Pier Mario Vello si è spento prematuramente domenica 29 giugno 2014.

63 anni, era il Segretario Generale della Fondazione Cariplo dal 2006, e ricopriva importanti incarichi in istituzioni internazionali. Nel corso della sua esperienza lavorativa si era distinto per il significativo apporto nella promozione della conoscenza come strumento di crescita personale e aziendale e di una migliore comprensione tra le persone; questo suo impegno, oltre a fargli ottenere riconoscimenti internazionali, era il segno della sua personalità creativa.

Una gravissima perdita per la nostra Fondazione. Un uomo capace e sensibile. Il “nostro" Pier Mario ci ha regalato in questi anni, oltre che la sua competenza, che ha fatto crescere la nostra struttura, anche la sua grande personalità, alla base delle relazioni di lavoro e di amicizia con le persone che lo hanno conosciuto.

Alla sua famiglia vanno il nostro stretto abbraccio e la nostra profonda solidarietà.

Grazie all’accordo siglato tra Fondazione Cariplo e Foundation Lindau e Council for the Lindau Nobel Laureate Meetings, tredici giovani scienziati, 8 ragazzi e 5 ragazze, nei prossimi giorni approderanno al 64th Lindau Nobel Laureates Meeting, uno dei più prestigiosi eventi scientifici previsti nel corso del 2014. Un appuntamento, divenuto ormai tradizione, che quest’anno vedrà impegnati dal 29 giugno al 4 luglio sul Lago di Costanza oltre 600 giovani ricercatori provenienti da tutto il mondo che si confronteranno su tematiche di frontiera con 37 Premi Nobel. Per la prima volta la percentuale di giovani ricercatrici sarà superiore a quella dei colleghi maschi.

Quelli italiani sono: per MEDICINA, Emanuele La Corte dell’Università di Milano, Michele Ferrara dell’Università PMO "A. Avogadro", Paolo Mazzola dell’Universitàdi  Milano-Bicocca, Francesca Aredia dell’Università di Pavia, Salvatore Fusco dell’Università Cattolica, Daniele Maiolo dell’Università di Brescia, Francesca Gandini dell’Università di Pavia, Alice Lucia Panariti dell’Università di Milano-Bicocca, Luca Bello dell’Università di Padova; per ECONOMIA, Ksenia Koloskova dell’Università Bocconi, Lorenzo Menna dell’Università di Milano-Bicocca, Chiara Paola Donegani dell’Università Cattolica e Morteza Zamanian dell’Università Bocconi.

Per un’intera settimana i ricercatori potranno dialogare, conoscere ed interagire con la “squadra” dei Nobel composta da scienziati del calibro di Peter Agre (Nobel 2003 per le scoperte sui canali nelle membrane cellulari), Aaron Ciechanover (Nobel 2004 per gli studi sulla degradazione delle proteine regolate dall'ubiquitina), Gerhard Ertl (Nobel 2007 per i suoi studi dei processi chimici sulle superfici solide), Ada Yonath (Nobel 2009 per studi della struttura e della funzione dei ribosomi), Akira Suzuki (Nobel 2010 per scoperte riguardanti la chimica del palladio), Dan Shechtman (Nobel 2011 per la scoperta dei quasicristalli).

I giovani talenti vengono segnalati da oltre 200 organizzazioni del mondo e vengono successivamente selezionati da un Comitato Scientifico composto dalle più rinomate personalità della comunità scientifica ed accademica sulla base di stringenti criteri meritocratici e attraverso un moderno meccanismo di valutazione.

Tra queste organizzazioni, punto di riferimento per il panorama italiano è Fondazione Cariplo che, dal 2010, è stata accreditata dalla Foundation Lindau e dal Council for the Lindau Nobel Laureate Meetings – organizzazioni responsabili dell’evento – come partner esclusivo di riferimento nel panorama nazionale per la selezione e nomina dei talenti italiani.

Nel 2013 Fondazione Cariplo ha sostenuto, nell’ambito della Ricerca Scientifica, 110 progetti per un totale di 26,39 mln di euro.

www.lindaunobel.org

La Rappresentanza a Milano della Commissione europea, con il contributo di Fondazione Cariplo, organizza un convegno dedicato al problema della gestione dei flussi di immigrati dal Mediterraneo. Nel corso della mattinata verranno anche discusse le conclusioni su questi temi formulate dal Consiglio europeo di giugno 2014 e dal Consiglio Informale Giustizia e Affari Interni, in programma l'8 e 9 Luglio a Milano.

PROGRAMMA

9:30-10:00        Registrazioni

10:00-10:20      Saluti Istituzionali

Fabrizio Spada, Direttore della Rappresentanza della Commissione europea a Milano

Giuseppe Guzzetti, Presidente Fondazione Cariplo (video messaggio)

10:20 – 11:15    Risposte europee ai flussi migratori dal Mediterraneo

Laura Corrado, Vice-Capo Unità DG HOME, Direzione Migrazione e Asilo, Commissione europea

L'immigrazione come priorità nel semestre di Presidenza

Francesco Fabio Marzano, Viceprefetto Ufficio Affari Internazionali, Ministero dell'Interno

11:15 – 11:30    Coffee Break

11:30 – 12:20    La gestione dei flussi migratori e il caso Italiano

Vincenzo Cesareo, Segretario generale della Fondazione ISMU per lo studio della multietnicità

"Diritti degli Stati vs diritti dei migranti? Alla ricerca di un difficile equilibrio"

Alessandra Lang, docente di diritto dell'Unione europea (UNIMI)

12:20 – 12:45    Q&A

Modera: Luca Geronico, Giornalista Redazione Esteri, Avvenire

Per informazioni e adesioni:  comm-rep-mil@ec.europa.eu; T.  02 4675141

In occasione del lancio della prossima Giornata Europea delle Fondazioni, che a livello ter­ritoriale verrà celebrata il 1° ottobre 2014, l’Acri, l’associazione delle Fondazioni di origi­ne bancaria, e Assifero, l’associazione delle altre fondazioni ed enti di erogazione, organizzano un incontro dal titolo Welfare di comunità: il ruolo delle Fondazioni, che si terrà il 3 lu­glio dalle ore 10,30, presso la sede dell’Acri, in via del Corso 267, Roma. Interverranno:

Giuseppe Guzzetti, Presidente Acri

Felice Scalvini, Presidente Assifero

Francesco Paolo Fulci, Presidente Ferrero Spa

Pietro Barbieri, Portavoce Forum del Terzo Settore

Giovanni Camilleri, Direttore Programma Onu per lo Sviluppo Locale

Piero Fassino, Presidente Anci

La Fondazione Astrid ed il Cranec (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) hanno recentemente avviato una ricerca sul tema “Territori e autonomie: un’analisi economico-giuridica”. Il progetto, sostenuto da Fondazione Cariplo, si pone due obiettivi: da una parte l’analisi del funzionamento del sistema istituzionale italiano nella sua articolazione territoriale, a più di dieci anni dalla riforma costituzionale del Titolo V. Dall’altra una puntuale indagine di tipo empirico per individuare le inefficienze dovute alle sovrapposizioni di ruoli e competenze fra enti e livelli di governo.

Nell’ambito del progetto, Astrid e Cranec hanno deciso di organizzare per lunedì 16 giugno, dalle ore 14.30 alle ore 18,00, a Milano, Sala Mattioli delle Gallerie d'Italia, Piazza della Scala 6, un seminario di discussione su:

Uscire dalla crisi e tornare a crescere. Il ruolo delle Regioni.
Le ragioni di una ricerca

Apertura: Giuseppe Guzzetti

Relazioni:

  • Un nuovo regionalismo nel quadro delle riforme, Luciano Vandelli
  • Quale contributo del decentramento fiscale alla crescita economica? Il punto di vista degli economisti,
    Alberto Zanardi
  • Dinamiche territoriali delle attività produttive e regionalismo, Patrizio Bianchi
  • Prospettive delle riforme costituzionali ed orientamenti delle organizzazioni economiche e sociali, Massimo Luciani
  • Federalismo tra responsabilità e trasparenza: la normativa e la prassi, Giorgio Macciotta

Tavola rotonda: Luca Antonini, Franco Bassanini, Maria Agostina Cabiddu, Enzo Cheli, Bruno Dente, Alberto Quadrio Curzio

PER ISCRIZIONI CLICCA QUI

Interessante opportunità per gli enti del Terzo Settore che operano in Lombardia e nelle province di Novara e del VCO: fino al 30 giugno 2014 potranno candidarsi per ospitare il tirocinio di 500 ore che concluderà il MASTER IN HOUSING SOCIALE E COLLABORATIVO” organizzato da POLI.design, Consorzio del Politecnico di Milano. Grazie al sostegno di Fondazione Cariplo, il master offrirà un rimborso spese di 2000 euro a ciascuno dei tre tirocinanti che svolgeranno il proprio tirocinio presso gli enti selezionati. Le organizzazioni del Terzo Settore interessate a partecipare alla selezione dovranno inserire, all’interno della domanda, la descrizione del progetto specifico nel quale lo studente del master verrà coinvolto.

Per maggiori informazioni, vedi l’allegato.

L’Italia è un Paese poco attrattivo per la ricerca scientifica. Gli scienziati italiani scelgono spesso di andare all’estero per sviluppare le loro attività di studio. Non solo una questione di budget e finanziamenti, ma anche di accoglienza e benefit. Fondazione Cariplo ha lanciato un’iniziativa per contrastare questa tendenza attraverso un bando che consentirà nei prossimi mesi di attrarre in Lombardia almeno 10 ricercatori, con un budget di 4,5 milioni di euro, puntando sul miglioramento dell’attrattività del contesto locale e sul potenziamento della competitività dei ricercatori di domani. Non è la prima volta che Fondazione si impegna per valorizzare i giovani ricercatori e contrastare la fuga dei cervelli dal nostro Paese. L’attenzione verso il sistema della ricerca e il capitale umano ha da sempre caratterizzato l’operato di Fondazione Cariplo. 
Di seguito le storie di chi, nonostante le difficoltà del settore, ha scelto di restare in Italia e di aiutare l’innovazione del nostro Paese.

 

Le storie di chi fa ricerca scientifica in Italia

Lucio Conti – PhD – Department of Biosciences  – Università degli Studi di Milano 

Lucio Conti

Perché hai scelto questa professione?
È stata una scelta maturata nel tempo. Mi sono iscritto alla facoltà di Biologia perché ero interessato alle scienze naturali e alla biologia marina. Di fatto, i miei interessi si sono in seguito orientati verso lo studio dei meccanismi molecolari che governano lo sviluppo degli esseri viventi, in particolare delle piante. Solo dopo varie esperienze internazionali mi sono convinto che la mia passione poteva diventare un lavoro.

Quali sono gli ostacoli che affronti nel tuo lavoro?
Ci sono ovviamente le difficoltà tecniche legate agli esperimenti. Ma questa è l’aspetto divertente del mio lavoro. Meno divertente è il lavoro legato al reperimento dei fondi!

Qual è la tua maggiore soddisfazione?
Il processo che porta a una scoperta scientifica è un viaggio straordinario, specialmente quando si riesce a dare un significato a un fenomeno in partenza incognito. Ci sono gli ingredienti di una rappresentazione teatrale : suspense, scoraggiamento, euforia…

Perché resti a lavorare in Italia?
Non ho una risposta semplice. Sono andato all’estero dopo la laurea per un dottorato e alla fine ci sono rimasto per 8 anni. A un certo punto le scelte erano due: trasferirmi per sempre oppure provare qualcosa di nuovo, ritornando. Ho scelto la seconda strada.

Che consiglio daresti ad un giovane ricercatore?
Fare almeno un paio di esperienze internazionali. Per molte persone questo rappresenta un’occasione di crescita professionale e personale fondamentale. Come nella ricerca scientifica, bisogna sempre provare cose nuove, sfidare l’ignoto per conoscere le proprie potenzialità.

Di cosa avrebbero bisogno i ricercatori in Italia?
Certamente di più finanziamenti per la ricerca di base. Bisogna rischiare di più e investire in meritocrazia e nuove idee per avere risultati importanti e rendere il nostro sistema attrattivo a livello internazionale

Valenza Marta – PhD – Department of Biosciences and Centre for Stem Cell Research – Università degli Studi di Milano

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Perché hai scelto questa professione?
Mi piace l’idea di poter contribuire a spostare il muro dell’ignoto più in là e ad avvicinare la conoscenza. In particolare, sono sempre stata affascinata dal cervello e dalle sue potenzialità.

Quali sono gli ostacoli che affronti nel tuo lavoro?
L’ostacolo più grande è quello di non riuscire ad avere una posizione stabile nel mio Ateneo nonostante i risultati e i finanziamenti ottenuti in questi 13 anni di ricerca. Ma la passione per questo lavoro e il riconoscimento che sento da parte di colleghi e istituzioni straniere mi danno la forza di andare avanti.

Qual è la tua maggiore soddisfazione?
Lo stupore e l’euforia quando scopro qualcosa di nuovo, in cui sono la prima al mondo a vedere quel risultato, non ha paragone. È un’emozione unica che annulla in un attimo tutti gli ostacoli affrontati. Inoltre, sapere che quella scoperta potrà contribuire a capire qualcosa di più di una malattia oggi incurabile, riempie il cuore di gioia.

Perché resti a lavorare in Italia?
Ho la fortuna di svolgere progetti che amo e di essere in un laboratorio dove non si sentono i “confini territoriali”. A volte c’è la voglia di andare via per avere condizioni lavorative migliori. Per competere con chi lavora a Harvard o a Cambridge dobbiamo scrivere più richieste di finanziamento, organizzare da soli spazi e condizioni di lavoro, inventare strategie per non subire rallentamenti.  Ma se ci sono idee, volontà e passione, si può fare ricerca di alto livello anche in questo Paese.

Di cosa avrebbero bisogno i ricercatori italiani?
Di meritocrazia e di opportunità. Ci sono ricercatori bravi e laboratori eccellenti isolati piuttosto che valorizzati. Manca, soprattutto in ambito universitario, un sistema che permetta di selezionare in base al merito e una politica in grado di dare vere opportunità. Servono più investimenti con regole trasparenti in cui vi sia libera competizione per le idee migliori, nuovi laboratori e gruppi di ricerca indipendenti.

#dammitreparole fondamentali nella tua vita…
Capire, condividere, perseverare.

Giorgia Spigno – Ricercatrice presso Istituto di Enologia e Ingegneria Agro-Alimentare – Università Cattolica Sacro Cuore di Milano

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Perché hai scelto questa professione?
È stata la professione a scegliere me. Il mio professore di tesi mi chiese se mi interessava fermarmi in Università e tutto ebbe inizio, con naturalezza e, ammetto, anche fortuna. Se dovessi tornare indietro, rifarei tutto senza cambiare nulla.

Quali sono gli ostacoli che affronti nel tuo lavoro?
Due ostacoli principali: la difficoltà nel reperire i fondi per portare avanti le proprie idee, le proprie ricerche ed i propri collaboratori. La qualità della ricerca è sempre in aumento  a livello sia nazionale, sia internazionale e la competizione altissima.
Il secondo ostacolo è il tempo: tra famiglia e lavoro la lista delle cose da fare si allunga, ma le mie bimbe hanno la precedenza. Così capita di scoprire che quello a cui da tempo pensavi è stato già messo in pratica da qualcun altro…

Qual è la tua maggiore soddisfazione?
Riuscire a vedere il proprio progetto nella lista di quelli finanziati, pubblicare i propri risultati e scoprire che ci sono giovani ricercatori che vorrebbero venire a lavorare con te per imparare.

Perché resti a lavorare in Italia?
Non ho mai pensato di trasferirmi all’estero in maniera stabile ma solo per periodi di ricerca che mi permettessero di conoscere altre realtà e culture. Penso che vivere in qualsiasi altro Paese abbia lati positivi e negativi, ma sono contenta di rimanere nella mia Italia, anche se non mi precludo nulla per il futuro.

Che consiglio daresti ad un giovane ricercatore?
Di armarsi di santa pazienza. Con la passione nel cuore, tutto può essere più semplice, ma bisogna essere pronti a muoversi in un contesto fortemente internazionale, a viaggiare, a rinnovarsi continuamente, a pensare sempre al lavoro. Un’esperienza di ricerca all’estero è fondamentale per il proprio curriculum ma soprattutto per i contatti.

Di cosa hanno bisogno i ricercatori in Italia?
Di fondi. E che venga riconosciuto il valore di questa professione, spesso sottovalutata; inoltre servirebbe una maggiore propensione delle aziende a collaborare (e finanziare) le attività di ricerca.

 #dammitreparole fondamentali nella tua vita…
Famiglia, correttezza, solitudine

Daniela Petti – PhDLNESS Center – Physics Department Politecnico di Milano

Daniela Petti

Perché hai scelto questa professione?
Ho il privilegio di poter svolgere il lavoro più bello del mondo: un lavoro che ogni giorno riesce a stupirmi e ad insegnarmi qualcosa, che ogni giorno è diverso. E poi c’è ovviamente la passione per la fisica…

Quali sono gli ostacoli che affronti nel tuo lavoro?
Combattere contro la burocrazia e lavorare con risorse limitate. Spesso infatti si perde molto tempo perché anche nella ricerca c’è questo approccio tutto italiano (che infondo è anche la nostra forza) del “in qualche modo si fa”, anche se non ci sono tutti i mezzi o le prospettive necessarie.

Qual è la tua maggiore soddisfazione?
Questo lavoro è fatto di grandi frustrazioni, ma anche di grandi soddisfazioni: pensare ad un esperimento e realizzarlo, pubblicare un articolo… Ma la gioia più grande è riuscire ad appassionare e stimolare le persone: chi lavora con me, chi si approccia al mondo della ricerca per la prima volta o chi ne è estraneo.

Perché resti a lavorare in Italia?
Perché ho una prospettiva: il mio progetto finanziato da Fondazione Cariplo da portare avanti nei prossimi 3 anni e una posizione da ricercatrice a tempo determinato. Sono nella condizione di poter contribuire al futuro del mio Paese e considero questo mio compito un privilegio, ma anche una responsabilità.

Che consiglio daresti ad un giovane ricercatore?
Consiglio di non lasciarsi scoraggiare dal presente e di perseguire i propri sogni e interessi, ovunque ci portino. Ma di tornare a casa prima o poi, ché qui abbiamo bisogno di giovani menti!

Di cosa hanno bisogno i ricercatori in Italia?
Di avere prospettive e riconoscimenti da parte della società. Il mondo della ricerca viene visto come un universo parallelo e un po’ inutile, perché spesso i risultati sono tangibili solo a lungo termine. Ma la ricerca pone le basi per rispondere ai bisogni futuri del nostro Paese e il futuro è domani. Da un punto di vista pratico, i ricercatori hanno bisogno di tempo, di mezzi e soprattutto di serenità per far ricerca.

#dammitreparole fondamentali nella tua vita…
#scienza #ricerca #passione

 

Come nasce una start up? Se vuoi saperne di più, non perderti Think.Build.Grow, l’evento del progetto Youth Spark Startup Revolutionary Road che si terrà il 16 giugno a Milano, al Centro Congressi Fondazione Cariplo di Via Romagnosi 8.

Davide Dattoli, CEO di Talent Garden, presenterà sei storie di aziende innovative raccontate con uno storytelling coinvolgente e i vincitori di InnovAction Lab Lombardia, pronti per il Gran Finale Nazionale del 23 giugno a Roma.

PER ISCRIZIONE E PROGRAMMA CLICCA QUI

1914-2014: a cent’anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, evento che ha plasmato la geografia politica, la cultura e l’immaginario di gran parte del Novecento, la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e la Fondazione Istituto Gramsci, promuove il progetto "Prima guerra mondiale: la grande trasformazione". Questa iniziativa, realizzata con il sostegno di Fondazione Cariplo, intende documentare, per mezzo di ricerche e attività di divulgazione, i diversi linguaggi e i modi nei quali, attraverso le vicende del primo conflitto mondiale, si costruisce e si definisce una nuova identità collettiva europea. Oltre che al grande pubblico, il progetto si rivolge principalmente a studenti e insegnanti.

Nell’ambito dell’iniziativa, inoltre, Fondazione Cariplo cofinanzia tre borse di studio destinate a giovani laureati/dottori di ricerca interessati ad approfondire i percorsi tematici "Letteratura" e "Gli intellettuali e la pace".
La scadenza delle domande è fissata al 10 giugno 2014.

Per tutti i dettagli e la modulistica clicca qui

"Fronteggiare, attraversare, superare la disoccupazione adulta: una grande sfida del nostro tempo" è il tema dell’incontro pubblico che si terrà martedì 10 giugno alle ore 15 presso la Sala lauree della Facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali dell'Università degli Studi di Milano, in via Conservatorio 7, a Milano. Dopo i saluti introduttivi di Mario Anghinoni, membro della Commissione Centrale di Beneficienza di Fondazione Cariplo, il tema sarà discusso da Michele Colasanto, dell’Università Cattolica di Milano, e da Maurizio Ferrera e Michele Salvati, dell’Università degli Studi di Milano. Modererà l’incontro Walter Passerini, editorialista del quotidiano “La Stampa”.

Il dibattito trae spunto dalla pubblicazione del volume Perdere e ritrovare il lavoro. L'esperienza della disoccupazione al tempo della crisi (il Mulino), a cura di Maurizio Ambrosini, Diego Coletto e Simona Guglielmi.

Gli autori saranno presenti all’incontro.

Per info: sps@unimi.it

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