in Medicina) e giovani medici specializzandi “Junior Project Officers”

A condurre sarà Federico Taddia, giornalista.

Appuntamento martedì 17 marzo alle ore 18 presso il Centro Congressi Fondazione Cariplo, in via Romagnosi 8, Milano. Ingresso libero con prenotazione a questo link.

Per informazioni:
tel 049 8751279
eventi@cuamm.org

Il bando “Welfare di Comunità e Innovazione Sociale”, edizione 2015, verrà presentato nei prossimi giorni in alcune province del territorio lombardo. Le reti pubblico-private interessate a partecipare hanno tempo fino al 17 aprile 2015 per inviare le proprie idee progettuali. Analogamente alla prima edizione, il bando è articolato in tre fasi: presentazione dell’idea, studio di fattibilità, realizzazione. Di seguito il calendario degli incontri:

PAVIA
Venerdì 6 marzo, ore 14.30, presso la sede della Fondazione Comunitaria della Provincia di Pavia, via Perelli, 11. Ingresso libero.

VCO e NOVARA
Giovedì 12 marzo, ore 10.00, presso la Sala conferenze “Stendhal” della Camera di Commercio del VCO, S.S. Sempione, 4 – Villa Fedora a BAVENO. Ingresso con prenotazione a questo link: http://goo.gl/p6ZbLK  

VARESE
Venerdì 13 marzo, ore 10.00, presso la Sede dell’Associazione Culturale VareseVive, via San Francesco d’Assisi, 26 (tel.0332 287292). Ingresso libero.

La Fondazione Giordano Dell'Amore lancia il Giordano Dell'Amore Microfinance Best Practices Award 2015, riconoscimento aperto a qualsiasi istituzione o organizzazione coinvolta, da almeno 12 mesi prima della data di application, in processi di inclusione finanziaria di persone in un paese in via di sviluppo o di transizione. Il Premio si concentrerà sul tema: "Migliorare l'inclusione finanziaria dei piccoli agricoltori".
I candidati dovranno compilare il modulo di domanda (prima, seconda e terza sezione), in una delle lingue accettate (inglese, spagnolo e francese) e inviarlo via email a award@fgda.org entro il 19 aprile 2015 alle ore 24 (mezzanotte), ora locale di Roma.

Il vincitore del premio riceverà 50.000 euro da reinvestire per lo sviluppo e l'attuazione di nuovi progetti o lo sviluppo di quelle esistenti. Il vincitore sarà annunciato nel corso di una conferenza internazionale in programma il 15 ottobre 2015, a Milano.

Per ulteriori informazioni e per scaricare il modulo di domanda: www.fgda.org

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